Un dialogo aperto tra la morte e l’amore, uno scambio
esistenziale di sentimenti ed emozioni.
Koltès è considerato uno dei rappresentanti più
significativi della nuova drammaturgia francese,
la cui impetuosa scrittura ha investito, innovandolo
profondamente, il sistema delle convenzioni
sceniche contemporanee. Il volume
presenta la prima traduzione italiana di un suo
copione “disperso” ed emblematico – Des voix
sourdes (1974), nato come radiodramma – cui
s’accompagna un’indagine critica della produzione
drammaturgica di Koltès all’altezza dei
primi anni Settanta, periodo in cui andavano
formandosi alcuni cardini concettuali ed estetici
che saranno poi della sua poetica matura,
inscritta en abyme nelle sue opere giovanili e
stretta tra gli strani e contraddittori confini d’un
postmodernismo engagé e d’una rêverie tutta
borghese.