Vademecum Volontari Croce Verde 2017

CROCE VERDE PADOVA VADEMECUM VOLONTARI

FASCICOLO MONOGRAFICO 2017

CROCE VERDE PADOVA VADEMECUM VOLONTARI VIA NAZARETH, 23 35128 PADOVA WWW.CROCEVERDEPADOVA.IT FORMAZIONE@CROCEVERDEPADOVA.IT FILOVERDE N3°/2016 SPECIALE MONOGRAFICO

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INDICE Il VOLONTARIATO, ANTIDOTO ALL’INDIVIDUALISMO____________________pag.2 di Carlo Bermone LE DOTI DEL VOLONTARIO_________________________________________________ pag.3 di Antonella Falconi UNA STORIA CENTENARIA_________________________________________________ pag.5 ORGANIZZAZIONE__________________________________________________________pag.7 LE SEDI_______________________________________________________________________pag.9 VOLONTARI - ORGANIZZAZIONE VOLONTARI____________________________pag.10 GRUPPI______________________________________________________________________pag 11 LO STATUTO_________________________________________________________________pag.12 REGOLAMENTO CORPO VOLONTARIO____________________________________pag.15 CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI______________pag.20 CODICE DI COMPORTAMENTO AZIENDALE_______________________________pag.24 CODICE DI CONDOTTA DELLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI E DEI VOLONTARI___________________________________________pag.26 REGOLAMENTO DELLA SCUOLA DI FORMAZIONE_______________________pag.28 LA CERTIFICAZIONE________________________________________________________pag.30

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IL VOLONTARIATO, ANTIDOTO ALL’INDIVIDUALISMO Caro volontario e “aspirante” volontario, la cifra comune del nostro tempo sembra purtroppo quella dell’individualismo: nel mondo del lavoro così come nel tessuto sociale parole come collettività e comunità, ma anche solidarietà e bene comune, sembrano aver progressivamente perso di senso.

Resistono ancora alcuni spazi e luoghi dove sperimentare relazioni diverse: Croce Verde Padova è uno di questi, con i suoi 1500 militi e donatori di sangue che ogni giorno si spendono gratuitamente, dedicando al servizio una parte importante del loro tempo libero.

Una presenza indispensabile e insostituibile per la nostra Pia Opera e per la comunità padovana, che senza la generosità dei volontari vedrebbe venir meno il servizio di assistenza competente, assiduo e organizzato assicurato 24 ore su 24, sette giorni su sette, nei giorni feriali come nei festivi.

Un servizio che richiede sacrifici e rinunce: si incontrano datori di lavoro – sia pubblici che privati – che faticano ad accettare l’impegno del volontario, i liberi professionisti spesso sono costretti a posticipare attività di lavoro per “onorare” l’impegno con Croce Verde, anche alle famiglie dei volontari è chiesta qualche rinuncia. Il servizio che vi proponiamo non offre né un ritorno economico, né onori e glorie e forse proprio per questo rappresenta una straordinaria palestra di cittadinanza: in Croce Verde i volontari seguono un percorso di formazione rigoroso, perché l’impegno a cui saranno chiamati non consente superficialità o leggerezze, acquisiscono competenze importanti, sono chiamati a operare “in squadra” e in un’organizzazione gerarchica, assumendo un impegno continuativo, costante, che non può essere subordinato all’umore del momento.

“Stare” in un’organizzazione così grande, rispondere a una gerarchia e al tempo stesso partecipare attivamente e in modo costruttivo alla vita della nostra Pia Opera, operare in squadra con persone di età e sensibilità diverse, non è sempre facile. Non mancano - e non mancheranno, per chi ancora si deve affacciare a questa esperienza - i momenti di fatica, ma la ricchezza di questa esperienza è davvero grande. Un bagaglio preziosissimo, una “palestra” che aiuta ad affrontare anche le sfide che si presentano negli altri ambiti della vita, dalla famiglia al lavoro…

Con questa nuova pubblicazione ti vogliamo offrire uno strumento in più, che possa aiutarti a orientarti nel tuo servizio di volontario: nelle pagine che seguono troverai tutti i principali documenti che regolano la vita della nostra Pia Opera.

di Carlo Bermone, Presidente Croce Verde Padova

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LE DOTI DEL VOLONTARIO Carissimo Volontario, grazie innanzitutto di essere qui, di aver deciso di entrare in Croce Verde e nel suo mondo di solidarietà verso il prossimo.

Non è una decisione facile quella che hai preso, perché essere volontario è un privilegio, un dono, ma anche un impegno, a volte faticoso.

Non si diventa volontario, bensì si nasce, perché è da un’inclinazione naturale a far del bene che si deve partire per avviare un percorso di formazione interiore, che ti porterà a dedicarti al prossimo con slancio e convinzione, dandoti in cambio delle sensazioni uniche. Altrimenti c’è solo esibizionismo, voglia di apparire…e dei “soccorrambo” nessuno ha bisogno! Dico sempre che “far del bene fa bene” perché dopo aver aiutato una persona che soffre, magari strappandole un sorriso, ci si sente migliori. Quando qualcuno mi chiede “Perché sei volontaria in Croce Verde ? Ti pagano?”, io rispondo : “Sì mi pagano e nemmeno poco!”. Mi pagano con un sorriso, con un grazie, con la consapevolezza di aver dato qualcosa di prezioso a qualcuno in difficoltà.

A volte mi pagano anche con gli insulti, perché magari siamo arrivati un po’ in ritardo (ma solo perché eravamo impegnati prima con un altro paziente), perché chiediamo strada a sirene spiegate, costringendo chi guida a spostarsi, a lasciarci passare….non tutti capiscono che se ci comportiamo così, è perché c’è qualcuno che sta male, a volte molto male, ed è lì che ci aspetta, che conta sul nostro arrivo…e noi dobbiamo fare presto! Non siamo certo dottori né pretendiamo di esserlo.

Le “medicine” che somministriamo ai malati che incontriamo non hanno niente di tradizionale….sono uniche e non hanno controindicazioni né provocano allergie.

Il nostro sorriso e la nostra calma sono le principali, unite alla parola affettuosa, al saper sentire ed ascoltare, al consolare e (perché no?) qualche volta anche all’abbracciare. Ricordo una volta, quando ho accompagnato a casa una signora anziana, dopo una dimissione dall’Ospedale. L’ho aiutata a cambiarsi, a mettersi la camicia da notte, ad infilarsi nel letto. Le ho rimboccato le coperte e - quando le ho rivolto un sorriso di commiato mi ha detto: “Beh..almeno un bacio me lo puoi dare..”. Ed io non me lo sono fatta ripetere due volte, perché quella richiesta era il segno tangibile che la mia attenzione nei suoi confronti. Le mie premure, il mio aiuto erano stati apprezzati fino al punto di chiedermi un’affettuosità così intima, come fossi stata una sorella, un’amica vera.

Questi sono i momenti magici e gratificanti per un soccorritore.

Poi c’è anche il lato meno gradevole, cioè la fatica fisica e anche psicologica alla quale il volontario è chiamato a far fronte.

Il trasportare un paziente, salendo o scendendo una scala, con una sedia o un telo, specie se quel paziente pesa un po’ più del normale, non è certamente una passeggiata!

Così come non è facile mantenere la calma quando un paziente si lamenta perché è scomodo, perché secondo lui stiamo facendo il percorso sbagliato, perché è “arrabbiato col mondo” a causa della sua malattia o perché quel giorno ha litigato con qualche parente o amico.

E’ in questi casi che il volontario mette alla prova se stesso.

4 La pazienza e l’autocontrollo sono fondamentali. Il placare un animo inquieto, il rassicurare con dolcezza, se poi sortiscono l’effetto di rasserenare il paziente, sono la miglior ricompensa per un soccorritore, che non potrà che rimanere soddisfatto e felice per essere riuscito a dare se stesso anche in un frangente così impegnativo.

Quello che si riceve in cambio ha sicuramente un valore inestimabile, non paragonabile a nulla: Amore e Gratitudine, che sono poi le due cose più belle della vita.

Prendi seriamente quindi il tuo impegno, quello che assumi unendoti alla famiglia di Croce Verde Padova, i cui componenti hanno tutti in comune l’amore per la vita.

Fai del tuo essere volontario uno stile di vita oltre che un’esigenza di vita, un bisogno anche se non quotidiano, almeno periodico, e, soprattutto, rispettalo.

O almeno fai di tutto per rispettarlo.

E tutto ciò in onore ai malati che andrai ad aiutare, alcuni dei quali si abitueranno alla tua presenza, come ad esempio i dializzati, che, dovendo recarsi in Ospedale due, tre volte la settimana, sempre nello stesso orario, impareranno a conoscerti e a socializzare con te, sempre se non mancherai all’appuntamento, così deludendo anche quel breve momento di fraternità e solidarietà durante il trasporto, che loro aspettano.

Se sceglierai di fare servizio notturno in una delle 31 squadre di Croce Verde, sappi che il caposquadra farà affidamento su di te, sulla tua presenza per tutta la notte, perché è suo il compito (anzi, il dovere!) di garantire il personale per tutta la notte ed è quindi sulla partecipazione costante e fattiva che lui farà conto, non potendo che sentirsi umiliato e anche “tradito” se qualcuno gli comunicherà all’ultimo momento la tua assenza o l’impossibilità di rimanere fino alla mattina successiva.

Certamente gli impegni personali di ognuno vanno rispettati.

La regola vuole che al primo posto ci sia la famiglia di ciascuno di noi, poi il lavoro ed infine la Croce Verde, ma anche questa è una prova dell’essere, saper essere e saper fare il volontario. Chi presta servizio nella nostra grande famiglia deve essere in grado organizzarsi, gestire il proprio tempo.

Come pensi si senta un caposquadra che si trovasse con una squadra sguarnita, col pensiero e l’ansia di arrivare fino al mattino perché, dopo la mezzanotte, qualcuno ha deciso che forse è meglio andare a casa a dormire?

Lo stesso rispetto confido lo riserverai al maestro del nostro coro, ai vari capigruppo (Calcio, Rugby, Podisti ecc.) tutti volontari come noi, ma che hanno deciso di dare qualcosa in più alla nostra associazione, mettendosi al servizio della stessa quali organizzatori e promotori di iniziative speciali.

Dai amore e ne riceverai moltissimo in cambio.

Perché non importa il dare, ma quanto amore ci metterai, per accorgerti alla fine che sei una persona straordinaria, stupenda prima di tutto te stesso, perché quella forza, quella tenacia nell’aiutare il prossimo che credevi di non avere, già arde dentro te come una piccola fiammella: falla divampare!

Buon cammino!

di Antonella Falconi , Vicepresidente Croce Verde Padova

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UNA STORIA CENTENARIA Ripercorriamo qui di seguito alcune delle tappe salienti della lunga storia di Croce Verde Padova.

MARZO 1913 – Nasce il Comitato promotore della Croce Verde Un gruppo di cittadini padovani firma un appello alla cittadinanza affinché si costituisca un servizio di pubblica assistenza sanitaria.

Il Comitato promotore è composto di 16 persone ed è presieduto da Giovanni Alessio, primario chirurgo dell’Ospedale Civile.

LUGLIO 1913 – Prima Assemblea della Croce Verde Nella sede della società del mutuo soccorso in Piazza unità d’Italia si tiene l’assemblea che sancisce la costituzione della Croce Verde ed elegge come Comandante dei Volontari l’ex appuntato dei Carabinieri Eugenio Bottazzo. Già nel 1914 i volontari vengono poi dotati di una divisa che comprende: berretto, giubba e calzoni di tela grigio-scura, cintura, gambali di cuoio nero, bracciale bianco con la croce verde e distintivo apposto sul berretto.

FEBBRAIO 1924 – Inaugurazione della Sede donata dalla Cassa di Risparmio di Padova La sede della Croce Verde si sposta in via Cesare Battisti, in uno spazio più ampio, adeguato a rispondere all’aumento della domanda e alla crescita dell’associazione.

MARZO 1926 – Riconoscimento in Ente Morale La “PIA OPERA CROCE VERDE” è riconosciuta Ente Morale (ovvero un soggetto con propria personalità giuridica) con Regio Decreto 25 marzo 1926.

OTTOBRE 1928 – I farmacisti di Padova diventano soci attivi della Croce Verde La scelta consapevole dei farmacisti di Padova di partecipare all’attività della Croce Verde consente all’associazione di costituire il primo nucleo operativo di sistema pronto soccorso gratuito diffuso su tutto il territorio cittadino.

MARZO 1934 – I Donatori di Sangue diventano soci attivi della Croce Verde Il Consiglio Direttivo della Croce Verde accoglie con favore l’iniziativa di un gruppo di cittadini che desidera promuovere la donazione di sangue per scopi medici. Nasce in questo modo il primo nucleo di volontari donatori, a tutti gli effetti soci di Croce Verde.

FEBBRAIO 1971 – Militi e Donatori di Sangue partecipano alla direzione della Croce Verde.

La partecipazione democratica di tutti i soci della Croce Verde viene garantita attraverso l’ingresso di Militi Volontari e Donatori di Sangue all’interno del Consiglio Direttivo.

6 APRILE 1972 – Inaugurazione sede Via Nazareth Viene inaugurata la nuova sede della Pia Opera in via Nazareth,23 in un edificio donato dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

LUGLIO 1979 – Donne Militi della Croce Verde Con un’importante modifica statutaria viene introdotta l’opportunità per le donne di diventare Militi Volontarie della Croce Verde. Sino a quel momento le donne erano impegnate in attività di presidio sanitario, senza accedere ai servizi in ambulanza.

GENNAIO 1996 – l’avvento del 118 (Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica) Nel 1996 è costituito il servizio 118 sul territorio di Padova: una centrale operativa presso l’Ulss 16 di Padova gestita da medici e infermieri strutturati riceve le chiamate precedentemente gestite dalla centrale di via Nazareth. Questo cambiamento, davvero radicale, comporta la differenziazione, nei mezzi e nella composizione degli equipaggi, tra il servizio di Suem 118 e il trasporto sanitario.

OTTOBRE 2001 – Acquisizione di un nuovo parcheggio al piano terra del silos Un’area del piano terra del nuovo silos di via Nazareth viene destinato a parcheggio per le ambulanze, in modo da consentire una minore usura dei mezzi.

NOVEMBRE 2004 – Inaugurazione della sala polivalente Per fare fronte alle nuove esigenze organizzative, la sede principale viene ampliata e viene realizzata una nuova nuova sala polivalente, la nuova officina e il parcheggio di prima partenza SUEM. DICEMBRE 2012 – Apertura festeggiamenti del centenario dalla fondazione Per celebrare il centenario, che riccorre nel 2013, viene organizzato un calendario di incontri e momenti di formazione; viene inoltre realizzato un videodocumentario sulla storia di Croce Verde, un libro di documentazione storica curato dal prof.Maurizio Ripa Bonatti e un annullo filatelico dedicato.

GENNAIO 2015 – DICEMBRE 2016 – Rinnovo parco mezzi La flotta di Croce Verde è interessata da un importante rinnovamento, con l’acquisto di 22 nuovi veicoli che sostituiscono i mezzi più vecchi e obsoleti. Nel gennaio 2016 entra in “funzione” Polly, la prima ambulanza per i bambini acquistata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e a un’importante campagna di raccolta fondi nel territorio. Nell’aprile 2016, grazie a una convenzione con la Fondazione Oic, entra “in servizio” anche il nuovo ambulatorio mobile destinato alle attività di prevenzione e impiegato in collaborazione con numerose associazioni del territorio.

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ORGANIZZAZIONE PRESIDENTE

E’ il legale rappresentante dell’ente, presiede il Consiglio Direttivo. Viene eletto in seno al Consiglio Direttivo, la sua carica dura quattro anni così come tutte le altre cariche istituzionali.

VICEPRESIDENTE

Sostituisce il Presidente in caso di impedimento e lo affianca nelle sue funzioni. È anche presidente della Commissione Esecutiva.

