dialoghi 226

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226 dialoghi Locarno – Anno 45 – Aprile 2013

di riflessione cristiana BIMESTRALE

Benvenuto Francesco

«E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima, prima, vi chiedo un favore: prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica; la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me». (dalle prime parole pronunciate da papa Francesco dalla Loggia delle Benedizioni il 13 marzo 2013)

Le ultime settimane della Quaresima 2013 saranno state, per la storia della Chiesa cattolica, le settimane della sorpresa, della commozione, della gioia e finalmente della speranza. Papa Benedetto XV, provato dagli anni e da sconfortanti vicende, lascia improvvisamente il «trono di Pietro» e i cardinali nominati da lui o dal suo predecessore scelgono a sorpresa un uomo di 76 anni (due anni in meno dell’età di Ratzinger quando fu scelto papa, e già vescovo dimissionario!), sudamericano d’origine italiana, non «allevato» in Curia, arcivescovo di una grande città dove frequentava i poveri delle favelas, viveva fuori palazzo e viaggiava sui mezzi pubblici. Il nuovo papa, Jorge Mario Bergoglio, sceglie di chiamarsi Francesco, un nome sorprendente e impegnativo, e si presenta subito in modo «domestico», suscitando simpatia e affetto, non solo secondo i media (pronti a rincorrere ogni novità in modo spudorato, dimentichi delle riverenze tributate fino a ieri al grande teologo tedesco…), ma anche tra il popolo, fedeli e turisti che gremivano Piazza San Pietro nelle giornate delle ormai imminenti vacanze pasquali. Papa Bergoglio è apparso sin dall’inizio, e poi nelle settimane successive, con naturale modestia (è il suo modo di vita, educato dai gesuiti: in questo ricorda il cardinale Martini, già suo promotore), con una certa bonomia contadina («Fratelli e sorelle», «Pregate per me», «Buongiorno, Buona Pasqua, Buon pranzo»…) che ha ricordato la semplicità di Papa Giovanni del suo «saluto alla Luna». Dimostrazioni di umanità e di solidarietà con tutti, a partire dai più bisognosi (la lavanda dei piedi ai giovani carcerati, l’abbraccio al disabile la mattina di Pasqua), la rinuncia alle «pompe» (come recita la promessa battesimale), fotografato mentre


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