237 dialoghi Locarno – Anno 47 – Giugno 2015
di riflessione cristiana BIMESTRALE
Tra confusione e misericordia
Viste da fuori, le notizie che giungono dalla «Chiesa cattolica» e/o dal «Vaticano» hanno la capacità di confondere il più attento dei lettori. Negli ultimi tempi, infatti, non si sa più da che parte stiano i vertici del cattolicesimo quando si parla, per fare un esempio vistoso, di omosessuali. A chi dobbiamo credere? Al Papa che nel luglio 2013, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, rispondendo alle domande dei giornalisti aveva detto: «Se una persona è gay e cerca il Signore, e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». Oppure al segretario di Stato vaticano, cardinale Parolin, che il 27 maggio ha definito il risultato del referendum sulle nozze gay in Irlanda non solo una sconfitta dei principi cristiani, ma anche «una sconfitta per l’umanità»? Dobbiamo dare retta alle parole del
In alto, Papa Francesco lava i piedi dei giovani carcerati la sera del Giovedì Santo; in basso, la consegna del messaggio agli intellettuali del Concilio Vaticano II, l’8 dicembre 1965, da Paolo VI a Jacques Maritain.
teologo domenicano Jean-Miguel Garrigues che qualche mese fa su «Civiltà cattolica» spiegava che «la visione di Francesco è quella di una Chiesa per tutti, perché Cristo è morto davvero per tutti gli uomini, senza eccezioni, non per alcuni» e in questo modo apriva la porta espressamente a deroghe nell’ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti e indirettamente lasciava immaginare aperture anche sugli omosessuali? Oppure dobbiamo fidarci di più del fatto che la mancata nomina dell’ambasciatore francese presso la Santa Sede di Laurent Stefanini, cattolico praticante, sia dovuta alla sua dichiarata omosessualità, come adombra la maggior parte degli osservatori di cose vaticane? C.S. (Continua a pagina 13)