SEGRETARIO GENERALE

E’ un dirigente, sovrintende e gestisce la parte organizzativa aziendale dell’ente e svolge funzioni di segretario del Consiglio Direttivo.

RESPONSABILE DEI SERVIZI

E’ un tecnico, sovraintende l’organizzazione tecnica della flotta e della centrale operativa.

RESPONSABILE DEI VOLONTARI

Coordina l’attività dei volontari. È segretario della Commissione Escutiva.

DIRETTORE DELLA SCUOLA DI FORMAZIONE

Nominato dal Consiglio Direttivo ha la completa autonomia nell’importare piani di studio e di lavoro.

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ASSEMBLEA DEI SOCI

All’Assemblea intervengono tutti i soci, ha il compito di approvare il bilancio consuntivo e bilancio preventivo, elegge il Consiglio Direttivo e il Collegio dei Revisori dei Conti. Il Consiglio Direttivo può inoltre sottoporre al voto dell’Assemblea tutti gli argomenti che riterrà opportuni.

CONSIGLIO DIRETTIVO

Si occupa della rappresentanza e dell’amministrazione dell’associazione. E’ composto da 9 membri di cui 8 eletti dall’Assemblea dei Soci e 1 nominato dal Consiglio Comunale di Padova.

COMMISSIONE ESECUTIVA

Indirizza e vigila sull’attività dei volontari. E’ composta dal Vice Presidente di Croce Verde o da consigliere da lui delegato che la presiede e da sette volontari eletti dall’assemblea dall’Assemblea dei Soci aventi diritto.

ASSEMBLEA DEL CORPO VOLONTARIO

Rappresenta i volontari, elegge la Commissione Esecutiva e delibera le modifiche al regolamento del corpo volontario.

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LE SEDI Nell’ Area della sede principale sono ubicati: Deposito Ambulanze, Officina, Eliporto SUEM 118 Padova, Alloggio Militi, Scuola di Formazione, Deposito Medicinali, attrezzature sanitarie, abbligliamento, spogliatoi, sale riunioni e uffici amministrativi, Sale di Formazione e Scuola di Formazione, Auditorium oltre 200 posti, parcheggio 100 posti auto, e tanti altri servizi.

SEDE

COMUNE

INDIRIZZO

CAP

PRINCIPALE 118

PADOVA

VIA NAZARETH 23

35128

SECONDARIA 118

SELVAZZANO (PD)

VIA TORINO 6

35030

SECONDARIA 118

ALBIGNASEGO (PD)

VIA ROMA 157

35020

SECONDARIA 118

TEOLO(PD)

VIA SELVE 3

35037

SECONDARIA

LIMENA (PD)

VIA GAROLLA 50

35010

SECONDARIA 118

PIOVE DI SACCO (PD)

OSPEDALEVIA SAN ROCCO 8

35028

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I VOLONTARI MILITI

I Militi impegnati nel servizio di soccorso e assistenza si distinguono in Militi Ordinari e Autisti. Ci sono poi i Militi Collaboratori, impegnati in preziosi servizi che vanno dal supporto alle attività di segreteria, alla risposta alle chiamate che arrivano in centrale operativa, alla cucina e tanto altro. Per accedere al servizio come Milite Ordinario è necessario aver compiuto 18 anni e aver frequentato e superato il percorso formativo predisposto dalla Scuola di Formazione .

I requisiti per diventare Milite Autista di autoambulanza sono invece: almeno due anni di servizio effettivo, età non inferiore ai 21 anni, possesso della patente di guida stabilita dalle vingenti norme, superamento dell’apposito corso di formazione.

SEZIONE DONATORI DI SANGUE

Risponde a uno degli scopi statutari: all’articolo 2 dello Statuto fra gli scopi della Pia Opera è indicato infatti anche “donare sangue umano ad uso di medicina e chirurgia”.

Un servizio che viene quindi svolto da Croce Verde Padova in modo del tutto gratuito.

SOCI CONTRIBUENTI

Chi non può prestare la propria attività di volontario come milite o donatore di sangue, per ragioni di tempo, età e condizione fisica, può diventare comunque socio e partecipare alla vita dell’ente tramite un contributo annuo o vitalizio secondo quanto previsto dagli Art .6 E Art .7 della Statuto.

Croce Verde riceve ogni tipo di donazione, dal contributo annuale di 50 euro fino alle donazioni di attrezzature, veicoli, ambulanze, grazie alle quali da oltre cento anni accoglie con gratitudine l’apporto dei cittadini padovani.

L’ORGANIZZAZIONE DEI VOLONTARI SQUADRE

Una per ogni giorno del mese, coordinate da capisquadra affiancati da vice e sostituti, gestiscono i servizi notturni e festivi.

CAPISQUADRA

E’ responsabile del servizio della squadra, impartisce gli ordini per l’espletamento dei servizi e forma gli equipaggi.

Ogni Caposquadra, è affiancato da un vice e da un sostituto per garantire comunque la presenza di un responsabile nei turni notturni e festivi in cui il servizio Croce Verde è affidato interamente ai volontari.

IL VOLONTARIO ATTIVO

Il volontario attivo divenuto Milite viene associato ad una squadra e svolge le proprie attività sia con turni notturni e festivi che con attività nei turni diurni, secondo le proprie inclinazioni, con un limite minimo di 120 ore annue.

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GRUPPI GRUPPO PODISTICO CROCE VERDE

Fondato nel 1977, riunisce un gruppo di militi e simpatizzanti di Croce Verde che ogni settimana si ritrovano per partecipare alle marce. Organizza ogni anno la Marcia internazionale della Croce Verde, il cui ricavato è destinato alle attività della Pia Opera.

GRUPPO PROTEZIONE CIVILE

Le attività del gruppo riguardano: la promozione di iniziative per la diffusione della cultura di protezione civile; l’organizzazione e addestramento dei militi volontari; l’esecuzione di interventi di protezione civile..

GRUPPO RUGBY

E’ un gruppo di servizio attivo fin dagli anni Novanta. Riunisce i volontari che ogni settimana garantiscono il servizio di soccorso e assistenza in genere allo stadio del Plebiscito in occasione delle partite di rugby.

GRUPPO CALCIO PADOVA

E’ un gruppo di servizio, riunisce i militi che prestano servizio allo stadio Euganeo in occasione delle partite del Calcio Padova. Al gruppo di servizio si è affiancato a partire dal 2012 il Club biancoscudato Croce Verde composto da dipendenti, militi e donatori uniti dal tifo e dalla passione per il Calcio Padova.

CORO VOLONTARI

Riunisce i volontari accomunati dalla passione del canto, anima la messa di Natale e la messa in occasione della festa annuale. Si riunisce una volta alla settimana per le prove.

CLUB GIRAMONDO

Nato nel 2016, riunisce volontari impegnati nella promozione di gite e momenti ricreativi.

ASSOCIAZIONE GREEN CROSS YOUNG

Associazione esterna a Croce Verde, dotata di un proprio Statuto, è nata nel 2016 e riunisce giovani under 18 che pur non avendo ancora raggiunto l’età minima per prestare servizio nelle attività di soccorso e assistenza vogliono supportare la Pia Opera con iniziative nelle iniziative di sensibilizzazione nel territorio.

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LO STATUTO Lo Statuto, approvato all’unanimità dall’assemblea dei soci il 28 febbraio 1971, codifica l’insieme di norme che regolano tutta la vita della Pia Opera, indica le finalità principali, definisce gli organi, le loro regole di funzionamento e di elezione,fissa le sanzioni disciplinari.

CAPO I - ORIGINI, SCOPI E ORGANIZZAZIONE ART. 1 L’Associazione di pubblica assistenza “Pia Opera Croce Verde”, fondata a Padova in data 27 luglio 1913 e riconosciuta Ente Morale con R.D. 25 marzo 1926, è retta dal presente Statuto.

ART. 2 Scopo della Croce Verde è di provvedere, senza fine di lucro, al trasporto dei feriti, ammalati ed infortunati, di dare pronto soccorso nei pubblici e privati infortuni, di donare sangue umano ad uso di medicina e chirurgia, di assumere iniziative a carattere filantropico in rapporto alla pubblica assistenza, limitatamente alle proprie possibilità.

ART. 3 L’Associazione esplica la sua azione nell’ambito del Comune di Padova e, quando lo consentissero i mezzi, anche fuori, secondo i bisogni e le possibilità.

ART. 4 L’Associazione è apolitica ed i suoi appartenenti non potranno mai partecipare, in tale veste, a manifestazioni di qualsiasi genere estranee ai fini dell’Associazione.

ART. 5 L’Associazione, per il raggiungimento dei propri scopi, provvede con le entrate patrimoniali, con le quote sociali, con le oblazioni di enti pubblici e privati, con le oblazioni dei servizi prestati e con ogni altro introito non destinato ad aumentarne il patrimonio.

ART. 6 L’Associazione è composta dalle seguenti categorie di Soci: a) contribuenti annuali b) contribuenti vitalizi c) benemeriti d) attivi.

ART. 7 Soci contribuenti annuali possono essere persone, senza limiti di età e di incensurabile condotta morale, od enti che, previa domanda, siano accettati come tali dal Consiglio Direttivo e si obblighino a versare una quota sociale non inferiore a quella stabilita dall’Assemblea. La quota, in qualunque momento versata, va riferita all’anno solare in corso. L’obbligo di associazione si intende rinnovato per un altro anno, salvo che il socio non rassegni le proprie dimissioni per iscritto al Consiglio Direttivo, almeno un mese prima del compimento dell’anno in corso. Il socio contribuente che fosse in arretrato col pagamento della quota annua e non regolarizzasse la sua posizione dopo un invito scritto, sarà considerato dimissionario. Egli, a giudizio del Consiglio Direttivo, potrà essere riammesso purché paghi interamente l’arretrato.

Perderanno , inoltre, la qualità di sodi contribuenti coloro i quali venissero a trovarsi in uno dei casi previsti dall’art. 11 della legge 17-7-1890 n. 6972, lettere c) e d).

ART. 8 Soci contribuenti vitalizi sono le persone, senza limiti di età e di incensurabile condotta morale, od enti che, previa domanda accettata dal Consiglio Direttivo, devolvono “una tantum” all’Associazione, una somma non inferiore a cinquanta volte la quota stabilita per i soci contribuenti annuali.

ART. 9 Soci benemeriti sono persone od Enti così dichiarati dall’Assemblea, in riconoscimento di particolari meriti verso l’associazione o che devolvono “una tantum” una somma o lascito ritenuti adeguati dal Consiglio Direttivo. I loro nomi saranno incisi in apposita lapide nella sede dell’Associazione.

ART. 10 Soci attivi sono le persone appartenenti al Corpo Volontario, che comprende la Sezione Militi e la Sezione Donatori di Sangue che, senza scopo di lucro, prestano la loro opera disinteressata a favore del prossimo. Le norme che disciplinano il reclutamento ed i rapporti del Corpo Volontario con la Istituzione sono contenute in apposito regolamento approvato dall’Assemblea dei Soci attivi, che ha il potere di modificarlo con voto di maggioranza. Gli iscritti al Corpo Volontario possono appartenere contemporaneamente anche ad entrambe le Sezioni di cui il Corpo stesso è composto; essi non hanno alcun obbligo di versamento di quote sociali.

ART. 11 Le quote dei soci benemeriti e vitalizi dovranno essere investite in titoli di rendita dello Stato o garantiti dallo Stato, oppure depositate, con vincolo, presso un Istituto di Credito. I titoli anzidetti non potranno essere convertiti in denaro e da essi e dai depositi vincolati non potranno essere prelevate somme di qualsiasi entità senza motivata deliberazione del Consiglio Direttivo. Il frutto di tali capitali costituirà un’entrata ordinaria del bilancio dell’Istituzione.

ART. 12 Ove lo consentano le condizioni di bilancio, il Consiglio Direttivo costituirà un fondo speciale per fare fronte alle spese relative alle premiazioni dei soci meritevoli, secondo le norme stabilite dal regolamento di cui al precedente art. 10 e per l’assegnazione di sussidi di carattere eccezionale a soci attivi particolarmente bisognosi.

ART.13 Sono organi dell’Istituzione: a) l’Assemblea dei Soci; b) il Consiglio Direttivo;

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c) Il Presidente; d) Il Collegio dei Revisori dei Conti; e) Il Collegio dei Probiviri.

CAPO II - DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI ART.14 All’Assemblea intervengono tutti i soci. Essa viene convocata, in via ordinaria, due volte all’anno: la prima entro il mese di maggio per deliberare sul conto consuntivo e per la eventuale rinnovazione del Consiglio Direttivo e del Collegio di Revisori dei Conti; la seconda entro il mese di settembre per l’approvazione del bilancio preventivo e per l’eventuale rinnovo del Collegio dei Probiviri. In entrambe le convocazioni, il Consiglio Direttivo potrà sottoporre al voto dell’Assemblea quegli argomenti che riterrà opportuni. Ogni socio, di età non inferiore agli anni 18, avrà diritto ad un voto. Non sono ammesse deleghe.

ART.15 L’Assemblea sarà convocata straordinariamente in qualunque epoca : - per deliberazione del Consiglio Direttivo; - su domanda sottoscritta da almeno 1/10 dei soci, purché nella domanda stessa sia indicato l’argomento di cui si chiede la trattazione; - su richiesta del Collegio dei Revisori dei Conti, limitatamente al motivo di irregolare funzionamento amministrativo.

ART. 16 Per la validità delle assemblee, in prima convocazione, è richiesta la metà più uno dei soci; in seconda convocazione l’assemblea sarà valida con la presenza di un numero di soci non inferiore al doppio di quello dei componenti il Consiglio Direttivo; in caso di mancato raggiungimento del numero legale, l’assemblea sarà riconvocata e sarà valida con la presenza di qualsiasi numero di soci.

I soci contribuenti annuali dovranno essere in regola con il versamento della quota sociale relativa all’anno in cui l’assemblea si svolge.

ART. 17 Le assemblee, sia ordinarie che straordinarie, sono presiedute da persona nominata di volta in volta,a maggioranza di voti, dall’Assemblea stessa.

ART. 18 Qualora il numero dei soci dovesse ridursi a meno del doppio dei componenti il Consiglio Direttivo, e finché questo limite non fosse nuovamente raggiunto, le attribuzioni dell’assemblea saranno devolute al Consiglio Direttivo, ad eccezione della nomina dei componenti il Consiglio stesso, che spetterà all’Autorità Tutoria.

ART. 19 L’avviso di convocazione della Assemblea verrà dato a mezzo di semplice circolare da spedirsi almeno dieci giorni prima di quello stabilito per l’adunanza.

CAPO III - DEL CONSIGLIO DIRETTIVO ART. 20 Il Consiglio Direttivo, al quale è riservata la rappresentanza e l’amministrazione dell’Associazione, è composto di nove membri, di cui otto eletti dall’Assemblea dei soci, senza distinzione delle categorie di appartenenza, ed uno nominato dal Consiglio Comunale.

Le elezioni sopraindicate avranno luogo per scrutinio segreto e, a parità di voti, resterà eletto il più anziano di appartenenza all’Associazione.

ART. 21 Il Consiglio Direttivo elegge nel suo seno un Presidente, un Vicepresidente e due Consiglieri delegati.

ART. 22 Il Consiglio Direttivo si rinnova, per la sua totalità, ogni quadriennio ed i suoi membri sono rieleggibili.

ART.23 Il Consiglio Direttivo viene convocato dal Presidente ogni qualvolta egli lo ritenga opportuno e, comunque, non meno di sei volte in un anno, mediante invito da spedirsi almeno cinque giorni prima di quello della seduta, oppure a seguito di domanda sottoscritta da almeno tre Consiglieri. In tal caso la domanda stessa dovrà indicare gli argomenti da inserire all’ordine del giorno.

