238 dialoghi di riflessione cristiana BIMESTRALE
Benvenuti! Come uomini, come cristiani, come svizzeri e come ticinesi, di fronte agli sbarchi di donne uomini e bambini sulle coste del Mediterraneo, alla processione di donne, uomini e bambini accampati lungo i binari, noi abbiamo una sola parola da dire: benvenuti! Come uomini, se appena cerchiamo di risalire nella linea dei progenitori (e senza necessariamente arrivare al momento in cui lasciarono gli alberi per correre nelle savane) e scopriamo l’origine di una parte dei nostri cromosomi; come cristiani che ricordano la richiesta che tutti ci aspetta («Ero straniero e mi avete accolto»); come ticinesi che conoscono le emigrazioni dell’Ottocento e del primo Novecento; come svizzeri che hanno accolto gli esuli liberali nell’Ottocento, gli ungheresi e i vietnamiti anticomunisti
nel Novecento, senza dimenticare la vergogna di aver apposto la tragica «J» sui passaporti di chi fuggiva ai campi nazisti della morte («la barca è piena!»). Abbiamo detto «benvenuti» a centinaia di migliaia di giovani, uomini e donne, venuti a lavorare nelle nostre fabbriche, sui cantieri di montagna (a Mattmark!), a scavare le gallerie ferroviarie e autostradali, contribuendo a creare la ricchezza e il benessere di cui godiamo. «Benvenuti» diciamo anche agli «undici» (e al loro mister, Petrovic) che evitano alla nazionale di calcio troppo frequenti «marignano», e ai quattro quinti dell’équipe di tennis che hanno difeso la nostra permanenza in Coppa Davis. Infine, ma non da ultimo, ringraziamo per il «benvenuto» con il quale avete
accolto e ancora oggi accogliete i ticinesi e gli svizzeri tuttora emigranti, non perché perseguitati ma in cerca di lavoro e persino fortuna (sono attualmente 700 mila gli svizzeri che abitano e lavorano fuori della Confederazione!). Quindi, tutti benvenuti. Certo, nel rispetto delle regole e dei nostri costumi (anche, se possibile, delle nostre manie di beneducati). Cercate di non disturbare troppo la sera, evitate di buttate i mozziconi di sigaretta per terra. Ma benvenuti a curare i nostri anziani, a permettere di funzionare ai nostri magnifici ospedali, ad assicurare la sopravvivenza demografica alla Svizzera e all’Europa, in calo di nascite da anni, e che avrà sempre più bisogno di nuovi venuti. DIALOGHI
NZZ am Sonntag, 6.9.2015
Locarno – Anno 47 – Ottobre 2015