Dialoghi 256

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256 dialoghi Locarno – Anno 51 – Aprile 2019

di riflessione cristiana BIMESTRALE

Paese mio, ti vedo male

Il saggio amaro di Dick Marty sul Ticino dell’economia e della politica a pagina 5

E nella Chiesa cattolica? La calma del triduo pasquale mi permette di godere di un po’ di tempo per riflettere sull’attualità ecclesiale, costantemente sollecitata da una quantità di notizie superiore alla media cui sono abituato. Mi sembra di subire involontariamente una specie di «doccia turca», con acqua molto calda e gelida ad intervalli intermittenti. Tra le notizie positive la visita di papa Francesco agli Emirati arabi e la pubblicazione di un documento comune cristiano-musulmano spicca come evento anticiclico rispetto all’attualità politica che sembra dimenticare i nodi e i conflitti irrisolti del medio Oriente. «Dialoghi» cerca di onorare questo evento, proponendo a chi ci legge il testo integrale del documento in questione. Non mancano comunque le notizie preoccupanti e negative. Nonostante l’incontro delle presidenze delle conferenze episcopali di tutto il mondo a

Roma attorno a papa Francesco per delineare le linee maestre di una strategia contro gli abusi sessuali al suo interno, bisognerà aspettare ancora un po’ per capire se davvero si stia voltando pagina. Conforta comunque la linea assunta dalle conferenze a noi più vicine, a cominciare da quelle della Svizzera e della Germania, come pure dalla conferenza francese. Esse sostengono una fiducia di principio nei confronti delle autorità giudiziarie dei loro relativi Paesi e prevedono una denuncia dei casi a loro conoscenza che non siano ancora prescritti. Resiste con tenacia, su questo aspetto del problema, la Conferenza episcopale italiana e non se ne capiscono le vere ragioni. Il «diavolo risiede comunque nei dettagli» e il proverbio ha trovato una chiara conferma proprio nella diocesi di Basilea, roccaforte del progressismo cattolico elvetico. A Riehen, sobborgo di Basilea, un prete si presenta

al concorso indetto per trovare un parroco. Prima di accedervi aveva parlato con il vescovo di Basilea e gli aveva rivelato di essere stato oggetto di un’inchiesta giudiziaria e di aver subito un decreto d’accusa per aver avuto comportamenti inadeguati, anche se non gravi, con un minore. Il vescovo, conoscendo le qualità di questo prete, gli consiglia di presentarsi al concorso ma gli ingiunge di comunicare al contempo al consiglio parrocchiale il contenuto del decreto d’accusa. Il prete si presenta al concorso, ma omette di trasmettere l’informazione e il consiglio parrocchiale sembra disposto positivamente a farlo nominare. Alcuni giornalisti comunque pubblicano la notizia legata al decreto d’accusa e così l’episodio diventa di pubblico dominio. A questo punto il vescovo non ha altra possibilità che quella di non raccomandare al consiglio parrocchiale la nomina del Alberto Bondolfi (Continua a pagina 24)


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