ART. 24 Le adunanze del Consiglio Direttivo sono valide con l’intervento di almeno cinque dei suoi componenti e le deliberazioni devono adottarsi a maggioranza di voti dei presenti.

ART. 25 I membri del Consiglio Direttivo, che per tre volte consecutive rimanessero assenti dalle adunanze senza giustificazione e senza plausibili motivi, saranno dichiarati decaduti dalla carica con apposita deliberazione del Consiglio stesso.

ART. 26 Quando, per dimissioni od altre cause, un consigliere sarà dichiarato decaduto, sarà sostituito dal socio che nelle precedenti elezioni abbia ottenuto il successivo maggior numero di voti.

ART. 27 Sono compiti del Consiglio Direttivo: a) convocare le assemblee ordinarie e straordinarie dei soci b) predisporre i bilanci preventivi ed i conti consuntivi; c) provvedere alla compilazione dei regolamenti della Pia Opera; d) giudicare sulle violazioni dello Statuto e dei Regolamenti e comminare le sanzioni previste dall’art. 35, e) accettare o respingere le domande di iscrizione a socio; f) provvedere alla nomina ed al licenziamento del personale retribuito ed alla gestione del bilancio; g) deliberare su tutti gli argomenti riguardanti l’amministrazione dell’Associazione che non siano di competenza dell’Assemblea dei soci.

ART. 28 Non sono eleggibili a Consigliere i dipendenti retribuiti dell’Associazione.

CAPO IV - DEL PRESIDENTE ART. 29 Il Presidente convoca le adunanze dell’Assemblea e convoca e dirige quelle del Consiglio Direttivo; rappresenta, anche giudizialmente, l’Associazione; provvede a quanto occorre per il raggiungimento dei fini dell’Associazione stessa e per il buon funzionamento di tutti i servizi; firma gli atti, la corrispondenza e gli ordini di riscossione nonché, unicamente ad un Consigliere delegato, gli ordini di pagamento; cura l’esecuzione delle deliberazioni del Consiglio, l’andamento degli affari ordinari e l’osservanza dei regolamenti.

ART. 30 Il Vice-Presidente sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento e lo coadiuva nell’espletamento delle sue funzioni; presiede la Commissione di Vigilanza, prevista nel Regolamento del Corpo Volontario.

14 CAPO V - DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI ART. 31 I Revisori dei conti sono nominati dall’Assemblea dei Soci della Pia Opera con le modalità e per l’esercizio delle funzioni di cui all’art. 2 della L.R. 1.9.1993 nr. 45. I Revisori rimangono in carica quattro anni decorrenti dalla data di nomina e sono rieleggibili. Per i Revisori dei Conti valgono le incompatibilità e le cause di decadenza previste dall’art. 2399 del codice civile e le cause di ineleggibilità e incompatibilità previste dalla legge per la nomina ad amministratore delle IPAB. Non possono inoltre esercitare la funzione di Revisori i Consiglieri Comunali e gli Amministratori del Comune ove ha sede l’Istituzione e coloro che abbiano un rapporto di prestazione d’opera anche a carattere non continuativo con la Pia Opera.

ART. 32 La nomina, le competenze, l’indennità di presenza, le modalità di funzionamento, la decadenza, la revoca per inadempienza dei singoli membri e la reintegrazione del Collegio dei Revisori sono oggetto di apposito regolamento approvato dal Consiglio Direttivo della Pia Opera.

I Verbali dei Collegi sono pubblici.

CAPO VI - DEL COLLEGIO DEI PROBIVIRI ART. 33 Il Collegio dei Probiviri è composto da cinque membri effettivi e due supplenti, eletti dall’Assemblea anche tra persone estranee all’Associazione, purché aventi i requisiti previsti dall’art. 10 della legge 10-4-1951 n. 287; durano in carica quattro anni e sono rieleggibili. La nomina a Probiviro comporta il divieto di assumere ogni altra carica nell’organizzazione della Pia Opera per tutta la durata dell’incarico, pena la decadenza dal Collegio.

ART. 34 Il Collegio dei Probiviri è competente a giudicare, a mezzo di apposita Sezione di tre membri di volta in volta costituita mediante estrazione a sorte in seno al Collegio al completo: a) di ogni controversia che potesse sorgere tra i soci, tra i soci e gli organi e tra gli organi del Pio Ente per quanto concerne l’applicazione delle norme dello Statuto e del regolamento sociale; b) delle denuncie di qualsiasi socio e dei ricorsi contro le misure disciplinari comminate dal Consiglio Direttivo per le infrazioni contemplate dal successivo art. 35 applicando le relative sanzioni; limitatamente alle materie di cui all’art. 35 il Collegio può invitare il Consiglio Direttivo ad intervenire in funzione giurisdizionale assegnandogli un termine per l’inizio della procedura. Perdurando l’inattività del Consiglio, il Collegio dei Probiviri può procedere d’ufficio; c) della conformità ed aderenza dei regolamenti sociali alle leggi vigenti ed allo Statuto.

CAPO VII - SANZIONI DISCIPLINARI ART. 35 Per le violazioni dello Statuto, del regolamento sociale o per indegnità si applicano le seguenti misure disciplinari : a) il richiamo; b) la deplorazione; c) la sospensione fino a 12 mesi. La sospensione superiore a tre mesi ha come effetto la decadenza dalle cariche dell’Istituzione. d) l’espulsione.

ART. 36 Le decisioni del Consiglio Direttivo possono essere impugnate avanti il Collegio dei Probiviri; il ricorso deve essere proposto entro dieci giorni dalla notifica del provvedimento. I provvedimenti disciplinari sono esecutivi nonostante il ricorso. L’organo competente del ricorso può, su istanza dell’interessato, sospendere l’esecutorietà del provvedimento. Il Presidente della Sezione giudicante provvederà in tempo utile, con lettera raccomandata, alla contestazione degli addebiti ed alla comunicazione della denuncia e del ricorso a tutti gli interessati.

CAPO VIII DELL’AMMINISTRAZIONE ART. 37 L’esercizio sociale coincide con l’anno solare. Il bilancio dell’ Associazione viene compilato e tenuto con l’osservanza delle disposizioni di legge in materia di Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Il bilancio preventivo ed il conto consuntivo annuali, redatti dall’ Amministrazione, vengono esposti all’Albo sociale e rimangono a disposizione dei soci per il periodo di almeno un mese prima della data di svolgimento dell’ Assemblea cui compete l’approvazione dei bilanci stessi. Per il servizio di cassa l’associazione dovrà avvalersi dell’ opera di un Istituto di credito.

CAPO IX - SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE ART. 38 Lo scioglimento dell’Associazione non potrà essere deliberato che dall’ Assemblea dei soci, con la rappresentanza di almeno la meta dei soci iscritti e con la maggioranza di due terzi dei voti.

ART. 39 In caso di scioglimento dell’ Associazione, nella stessa adunanza che lo delibera si dovrà determinare, a maggioranza assoluta dei voti, la devoluzione del patrimonio sociale ad un’Opera di beneficenza, Istituzione od Ente, che tenda a conseguire le stesse finalità dell’ Associazione o finalità similari. Nella medesima seduta dovrà essere provveduto alla nomina del liquidatore o dei liquidatori.

CAPO X DISPOSIZIONI TRANSITORIE ART. 40 I soci qualificati “perpetui” in base all’art. 6, lett. B) del precedente Statuto, assumono la qualifica di “vitalizi” previsti dall’art. 6, lett. b) del presente Statuto.

ART. 41 Entro un anno dall’entrata in vigore del nuovo Statuto dovranno essere presentati i regolamenti previsti ed aggiornati quelli in vigore, allo scopo di consentire la concreta e completa attuazione delle norme introdotte.

Approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Soci del 28.2.1971 Approvato con decreto del Presidente della Giunta Regionale Veneto n. 195 del 16.5.1973.

Il presente documento è conforme all’originale depositato presso la segreteria dell’Ente.

15

REGOLAMENTO CORPO VOLONTARIO Il Regolamento del Corpo Volontario, approvato nel 1994, disciplina l’attività dei volontari, definisce i requisiti per l’ammissione, il funzionamento e le modalità di elezione dell’assemblea dei volontari e della commissione esecutiva. Il titolo III disciplina l’attività dei donatori di sangue.

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI PREMESSA L’appartenenza alla Croce Verde, in quanto scelta personale originata da motivazioni umanitarie,comporta essenzialmente responsabilità etica.

La prima regola del Volontario è la formazione di una mentalità umanamente orientata allo svolgimento di un servizio.

La condizione fondamentale per operare nella Associazione è un comportamento di maturità morale che si manifesta nell’amore del prossimo, nel rispetto degli altri e nel buon senso.

CAPO I - IL VOLONTARIATO ED I VOLONTARI DELLA CROCE VERDE ART. 1 (OGGETTO DEL REGOLAMENTO) Le norme del presente Regolamento disciplinano le attività del Corpo dei Volontari dell’ Associazione Croce Verde di Padova.

I Soci Attivi previsti al primo comma dell’articolo 10 dello Statuto assumono, nel presente regolamento, la denominazione di Militi Volontari e di Donatori Volontari di sangue e la Commissione di Vigilanza menzionata all’art. 30 dello Statuto stesso quella di Commissione Esecutiva.

ART. 2 (ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO) Le attività di volontariato nella Croce Verde si esplicano in prestazioni spontanee, gratuite e continuative che concorrono, secondo le finalità previste dallo Statuto, a prevenire, a rimuovere o alleviare stati di bisogno mediante adeguati interventi nell’ambito sanitario e socio assistenziale. Dette attività riguardano: a) il soccorso e il trasporto delle persone che ne abbiano necessità; b) la donazione e la raccolta di sangue umano; c) la protezione civile nell’ambito sanitario; d) l’informazione e l’educazione sanitaria; e) il servizio infermieristico ambulatoriale.

Possono essere attuate iniziative per la promozione e lo sviluppo delle attività di volontariato.

Le suddette attività di volontariato sono esplicate nel territorio previsto dallo Statuto dell’ Associazione.

ART. 3 (AMMISSIONE ED ISCRIZIONE) Chiunque può chiedere di essere Volontario della Croce Verde. Per l’ammissione al Corpo dei Volontari sono necessari i seguenti requisiti generali: 1)essere in godimento dei diritti politici e civili; 2)non avere subito condanne penali nè avere procedimenti penali in corso; 3)avere età non inferiore a 18 anni.

Il possesso dei suddetti requisiti sarà accertato al momento della domanda di iscrizione. La Croce Verde si riserva, inoltre, di accertare, nelle forme consentite: a)l’idoneità fisica dei candidati in rapporto al servizio istituzionale; b)l’idoneità morale intesa come compatibilità del candidato con i principi di appartenenza alla Associazione.

L’iscrizione nei registri sociali è approvata da Consiglio Direttivo su parere della Commissione Esecutiva e, per i Militi Volontari, dopo il superamento del previsto tirocinio.

ART. 4 (CESSAZIONE) Il Volontario cessa di essere tale: a)per dimissioni; b)per dispensa dal servizio per inidoneità; c)per inattività non giustificata per almeno un anno se Milite e di due anni se Donatore di Sangue; d) per destituzione.

ART. 5 (PERMANENZA NEL CORPO VOLONTARIO E NELLA ASSOCIAZIONE) Il Socio attivo che cessa il servizio di volontariato al raggiungimento del limite massimo di età previsto dal regolamento o dalle leggi può essere proclamato “Volontario Emerito” con provvedimento del Consiglio Direttivo su proposta della Commissione Esecutiva.

Le persone che cessano di essere Volontari per le motivazioni di cui alle lettere a), b) e c) del precedente art. 4 possono continuare a fare parte della Associazione in qualità di Soci contribuenti annuali.

CAPO II - ORGANISMI DEL CORPO VOLONTARIO ART. 6 (ORGANIGRAMMA) Gli organismi del Corpo Volontario sono: a)l’Assemblea dei Volontari; b)la Commissione Esecutiva.

ART. 7 (L’ASSEMBLEA DEL CORPO VOLONTARIO) All’Assemblea del Corpo Volontario intervengono i Volontari iscritti nei registri sociali.

Sono compiti dell’Assemblea : a) eleggere i componenti della Commissione Esecutiva; b) approvare le modifiche al presente Regolamento; c) esaminare altri argomenti ed esprimere pareri, su richiesta del Consiglio Direttivo, in materia di organizzazione e sviluppo del Corpo Volontario e delle attività istituzionali. L’Assemblea viene convocata dal Presidente della Associazione ogni qualvolta l’espletamento dei compiti di cui sopra lo renda necessario e comunque, almeno una volta all’anno.Potrà essere convocata straordinariamente in qualunque epoca a) per deliberazione del Consiglio Direttivo; b) su domanda sottoscritta da almeno un decimo dei Volontari iscritti nei registri purché nella domanda sia indicato l’argomento per il quale si chiede la convocazione. Le Assemblee sono presiedute dal Presidente della Associazione o da un Consigliere da lui delegato.

16 CAPO III - LA COMMISSIONE ESECUTIVA ART. 8 (COMPETENZE) La Commissione Esecutiva ha le seguenti competenze: a) competenze proprie: 1. indirizzi, norme e standards per lo svolgimento del servizio istituzionale; 2. indirizzi sulla formazione e l’aggiornamento dei Volontari; 3. disposizioni per le attività delle Squadre, delle Sedi decentrate e dei Gruppi; 4. approvvigionamento di dotazioni e di servizi per i Volontari (vestiario, assicurazioni, fondo di solidarietà, piccole forniture e piccole manuntenzioni dei locali dove operano i Volontari, attrezzature per la protezione civile, spese per partecipazioni a manifestazioni, convegni, congressi, e simili); 5. approvvigionamento di forniture e di servizi per l’informazione associativa e per le attività 6. ricreative, culturali e di animazione; 7.irrogazione delle sanzioni disciplinari del richiamo, della deplorazione e della sospensione a tempo 8. determinato; 9. il conferimento del titolo di Volontario “Honoris Causa”; 10. conferimento delle benemerenze dei Volontari previste dal presente Regolamento. b) competenze a supporto di altri organi: 1. la proposta di convocazione straordinaria dell’Assemblea del Corpo Volontario; 2. le proposte di modifica del presente Regolamento; 3. le proposte di iscrizione dei candidati volontari nei registri sociali; 4. il parere sulla attivazione delle sedi decentrate; 5. istruzione preliminare dei procedimenti disciplinari di grado superiore; 6. pareri e proposte sulla complessiva organizzazione del lavoro e dei servizi.

La Commissione Esecutiva potrà , a suo insindacabile giudizio, delegare le materie di cui sopra ad appositi gruppi di lavoro i cui membri saranno dalla stessa nominati e scelti, tra i Volontari e non, sulla base di specifiche competenze.

ART. 9 (AUTONOMIA DI GESTIONE) La Commissione Esecutiva, nelle materie di propria competenza di cui alla lettera a) del precedente art. 8, adotta provvedimenti autonomi che, qualora comportino impegno di spesa, vengono trasmessi per la ratifica al Consiglio Direttivo. La Commissione stessa redigerà annualmente, entro il 31 Ottobre, un bilancio di previsione delle spese delle proprie attività accompagnato da una relazione illustrativa.

Detto bilancio viene trasmesso per l’approvazione al Consiglio Direttivo. Esso si intende tacitamente approvato qualora il Consiglio stesso non si pronunci entro trenta giorni dall’invio. Il Consiglio può richiedere la modifica del bilancio presentato ed il suo adeguamento agli indirizzi programmatici e amministrativi generali della Associazione. L’approvazione del bilancio costituisce autorizzazione preventiva alla gestione delle attività della Commissione Esecutiva.

L’impegno, la liquidazione e l’erogazione delle spese devono osservare le disposizioni in materia di contabilità in vigore per la Associazione.

Entro il mese di Gennaio dell’anno successivo la Commissione redigerà il rendiconto delle attività svolte.

