2013-giugno-22

Page 1

Nuovi servizi di igiene per Ortigia

www.diariodoc.it

IGM

Raccolta imballaggi ore 13-14,30

Conferimento rifiuti ingombranti dalle ore 21 Raccolta porta a porta entro le ore 9

Fondato e diretto da Pino Guastella Siracusa, 22 giugno 2013

Redazione - Amministrazione - Pubblicità - Via Re Ierone II°, 96 - Tel./Fax (0931) 1853377 Spedizione in abbonamento annuale gr. II E. 150,00 - Semestrale E. 75,00 E-mail: diariodoc@virgilio.it

Per il cane munitevi di paletta e sacchetto

ANNO XXX - N. 21 - Euro 1,55

Sulla base delle dichiarazioni di Marco Montoneri, ex titolare della rivendita “In Moto”, la Dda ha ordinato il fermo giudiziario di Michele Cianchino, Lino Mazzarella, Salvatore Brancato, Andrea Fortuna, Alessandro Garofalo, Concetto Garofalo, Sebastiano Garofalo, Osvaldo Lopes e Giuseppe Raffa

I picciotti dei clan prendevano auto e moto a sbafo Sommerso dai debiti e inseguito dagli acquirenti di auto, scooter e moto ai quali non riusciva a consegnare la carta di circolazione ed il passaggio di proprietà l’autosalonista Marco Motoneri, con rivendita in Via Necropoli Grotticelle, ha pensato bene di mettersi sotto l’ala protettrice dello Stato e ha iniziato a collaborare con la giustizia. Anche perchè, soltanto ora, si è scoperto che il crac finanziario e le brutte figure con i clienti che gli avevano già pagato, o dato dei congrui anticipi, i mezzi acquistati sono stati causati dall’ingerenza di alcuni componenti di spicco del clan mafioso “Bottaro-Attanasio”, i quali lo avevano costretto a cedere, senza acconto alcuno o a prezzo stracciatissimo, auto, scooter e motociclette a dei loro “amici e conoscenti”. La rivendita di auto e motori era divenuta una specie di “self service”, dove gli “amici degli amici” entravano, sceglievano il veicolo di loro gradimento, e se lo portavano via senza versare un euro. La promessa, ma soltanto a parole, era una sola: tornerò e pagherò. E, invece, nessuno tornava e soprattutto nessuno pagava. Ovviamente, non potendo incassare denaro contante e nemmeno degli assegni postadati l’autosalonista ha finito col depauperare tutti i propri risparmi e, per far fronte a urgenti e improcrastinabili impegni finanziari, ha utilizzato i soldi che gli versavano i clienti onesti, non raccomandati dal clan. L’uso indebito dei soldi ricevuti dai clienti onesti, ha messo in crisi in modo irreversibile il Montoneri che, non potendo pagare i fornitori dai quali aveva ricevuto auto, moto e scooter, ha messo nei guai tutte queste persone, in quanto non ha mai potuto a nessuno di loro consegnare i documenti relativi al passaggio di proprietà, alla intestazione delle targhe e alla carta di circolazione. In poche parole il Montoneri si è ritrovato a rivestire da un lato il ruolo di vittima delle malefatte e sopraffazioni dei componenti del clan mafioso e dall’altro quello di truffatore. (Segue a pagina 8)

Michele Cianchino, Lino Mazzarella, Salvatore Brancato e Andrea Fortuna

Alessandro Garofalo, Concetto Garofalo, Sebastiano Garofalo, Osvaldo Lopes e Giuseppe Raffa

Il 25 giugno l’ex sindaco di Augusta Massimo Carrubba, l’ex deputato regionale Nunzio Cappadona e altri dodici imputati, accusati a vario titolo di concorso in associazione mafiosa e voto di scambio, dovranno predsentarsi davanti al Gup del Tribunale di Catania, dottoressa Cosentino

Infiltrazioni mafiose al Comune, il Pm insiste nella richiesta di rinvio a giudizio

Infiltrazioni mafiose al Comune di Augusta: martedì 25 giugno verrà scritta una nuova importantissima pagina contro gli artefici dello scioglimento del consiglio comunale. L’inquietante fenomeno con il condizionamento di quasi tutte le strutture municipali si è verificato nel corso della gestione del sindaco Massimo Carrubba, esponente del Partito Democratico. Il 25 giugno Carrubba e altri tredici imputati, tra cui l’ex deputato regionale dell’Udc Nunzio Cappadona, dovranno presentarsi dinanzi al Giudice dell’udienza preliminare dottoressa Cosentino, del Tribunale di Catania, per difendersi dalle accuse di concorso in associazione mafiosa e voto di scambio a ciascuno mosse dal Pubblico Ministero Andrea Ursino, della Procura Distrettuale Antimafia il qua(Segue a pagina 6)

Massimo Carrubba, Nunzio Cappadona, Maurizio Carcione, i fratelli Sergio e Toni Ortisi e Fabrizio Blandino

Storie di pentiti. A tutto gas sfreccia nelle vie di Cassino con la Porsche rubata: arrestato l’avolese Natale Carbè A Cassino, città passata alla storia per la cruente battaglia tra le forze angloamericane e quelle tedesche, sono stati vissuti momenti di grande apprensione per la gesta del collaboratore di giustizia Natale Carbè, il principale artefice dell’operazione antimafia e antidroga denominata “Nemesi”, che, con le sue dichiarazioni accusatorie, ha fatto arrestare quasi 70 componenti del sodalizio mafioso “Trigila”. A Cassino, il Carbè, in regime di persona

protetta dallo Stato, viveva occupava alcune stanze di un albergo cittadino, dividendole con i componenti della propria famiglia. Oltre a usufruire gratuitamente le spese di alloggio e di vitto il Carbè percepiva lo stipensdo mensile di circa duemila euro e ogni suo famiiare veniva retribuito con un contributo per spese di mantenimento ammontante a circa 300 euro al mese. Nonostante la generosa ricom(Segue a pagina 12)

Natale Carbè


pagina 2

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

Analisi del voto del 9 e 10 giugno: il riconfermato sindaco ha avuto più del doppio dei consensi rispetto al suo più insidioso rivale Massimo Toppi

Priolo, ecco perché Antonello Rizza ha stravinto

Priolo. In una parete del primo piano del palazzo municipale campeggia un enorme manifesto che reclamizza Marina di Priolo, dove risalta un enorme cuore preceduto dal pronome Io. L’immagine di Marina di Priolo è quella di una spiaggia bene attrezzata, per raggiungere la quale i cittadini non devono fare altro che utilizzare il bus navetta messo a disposizione dall’amministrazione comunale. La stessa amministrazione provvede a ricordare questo servizio attraverso manifestini disponibili nell’androne del municipio. Chi è a capo dell’amministrazione? Il sindaco Antonello Rizza, il cui nome era scandito, il giorno della trionfale riconferma, dai suoi sostenitori come si fa per i personaggi dello sport o dello spettacolo: An-to-nel-lo. Non può che essere considerata trionfale questa successione di Rizza a sé stesso, giacché Priolo è stato il Comune della nostra provincia dove più alto è stato il numero dei votanti e dove Rizza ha surclassato il suo diretto e più insidioso rivale, quel Massimo Toppi, predecessore nella carica di sindaco. Rizza ha avuto più del doppio dei voi di Toppi. Toppi era sostenuto – si fa per dire - da una lista, API (Alleanza per l’Italia), i cui tredici candidati non hanno nemmeno votato per sé stessi, avendo racimolato davvero una manciata di voti (cinque appena). ”Rizza ci ha dato l’orgoglio di sentirci priolesi” – ci dice la signora Carmen Accillaro, scrutatrice del seggio n. 1, di origini ragusane, che continua: “Io non mi sentivo né carne né pesce, poiché, essendo di Pozzallo, spesso mi recavo al mio paese per le festività tradizionali, e molti, qui, a Priolo, essendo originari di fuori, facevano lo stesso. Oggi , possiamo dire d’essere fieri di risiedere a Priolo, dove non paghiamo la tassa sulla prima casa, dove abbiamo l’acqua da bere gratis, dove, oltre alla spiaggia per noi, abbiamo anche una spiaggia per cani, unica in Sicilia, credo”. Non si paga nemmeno la bolletta dell’acqua corrente? No, quella sì, si paga. Non si paga quella da bere. Rizza ha fatto “costruire” cinque case dell’acqua,

Il sindaco Antonello Rizza e Massimo Toppi sparse per il paese. Ogni capofamiglia ha una chiavetta pagare la Tarsu, la tassa sui rifiuti urbani dalle industrie. per attingere l’acqua che è depurata da speciali filtri e “Ci siamo fatti pagare 31milioni di euro di arretrati”, refrigerata ; la quantità da attingere è proporzionata al dice fiero Parisi. M non è finita. Rizza, nel suo discorso carico di famiglia. Rizza è arrivato a questa decisione per inaugurale del suo secondo mandato ha detto che deve evitare che i priolesi possano essere inquinati da un’acqua completare il suo lavoro, soprattutto quello tendente a far che non è potabile come una vola, poiché la falda è stata sì chele industrie rispettino l’ambiente. “La rivoluzione pesantemente contaminata dalle industrie. Se l’IMU, può incominciare [il corsivo ènostro, ]ma non abbiamo l’imposta municipale sugli immobili, è stata azzerata deliri di onnipotenza” – ha precisato orgogliosamenper la prima casa e l’acqua da bere non si paga, come te Rizza- “tutto ciò che le leggi ci consentiranno, noi metfa il Comune a sostenere le spese? La risposta me la dà teremo in pratica per il benessere di tutti”. I priolesi sono il vicesindaco Parisi, funzionario comunale di Siracusa andati i massa a votare e lo hanno fatto per votare Rizza. in aspettativa, braccio destro di Rizza. il Comune si fa Giorgio Càsole

L’Italia cede il comando del Secondo Gruppo Navale Permanente della Nato

La Marina Militare italiana contro la pirateria internazionale Augusta. Il comando di Marisicilia, con sede in Augusta, informa i nostri lettori che lunedì 17giugno, a bordo di Nave San Marco, nella splendida cornice porto di Aksaz (Turchia), alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Filippo Maria Foffi e del Comandante della Componente Marittima della NATO, Ammiraglio di Squadra Peter Hudson (Marina Britannica), ha avuto luogo la cerimonia di Passaggio di consegne del comando del Secondo Gruppo Navale Permanente della NATO tra il Contrammiraglio Antonio Natale e il Contrammiraglio Eugenio Diaz del Rio della Marina Spagnola. Più di 200 i giorni in cui l’Italia ha guidato lo storico Gruppo Navale della NATO che, in particolare, dal 7 dicembre 2012 allo scorso 7 giugno, ha preso parte all’Operazione Ocean Shield. L’Ammiraglio Natale ha infatti comandato la Task Force composta da 4 Unità, la turca TCG GOKOVA, l’americana USS HALYBURTON poi avvicendata dall’USS NICHOLAS, la danese HDMS IVER HUITFELDT da poco avvicendata dall’olandese HNMS Van Speijk che assieme ad altri importanti attori rappresentanti l’intera comunità

Direttore Responsabile PINO GUASTELLA Registrazione del Tribunale di Siracusa N. 1 del 26.6.1989 Pubblicità inferiore al 70% Redazione Tel./Fax 0931/1853377 3382772409 MEDITERRANEO Tipografia - Editrice via Montegrappa, 159 96100 Siracusa

internazionale ha salvaguardato i traffici marittimi dall’incubo della pirateria marittima nel Golfo di Aden. “Abbiamo raggiunto un punto di svolta in cui non si può più prescindere da azioni maggiormente focalizzate verso lo sviluppo dello stato somalo, al fine di facilitare l’imposizione ed il mantenimento dello stato di diritto e di maggiore sicurezza e controllo del territorio stesso: questa è la sfida più impegnativa che la Somalia e le nazioni che la stanno supportando, devono affrontare” ha affermato l’ammiraglio Natale rivolgendosi allo schieramento ed agli ospiti intervenuti per la cerimonia tra cui i Comandanti delle Squadra Navale Spagnola e Turca. Una lunga missione fatta di costante presenza, deterrenza, incontri, esercitazioni, incessante pressione sui noti centri criminali e assistenza medica a centinaia di pazienti somali – attività svolta anche con il supporto di un’equipe cinese ed andata in onda sulla CCTV, emittente cinese a copertura globale - ma anche fine diplomazia navale nonché cooperazione con tutti i principali e importanti Paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano tra cui Djibouti, Oman, Emirati Arabi Uniti, Tanzania, Kenya, Seychelles Madagascar, Yemen. Non solo, anche celebri record, momenti che resteranno nella storia, come i primi appontaggi di elicotteri cinesi e russi su un’Unità italiana e viceversa e le

esercitazioni congiunte in mare, evento non solo storico ma visto in diretta sulla CNN da milioni di persone. “Vi voglio ringraziare tutti, dal Comandante al più giovane dei marinai, nessuno si è risparmiato in questa lunga avventura, in questo viaggio che ci ha portato lontani da casa, al fine di salvaguardare la libertà di navigazione in quest’arteria tanto preziosa quanto vitale per il nostro Paese. Ma il grazie più grande va ai vostri cari, perché senza il loro supporto non avremmo potuto fare quanto abbiamo fatto. Loro ora sono a casa, vi stanno aspettando e sono fieri di voi perché siete uno degli esempi migliori che il nostro Paese può offrire” Così l’Ammiraglio ha ringraziato l’intero equipaggio al tramonto, nell’ultima sera di Comando, proprio perché i grandi viaggi e le grandi esperienze si possono comprendere solo una volta arrivati a destinazione quando, con un filo di malinconia, ci si volta indietro. L’Italia contribuisce all’attività di contrasto alla pirateria nel Corno d’Africa sin dal dicembre 2008 e ha assunto il comando dell’Operazione Ocean Shield dal 7 dicembre 2012 allo scorso 7 giugno. Nave San Marco, Unità Flagship della Task Force, a breve farà rientro in Italia dopo circa 7 mesi di attività in mare. Le nazioni della NATO, lo scorso 19 marzo 2012, hanno raggiunto un accordo per prolungare l’Operazione Ocean Shield sino alla fine del 2014


Sabato 22 giugno 2013

diariodoc.it

pagina 3

Emidio Giardina racconta il suo incontro uomo da tutti definito “il santo”

Il guaritore! Questa è una storia vissuta Augusta. Al termine del lungo rettilineo, la strada prendeva una svolta a sinistra e si apriva su uno spiazzo sterrato che lasciava vedere in lontananza le prime casette del borgo, e lì moriva. Lo spiazzo presentava su un lato una piccola collinetta; due stradine anch’esse sterrate la attorniavano e dipartivano una in direzione del paese, l’altra si perdeva fra muri a secco, fino a diventare, fra tanta vegetazione spontanea, un viottolo ricoperto da rovi, e su quel rialzo una bottega. Si accedeva attraverso una scalinata in pietra delimitata lungo tutto il suo perimetro da una balconata in ferro battuto; fuori, davanti e di lato alla porta di ingresso, una catasta di bidoncini e contenitori vari, quasi tutti di plastica, anche se in un angolino, ordinati, facevano bella mostra delle bottiglie in vetro con il tappetto a pressione, in ceramica. Tanto che il negozio sembrava vocato esclusivamente alla vendita di questi oggetti. Erano da poco passate le sei e alcuni curiosi si affollavano intorno a questi bidoncini, per sceglierli e acquistarli. Sotto il rialzo e quasi nascosta alla vista, l’entrata di una abitazione: la porticina di legno era aperta e si intravedeva una stanza i cui muri avevano rilasciato da un bel po’ il bianco e presentavano un giallo chiazzato di nero con vaste zone screpolate, sotto un odore di muffa; attorno alla stanza delle panchette in legno, anch’esse in cattive condizioni e poi, inchiodate ai muri, dei poster di santi e una immagine gigantografica di Gesu’ davanti ad un’altra porticina. Un pezzo di carta appiccicato con del nastro adesivo sulla porta portava dei nomi scritti e la gente che via via arrivava metteva il proprio nome su quel fogliettino. Un tizio che stava in piedi quasi vicino l’entrata mi dice: “senta, se deve parlare con il santo scriva il suo nome su quel foglietto” e me lo indica. -“grazie “ - “ah, la penna la trova legata sotto quella copertina” - “di nuovo grazie tante” - abbozzo un sorriso. Le panchette lungo il perimetro si stavano nel frattempo riempiendo di vecchiette vestite di nero, a ricordare lutti recenti e passati, con scialli e mantelline, e qualcuna di queste portava delle ceste con uova e verdure, altre bottiglie di olio che avevano adagiato sul pavimento. Gli uomini attendevano fuori e, per ingannare l’attesa, alcuni passeggiavano nei dintorni senza nessun riferimento, e si trovavano, forse senza rendersi nemmeno conto, a girare in modo circolare e passare e ripassare negli stessi punti. E cosi facendo combattevano il freddo pungente e si riscaldavano in attesa che arrivasse il “santo”. Altri, meno coraggiosi, dopo aver scritto il proprio nome entravano dentro le macchine, in attesa di un segno che potesse indicare l’arrivo del “santo”! In questo vagabondare in modo del tutto spontaneo, come se ognuno cercasse l’altro o volesse comunicare qualcosa di importante ,si formano dei crocchi, e la gente si ferma curiosa ad ascoltare, e così si allarga sempre più il cerchio delle persone che vogliono ascoltare i le storie degli altri, di quelli che gia’ avevano avuto modo di conoscere il “santo”. Ah si, sai… quel dottore, il primario di un ospedale. Era stato ormai dichiarato speranzato, le cure non facevano piu’ effetto, poi hanno chiamato Antonio. Oh, dopo una settimana quel male era sparito, quel cancro che lo stava divorando e che gli impediva di parlare se n’ era andato e poi agli esami non c’era piu’ nulla, sparito! E lui ne parla sempre: “ah si, sai l’ho visto, e un tipo alto magro con gli occhialini, un’aria distinta, viene con una bella signora, sara’ la moglie, sai questo viene spesso a trovarlo, ha portato anche altri amici suoi, una coppia che non poteva avere figli e che ormai avevano deposto ogni speranza, mentre dopo aver fatto un sacco di cure…, sai erano andati anche all’estero, e poi Antonio ha fatto il miracolo e lei, dopo un paio di mesi, e’ rimasta incinta e ha dato un bambino. Sai, hanno messo anche il suo nome! “Ah si, signora, io so di un amico mio a cui Antonio ha strappato tre molari senza anestesia e senza tenaglia solo con le mani questo non ha sentito niente”, e ognuno diceva qualcosa di quello che aveva sentito e le cose si ingigantivano sempre di piu’, il passa parola - si quello si e’ salvato, - si quella ha partorito, - quello era quasi morto e poi lui li ha salvati”. Mamma quante storie circolavano ed in ognuno cresceva sempre di piu’ la fede e la voglia di sentirlo – poi sa’ un fatto che ho potuto vivere direttamente l’odore di rose che lascia sulle persone, l’odore che emana non ti lascia per giorni e giorni, mamma mia e’ un grande santo – e gli altri, quelli che avevano avuto queste sensazioni assentiscono, mentre quelli che ancora non avevano provato queste cose, nel sentire l’odore e il profumo delle rose al contatto con Antonio profumo, che non ti lascia piu’ per molto e molto tempo, era come se gia’ lo stessero respirando ed inalando. Poi una voce molto piu’ alta delle altre si innalza da uno dei crocchi, gridando sempre piu’ forte, tanto piu’ forte da attirare l’attenzione di tutti quelli che si trovavano nello spiazzo. Come per incanto, tutti si voltano verso la voce che spunta dal nulla, e tutti si dirigono verso quella voce, e quel crocchio si trasforma in un grande, unico crocchio. Altri che erano dentro le macchine scendono incuriositi, poi il silenzio! “Antonio, Antonio voi non sapete ma io ho assistito ad un miracolo.

