FIRENZE Architettura 2011-1

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Roberto Collovà

Gela “Una via tre piazze” Roberto Collovà

Nel 1992 ho affrontato questo concorso certo che il disegno delle pavimentazioni, della vegetazione e dell’illuminazione del Centro storico dovesse avere un rapporto diretto con l’individuazione di alcune operazioni urbane che lo mettessero in una relazione fondata con la città circostante. Questo pregiudizio ha permesso di riformulare le domande iniziali del bando per trovare una misura del disegno adeguata a ciascuna situazione e non correre il rischio di una arbitrarietà senza ragione. Un buon punto di partenza credo, per arrivare ad un disegno ordinario delle tipologie di pavimentazione ricorrenti e ad un disegno di volta in volta specifico per ciascuna delle tre piazze e a partire dall’operazione urbana che l’avrebbe caratterizzata. La Piazza Salandra Una situazione generale di degrado, senza una proposta di programma. Questa piazza ha su un fianco una specie di ferita: un attraversamento degradato, risultato del crollo di parte del convento, la cui corte è ricomposta da un brutto edificio scolastico. Al muro finestrato della scuola si contrappone il lungo muro del teatro che si conclude con una sezione archeologica, impronta di una cappella. Quel taglio è un accesso alla piazza, un passaggio speciale per il Centro storico, soprattutto se collegato ad altri sistemi di gradonate e rampe costruiti negli anni passati e che raggiungono a valle la circonvallazione. Curiosamente questi accidenti rendono il posto un vero luogo possibile, al di là del suo stato: qui abbiamo disegnato di più per costruire un luogo mai esistito; c’è

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una fontana, il muro come un palinsesto, due pareti di gelsomini e nove lastre di lamiera graffiata e verniciata dei colori fondamentali a schermare le finestre della scuola. Il passaggio si conclude con una terrazza-bastione, come un frammento delle mura scomparse, ricostruito in pietra lavica, sul quale crescerà un carrubo. La Piazza Umberto I Questa piazza ha per sé, la necessità di articolarsi in parti che rispondano a diverse situazioni sociali e di occupazione dello spazio e ne dissolvano l’artificiosa centralità. La più importante consiste nel ripristino dell’antico Pomerio di fianco alla chiesa madre. L’obiettivo di frammentare la piazza è in sintonia con l’altra rilevante trasformazione che riguarda il suo ruolo urbano rispetto al Corso: una sorta di rotazione di novanta gradi. La piazza principale della città ha perso infatti la sua centralità ed ha incominciato a diventare uno dei luoghi importanti di un asse perpendicolare al Corso, che attraversa la città dall’entroterra fino alla costa. Ho sostenuto questa tendenza, non del tutto manifesta, proponendo un edificio alto (una torre per uffici o per abitazioni, fuori concorso) lungo questo nuovo asse, proprio nel punto in cui il centro storico si affaccia con un salto sulla città interna e la periferia. Esso si contrappone all’altro salto verso il mare del moderno Municipio Tribunale, dell’architetto siciliano Salvatore Cardella. Nel tempo, all’incarico si è aggiunta la p.zza S. Francesco che conferma la rotazione dell’asse principale attraverso una piazza-cavea, estensione all’esterno del vestibolo del Palazzo Comunale.

Progetto delle sistemazioni urbane nel Centro storico di Gela Concorso “Una via tre piazze” 1° premio 1993 primo stralcio 2006-2011 Progetto: Roberto Collovà Sicurezza ed assistenza D.L.: Francesco Nicita Collaboratori: Antonio Molica Bisci Raffaella De Simone Maria Di Gregorio Marco Enia Simona Perrotta Silvia Urbano Committente: Comune di Gela Impresa: Società consortile a.r.l. Piazza Salandra C.V.E. Corpi illuminanti: design Roberto Collovà produzione O-Luce - Milano Foto: Roberto Collovà


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