ART. 10 (COMPOSIZIONE ED ELEZIONE) La Commissione Esecutiva è composta da: a) il Vice Presidente della Associazione, o Consigliere da lui delegato, che la presiede; b) sette Volontari eletti dall’Assemblea del Corpo Volontario.

Le elezioni dei membri della Commissione Esecutiva avvengono con voto libero, segreto e personale con numero massimo di quattro preferenze. Non sono ammesse deleghe. I candidati dovranno avere una anzianità di servizio attivo di almeno cinque anni.

E’ consentita la presentazione di liste. Le norme sulla presentazione di liste, sulla propaganda e sulle operazioni elettorali sono approvate dal Consiglio Direttivo e rese note mediante pubblicazione all’Albo Sociale per il periodo di almeno un mese precedente la data delle elezioni.

I membri del Consiglio Direttivo non possono essere eletti nella Commissione Esecutiva. Nessun candidato può essere iscritto in più liste.

Saranno proclamati eletti coloro che avranno riportato il maggior numero di voti.

ART. 11 (DURATA IN CARICA) La Commissione Esecutiva dura in carica quattro anni ed è concomitante con la durata in carica del Consiglio Direttivo.Il componente che rimane assente ingiustificato per tre sedute consecutive viene dichiarato decaduto. Quando per dimissione od altra causa un componente è dichiarato decaduto, verrà sostituito da colui che segue nella graduatoria dei voti delle ultime elezioni.

ART. 12 (SEDUTE) La Commissione Esecutiva è convocata almeno una volta al mese. In caso di assenza del Presidente la presidenza è assunta dal componente più anziano di iscrizione alla Croce Verde.Le sedute sono pubbliche tranne quando si tratti di argomenti riguardanti persone.

Assiste alle riunioni, e le verbalizza, il dipendente della Associazione responsabile del Corpo Volontario o altro incaricato.

Le sedute sono valide con la presenza della maggioranza dei componenti.

All’Albo sociale vengono affissi gli argomenti all’ordine del giorno della Commissione Esecutiva el’oggetto dei provvedimenti adottati.

TITOLO II - I MILITI VOLONTARI ART. 13 (CASI PARTICOLARI D’AMMISSIONE) Possono essere ammessi come Militi Volontari, previo accertamento dei requisiti di cui al precedente art. 3 e con il sostenimento di apposito tirocinio, le persone che svolgono professioni sanitarie e i Volontari di altre Associazioni aventi finalità analoghe alla Croce Verde che dimostrino di avere acquisito adeguata formazione e di avere svolto servizio attivo di almeno un anno nell’ultimo triennio.

ART. 14 (FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO) La formazione e l’aggiornamento dei Militi Volontari, sulla base degli indirizzi approvati dagli organi competenti, sono di competenza della Scuola di Formazione appositamente istituita e regolamentata.

La formazione e l’aggiornamento si attueranno mediante: a) lo sviluppo degli aspetti motivazionali del Volontariato; b) la conoscenza dell’ordinamento della Croce Verde; c) l’acquisizione di elementi di etica del servizio; d) l’acquisizione di elementi teorici e tecnici di primo soccorso; e) l’adeguato tirocinio e l’addestramento pratico anche presso strutture esterne alla Croce Verde.

E’ compito della Scuola di Formazione l’aggiornamento permanente dei Militi in attività.

I Militi Volontari ammessi a riprendere servizio attivo dopo una interruzione superiore ad un anno, sono tenuti a frequentare un apposito corso di aggiornamento.

ART. 15 (I GRUPPI OPERATIVI) Le attività istituzionali richiedono una organizzazione basata su gruppi operativi allo scopo di consentire l’ottimale utilizzo delle risorse umane e tecniche in vista dell’efficienza del servizio e dello sviluppo della vita associativa.

17 Sono approvati i seguenti gruppi operativi : 1. la squadra di servizio; 2. le sedi decentrate; 3. il gruppo di protezione civile; 4. il gruppo sportivo.

I Gruppi operativi possono dotarsi di un regolamento interno che viene comunicato alla Commissione Esecutiva per l’approvazione.

La Commissione Esecutiva ogni anno forma e/o aggiorna l’elenco dei Volontari che compongono i Gruppi Operativi.

ART. 16 (LA SQUADRA DI SERVIZIO) La Squadra di servizio notturno e diurno è costituita da un gruppo di Militi Volontari addestrati a svolgere gli interventi istituzionali secondo le modalità, i programmi e i turni di servizio. La Squadra di turno notturno è una formazione a carattere permanente diretta dal Capo Squadra che svolge il proprio servizio almeno una volta al mese (dalle ore 19,00 alle 07,00, fatte salve le diverse esigenze istituzionali). Presta anche servizio diurno (dalle 07,00 alle 19,00) in almeno due festività all’anno.

ART. 17 (LE SEDI DECENTRATE) Laddove se ne ravveda la necessità, ai fini dell’efficienza del servizio e per la promozione del Volontariato di pubblica assistenza, si potranno attivare sedi decentrate. Sono iscritti nell’elenco dei Militi della “sede decentrata” coloro che svolgono servizio in modo continuativo presso la medesima.Le attività delle sedi decentrate riguardano: 1) l’espletamento del servizio istituzionale; 2) la promozione di attività di sensibilizzazione e di sviluppo del volontariato; 3) la realizzazione di iniziative locali di animazione, di ricreazione e di cultura.

ART. 18 (IL GRUPPO DI PROTEZIONE CIVILE) La Croce Verde è compresa istituzionalmente nel servizio di protezione civile. I Militi Volontari che lo richiedano possono fare parte dell’apposito gruppo. Le attività del gruppo riguardano: a) la promozione di iniziative per la diffusione della cultura della protezione civile; b) l’organizzazione e l’addestramento dei Militi volontari; c) l’esecuzione di interventi di protezione civile con particolare riguardo all’ambito locale, previa autorizzazione dell’organo competente.

Il Gruppo può collaborare con gli altri gruppi di protezione civile del territorio.

ART. 19 (IL GRUPPO SPORTIVO) Il Gruppo Sportivo svolge attività sportive e ricreative che favoriscono, nello spirito statutario, l’aggregazione dei Volontari e degli altri Soci della Croce Verde.Possono partecipare all’attività del Gruppo anche persone non iscritte nei registri sociali che vengono ammesse come “Aderenti”. Essi partecipano alle attività del Gruppo osservando le norme di comportamento in vigore per i Volontari. Partecipano alle elezioni dei responsabili ma non possono essere eletti.

Il Gruppo Sportivo può essere formato da “Sezioni” con finalità specifiche. Ogni Sezione può organizzarsi in forma autonoma.

ART. 20 (FUNZIONI DI COORDINAMENTO) I gruppi di cui al precedente articolo 15 sono diretti, coordinati ed organizzati da un Coordinatore eletto secondo quanto previsto dal successivo art. 21. Il Coordinatore agisce con l’autonomia consentitagli dal presente regolamento e dalle disposizioni emanate dagli organi istituzionali. Il Coordinatore non ha rappresentanza esterna salvo nel caso di espressa autorizzazione da parte dei competenti organi dell’Associazione. Il Coordinatore può proporre all’esame della Commissione Esecutiva argomenti di interesse del gruppo stesso.

IL CAPOSQUADRA Il Capo Squadra è il responsabile del servizio istituzionale quando questo è svolto dalla Squadra di turno. Egli è l’animatore della Squadra e risponde della efficienza della medesima. Il Capo Squadra: a) riceve le consegne dal personale che dirige il servizio nel periodo che precede il turno; b) fa controllare e verificare l’efficienza delle autoambulanze e delle relative dotazioni; c) coordina e sovrintende il movimento delle richieste di servizio gestite dalla Centrale Operativa; d) impartisce gli ordini per l’espletamento del servizio e forma gli equipaggi; e) nella direzione del servizio deve coordinarsi con le sedi decentrate osservando le direttive stabilite; f) durante il proprio turno di servizio è il referente responsabile dell’attività istituzionale; f) vizio è il referente responsabile dell’attività istituzionale; g) promuove l’aggiornamento dei Militi della Squadra.

IL COORDINATORE DI SEDE DECENTRATA Il Coordinatore della sede decentrata è equiparato, quanto a funzioni e competenze, al Capo Squadra. Collabora alla determinazione delle direttive in materia di organizzazione del servizio. Egli rappresenta le necessità e le esigenze della sede decentrata presso la Commissione Esecutiva. Il Coordinatore del Gruppo Protezione Civile.Il Coordinatore del Gruppo di protezione civile è autorizzato ad intervenire presso le istanze locali del servizio di protezione civile. Il Coordinatore del Gruppo Sportivo. Il Coordinatore del Gruppo Sportivo è nominato dai, e tra i, responsabili delle Sezioni del Gruppo stesso. Le iniziative esterne dei Gruppi devono essere preventivamente comunicate alla Commissione Esecutiva.

ART. 21(ELEZIONI DEI COORDINATORI) Le funzioni di coordinamento di cui all’art.20 sono ricoperte mediante elezioni appositamente regolamentate dalla Commissione Esecutiva.

L’elezione viene fatta dai Volontari che ne hanno titolo. La Commissione Esecutiva pur proporre i propri candidati.

Il Capo Squadra e i Coordinatori dei gruppi scelgono un Volontario per le funzioni vicarie comunicando il nominativo al Presidente della Commissione Esecutiva. Gli incarichi hanno durata quadriennale e coincidono con la durata in carica del Consiglio Direttivo. In caso di dimissioni del Coordinatore si provvederà alla surroga con la nuova elezione.

ART. 22 (PROFILI OPERATIVI DEI MILITI VOLONTARI) Militi - I profili operativi dei Militi Volontari sono i seguenti: In detto profilo sono pure previste le figure di : “Milite di complemento”, “con qualifica sanitaria” e di “addetto alla Centrale Operativa”.

Il Milite ordinario è addetto al soccorso e all’assistenza del malato e dell’infortunato. Nel caso in cui il Milite, per gravi e giustificati motivi, non sia in grado di prestare temporaneamente servizio attivo nei limiti minimi stabiliti dal presente regolamento, viene inserito in via straordinaria in un elenco provvisorio dei “Militi di complemento”.Detto elenco viene aggiornato annualmente dalla Commissione Esecutiva. Il Milite, su richiesta, può essere inserito nell’elenco dei Volontari di protezione civile.

I Militi con qualifica sanitaria, dimostrata con l’attestato professionale, possono essere adibiti a servizi attinenti la loro professionalità qualora svolgano il servizio di autoambulanza a loro compete la direzione del servizio stesso. Nel servizio di ricevimento delle richieste di intervento e di organizzazione dello smistamento delle stesse può operare un Milite Addetto alla Centrale Operativa opportunamente addestrato.

Autista di autoambulanza- Il Milite Volontario può condurre le autoambulanze previo possesso dei seguenti requisiti : 1) due anni di servizio effettivo; 2) età non inferiore ai 21 anni; 3) possesso della patente di guida stabilita dalle

18 Autista di autoambulanza- Il Milite Volontario può condurre le autoambulanze previo possesso dei seguenti requisiti : 1) due anni di servizio effettivo; 2) età non inferiore ai 21 anni; 3) possesso della patente di guida stabilita dalle 4) vigenti norme; 5) superamento di apposito corso di formazione.

L’Autista conduce l’autoambulanza scegliendo il percorso più idoneo, collabora attivamente alle operazioni di soccorso, riscuote le oblazioni e, dopo l’intervento, cura con gli altri componenti dell’equipaggio il ripristino dell’autolettiga riferendo al responsabile della direzione del servizio sull’efficienza del mezzo.

Volontario collaboratore - La qualifica di “Volontario Collaboratore” viene conferita alla persona che, pur non svolgendo servizio attivo come Milite, presta la sua opera in altra forma nell’ambito dei servizi istituzionali.

Istruttore. -I compiti del Volontario “Istruttore” sono svolti nell’ambito dei programmi di formazione ed aggiornamento dei Militi Volontari.

Coordinatore - La funzione di “Coordinatore” è elettiva. I candidati a tale funzione devono avere una anzianità di servizio attivo di almeno tre anni.

ART. 23(IMPEGNI DEL MILITE VOLONTARIO) Il Milite Volontario si impegna a : a) compiere, nell’arco di un anno, almeno 120 ore di servizio attivo. Nel suddetto quantitativo si considera anche ogni attività a supporto delle necessità associative. b) essere possibilmente reperibile e a disposizione in caso di pubblica calamità o situazioni straordinarie di emergenza; c) rispettare rigorosamente l’orario di servizio dei turni stabiliti comunicando con congruo anticipo l’impossibilità a prestare servizio nei turni stabiliti o l’eventuale ritardo. d) portare l’apposito vestiario nel corso del servizio; e) comunicare immediatamente alla Associazione ogni cambiamento del proprio domicilio ed ogni modificazione dei requisiti di cui all’art. 3 del presente Regolamento; f) collaborare con i colleghi Volontari e con il personale dipendente per assicurare in ogni occasione il regolare ed efficace espletamento del servizio di istituto; g) non prestare servizio e non collaborare con organizzazioni esercenti attività analoga a quella della Croce Verde con scopo di lucro; h) non accettare denaro senza rilasciare ricevuta; i) rispettare le strutture dell’Ente e non asportare documenti o beni dello stesso; j) non svolgere nell’ambiente propaganda partitica o sindacale; k) non portare con sé in sede o in servizio armi di qualsiasi sorta; l) rispettare i propri colleghi evitando discussioni in presenza di terzi; m) rispettare il segreto professionale; n) tenere in servizio ed in sede un comportamento corretto; o) essere preparato e competente nel servizio; p) partecipare alle assemblee sociali.

ART. 24 (VERIFICA DELL’ATTIVITÀ DEL MILITE VOLONTARIO) La Commissione Esecutiva accerta e verifica annualmente, nella forma opportuna, l’attività e la competenza di ciascun Milite Volontario.

In presenza di situazioni non conformi alle disposizioni del presente Regolamento essa può adottare, in accordo con il competente Coordinatore, provvedimenti per accertare l’opportunità o meno di mantenere il Milite tra i Volontari attivi.

TITOLO III - DONATORI VOLONTARI DI SANGUE ART. 25 (DONATORI VOLONTARI DI SANGUE) Il dono del sangue è un’opera insostituibile e disinteressata dei Volontari della Croce Verde prevista dall’art. 2 dell’Ente.Ai donatori volontari di sangue è riconosciuta la funzione di Collaboratore Sanitario.

Nell’ambito del Corpo Volontario i Donatori volontari di sangue costituiscono una Sezione.

La Sezione è diretta da una apposita Segreteria, presieduta da un Coordinatore, nominata dalla Commissione Esecutiva.Detta Segreteria ha compiti di studio, di promozione, di sviluppo nonché di tutela e di organizzazione della attività trasfusionale. Detti compiti possono essere attuati anche in accordo con altre Associazioni di Donatori Volontari di sangue e con il Centro Trasfusionale dell’Ospedale Civile di Padova. L’attività trasfusionale si svolge nei termini stabiliti dalle leggi vigenti in materia o da particolari disposizioni del suddetto Centro Trasfusionale.

ART. 26 (AMMISSIONE ED ISCRIZIONE) Coloro che desiderano appartenere alla Sezione dei Donatori di Sangue devono presentare apposita domanda.

I richiedenti devono essere riconosciuti idonei alla donazione di sangue da parte delle competenti Autorità Sanitarie. Le domande di ammissione saranno esaminate dalla Commissione Esecutiva e l’iscrizione nei registri sociali è deliberata dal Consiglio Direttivo.

