Firenze Architettura 2006-2

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Le origini della casa popolare a Firenze fra iniziativa pubblica e filantropia privata. Una rilettura. Grazia Gobbi Sica

La questione dell’abitazione popolare in Italia, com’è noto, prende consistenza nelle maggiori città intorno al 1880, ancor prima del manifestarsi di quel rapporto organico fra urbanesimo e industrializzazione che finirà per porre in primo piano, fra i fattori di organizzazione della città moderna, il problema dell’alloggio operaio. Accanto alle circostanze di ordine generale, quali la crescita della popolazione urbana, le operazioni imprenditoriali all’interno delle città, la competizione per le localizzazioni centrali, l’aumento di valore delle aree fabbricabili e l’aumento dei fitti, si individuano, come specifico fattore dell’acutizzarsi del problema abitativo dei ceti più poveri, le operazioni di rinnovamento urbano attuate dalle municipalità che portano alla luce e incrementano le fasce sociali dell’indigenza. Pauperismo, mendicità, conseguenze o elementi collaterali della mancanza di abitazioni disponibili, sono le prime forme in cui la questione sociale si pone di fronte agli occhi della borghesia urbana. La politica dell’alloggio appare, più o meno lucidamente, alle classi dominanti uno strumento capace di superare qualitativamente le forme tradizionali di sussidio e di carità pubblica o religiosa, e l’unico in grado di stemperare nello spazio e cancellare dalla scena urbana le spinte potenzialmente più aggressive del bisogno sociale. Espressione tra le più rilevanti della città ottocentesca, la casa popolare è anche parametro fondamentale del suo funzionamento; con la riflessione sull’habitat destinato ai ceti poveri si apre la strada allo studio e alla sperimentazione tipologica che troverà campo di applicazione tra i più significativi nella città moderna.

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In questo settore, nonostante la sua dimensione provinciale e la sostanziale assenza di un vero e proprio “ceto operaio”, Firenze offre all’indagine alcuni spunti non privi di interesse. Le iniziative nel campo dell’abitazione popolare avevano avuto avvio a Firenze intorno alla metà dell’Ottocento; promosse da una lungimirante visione imprenditoriale cui non erano estranei moventi speculativi, si erano concretizzate nella fondazione della Società Anonima Edificatrice avvenuta nel 1848 per opera dell’ingegner Enrico Guidotti associato nell’impresa a Giovanni Sandrini e al marchese Carlo Torrigiani. Al Guidotti, solido professionista operante fra Firenze e Livorno, che sarà più tardi, a unità avvenuta, autore di numerosi edifici nella ricostruzione del centro e direttore, nel 1877, della Florence Land Company, non era sfuggito lo spazio operativo offerto da un settore, ancora poco esplorato, in una città in cui il fabbisogno abitativo non era legato alla presenza di una classe operaia numericamente rilevante. La Società Anonima Edificatrice aveva come finalità statutaria la costruzione di case per le classi popolari. Va detto, tuttavia, che il ceto al quale gli edifici realizzati si offrivano comprendeva categorie sociali non propriamente popolari ma piuttosto quel ceto artigianale abbastanza numeroso, in grado di pagare un affitto, sia pure modesto. L’ attività della Società si realizza in diverse parti della città, in molti casi anche attraverso la cessione dei terreni da parte del Comune, come nel quartiere della Mattonaia. L’ubicazione dei complessi edilizi era senz’altro pregevole, spesso prospiciente i nuovi viali o nelle aree limitrofe.1 Il proponimento di “rilanciare l’arte mu-

1 L’isolato della Società Anonima Edificatrice realizzato nel quartiere delle Cascine fra via Montebello, via Garibaldi, via Magenta in una veduta attuale (foto Enzo Crestini) Pagine successive: 2-3 Il fabbricato contenente varie botteghe e n.130 abitazioni eretto nel nuovo quartiere delle Cascine dalla Società Anonima Edificatrice su progetto dell’architetto Enrico Guidotti. In alto facciata e sezione dell’asilo infantile e facciata principale sulla via Montebello. In basso icnografia del piano terreno. La fabbrica, iniziata il 1° luglio 1862 fu interamente abitata il 1° maggio 1864 4 Fabbricato contenente vari magazzini e n. 101 abitazioni per la classe bisognosa, eretto in Firenze nel quartiere di Barbano (architetto Enrico Guidotti) 5 Fabbricato contenente varie botteghe e n. 50 abitazioni eretto in Firenze in via del Campuccio. In alto, la facciata su via del Campuccio, in basso, a sinistra icnografia del piano terreno, a destra del primo, secondo e terzo piano. La fabbrica, iniziata il I° novembre 1867 fu interamente abitata il 1° novembre 1868. Le illustrazioni sono conservate all’Archivio Storico del Comune di Firenze (Busta MED 154). La pubblicazione è stata gentilmente autorizzata dalla direzione dell’Archivio Storico del Comune di Firenze, che si ringrazia sentitamente insieme al personale che ha prestato la sua collaborazione


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Firenze Architettura 2006-2 by DIDA - Issuu