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l’architettura dipinta: storia, conservazione e rappresentazione digitale • s. bertocci, f. farneti
pp. 95-142; Cabeleira Vieira, 2011, pp. 315-335), professore di matematica nell’Aula della Sfera del Collegio di Santo Antão di Lisbona, tra il 1709 e il 1721. Dotato di grande erudizione, questo gesuita è autore di numerosi testi scientifici ed nel Collegio di Santo Antão è docente di matematica, prospettiva e scenografia. Di grande significato è la presenza a Lisbona del fiorentino Vincenzo Bacherelli (16721745)1. È importante notare che Inácio Vieira, nel suo manoscritto sulla prospettiva, cita tre volte il fiorentino e loda la decorazione da lui realizzata sul soffitto della portineria del monastero di São Vicente de Fora a Lisbona, nel 1710 (fig. 2). Bacherelli nacque il 2 giugno 1672 e poco si conosce della sua formazione; a Lisbona fu apprezzato come pittore specializzato nella costruzione di architetture illusionistiche. È stato il responsabile della diffusione delle macchine prospettiche proprie del linguaggio fiorentino, nella decorazione dei soffitti e delle pareti di numerose chiese e palazzi di Lisbona. In Portogallo, Bacherelli accelera la rottura tra la mera decorazione che riempie gli spazi bidimensionali e limita l’interno degli edifici, come la grottesca e le cartelle poste al centro dei soffitti. Senza dubbio conosceva le opere più significative dell’ambiente fiorentino: i cicli decorativi di palazzo Pitti, le opere di Pietro da Cortona, quelle di Giovanni da San Giovanni e del Chiavistelli, di Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. È evidente che tutte queste influenze sono presenti nella formazione di Bacherelli; Francesco Maria Gaburri lo definisce: «fiorentino pittore di architettura e di prospettiva a fresco e a tempera»2. La fine del XVII secolo è caratterizzata da un forte cambiamento culturale in Portogallo, trasformazione che avrebbe generato nuove modalità nella cultura artistica portoghese. La più grande trasformazione si esplicita nel rapporto tra ambiente reale e simulazione architettonica, tenendo sempre conto delle libertà e affinità specifiche. Bacherelli appare con un duplice ruolo: trasformare tecnicamente la decorazione dei soffitti e contribuire alla formazione di una nuova generazione di pittori secondo la grammatica del suo linguaggio. Il suo primo intervento in Portogallo è documentato nella chiesa di Loreto, quando la Confraternita tratta “con Vicente Bacherelli che dipingeva a fresco il Coro, e gli Archi inferiori per un prezzo di 225$000 come appare sul suo obbligo datato il 6 giugno 1702”3. L’unica opera superstite del famoso pittore toscano è la decorazione del soffitto della portineria del monastero di San Vincenzo Fuori le Mura, eseguita nel 1710 (Chiarelli,1963, p. 20). Colpita dal terremoto nel 1755, coperta da uno strato di calce nel 17724, fu restaurata nel 1796 da Manuel da Costa5 e nel 1995 dall’Istituto Portoghese per la Conservazione e per il Restauro. Vincenzo Bacherelli dipinse inoltre i due soffitti dell’antico palazzo dei Conti de Alvor (attualmente Museo Nazionale d’Arte Antica di Lisbona) nella sala