ART. 27 (ATTIVITÀ TRASFUSIONALE) Il Donatore Volontario di sangue, come sopra riconosciuto idoneo ed accettato, assume l’impegno di rispondere secondo le proprie possibilità ad ogni chiamata per prestarsi ad eseguire le donazioni che gli saranno richieste nel rispetto dei termini stabiliti dalle vigenti leggi o da particolari disposizioni del Centro Trasfusionale. Le donazioni saranno eseguite generalmente presso l’Ospedale Civile di Padova o presso altre Cliniche od Istituti che verranno di volta in volta precisati al momento della chiamata. In caso di mancata donazione per due anni consecutivi il donatore sarà considerato dimissionario. Egli può essere in qualsiasi momento reintegrato su domanda.

ART.28 (ASSEMBLEA DELLA SEZIONE DEI DONATORI DI SANGUE) La Commissione Esecutiva convoca ogni anno, di norma entro il mese di settembre, l’Assemblea della Sezione dei Donatori Volontari di sangue per trattare problemi specifici e per formulare osservazioni e proposte in ordine alla efficienza e allo sviluppo dell’attività della Sezione.

TITOLO IV - RIUNIONI, RESPONSABILITÀ, DISCIPLINA ART. 29 (CONFERENZE DI SERVIZIO) La Commissione Esecutiva, anche su richiesta di Coordinatori, può convocare conferenze di servizio per trattare problemi e argomenti inerenti alle attività istituzionali.

Delle riunioni verrà steso apposito verbale.

ART. 30 (RIUNIONI DEI VOLONTARI) I Volontari possono riunirsi liberamente nella sede della Associazione per discutere argomenti riguardanti la vita associativa.

E’ concessa la possibilità di far pubblicare all’albo sociale comunicazioni e proposte di interesse generale previa autorizzazione del Presidente della Associazione. L’eventuale diniego del Presidente deve essere motivato.

ART. 31 (GARANZIE DEL VOLONTARIO) Al Volontario è garantita: a) una idonea formazione per l’espletamento del servizio;

19 b) una adeguata assicurazione contro i rischi in cui possa incorrere nell’espletamento del servizio istituzionale; c) l’assistenza legale in caso che venga citato in giudizio o perseguito penalmente per il servizio svolto.

ART. 32 (RESPONSABILITÀ DEL VOLONTARIO) Il Volontario è responsabile dei beni di proprietà dell’Associazione avuti in consegna o in uso. L’eventuale danno subito dall’Associazione per fatto doloso o per colpa grave dovrà essere risarcito dall’autore.

ART. 33 (DELLA DISCIPLINA) Ai Volontari inadempienti alle norme del presente Regolamento sono comminate le seguenti sanzioni disciplinari.

Di competenza della Commissione Esecutiva: Il richiamo. Consiste in una deplorazione per lievi trasgressioni.

La deplorazione. Consiste in una dichiarazione di biasimo scritta e motivata per gravi negligenze, contegno scorretto verso i superiori, i colleghi, gli utenti del servizio e per comportamento non conforme al decoro delle funzioni.

La sospensione a tempo determinato. La sospensione viene inflitta per le medesime infrazioni punibili con la deplorazione, sempre che abbiano carattere di particolare gravità ed inoltre per i casi di denigrazione della Associazione o dei superiori, di interruzione o turbamento nella regolarità o continuità del servizio. La sospensione non può essere superiore a dodici mesi. Una sospensione superiore a tre mesi ha come effetto la decadenza da ogni incarico ricoperto nella Associazione.

Di competenza del Consiglio Direttivo: L’espulsione. Viene inflitta per atti che rivelino mancanza del senso dell’onore e del senso morale, nonché per abuso di autorità o di fiducia, per dolosa violazione dei doveri, per richiesta o accettazione di compensi o benefici in relazione ad affari trattati per ragioni d’ufficio o di servizio con grave pregiudizio della Associazione, per gravi fatti di insubordinazione, in caso di istigazione a fatti che producono interruzione o turbamento nella regolarità e continuità del servizio.Per i provvedimenti disciplinari della “Sospensione” e della “Espulsione” gli organi competenti vengono integrati da tre persone scelte ad estrazione a sorte, due fra i Militi Volontari con almeno cinque anni di anzianità di servizio ed uno fra i Capi Squadra.

L’irrogazione della sanzione avverrà con adeguata motivazione e previo espletamento di un procedimento disciplinare che garantisca i diritti di difesa del Volontario.

L’interessato potrà interporre ricorso al Collegio dei Probiviri della Associazione entro dieci giorni dalla notifica del provvedimento.

ART. 34 (SOSPENSIONE CAUTELATIVA) Il Presidente della Commissione Esecutiva, di fronte a fatti di particolare gravità, entro cinque giorni dall’occorso, può sospendere in via cautelativa dal servizio il Volontario incolpato, per un massimo di sessanta giorni, comunicando il provvedimento al Presidente dell’Associazione.

Chi è sottoposto a giudizio penale per gravi reati comuni è sospeso dal servizio fino alla definizione del giudizio e sarà riammesso dopo la sentenza di assoluzione o se sarà prosciolto da ogni addebito.

TITOLO V -BENEMERENZE ART. 35 (VOLONTARI “HONORIS CAUSA”) Ai Volontari che hanno cessato il servizio attivo e che abbiano onorato la Croce Verde con esemplare attività la Commissione Esecutiva può conferire il titolo di Volontario “Honoris Causa”.

Sono considerati tali: a) i Militi Volontari che abbiano svolto servizio attivo per almeno venticinque anni; b)i Donatori di Sangue che abbiano donato il loro sangue per almeno sessantacinque volte.

ART. 36 BENEMERENZE Ogni anno la Commissione Esecutiva approva l’elenco dei Volontari per il conferimento delle sotto indicate benemerenze : MILITI VOLONTARI (per anni di volontariato effettivo) - diploma e medaglia di bronzo: 5 anni; - diploma e medaglia d’argento: 10 anni; - diploma e medaglia d’oro: 20 anni; - diploma e distintivo d’oro: 25 anni; - diploma e croce d’oro: 30 anni; - pergamena e medaglia d’oro: 35 anni.

- premiazioni speciali al raggiungimento di: 40, 45 e 50 anni.

DONATORI VOLONTARI DI SANGUE - diploma di benemerenza: 6 donazioni; - diploma e medaglia di bronzo: 15 donazioni; - diploma e medaglia d’argento: 23 donazioni; - diploma e medaglia d’oro: 35 donazioni; - diploma e distintivo d’oro: 50 donazioni; - diploma e croce d’oro: 65 donazioni; - pergamena e medaglia d’oro: 80 donazioni; - premiazione speciale: al raggiungimento di 100,120 ed oltre donazioni.

La Commissione stessa può, altresì, proporre l’assegnazione di particolari benemerenze a Militi Volontari e a Donatori Volontari di sangue per meriti speciali e per avere onorato la Croce Verde.

Approvato con deliberazione del Consiglio Direttivo n. 47 del 22 marzo 1994.

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CODICE COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI Il nuovo Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici, entrato in vigore nel giugno 2013, ha abrogato e sostituito il Decreto del Ministro della Funzione Pubblica del 28 novembre 2000.

ART.1 (DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE) 1. Il presente codice di comportamento, di seguito denominato “Codice”, definisce, ai fini dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.

2. Le previsioni del presente Codice sono integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni ai sensi dell’articolo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001.

ART.2 (AMBITO DI APPLICAZIONE) 1. Il presente codice si applica ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il cui rapporto di lavoro é disciplinato in base all’art. 2, commi 2 e 3, del medesimo decreto.2.

Fermo restando quanto previsto dall’articolo 54, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, le norme contenute nel presente codice costituiscono principi di comportamento per le restanti categorie di personale di cui all’art. 3 del citato decreto n. 165 del 2001, in quanto compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti.

3. Le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 estendono, per quanto compatibili, gli obblighi di condotta previsti dal presente codice a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione. A tale fine, negli atti di incarico o nei contratti di acquisizioni delle collaborazioni, delle consulenze o dei servizi, le amministrazioni inseriscono apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal presente codice.

4. Le disposizioni del presente codice si applicano alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto delle attribuzioni derivanti dagli statuti speciali e delle relative norme di attuazione, in materia di organizzazione e contrattazione collettiva del proprio personale, di quello dei loro enti funzionali e di quello degli enti locali del rispettivo territorio.

ART.3 (PRINCIPI GENERALI) 1. Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la Nazione con disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi di buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa. Il dipendente svolge i propri compiti nel rispetto della legge, perseguendo l’interesse pubblico senza abusare della posizione o dei poteri di cui é titolare.

2. Il dipendente rispetta altresì i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi.

3. Il dipendente non usa a fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni di ufficio, evita situazioni e comportamenti che possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione. Prerogative e poteri pubblici sono esercitati unicamente per le finalità di interesse generale per le quali sono stati conferiti.

4. Il dipendente esercita i propri compiti orientando l’azione amministrativa alla massima economicità, efficienza ed efficacia. La gestione di risorse pubbliche ai fini dello svolgimento delle attività amministrative deve seguire una logica di contenimento dei costi, che non pregiudichi la qualità dei risultati.

5. Nei rapporti con i destinatari dell’azione amministrativa, il dipendente assicura la piena parità di trattamento a parità di condizioni, astenendosi, altresì, da azioni arbitrarie che abbiano effetti negativi sui destinatari dell’azione amministrativa o che comportino discriminazioni basate su sesso, nazionalità,origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzioni personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute, età e orientamento sessuale o su altri diversi fattori.

6. Il dipendente dimostra la massima disponibilità e collaborazione nei rapporti con le altre pubbliche amministrazioni, assicurando lo scambio e la trasmissione delle informazioni e dei dati in qualsiasi forma anche telematica, nel rispetto della normativa vigente.

ART.4 (REGALI, COMPENSI E ALTRE UTILITÀ) 1. Il dipendente non chiede, né sollecita, per sé o per altri, regali o altre utilità.

2. Il dipendente non accetta, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore effettuati occasionalmente nell’ambito delle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini internazionali. In ogni caso, indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato, il dipendente non chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità, neanche di modico valore a titolo di corrispettivo per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ufficio, né da soggetti nei cui confronti é o sta per essere chiamato a svolgere o a esercitare attività o potestà proprie dell’ufficio ricoperto.

3. Il dipendente non accetta, per sé o per altri, da un proprio subordinato, direttamente o indirettamente, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore. Il dipendente non offre, direttamente o indirettamente, regali o altre utilità a un proprio sovraordinato, salvo quelli d’uso di modico valore.

4. I regali e le altre utilità comunque ricevuti fuori dai casi consentiti dal presente articolo, a cura dello stesso dipendente cui siano pervenuti, sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a fini istituzionali.

5. Ai fini del presente articolo, per regali o altre utilità di modico valore si intendono quelle di valore non superiore, in via orientativa, a 150 euro, anche sotto forma di sconto. I codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni possono prevedere limiti inferiori, anche fino all’esclusione della possibilità di riceverli, in relazione alle caratteristiche dell’ente e alla tipologia delle mansioni.

6. Il dipendente non accetta incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza.

7. Al fine di preservare il prestigio e l’imparzialità dell’amministrazione, il responsabile dell’ufficio vigila sulla corretta applicazione del presente articolo.

21 ART.5 (PARTECIPAZIONE AD ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI) 1. Nel rispetto della disciplina vigente del diritto di associazione, il dipendente comunica tempestivamente al responsabile dell’ufficio di appartenenza la propria adesione o appartenenza ad associazioni od organizzazioni, a prescindere dal loro carattere riservato o meno, i cui ambiti di interessi possano interferire con lo svolgimento dell’attività dell’ufficio. Il presente comma non si applica all’adesione a partiti politici o a sindacati.

2. Il pubblico dipendente non costringe altri dipendenti ad aderire ad associazioni od organizzazioni, né esercita pressioni a tale fine, promettendo vantaggi o prospettando svantaggi di carriera.

ART.6 (COMUNICAZIONE DEGLI INTERESSI FINANZIARI E CONFLITTI D’INTERESSE) 1. Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da leggi o regolamenti, il dipendente, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, informa per iscritto il dirigente dell’ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando: a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione; b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all’ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.

2. Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.

ART.7 (OBBLIGO DI ASTENSIONE) 1. Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull’astensione decide il responsabile dell’ufficio di appartenenza.

ART.8 (PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE) 1. Il dipendente rispetta le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell’amministrazione. In particolare, il dipendente rispetta le prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della corruzione, presta la sua collaborazione al responsabile della prevenzione della corruzione e, fermo restando l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria, segnala al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito nell’amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.

ART.9 (TRASPARENZA E TRACCIABILITÀ) 1. Il dipendente assicura l’adempimento degli obblighi di trasparenza previsti in capo alle pubbliche amministrazioni secondo le disposizioni normative vigenti, prestando la massima collaborazione nell’elaborazione, reperimento e trasmissione dei dati sottoposti all’obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale.

2. La tracciabilità dei processi decisionali adottati dai dipendenti deve essere, in tutti i casi, garantita attraverso un adeguato supporto documentale, che consenta in ogni momento la replicabilità.

ART.10 (COMPORTAMENTO NEI RAPPORTI PRIVATI) 1. Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all’immagine dell’amministrazione.

ART.11 (COMPORTAMENTO IN SERVIZIO) 1. Fermo restando il rispetto dei termini del procedimento amministrativo, il dipendente, salvo giustificato motivo, non ritarda né adotta comportamenti tali da far ricadere su altri dipendenti il compimento di attività o l’adozione di decisioni di propria spettanza.

2. Il dipendente utilizza i permessi di astensione dal lavoro, comunque denominati, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi.

3. Il dipendente utilizza il materiale o le attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio e i servizi telematici e telefonici dell’ufficio nel rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione. Il dipendente utilizza i mezzi di trasporto dell’amministrazione a sua disposizione soltanto per lo svolgimento dei compiti d’ufficio, astenendosi dal trasportare terzi, se non per motivi d’ufficio.

ART.12 (RAPPORTI CON IL PUBBLICO) 1. Il dipendente in rapporto con il pubblico si fa riconoscere attraverso l’esposizione in modo visibile del badge od altro supporto identificativo messo a disposizione dall’amministrazione, salvo diverse disposizioni di servizio, anche in considerazione della sicurezza dei dipendenti, opera con spirito di servizio, correttezza, cortesia e disponibilità e, nel rispondere alla corrispondenza, a chiamate telefoniche e ai messaggi di posta elettronica, opera nella maniera piu’ completa e accurata possibile. Qualora non sia competente per posizione rivestita o per materia, indirizza l’interessato al funzionario o ufficio competente della medesima amministrazione. Il dipendente, fatte salve le norme sul segreto d’ufficio, fornisce le spiegazioni che gli siano richieste in ordine al comportamento proprio e di altri dipendenti dell’ufficio dei quali ha la responsabilità od il coordinamento. Nelle operazioni da svolgersi e nella trattazione delle pratiche il dipendente rispetta, salvo diverse esigenze di servizio o diverso ordine di priorità stabilito dall’amministrazione, l’ordine cronologico e non rifiuta prestazioni a cui sia tenuto con motivazioni generiche.

Il dipendente rispetta gli appuntamenti con i cittadini e risponde senza ritardo ai loro reclami.

2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione.

3. Il dipendente che svolge la sua attività lavorativa in un’amministrazione che fornisce servizi al pubblico cura il rispetto degli standard di qualità e di quantità fissati dall’amministrazione anche nelle apposite carte dei servizi. Il dipendente opera al fine di assicurare la continuità del servizio, di consentire agli utenti la scelta tra i diversi erogatori e di fornire loro informazioni sulle modalità di prestazione del servizio e sui livelli di qualità.

4. Il dipendente non assume impegni né anticipa l’esito di decisioni o azioni proprie o altrui inerenti all’ufficio, al di fuori dei casi consentiti.

Fornisce informazioni e notizie relative ad atti od operazioni amministrative, in corso o conclusi, nelle ipotesi previste dalle disposizioni di legge e regolamentari in materia di accesso, informando sempre gli interessati della possibilità di avvalersi anche dell’Ufficio per le relazioni con il pubblico. Rilascia copie ed estratti di atti o documenti secondo la sua competenza, con le modalità stabilite dalle norme in materia di accesso e dai regolamenti della propria amministrazione.