Antonio, un mattino mi trovavo qui, e arriva una macchina; scendono tre finanzieri, di cui un capitano, venuti per arrestarlo. Era successo che i mediconi avevano fatto delle denunce per abuso dell’ attività di medico. Questi mediconi bastardi, che per una visita sottraggono un sacco di soldi alla povera gente, che li spennano e poi non sono capaci di curare nulla, medici del cazzo! Antonio invece è un santo, non ha mai chiesto nulla, e un sacco di gente è guarita. Un brusio si alza, tutti assentiscono e il mormorio va verso la cattiveria di questi dottori, il non rispetto per il santo e per le persone che sono state guarite o per quelle che ancora si stavano curando. “Oh ma Dio esiste, altroché! Esiste e si è manifestato ! Sapete cos’è successo? Mi sforzo intanto di allungarmi per vedere quell’uomo che parla, ma sono lontano dal circolo di gente, solo la voce mi arriva, tanto il crocchio si e’ allargato. “Se Dio esiste! Quando il nostro Antonio e’ stato fatto salire in macchina, questa non e’ partita! Nell’attesa dell’ arrivo di un’altra macchina, Antonio e’ sceso e un finanziere ha fatto un altro tentativo. “Oh la macchina si è messa in moto e Antonio è stato chiamato ad entrare, ma appena salito, la macchina si è di nuovo spenta. Scende e la macchina si rimette in moto, entra di nuovo ed essa si spegne. “Oh, i finanzieri sono scappati, hanno abbracciato Antonio e sono andati via con solo loro dentro! Ditemi se questo non è il volere di Dio! Antonio!! Antonio!! La gente assentiva e alcuni si buttavano anche a terra in direzione della casetta, la commozione per quello che si era appena sentito pervadeva tutti, ma in mezzo a quella folla io quell’uomo non l’ho visto! Ma ha dato la speranza a quelli che non l’hanno mai conosciuta e che diviene certezza, o fiducia, o fede, direi cosi intensa da non lasciare nessun dubbio. “Ah! Radici amare nutrite con il sale delle folle che ti fa’ vedere e sentire quello che i tuoi sensi non vedono e sentono! Finalmente entriamo: - Dimmi da dove vieni - Veniamo da …. e nel dire questo mi abbraccia e bacia, mentre una donna si butta ai suoi piedi, con un mazzo di fiori! Lo conosce da molto, penso, da come lo chiama a quello che dice. Lo stupore mi prende e seguo l’isteria della donna, come se fossi trascinato da lei in questo gorgo mistico. Fa con tutti così, prima me lo avevano detto; dava e voleva che lo si chiamasse per nome. Poi chiude la porta e sono con lui, dentro la stanza semibuia, anche se fuori da un bel po’ splende un bel sole. Un ta-

volo al centro, sulle pareti figure di santi che nascondevano, non riuscendoci, la muffa e lo sporco, un pavimento di mattonelle invecchiate dall’umido e dal tempo, sul tavolo le bottiglie d’olio e le ceste di uova e frutta che avevano le vecchine vestite di nero. Una bacinella a terra piena di sangue con dei brandelli di carne o qualcosa di simile dentro. Ah si sai quella che e’ uscita adesso, ho fatto un intervento ho tolto l’utero perché pieno di fibromi ! Inebetisco e rimango per un pò incapace di connettere, mi sento totalmente nelle sue mani. Mi chiede cosa può fare per noi. Ah…. ma venite da ….sai uno del tuo paese si chiama ... L’ho salvato dal cancro … lo conosci vero ? Si, si, rispondo, riprendendomi dallo shock della bacinella, a un metro da me, anche se stranamente non sentivo nessun fetore provenire da quel contenitore. Antonio è un ometto piccolino, di media età, con una faccina rotonda e delle guance rosee, un paio di occhi vispi e curiosi che ti guardano intensamente dietro a degli occhialini color oro. Indossa una camiciola non tanta linda, un pantalone di velluto nero a coste, mentre sul collo penzola un grosso crocifisso d’oro con una catena d’oro e una corona per il rosario. Le mani sono piccolini e tozze ma lisce, come di uno che non ha mai fatto lavori pesanti. Poi un odore di rose invade la stanza. “Sai Antonio, siamo qua perché non abbiamo potuto avere figli, tu puoi fare qualcosa ? “Mi fa sedere su una di quelle sedie polverose e traballanti e incomincia a toccarmi, tocchetti brevi e intensi, mi tasta il collo, le braccia, le gambe per un paio di minuti e dopo fa la stessa cosa con la mia compagna. “Dammi il bidoncino ...”Dopo un po’ torna con il contenitore pieno contenente circa 5 litri di acqua. “Senti, dovete berla la mattina e la sera per circa 15 giorni, se volete la potete anche bollire”. “Ma dimmi Antonio c’e’ speranza ? “Sì, sì in due tre volte di questa acqua avrete i figli! L’importante avere fede in Dio, io non sono altro che una sua pedina, ma voi con la fede che dimostrate di avere, otterrete che chiedete. Quando venite fra una quindicina di giorni portatemi anche dei campioni di urina! Cosi ci abbraccia, ci bacia e ci accompagna verso la porta. Lascio un’ offerta in un cesto che avevo intravisto sul tavolo, circa ventimila lire, e lo abbraccio e bacio di nuovo. Solo l’odore di rose mi è rimasto addosso per un paio di giorni, poi anche questo è’ scomparso. Emidio Giardina

A tre alunni delle scuole medie di Augusta e Brucoli sono andati i riconoscimenti, mentre altri 25 studenti hanno ricevuto una menzione d’onore

Consegnato il Premio letterario intitolato a Rina Gulino

Augusta. Quante persone ci lasciano dopo aver dedicato, in dignitoso silenzio, la propria vita alla famiglia, alla scuola, alla città. In questa società ultra moderna e tecnologica, caratterizzata dalla velocità delle informazioni, dalle telecomunicazioni, tutto passa in fretta, tutto viene bruciato, consumato per i vari scopi che in genere sono prevalentemente di tipo commerciale. Ma, a volte, non si ci può rassegnare a questo tipo di logica e appare doveroso cercare di perpetuare la memoria di questi personaggi, per indicarli come modelli positivi di stili di vita, di comportamenti eticomorale di cui l’attuale società ha effettivamente bisogno. Così è stato nel caso della professoressa, della sposa e madre, della cittadina Rina Gulino, docente di lettere delle scuole medie, scomparsa prematuramente un anno fa e alla cui memoria, il marito Franco, i figli Alessandro, Vittoria, Massimo e Mariangela, hanno istituito un premio letterario. Dopo il regolare bando riservato ai giovani alunni dei quattro istituti scolastici comprensivi di Augusta, una qualificata commissione giudicatrice composta rispettivamente dal prof. Giorgio Casole in qualità di presidente, dalla professoressa Rita Ballotta e dal dott. Gaetano Gulino ha valutato più di duecento elaborati consistenti in temi, poesie e disegni aventi come oggetto “Augusta e l’ambiente”. Si è arrivati quindi alla serata di premiazione che, grazie in particolare allo sforzo organizzativo del figlio Massimo Scuderi, si è rivelata un vero e proprio evento. Nell’aula magna del G.A. Ruitz, messa a disposizione dal preside Carmelo Gulino, fratello della compianta defunta, si sono presentati moltissimi studenti, familiari, conoscenti, nonché molti amici e già colleghi di Rina Gulino. In un’ atmosfera di commozione e di condivisione del dolore e della gioia dei familiari, si sono alternati momenti di spettacolo con proiezioni di immagini e canzoni interpretate dalla liceale Vanessa Bontempo e da Alessandro Scollo, completati dagli interventi di vari relatori, magistralmente coordinati dal prof. Càsole che ha letto, con la dovuta enfasi e senso di partecipazione, molti degli elaborati premiati. Il preside Carmelo Gulino ha esaltato le caratteristiche della defunta sorella come docente che ha svolto per oltre 35 anni l’ attività di insegnamento con vera professionalità, profitto e riconoscimenti vari; Calogero Vicario, che ha

presentato un libro sull’amianto, e Nicky , ultimo assessore provinciale alle politiche giovanili, hanno sottolineato le virtù come modello positivo di cittadina; Gaetano Gulino ne ha invece descritto le doti e gli autentici valori della dignità, del rispetto, del senso di attaccamento alla famiglia, alla comunità, alla chiesa e allo stato che anticamente rappresentavano i veri modelli e che dovrebbero essere recuperati per uscire dalla grave crisi in cui versa l’attuale società. Il figlio Massimo, poi, ha emozionato tutti gli intervenuti ricordando le doti della madre che pur nelle continue e quotidiane difficoltà di vario genere a cui andava incontro la famiglia, riusciva incredibilmente a superarle quasi tutte, infondendo sostegno, fiducia e coraggio, certa dell’aiuto che, come lei più volte affermava, le proveniva dall’alto attraverso quella che definiva “divina provvidenza”. Applausi, foto, sorrisi, strette di mano hanno caratterizzato il momento della premiazione. I giovanissimi nipoti della professoressa hanno consegnato personalmente i vari riconoscimenti. Sono stati premiati Luca Amato della I A del “Costa”, Virginia Aviello della II A della “Todaro” e Asia Fracassi della III classe del “Corbino”, plesso di Brucoli. Ai vincitori sono stati consegnati un buono acquisto del valore di 100 euro ciascuno, un libro sull’amianto e una copia del libro di Càsole “Augusta e Condorelli, gli anni della lotta all’inquinamento....”, visto che il tema era su Augusta e l’ambiente. Altri 25 alunni di scuole medie hanno ricevuto una menzione d’onore: Sebastiano Gianino, Alessio Licata, Elena Natoli, Chiara Sarcià, Carla Monticchio, Alessandro Limer, Giulio Savaglia, Giulia Giangrande, Rachele Schillaci, Martina Ranno, Alice Bertuccio, Desirè Triglia, Anna Di Franco, Gaia Belluso, Giulia Ficicchia, Chiara Busso, Laura Rizza, Giulia Denaro, Isabella Piazza, Simone Roggio, Francesco e Roberto Spinali, Nicolò Scatà e Fernando Coppola. Alla fine della serata la sorella, Carmela Gulino, commossa e felice dell’ottima riuscita dell’iniziativa, ha salutato con affettuosi abbracci tutti gli amici e parenti con l’augurio che questa edizione di premio letterario in memoria della sorella possa essere la prima di una lunga serie. Tanino Gulino


pagina 4

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

Il Piano Giovani “svelato” dal gruppo Ezra Pound di Augusta, il cui responsabile è Claudio Forestiere

La Regione non spende 452 milioni per arginare la disoccupazione giovanile Augusta. Venerdì 14 giugno, nella sala conferenze dell’hotel Palazzo Zuppello di Augusta, si è tenuto un incontro sul tema “Piano Giovani: 452 milioni di euro per incentivare l’occupazione in Sicilia”. Ha aperto i lavori Claudio Forestiere, responsabile del gruppo giovanile “Ezra Pound” organizzatore dell’evento; ospite relatore il deputato regionale Vincenzo Vinciullo, Vicepresidente Vicario della Commissione “Bilancio e Programmazione” dell’ARS. L’incontro, realizzato nell’àmbito del progetto “Occupazione Giovani”, finanziato dall’Agenzia Nazionale Giovani, ha acceso i riflettori sulla mancata attuazione da parte della Regione Siciliana di un fondo pari a 452 milioni di euro: una somma destinata ad arginare l’emergenza disoccupazione che interessa i soggetti compresi nella fascia di età tra i 15 e i 35 anni. Claudio Forestiere ha introdotto i lavori di assemblea, illustrando nel dettaglio gli incentivi e i contributi previsti dal Piano Giovani, approvato dalla Giunta Regionale Siciliana con delibera n.215 del 21 giugno 2012: le potenzialità di questo piano di intervento straordinario potrebbero coinvolgere non meno di 50mila giovani siciliani, attraverso corsi di formazione finalizzati a ottenere qualifiche professionali riconosciute a livello europeo, incentivi alle aziende che assumono giovani, tirocini e praticantati retribuiti e infine contributi alla nascita di imprese ideate da giovani. “Un piano che attende solo di essere messo in atto” – ha commentato Forestiere –“ i fondi sono stati stanziati da Bruxelles già nel dicembre 2011: la Regione Siciliana non può permettersi di indugiare oltre sull’avvio delle linee di azione previste, non si può continuare a mortificare una intera generazione, relegata alla inattività o costretta all’emigrazione”. Vincenzo Vinciullo ha tracciato un breve excursus sulle peripezie che hanno interessato i fondi in questione, evidenziando le colpe e le omissioni dei due governi regionali che si sono succeduti. “L’attenzione dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione si è fossilizzata sulla ricerca di una sistemazione per un popolo di 8mila lavoratori del settore della formazione: le mie richieste circa il ricollocamento di una

quota parte di questi lavoratori all’interno delle scuole per assistere i diversamente abili sono rimaste inascoltate. Il Piano Giovani” – ha continua Vinciullo – “è immediatamente attuabile: l’assessore e i dirigenti al ramo si prendano le proprie responsabilità e utilizzino subito quei fondi, prima che tornino a Bruxelles, altrimenti si dimettano. Inoltre, si aspetta ancora il recepimento, da parte della Regione, delle direttive emanate durante

la conferenza Stato-Regioni sulla regolamentazione di tirocini e stage, che prevede, tra le varie linee guida, retribuzioni minime garantite per gli stagisti. C’è tempo fino a luglio affinché la Regione emani il decreto attuativo sull’accordo Stato-Regioni: bisogna far presto, nell’ottica di una rinnovata attenzione nei confronti dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. F.C.

L’ufficiale, 33enne leccese, è il responsabile del pattugliatore Libra, ormeggiato ad Augusta

Catia Pellegrino primo comandante donna della Marina Militare

Augusta. Il 19 giugno 2013 può essere considerato un giorno storico per il movimento femminista italiano. Certamente sarà una data indimenticabile sia per la protagonista, sia per la Marina Militare italiana. Il nome di Catia Pellegrino, prima donna italiana ritenuta idonea a esercitare il comando d’un’ unità navale, sarà scolpito nelle menti e nei cuori di tutte quelle le donne che inseguono questo sogno. Una giovane trentatreenne da mercoledì 19 giugno, dunque, è il responsabile del pattugliatore Libra, ormeggiato ad Augusta, sede di Comforpat, comando dei pattugliatori del Mediterraneo, e di Marisicilia. Sul ponte di volo del Libra, sotto un sole cocente, è avvenuta la storica cerimonia, in cui la Pellegrino, pur emozionata, è stata altamente professionale. E non poteva che essere così, visto che il capo di stato maggiore della Marina Militare, De Giorgi, si è complimentato, alcuni giorni fa, con il TV (tenente vi vascello) Catia Pellegrino, per essere stata ritenuta la prima donna italiana degna di assumere il comando di una nave della Marina Militare italiana, compito per il quale Pellegrino ha lavorato tenendo duro, come Demi Moore nel film Soldato Jane, operando, insieme ai suoi colleghi uomini, nel campo di prevenzione e repressione antipirateria in aree calde delle rotte internazionali. Catia Pellegrino è originaria della bellissima penisola salentina, cioè della provincia di Lecce, precisamente di Copertino,città natale di quel San Giuseppe, appunto da Copertino, famoso per la sua capacità di levitazione. E’ nata il 6 marzo 1976. Ha frequentato l’Accademia Navale dal 2000 al 2005, laureandosi nel 2004 in Scienze Politiche a indirizzo Internazionale all’Università di Firenze. Nel 2006 è stata imbarcata con l’incarico di Addetto Nucleo Artiglieria prima e di Capo Nucleo Missili poi a bordo di Nave Garibaldi. Ha frequentato il corso formatori all’ l’Accademia Navale di Livorno nel 2008, ha svolto l’incarico di Sottordine alla prima classe normale Marescialli a Mariscuola Taranto da giugno 2008 a settembre 2009. Da settembre a novembre 2009 ha trascorso un periodo di full immersion a Brighton in Inghilterra. Ha frequentato nel 2010 la 9^ sessione del Corso di Tattica Navale presso Maricentadd Taranto al termine della quale ha assunto l’incarico di capo nucleo missili su nave Durand de la Penne. Da settembre a dicembre 2010 ha partecipato all’operazione di contrasto al fenomeno della pirateria marit-

tima al largo e lungo le coste della Somalia e del Corno d’Africa “Ocean Shield” a bordo di nave Bersagliere. E’ stata promossa tenente di v nell’ottobre 2010. Nel 2011 ha preso parte all’operazione “Emergenza Libia” a bordo di Nave Andrea Doria. Nel 2012 ha frequentato la 257^ sessione della Scuola di Comando Navale e da agosto a novembre dello stesso anno ha partecipato all’operazione di prevenzione e repressione degli

atti di pirateria marittima “Atalanta” a bordo di nave San Giusto. Da gennaio ad aprile 2013 ha frequentato il 61° corso normale di Stato Maggiore all’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia. Il 19 giugno 2013 ha assunto il comando di Nave Libra, pattugliatore OPV con capacità antinquinamento appartenente al comando delle forze da pattugliamento di Augusta. Giogio Càsole


Sabato 22 giugno 2013

pagina 5

diariodoc.it

La professoressa Gabriella Alfieri, relatrice dell’interessante conferenza

Augusta, i Lions riscoprono Verga autore e fotografo Augusta. La prof.ssa Gabriella Alfieri, presidente del consiglio scientifico della Fondazione Verga, ha tenuto una brillante conferenza sul tema: “La lingua etnificata: codici della cultura popolare in Verga” nel corso di un incontro culturale organizzato dal LIONS Club Augusta Host nei locali del Hotel Palazzo Zuppello. L’evento ha riscosso notevole interesse anche nei confronti di docenti e studenti liceali che numerosi hanno aderito all’invito loro rivolto dal presidente del club, Carlo Fazio. Il tema, magistralmente trattato dall’insigne relatrice, ha permesso di scoprire aspetti appartenenti alla cultura verghiana, che vanno ben oltre le conoscenze acquisite scolasticamente. Nel corso della conferenza è stato innanzitutto trattato il fenomeno della “popolarizzazione” della lingua italiana: nell’Ottocento, scrittori e sociologi si impegnarono in un lavoro di trascrizione e traduzione dal dialetto all’italiano, di indovinelli, canti, proverbi e modi di dire tipicamente dialettali, al fine di diffondere la comprensione e l’uso della lingua nazionale. Così il Verga, traendo spunto per i suoi scritti, dalla realtà che lo circondava, una realtà rurale oppure borghese, che comunque era quella della sua terra di Sicilia, riusciva poi a trasporre, tutto ciò che era tipico di quella cultura e di quegli ambienti, “italianizzandolo”. Da qui il concetto di “lingua etnificata”, coniato per la prima volta dal famoso prof. Nencioni, già docente della stessa prof. ssa Alfieri, che ha posto l’attenzione su questo particolare aspetto del grande scrittore siciliano dell’Ottocento, che riusciva a tradurre non solo il linguaggio parlato, ma anche quello, altrettanto espressivo, dei gesti. La relatrice ,infatti, ha messo in risalto un altro aspetto meno noto, ma non per questo meno interessante, del grande scrittore: la sua passione per la fotografia, passione che lo portava a immortalare volti, situazioni, luoghi, personaggi, paesag-

La prof.ssa Gabriella Alfieri, il presidente del club Carlo Fazio e l’avvocatessa Rita Cocciolo gi, con grande maestria e che poi, con sapienza, trasferiva è sempre a quelle immagini, inoltre che lo scrittore si nei suoi romanzi, riuscendo a “italianizzare” aspetti di ispirava quando curava personalmente i disegni dei suoi vita quotidiana tipicamente siciliani. romanzi e le rappresentazioni teatrali dei suoi testi, arriA tal proposito, la relatrice ha annunciato che la Fonda- vando a disegnarne persino le scene e i costumi. zione, sta lavorando per allestire una mostra fotografica, Mediante questo originale, quanto dettagliato procesal fine di esporre e poter fare ammirare le bellissime so, l’autore riusciva a rendere fruibile da tutti, la lingua immagini riprese dall’autore. italiana, fornendo al tempo stesso, una versione italiana Da quelle raffigurazioni visive Verga traeva, quindi, la di gesti rituali, modi di dire e di fare, tipici della società trama dei suoi romanzi, riuscendo a cogliere dalle mede- e della cultura siciliana del suo tempo. Cerimoniere della sime, tutti gli aspetti sociali e psicologici dei personaggi, serata l’avv. Rita Cocciolo. mediante una grande intuizione e sensibilità introspettiva; C.R.

