Theodor w adorno la crisi dell'individuo anteprima

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do in cui viviamo, mi sembra che le difficoltà gnoseologiche cui allude Simmel, che sono in verità anche problemi di contenuto, siano legate a questa circostanza. Altrove Simmel ha sostenuto che il contrasto tra ciò che obbedisce a una legalità universale e il particolare irripetibile nella storia coincide essenzialmente «con l’opposizione tra il gruppo sociale e l’individuo»21. È qui che ci imbattiamo nello spunto tematico cui miravo. Il fatto che siamo in grado di conoscere la causalità soltanto in quanto universale, mentre la causalità individuale si sottrae alla conoscenza, non è soltanto un problema delle nostre modeste facoltà conoscitive: il fatto è piuttosto che la libertà – nella quale consiste, come abbiamo visto, la causalità individuale – non può essere realizzata come principio universale conformemente al proprio concetto. Se essa si limitasse davvero alla singola monade come crede Simmel, essa resterebbe affetta da quell’accidentalità di cui Simmel parla come teorico della conoscenza. In quanto ambito della libertà la sfera individuale non può essere disgiunta tanto facilmente dalla sfera dell’universale come ambito della causalità, perché l’una e l’altra sono legate da un intimo rapporto di scambio. In un mondo completamente dominato dalle leggi universali l’individuale è in effetti qualcosa di accidentale. Se l’individuale deve assumere la forma della necessità produttiva, come vuole Simmel, si impone necessariamente una trasformazione dell’universale che al tempo stesso revochi la rigida legge meccanica dell’universale ed elimini l’accidentalità dell’individuo. Il vero individuo sarebbe il vero universale, così come l’individuo accidentale è il riflesso distorto della necessità astratta. Simmel ha ragione quando insiste sul fatto che per conoscere la necessità bisogna restare sul terreno dell’universale. Ha però più ragione di quanto lui stesso non creda, e in un modo più profondo: la libertà individuale può darsi soltanto in quanto universale e trasparente a se stessa, mentre in caso contrario essa resta incalcolabile perché accidentale e opaca, e a rigore non esiste neppure22.


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