5. Il dipendente osserva il segreto d’ufficio e la normativa in materia di tutela e trattamento dei dati personali e, qualora sia richiesto oralmente di fornire informazioni, atti, documenti non accessibili tutelati dal segreto d’ufficio o dalle disposizioni in materia di dati personali, informa il richiedente dei motivi che ostano all’accoglimento della richiesta. Qualora non sia competente a provvedere in merito alla richiesta cura, sulla base delle disposizioni interne, che la stessa venga inoltrata all’ufficio competente della medesima amministrazione.

22 ART.13 (DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER I DIRIGENTI) 1. Ferma restando l’applicazione delle altre disposizioni del Codice, le norme del presente articolo si applicano ai dirigenti, ivi compresi i titolari di incarico ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell’articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ai soggetti che svolgono funzioni equiparate ai dirigenti operanti negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché ai funzionari responsabili di posizione organizzativa negli enti privi di dirigenza.

2. Il dirigente svolge con diligenza le funzioni ad esso spettanti in base all’atto di conferimento dell’incarico, persegue gli obiettivi assegnati e adotta un comportamento organizzativo adeguato per l’assolvimento dell’incarico.

3. Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, comunica all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti e affini entro il secondo grado, coniuge o convivente che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l’ufficio che dovrà dirigere o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attività inerenti all’ufficio. Il dirigente fornisce le informazioni sulla propria situazione patrimoniale e le dichiarazioni annuali dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche previste dalla legge.

4. Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa. Il dirigente cura, altresì, che le risorse assegnate al suo ufficio siano utilizzate per finalità esclusivamente istituzionali e, in nessun caso, per esigenze personali.

5. Il dirigente cura, compatibilmente con le risorse disponibili, il benessere organizzativo nella struttura a cui é preposto, favorendo l’instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori, assume iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, alla formazione e all’aggiornamento del personale, all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di età e di condizioni personali.

6. Il dirigente assegna l’istruttoria delle pratiche sulla base di un’equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo conto delle capacità, delle attitudini e della professionalità del personale a sua disposizione. Il dirigente affida gli incarichi aggiuntivi in base alla professionalità e, per quanto possibile, secondo criteri di rotazione.

7. Il dirigente svolge la valutazione del personale assegnato alla struttura cui é preposto con imparzialità e rispettando le indicazioni ed i tempi prescritti.

8. Il dirigente intraprende con tempestività le iniziative necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e conclude, se competente, il procedimento disciplinare, ovvero segnala tempestivamente l’illecito all’autorità disciplinare, prestando ove richiesta la propria collaborazione e provvede ad inoltrare tempestiva denuncia all’autorità giudiziaria penale o segnalazione alla corte dei conti per le rispettive competenze. Nel caso in cui riceva segnalazione di un illecito da parte di un dipendente, adotta ogni cautela di legge affinché sia tutelato il segnalante e non sia indebitamente rilevata la sua identità nel procedimento disciplinare, ai sensi dell’articolo 54-bis del decreto legislativo n.

165 del 2001.

9. Il dirigente, nei limiti delle sue possibilità, evita che notizie non rispondenti al vero quanto all’organizzazione, all’attività e ai dipendenti pubblici possano diffondersi. Favorisce la diffusione della conoscenza di buone prassi e buoni esempi al fine di rafforzare il senso di fiducia nei confronti dell’amministrazione.

ART.14 (CONTRATTI ED ALTRI ATTI NEGOZIALI) 1. Nella conclusione di accordi e negozi e nella stipulazione di contratti per conto dell’amministrazione, nonché nella fase di esecuzione degli stessi, il dipendente non ricorre a mediazione di terzi, né corrisponde o promette ad alcuno utilità a titolo di intermediazione, né per facilitare o aver facilitato la conclusione o l’esecuzione del contratto. Il presente comma non si applica ai casi in cui l’amministrazione abbia deciso di ricorrere all’attività di intermediazione professionale.

2. Il dipendente non conclude, per conto dell’amministrazione, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato contratti a titolo privato o ricevuto altre utilità nel biennio precedente, ad eccezione di quelli conclusi ai sensi dell’articolo 1342 del codice civile. Nel caso in cui l’amministrazione concluda contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione, con imprese con le quali il dipendente abbia concluso contratti a titolo privato o ricevuto altre utilità nel biennio precedente, questi si astiene dal partecipare all’adozione delle decisioni ed alle attività relative all’esecuzione del contratto, redigendo verbale scritto di tale astensione da conservare agli atti dell’ufficio.

3. Il dipendente che conclude accordi o negozi ovvero stipula contratti a titolo privato, ad eccezione di quelli conclusi ai sensi dell’articolo 1342 del codice civile, con persone fisiche o giuridiche private con le quali abbia concluso, nel biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento ed assicurazione, per conto dell’amministrazione, ne informa per iscritto il dirigente dell’ufficio.

4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si trova il dirigente, questi informa per iscritto il dirigente apicale responsabile della gestione del personale.

5. Il dipendente che riceva, da persone fisiche o giuridiche partecipanti a procedure negoziali nelle quali sia parte l’amministrazione, rimostranze orali o scritte sull’operato dell’ufficio o su quello dei propri collaboratori, ne informa immediatamente, di regola per iscritto, il proprio superiore gerarchico o funzionale.

ART.15 (VIGILANZA, MONITORAGGIO E ATTIVITÀ FORMATIVE) 1. Ai sensi dell’articolo 54, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, vigilano sull’applicazione del presente Codice e dei codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni, i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici etici e di disciplina.

2. Ai fini dell’attività di vigilanza e monitoraggio prevista dal presente articolo, le amministrazioni si avvalgono dell’ufficio procedimenti disciplinari istituito ai sensi dell’articolo 55-bis, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001 che svolge, altresì, le funzioni dei comitati o uffici etici eventualmente già istituiti.

3. Le attività svolte ai sensi del presente articolo dall’ufficio procedimenti disciplinari si conformano alle eventuali previsioni contenute nei piani di prevenzione della corruzione adottati dalle amministrazioni ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 6 novembre 2012, n. 190.

L’ufficio procedimenti disciplinari, oltre alle funzioni disciplinari di cui all’articolo 55-bis e seguenti del decreto legislativo n. 165 del 2001, cura l’aggiornamento del codice di comportamento dell’amministrazione, l’esame delle segnalazioni di violazione dei codici di comportamento, la raccolta delle condotte illecite accertate e sanzionate, assicurando le garanzie di cui all’articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001.

Il responsabile della prevenzione della corruzione cura la diffusione della conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, il monitoraggio annuale sulla loro attuazione, ai sensi dell’articolo 54, comma 7, del decreto legislativo n. 165 del 2001, la pubblicazione sul sito istituzionale e della comunicazione all’Autorità nazionale anticorruzione, di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 6 novembre 2012, n.

190, dei risultati del monitoraggio. Ai fini dello svolgimento delle attività previste dal presente articolo, l’ufficio procedimenti disciplinari opera in raccordo con il responsabile della prevenzione di cui all’articolo 1, comma 7, della legge n. 190 del 2012.

4. Ai fini dell’attivazione del procedimento disciplinare per violazione dei codici di comportamento, l’ufficio procedimenti disciplinari può chiedere all’Autorità nazionale anticorruzione parere facoltativo secondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 2, lettera d), della legge n. 190 del 2012.

5. Al personale delle pubbliche amministrazioni sono rivolte attività formative in materia di trasparenza e integrità, che consentano ai dipendenti di conseguire una piena conoscenza dei contenuti del codice di comportamento, nonché un aggiornamento annuale e sistematico sulle misure e sulle disposizioni applicabili in tali ambiti.

23 6. Le Regioni e gli enti locali, definiscono, nell’ambito della propria autonomia organizzativa, le linee guida necessarie per l’attuazione dei principi di cui al presente articolo.

7. Dall’attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni provvedono agli adempimenti previsti nell’ambito delle risorse umane, finanziarie, e strumentali disponibili a legislazione vigente.

ART.16 (RESPONSABILITÀ CONSEGUENTE ALLA VIOLAZIONE DEI DOVERI DEL CODICE) 1. La violazione degli obblighi previsti dal presente Codice integra comportamenti contrari ai doveri d’ufficio. Ferme restando le ipotesi in cui la violazione delle disposizioni contenute nel presente Codice, nonché dei doveri e degli obblighi previsti dal piano di prevenzione della corruzione, dà luogo anche a responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile del pubblico dipendente, essa é fonte di responsabilità disciplinare accertata all’esito del procedimento disciplinare, nel rispetto dei principi di gradualità e proporzionalità delle sanzioni.

2. Ai fini della determinazione del tipo e dell’entità della sanzione disciplinare concretamente applicabile, la violazione é valutata in ogni singolo caso con riguardo alla gravità del comportamento ed all’entità del pregiudizio, anche morale, derivatone al decoro o al prestigio dell’amministrazione di appartenenza. Le sanzioni applicabili sono quelle previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, incluse quelle espulsive che possono essere applicate esclusivamente nei casi, da valutare in relazione alla gravità, di violazione delle disposizioni di cui agli articoli 4, qualora concorrano la non modicità del valore del regalo o delle altre utilità e l’immediata correlazione di questi ultimi con il compimento di un atto o di un’attività tipici dell’ufficio, 5, comma 2, 14, comma 2, primo periodo, valutata ai sensi del primo periodo. La disposizione di cui al secondo periodo si applica altresì nei casi di recidiva negli illeciti di cui agli articoli 4, comma 6, 6, comma 2, esclusi i conflitti meramente potenziali, e 13, comma 9, primo periodo. I contratti collettivi possono prevedere ulteriori criteri di individuazione delle sanzioni applicabili in relazione alle tipologie di violazione del presente codice.

3. Resta ferma la comminazione del licenziamento senza preavviso per i casi già previsti dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi.

4. Restano fermi gli ulteriori obblighi e le conseguenti ipotesi di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti previsti da norme di legge, di regolamento o dai contratti collettivi.

ART.17 (DISPOSIZIONI FINALI E ABROGAZIONI) 1. Le amministrazioni danno la piu’ ampia diffusione al presente decreto, pubblicandolo sul proprio sito internet istituzionale e nella rete intranet, nonché trasmettendolo tramite e-mail a tutti i propri dipendenti e ai titolari di contratti di consulenza o collaborazione a qualsiasi titolo, anche professionale, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione dei vertici politici dell’amministrazione, nonché ai collaboratori a qualsiasi titolo, anche professionale, di imprese fornitrici di servizi in favore dell’amministrazione. L’amministrazione, contestualmente alla sottoscrizione del contratto di lavoro o, in mancanza, all’atto di conferimento dell’incarico, consegna e fa sottoscrivere ai nuovi assunti, con rapporti comunque denominati, copia del codice di comportamento.

2. Le amministrazioni danno la piu’ ampia diffusione ai codici di comportamento da ciascuna definiti ai sensi dell’articolo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001 secondo le medesime modalità previste dal comma 1 del presente articolo.

3. Il decreto del Ministro per la funzione pubblica in data 28 novembre 2000 recante “Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 84 del 10 aprile 2001, é abrogato.

Approvato con Determinazione del Segretario Generale della P.O, Croce Verde n.189 del 15.07.2015

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CODICE DI COMPORTAMENTO AZIENDALE In seguito all’entrata in vigore del nuovo Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici, Croce Verde Padova si è dotata di un proprio documento integrativo – Il Codice di Comportamento Aziendale – che recepisce i principi del codice nazionale declinandoli nella realtà della Pia Opera.

ART. 1 (PREMESSA) 1.Il presente codice di comportamento, integra e specifica le previsioni del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici approvato con DPR 16 aprile 2013, n. 62, così come previsto dall’art. 54, comma 4, del d.lgs. 30 gennaio 2001, n. 165.

ART. 2 (AMBITO DI APPLICAZIONE) 1.Il presente codice, così come il codice approvato con DPR 62/2013, si applica ai dipendenti dell’IPAB P.O. Croce Verde Padova, nonché - per quanto compatibili - alle seguenti altre categorie di soggetti che intrattengono rapporti con l’Ente: 1.1.componenti di organi statutari o comunque previsti per legge; 1.2.componenti di commissioni di gara o di concorso; 1.3.stagisti, allievi e tirocinanti; 1.4.lavoratori somministrati; 1.5.lavoratori socialmente utili, incaricati per lavori di pubblica utilità; 1.6.collaboratori e professionisti incaricati; 1.7.personale dipendente o collegato ad imprese che realizzano prestazioni o servizi per conto dell’Ente.

2. Copia dei codici di cui all’art. 1 è consegnata ad ogni singolo soggetto di cui al precedente comma. Per i soggetti di cui al punto 1.7 provvede a ciò l’ente/azienda alle cui dipendenze essi operano o sono comunque collegati. Copia dei codici viene altresì pubblicata nel sito web della P.O. Croce Verde.

3. I soggetti di cui al presente articolo nel prosieguo vengono definiti indistintamente “lavoratori”.

ART. 3 (RISPETTO DELL’UTENTE) 1. Tutti i lavoratori sono tenuti a conoscere gli scopi, la finalità e gli obiettivi dell’Ente, esplicitata nella Carta dei Servizi pubblicata sul sito web istituzionale, che prevede prioritariamente il soccorso e l’assistenza alle persone malate, agli infortunati e ai disabili.

2. Ogni lavoratore, nel proprio ambito, conforma il proprio comportamento al massimo rispetto della dignità dell’utente.

3. Ogni lavoratore si impegna a documentarsi in modo adeguato e per quanto di competenza rispetto alle disposizioni generali (organizzazione delle attività nel reparto/ufficio/servizio) e, nel caso di attività diretta all’ospite, alle consegne specifiche di ciascun ospite interessato.

4. Ogni lavoratore è tenuto alla massima cortesia con l’utenza e con gli operatori del 118 e del sistema sanitario, 5. Ogni lavoratore segnala le attività svolte, come stabilito nell’organizzazione di reparto/ufficio/servizio, utilizzando gli strumenti informativi messi a disposizione, con la massima diligenza e precisione, e aggiornandosi sulle evoluzioni tecniche e tecnologiche applicate ai servizi.

6. Il lavoratore presta servizio utilizzando sempre la divisa pulita e ordinata e i Dispositivi di Prevenzione Infortunistica (DPI) messi a disposizione, qualora sia previsto per l’espletamento del compito assegnato. La divisa deve prevedere l’identificazione (nome e ruolo del lavoratore). Nel caso non sia previsto l’utilizzo della divisa il lavoratore userà un cartellino identificativo.

ART. 4 (DIGNITÀ DELLA PERSONA NELL’AMBIENTE DI LAVORO) 1.Tutti i lavoratori, nel puntuale e rigoroso rispetto dei propri compiti e delle proprie attribuzioni, devono contribuire ad assicurare un ambiente di lavoro in cui venga rispettata la dignità della persona e in cui la pratica delle molestie, di qualsiasi tipo, sia considerata inaccettabile.

ART. 5 (RISPETTO DEL LAVORO DEI COLLEGHI E SALVAGUARDIA DEI BENI E DELL’ORGANIZZAZIONE DELL’ENTE) 1. Tutti i lavoratori adottano comportamenti fattivi e costruttivi di presa in carico dei propri compiti con autonomia e responsabilità secondo le proprie attribuzioni, in modo particolare facilitando le attività correlate o interagenti con il proprio lavoro, relazionando puntualmente e tempestivamente ai propri superiori, compilando adeguatamente tutta la documentazione di servizio, prestando massima diligenza al lavoro ed anche richiamando gentilmente i colleghi a maggiore attenzione e cura nella prestazione dei servizi, ove necessario.