Conferenza per gli studenti dell’Istituto Ruiz e del liceo Megara

Augusta, commento positivo sull’orientamento post diploma

Augusta. Prima della chiusura dell’anno scolastico, si è svolta nell’Istituto Superiore Arangio Ruitz la giornata di Orientamento: “Orientiamoci alla Vita” – Salone dell’orientamento, della formazione e del lavoro, organizzata dal Liceo “Megara” e dal 2° Istituto di Istruzione Superiore “A - Ruiz” di Augusta, durante la quale l’Università e il Mondo del lavoro hanno incontrato il mondo della scuola mettendo in campo sinergie e costruendo”... attività che mirano a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, … le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita…”. La manifestazione è stata inaugurata con una conferenza di presentazione nell’aula magna dell’Istituto, aperta dagli interventi del dirigente scolastico dell’Istituto Ruiz, Carmelo Gulino e del dirigente del liceo Mégara, Maria Concetta Castorina, che hanno sottolineato come “Orientiamoci alla Vita“ rappresenta la prima giornata dell’orientamento preuniversitario / post-diploma realizzata ad Augusta, pensata per aiutare i giovani a concretizzare i loro progetti e per confrontarsi personalmente con le opportunità universitarie e lavorative del territorio, rendendo possibile in loco un contatto diretto tra gli operatori della Formazione Postdiploma sia a livello universitario sia professionale e gli studenti del 4° e 5° anno delle due scuole e le loro famiglie. “Da studente del IV anno non ancora in “crisi di panico” - ha commentato Alessandro Barbera – “posso dire che la

Il dirigenti dell’istituto Ruiz Carmelo Gulino, del liceo Megara Concetta Castorina e il sig. Cappello giornata ha sicuramente fornito a noi studenti un prezioso simo percorso di studi per costruire una personale carriera momento di riflessione sulle nostre attitudini, passioni e professionale che ci auguriamo risponda il più possibile vocazioni ed ulteriori strumenti decisionali per orientarci alle nostre aspirazioni.” G. C. verso una scelta ragionata e consapevole del nostro pros-

Luciano De Carolis ammette gli addebiti e viene premiato con la scarcerazione

Assente per due volte ai controlli, finisce ai domiciliari Sorvegliato speciale con obbligo di dimora nel Comune di residenza. Questa è la misura di prevenzione che l’Autorità Giudiziaria ha applicato a Luciano De Carolis, 39 anni, per la sua apparenenza al clan mafioso denominato “BottaroAttanasio”. De Carolis, uscito recentemente dal carcere dopo aver pagato il suo debito con la società, si è messo a lavorare aiuttando la moglie nella conduzione di una macelleria, sita nella zona alta della città. Ma alcune sere fa, a causa di un alterno proprio con la moglie - questa è la versione fornita dal De Carolis - dimenticando le prescrizioni cui è sottoposto e cioè di rititarsi entro le ore 21 e di non uscire priima delle ore 7 del mattino successivo, ha sbattuto la porta alle sue spalle e ha iniziato a gironzolare per le vie della città. Senonchè, come capita ai sorvegliati speciali, i poliziotti del 113 si sono recati nella sua abitazione e ovviamente non l’hanno trovato. I poliziotti sono andati via, ma un’ora dopo sono ritornati e per la seconda volta Luciano De Carolis non si è fatto sen-

tire nè vedere per attestare la sua presenza in casa. E’ stato dato l’allarme e tutte le pattuglie in servizio di perlustrazione della città gli hanno dato la caccia. Il De Carolis è stato rintracciato nel cuore della notte in Via Alessandro Specchi, mentrre - sempre secondo la sua tesi - resosi conto di aver fatto una stupidaggine stavano facendo rientro a casa. Su disposizione della Procura il De Carolis è stato tratto in arresto dagli agenti della Squadra Mobile, che, dopo le formalità di rito, lo hanno rinchiuso nella Casa circondariale di Cavadonna. Giovedì mattina, come disposto dal Pubblico Ministero, il De Carolis è stato condotto a Palazzo di giustizia per partecipare all’udienza di convalida dell’arresto, fissata davanti al Giudice delle indagini preliminari Vincenzo Panebianco. Assistito dal difensore di fiducia, avvocato Sebastiano Troia, il sorvegliato ha ammesso gli addebiti cvioè a dire di non trovarsi a casa in occasione dei due controlli serali effettuati dagli agenti delle Volanti (14 e 15 giugno) ed il Gip ha deci-

so di premiare il suo comportamento processuale. Infatti, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari e inoltre ha stabilito che da lunedì il De Carolis potrà uscire di casa per recarsi nella macelleria o nel turno mattutino o in quello pomeridiano.


pagina 6 (Segue dalla prima)

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

Infiltrazioni mafiose al Comune, il Pm insiste nella richiesta di rinvio a giudizio le, a conclusione delle indagini preliminari, ha avanzato nei loro confronti la richiesta di rinvio a giudizio. Alla sbarra siederanno, quindi, l’ex sindaco di Augusta Massimo Carrubba, l’ex deputato regionale dell’Udc Nunzio Cappadona, Salvatore Minniti, Emanuele Gambuzza, Maurizio Carcione, Salvatore Alescio, Francesco Falco, Tullio Tedesco, Massimo Carrubba, Luigi Antonio Giunta, i fratelli Sergio e Tony Ortisi, Fabrizio Blandino, detto Jimmy, Marcello Ferro e Carmelo Trovato. Nel fascicolo sono inserite due indagini portate avanti dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Siracusa: la prima è riconducibile all’operazione antimafia e antidroga denominata “Terra Bruciata”, con retata effettuata il 13 novembre 2007 contro gli esponenti del clan “Bottaro-Attanasio”, nella quale vennero tratti in arresto anche il tipografo Salvatore Minniti e il tiolare di un panificio poi confiscato dallo Stato, Emanuele Gambuzza, i quali, dopo oltre un anno di detenzione, poi sono ritornati in libertà per avere patteggiato la pena; la seconda, invece, riguarda l’operazione antimafia e antidroga denominata “Morsa” a carico di tutti i “picciotti” augustani facenti parte del clan Nardo di Lentini. In questa inchiesta in cui sono coinvolte le quattordici persone, tra cui appunto l’ex deputato regionale dell’Udc Nunzio Cappadona, non rieletto alle Regionali del 28 ottobre dello scorso anno e l’ex sindaco Carrubba, i Carabinieri del Reparto Operativo e il sostituto procuratorr Andrea Ursino hanno accertato gravissime irregolarità nella conduzione dell’Amministrazione comunale di Augusta, per aver il sindaco in particolar modo consentito ad esponenti dell’organizzazione criminale di infiltrarsi e condizionare l’attività della pubblica amminisrazione. Le risultane delle indagini coordinate dalla Procura distrettuale antimafia ed eseguite sul campo dai Carabinieri hanno indotto il Consiglio dei Ministri a sciogliere il Comune di Augusta per infiltrazioni mafiose. Pesantissime sono le ipotesi delittuose contestate a Carrubba e all’ex deputato regionale Cappadona, nonchè agli altri dodici imputati tra cui l’ex assessore comunale Luigi Antonio Giunta. Nei confronti dei politici vengono ipotizzati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio con l’aggravante di avere agevolato i clan “Bottaro-Attanasio” e “Nardo” di Lentini. Infatti, a Nunzio Cappadona, al tipografo Salvatore Minniti e al fondatore del panificio “Marconi” Emanuele Gambuzza, da quasi un anno trasferitosi a Malta, vengono contestati entrambi i reati e asseritamente “Cappadona, prima candidato alle elezioni per il Consiglio comunale di Siracusa del giugno 2004 e poi candidato alle elezioni regionali del maggio 2006, ottenuto da Minniti e Gambuzza - esponenti di spicco dell’organizzazione mafiosa “Bottaro-Attanasio”, la promessa di procurargli voti alle suddette elezioni in cambio della promessa di erogazione di denaro. In particolare il Cappadona pattuiva con Minniti e Gambuzza, in cambio del loro appoggio alle elezioni sia Amministrative che alle Regionali, il pagamento della somma di

sessantamila euro e successivamente di altre somme di denaro. Nunzio Cappadona, nel tentativo di conquistare lo scranno a Palazzo dei Normanni, non ha fatto affari soltanto con gli esponenti del clan “Bottaro-Attanasio”, ma ha pure avuto contatti con gli esponenti della cellula mafiosa di Lentini riconducibile al clan Nardo. Imnfatti, i magistrati della Procura distrettuale antimafia gli contestano una seconda ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa per avere, quale candidato alle elezioni regionali dell’aprile 2008, ottenuto da Maurizio Carcione, ex dirigente del Partito Democratico e al tempo stesso esponente di spicco del clan mafioso Nardo di Lentini, la promessa di procurargli voti in cambio della promessa di erogazione di denaro. In particolare il Cappadona, servendosi della mediazione di Salvatore Alescio, pattuiva con il Carcione, in cambio del suo impegno a procurargli voti, il pagamento della somma di euro 4000 da erogare allo stesso Carcione ed ai suoi complici individuato in Francesco Falco, ex braccio destro del defunto boss di Augusta Sebastiano Pandolfo, ucciso da un killer solitario alla Villa comunale nel lontano 1989, e Tullio Tedesco. In particolare l’accordo prevedeva di consegnare mille euro per il Carcione ed euro 1500 ciascuno per il Falco e Tullio Tedesco. Successivamente a tale accordo il 6 aprile 2004 l’Alescio (servendosi del di di lui figlio Concetto) faceva pervenire al Cascione, al Falco e al Tedesco la somma di 1500 euro, che veniva poi ripartita in parti eguali tra i tre. Che sono tutti indagati per associazione mafiosa e voto di scambio assieme all’ex deputato regionale Nunzio Cappadona. E veniamo all’ex sindaco di Augusta Massimo Carrubba e all’ex assessore della sua Amministrazione Luigi Antonio Giunta. I magistrati della Dda contestano a Carrubba e Giunta il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio per avere agevolato, pur non facendone parte, gli esponenti di Augusta del clan Nardo alle elezioni comunali di Augusta, svoltesi nel giugno del 2006 (il Carrubba quale candidato sindaco, il Giunta quale candidato al Consiglio comunale di Augusta), accordandosi con Sergio Ortisi, Toni Ortisi, Fabrizio Blandino, Marcello Ferro e Maurizio Carcione, tutti notoriamente esponenti del suddetto clan mafioso, ottenendone l’appoggio nella competizione elettorale e l’ausilio nella raccolta di consensi e di voti, fornendo in cambio loro: già prima e durante la campagna elettorale l’impegno (manifestato in seno ai ripetuti contatti personali e telefonici), una volta eletti, ad attivarsi - mediante la strumentalizzazione dell’attività politica e delle proprie pubbliche funzioni di amministratori della stessa area politica - per fare ottenere l’affidamento (diretto o in subappalto) della esecuzione di lavori pubblici, la stipula di vantaggiosi contratti con la pubblica amministrazione, concessioni, licenze, finanziamenti, posti di lavoro in favore dei partecipanti al sodalizio criminoso, di persone ad essi contigue e di imprese ad essi riconducibili; e in particolare il rilascio in data 16 aprile 2007, a Maurizio Carcione di una licenza per la somministrazio-

ne al pubblico di bevande (anche alcoliche) ed alimenti relativamente al chiosco di proprietà dello stesso; la deliberazione della Giunta Municipale in data 16 aprile 2008, con la quale veniva deciso che il Comune di Augusta stipulasse un contratto di locazione con Rosa Greco, moglie di Giuseppe Tabita, persona contigua a Fabrizio Blandino, avendo ad oggetto un immobile di proprietà della predetta; dopo l’elezione a sindaco di Carrubba e la nomina del Giunta alla carica di assessore comunale ai Lavori Pubblici Inoltre si afferma che Carrubba e Giunta avrebbero assicurato agli esponenti della cellula mafiosa di Augusta un filo diretto extra-istituzionale tale da rafforzare il loro prestigio e la loro capacità operativa nerl settore dei lavori pubblici, garantendo ai medesimi l’accesso alle informazioni relative ai lavori da svolgersi nei comune di Augusta. E si afferma che il Carrubba, a fronte di tali impegni elettorali, avrebbe nominato assessore comunale della giunta da lui presieduta all’avvocato Gioacchino Aiello, suocero di Marcello Ferro; l’affidamento in diretto, in data 1° luglio 2008, alla ditta “3V di Vincenti R. & M. snc”, di Renzo Vincenti, factotum di Fabrizio Blandino; dei lavori per l’adeguamento e messa in sicurezza di alcuni locali del Comune di Augusta; la stipulazione in data 22 dicembre 2008 del contratto di locazione tra il Comune di Augusta e e la signora Rosa Greco; l’affidamento diretto in data 19 ottobre 2009, alla ditta “3V di Vincenti R.&M. snc” di Renzo Vincenti dei lavori per la collocazione di una porta antipanico in locali comunali in contrada Delle Forche; affidamento diretto in data 19 gennaio 2010 all’impresa edile di Maurizio Carcione dei lavori per manutenzione straordinari dei bagni della scuola “Giovanni Pascoli” di Augusta; l’autorizzazione in data 3 settembre 2010 alla ditta “Trecci”, appaltatrice dei lavori di manutenzione straordinaria della Scuola Principe di Napoli di Brucoli, a subappaltare i lavori per un importo di euro 53 mila alla ditta Stile Costruzione srl di Graziano Pandolfo, imprenditore contiguo a Maurizio Carcione e Fabrizio Blandino. Carrubba Massimo, Luigi Antonio Giunta, Sergio Ortisi, Toni Ortisi, Fabrizio Blandino, Marcello Ferro e Maurizio Carcione sono anche indagati per il reato di voto si scambio. Infine i magistrati della Dda di Catania contestano il reato di voto di scambio aggravato a Carmelo Trovato e Toni Ortisi. Si contesta nel capo d’imputazione che il Trovato per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale in occasione delle elezioni Amministrative cui era candidato quale consigliere comunale offriva e prometteva a Toni Ortisi l’assegnazione di lavori pubblici, con l’aggravante di avere agevolato e favorito il clan Nardo operante in Lentini ed Augusta, di cui l’Ortisi è affiliato. Il fatto si è verificato in Augusta in epoca antecedente e prossima al giugno 2008. Stralciata invece la posizione dell’ex sindaco di Melilli e neo depitato all’Ars onorevole Pippo Sorbello, cui la Dda di Catania contesta il reato di voto di scambio con l’aggravante di cui all’articolo 7 dei rdati di mafia, ovvero per avere agevolato un clan mafioso.

Otto le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite dai Carabinieri per un’indagine iniziata nel 2011

Avola, in “cenere” un giro di spaccio di droga

E’ stata denominata “Cenere” l’operazione dei Carabinieri che ha chiuso il cerchio su un giro di spaccio di droga ad Avola. Otto le ordinanze di custodia cautelare scattate a seguito d’una corposa indagine. Sono finiti in cella: Paolo Costa, avolese di 54 anni, Sebastiano Costa, detto “Masuddu”, 28 anni; ai domiciliari: Lorenzo Attardo, 33 anni, Fabio Bellomia, 31 anni, Giovanni Costa, 30 anni, Michel Hafnaouni Dridi, tedesco di 25 anni, Italo Marco Finocchiaro, catanese residente ad Avola, 24 anni, Agostino Gregorini, 23 anni. L’attività investigativa dei militari dell’Arma nasce nel novembre del 2011, determinata a far luce sul consistente mondo dello spaccio al dettaglio e dei nuovi pusher nella zona di Avola. Anni di lavoro da parte degli inquirenti che effettivamente sono riusciti a documentare l’esistenza d’una florida rete di spacciatori che agiva sia presso le proprie abitazioni sia a bordo di automobili, girovagando per il comune in questione. Così avrebbero ceduto droga ai vari consumatori fossero essi saltuari o fissi. Secondo le ricostruzioni avvenute attraverso specifici servizi di controllo e pedinamento, la vendita di droga si sviluppava durante l’arco dell’intera giornata. Era quest’attività che rappresentava, presumibilmente, la principale se non esclusiva fonte di guadagno per gli arrestati. Le persone finite nella rete della giustizia, pur essendo state arrestate in flagranza, continuassero imperterrite nella loro attività fuorilegge cercando escamotages per depistare i controlli dei Carabinieri. Dunque pare una fitta rete di spaccio fosse stata posta in essere, che i

soggetti arrestati avrebbero continuato fino al mese di aprile del 2012 quando - grazie ai numerosi elementi acquisiti - è stato possibile richiedere all’autorità giudiziaria l’emissione delle attuali misure cautelari. I militari dell’Arma di Noto hanno lavoro un capillare lavoro scandagliando bar, circoli, luoghi di ritrovo che hanno determinato il sequestro d’ingenti quantità di droga: 55 grammi di eroina, 25 di cocaina, 20 di

hascisc, 290 di marijuana, 24 di mannite e la somma in contanti di euro 16.200. Arrestate in flagranza anche quattro persone. I risultati ottenuti nonchè gli elementi acquisiti hanno fatto palesemente evidenziare le presunte responsabilità degli otto arrestati che si sono visti notificare le ordinanze di custodia cautelare in carcere. F.G.


