227 dialoghi Locarno – Anno 45 – Giugno 2013
di riflessione cristiana BIMESTRALE
Asilo fiscale o politico?
Un Paese da evangelizzare Il risultato della votazione federale del 9 giugno è un effetto della paura e dell’egoismo. Con una partecipazione del 45,4% (in Italia, con percentuali superiori, ci si preoccupa della democrazia…), i cittadini svizzeri hanno deciso una più rapida espulsione degli asilanti (78,45%); i ticinesi, più disimpegnati (partecipazione del 37, 31%), sono stati ugualmente determinati nel rifiuto agli stranieri (74,91%), schierandosi con i cantoni più xenofobi, e «dimenticando» (come gli altri cristiani, di tutta la Svizzera) l’appello alla umanità delle Chiese svizzere che raccomandavano di respingere l’ennesimo inasprimento del «dovere di accoglienza». Un risultato poco onorevole che stampa, partiti e Chiese hanno archiviato
con assordante silenzio, per restare nell’illusione del mito della Svizzera umanitaria, culla centocinquant’anni fa della Croce Rossa. Intanto i banchieri (finalmente trattati come complici degli evasori) cercano di nascondere sotto il tappeto polvere e altri escrementi («lo sterco del demonio») che hanno loro procurato «bonus» milionari. Chiamati finalmente a mostrare la faccia, dovendo pagare multe milionarie, prevedono di ridurre le imposte da pagare in Svizzera. Aveva ragione quel banchiere che chiamò «noccioline» i soldi dimenticati nelle banche svizzere dagli ebrei perseguitati dai nazisti: ora si tratta di nespole. Cinquant’anni fa (Pacem in terris, n. 79), Giovanni XXIII costatava che
Le Courrier
«nelle comunità nazionali di tradizione cristiana, le istituzioni dell’ordine temporale (…) si caratterizzano non di rado per la povertà di fermenti e di accenti cristiani». Dopodiché aggiungeva, non senza ironia: «È certo tuttavia che alla creazione di quelle istituzioni hanno contribuito e continuano a contribuire molti che si ritenevano o si ritengono cristiani». Il rimedio? «È necessario che si ricomponga l’unità interiore, e nelle loro attività temporali sia pure presente la fede come faro che illumina e la carità come forza che vivifica». All’opera quindi, con la rievangelizzazione degli Svizzeri. Ma il «Giornale del Popolo» si preoccupa del riscaldamento climatico… a.l.