2. Tutti i lavoratori si astengono da esprimere liberamente valutazioni sui propri colleghi, sull’ente, sui servizi svolti dal medesimo, di fronte a utenti e operatori del servizio sanitario, segnalando riservatamente e con la dovuta cautela e precisione atti o fatti che possano o abbiano compromesso la qualità del servizio dell’ente nei confronti degli utenti o del servizio sanitario.

3. Nell’espletamento del servizio ogni lavoratore dimostra rispetto per i colleghi garantendo la massima puntualità, e segnalando tempestivamente, sin dall’insorgere del fenomeno, eventuali problematiche che comportano un proprio ritardo o un’assenza da cui derivano conseguenze per il lavoro altrui o comunque per il servizio assegnato.

4. Il lavoratore adotterà con i colleghi, con gli operatori 118 e con operatori del sistema sanitario modalità di comunicazione e di relazione gentili, non offensive, utili alla collaborazione, al confronto attivo e propositivo, nel rispetto dei ruoli di ciascuna professionalità.

5. L’attività svolta da volontari, in ogni forma, va rispettata e assistita a motivo della gratuità e solidarietà che ne caratterizza l’impegno.

6. Il dipendente utilizza i permessi di astensione dal lavoro, comunque denominati, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, limitando ogni forma di assenza o astensione immotivata dalla partecipazione attiva al lavoro; 7. In merito all’equa ripartizione dei carichi di lavoro, il responsabile dell’ufficio o dei servizi ha l’obbligo di rilevare e tenere conto di eventuali deviazioni dovute alla negligenza di alcuni dipendenti; 8. Il dipendente utilizza il materiale o le attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio/servizio anche nella prospettiva dell’efficienza e dell’economicità dell’azione pubblica. In particolare il dipendente non utilizza i telefoni dell’Ente per motivi personali, salvo per comunicazioni a carattere di urgenza ed in ogni caso brevi, e non impiega telefoni e smartphone personali accedendo ai programmi social nell’orario di lavoro, di fronte agli utenti, nelle pause e nell’attesa dell’utente.

9. Il dipendente valorizza sempre la raccolta differenziata in ogni locale, utilizzando gli appositi cestini differenziati (carta, plastica, ecc.) segnalando al responsabile di struttura eventuali contenitori mancanti.

10. Laddove applicabile, per le necessità socio assistenziali degli utenti, il dipendente si attiva come da Piano diLavoro, ma comunque nel rispetto delle contingenze e dei bisogni degli utenti e di servizio, mettendosi a disposizione della Centrale Operativa appena libero dal servizio e restando disponibile, abbigliato e pronto al servizio fino alla fine effettiva del turno.

11. Il dipendente utilizza i mezzi di trasporto dell’ente messi a disposizione soltanto per lo svolgimento dei servizi istituzionali, astenendosi dal trasportare terzi, se non autorizzati e in ogni caso per motivi di servizio;

25 12. E’ fatto divieto al dipendente di: a) fare pause ulteriori, oltre quella eventualmente prevista, dedicando così tutto il tempo disponibile all’attività lavorativa, avvisando in ogni caso la Centrale Operativa prima di effettuare soste durante i servizi in mobilità; b) esprimere personali valutazioni sull’organizzazione, sui servizi, sui colleghi, sulle strutture aziendali di fronte a terzi utenti o clienti; c) consumare alimenti e bevande in servizio, utilizzare il proprio telefono in servizio, fumare in servizio, anche in luoghi esterni, assumere qualsiasi tipo di alcoolico prima e durante il servizio; d) utilizzare la connessione ad internet dell’ente e la propria (navigazione internet, lettura e-mail, ecc.) per scopi personali durante l’orario di servizio, ascoltare musica o visualizzare filmati nell’orario di lavoro; e) utilizzare le macchine fotocopiatrici e il telefax per motivi personali, salvo specifiche autorizzazioni del responsabile di struttura; f) sottrarre, asportare, appropriarsi e utilizzare in ogni modo, anche temporaneamente, e per ogni finalità personale beni, strumenti, materiale di consumo, parti di ricambio, presidi sanitari, lenzuola, guanti, farmaci e attrezzature dell’ente. g) consumare senza responsabilità energia, riscaldamento, materiale di consumo, attrezzature, carburanti e parti di ricambio dell’ente, prestando la massima attenzione all’operato proprio ed altrui nell’esercizio dei servizi dell’ente.

ART. 6 (ATTENZIONE ALLA SICUREZZA) 1. La sicurezza dell’ambiente di lavoro deve essere perseguita a tutti i livelli, sia evitando comportamenti inappropriati che segnalando tempestivamente eventuali disfunzionalità o suggerimenti per il miglioramento gestionale.

2. La sicurezza dell’utente del servizio viene perseguita tramite il rispetto delle procedure e dei protocolli esistenti, ed in modo particolare attraverso la procedura di segnalazione spontanea degli eventi avversi (segnalazioni di non conformità).

3. Il lavoratore provvede sia direttamente sia segnalando che assistendo le persone designate nel mantenere i veicoli e le cellule sanitarie ordinate, pulite, funzionali sia durante sia al termine del servizio.

4. Il lavoratore si impegna ad utilizzare tutti i dispositivi di protezione individuali (DPI) forniti dall’Ente.

5. Il lavoratore segnala tempestivamente al coordinatore/responsabile di servizi o degli uffici possibili rischi per la sicurezza della persona e per l’igiene presenti nell’ambiente di lavoro, sia essa un lavoratore, un ospite o un visitatore.

6. Il lavoratore segnala tempestivamente al coordinatore/ responsabile di servizi o degli uffici eventuali disfunzioni dei dispositivi di protezione individuale.

7. Il lavoratore si impegna a partecipare in modo attivo e propositivo, per quanto di competenza, ai corsi organizzati per la sicurezza sul luogo di lavoro.

ART. 7(SEGNALAZIONI E ASPETTI DISCIPLINARI) 1. Nel caso si ravvisino episodi di mancato rispetto dei Codici di comportamento validi per l’Ente, il lavoratore è tenuto a effettuare immediata segnalazione.

2. Ai fini disciplinari viene considerato particolarmente grave il comportamento omissivo, sia rispetto a fatti di cui si è responsabili sia rispetto a fatti di cui sono responsabili terzi e dei quali se ne sia a conoscenza.

ART. 8 (DISPOSIZIONI RELATIVE AI CONTRATTI) 1. Negli atti di incarico o nei contratti di acquisizione di collaborazioni, consulenze o servizi, l’Ente inserisce apposite disposizioni o clausole di penalità, risoluzione o decadenza del contratto in caso di violazione degli obblighi derivanti dai codici di comportamento validi per l’Ente.

Previsto dall’art. 54, comma 5, del D.Lgs. 165/2001 integrativo del Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici – DPR 16 aprile 2013, n.

62 approvato con Determinazione del Segretario Generale della P.O. Croce Verde n. 189 del 15.07.2015

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CODICE DI CONDOTTA DELLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI E DEI VOLONTARI Il presente Codice, entrato in vigore nel 2008, è stato introdotto con l’obiettivo di prevenire e sanzionare episodi di discriminazione di genere e casi di molestie sessuali. Si rivolge sia ai dipendenti sia ai volontari di Croce Verde Padova.

TITOLO I -PRINCIPI E DEFINIZIONI ART. 1 (PRINCIPI) 1. Essere trattati con dignità è un diritto di tutti i lavoratori/trici- volontari/tarie della Pia Opera Croce Verde di Padova. Chi lavora e presta attività volontaria alla Pia Opera Croce Verde di Padova è tenuto a contribuire allo sviluppo di un ambiente di lavoro e di volontariato sicuro, ispirato a principi di correttezza, libertà e dignità nei rapporti interpersonali.

2. Le molestie a sfondo sessuale insidiano la dignità di coloro che le subiscono compromettendo; la salute, la fiducia, il morale, la motivazione al lavoro. Esse incidono negativamente anche sulla prestazione di lavoro; sul clima organizzativo e sull’immagine dell’ente e perciò sono inammissìbili.

3. E’ compito della Pia Opera Croce Verde di Padova assicurare un ambiente di lavoro libero da alcuna forma di ricatto e un clima di lavoro in cui uomini e donne rispettino reciprocamente l’inviolabilità della persona.

4. L’autore/trice di molestie sessuali sul lavoro verso un/a collega, un/a collaboratore/trice; un/a volontario/taria. un superiore, utente o altra persona, assume un contegno scorretto e perciò viola un preciso dovere d’ufficio.

5. Chi è vittima di molestie sessuali sul lavoro è posto nelle condizioni di ottenere l’interruzione del comportamento indesiderato, anche mediante l’accesso a procedure diversificate. idonee allo scopo.

6. Chi denuncia casi di molestia sessuale ha diritto alla riservatezza e a non essere oggetto di ritorsione diretta o indiretta.

7. La molestia sessuale equivale a discriminazione sessuale. in quanto il fattore che la determina è rappresentato dal sesso di colui o colei che ne è fatta segno.

ART.2 (DEFINIZIONE DI MOLESTIA SESSUALE) 1. Per molestia sessuale si intende ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro tipo di comportamento basato sul sesso che offenda la dignità degli uomini e delle donne, ivi inclusi atteggiamenti non graditi di tipo fisico, verbale e non verbale.

2. La molestia sessuale comprende comportamenti a sfondo sessuale diversi. non definibili a priori, i quali si distinguono dalle attenzioni a sfondo sessuale amichevoli e reciproche, perché chi ne è oggetto le ritiene palesemente offensive; se rifiutati incidono direttamente o indirettamente, sulle decisioni del datore di lavoro dei superiori o dei colleghi, inerenti l’accesso alla formazione professionale, l’assunzione, il mantenimento del posto di lavoro, la promozione, la retribuzione o altro aspetto attinente l’occupazione oltre che a lutti i militi volontari; creano un ambiente di lavoro/volontariato intimidatorio, ostile, umiliante.

ART. 3 (TIPOLOGIE) 1. Oltre alle richieste di prestazioni sessuali e a ricatti sessuali, possono rientrare nella tipologia della molestia sessuale anche apprezzamenti verbali sul corpo e sulla sessualità: gesti alludenti al rapporto sessuale; contatti corporei fastidiosi (pizzicotti, pacche ecc.): forme di comunicazione a doppio senso a sfondo sessuale; esposizione di materiali che alludono al sesso o di carattere pornografico; sottolineatura con parole, commenti, della presunta inferiorità delle persona, in quanto appartenente ad un determinato sesso.

TITOLO II - IMPEGNI DELL’ AMMINISTRAZIONE E FINALITA’ ART. 4 (COMPITI DELL’AMMINISTRAZIONE DI CROCE VERDE) 1. L’Amministrazione assicura un ambiente di lavoro/volontariato ispirato alla tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona e ai principi di correttezza nei rapporti Interpersonali.

2. L’Amministrazione promuove, anche in osservanza delle normative comunitarie e nazionali in materia, tutte le iniziative necessarie alla prevenzione e alla rimozione di tali comportamenti illeciti.

3. Nel caso siano segnalati casi di molestie sessuali. Fornisce un’ assistenza tempestiva, adeguata e imparziale a coloro che ne sono stati oggetto, nel rispetto della riservatezza dei soggetti coinvolti e tutelando la/il denunciante o chiunque desideri rendere o renda testimonianza da eventuali atti di ritorsione diretta e indiretta.

4. L’Amministrazione programma corsi di formazione diretti in particolare a quadri, funzionari, dirigenti e rappresentanti sindacali, che sensibilizzino i partecipanti circa gli impegni assunti in materia di molestie sessuali e contro le discriminazioni di genere.

5. Il/la Presidente della Pia Opera Croce Verde di Padova, i/le Consiglieri/e i/le dirigenti, le lavoratrici e i lavoratori i volontari, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, contribuisce ad assicurare un ambiente di lavoro/volontariato in cui vengano rispettati i principi richiamati al comma I. ART. 5 (FINALITA’ DEL CODICE) 1. ll presente codice ha finalità: a) di informare tutti i lavoratori e lavoratrici - volontari e volontarie. Con rapporto di lavoro dipendente (subordinato) o con rapporto di lavoro “atipico” (parasubordinato o autonomo), le/i dirigenti della Pia Opera Croce Verde di Padova, le/i rappresentanti sindacali, le amministratrici e gli amministratori dei loro diritti e dei loro obblighi in merito alla prevenzione e alla rimozione delle molestie sessuali e al mantenimento di un clima di lavoro che assicuri il rispetto della dignità della persona; b) di predisporre una procedura per la trattazione formale e informale delle denunce di molestia.

2. A tutti i/le dipendenti, ai/alle nuovi/e assunti/e con qualunque rapporto di lavoro al momento dell’ assunzione e a tutti i volontari/tarie viene consegnata una copia del presente codice.

TITOLO III - L’ APPLICAZIONE ART. 6 (AMBITO DI APPLICAZIONE) 1. Il presente codice si applica in alcuni luoghi dell’Amministrazione Pia Opera Croce Verde di Padova nei confronti di chiunque li frequenti in qualsiasi titolo.

2. Il codice si applica a tutti quei soggetti (uomini e donne) che abbiano un rapporto funzionale o lavorativo dì qualsiasi tipo con la Pia Opera Croce Verde di Padova, nei luoghi stessi in cui il rapporto si esplica.

27 3. Il codice trova applicazione anche nei confronti di soggetti che intrattengono rapporti contrattuali di servizio, consulenza, appalto, collaborazione nonché nei confronti degli/delle amministratori e degli/delle consiglieri.

4. Qualora la persona oggetto di molestia sessuale non riesca a far percepire alla autorità della medesima che il comportamento attivato nei propri confronti è indesiderato ed intenda porvi fine, può rivolgersi all’esperto appositamente individuato dalla Pia Opera Croce Verde di Padova per la trattazione informale dei casi di molestia sessuale.

5. Essa può altresì richiedere, in alternativa, al/alla dirigente del personale la trattazione formale del caso ai sensi della normativa vigente in materia di responsabilità disciplinare.

TITOLO IV - RISORSE E STRUMENTI ART. 7 (RUOLO DEL/DELLA CONSIGLIERE/A DI PARITA’) 1. La Pia Opera Croce Verde di Padova individua il/la Consigliere/a di fiducia nella persona del/della Consigliere/a di Parità.

2. Li/la Consigliere/a di Parità nominato/a ai sensi del decreto legislativo 23 maggio 2000, n.196 “Disciplina dell’unività dei consiglieri delle consigliere di parità e disposizioni in materia di azioni positive”, ha sede presso l’Ufficio di Presidenza della Pia Opera Croce Verde di Padova ove, per lo svolgimento dei propri compiti, dispone di un ufficio autonomo e di un proprio budget.

3. Li/la Consigliere/a di Parità si avvale, per il suo ruolo di Consigliere/a di fiducia, della Commissione di Vigilanza (Commissione Esecutiva) dell’Ente, ha accesso ai documenti amministrativi inerenti ai casi da trattare ed ha il compito di monitorare le eventuali situazioni a rischio.

4. I dipendenti e le dipendenti, i volontari e le volontarie oggetto di molestie sessuali possono rivolgersi al/alla Consigliere/a di parità per ricevere consulenza e assistenza e per attivare la procedura informale di cui all’art.8, ovvero quella formale di cui all’art.9.

5. La partecipazione degli/delle interessati/e agli incontri con il/la Consigliere/a di parità avviene in orario di servizio.

6. Nell’ambito dei suoi compiti il/la Consigliere/a di Parità partecipa alla programmazione dei corsi di formazione di cui all’art.4, comma 4, del presente codice. Ogni anno il/la Consigliere/a di Parità invierà copia della sua relazione annuale al Presidente della Pia Opera Croce Verde di Padova e all’Assemblea dei Soci della Pia Opera Croce Verde di Padova.

