Dialoghi 252

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252 dialoghi Locarno – Anno 50 – Giugno 2018

di riflessione cristiana BIMESTRALE

Lezioni da uno sfascio

Il papa a Ginevra Prima del Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica invitava i protestanti «a tornare a Roma». Ora papa Francesco, dopo aver visitato i valdesi a Torino e festeggiato coi Luterani a Lund (Svezia), ha festeggiato a Ginevra, la «Roma di Calvino», il settantesimo del Consiglio ecumenico delle Chiese, la Federazione di tutte le Chiese cristiane salvo la cattolico-romana, con 348 Chiese di oltre 100 paesi e circa 500 milioni di aderenti. Ricevuto dal presidente della Confederazione svizzera e dalle autorità locali, il Vescovo di Roma ha presieduto l’Eucarestia per migliaia di cattolici, realizzando (pacificamente e simbolicamente) la «riconquista papale» di Ginevra, auspicata da papa Pio IX, il papa del Concilio che proclamò l’infallibilità pontificia, che provocò lo sdegno del governo radicale e l’espulsione «manu militari» dal Cantone del vescovo e cattolico mons. Mermillod!

Oltre settemila abbonati defraudati del quotidiano che hanno pagato per riceverlo tutto l’anno, non solo per cinque mesi. Oltre 1600 attestati di solidarietà con la redazione o a sostegno del pluralismo dell’informazione (…­ma saranno stati abbonati?), versamenti per quasi centomila franchi a sostegno dei redattori (o del giornale? o di un’Associazione di amici di cui non si indicano né gli scopi né i responsabili), trenta persone che perdono il posto di lavoro e certamente meritano rispetto per loro e per le loro famiglie, trascurando per un momento di fare il conto finale delle responsabilità e delle incompetenze nel contribuire al fallimento del «Giornale del Popolo»… Perché non è il momento, né il luogo, per ripercorrere quasi un secolo di storia e come il GdP abbia servito il popolo cattolico e l’intera società ticinese: ma è pur necessario ricordare che in vari momenti, sostenendo Mussolini, o Franco, o De Gaulle, o Berlusconi, oppure una parte soltanto del Sinodo 71, «il giornale della Curia» non era di sicuro in sintonia con l’opinione della totalità, e forse neppure della maggioranza dei cattolici ticinesi… Sulle vicende che hanno condotto alla fine del «Giornale del Popolo», a seguito della scelta della via solitaria, «Dialoghi» non ha mancato di far presenti la difficoltà a tenere in vita un quotidiano omnibus, ripetutamente sollecitando il coinvolgimento degli organismi diocesani (cui va perlomeno il rimprovero di inettitudine): in primis la Commissione diocesana dei mass media, mai convocata per anni! La sopravvivenza di un giornale da sempre deficitario è pesata su fondazioni di diritto ecclesiastico svuotate dei loro averi, sulla generosità di sponsor quale più quale meno interessato a dare una mano, e per finire sul «Corriere del Ticino» che, entrato in società nel 2004, ha messo sul tavolo (insomma: ha perduto) una


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