255 dialoghi Locarno – Anno 51 – Febbraio 2019
di riflessione cristiana BIMESTRALE
CHE ARIA TIRA?
Ogni giorno ce n’è una: le notizie negative sulla Chiesa cattolica, che riguardino il sesso o i soldi, sono riportate quotidianamente sui media «seri» e su quelli «scandalistici.» Noi di «Dialoghi» potremmo o tirare il fiato, e passare ad altro, oppure metterci anche a noi a riportare fatti, inchieste e processi. Preferiamo prendere un’altra strada e concentrarci su una ricerca di cause più o meno profonde e radicate nel tempo. Il fenomeno evidentemente non è nuovo e, se scaviamo un po’ nella nostra memoria di persone che hanno dietro di sé diversi decenni di vita attiva, potremmo costatare che, anche nel nostro piccolo mondo ticinese, abbiamo assistito a vari procedimenti penali nei confronti di alcuni membri del clero locale, sfociati in sanzioni più o meno severe da parte degli organi giudiziari cantona-
li. In questo numero, Enrico Morresi inizia questo scavo analitico con un primo contributo e gliene siamo grati. Altri aspetti della vita delle varie comunità ecclesiali cattoliche attirano forse meno attenzione da parte dei media, ma sono comunque indice di una stanchezza interna cui si deve poter porre rimedio. Le funzioni liturgiche sono frequentate da un numero sempre più ristretto di persone, ma non migliorano comunque in qualità e trasparenza per coloro che le seguono in maniera più o meno attiva. E, anche quando alle attività di culto sono presenti strati più ampi della popolazione (pensiamo ai funerali), non diventano necessariamente più significative per coloro che vi partecipano. La riforma liturgica risale a più di mezzo secolo fa e da allora essa sembra marciare sul posto, diventando a sua volta
routine come nei secoli precedenti. Alberto Lepori ce ne parla in questo numero, mettendo in evidenza ciò che in maniera più o meno evidente non sembra più passare e funzionare. La riflessione sui fondamenti della fede dei credenti dovrebbe costituire preoccupazione costante della vita della Chiesa. Essa va sotto il nome di «ricerca teologica» e ha luogo in istituzioni diverse, come le Facoltà universitarie e i vari centri di ricerca. Essa non manca di vitalità, sia in ambito cattolico sia nelle altre Chiese cristiane, ma tende a fare vita separata rispetto alle realtà di base delle comunità ecclesiali e al dibattito culturale in genere. Ci sono comunque anche segni di consapevolezza rispetto a questa situazione. È di questi giorni una lettera collettiva di molti teologi tedeschi al cardinal Marx, presiden-