Firenze Architettura 2004-2

Page 10

Enrico Puliti

Conoscere per comunicare CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA DISEGNO DELL’ARCHITETTURA Collaboratori: Massimiliano Masci Francesca Giorgi Beatrice Naldi

1 Sabina Pellegrino Battistero di San Giovanni a Firenze: parte della facciata sud Leggere il colore: prove di colore realizzate con tecniche diverse. Dall’alto verso il basso: pastelli a cera, matite colorate, lapis, colori a tempera con matite acquerellabili, acquerelli, acquerelli con matite acquerellabili 2-3 Marina Raimondi Battistero di San Giovanni a Firenze: parte della facciata sud-ovest Leggere il colore: prove di colore realizzate con tecniche diverse. Da destra verso sinistra: pastelli ad olio, matite acquerellabili, colori a tempera Capire il colore: tavola realizzata con pastelli ad olio 4 Giovanni Diotalevi Piazza del Duomo a Firenze: edificio in angolo con via del Proconsolo Lettura dell’oggetto: assonometria monometrica Tavola originale in scala 1:50 5 Arturo Gaetani Via A. Verrocchio a Firenze: portone presso il ristorante Cibreo Lettura del particolare architettonico: prospetto Tavola originale in scala 1:10 6 Giovanni Diotalevi Piazza del Duomo a Firenze: settore urbano lato via del Proconsolo Lettura dell’ambiente: planimetria, prospetto e sezione. Tavola originale in scala 1:200 7 Elisa Molinu, Francesco Mini, Silvia Nepi Piazza Santa Croce a Firenze: edifici lato sud Lettura dell’oggetto: prospetto Tavola originale in scala 1:50

8

Disegno per conoscere e per comunicare, disegno contrattazione del mondo, disegno per ricordare e produrre bellezza, per desiderarla e possederla, momento erotico di spoliazione dell’oggetto d’amore, corteggiamento continuo di un imprendibile e seducente incanto: la visione. (M. Bertozzi, in Perturbazioni Firenze. Ricerche in architettura, Firenze 1992)

“Conoscere” per comunicare e comunicare per mezzo di “linguaggi” elementari comprensibili all’uomo: il disegno e la musica, ancor prima del gesto, della parola o della scrittura. Disegno per “rappresentare” ciò che è stato “letto” della realtà, disegno per raccontare la propria fantasia e creatività, disegno e musica per esprimere uno stato d’animo. I primi due costituiscono il campo in cui l’architetto dovrebbe riconoscersi meglio, gli altri riguardano il mondo in cui dovrebbe essere più operativo l’artista; con questo senza togliere all’architetto la possibilità di essere anche artista e viceversa. Lettura (conoscenza) e rappresentazione (comunicazione): due termini da considerare, perciò, come un unico corpus dell’indagine, ma ognuno con propri aspetti e problemi. Entra in giuoco, a questo punto, la figura dell’operatore, nella fattispecie l’architetto, il quale con la sua poliedrica formazione, la sua sensibilità, la sua curiosità e fantasia, la sua intuizione, ma soprattutto con tanta umiltà, mette in atto una serie di strategie e conoscenze che tendono a comprendere l’organismo architettonico (ma non solo) nel suo più profondo significato e quindi a raccontarlo. Certo che non è possibile, o quanto mai molto difficile, trasmettere ad altri correttamente e in modo comprensibile una conoscenza acquisita se non si è “compresa” profondamente in tutti i suoi aspetti. Ciò che colpisce principalmente l’operatore in una prima fase conoscitiva cioè di presa di coscienza dell’oggetto, è certa-

mente la sua forma ed il colore (non necessariamente nello stesso ordine in quanto può predominare l’una o l’altro secondo come esso si presenta). Quest’ultimo, il colore, in ogni caso dà quella sensazione che bene o male permette di definire la forma dell’oggetto stesso. In questa fase è quindi importante “dominare” spazialmente ambedue e sensibilizzarsi agli aspetti storici, esistenziali e ambientali, iniziando a “buttare giù” i primi “schizzi” d’impressione. In una seconda fase, di conoscenza soggettiva, è interessante “controllare” l’organismo nelle sue proporzioni muovendosi intorno ad esso e al suo interno allo scopo di eseguire idonei schizzi ben proporzionati di schemi, piante, prospetti, sezioni e quant’altro occorra per coglierne la maggiore “realtà” possibile. Nella fase successiva, la terza, di conoscenza oggettiva, l’operatore esegue la lettura “metrica” dell’oggetto e dei suoi particolari architettonici, utilizzando i disegni fatti in precedenza, predisponendoli in modo appropriato (progetto delle quotazioni) per poterci trascrivere tutte quelle misure che occorrerà prendere sul campo. Infine con la quarta fase, di trasmissione, si comunicano ad altri i dati acquisiti nelle fasi precedenti. L’operatore tenterà, in base alle sue capacità, di comunicare al lettore, con l’aiuto di idonei elaborati definitivi, tutta una serie di “sensazioni” ricevute durante l’operazione di “simbiosi” venutasi a creare tra lui stesso ed il manufatto architettonico. La comunicazione, d’altra parte, deve avvalersi del giusto linguaggio comprensibile da colui che deve riceverlo; per quanto riguarda l’allievo architetto e poi il professionista architetto, lo strumento principale del suo comunicare ad altri ciò che lui stesso vuole e deve esprimere, è in prima istanza il disegno con tutte le sue varianti. In seguito può e deve perfezionare il suo discorso con l’apporto di altri mezzi per ottenere una rappresentazione mirata (cioè rivolta all’interlocutore di “turno”.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Firenze Architettura 2004-2 by DIDA - Issuu