Sabato 22 giugno 2013

L’opinione

pagina 7

diariodoc.it

Donne gabbate dalla trappola del voto di genere alle elezioni amministrative Donne gabbate dalla trappola del voto di genere alle elezioni amministrative… Non avrebbe mai creduto nessuno che la legge elettorale crocettiana, la novella leggina tanto per bene, nascondesse un’arma a doppio taglio e che, invece di privilegiare le donne, attraverso le tanto agognate e decantate quote rosa, avrebbe decretato l’ennesimo vile colpo contro il genere femminile. E’ dura da affermare, ma, all’indomani delle elezioni, capiamo che millenni di divario tra uomini e donne, purtroppo, non verranno mai colmati. Apparentemente, allo stato attuale, i due generi umani operano vicini, ma, risultano distanti mille miglia ancora. La beffa sta tutta concentrata nella possibilità che forniva la nuova legge di disgiungere i nomi da votare e, mentre le donne, con vera cura e onestà, hanno proceduto votando anche gli uomini, dando loro forza, questi ultimi non hanno operato allo stesso modo, ma, anzi, hanno espresso la propria preferenza con il voto maschile univoco, non pensando minimamente di ricambiare o di aiutare le loro amiche candidate. Dove sta la farsa? Sta tutta racchiusa in un imbroglio becero e sotteso, è innegabile infatti che le donne siano servite solamente a far eleggere gli uomini. Con i loro voti le donne hanno consentito ai maschi di raggiungere livelli di supremazia, di attestare sempre la loro consueta superiorità, quella che anche madre natura ha loro elargito grazie alla prestanza fisica. Ancora una volta strumentalizzate, usate per portare favori al genere opposto, ma, in cambio di cosa? Di restare al palo, di non essere elette, di non essere state nemmeno prese in considerazione, adoperate solo per dare forza e potenza all’uomo e consentirgli di essere eletto. E’ una brutta faccenda che ci catapulta nel medioevo della storia umana, ma, questa situazione è figlia del tempo che viviamo, è il risultato di una situazione storica compromessa dal gioco dei ruoli, dalle prepotenze umane, dalle apparenze e non

dai valori, dalla mancanza di comprensione e di solidarietà tra gli individui. Cosa ancor più grave è che è mancata anche la solidarietà tra le donne stesse, le quali largamente hanno votato gli uomini, facendo lievitare le percentuali maschili e facendoli eleggere con una tale facilità, tanto che ora ci si ritrova ai consigli comunali con un esiguo numero di donne elette, mentre ciò non sarebbe dovuto accadere. E le donne, come sempre, stanno a guardare, attonite, gabbate, ingannate da quei medesimi uomini che hanno generato dai loro stessi ventri, da quei figli che hanno amato più di se stesse, da quei precisi esseri che, ancora oggi, tentano di ripudiarle e spesso le violano, le maltrattano, le violentano. Tale unilaterale interpretazione della legge rappresenta il segno della notevole mancanza

di civiltà e di libertà dell’uomo che, padrone dello strumento voto lo adopera ancora con poca consapevolezza e con una certa superficialità, asservito alle logiche dei singoli e non della collettività. Se d’ora in poi l’universo donna sarà rappresentato da poche donne e, talora, non sempre da quelle prescelte, poco importa, saremo consapevoli di nulla doverci aspettare, poco rappresentate saremo e ben felici di esserlo probabilmente o fatalmente, chissà? Certo è che il cammino è ancora lungo per una vera affermazione femminile, per una reale e non fittizia attestazione di genere, se con lo strumento voto in mano non siamo riusciti a conseguire tale traguardo. Poteva essere un inizio, è un’opportunità perduta, l’ennesima… Maria Luisa Vanacore

Alla cerimonia per il concorso delle Olimpiadi di Fisica 2013 gli studenti megaresi hanno ricevuto le medaglie

Premiati Cirillo e Luglio del Liceo Mègara Augusta. Grande soddisfazione anche quest’anno per il Liceo “Mègara” con i suoi alunni Giovanni Cirillo e Naomi Luglio: dopo essersi classificati rispettivamente nella fascia d’argento e nella fascia di bronzo, i due Megaresi hanno preso parte alla premiazione tenutasi giorni fa al dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli Studi di Catania. Gli studenti hanno assistito a una prima fase di orientamento tenuta da alcune delle più importanti voci dell’Università degli Studi e della Scuola Superiore di Catania. In secondo momento i quattro alunni che hanno avuto accesso alla un fase nazione delle stesse Olimpiadi hanno mostrato alla loro audience la risoluzione delle loro prove. Infine l’incontro si è concluso nel migliore dei modi con la consegna delle medaglie e i rispettivi premi alle “eccellenze” della Sicilia orientale. L. N.

Tringali, Giovanni Luglio e Naomi Cirillo

Dopo l’annullamento della sentenza di condanna contro i due lentinesi i giudici della Corte d’Assise di Appello di Catania hanno pronunciato il verdetto nei confronbti di Fabrizio Iachininoto ed Ercole Modica, ribadendo la loro innocenza

Cambia ancora il verdetto sull’omicidio di Marco Siracusano Dalla Corte d’Assise di Catania, a conclusione del processo di primo grado, Fabrizio Iachininoto ed Ercole Modica furono assolti dall’accusa di omicidio aggravato ai danni di Marco Siracusano, avvenuto a Lentini l’8 aprile del 2002. La sentenza fu appellata dalla Procura della Repubblica e condivisa dalla Procura Generale, per cui fu celebrato il processo di secondo grado davanti alla Corte d’Assize di Appello e, colpo di scena, il verdetto fu riformato.I due lentinesi, assistiti dall’avvocato Sebastiano Sferrazzo e dall’avvocato Nicola D’Ascola, del Foro di Reggio Calabria, furono invece riconosciuti colpevoli dell’omicidio di Marco Siracusano e condannati Ercole Modica all’ergastolo e Fabrizio Iachininoto a trent’anni di reclusione. Oltre a loro due sono stati condannati al carcere a vita Alfio Ruggeri e Alfio Sambasile, i quali già comunque si erano visti infliggere la massima pena detentiva anche al processo di primo grado. Ovviamente la sentenza della Corte d’Assize di Appello fu impugnata da tutt’e quattro gli imputati che, tramite i rispettivi difensori, hanno proposto ricorso per Cassazione al fine di ottenere l’annullamento delle tre condanne all’ergastolo e di quella a trent’anni di reclusione. La Suprema Corte, ritenendo infondati i ricorsi presentati dai difensori ha confermato la condanna all’ergastolo per Alfio Sambasile e Alfio Ruggeri, mentre, condividendo le lagnanze e le critiche degli avvocati Sferrazzo e D’Ascola alla sentenza della Corte d’Assise di Appello, ha annullato con rinvio

le condanne irrogate a Ercole Modica e Fabrizio Iachininoto. E così davanti alla Corte d’Assise di Appello di Catania, diversamente costituita, si è celebrato il nuovo processo di secondo grado a carico dei due lentinesi e a conclusione della discussione, durante la quale il rappresentante della Procura Generale ha evidenziato la sua tesi e gli avvocati Sferrazzo e D’Ascola hanno sottolineato nelle rispettive arringhe l’assoluta estraneità dei loro clienti all’agguato mortale in cui fu erroneamente ucciso Marco Siradcusano, la Corte ha reso note le proprie determinazioni. I lentinesi Fabrizio Iachininoto ed Ercole Modica sono stati assolti con formula ampiamente liberatoria. Anche la Corte d’Assise di Appello, quella davanti ai quali si è ricelebrato il processo Ercole Modica e Fabrizio Iachininoto di secondo grado per la seconda volta, ha ribadito che avevano visto bene i giudici del processo di Sambasile, anche se poi anzichè il bersaglio prredestinato primo grado, quando, esaminati tutti gli atti e le prove a fu crivellato di piombo l’incolpevole Marco Siracusano. carico e a discolpa, avevano deciso di condannare all’er- Nessun interesse viceversa avevano da perseguire Fabrigastolo Alfio Ruggeri e Alfio Sambasile e mandare assol- zio Iachininoto ed Ercole Modica, indicati erroneamente ti invece con formula piena Fabrizio Iaichininoto ed Er- da alcuni collaboratori di giustizia i quali sono stati smencole Modica. I primi due avevano interesse a sopprimere titi dai testimoni a discolpa individuati dai difensori dei Alfio Midore, che aveva avuto una lite con un familiare di due lentinesi.


pagina 8 (Segue dalla prima)

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

I picciotti dei clan prendevano auto e moto a sbafo

E così, quando ha capito di essere entrato in un tunnel senza via di uscite, Montoneri si è deciso a presentarsi negli uffici della Squadra Mobile e, oltre a denunciare i responsabili dell’estorsione posta in essere ai suoi danni, ha deciso di collaborare con la giustizia, rendendo delle interessantissime dichiarazioni accusatorie anche sul conto di rappresentanti delle forze dell’ordine. Intanto, in attesa di ulteriori clamorosi sviluppi, grazie alle sue dichiarazioni accusatorie, gli agenti della Squadra Mobile nella nottata hanno operato nove fermi giudiziari disposti dai sostituti procuratori della Dda di Catania, Luigi Lombardo e Andrea Ursino. Con l’accusa di estorsione continuata e aggravata dall’articolo 7 per aver agevolato il clan mafioso “Bottaro-Attanasio” sono stati prelevati nelle rispettive abitazioni e rinchiusi nella Casa circondariale di Cavadonna Salvatore Brancato, 29 anni; Michele Cianchino, 31 anni; Andrea Fortuna, 39 anni; Alessandro Garofalo, 37 anni; Concetto Garofalo, 45 anni, detto Cuncittazzu; Sebastiano Garofalo, 36 anni; Osvaldo Lopes, 37 anni; Pasqualino Mazzarella, 40 anni e Giuseppe Raffa, 48 anni. Sono stati già sequestrate una Golf, una Jaguar e alcune moto prelevate a sbafo dagli indagati. Analogo provvedimento di sequestro di veicoli dovrebbe essere adottato a breve anche nei confronti di una decina di “amici degli amici”, sulla base delle puntuali indicazioni fornite dall’autosalonista divenuto collaboratore di giustizia, ora sottoposto a protezione in una località segreta. - Ma quali sono, nello specifico, i reati contestati ad ogni singolo imputato? Salvatore Brancato, Pasqualino Mazzarella e Andrea Fortuna sono chiamati a rispondere del reato di estorsioner ai danni di Marco Montoneri per avere, in concorso tra loro, con la minaccia omplicita derivante dalla notoria appartenenza o contiguità di Brancato e Mazzarella all’associazione mafiosa denominata “Bottaro-Attanasio”, coartavano la volontà di Marco Montoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto”, e lo costringevano a cedere al Brancato l’autovettura Volkswagen Tiguan del valore di 20 mila euro e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo, procurando in tal modo al Brancato un ingiusto profitto con corrispondente danno del Montoneri. Concorrendo il Fortuna (impiegato del Montoneri) ed il Mazzarella nella commissione del reato: il Mazzarella invitando il Montoneri a “fare il bravo” ed il Fortuna, dopo aver consegnato materialmente il veicolo e la targa di prova al Brancato, invitando il Montoneri a desistere dal richiedergli il pagamento del prezzo, in considerazione dell’appartenenza del Brancato al detto sodalizio mafioso. Con l’aggravante di avere commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato a Siracusa il 24 dicembre 2012. Pasqualino Mazzarella e Andrea Fortuna debbono rispondere del reato di estorsione ai danni di Marco Montoneri perchè, in concorso tra loro, con la minaccia implicita derivante dalla notoria appartenenza di Mazzarella all’associaizone mafiosa denominata “Bottaro-Attanasio”, coartavano la volontà di Marco Motoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto”, e lo costringevano a cedere al Mazzarella il motociclo Kawasaki Z 750 del valore di euro 3000 e la mini moto Roxon 125 del valore di euro 1500 e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo, procurando in tal modo al Mazzarella un ingiusto profitto con corrispondente danno patrimoniale del Montoneri. Concorrendo il Fortuna (impiegato del Montoneri) nella commissione del reato in vdste di intermediario fra la persona offesa e il Mazzarella, consegnando materialmente i veicoli a quest’ul-

Michele Cianchino timo e invitando il Montoneri a desistere dal richiedergli il pagamento del prezzo in considerazione dell’appartenenza del Mazzarella al detto sodalizio mafioso. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato a Siracusa nel dicembre 2012. Michele Cianchino, Pasqualino Mazzarella e Andrea Fortuna sono accusati di estorsione ai danni di Marco Montoneri perchè, in concorso trra loro, con la minaccia implicita derivante dalla notoria appartenenza di Cianchino e Mazzarella all’associazione mafiosa denominata “Bottaro-Attanasio”, coartavano la volontà di Marco Montoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto” e lo costringevano a cedere al Cianchino l’autovettura Medrcedes C Sport Coupè del valore di 8000 euro e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo, procurando in tal modo al Cianchino un ingiusto profitto con corrispondente danno patromoniale del Montoneri. Concorrendo il Fortuna (impiegato del Montoneri) nel reato in veste di intermediario fra la persona offesa e il Cianchino, consegnando materialmente il veicolo a quest’ultimo ed infine, unitamente al Mazzarella, invitando il Montoneri a desistere dal richiedergli il pagamento del prezzo, in considerazione dell’appartenenza del Cianchino al detto sodalizio mafioso. Con l’aggravante di avere commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato in Siracusa nel dicembre 2012. Pasqualino Mazzarella e Andrea Fortuna sono accusati di estorsione ai danni di Marco Montoneri perchè, in concorso tra loro, con la minaccia implicita derivante dalla notoria appartenenza del Mazzarella all’associazione mafiosa denominata “Bottaro-Attanasio”, coartavano la volontà di Marco Motoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto” e lo costringevano a cedere al Mazzarella il motociclo Honda SH 300 di colore bordeaux del valore di euro 3000 e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo, procurando in tal modo al Mazzarella un ingiusto profitto con corrispondente danno patrimoniale del Montoneri. Concorrendo il Fortuna (impiegato del Montoneri) nel reato in veste di intermediario fra la persona offesa e il Mazzarella, consegnando materialmente il veicolo a quest’ultimo e invitando il Montoneri a desistere dal richiedergli il

pagamento del prezzo, in considerazione dell’appartenenza del Mazzarella al detto sodalizio mafioso. Con l’aggravante di avere commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato in Siracusa nel novembre 2012. Concetto Garofalo, Sebastiano Garofalo, Alessandro Garofalo, Pasqualino Mazzarella e Andrea Fortuna sono chiamati a difendersi dall’accusa di estorsione ai danni di Marco Montoneri, perchè, in concorso e riunione tra loro, con la minaccia implicita derivante dalla notoria appartenenza di Concetto Garofalo e Pasqualino Mazzarella all’associazione mafiosa denominata “Bottaro-Attanasio”, coartavano la volontà di Marco Montoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto”, e lo costringevano a cedere a Concetto Garofalo, Sebastiano Garofalo e Alessandro Garofalo il motociclo Honda SH 300 di colore nero del valore di 2500 euro e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo, procurando in tal modo ai Garofalo un ingiusto profitto, con corrispondente danno patrimoniale del Montoneri. Concorrendo il Fortuna (impiegato del Motoneri) ed il Mazzarella nel reato in veste di intermediari fra la persona offesa ed i Garofalo ed invitando il Montoneri a desistere dal richiedere loro il pagamento del prezzo, in considerazione dell’appartenenza di Concetto Garofalo al detto sodalizio mafioso. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato in Siracusa il 2 marzo 2013. Giuseppe Raffa è accusato di estorsione ai danni di Marco Montoneri perchè, con la minaccia implicita derivante dalla sua notiria appartenenza o contiguità all’associazione mafiosa denominata “Cappello”, operante a Catania, coartava la volontà di Marco Montoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto”, e lo costringeva a cedergli l’autovettura Jaguar X Type del valore di euro 7000 e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo, procurandosi in tal modo un ingiusto profitto, con corrispondente danno patrimoniale del Montoneri. Con l’aggravante di avere commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato in Siracusa nell’ottobre 2012. Osvaldo LOpes e Giuseppe Raffa sono accusati di estorsione ai danni di Marco Montoneri perchè, in concorso e riunione tra loro, conla minaccia implicita derivante dalla loro notoria appartenenza o contiguità all’associazione mafiosa denominata “Cappello” operante a Catania, coartavano la volontà di Marco Montoneri, titolare della rivendita di autovetture e motocicli “In Moto”, e lo costringevano a cedere al Lopes l’autovettura Fiat 500 del valore di 7000 euro e, comunque, a rinunciare a riscuoterne il prezzo procurando in tal modo al Lopes un ingiusto profitto, con corrispondente danno patrimoniale del Montoneri. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato in Siracusa nel mese di gennaio 2013. La Procura ha inoltre contestato l’aggravante della recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale a Brancato, Cianchino, Concetto Garofalo e Mazzarella; e la recidiva reiterata e specifica per Raffa. A parere del Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Vincenzo Panebianco, “sussistono a carico di tutti gli indagati gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui alla superiore rubrica - che consente la irrogazione di misura cautelare coercitiva di pregnanza probatoria tale da consentire la irrogazione a loro carico della richiesta di misura cautelare e ben compendiati negli atti trasmessi dal Pubblico Ministero. Sul prossimo numero del Diario verranno riportate le dichiarazioni accusatorie rese da Marco Montoneri nei confronti dei nove indagati.

