Il progetto del territorio agrourbano
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zionale. In particolare su questo livello di pianificazione/progettazione urbana si esprime in maniera significativa il crescente orientamento al riuso e al contenimento del consumo di suolo non urbanizzato che le politiche urbane sembrano in genere adottare nonché il tema dello sviluppo di soluzioni progettuali/gestionali che adottino il modello delle “transition towns” (Hopkins 2008) come strategia per una pianificazione fisica in grado di costruire città più resilienti capaci di mitigazione ed adattamento rispetto ai processi di Climate Change (Wilson, Piper 2010). Un primo insieme di questo genere di standard da adottare può riguardare: • percentuale di suolo recuperato alla permeabilità negli interventi di rigenerazione urbana e quantificazione in termini di T/equivalenti di carbonio catturato; • creazione di sistemi di recupero e riutilizzo delle acque meteoriche nonché creazione di sistemi di depurazione in situ e rigenerazione del reticolo superficiale; • definizione di uno standard di suolo pro/capite per produzione alimentare locale e/o di prossimità in relazione ad un più ampio quadro determinato dalla definizione di un Sistema Agroalimentare locale attraverso un “Piano del Cibo” per la bioregione urbana (si veda paragrafo successivo). In relazione a ciò introduzione della presenza di orti comunitari e spazi agricoli di prossimità come dotazione ordinaria dell’insediamento, sia esso nuovo o interessato da rigenerazione urbana e peri/urbana; • percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili in relazione al presunto consumo indotto dall’insediamento di nuovi o esistenti abitanti e/o funzioni; • livello di mix funzionale e di presenza di servizi di prossimità, finalizzati a ridurre gli spostamenti veicolari; • indicazioni di connettività per mobilità non meccanizzata (piste e percorsi ciclo pedonali), km/pro capite; • obiettivi minimi di separazione, trattamento e riuso locale dei rifiuti urbani, anche in relazione alla produzione di compost per gli usi agricoli indicati al punto precedente o alla attivazione di laboratori per il recupero creativo, artistico e funzionale dei materiali. La introduzione di questo genere di requisiti ed elementi di carattere prestazionale, impone, in genere, dal punto di vista gestionale e della attuazione del piano, il superamento di un approccio ‘top-down’ incentrato su di un modello “comando e controllo”, quanto piuttosto, un nuovo orientamento alla governance da parte dell’attore pubblico.