Dialoghi nr. 267

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267 dialoghi Locarno – Anno 53 – Settembre 2021

di riflessione cristiana TRIMESTRALE

Credere fa vivere? Matrimonio per tutti: alcune riflessioni retrospettive per ben decidere Il voto popolare su «matrimonio per tutti» è imminente, ma appunto per questo motivo mi sembra più urgente un momento di riflessione piuttosto che una raccomandazione di voto che non potrà che limitarsi a elencare le ragioni di un sì o di un no e non potrà inquadrare i problemi globali che stanno dietro al voto. Cercherò di illustrare sommariamente la problematica di cui si parla durante questi ultimi giorni di una campagna abbastanza smorta, complice le vacanze estive e la persistente pandemia, attraverso uno sguardo allargato, sia nello spazio sia nel tempo. È infatti necessario poter situare la proposta sottoposta al voto popolare come

un’ulteriore e radicale svolta nella regolamentazione del matrimonio che fa seguito ad altre svolte del passato e che la dottrina ufficiale cattolica ha «digerito» con forte difficoltà e resistenze. Se chi legge Dialoghi vuole capire e risolvere la sfida di oggi deve poter capire e «digerire» quelli di ieri, rimaste in gran parte ancora tollerate, ma non veramente assunte. Due sono le sfide principali che la storia dell’epoca moderna, nel mondo occidentale, hanno presentato all’istituzione matrimoniale. La prima si situa nel sedicesimo secolo, agli albori della Riforma protestante, e si rifà alla riflessione teologica sia di Lutero sia di Zwingli. Entrambi negano al ma-

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trimonio il carattere di sacramento, ma non per questo escludono la rilevanza teologica di questa istituzione. I Riformatori intendono soprattutto sottrarre la gestione e il controllo del matrimonio alla competenza clericale del diritto canonico e dei suoi tribunali. Vengono istituiti nuovi tribunali gestiti da laici di nomina pubblica e si riprendono le regole classiche del diritto canonico, con alcuni accomodamenti (come ad esempio la gestione dei casi di divorzio). In questa fase, siamo ancora nel Cinquecento, lo Stato non assume ancora in maniera diretta ed esclusiva la regolamentazione e la gestione dell’istituto matrimoniale: la popolazione continua a farsi benedire le nuove unioni dal parroco locale. La Chiesa cattolica reagì con molta durezza a questa perdita di potere sul matrimonio e al concilio di Trento statuì con forza l’indissolubilità del matrimonio e l’esclusiva competenza e giurisdizione della Chiesa cattoli-


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