Come si sono difesi gli indagati durante l’udienza di convalida del fermo giudiziario svoltasi dinanzi al Giudice delle indagini preliminari Vincenzo Panebianco

In quattro parlano e si protestano innocenti

Si è svolta questa mattina, a Palazzo di giustizia, l’udienza per la convalida del fermo giudiziario emesso dal magistrato della Procura distrettuale antimafia di Catania, Luigi Lombardo, in sostituzione del collega Andrea Ursino, titolare dell’indagine, a carico di nove persone, accusate di estorsione aggravata dall’articolo 7 ai danni dell’ex titolare di un autosalone ubicato in Via Necropoli Grotticelle, Marco Montoneri, dal 18 aprile scorso divenuto testimone di giustizia. Quasi tutti gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Scena muta, infatti, hanno fatto Michele Cianchino, 31 anni, difeso dall’avvocato Franca Auteri, che ha sostituito l’avvocato Antonio Lo Iacono, stamane assente perchè impegnato fuori sede; Andrea Fortuna, 39 anni, difeso dall’avvocato Bruno Leone, subentrato all’avvocato Giulia Genovese, precedentemente nominata dalla moglie dell’indagato, già dipendente dell’autosalone gestito dalla parte offesa Marco Montoneri; Concetto Garofalo, 45 anni, detto Cuncittazzu, uscito dal care-

re nello scorso mese di febbraio dopo quasi sei anni di detenzione per reati di mafia; suo figlio, Sebastiano Garofalo, 26 anni, assistito come il padre dall’avvocato Franca Auteri; Salvatore Brancato, 29 anni, difeso dall’avvocato Domenico Mignosa. Invece hanno reso delle circostanziate dichiarazioni gli indagati Giuseppe Raffa, 48 anni, difeso dall’avvocato Maria Luisa Buscemi, che ha sostituito l’avvocato Ragonesi del Foro di Catania; Pasqualino Mazzarella, 40 anni, difeso dall’avvocato Marzia Capodieci, subentrata al deputato nazionale del Pd Sofia Amoddio, inizialmente nominata dall’esponente del clan “Bottaro-Attanasio”; Osvaldo Lopes, 39 anni e Alessandro Garofalo, 39 anni, entrambi assistiti dall’avvocato Junio Celesti. Questi quattro si sono protestati assolutamente innocenti, confutando le accuse a ciascuno mosse dal “testimone di giustizia”. Infatti, Mazzarella dice di non aver prelevato nè auto nè moto, ma di aver ricevuto, a titolo di regalia, una (Segue a pagina 9)

Lino Mazzarella e Giuseppe Raffa


Sabato 22 giugno 2013 (Segue da pagina 8)

pagina 9

diariodoc.it

In quattro parlano e si protestano innocenti mini moter “scassata” e che lui ha fatto riparare da un meccanico di sua fiducia per donare il mezzo al proprio figlio. Alessandro Garofalo ha detto di avere avuto rapporti di natura commerciale con il Montoneri per ben otto anni, durante i quali si sono susseguite le operazioni di compravendita di auto e moto e che lui è in grado di dimostrare di aver sempre pagato i veicoli acquistati. Inoltre ha dichiarato di avere dato in permuta una macchina e di non avere ancora ricevuto le proprie spettanze. Il Lopes ha escluso ogni tipo di rapporto di lavoro con il Montoneri e si è limitato a dire che nel lontano 2003 ha acquistato, tramite il mutuo di una finanziaria, un’autovettura, pagata fino all’ultimo centesimo. A sua volta il Raffa si è dichiarato innocente del reato di estorsione e dell’aggravante di avere agito nell’interesse del clan mafioso “Bottaro-Attanasio”,sostenendo di non essere stato mai sodale di questo clan ma di aver fatto parte della cosca capeggiata dal boss Giuseppe Pulvirenti, detto ‘U Malpassotu, e comunque di aver chiuso i contatti e i legami con la criminalità organizzata dopo aver espiato venti anni di carcere per la sua militanza alla banda associata a Cosa Nostra della Sicilia orientale di cui è riconosciuto capo Nitto San-

tapaola. Il Raffa ha però ammesso di avere avuto dei rapporti con Marco Montoneri e ha spiegato di avergli dato in permuta una moto intestata alla propria moglie e ricevuto una Jaguar, ora sequestratagli dalla Squadra Mobile, che ben si adattava come mezzo di trasporto per la propria figlioletta, disabile. A suo dire, il Montoneri ha ricevuto tutto il denaro per la Jaguar e ha detto al Gip Panebianco di essere in grado di dimostrare il pagamento della somma pretesa dall’autosalonista. A conclusione dell’udienza, il Gip Panebianco ha convalidato il fermo e ha disposto a titolo provvisorio la misura della custodia in carcere per tutt’e nove gli indagati. Contestualmente, il Gip ha disposto la trasmissione degli atti all’attenzione del Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catania competente territorialmente a emettere i provvedimenti giudiziari a carico dei nove fermati. L’avvocato Domenico Mignosa, in possesso di una corposa documentazione consegnatagli dal suo cliente, ha annunciato istanza al Tribunale del Riesame affinchè annulli l’ordinanza di convalida del fermo e ordini l’immediata liberazione di Salvatore Brancato. “Nella documentazione in mio possesso si evince chiaramente che il

Alessandro Garofalo e Osvaldo Lopes signor Brancato è al 99,9 per cento innocente. Per rispetto al Tribunale non posso aggiungere altri particolari”.

Reazioni alla retata. Lettera al Diario dal presidente dell’associazione Antiracket LIBERA IMPRESA

Cunsolo: “Non buttate fango su un testimone di giustizia”.

Riceviamo la lettera a firma del signor Rosario Cunsolo, presidente della associazione Antiracket LIBERA IMPRESA, la lettera che di seguito pubblichiamo integralmente: “Buongiorno, chi vi scrive è il presidente della associazione Antiracket LIBERA IMPRESA, ho letto il vostro articolo su Montoneri Marco e ritengo che state buttando fango a una persona che è stata Vittima di estorsione.

Devo pensare che chi ha scritto questo articolo ha il dente avvelenato nei confronti della vittima. L’informazione non è corretta ma pretestuosa. Mi raccomando, rispettate sempre chi non conoscete e prima di dire stupidaggini che possono portare a conseguenze poco gradevoli, apprendete da fonti più serie senza scrivere maldicenze verso un testimone di giustizia. Grazie”.

La risposta del Diario Ai rilievi del signor Cunsolo, il Diario risponde ribadendo che decine di persone hanno pagato e non hanno ricevuto i documenti dovuti.

In favore del Diario scende in campo il collaboratore di giustizia Rosario Piccione

“Invito il signor Cunsolo ad essere più cauto nei giudizi” Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata al Diario dal ragioniere Rosario Piccione, noto collaboratore di giustizia. “Ill.mo Signor Presidente dell’Associazione Antiracket Imprese della provincia di Siracusa, “io sottoscritto Piccione Rosario mi inserisco nell’affermazione che lei ha fatto, accusando subito il Direttore del Diario, Pino Guastella, in relazione a quanto ha scritto sul conto del nuovo testimone di giustizia Marco Montoneri. Io sono il primo a difendere i collaboratori ed i testimoni di giustizia ma riguardo alla posizione del signor Montoneri concordo con la tesi rappresentata dal direttore del giornale, per cui mi sento di affermare che è possibile che il cosiddetto testimone di giustizia possa essere stato vittima di estorsione ma non si può assolutamente escludere che abbia potuto perpetrare diverse truffe ai danni di clienti del suo autosalone. Le voglio ricordare che anch’io sono stato condannato per truffa, reati che ho confessato dinanzi all’Autorità giudiziaria e per i quali sono stato condannato. Le voglio, inoltre, dire che, anzichè invitare il Direttore del Diario ad attingere da fonti più affidabili le sue informazioni - un’affermazione che lei fa con molta superficialità perchè non cono-

sce il giornalista Pino Guastella, che ne sa più degli investigatori e dei magistrati - dovrebbe essere lei più cauto nel fare questo tipo di affermazioni in quanto lei non ha visto l’ordinanza di applicazione dei fermi giudiziari a carico dei nove soggetti trascinati in carcere. Nemmeno io l’ho vista, però posso dirle che a me risulta che il signor Montoneri ha incassato migliaia di euro che gli hanno corrisposto dei cittadini siracusani e da circa sei mesi e alcuni addirittura da un anno stanno ancora aspettando la consegna dell’auto o della moto o la restituzione dei soldi per mezzi lasciati in permuta e che l’autosalonista ha regolarmente venduto, dimenticandosi poi di dare il denaro a chi lo doveva. Se proprio ci tiene a difendere la causa dei collaboratori e dei testimoni di giustizia, la esorto a organizzare un convegno al quale parteciperò personalmente per dare dei segnali chiari ai commercianti e agli imprenditori affinchè siano prima d’ogni cosa rispettosi della legge, di collaborare sempre con le forze dell’ordine e con la magistratura, di non scendere mai a patti con la criminalità e di lottare senza se e senza ma il racket del pizzo e dell’usura, due fenomeni odiosi che tutti dovremmo contribuire a fare debellare”. Rosario Piccione

Rosario Piccione

A Marsala una palestra siracusana ha partecipato a uno stage internazionale di Jiu jitsu della Federazione MAA

Al Maestro Pisano conferita la cintura bianca e rossa

Uno stage internazionale della Federazione di arti marziali MAA si è svolto nei giorni scorsi a Marsala, al quale hanno partecipato dei Maestri e degli atleti siracusani. Lo stage si è avvalso della qualificata partecipazione di maestri internazionali di Jiu jitsu dinanzi ai quali si sono svolte le esibizioni degli allenatori e degli atleti provenienti da ogni parte della Sicilia in rappresentanza di palestre nelle quali si praticano e si insegnano le arti marziali. Presente a Marsala anche una delegazione siracusana capitanata dal Maestro V Dan di Jiu jitsu Giuseppe Pisano. Durante le varie fasi dello stage si sono svolti gli esami per conseguire la qualifica di allenatori di I Dan. Tra gli atleti siracusani la prova è stata sostenuta dagli allievi del Maestro Pisano, Antonino D’Amico e Sebastiano Miraglia Condotto dai maestri internazionali di jujitsu Il maestro Pisano Giuseppe V Da di jiu jitsu con la

sua squadra hanno ben figurato dove al maestro Pisano gli è stata conferita la cintura Bianca e Rossa. Si sono svolti gli esami al I Dan e gli allievi del maestro Pisano, Antonino D’amico e Sebastiano Miraglia i quali, di fronte alla commissione internazionale, hanno dato prova della loro maestria e della conoscenza delle arti marziali. I due neo allenatori di I Dan hanno superato brillantemente gli esami e poi si sono meritati i consensi e gli apprezzamenti dai maestri della MAA per l’ottima esibizione offerta dagli allievi a squadre Shasha, Ginevra Garofalo e Toti Faraone. Gli atleti siracusani hanno eseguito delle tecniche volanti, riscuotendo gli scroscianti applausi dalla giuria e dal pubblico presente, Ginevra Garofalo, addirittura, si è vista appioppare il nomignolo di “grillo volante”. Un’altra esibizione singola con un brillante risultato è stata quella di Carmelo Pennisi.


pagina 10

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

L’ex conponente della giunta Savarino è stato fermato e “scortato” in caserma perchè sospettato di possesso di droga

Ex vice sindaco querela il maresciallo dei Cc

Quando l’auto dell’ex vice sindaco è transitata nella centralissima piazza, scortata dalle “pantere” dell’Arma dei Carabinieri, con le sirene ululanti, tutti hanno pensato che fosse stato arrestato Corrado Roccasalvo, 42 anni, esponente di spicco della Giunta capeggiata dall’ex sindaco Antonino Roccasalvo. E tutti si sono poi meravigliati quando hanno visto il Roccasalvo arrivare in piazza, non più “scortato” dai Carabinieri per partecipare al comizio di chiusura della campagna elettorale indetto dal candidato sindaco Pinello Gennaro e nella cui lista figurava come candidata al consiglio comunale la moglie dello stesso Roccasalvo, successivamente eletta alla tornata elettorale del 9 e del 10 giugno. Ma a prescindere dall’esito della competizione elettorale per il rinnovo della civica Amministrazione di Rosolini, la scena dell’auto scortata da alcune auto dei Carabinieri e preceduta, come battistrada, dalla “pantera” su cui viaggiava il comandante della Stazione, maresciallo Rosario Avila, è rimasta impressa nella mente di tutte le persone che erano radunate nella piazza per seguire gli ultimi comizi elettorali. Ma soprattutto i Carabinieri non sono riusciti a far cessare la negativa pubblicità attorno alla figura del vice sindaco Corrado Roccasalvo, in quanto nel paese si era subito sparsa la voce che fosse stato arrestato poichè colto con le mani nel sacco mentre trasportava un ingente quantitativo di droga. Sia la notizia dell’arresto che quella del possesso di droga sono risultate destituite da fondamento, ma come farlo capire ai cittadini di Rosolini che quella messa in scena dai Carabinieri della locale Stazione era stata una teatrale rappresentazione di prova di forza di un Corpo dello Stato contro un cittadino al di sopra di ogni sospetto? Non si poteva pretendere che i Carabinieri si munissero di microfono e altoparlante per dire: “Guardate si è trattato di un falso allarme, ci siamo scusati con il signor vice sindaco Roccasalvo per lo spiacevole inconveniente...”. E allora, per ottenere la riparazione dell’ingiusto danno patito il signor Corrado Roccasalvo ha chiamato il proprio difensore di fiducia, l’avvocato Aldo Ganci, e gli ha dato imcarico di presentare querela alla Procura della Repubblica ai danni del maresciallo Rosario Avila. Di seguito pubblichiamo la querela presentata dall’ex vice sindaco. “Il sottoscritto Roccasalvo Corrado, nato a Rosolini il 13.01.1971, residente a Modica, in via Modica- Ispica, n. 42, espone quanto segue: In data 7.06.2013 alle ore 19 circa, mentre a bordo della propria autovettura usciva dal casello autostradale in direzione di Rosolini veniva fermato ad un posto di blocco da militari dell’Arma dei C.C., i quali chiedevano l’esibizione di patente e libretto di circolazione. Mentre l’esponente era impegnato in detta operazione, sul posto giungevano altre due vetture dei C.C., da una delle dette vetture si palesava il M.llo Rosario Avila, Coman-

dante la Stazione di Rosolini, il quale informava gli altri militari che chi scrive era il vice- sindaco del Comune. Contestualmente il sottoscritto veniva notiziato del fatto che era stata segnalata una macchina simile a quella dello scrivente, che trasportava droga e per tale ragione si doveva procedere a perquisizione. In considerazione della carica che l’esponente ricopriva presso il Comune di Rosolini ed essendo in piena campagna elettorale, chi scrive pregava i militari di procedere alla perquisizione presso il Comando, facendo al contempo presente di essere in possesso di una busta contenente denaro in contanti che veniva consegnata agli stessi militari. A questo punto, mentre il Luogotenente Gintoli prendeva posto sull’autovettura del sottoscritto, il M.llo Avila si posizionava nell’autovettura di servizio che precedeva quella dello scrivente e le altre due vetture dei C.C. si ponevano dietro. Giunti all’altezza di una delle più importanti e centrali vie di Rosolini (Via Sipione) in prossimità della Chiesa SS. Crocifisso, inspiegabilmente il M.llo Avila azionava la sirena e accelerava aumentando bruscamente l’andatura, determinando la consequenziale accelerazione di tutte le auto del “corteo”. Arrivati poi all’ingresso della Caserma una delle vetture si posizionava di traverso, al fine di bloccare tutte le vetture che sopraggiungevano e si accedeva nel cortile esterno della Stazione. Ivi venivano effettuati gli accertamenti del caso che, con enorme stupore del sottoscritto, si limitavano all’ apertu-

ra del cofano motore e del bagagliaio posteriore senza alcun altro tipo di operazione, il tutto in pochissimi minuti. Essendo venerdì, ultimo giorno della campagna elettorale dedicato ai comizi, tutto il paese riunito in piazza, saputo dell’accaduto, ha realizzato che si fosse proceduto all’arresto dell’esponente; difatti, finita la sceneggiata, quando chi scrive si è recato in piazza molti amici, tra i quali l’Avv. Giuseppe Gennaro, l’Avv. Natale Di Stefano, il Sindaco Antonio Savarino, l’Assessore Tricomi e l’Avv. Francesco Agosta, erano convinti che si fosse proceduto all’arresto del sottoscritto in considerazione delle modalità palesemente e volutamente esagerate. Difatti, se vi era il sospetto che nell’autovettura dello scrivente vi era nascosta della droga, come mai non si è proceduto ad effettuare una perquisizione più accurata e approfondita anziché limitarsi ad aprire e chiudere il cofano? La condotta del M.llo Avila peraltro risulta sospetta in quanto lo stesso è amico di un candidato a Sindaco con il quale spesso si accompagna in locali pubblici; candidato a Sindaco che certamente è stato favorito, da un punto di vista elettorale, dall’iniziativa immotivata e illegittima posta in essere dal graduato. Non dimenticando che l’Avila è la persona che, tempo addietro, ebbe a sollecitare l’On. Gennuso al fine di trovare una qualche prova per arrestare l’esponente. Per quanto sopra esposto, il sottoscritto Roccasalvo Corrado nato a Rosolini il 13.01.1971 e residente a Modica, via Modica- Ispica n. 42, propone formale querela per il reato di cui all’art. 323 c.p., nonché per tutti i reati che la S.V. vorrà ravvisare, nei confronti del Maresciallo Rosario Avila, Comandante la Stazione Carabinieri di Rosolini. Chiede, fin d’ora, il sequestro delle immagini registrate dalle telecamere poste all’esterno della Caserma, dalle quali si potrà accertare la veridicità di quanto dichiarato dall’esponente in ordine alle operazioni compiute sulla propria autovettura. Con riserva di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale. Chiede, altresì, di essere informato ai sensi degli artt. 408, 410 c.p.p. e 125, 126 disp.att., nell’eventualità di una richiesta di archiviazione al fine di poter proporre opposizione nei termini di legge. Si indicano come testimoni i sig.ri: Avv. Giuseppe Gennaro; Avv. Corrado Di Stefano; Avv. Antonino Savarino; Assessore Tricomi; Avv. Francesco Agosta; On. Giuseppe Gennuso. Si allegano verbale di perquisizione e verbale di acquisizione. Il sottoscritto Roccasalvo Corrado nato a Rosolini il 13.01.1971 e residente a Modica, in via ModicaIspica n. 42 con il presente atto nomina procuratore e difensore l’Avv. Aldo Ganci del Foro di Siracusa nel cui studio, sito in Via Archia n. 53, elegge domicilio, conferendo allo stesso ogni facoltà e mandato”.

