SIMONA BRAMATI - Lachesi, la filatrice del destino

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PRESENTAZIONE di Valentina Conti Assessore alla cultura Comune di Jesi

GIOVANE DONNA DI TALENTO. Basterebbe questa semplice frase a spiegare il perchè di una mostra. Certo non tutti gli elementi verbali hanno lo stesso peso. GIOVANE. Tra tutti è l’attributo più effimero, e di per sé privo di qualsiasi merito. Ma nello stesso tempo è il più carico di futuro, quello che consente di guardare ai prossimi anni con la convinzione che il cambio generazionale non è solo una speranza, ma una realtà che basta guardarsi intorno per cogliere. Gli artisti marchigiani sono stati protagonisti per secoli di una diaspora che ha radici e motivazioni molto antiche. E’ dunque da salutare con soddisfazione una tendenza inversa che lega i nuovi protagonisti della figurazione marchigiana alla loro terra d’origine, nella assoluta convinzione che nel mondo contemporaneo non esiste più un centro e una periferia, se non nella testa di chi cerca la grande città come palcoscenico di successi commerciali, ma non di nuovi stimoli espressivi. DONNA. D’accordo, è un puro accidente. Ma in un’epoca di irrisolta questione femminile, a metà strada tra percentuali altissime di laureate e mercificati modelli mediatici, la vicenda di Simona Bramati appare paradigmatica di una situazione culturale di cui siamo ancora vittime tutte noi. E’ lei stessa a confessare di aver dubitato della propria possibilità di esercitare la pittura perchè percepita come attività esclusivamente maschile. Ma l’equivoco in fondo le è stato utile per raccogliere intorno al suo linguaggio pittorico una tonicità espressiva che si trasforma sulla tela in energia pura. E così come la forza non sta al genere sessuale maschile, la delicatezza non riguarda l’inclinazione sentimentale femminile, almeno se si è disposti al ragionamento libero dagli stereotipi e dai luoghi comuni. DI TALENTO. Finalmente siamo arrivati la cuore della questione. Senza il talento, l’età, il genere e la residenza sono particolari buoni per l’anagrafe, ma del tutto inutili per una mostra d’arte. Il talento è la premessa obbligatoria per presentare con assoluta convinzione il lavoro di un’artista che sa comunicare con tanta immediatezza i contenuti del proprio lavoro. I suoi quadri arrivano a tutti perchè è proprio dell’arte vera raggiungere chiunque abbia cuore e cervello per guardarli e amarli. In un mondo dell’arte fin troppo squalificato per aver offerto spettacoli di sconcertante pochezza linguistica ed espressiva, oltretutto così lontani dal sentire comune, la pittura della Bramati appare come una boccata d’aria fresca. Difficile cercare di inquadrarla in un qualunque genere pittorico. Come tutti gli artisti sicuri di sé e dei propri mezzi, la Bramati espone una straordinaria capacità di far coincidere i contenuti con i mezzi e costruisce un proprio sistema espressivo fatto di mito e leggenda, di capacità narrativa e sintesi formale. Questa verità di accenti, insieme al fascino che le sue figure magiche sanno esercitare, hanno già operato una irriducibile fascinazione in chi si è proposto di lavorare per questa mostra. A tutti loro va il ringraziamento dell’Amministrazione Comunale.

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