Defensive Architecture of Mediterranean XV to XVIII Centuries vol. 4 | Giorgio Verdiani

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Nella stragrande maggioranza dei casi il materiale di risulta dallo scavo del fossato si utilizzava per ispessire il bastione (terrapienatura) così che dal primo corrispondeva un ampliarsi del secondo [Russo 1989]. Non sempre però l’ubicazione geomorfologica della fortificazione consentiva questo travaso: là dove le opere insistevano sulla roccia occorreva trasportare la terra da lontano. A tal punto scaturiscono legittime alcune domande: qual era il piano per l’approvvigionamento degli inerti da utilizzarsi per i riempimenti o per la fornitura dei

angoli della pianta quadrilatera... [furono] sostituite... [con] le due superstiti (a nord-est): basse, con la cortina interposta, sottolineata dalla linea continua del redondone e, più in alto, dall'archeggiatura (ogivale) di coronamento su mensole... [e le due] verso il mare... [con] bastioni cinquecenteschi a punta dovuti all'intervento (1541) del viceré spagnolo don Pedro de Toledo che fece cingere di nuove mura anche l'abitato…» [Santoro1982:164]. Dagli studi pervenutici della piazzaforte, si evince una planimetria irregolare e asimmetrica giacché molto presumibilmente si preferì adattare la forma conformandola ai cigli tattici e alle preesistenze, così che sette sono i bastioni innestati alla cerchia urbica e due al castello [Anselmi 2009].

Fig. 1- Crotone fortezza (Google Map, 2005). carriaggi, per la precettazione degli zappatori e da dove proveniva il denaro necessario? Un’esaustiva risposta di valenza emblematica è fornita da un documento contabile, conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli (A.S.N.). Questo espone con chiarezza i criteri di ripartizione e di finanziamento escogitati finanziare la costruzione della piazzaforte marittima di Crotone sul finire del XVI secolo. Fig. 2- La pianta illustra i posizionamenti delle artiglierie durante l’assedio di Crotone del 1807 [carta del Genio francese rip. in Russo 1989 fig.181].

2. Discussione e analisi dei dati I lavori di riqualificazione della cerchia di Crotone prendono l’avvio tra il 1485-86 quando viene dato incarico ad Antonello da Trani [Santoro 1982: 168-178] di aggiornare il vetusto castello medievale di Cotrone, in provincia di Cosenza (Calabria, Italia). È soltanto nel 1541, però, che si avviarono concretamente i lavori progettati (Fig.3).

Prioritaria all’analisi dei dati è la stima e il fabbisogno degli inerti da portare a piè d’opera. Come deducibile dal documento conservato presso l’Archivio Storico di Napoli [Fondo Torri e Castelli, voll. 35]. Nel 1563 mancavano, per ultimare i bastioni, ancora 2200 “canne cubiche” di pietrame, unità di misura all’epoca vigente [Zaccaraia, 1841, p. 86].

Come come risulta dal confronto delle piante: «[…] quattro torri angioine innestate agli

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