Ieri nella Chiesa di Santa Rita si sono svolti i funerali dello sfortunato giovane durante i quali sono stati letti i commoventi messaggi dei genitori, dei nipotini e della fidanzata Rossana

A soli 26 anni muore in Romania lo studente universitario Ivan De Rossi Un giovane studente siracusano, Ivan De Rossi, a soli 26 anni, è morto improvvisamente mentre era in visita ad alcuni amici. Secondo la polizia della contea di Arad, una chiamata al 112 ( l’equivalente del numero d’emergenza italiano per chiamare i Carabinieri) ha annunciato che uno studente universitario di odontoiatria stava poco bene. La chiamata è stata fatta da amici italiani, presso i quali Ivan era in visita. I medici arrivati nel quartiere dove era stata segnalata la presenza dello studente siracusano, non hanno potuto fare altro che dichiararne la morte. “Dopo la chiamata al numero di emergenza, un equipaggio è andato sul posto. La morte non è considerata sospetta, visto che sul corpo della vittima non sono state trovate tracce di violenza” - ha detto Ovidiu Libero, portavoce della Polizia. Lo stesso portavoce della Polizia di Arad ha detto che il corpo di Ivan De Rossi è stato inviato all’obitorio per l’autopsia, che poi è stata effettuata, con il consenso della famiglia dello sfortunato studente siracusano. I medici legali si sono riservati di rendere note le cause che hanno determinato il decesso. Comunque sia la Polizia e la Magistratura hanno già autorizzato la consegna della salma ai familiari. Nel frattempo le indagini faranno il loro corso anche perchè non tutti i dubbi sulla fine dello studente siracusano sono stati dipanati, tra cui quello che ha indotto le persone che per ultime hanno visto in vita Ivan De Rossi all’insorgere del malore hanno scelto di abbandonarlo sul marciapiede e si sono allontanate senza attendere l’arrivo della Polizia e dei soccorritori. La bara con i resti di Ivan è già ar-

rivata a Siracusa e ieri pomeriggio, 21 giugno, nella Chiesa di Santa Rita, con inizio alle ore 15, sono stati celebrati i funerali ai quali, oltre agli affranti genitori, hanno preso parte i tantissimi amici dello sfortunato studente siracusano. Commoventi messaggi di cordoglio sono stati letti durante le onoranze funebri. “La tua dolce presenza, ci proteggerà per sempre nella nostra vita, ci seguirai da lassù con quell’immenso sorriso che riflettevi a tutti noi. La tua alleg ria,generosità,onestà,dignità, umiltà e il tuo ricordo meraviglioso ci riscalderà per sempre. Siamo la luce dei tuoi occhi, quegl’occhi intensi e meravigliosi che ci accompagneranno per tutta la nostra vita. Grazie zio Ivan dell’amore profondo che ci doni”. Così i nipotini di Ivan De Rossi, Walter e Gaiai “E’ con immenso orgoglio che mamma e papà comunicano che l’università Vasile Goldis di Arad ha conferito ad Ivan, in relazione ai risultati conseguiti, la LAUREA AD HONOREM, con la seguente menzione. IVAN DE ROSSI, studente eminente della facoltà di medicina farmacia e odontoiatria dell’Università Vasile Goldis di Arad. Mamma e papà sempre più orgogliosi del loro angelo”. “Il tuo immenso cuore ha fatto di te il compagno di vita che ogni donna vorrebbe avere al suo fianco. Sono orgogliosa di aver ricevuto il tuo amore, la tua comprensione, la tua dedizione e tutto ciò che di straordinario sei stato: un vulcano in piena, che mi ha reso non una donna qualsiasi, ma semplicemente la tua donna”. La fidanzata di Iva, Rossana.

Ivan De Rossi


Sabato 22 giugno 2013

pagina 11

diariodoc.it

Cumuli di residui industriali sono stati individuati nella penisola Magnisi e nell’ex saline

Cenere di pirite, sequestrata area di 30 ettari

Cenere di pirite è stata trovata in parte della Penisola Magnisi e in parte dell’area delle ex saline di Priolo. Per tale motivo le zone in questione, su disposizione del magistrato Roberto Campisi, sono state poste sotto sequestro. A dare esecuzione al decreto di sequestro giudiziario sono stati gli investigatori del gruppo del Nictas, in servizio alla Procura della Repubblica, e gli agenti del Commissariato di Priolo della Polizia di Stato. L’operazione, che rientra in un’attività d’indagine, ha portato dunque alla luce questo accumulo di ceneri di pirite, sottoprodotto della lavorazione industriale degli anni 60 e 70, in cui sono presenti sostanze pericolose per la salute dell’uomo. Da non sottovalutare l’arsenico e il vanadio presenti in vaste zone della

penisola Magnisi e delle ex Saline di Priolo. L’operazione ha permesso d’accertare che nei giorni decorsi, anche a causa di un forte vento che si è sviluppato nella zona, buona parte della cenere di pirite, non conservata e protetta in maniera adeguata, si era sparsa nelle zone circostanti interessando anche parte del demanio marittimo e probabilmente parte del mare circostante. Dunque l’azione della magistratura che ha disposto il sequestro delle aree della penisola Magnisi e delle ex saline di Priolo, interessate dalla pericolosa presenza. Al tempo stesso è stata avviata l’attività di bonifica, in verità già precedentemente iniziata. F.G.

Sebastiano e Alfio Scandurra accusati di tentato omicidio si sono costituiti dopo un periodo di irreperibilità

Per futili motivi sparano ad alcuni giovani Il 5 maggio scorso avrebbero sparato all’indirizzo di quattro giovani. Da quel giorno sono riusciti a rendersi uccel di bosco e soltanto 24 ore fa hanno deciso di costituirsi negli uffici del Commissariato della Polizia di Stato di Lentini. Le due ex primule si chiamano Sebastiano Scandurra e Alfio Scandurra, rispettivamente di 30 e 22 anni. Prima di trasferirli in carcere, gli agenti del Com-

missariato di Lentini hanno notificato a Sebastiano e Alfio Scandurra il provvedimento di fermo d’indiziato di delitto in quanto resisi autori del reato di tentato omicidio plurimo. I due arrestati avrebbero agito per futili motivi sparando dei colpi di pistola all’indirizzo della vettura in cui si trovavano quattro ragazzi. F.G.

Ricco programma di eventi nell’ultima settimana del XLIX ciclo

Inda tra impegno civile, Assostampa e Centenario Mercoledì, 19 giugno, il Commissario Straordinario, Alessandro Giacchetti, ha annunciato in Fondazione INDA una settimana ricca di appuntamenti all’insegna dell’impegno civile e della memoria centenaria quella che attende la Città e i siracusani legati da sempre alla Fondazione INDA. Giovedì 20 giugno, alle ore 18.30, prima della messinscena dell’Edipo re di Sofocle con la regia di Daniele Salvo, verrà presentata la Giornata del Rifugiato. Da sette anni la Fondazione INDA ha assunto questo impegno civile con l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Sull’antica scena del Teatro greco di Siracusa le attrici del XLIX Ciclo: Ilenia Maccarrone, Elena Polic Greco, Silvia Cinque, Sara Dho, Doriana La Fauci, Simonetta Cartia, Valentina Territo, Carmelinda Gentile, Sara Renato con l’attrice tunisina Habiba El Aschi e Ramzì Harrabi, artista tunisino e presiedente della Consulta degli Immigrati di Siracusa. Sabato 22 giugno, sempre alle 18.30, prima dello spettacolo, il Commissario Giacchetti consegnerà l’Eschilo d’Oro della stagione 2013. Come consuetudine, un premio dedicato ad interpreti, esperti, studiosi, registi e uomini da sempre dedicati al Teatro Classico. Domenica 23 giugno sarà la volta del Premio Stampa Teatro, promosso dall’AssoStampa e dedicato agli interpreti non protagonisti under 40. La premiazione avverrà prima dell’ultima messinscena di Antigone con la regia di Cristina Pezzoli. Ecco i tre nomi dei finalisti di quest’anno: Alessandro Romano. Cremete in Le donne al Parlamento e Coro vecchi tebani in Edipo re. Motivazione. Per aver interpretato in maniera originale il ruolo di Cremete in Le donne al Parlamento. Enzo Curcuru’. Un Vicino in Le donne al Parlamento e Corifeo in Antigone. Motivazione. Per aver evidenziato in un ruolo co-

mico e in un ruolo tragico qualità artistiche/attoriali eterogenee. Melania Giglio- Spettro della Sfinge in Edipo re e Aralda in Le donne al Parlamento. Motivazione. Per aver risolto con qualità da prima attrice due ruoli da non protagonista, unendo le doti di attrice a quella di cantante. Nella stessa occasione, domenica, verranno presentati dal Commissario i titoli della prossima stagione 2014. Lunedì 24 giugno verrà presentata l’ultima replica de Le donne al parlamento di Aristofane con la regia di Vincenzo Pirrotta. Una serata interamente dedicata a tutta la cittadinanza siracusana ed, in particolare, alle donne, in un momento così difficile. Per l’occasione la Fondazione INDA ha pensato ad un biglietto popolare di 5 euro, a persona, per tutti i residenti e di 20 euro per i turisti. Un’occasione unica che possa ulteriormente avvicinare il siracusano al nostro teatro. Al termine della commedia ricordiamo che la serata si concluderà con lo spettacolo, alle 21.30, Dei, poeti ed eroi, selezione , testi e musiche dall’Archivio Fondazione INDA (AFI) a cura di Elena Servito. I brani delle opere sono tratti da Troiane, Ifigenia in Aulide, Ecuba di Euripide, Orestea di Eschilo e vedono protagoniste 15 attrici de Le donne al Parlamento e due attori impegnati negli altri spettacoli del XLIX Ciclo, Vincenzo Curcurù e Lorenzo Maria Falletti. Un vero omaggio alla storia centenaria dell’INDA dal momento che tutti i brani scelti portano la traduzione dei vari grecisti che si sono susseguiti sulla scena del Teatro greco in questi lunghi anni. La regia dello spettacolo è di Carmelinda Gentile, una delle interpreti de Le donne al Parlamento di Aristofane, consulente alla drammaturgia Auretta Sterrantino, musiche e progetto audio Vincenzo Quadarella, coreografie Alessandra

Fazzino, costumi Archivio Fondazione Inda. Lo spettacolo è ad ingresso gratuito. Giovedì 27 giugno ultimo appuntamento – evento della Stagione 2013 sarà quello de Le cento stelle dell’INDA che vede protagonisti tutte le sezioni dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico e alcuni ospiti d’onore, grandi testimoni della storia della Fondazione INDA. Si tratta di uno dei primi appuntamenti importanti dedicato al Centenario della Fondazione. L’ingresso alla serata sarà gratuito. Inoltre, protagonisti nella serata delle 100 Stelle per L’INDA, nella prima parte, la Sezione “Giusto Monaco” dopo un canto di partitura con l’accensione del fuoco nei bracieri, simbolo della prima Rappresentazione classica del 1914, Agamennone. Nella seconda parte protagoniste le 5 scuole siciliane che sin dall’inizio hanno partecipato al Forum dei Giovani. Infine, la terza parte con protagonisti la sezione Junior e la coreografia finale dedicata al Centenario della Fondazione.

Stefano Schifitto era solito comprare pagando con biglietti da 100 euro

Lo spacciatore di banconote false patteggia un anno e due mesi Si è celebrato davanti al Gup Michele Consiglio il processo di applicazione pena a richiesta delle parti a carico di Stefano Schifitto, 28 anni, perchè accusato di avere effettuato degli acquisti di merce presso esercizi commerciali e di uova pasquali presso uno stand dell’associazione contro la leucemia pagando sempre con banconote da cento euro assolutamente false. Dopo aver raggirato alcuni operatori economici e il responsabile dello stand per la vendita di uova pasquali per aiutare la ricerca e la lotta contro la leucemia, lo Schifitto è incappato in un posto di bloc-

co delle Volanti della Questura di Siracuasa ed è stato arrestato poichè venne trovato in possesso di altre banconote da cento euro ciascuna false, mentre altri biglietti furono rinvenuti nella sua abitazione. Con l’assistenza legale del proprio difensore, avvoicato Junio Celesti, la spacciatore di banconote fakse, chiamato a difendersi ancher dalle accuse di truffa e appropriazione indebita, ha chiesto di patteggiare la pena e il Gup Michele Consiglio gli ha applicato un anno e due mesi di reclusione e la multa di duecento euro. Schifitto rimane ai domiciliari.

Stefano Schifitto


pagina 12 (Segue dalla prima)

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

Il principale artefice dell’operazione antimafia e antidroga denominata “Nemesi” è ora rinchiuso nel carcere di Secondigliano

A tutto gas sfreccia nelle vie di Cassino con una Porsche rubata: arrestato il pentito Natale Carbè

pensa assegnatagli dallo Stato per aver fatto infliggere un duro colpo all’organizzazione mafiosa che imperversava nelle città di Avola e Noto, il Carbè è ritornato a delinquere, rubando una potentissima Porsche che si trovava parcheggiata nel piazzale di un albergo. Affondato il piede sul pedale dell’acceleratore della Porsche il Carbè si è dato alla pazza gioia, sfrecciando a tutto gas per le vie della cittadina, provocando le imprecazioni di molti pedoni e degli altri automobilisti per le sue spericolate manovre. Poi ha parcheggiato l’auto rubata nel piazzale antistante l’albergo in cui alloggiava ed è andato a dormire. Lo hanno svegliato Carabinieri e Polizia di Stato che avevano ricevuto la denuncia di furto del proprietario della Porshe. I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno avuto non poche difficoltà per fare svegliare il Carbè, in quanto quest’ultimo era sotto l’eggetto della droga. Alla fine, però, ci sono riusciti a tirarlo giù dal letto, a fargli bere una tazzina di caffè e a fargli fare una salutare doccia. Mentre lui era sotto la doccia gli operatori di polizia hanno perquisito la stanza e hanno rinvenuto all’interno di un cassetto alcuni orologi di gran valore. E così, nel chiedere informazioni al direttore dell’hotel, hanno scoperto che si trattava degli orologi che erano stati trafugati in alcune stanze dell’albergo e di cui i legittimi proprietari avevano presentato denuncia di furto. La posizione del

Natale Carbè pentito si è fatto quindi indifendibile e particolarmente pesante e il servizio centrale di protezione, subito informato, ha deciso di revocare a Natale Carbè il programma

di protezione e la cancellazione di tutti i benefit che lo Stato riconosceva a lui e ai suoi familiari. Per Carbè sono scattate le manette e il suo trasferimnento da Cassino alla volta della Casa circondariale di Secondigliano (Napoli), dove è stato rinchiuso in una delle celle della Sezione riservata agli ex pentiti o ai collaboratori di giustizia che debbono espiare delle condanne divenute irrevocabili. I parenti del Carbè sono stati imbarcati sul primo treno diretto in Sicilia, per fare rientro nel paese natale di Avola. La notizia dell’arresto di Natale Carbè arriva ad alcune settiimane dalla celebrazione del processo di secondo grado contro gli imputati coinvolti nell’operazione denominata “Nemesi”. Il processo che si svolgerà davanti alla Corte d’Assise di Appello di Catania si aprirà il 18 luglio. Tra gli appellanti figurano Angelo Monaco, Michele Crapula, Antonino Di Stefano, Innocenzo Buscemi, Francesco Alota, detto il “mago”, e Sebastiano Catania. Proprio quest’ultimo venne attinto dai colpi di fucile esplosi ai suoi danni da Natale Carbè, nel mese di dicembne del 2007. A distanza di una quindicina di giorni dall’attentato, il Carbè si presentò spontaneamente nei locali del Commissariato di Avola e davanti ai poliziotti si accollò la paternità dell’agguato contro il Catania, che raggiunto dai pallini di piombo al volto ha successivamente perso la vista, e iniziò a collaborare con la giustizia.

L’Istituto di credito ha consegnato all’Associazione benemerita di volontariato di Augusta una Frigoemoteca e tre poltrone per l’autoemoteca

Dono al Gruppo Fratres dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa

Augusta. Semplice ma suggestiva cerimonia di consegna al Gruppo Fratres di Augusta di una Frigoemoteca fissa Modello KBBR 180V AC e N. 3 Poltrone prelievi elettriche Trendelenburg per l’Autoemoteca. I presìdi sanitari sono stati donati dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, rappresentata per l’occasione dal Consigliere delegato . l’augustano. Leone La Ferla, che ha ricevuto, come simbolico ringraziamento, una targa dalle mani del presidente Fratres, Salvatore Ponzio, affiancato dal direttore sanitario della benemerita associazione, Di Fazio. Il Gruppo Donatori Sangue Fratres di Augusta opera nella città dal 5 dicembre 1984 inizialmente integrata nella Fraternità di Misericordia e, dal 18/03/1996, in forma autonoma. L’attuale Consiglio direttivo è stato eletto il 22/02/2013 e resterà in carica fino al febbraio 2017, ai sensi dell’art. 37 del nuovo statuto recepito dalla Fratres di Augusta in data 27/01/2003. L’Associazione è iscritta nel Registro Regionale delle Associazioni di volontariato con decreto dell’Assessorato

Enti Locali n° 872/XII AASS del 15/04/1998. I donatori Fratres sono nati dall’esigenza di fornire il sangue ai talassemici e ai pazienti emopatici cronici di Augusta che mensilmente, per la loro sopravvivenza, hanno bisogno di trasfusioni, nonché per sopperire alle necessità di tutti i pazienti ricoverati nei Presidi ospedalieri della città per le urgenze e per gli interventi programmati. In atto i volontari iscritti al gruppo al 31/12/2012 sono 501 di cui 438 donatori attivi. Nel 2012 sono state effettuate n. 693 donazioni di sangue intero di cui n. 376 presso il Centro Trasfusionale di Augusta e N. 229 presso l’Unità di Raccolta Mobile Temporanea e N. 88 prelevate presso l’Unità di Raccolta Mobile. Quale referenza per l’attività svolta, la nostra Associazione si avvale del tutoraggio del Centro Servizi di Volontariato Etneo di Catania (CSVE), che operando ai sensi della legge 266/91, attesta la qualità dei servizi prestati senza scopo di lucro dalla nostra Associazione. P. S.