7. Il/la Consigliere/a di Parità è in carica 4 anni e può essere riconfermato/a una sola volta.

ART. 8 (PROCEDURA INFORTUNI) 1. Chi ritiene di essere vittima di molestie sessuali di cui intenda porvi fine attraverso una procedura informale può richiedere l’intervento del/ della Consigliere/a di Parità dopo un colloquio con lo/la stesso/a.

2. Questo/a dispone della più ampia facoltà di azione per risolvere la questione;può sentire la persona che ha posto in essere le presunte molestie, anche congiuntamente alla parte denunciante, quando quest’ultima acconsenta, o a una persona di fiducia da essa designata: può acquisire eventuali testimonianze; può proporre alle parti interessate soluzioni a far cessare il comportamento denunciato, a rimuovere gli effetti e ad impedirne il ripetersi. Qualora non ritenga idonea la procedura informale, il/la Consigliere/a di Parità può proporre a chi ha sottoposto il caso altre vie, non escluse quelle legali, se il comportamento denunciato configura un’ipotesi di reato.

3. Sia la parte denunciante che la parte denunciata possono richiedere che alla trattazione del caso sia presente una persona di propria fiducia.

4. La procedura dovrà chiudersi in tempi brevi, e in ogni caso non oltre 60 giorni dalla richiesta d’intervento.

5. E’ obbligo del/della Consigliere/a di Parità. delle persone interessate e di chi le rappresenta, nonché di coloro che rendono testimonianza, mantenere assoluta riservatezza sui fatti di cui vengono a conoscenza nel corso della trattazione del caso, anche quando si dia avvio successivamente ad una procedura formale, fatto salvo l’eventuale obbligo dì testimonianza in sede giudiziaria.

ART. 9 (PROCEDURA FORMULE) 1. Chi ritiene di essere vittima di una molestia sessuale, e non ritenga idonea la procedura informale o ne ritenga insoddisfacente l’esito, può chiedere l’avvio di una procedura formale di accertamento della molestia mediante richiesta al/alla Consigliere/a di Parità. La richiesta deve essere inoltrata per iscritto.

2. L’istruttoria dovrà concludersi entro 30 giorni dalla data della richiesta scritta, prorogabili una sola volta nel caso di indagini particolarmenre complesse, per un massimo di altri 30 giorni.

3. Il/La Consigliere/a di Parità contesta per iscritto alla persona che ha posto in essere le presume molestie i fatti oggetto della denuncia, invitandola a presentare le sue difese anche con l’assistenza di una persona di sua fiducia.

4, Il/La Consigliere/a di Parità, sentite separatamente le parti, valuta la possibilità di una conciliazione, proponendo le misure che ritiene più opportune per la soluzione del caso. Le parti possono farsi assistere da una persona di fiducia.

5. Se il tentativo di conciliazione si conclude positivamente, il/la Consigliere/a redige processo verbale dell’avvenuta conciliazione. facendolo sottoscrivere dalle parti.

6. Se il tentativo di conciliazione non dà esito positivo il/la Consigliere/a di Parità sporge formale denuncia, se trattasi di lavoratori, al Segretario Generale che sarà tenuto a trasmettere gli atti all’ufficio competente per l’attivazione del procedimento disciplinare. Nei casi di atti attribuiti ad un/una amministratore/amministratrice o consigliere/a, la denuncia sarà rivolta al/alla Presidente della Pia Opera Croce Verde di Padova.

ART. 10 (FORMAZIONE E INFORMAZIONE) 1. Nei programmi di formazione del personale, l’Amministrazione deve includere informazioni circa gli orientamenti adottati in merito alle molestie sessuali e alle procedure da seguire qualora la molestia abbia luogo.

2. L’ Amministrazione deve predisporre specifici interventi formativi in materia di tutela della libertà e della dignità della persona al fine di prevenire le discriminazioni di genere ed il verificarsi di comportamenti configurabili come le molestie sessuali.

3. Sarà cura dell’ Amministrazione promuovere a tutti i livelli la diffusione del Codice di Condotta contro le molestie sessuali, anche attraverso assemblee interne e incontri rivolti a tutti i lavoratori/lavoratricì e volontari e volontarie.

4. L’Amministrazione fornirà copia del Codice di Comportamento a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, nonché ai neoassunti che alla firma del contratto, si impegnano a non assumere comportamenti in contrasto con il medesimo, agli amministratori e a tutti i volontari e volontarie.

ART. 11 (RISERVATEZZA) 1. Tutte le persone coinvolte nelle procedure (informale da formale) sono tenute al riserbo sui fatti e le notizie di cui vengono a conoscenza nel corso della trattazione.

2. La corrispondenza diretta al/alla Consigliere/Consigliera di Parità è recapitata direttamente al suo ufficio. Le istanze di intervento e l’apertura di eventuali fascicoli sono regimate su un protocollo riservato, istituito presso il suddetto ufficio.

ART. 12 (NORMAFINALE) 1. Il nominativo, il recapito del/della Consigliere/a di Parità ed altre istruzioni di carattere operativo inerenti le procedure evidenziate agli art.8 e 9 saranno rese note a tutti i soggetti sottoposti a questo Codice.

2. Copia del presente Codice è disponibile presso ogni sede dell’ Amministrazione Pia Opera Croce Verde di Padova e sul suo sito internet.

3. L’esistenza del Codice di Condotta della Pia Opera Croce Verde di Padova deve essere comunque resa nota ad ogni soggetto a cui tale Codice fa riferimento, al fine di informare circa gli strumenti di unela e le norme generali di comportamento.

Approvato dal Consiglio Direttivo con deliberazione n.45 del 25 settembre 2008.

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REGOLAMENTO DELLA SCUOLA DI FORMAZIONE La gestione della Scuola di Formazione di Croce Verde è indirizzata da un regolamento che ne definisce in modo chiaro gli scopi e le modalità di funzionamento.

ART. 1 (COSTITUZIONE) E’ istituita presso la Croce Verde di Padova la Scuola di Formazione per le persone che intendono svolgere attività di volontariato nella pubblica assistenza secondo le finalità statutarie della Pia Opera.

ART. 2 (SCOPI) Scopo della Scuola è quello di fornire agli allievi le conoscenze e le istruzioni per acquisire e sviluppare gli elementi etici e morali che caratterizzano l’azione volontaria, le competenze e le capacità tecniche operative nei servizi istituzionali della Croce Verde inserita nel sistema nazionale di soccorso 118.

ART. 3 (AMBITI DI ATTIVITÀ) Le attività della Scuola si esplicano nei seguenti settori: - formazione ordinaria dei Volontari - formazione permanente dei Volontari in servizio - formazione degli istruttori - corsi specialistici - corsi di informazione per le persone non direttamente destinate alle attività istituzionali.

ART. 4 (AUTONOMIA) Le forme di svolgimento delle suddette attività sono autonomamente decise dal Direttore della Scuola in diretta collaborazione col Coordinatore Sanitario, che è il diretto ed unico rappresentante dell’associazione per quanto riguarda l’inserimento dei volontari nel servizio in ambulanza. Il Direttore, che ha un incarico fiduciario riferisce al Presidente ed al Consiglio Direttivo i programmi, le proposte innovative, i risultati e le problematiche relative alla conduzione della Scuola ed alla formazione dei Militi. Il Consiglio Direttivo approva i programmi e le proposte innovative, valuta alla fine dell’anno scolastico la relazione del Direttore e si riserva la facoltà di sorvegliare l’andamento e la gestione dei corsi.

ART. 5 (DIRETTORE DELLA SCUOLA) È nominato dal Consiglio Direttivo, scelto fra persone di indubbia capacità e competenza professionale. Ha completa autonomia nell’impostare i piani di studio e di lavoro. Convoca e presiede i Gruppi di Lavoro, di sua scelta, per l’elaborazione dei progetti e dei programmi, in conformità alle esigenze del Corpo Volontario. Istruisce i lavori; approva i piani di studio e di lavoro, i progetti, le programmazioni, i calendari. Nomina i Docenti, gli Istruttori e le Commissioni d’Esame. Cura la formazione degli istruttori, rilasciando attestazioni e certificazioni che hanno valore ufficiale solo nell’ambito della Croce Verde di Padova, in attesa di ottenere la certificazione ed il servizio dei cittadini che si iscrivono alla Scuola.

Verifica e controlla l’andamento della Scuola. Autorizza le spese per il funzionamento e le attività della Scuola secondo le disposizioni approvate dal Consiglio Direttivo nella osservanza delle norme contabili della Pia Opera. Adotta provvedimenti disciplinari relativi alla Scuola se non previsti da altri organi.

ART. 6 (COORDINATORE TECNICO) Il Coordinatore Tecnico affianca il Direttore della Scuola ed ha funzioni vicarie. E’ nominato dal Consiglio Direttivo su proposta del Direttore della Scuola. Deve possedere adeguata esperienza e requisiti idonei ai compiti conseguiti a livello regionale e/o nazionale od anche nell’ambito delle pubbliche assistenze nella organizzazione di corsi, programmi, progetti, seminari nell’ambito della formazione del volontariato e nella preparazione delle tematiche concernenti l’emergenza e il trasporto sanitario.

Il Coordinatore Tecnico condivide il programma, i progetti ed i piani del Direttore, e si prodiga perché siano sviluppati ed attuati in armonia con i collaboratori della Scuola. Assieme al Direttore della Scuola assolve i seguenti compiti: elabora il budget da sottoporre al Consiglio Direttivo; collabora alla gestione delle spese per il funzionamento della Scuola; nomina collaboratori, non docenti, per l’organizzazione dei corsi, dei seminari, e a supporto della segreteria e delle altre attività della Scuola; provvede alla gestione delle risorse e dei mezzi necessari alla Scuola; è responsabile della segreteria della Scuola ART. 7 (RELAZIONE COL CORPO VOLONTARIO) Il Direttore della Scuola dovrà tenere in debito conto le indicazioni della Commissione Esecutiva, del Coordinatore delle Attività del Corpo volontario, del Responsabile Movimento servizi e del Responsabile Servizi sanitari per quanto riguarda le necessità operative e di servizio, in rapporto alla formazione coordinata.

ART.8 (DURATA IN CARICA) Il Direttore della Scuola ed il Coordinatore Tecnico durano in carica quattro anni come il Consiglio Direttivo, dal quale la Scuola dipende, e gestiscono la Scuola fino alla nomina del successivo Direttore nominato dal nuovo Consiglio Direttivo, ed in ogni caso garantiscono la Direzione sino alla fine dell’anno scolastico in corso.

ART.9 (ATTIVITÀ DIDATTICHE) Le lezioni avranno contenuto teorico e pratico e si svolgeranno secondo le modalità, i progetti ed il calendario approvati dal Direttore della Scuola, in base ai principi della pedagogia attiva. L’attività della Scuola, di norma, inizia a settembre per terminare a maggio dell’anno successivo.

ART.10 (ALLIEVI E ASPIRANTI MILITI) Per l’ammissione alla Scuola e ai Corsi gli aspiranti devono essere in possesso dei requisiti previsti dal regolamento del Corpo Volontario della Croce Verde. I requisiti speciali o particolari per accedere ai corsi vengono specificati negli avvisi di ammissione, dove sono indicate anche le norme e le modalità di partecipazione. Il numero dei posti disponibili per ogni corso sono dettati dai criteri stabiliti dal Coordinatore Tecnico, sentito il parere della Commissione Esecutiva e del Coordinatore attività Corpo volontario. Gli Allievi e gli Aspiranti Militi al termine di ogni

29 corso di formazione saranno ammessi al loro ruolo dopo aver superato l’esame, e dovranno completare la loro formazione superando un periodo di tirocinio, parte integrante dell’apprendimento, obbligatorio, come obbligatoria è la partecipazione alle lezioni ed alle esercitazioni.

ART. 11 (TIROCINIO E SERVIZIO PROTETTO ALLIEVI E ASPIRANTI MILITI) Il candidato in qualità di allievo ammesso ai corsi di formazione della Croce Verde, dopo che la sua domanda è stata accettata dalla Scuola e ottenuta l’idoneità dopo il primo corso Allievi, viene abilitato al servizio protetto in ambulanza, unicamente per il servizio di taxi sanitario ed esclusa qualsiasi urgenza. Dopo il periodo di tirocinio fissato dalla Scuola, l’Allievo partecipa al corso Militi, e continua, nel frattempo, il servizio protetto. Superato il corso Militi ed ottenuta l’idoneità come Aspirante Milite, partecipa anche ai servizi d’urgenza nelle ambulanze di tipo B, ed è soggetto ad un successivo tirocinio. Durante il tirocinio come Aspirante Milite, partecipa ad un addestramento per poter ottenere l’idoneità ai servizi nelle ambulanze di tipo A. La durata e le modalità del tirocinio degli allievi e degli aspiranti sono determinate dal Direttore della Scuola.

Terminato il tirocinio come Aspirante Milite è proposto dalla Scuola, unitamente al parere della Commissione Esecutiva, per l’iscrizione nei ruoli come Milite effettivo da parte del Consiglio Direttivo e quindi socio attivo a tutti gli effetti.

ART. 12 (LIBRETTO PERSONALE) Ogni allievo è provvisto di apposito libretto personale nel quale oltre ai dati anagrafici, sono riportati: le note di profitto, il tirocinio svolto, i risultati degli esami e gli eventuali provvedimenti disciplinari.

ART. 13 (ISCRIZIONE NEI RUOLI DEI MILITI VOLONTARI) L’iscrizione dell’Allievo ai ruoli dei Militi Volontari della Pia Opera viene formalizzata secondo le norme fissate nel regolamento del Corpo Volontario.

ART. 14 (RAPPORTI GIURIDICI ED AMMINISTRATIVI) I rapporti giuridici delle persone che non appartengono alla Croce Verde, ma che collaborano con la Scuola di Formazione, formeranno oggetto di apposita convenzione tra i medesimi e l’Amministrazione dell’Ente, con motivata relazione al Consiglio Direttivo.

ART. 15 (NORMA FINANZIARIA) Il Consiglio Direttivo della Pia Opera esamina ed approva entro il 30 giugno di ciascun anno il programma annuale ed il budget delle attività della Scuola presentati al Direttore. Nella medesima circostanza il Consiglio Direttivo impegna le risorse finanziarie destinate al funzionamento ed alle attività della Scuola, garantendo i servizi di segreteria e supporto alla attività della Scuola mediante il personale a tal fine incaricato.

ART. 16 (RAPPORTI CON L’A.N.P.A.S) Il Direttore della Scuola promuove incontri con le Associazioni aderenti all’A.N.P.A.S del Veneto o Nazionali, ed altre associazioni del soccorso per la preparazione e presentazione dello Standard Formativo Regionale del Soccorritore.

ART. 17 (NORMA FINALE) Nel definire i piani di formazione il Direttore della Scuola dovrà tener presenti le indicazioni regionali in materia dei servizi di urgenza/emergenza, nonché le normative sul volontariato. Per quanto non previsto nel presente regolamento è competente a deliberare il Consiglio Direttivo della Pia Opera.

Approvato con deliberazione C. D. 18 del 13.02.1997.

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LA CERTIFICAZIONE La Croce Verde ha rinnovato con successo la certificazione di Gestione del Sistema Qualità” triennale 2015-2018: un importante riconoscimento ottenuto a seguito di un’approfondita ispezione alla sede principale, alle sedi periferiche, alla flotta veicoli, all’organizzazione, per verificare l’efficienza e la qualità del servizio e dei processi organizzativi.

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LE COMPETENZE DEL VOLONTARIO

CONOSCENZA DELLE TECNICHE DI ASSISTENZA E SOCCORSO COMPETENZA ESPERIENZA COSTANZA

SENSIBILITA’ DISPONIBILITA’ E SPIRITO DI SERVIZIO

CROCE VERDE PADOVA VIA NAZARETH, 23 35128 PADOVA WWW.CROCEVERDEPADOVA.IT

FASCICOLO MONOGRAFICO 2017