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Giorgio Prodi è nato a Scandiano (Reggio Emilia) ed è mancato a Bologna nel 1987. Oncologo di fama internazionale, alla Università di Bologna è stato titolare della prima Cattedra di Oncologia e fondatore del primo Istituto universitario di Cancerologia in Italia. Ha fondato con alcuni colleghi nel 1984 e diretto fino al dicembre 1987 il Centro Interdipartimentale per la Ricerca sul Cancro dell’Università di Bologna. Ha fatto parte del Consiglio Superiore di Sanità, della Commissione Oncologica del Ministero della Pubblica Istruzione e consulente del Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica. Figura di straordinaria poliedricità, ha accompagnato alla sua attività medica e scientifica importanti studi di filosofia del linguaggio e di semiotica. Ed è stato, anche, un grande narratore. I tre interessi sono stati perseguiti separatamente, in totale e reciproca autonomia. L’Autore ha infatti avuto grande considerazione per l’aspetto tecnico-professionale, cioè per la specializzazione (con la implicita “presunzione” che si possa essere specializzati in più di una cosa). I legami tra i vari interessi ci sono, ovviamente, ma sono un prodotto della ricerca condotta, non un punto di partenza. Egli non ci teneva affatto ad essere il Cancerologo che scrive, o lo scrittore che dirige un laboratorio, o altro. Ha con forza desiderato avere pubblico e giudici specifici.
«L’immobilità è una condizione strana per un uomo il cui cuore batte senza posa, il cui respiro non può fermarsi: soprattutto strana per un ragazzo che proviene da una età di estrema inquietudine, nella quale il movimento in forma di fuoco rappresenta una necessità». Lazzaro. Il romanzo di un naturalista del Settecento
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GIORGIO PRODI
DIABASIS
AL BUON CORSIERO
GIORGIO PRODI
11:37
L’OPERA NARRATIVA
13-03-2009
DIABASIS
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L’OPERA NARRATIVA
L’opera narrativa racchiude il labirintico apologo dei racconti che costituiscono Il neutrone borghese (1980), inquietante viaggio nel paradosso del reale, in cui la normalità è follia; il romanzo Lazzaro (1985), rappresentazione fantastica e intimistica degli anni giovanili del biologo settecentesco Lazzaro Spallanzani; le tre “favole moderne” che compongono Il cane di Pavlov (1987); i racconti Dopo il Mar Rosso (1990) e Le quattro fasi del giorno (1988); il romanzo Il profeta (1992), affresco visionario che celebra l’eroismo della marginalità, grazie alla forza dell’amore e della speranza.