Di Fazio, Salvatore Ponzio e Leone La Ferla

Lettera al Diario dsal signor Sebastiano Guzzardi, che affronta l’annosa questione dell’abbattimento delle barriere architettoniche

“I politici non capiscono il disagio delle famiglie con un disabile a carico” Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata al Diario dal signor Sebastiano Guzzardi. “Egregio Direttore, voglia, per quanto possibile, dare spazio e visibilità allo scritto ed alla nota dell’assessorato delle Politiche Familiari del Comune di Siracusa perché non è possibile ne tantomeno tollerabile assistere a questo scempio sociale senza che alcuno muovi un dito in favore di queste fasce debolissime della nostra comunità. E’ una cosa indegna. Auguro a lei e alla redazione un sempre proficuo lavoro. “Trascorso inutilmente un altro anno e mezzo dall’ultimo mio appello alle istituzioni locali, in ordine alla questione legata al rispetto della L.n. 13/89 “abbattimento barriere architettoniche” mi ripresento alle stesse, soprattutto locali, per chiedere conto di cosa stiano facendo a favore delle persone disabili. In questo periodo pre-elettorale ne ho sentite, attraverso i media, di tutto e di più. Allora mi chiedo se esista qualcuno già occupante quello della Regione Siciliana, in grado di mettere la faccia e spiegare il senso della direttiva N.12278 del 28 marzo 2011, ovvero sospendere l’accoglimento delle istanze dii cui alla l. 13/89? Esiste qualcuno che abbia il coraggio e gli attributi per guardare in faccia anche una sola persona con disabilità e dirgli “mi spiace ma tu non hai diritto alla mobilità in casa perché io, anziché tutelare la tua esistenza nel miglio modo possibile, riesco solo a produrre chiacchere sterili e di questo me ne vergogno”. Sono cosciente di chiedere troppo, ma ci provo lo stesso. Chiunque sia responsabile di questa assurda situazione, ne tragga le dovute conseguenze. Solo degli esseri ignobili e senza alcuna coscienza, umana e sociale, possono pensare e mettere in pratica simili disposizioni. Come già scrivevo negli anni passati, attra-

verso queste pagine, … siete solo capaci di sciacallare su situazioni familiari drammatiche e di profondo disagio e questo resterà, almeno per quel che mi riguarda, una cosa inaccettabile. Per quel che scrivo e per ciò che affermo, mi assumo sempre per intero la piena responsabilità in ogni sede terrena e celeste. Invito ancora una volta i nostri degni rappresentanti istituzionali locali, regionali, nazionali ed europei, a dare “solo” una sbirciatina alla convenzione ONU sul diritto delle persone con disabilità, (ratificata dal nostro Paese con la L. 3 marzo 2009 n 18) specie agli artt. 5, 7, 28, dopo di che arrossite pure senza vergogna, sapendo che esistono farmaci senza alcuna controindicazione, costituiti a base di cinismo, sfrontatezza e bassissimo senso del dovere civico. Nella Convenzione ONU sui diritti del disabile, durante i negoziati del 1993 a New York, l’Italia pretese e ottenne che una bozza di convenzione fosse predisposta dal nostro paese e presentata all’Assemblea Generale già dal 1987, tutt’ora disponibile presso la nostra rappresentanza all’ONU. Questo per comprendere che siamo un popolo capace e abile nel predicare, per poi dissolverci quando si deve dare reale applicazione agli intenti. Mi scuso dinanzi alle famiglie con persone disabili per non essere stato sufficientemente chiaro con i nostri rappresentanti istituzionali, ma vi assicuro che ho messo tutto l’impegno e le capacità a mia disposizione. Cordialmente”, Sebastiano Guzzardi

Per le notizie quotidiane www.diariodoc.it

Sebastiano Guzzardi


Sabato 22 giugno 2013

pagina 13

diariodoc.it

Il Pubblico ministero Antonino Nicastro aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione

Gepa: assolti Alessandro Spicuglia e Mauro Basile

I giudici del Tribunale penale (presidente, Stefania Scarlata; a latere, Tommaso Perna e Giuseppe Tripi) hanno assolto con formula piena, perchè il fatto non sussiste, l’ex assessore alla Mobilità e Trasporti del Comune di Siracusa, Mauro Basile e l’attuale direttore dell’agenzia di Siracusa della Pubblicompass Spa, la società che raccoglie la pubblicità per i quotidiani La Sicilia, Il Giornale di Sicilia e La Gazzetta del Sud, Alessandro Spicuglia, entrambi alla sbarra per rispondere di abuso dì ufficio. Il Collegio giudicante ha ritenuto insussistente la richiesta di condanna alla pena di un anno ciascuno avanzata dal Pubblico Ministero Antonino Nicastro nei confronti dell’ex assessore Basile, assistito dagli avvocati Ezechia Paolo Reale, il candidato a sindaco della lista civica Progetto Siracusa, e dall’avvocato Michele Frasca, in sostituzione del collega avvocato Piero Amara, impegnato fuori sede, e dell’agente pubblicitario Alessandro Spicuglia, difeso dall’avvocato Giuseppe Brandino. La vicenda definita dal Tribunale riguarda la denuncia presentata da Ugo Caia, amministratore della Gepa, la società che aveva ottenuto dall’Amministrazione comunale la concessio-

ne per la gestione dei parcheggi delle strisce blu. Il Caia si era rivolto alla Procura della Repubblica lamentando che l’assessore alla Mobilità e ai Trasporti avesse consegnato allo Spicuglia i documenti riguardanti l’affidamento dell’incarico per la gestione delle strisce blu in modo che venisse imbastita una campagna di stampa denigratoria verso la sua persona e la sua società. Per la pubblica accusa lo Spicuglia avrebbe istigato il Basile a consegnargli i documenti “riservati” in quanto riteneva che il Caia e quindi la Gepa non avrebbero dovuto e potuto ottenere la concessione dell’importante servizio poichè non era stato presentato il Durc, il documento attestante il regolare pagamento dei contributi spettanti ai dipendenti della società. Il Pubblico Ministero Nicastro ha considerato fondate le lamentele del Caia, ma i difensori di Basile e Spicuglia si sono rivelati degli investigatori di prim’ordine perchè sono riusciti a dimostrare che lo Spicuglia non perseguiva alcun obiettivo personale finalizzato a denigrare il Caia e che i documenti cosiddetti “riservati” il Basile glieli ha consegnati tempo dopo da quando già altri organi d’informazione locali avevano pubblicato notizie relative alla situazio-

ne di illegalità della società Gepa. Sicchè per gli avvocati Ezechia Paolo Reale, Michele Frasca e Giuseppe Brandino, che nella mattinata odierna hanno illustrato le arringhe difensive, è stato un gioco da ragazzi smontare la tesi del Pubblico Ministero e chiedere a gran voce l’assoluzione di Mauro Basile e Alessandro Spicuglia.

L’uomo è accusato di furto aggravato di energia elettrica e di costruzione abusiva

Avola, scattano le manette ai polsi di Santo Lantieri

Furto aggravato di energia elettrica e violazione dei sigilli è il reato di cui deve rispondere Santo Lantieri, 40 anni. L’uomo, siracusano ma residente ad Avola, è stato arrestato dalla Polizia durante predisposti e mirati servizi posti al contrasto dell’abusivismo edilizio. L’intervento degli agenti avveniva in contrada Gallina presso la proprietà dell’uomo tratto in arresto. Lantieri, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe violato i sigilli rubando energia elettrica. Le verifiche del personale operante appuravano

anche che il quarantenne avrebbe operato in abusivismo edilizio dunque denunciato in stato di libertà. I poliziotti non mancavano d’osservare come in un immobile di proprietà dell’uomo, peraltro giù sequestrato, vi fossero degli operai edili al lavoro che stavano realizzando un grande scavo per una piscina. Durante gli accertamenti è emerso anche, come detto, che Lantieri si era allacciato abusivamente al contatore per la fornitura di energia elettrica. F.G.

Maurizio Ferro, in affidamento ai servizi sociali, si è visto revocare dal Magistrato di Sorveglianza il beneficio

Violento in famiglia, rispedito in carcere

Troppo violento in famiglia. Sicchè, per evitare che potesse mettere a repentaglio l’incolumità fisica dei propri congiunti presso i quali era ospite, il Magistrato di Sorveglianza ha sospeso la misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali per Maurizio Ferro. Il cinquantenne siracusano, ufficialmente senza fissa dimora, si è visto revocare il provvedimento che gli consentiva di usufruire di un tetto e di tre pasti al giorno poiché i suoi familiari non tolleravano i suoi violenti comportamen-

ti. La Polizia di Stato cui era pervenuta la segnalazione della condotta aggressiva tenuta dal Ferro nei confronti dei propri familiari, ha inoltrato l’esposto alla Procura che, a sua volta, l’ha trasmessa all’ufficio del Magistrato di Sorveglianza, competente ad assumere gli eventuali provvedimenti di legge. La decisione non si è fatta attendere: l’affidamento in prova ai servizi sociali è stato sospeso e Maurizio Ferro è stato rispedito in carcere. F.G.

Undici mesi fa la scomparsa del marittimo Bianca, comandante del motopesca Fatima II

Accorato appello della madre di Gianluca

Sono passati già undici mesi e le Autorità Giudiziarie di Italia, Grecia, Egitto, Tunisia e Marocco non sono ancora riuscite a risolvere il rebus sulla sorte del siracusano Gianluca Bianca, comandante del motopesca “Fatima II”, di cui non si hanno più notizie dal 13 luglio 2012. I magistrati delle Procure di questi Paesi e l’Interpool non sono stati capaci di dire alla moglie, ai figli, ai genitori, ai parenti e agli amici se Gianluca sia morto o è ancora vivo. Tra l’altro, le uniche persone in grado di fornire un determinante contributo per risolvere il rebus sono irreperibili, nonostante nei loro confronti sia pendente un mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura Generale di Catania su richiesta dei magistrati Tommaso Pagano e Claudia D’Alitto, sostituti procuratori alla Procura della Repubblica di Siracusa e titolari dell’indagine sull’ammutinamento avvenuto a bordo del motopesca “Fatima II”, posto in essere da due pescatori marocchino e da un loro collega tunisino. In attesa di sviluppi dalle indagini e della cattura dei due marocchini e del tunisino, la mamma di Gianluca Bianca, lancia l’ennesimo appello per invitare chi sa a rivolgersi ai magistrati o alle forze dell’ordine. La si-

gnora Antonina Moscuzza, oltre a chiedere aiuto agli eventuali testimoni, intraprende un dialogo col proprio figlio. “Gianluca, figlio mio, dopo 11 mesi dalla tua scomparsa ancora oggi non sappiamo nulla di te. il mio cuore piange per la tua assenza, i mesi passano ma tu non sei qua con me e con i tuoi cari ... La mia vita non è più la stessa, non ha più senso da quando non sei qua con me. I giorni passano ma io sono ferma al 13-Luglio dell’anno scorso. Ricordo quando sei rientrato l’ultima volta per il matrimonio di tua sorella Giulia, eri tanto felice per lei. Ricordo quando mi hai mandato il pescato e tutto orgoglioso mi dicesti: “ Tieni mamma, cucinalo, l’ho preso per te”. Nella mia mente riaffiorano tanti ricordi di te da bambino, da giovane, da uomo perché, figlio mio, io e tuo padre siamo fieri di te, sei cresciuto con sani principi, ami la tua famiglia, il tuo lavoro, il mare ... Quello stesso mare che io oggi non so se odiare oppure amare perché lo amavi tu ! Perché non so se ti ha tradito il mare oppure le persone di cui ti fidavi, Gianluca, cuore di mamma, se sentì la mia voce, che dal quel maledetto 13 luglio continua a chiamarti, rispondimi. Ti voglio bene figlio mio la tua mamma”.

La pubblicità sul Diario è un investimento sicuro e redditizio

Per le notizie quotidiane vai su www.diariodoc.it

Potete Indirizzare le vostre e-mail a: diariodoc@virgilio.it


pagina 14

Sabato 22 giugno 2013

diariodoc.it

In primo piano le circoscrizioni Santa Lucia, Cassibile, Belvedere e Grottasanta

Presidente e Consiglio Comunale: i voti riportati da ciascuna lista AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI PRESIDENTE SANTA LUCIA Sezioni: 14 su 14 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 4.821 Femmine: 5.370 Totali: 10.191 Votanti: Maschi: 2.979 61,79% Femmine: 3.208 59,74% Totali: 6.187 60,71% Comune di Siracusa Lista N. 1 PENNISI GIUSEPPE PENNISI 467 17,59% Lista N. 2 CAMMUCA ALESSANDRO CAMMUCA 105 3,95% Lista N. 3 SILLITTI ADRIANA SILLITTI 42 1,58% Lista N. 4 BONDI’ SIMONE BONDI’SI 189 7,12% Lista N. 5 ARDITA FRANCESCO ARDITA 230 8,66% Lista N. 6 BRIGANTI SIMONE BRIGANTI 64 2,41% Lista N. 7 GENTILE KATIUSCIA DETTA KATIA GENTILE 171 6,44% Lista N. 8 ROTONDO FABIO ROTONDO 845 31,83% Lista N. 9 POLITINO FEBRONIO POLITINO 300 11,30% Lista N. 10 CARPANZANO GIOVANNI DETTO GIANNI CARPANZA 242 9,11% Totale Voti non Validi: 911 14,72% Totale Voti Validi: 2.655 42,91%

Votanti: Maschi: 1.957 72,91% Femmine: 1.984 71,62% Totali: 3.941 72,26% Comune di Siracusa Lista N. 15 NUOVI ORIZZONTI NUO. ORI 14,79%471 Totale Voti non Validi: 362 9,19% Totale Voti Validi: 3.184 80,79% Voti Solo Intestatario: 395 10.02% Totale Schede Scrutinate: 3941 100,00%

AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI CASSIBILE Sezioni: 5 su 5 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 2.570 Femmine: 2.465 Totali: 5.035 Votanti: Maschi: 1.767 68,75% Femmine: 1.717 69,66% Totali: 3.484 69,20% Comune di Siracusa Lista N. 13 SIRACUSA DEMOCRATICA SR DEM. 0,58%17 Totale Voti non Validi: 323 9,27% Totale Voti Validi: 2.909 83,50% Voti Solo Intestatario: 252 7,23% Totale Schede Scrutinate: 100,00%

AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI SANTA LUCIA Sezioni: 14 su 14Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 4.821 Femmine: 5.370 Totali: 10.191 Votanti: Maschi: 2.979 61,79% Femmine: 3.208 59,74% Totali: 6.187 60,71% Comune di Siracusa Lista N. 17 PER SIRACUSA GAROZZO SINDACO PER GARO 8,28%388 Totale Voti non Validi: 911 14,72% Totale Voti Validi: 4.685 75,72% Voti Solo Intestatario: 591 9,55% Totale Schede Scrutinate: 6187 100,00% AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI PRESIDENTE CASSIBILE Sezioni: 5 su 5 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 2.570 Femmine: 2.465 Totali: 5.035 Votanti: Maschi: 1.767 68,75% Femmine: 1.717 69,66% Totali: 3.484 69,20% Comune di Siracusa Lista N. 1 CARUSO ROSARIO CARUSO 40 2,12% Lista N. 2 TUCCITTO MARTINA TUCCITTO 241 12,76% Lista N. 3 ROMANO PAOLO ROMANO 633 33,51% Lista N. 4 MUSUMECI ORAZIO MUSUM.OR 346 18,32% Lista N. 5 SAITTA BIAGIO DETTO GINO SAITTA 497 26,31% Lista N. 6 MARANCI CHRISTIAN MARANCI 132 6,99% Totale Voti non Validi: Totale Voti Validi: 1.889 54,22% Voti Solo Intestatario: 1.289 37,00% Totale Schede Scrutinate: 3484 100,00% AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI CASSIBILE Sezioni: 5 su 5 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 2.570 Femmine: 2.465 Totali: 5.035 Votanti: Maschi: 1.767 68,75% Femmine: 1.717 69,66% Totali: 3.484 69,20% Comune di Siracusa

AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI PRESIDENTE BELVEDERE Sezioni: 5 su 5Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 2.684 Femmine: 2.770 Totali: 5.454 Votanti: Maschi: 1.957 72,91% Femmine: 1.984 71,62% Totali: 3.941 72,26% Comune di Siracusa Lista N. 1 PANTANO VINCENZO DETTO ENZO PANTANO 28,10%686 Lista N. 2 BLANCO COSIMO BLANCO 23,72%579 Lista N. 3 SIRINGO MARGHERITA SIRINGO 16,30%398 Lista N. 4 MORTELLARO SILVIO MORTELLA 10,77%263 Lista N. 5 BONDI’ SALVATORE BONDI’SA 17,49%427 Lista N. 6 PAPARO GRAZIELLA PAPARO 3,61%88 Totale Voti non Validi: 362 9,19% Totale Voti Validi: 2.441 61,94% Voti Solo Intestatario: 1138

AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI PRESIDENTE GROTTASANTA Sezioni: 20 su 20Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 8.121 Femmine: 9.027 Totali: 17.148 Votanti: Maschi: 5.658 69,67% Femmine: 6.108 67,66% Totali: 11.766 68,61% Comune di Siracusa Lista N. 1 STRAZZULLA PAOLO STRAZZUL 16,50% 825 Lista N. 2 BAIO DARIO BAIO 12,44% 622 Lista N. 3 LA MESA CARMELA DETTA PAMELA LA MESA 29,89% 1.495 Lista N. 4 ZAPPULLA FABIO ZAPP.FAB 18,10% 905 Lista N. 5 IACONO PAOLO IACONO 9,94% 497 Lista N. 6 LATINO MICHELE LATINO 1,94% 97 Lista N. 7 BOTTARO GAETANA DETTA TANIA BOTTARO 8,36% 418 Lista N. 8 ALIFFI GIUSEPPE ALIFFI 2,84% 142 Totale Voti non Validi: 2.425 20,61% Totale Voti Validi: 5.001 42,50% Voti Solo Intestatario: 4340 36,89% Totale Schede Scrutinate: 100,00% Schede Bianche: 861 7,32% Voti Nulli: 642 5,46% Schede Nulle: 922 7,84% 36,89%

Voti Contestati: 0 0,00%

Totale Schede Scrutinate: 3941 100,00% AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI BELVEDERE Sezioni: 5 su 5 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 2.684 Femmine: 2.770 Totali: 5.454 Votanti: Maschi: 1.957 72,91% Femmine: 1.984 71,62% Totali: 3.941 72,26% Comune di Siracusa AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI BELVEDERE Sezioni: 5 su 5 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 2.684 Femmine: 2.770 Totali: 5.454

AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI GROTTASANTA Sezioni: 19 su 20 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI GROTTASANTA Sezioni: 19 su 20 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 8.121 Femmine: 9.027 Totali: 17.148 Votanti: Maschi: 5.658 69,67% Femmine: 6.108 67,66% Totali: 11.766 68,61% Comune di Siracusa Lista N. 17 SIRACUSA RISVEGLIATI! BRIANTE SINDACO SR.RISV. 4,90%371 Totale Voti non Validi: 2004 17,10% Totale Voti Validi: 7.576 67,93% Voti Solo Intestatario: 1572 14,10% Totale Schede Scrutinate: 94,78% AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI PRESIDENTE ACRADINA Sezioni: 23 su 24 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 8.890 Femmine: 10.098 Totali: 18.988 Votanti: Maschi: 6.116 68,80% Femmine: 6.630 65,66% Totali: 12.746 67,13% Comune di Siracusa Lista N. 1 D’IGNOTI PARENTI ALESSANDRO D’IGNOTI 19,88%847 Lista N. 2 BRUNO PAOLO BRUNO 41,38%1.763 Lista N. 3 SCHIAVONE FORTUNATA DETTA


Sabato 22 giugno 2013

diariodoc.it

pagina 15

In primo piano la circoscrizioni Acredina

Presidente e Consiglio Comunale: i voti riportati da ciascuna lista NADIA SCHIAVON 3,05%130 Lista N. 4 BOTTIGLIERE MASSIMO BOTTIGLI 3,99%170 Lista N. 5 CAPPUCCIO MAURIZIO CAPPUCCI 4,22%180 Lista N. 6 SINISCALCHI DANIELE SINISCHA 17,16%731 Lista N. 7 DI PIETRO CLAUDIO DI PIETR 10,33%440 Totale Voti non Validi: 2343 19,09% Totale Voti Validi: 4.261 34,72% Voti Solo Intestatario: 5669 46,19% Totale Schede Scrutinate: 96,29%

AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI ACRADINA Sezioni: 23 su 24Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 8.890 Femmine: 6.116 Totali:10.098 Votanti: Maschi: 18.988 68,80% Femmine: 6.630 65,66% Totali: 12.746 Comune di Siracusa Lista N. 1 PARTITO DEMOCRATICO PD 15,87%1.447 Lista N. 2 SIRACUSA RISVEGLIATI! BRIANTE SINDACO SR.RISV. 3,76%343 Lista N. 3 DIRITTI E LIBERTÀ CENTRO DEMOCRATICO D.L. CD 3,85%351 Lista N. 4 CON EDY PER SIRACUSA EDY X SR

