Architetture nel tempo Dialoghi della materia, nel restauro • Maurizio De Vita
198
dell’effetto estetico nei problemi di intervento appartiene già al pas-
restauri anche, ecc., che l’hanno falsificato, reso irriconoscibile […].
sato. Quanto meno non si può parlare oggi di una sua posizione pri-
Mi riferisco cioè prevalentemente alle rovine, ai frammenti, alle so-
vilegiata e gli effetti di contrasto rimangono nelle opere di interven-
vrapposizioni, ecc., a tutto quanto si pone cioè come un problema
to recenti, sia come residui della poetica del movimento moderno in
aperto a risposte diverse, a tutto quanto per ‘essere di nuovo’, pre-
alcuni architetti attuali che, in ogni caso, come una delle tante figure
suppone una risposta architettonica, un progetto architettonico […].
retoriche che vengono usate nel nuovo e più complesso rapporto che
Ma c’è anche un terzo aspetto, che per me è il più importante: il ma-
la sensibilità attuale stabilisce con l’architettura storica […].
nufatto caduto in rovina, ridotto a frammento, ecc. fa vedere proprio in questo suo ultimo stadio una sorta di recuperata incompiutezza,
Gorgio Grassi, Un parere sul restauro
come una nuova disponibilità, fa apparire cioè di nuovo le risposte
Volendo esprimere un parere sull’argomento, cioè sull’atteggiamen-
possibili connesse alla generalità di quella sua risposta.
to che dovrebbe guidare il nostro lavoro in presenza di manufatti an-
Il manufatto in questi casi fa vedere insieme alla sua rovina tutta
tichi, mi limiterò a parlare dell’unica cosa di cui, secondo me, si può
la sua ‘virtualità’ come architettura (la virtualità recuperata del suo
ragionevolmente parlare in termini operativi riguardo a tali manu-
progetto) [...].
fatti, cioè della loro ragione di essere come architettura […]. Detto
Quando noi, come architetti, riusciamo a riconoscere questo aspet-
questo devo fare anche una limitazione: quando parlo di manufatti
to ‘doppio’ del manufatto antico, riusciamo ad avere anche, secondo
antichi io qui non mi riferisco a quei manufatti che svolgono ancora
me, il senso esatto di quale patrimonio sia in realtà per noi la tradi-
con chiarezza un loro ruolo, un loro ruolo evidente (dalle piramidi al-
zione del nostro lavoro: il senso della sua continuità, la sua stessa ra-
le cattedrali, ecc., edifici o complessi edilizi compiuti, come la Cappel-
gione di essere come tale […].
la Pazzi o Palazzo Te, o come Place des Vosges, ecc.) e che, dal pun-
Lavorare su manufatti che si trovano in questo stato significa qua-
to di vista della conservazione, del restauro, ecc. presuppongono sol-
si sempre lavorare su opere che appaiono ancora, per una qualche ra-
tanto o prevalentemente una risposta tecnica, di tecnica del conso-
gione, incomplete, che non hanno esaurito la loro risposta, che pre-
lidamento, del restauro, ecc. (so bene che anche qui c’è un problema
sentano ancora o di nuovo i loro problemi aperti: manufatti che ci ap-
di ‘interpretazione’ del manufatto, ma che riguarda più il lavoro degli
paiono cioè ancora come dei progetti.
specialisti, degli storici, degli archeologi, da cui dipende sempre giu-
E così ci troviamo a lavorare a un antico progetto che è lì dispiegato a
stamente l’ipotesi di lavoro).
mostrarci l’arco completo dei problemi cui un progetto deve sempre
lo qui mi riferisco piuttosto a quella parte del patrimonio architet-
rispondere: l’intero arco dei problemi di un progetto […].
tonico che sembra aver perduto col tempo un suo ruolo riconoscibi-
Di modo che al nostro lavoro, che va ad aggiungersi, non è permes-
le (naturalmente non parlo della funzione ma del ruolo architetto-
so di evitarne o di ometterne alcuni (vedi il caso ad es. della “decora-
nico: vedi il caso delle mura, che hanno perduto la loro funzione ma
zione”); o comunque, se ciò avviene, siamo costretti, per così dire, ad
non tale ruolo). Ruolo che è andato perduto per motivi diversi: per le
assumerci apertamente la responsabilità di tale scelta (cioè ad es. la
vicende storiche, per i danneggiamenti, per le trasformazioni, per i
questione della ‘omissione’) […].
4
La presenza vistosa, ingombrante, perfino ossessiva del manufatIntervento al: “1° Seminario Internacional de Patrimonio Arquitectonico en los Mos ‘90”, U.I.A., Valencia (Spagna), 4-6 dicembre 1989, pubblicato in «Phalaris II», n. 6/1990. 4
to antico in questi casi non offre certo alibi o garanzie per il progetto, anzi semmai ne rivela tutte le contraddizioni. E fa vedere tutte le dif-