FIRENZE Architettura 2011-1

Page 113

4

una serie di scale ed una rampa offrono l’opportunità di collegare rispettivamente il patio e l’andito d’ingresso alla quota del giardino. In questo modo dalla corte è possibile traguardare solamente il mare, escludendo così dalla vista il passaggio delle auto sul viale ed il variegato panorama di ombrelloni, bagnanti e stabilimenti balneari che popolavano, allora come oggi, la vicina riva. Mutata in una sorta di spiaggia analoga, la corte può adesso simulare una diretta prossimità della casa alla battigia. Solo raggiungendo il belvedere, unico lembo del basamento a toccare il muro di recinzione, è svelata l’esatta distanza fra la grande stanza a cielo aperto, cuore della Villa, e la colorata vita del litorale. Attorno a questo spazio in cui la pineta è riassunta dalla presenza di un solo albero e dove a ovest un muro di pietra con alcune finestre evoca il tema del non finito, è organizzato il corpo ad ‘L’ che ospita le zone giorno e notte. A guisa di cerniera del sistema è posto l’ingresso principale, preceduto da un atrio all’aperto orientato a mattino e, come la serie delle camere, protetto dal riverbero del sole da un loggiato. L’incontro fra gli ambienti del riposo e quelli del pranzo/soggiorno è dunque sublimato come per Villa Latina nel vestibolo. Dove alla “larghissima vetrata orientata a nord che prospetta sul bosco e sul panorama delle Apuane”8 è contrapposta la parete trasparente che, chiudendo il patio, inquadra il mare. A sottolineare ulteriormente la volontà di Bottoni di far abitare i committenti non tanto in una serie di ambienti ma

direttamente nel paesaggio della riviera un’altra grande finestra che, posta a mo’ di panoramica conclusione del corridoio di distribuzione delle camere, incornicia ulteriormente una porzione di Mediterraneo; l’azzurro del suo cielo, il suo orizzonte lontano.

1 P. Bottoni, Villa Latina in AA.VV., 36 progetti di ville di architetti italiani, a cura dell’Esposizione internazionale delle arti decorative industriali e moderne alla Villa Reale di Monza, Bestetti e Tumminelli, Milano-Roma, [1930], pp. 33-37 2 Il concorso promosso da A. Alpago-Novello, G. Ponti e M. Sironi intendeva fare il punto sul tema dell’abitare costituendo una sorta di panoramica sulla nuova architettura italiana. Il bando escludendo “gli estremi della villetta economica e della villa sontuosa [lasciava] libere, entro ragionevoli limiti l’ampiezza e la destinazione (cittadina, in montagna, al mare ecc.)”. Su 48 progetti presentati la commissione composta da A. Calza Bini, P. Betta, E. A. Griffini e M. Piacentini ne selezionerà 36. 3 G. Consonni, Progetto di Villa Latina, IV Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne di Monza, Concorso 1929-30 in Piero Bottoni, opera completa a cura di G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon, Fabbri Editori, Milano, 1990, p.p. 166-167 4 Committente della Villa è la Contessa Marie Ludolf Fabbri sorella di Ernestine Ludolf Fabbri, ambedue sposate rispettivamente con i fratelli Giuseppe ed Uberto Ludolf entrambe vedove all’epoca del progetto Bottoni. Cfr. Una villa al mare in Domus, anno XVI, settembre 1943, n°189, p.p. 392-396. Il testo dell’articolo coincide sostanzialmente con la relazione di progetto di P. Bottoni e M. Pucci. Vi si legge: “La villa è stata studiata in relazione alla planimetria del terreno sito ai Ronchi presso Marina di Massa secondo le necessità di due signore sole ed ospiti o di una famiglia di cinque o sei persone con personale di servizio”. Appartenenti ad una facoltosa famiglia borghese fiorentina Marie ed Ernestine erano sorelle di Egisto Paolo Fabbri, interessante figura di artista,

architetto e collezionista. Suoi i 16 Cezanne oggetto di una recente mostra tenutasi a Palazzo Strozzi nel 2007. Suo il progetto della ‘Casa Bianca’, la villa che usualmente ospitava in estate i Ludolf ai Ronchi e che avrebbe dovuto essere demolita nel caso il progetto Bottoni fosse stato costruito. Si notino nella planimetria generale le due sagome tratteggiate in prossimità dell’ingresso carrabile alla tenuta che identificano la residenza padronale esistente ed un annesso (probabilmente la portineria). Bottoni dunque ne prevede la demolizione, scegliendo come sedime della nuova Villa la porzione di lotto posta più ad occidente. Una soluzione che forse garantiva una migliore vista sul mare dalla corte sopraelevata. 5 Cfr. G. Tonon, Isolato in Piero Bottoni..., op. cit., pp. 9-49. 6 Dopo aver collaborato appena laureato con Portaluppi al concorso per il Prg di Milano, quest’ultimo si adopererà attivamente per presentare il giovane allievo ad Angelo Albertini per un lavoro da disegnatore da svolgersi nel suo studio di Brescia. 7 P. Portaluppi, L’architettura del Rinascimento nell’ex ducato di Milano. 1400-1500, Milano, 1914, p. 117 8 Cfr. Una villa..., op. cit. La presenza delle Alpi Apuane è del resto valorizzata da Bottoni anche nel coevo progetto per lo stabilimento Olivetti Synthesis a Massa-Carrara, di cui poi fu costruito solamente il corpo delle officine a seguito degli eventi bellici. “Basti pensare alla scelta di chiudere con vetrate continue sia il lato nord della fabbrica sia quello del lungo corpo degli uffici [poi non realizzato]: Entrambi gli interni si sarebbero così posti a diretto contatto con lo straordinario paesaggio delle Apuane, mentre avrebbero fruito di una grande luminosità” Cfr. G. Consonni, Stabilimento Olivetti Synthesis per la produzione di mobili da ufficio a Massa, 1940-42, in Piero Bottoni... op.cit. pp. 303-305. A completare il quadro degli interventi progettati e costruiti da Bottoni sempre nella medesima zona, si ricorda fra gli altri un progetto non datato -simile per soluzioni compositive e di dettaglio a quello di Villa Ludolf e perciò anch’esso databile attorno al 1941 circa - per una “Villa a Marina di Massa”. In realtà una piccola palazzina con due appartamenti e negozi che condivide con la magione nobiliare lo stesso tipo di impianto a corte (in questo caso concepita come un giardino) oltre a presentare alcune analogie fra il partito delle bucature lungo il fronte interno dei negozi e le finestre aperte sul patio lungo il corridoio delle camere di casa Ludolf. Diverso invece il carattere di questo progetto, per così dire di più modesta levatura rispetto all’altro. Infine ricordiamo sempre a Marina di Massa, la piccola casa nella pineta che Bottoni si costruì nel 1949 per meglio seguire la prosecuzione dei lavori per lo stabilimento Olivetti Synhtesis. Da registrare come una recente ristrutturazione edilizia abbia cancellato ogni traccia di questo piccolo capolavoro, oggi reso purtroppo irriconoscibile.

111


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
FIRENZE Architettura 2011-1 by DIDA - Issuu