6,54%596 Lista N. 5 MOVIMENTO 5 STELLE 5 STELLE 5,84%533 Lista N. 6 I.T.A.C.A. ITACA 0,37%34 Lista N. 7 PER SIRACUSA GAROZZO SINDACO PER GARO 11,16%1.018 Lista N. 8 MANGIAFICO MANGIAFI 3,96%361 Lista N. 9 PROGETTO SIRACUSA PROG.SR 5,76%525 Lista N. 10 RINNOVIAMO SIRACUSA ADESSO! RINN. SR 6,68%609 Lista N. 11 SIRACUSA DEMOCRATICA SR DEM. 7,09%647 Lista N. 12 PRONTI AL CAMBIAMENTO PR.CAMB. 3,09%282 Lista N. 13 DEMOCRATICI RIFORMISTI PER LA SICILIA DEM RIF 5,80%529 Lista N. 14 IL MEGAFONO LISTA CROCETTA MEGAFONO 5,13%468 Lista N. 15 SIRACUSA PROTAGONISTA CON VINCIULLO SR VINC. 7,42%677 AMMINISTRATIVE - CIRCOSCRIZIONALI ACRADINA Sezioni: 23 su 24 Risultati Ufficiosi - Voti di Lista Iscritti: Maschi: 8.890 Femmine: 10.098 Totali: 18.988 Votanti: Maschi: 6.116 68,80% Femmine: 6.630 65,66% Totali: 12.746 67,13%

Comune di Siracusa Lista N. 16 POPOLO DELLA LIBERTA’ BERLUSCONI PRESIDENTEPDL BERL 7,68%700 Totale Voti non Validi: 2.068 16,85% Totale Voti Validi: 9.120 74,31% Voti Solo Intestatario: 1085 8,84%

Benito Aprile ringrazia don Renzo Scarpa amministratore parrocchiale della chiesa dei Santi Geremia e Lucia di Venezia

Il corpo di Santa Lucia ritorna a Siracusa

Benito Aprile e don Renzo Scarpa Il corpo di Santa Lucia nel dicembre del 2014 ritorna nella sua Siracusa. E’ la notizia che mi ha comunicato don Renzo Scarpa, amministratore parrocchiale della chiesa dei Santi Geremia e Lucia, dopo lo scambio degli auguri, durante il periodo della Santa Pasqua, E’ un regalo che mi ha fatto, anzi si direbbe è ancora un dono che continua a farci a noi siracusani e a tutto il popolo luciano. Non dimentichiamoci che se la prima volta il sacro corpo di Lucia è tornato a Siracusa lo dobbiamo a questo sacerdote, molti hanno saputo e hanno taciuto. Quante persone hanno scritto fiumi di parole, tanti pur sapendo la verità, hanno pubblicato dei libri che dovrebbero essere riveduti e corretti, per dire la veridicità dei fatti. La venuta del corpo di Santa Lucia è storia e questa non si può falsare. Anche la stampa a fatta “finta” di disconoscere questa informazione. Il mio non è un rimprovero, ma non posso tacere; la storia siamo noi e non si può deformare, Non so a volte quale molla spinge a usare la politica delle tre scimmie: non vedo, non sento e non parlo. Esaminate i giornali dell’epoca: Gazzetta del Sud 7 giugno 2003, La Sicilia 8 giugno 2003, Gazzetta del Sud 13 giugno 2003 e Diario 14 giugno 2003 e conoscerete la verità; anche molti dei tanti sacerdoti sapevano di questa realtà, ma tutti hanno taciuto. Per il momento desidero proferire di quest’avvenimento. Ho dovuto tacere per motivi che avevo concordato con don Renzo per darvi questa partecipazione, per me è stata una sofferenza stare zitto, avrei voluto comunicarvela subito per gioire assieme. Immedesimatevi con me, in un momento di serena pace dell’anima, mi appresto a fare gli auguri pasquali e in cambio ricevo questa splendida notizia, fornitamela su un piatto d’argento che dichiara: il corpo di Santa Lucia ritorna a Siracusa. Ora vi comunico cosa mi ha detto don Renzo: nel 2005, in un incontro tra il nostro emerito Arcivescovo Costanzo e Sua Eminenza Angelo Scola, accennavano alla possibilità di un ritorno del corpo di Santa Lucia a Siracusa, nel prossimo decennio 2014, dopo quel solenne arrivo del 2004 nella città che diede i natali alla vostra Santa Patrona. Nel frattempo sono cambiate le sovranità sia a Venezia, sia a Siracusa. Per questo motivo si “dole-

va” che ancora da Siracusa non erano pervenute, da chi di competenza doveva comunicarle, notizie in merito. A tal proposito m’incaricava, a tempo opportuno, di informare il nostro vescovo Mons. Salvatore Pappalardo, con la cortesia di avere in cambio una risposta al più presto. In seguito mi ha inviato un’E-mail che mi afferma: nel 2005 in un incontro tra l’Arcivescovo Mons. Costanzo e Sua Eminenza Angelo Scola, si accennava ad una possibilità di una traslazione nel prossimo decennio 2014 dopo quella prima solennissima del 2004. Nel frattempo sono cambiate le eccellenze a Siracusa e a Venezia. Da Siracusa non ho avuto notizie al riguardo, puoi tu darmene. Don Renzo Scarpa - San Geremia e Lucia – Venezia. Ho informato subito il nostro Arcivescovo che mi ha incaricato di mettermi in contatto, per ogni comunicazione, con il Presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Pucci Piccione. Con questo ho avuto una lunga conversazione, raccontando nei particolari ogni discorso avuto telefonicamente con il parroco di Venezia. Dal colloquio avuto con il Presidente della Deputazione, è in mio parere personale, ho trovato davanti a me, la persona giusta che può portare ogni rinnovamento alla gestione della Deputazione con risultati interessanti, eccellenti e innovativi. Il libro della storia per avere il corpo di Santa Lucia non è cambiato e sempre la stesso. Mentre una volta ci negavano di avere per sempre il corpo di Santa Lucia o di poterlo tenere per qualche breve tempo a Siracusa, vedi la lettera che il 15 ottobre 1975, che il Vicario Generale, sac. Giuseppe Bosa scrisse a Giovanni Giuffrida, di Siracusa: Curia Patriarcale di Venezia Egregio Signore Ci è stata recapitata la lettera che ella ha inviato al Santo Padre per ottenere a Siracusa il Corpo di S. Lucia. Mi spiace doverLe dire che la cosa è del tutto impossibile. Lei ricorda nella Sua lettera il precedente della concessione per una settimana del Corpo di Santa Lucia alla città di Pesaro: è vero, ma è stata una concessione del tutto eccezionale ed unica che ha suscitato molte perplessità e proteste di fedeli ed organizzazioni cattoliche di Venezia. L’autorità ecclesiastica pertanto ha stabilito che non si ripetino più tali concessioni per nessun motivo e senza possibilità di eccezioni. Mi spiace doverLe dare questa risposta, ma confido che Ella voglia comprendere la nostra posizione. Le invoco la particolare protezione di Santa Lucia e Le porgo ossequi e saluti. dev.mo, Sac. Giuseppe Bosa, Vic. Gen. Dicevo che il libro è sempre lo stesso. Sì e aperto solo un nuovo capitolo che noi siracusani debbiano prendere parte a scriverlo in un modo diverso, apprezzalo per poi custodirlo. Ora il corpo di Santa Lucia c’è lo offrono su un piatto d’argento, sono loro che ci chiamano e noi dobbiamo tenere i dovuti contatti con i veneziani, dobbiamo fare capire che siamo fratelli in Cristo, nostro Signore.

In un mio incontro con il Patriarca Scola nel 2006, ebbi modo di parlare del corpo di Santa Lucia e dei rapporti che noi siracusani avremmo dovuto tessere con i veneziani. In quel discorso c’era tutto un programma da istituire, cosa che noi siracusani non abbiamo mai fatto. E poi avanziamo delle pur giuste pretese, e quando dico siracusani, non intendo affermare solo la massa della popolazione, io mi rivolgo principalmente alle massime autorità sia civili, sia ecclesiastiche. C’è qualcuno che mi può smentire? Penso di no. E allora perché parliamo di giuste pretese se non siamo capaci di operare nella giusta ragione. Lo stesso discorso me lo fece il Vicario Generale del Patriarca Scola, Mons. Orlando Barbaro che mi disse: Venezia a poco a poco sta restituendo le tantissime reliquie che esistono nelle varie chiese veneziane. Queste spoglie o frammenti sacri a Venezia sono poco conosciute e poco venerati, mentre se ritornassero nelle loro città di origine, i veneziani riceverebbero un grande riconoscimento e le reliquie ritroverebbero la devozione che i loro concittadini saprebbero donare. Le richieste dei siracusani per avere il corpo di Santa Lucia, sembrano che sia cominciato, con relativa e dovuta documentazione, il 14 dicembre 1834. Le autorità civili e religiose hanno scomodato tanti Papi, Mussolini, Capo dello Stato italiano nel periodo più in auge del suo potere, pure un Santo, Papa Sarto San Pio X, per non parlare delle tante iniziative di privati cittadini siracusani, ma il corpo di Santa Lucia è rimasto a Venezia. Il 19 maggio del 2003 mi trovai a Venezia per venerare il corpo di Santa Lucia e per l’occasione conobbi da vicino don Renzo Scarpa, una persona eccezionale piena di umanità. Fu allora che appresi che il corpo di Santa Lucia era stato richiesto da Verona, in occasione del XVII centenario del suo martirio. Risposi che se questo si avverasse sarebbe un’ingiustizia, Siracusa ha fatto sempre delle richieste e regolarmente le sono state sempre negate, mentre nella città di Pesaro il corpo si Santa Lucia vi è rimasto, alla venerazione dei fedeli, per una settimana. Mi rispose: sì e vero, comprendo la sua ragione e quella dei siracusani. Al mio ritorno a Siracusa, dopo alcuni giorni telefonai a don Renzo il quale mi comunicò che aveva parlato con il patriarca Angelo Scola per un pellegrinaggio del corpo di Santa Lucia a Siracusa, ed era riuscito ad avere il dovuto consenso. Quello che i grandi personaggi non erano riusciti ad assicurarsi, per far giungere il corpo di Santa Lucia a Siracusa, lo aveva ottenuto un umile e semplice sacerdote. Ora e ancora lui a fare ritornare il corpo Santo nella nostra città, c’è l’ha ricordato, risvegliando l’impegno che la chiesa veneziana aveva preso con mons. Costanzo, nostro emerito Arcivescovo. Sebbene il dono della grazia e riservato solo a nostro Signore Gesù Cristo, don Renzo è stato e lo è ancora lo strumento che il Signore si serve per rendere felice un popolo che a fame e aspirazione per venerare ancora una volta, a Siracusa, il corpo della nostra Santa della luce. Benito Aprile


pagina 16

diariodoc.it

Sabato 22 giugno 2013

Il collaboratore di giustizia racconta di avere acquistato dal commerciante catanese Carmelo Calcagno dei mobili per arredare il suo appartamento di Via Resalibera e di avergli dato degli assegni postdatati poi tutti protestati e per dispetto Attanasio ordinò di compiere due attentati incendiari, con l’utilizzo di bombole di gas, in danno del negozio sito in via Politi Laudien

Piccione: “Per causa mia fu rasa al suolo la Jolly Componibili” Il ragioniere Rosario Piccione, collaboratore di giustizia del mese di luglio 2002, nel rendere dichiarazioni ai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania, ha parlato dei suoi rapporti operativi quale affiliato al clan mafioso “Bottaro-Attanasio”, sodalizio dal quale poi è uscito immediatamente dopo essere stato arrestato dalla Squadra Mobile di Siracusa per estorsione ai danni del titolare di “Medimax”, noto store di elettrodomestici. In una delle tante dichiarazioni rese appunto agli inquirenti e nel corso dei processi già definiti dalla magistratura il Piccione racconta l’attentato incendiario posto in essere contro l’esercizio commerciale Jolly Componibili. “Un giorno ho incontrato all’interno della sala del barbiere di via S. Oliveri un signore, che si qualificato come il proprietario della Jolly Componibili, il cui negozio era all’epoca ubicato in Via Politi Laudien. Mi ha detto di chiamarsi Carmelo Calcagno, e, attendendo il nostro turno, abbiamo intrattenuto una piacevole conversazione. Nel congedarsi il signor Calcagno mi ha invitato ad andarlo a trovare presso il suo negozio, dove in realtà alcuni giorni dopo mi sono recato anche perchè volevo vedere delle cucine per poter arredare la mia casa. Da quella volta ci siamo visti parecchie volte e abbiamo iniziato a frequentarci con più assiduità, in quanto abbiamo scoperto che avevamo delle comuni amicizie nell’ambiente della malavita sia catanese che siracusana. Entrando in confidenza il signor Calcagno mi rivelò di avere scontato parecchi anni in carcere in quanto appartenente al gruppo di Santapaola. Nel farmi quella confidenza, il Calcagno si definiva “un uomo saggio di galera”. Come dicevo prima, in quel periodo stavo arredando il mio appartamento di Via Resalibera per cui decisi di acquistare dal signor Calcagno parecchi mobili, prendendo l’impegno che gli avrei pagato tutto il successivo mese di ottobre. Lo stesso Calcagno, che mi aveva preso in simpatia, non fece alcuna obiezione e mi autorizzò a prelevare tutti i mobili di gradimento. Col senno di poi, posso dire di non essermi comportato bene con il signor Calcagno. Anzi, se proprio devo chiamare le cose con le giuiste parole sono stato un ingrato e ho compiuto nei suoi confronti delle “fangate” di cui ora mi vergogno. Infatti, non ho rispettato la parola datagli, in quanto a ottobre non gli ho pagati tutti i mobili che avevo prelevato dalla “Jolly Compomibili”. Quello per me, purtroppo, è stato un periodo in cui ho compiuto altre “fangate”. Tutto questo a causa del fatto che Alessio Attanasio e Angelo Iacono, elementi di spicco del clan di cui ero un appartenente, mi facevano sentire come un boss, una qualifica che moralmente non mi apparteneva ma della quale mi sono “fregiato”, se così posso dire, per compiere delle truffe ai danni di commercianti dai quali acquistavo della merce per mio uso personale e familiare. Sono convinto che se, anzichè collaborare con la giustizia, avessi continuato a far parte del clan, Alessio Attanasio sarebbe riuscito a plagiarmi e persuadermi a compiere dei reati di sangue. Vivaddio, e non mi pento della scelta fatta, mi sono fermato in tempo. Ritornando al signor Calcagno, gli ho fatto quelle “fangate” perchè a ottobre tutti gli assegni che gli avevo rilasciato a fronte dei mobili prelevati nel suo esercizio commerciale sono stati tutti protestati. Anzichè andarmi a scusarmi con il signor Calcagno mi confidai con Alessio Attanasio il quale andò su tutte le furie non con me per la truffa che avevo realizzato, ma nei confronti del Calcagno per non aver evitato che venissero protestati gli assegni. “Come si permette, questo cesso, a farci questo sgarbo? - sentenziò l’Attanasio. Il quale la stessa sera chiamò Lino Mazzarella e gli ordinò di far saltare il negozio della Jolly Componibili, collocandogli la “solita” bombola di gas a ridosso della saracinesca. L’attentato fu regolarmente effettuato e le conseguenze per il signor

Rosario Piccione e Alessio Attanasio Calcagno furono pesantissime: La Jolly Componibili con Attanasio. Costui, quando ricevette la telefonata andava, infatti, quasi interamente distrutta e i danni fu- di Franzò, si arrabbiava, urlando: “Alfredo, devi dirgli rono valutati nella misura degli attuali centomila euro. che adesso ci vogliono duecento milioni, altrimenti gli Il Calcagno reagiva come fanno tutti coloro che or- faccio saltare per la seconda volta il negozio”. La mibitano negli ambienti della malavita: si rivolse, infatti, naccia di Attanasio non fu solo verbale. Dopo qualche a tale Gianni Ganci, un ex malavitoso catanese che da settimana la “Jolly Componibile” fu rasa al suolo, a cauanni risiedeva a Siracusa, e assieme andarono a trova- sa dello scoppio di due bombole e a quel punto il pore Alfredo Franzò, per chiedergli di “raccomandarli” vero signor Calcagno decise di ritornarsene a Catania”.

Le confessioni del ragioniere Rosario Piccione

“Alessio Attanasio voleva farmi fare il salto di qualità”

Sempre nel verbale illustrativo redatto il 31 luglio 2002, il pentito Rosario Piccione fa riferimento ad alcune estorsioni alle quali ha preso parte, tra cui quella posta in essere ai danni di Stefano Rametta e di suo padre Sebastiano, che gestivano il parcheggio alla Fiera del Sud. “L’estorsione contro i Rametta fu perpetrata tra ottobre e dicembre del 2001. Alessio Attanasio mi incaricò di portargli padre e figlio Rametta, perchè doveva parlargli. Mi recai alla Fiera del Sud dove trovai soltanto trovai “zio Iano Rametta” e gli diedi appuntamento in Ortigia. Nel posto in cui ci incontrammo siamo stati raggiunti dall’Attanasio il quale, dopo alcuni preamboli, disse a Iano Rametta che l’indomani mattina gli avrebbe dovuto portare venticinque milioni per tutti i lavori che avevano fatto, altrimenti gli avrebbe ammazzato il figlio. Lo zio Iano immediatamente si attivò e l’indomani mi consegnò 25 milioni che io consegnai, recandomi nella villetta dell’Arenella, nella mani del papà di Alessio Attanasio, che sicuramente non sapeva proprio niente. Nel successivo mese di dicembre i Rametta presero di nuovo in appalto la gestione del parcheggio della Fiera del Sud e in quell’occasione il Rametta mi consegnava altri quattro milioni dicendomi di darli ad Alessio Attanasio, Il Rametta ebbe ad esortarmi di riferire ad Attanasio di non chiedergli più soldi perchè non non sapeva più dove prenderli. piu dove prendere i soldi.

Piccione, nell’ammettere i propri errori, ha manifestato la propria vergogna per le malefatte compiute nei confronti di persone che si erano fidate di lui. Anche in questo verbale illustrativo, il ragioniere Piccione ringrazia la Polizia per averlo arrestato. “Se non mi arrestavano difficilmente mi sarei salvato. Sono convinto che se non mi arrestavano Alessio Attanasio mi avrebbe fatto eseguire qualche episodio di sangue. In quel periodo infatti era riuscito a coartare la mia volontà, facevo tutto ciò che mi chiedeva, era come se mi avesse drogato. A tal riguardo mi viene in mente un’altra vicenda di cui provo in parte vergogna. Io dovevo dare dei soldi ad Alfredo Franzo e Massimo Romano per la compravendita di autovetture usate, ben consapevole però che loro le avevano truffate a dei fornitori del Nord Italia. Il Franzò, anche se amico di Alessio, cominciò ad assillarmi per chiedermi di pagargli le macchine che mi aveva dato. Mi sono rivolto ad Alessio il quale, quando ho finito di esporgli il caso, mi disse: “Ragioniere questo è il momento buono per fare il salto di qualità. Stai tranquillo che ti do una mano io, ma queste due persone - e si riferiva a Franzò e Romano - si debbono ammazzare. Devi sapere che questi hanno ussato il nome e quello di Salvatore Bottaro per i loro interessi”. Non avendo la stoffa del killer ho sempre tergiversato e cercato delle scuse iper prendere tempo e quell’agguato non è stato mai eseguito. E non mi pento della scelta fatta”.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.