ein wunderbares palimpsest
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Al-kı̄myā L’ideologia alchemica era questa: l’accelerazione del tempo, come nel ciclo piombo-argento-oro, che necessita solo di tempo per trasformare il piombo in oro. L’alchimista accelerava questo processo con mezzi magici. Si parlava di magia. Come artista, io non faccio nulla di diverso. Mi limito ad accelerare la trasformazione che è già insita nelle cose. Questa è la magia per come la intendo io6.
Nella letteratura critica attorno ad A.K. numerose sono le argomentazioni addotte circa l’attenzione del nostro all’Arte Regia: l’inaugurale figura dell’albero, l’uso del piombo dal 1974 come materia d’elezione, i richiami diretti presenti nelle grandi tele del 1983-1984 battezzate Athanor7 e Nigredo e nei libri Für Robert Fludd, 1996, e The Secret Life of Plants, 1997, potrebbero essere alcune delle tracce più esplicite e riconoscibili. E inoltre la volontà, di ascendenza goethiana, di ribadire il legame spirituale e l’interdipendenza reciproca tra l’illimite e il finito, tra il macro e il micro, tra la natura e l’individuo — quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius. Qui interessa segnare come tale magistero si sia da sempre costituito secondo due linee: innanzitutto come coincidenza perfetta tra operatività nell’arte (azione esterna) e cammino iniziatico dell’autore-soggetto (azioChristian Kämmerling, Peter Pursche, Nachts fahre ich mit dem Fahrrad von Bild zu Bild. Ein Werkstattgespräch mit Anselm Kiefer, «Süddeutsche Zeitung Magazin», n. 46, 16 November 1990. 7 Atanor (dall’ebraico tannūt, fornace, preceduto dall’articolo ha-) è “termine alchemico ed ermetico, designante un fornello a riverbero e a fuoco continuo, nel mezzo del quale, in un recipiente a forma di uovo, andava messa, ed ermeticamente chiusa, la materia da cui si doveva trarre la Pietra dei Filosofi”. Giulio Evola, Atanor, Istituto della Enciclopedia Italiana, voll. V, Roma 1949, p. 159. 6