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la Speranza anno 9 - n. 27 - dicembre 2020

Buon Natale

Periodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarate


Recapiti Sacerdoti/Religiose: don Nicola Ippolito, parroco tel. 0331.220014 fax 0331.1704108 mail: cp.samarate@chiesadimilano.it don Antonio Giovannini tel. 0331.234695 mail: sanmacario@chiesadimilano.it don Francesco Maggioni cel. 3407638589 mail: maggionidonfrancesco@gmail. com don Alberto Angaroni cel. 3407518187 mail: alberto.angaroni@gmail.com

la Speranza Periodico della

Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” Via Statuto 7 21017 Samarate

don Sante Ambrosi tel. 0331.223409 mail: ambrosisante@alice.it Comunità suore Samarate tel. 0331.220111 mail: maternasamarateilo@libero.it Comunità suore San Macario tel. 0331.234267 - fax 0331.238518 mail: smsanmacario@alice.it Comunità suore Verghera tel. 0331.220222 - cel. 3498734810 mail: verghera@ismc.it Roberto Simioni tel. 0331.222601 - cel. 3391179377 mail: simbobo@tin.it

Orari SS. Messe festive:

Foto di copertina: Particolare del paliotto ad altorilievo, appena restaurato, rappresentante “La Natività”, facente parte dell’altare della cappella dedicata a San Giuseppe - chiesa SS. Trinità, Samarate

stampa: in proprio

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Indirizzo e-mail: redazione.lasperanza@libero.it

(validi fino a quando sarà attiva l’emergenza COVID-19)

sabato 18:00 a Verghera, a Samarate e a San Macario 20:30 a Cascina Elisa domenica 8:00 a Samarate 8:30 a San Macario e a Verghera 9:15 a Samarate 10:00 a Cascina Elisa 10:30 a Samarate e a San Macario 11:00 a Verghera 18:00 a Samarate e a San Macario

Orari SS. Messe feriali: 8:00 a Cascina Elisa: il lunedì e da mercoledì a venerdì 8:00 a Verghera: da lunedì a giovedì 8:30 a Samarate: da lunedì a sabato 8:30 a San Macario: da lunedì a venerdì 20:30 a Cascina Elisa il martedì 20:30 a San Macario il mercoledì 20:30 a Samarate il giovedì 20:30 a Verghera il venerdì

Tutti i numeri de “la Speranza” li trovate sul sito internet della www.cpsamarate.org Comunità Pastorale:


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Viene Natale

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Carissimi, anche quest’anno “viene Natale”. Accade in un contesto simile a quello di Betlemme di più di duemila anni fa: allora c’era da pensare al censimento; oggi, invece, la paura del contagio, i timori per le conseguenze economiche della pandemia, la frustrazione nel dover accettare le limitazioni che turbano le nostre “tradizioni delle feste”, fanno si che l’essenziale ancora una volta finisca “sullo sfondo”. Se solo fosse possibile, azzarderemmo a chiedere un rinvio del Natale per poterlo celebrare in un tempo di maggiore serenità, un po’ più preparati. No. Il Natale viene anche quest’anno perché è iniziativa di Dio! Questa festa ci aiuta a fare memoria che Dio decide di entrare, di far parte del tempo, della storia: anche questa stagione, così complicata, è “abitata” da Dio. Nella lettera per il tempo di Avvento il nostro Arcivescovo Mario ci aiuta a riflettere sul tempo. Il tempo si può definire come occasione. Già nella proposta pastorale dell’anno 2019/2020 ho cercato di provocare la libertà dei credenti con questa insistenza sull’interpretare la situazione invece di subirla, sull’arrischiare delle scelte invece di sentirsi vittime delle circostanze o condizionati dalle dinamiche sociali che impongono l’omologazione. Durante la terribile prova dell’epidemia ho sentito spesso non solo ripetere ma testimoniare e praticare questa audacia di vivere condizionamenti impensati come occasioni propizie per valori in altri tempi troppo dimenticati, per una conoscenza più approfondita di se stessi e delle persone vicine. Tutta questa esperienza mi è sembrata una conferma della libertà delle persone. “Le persone sono libere” non significa che possono creare il mondo a loro arbitrio: si trovano in situazioni già determinate da altri, da scelte precedenti, da condizioni ambientali, climatiche, sociali. Ma in ogni situazione c’è la possibilità di scegliere il bene, di decidersi ad amare, di mettere mano all’impresa di migliorare le cose e contribuire ad aggiustare il mondo. A me sembra importante riprendere queste persuasioni per reagire alla tentazione della rassegnazione, per esercitare le proprie responsabilità con il senso del limite, ma evitando l’alibi dell’impotenza. Il tempo si può definire come ritmo. L’orologio del campanile che batte le ore e le mezz’ore suggerisce non solo che il tempo passa, ma che esso può essere organizzato, ordinato in un orario. L’orario è l’arte di dare un nome alle ore, di dare un ritmo al

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tempo. Il ritmo scandisce la ripetizione: può quindi essere caratterizzato dalla noia di una costrizione, ma può anche essere qualificato da un’armonia che sa tenere insieme gli aspetti diversi della vita. Il ritmo di una giornata, di una settimana, di un periodo dell’anno è, ovviamente, determinato da molte cose: l’orario di lavoro o di scuola, gli appuntamenti della vita della famiglia, della comunità cristiana, delle attività sociali, sportive, eccetera. Ma la cura per la vita “spirituale” e per lo sviluppo armonico della persona si deve tradurre nella scelta di inserire nella successione “obbligatoria” degli impegni quotidiani, delle cose da fare, i momenti per la preghiera, per la cura delle relazioni familiari, per la pratica della carità. Senza un ritmo anche i buoni propositi diventano velleitari, l’apprezzamento per i valori si traduce in scatti di generosità e in emozioni intense, destinati a consumare molte energie, ma a produrre pochi frutti. Decidere i tempi per “riti di vita familiare” che consentono di parlarsi, di pregare insieme, di perdonarsi, di cercare insieme come affrontare le difficoltà che si profilano, offre la possibilità di appianare malintesi, portare i pesi gli uni degli altri, intensificare l’amore. Decidere il tempo per la preghiera personale, familiare, comunitaria, decidere i momenti in cui accostarsi al sacramento della riconciliazione, il giorno per un momento prolungato di ritiro personale o di coppia o di comunità, il tempo per partecipare con la comunità parrocchiale alla celebrazione eucaristica nel giorno del Signore, tutto ciò consente di vivere l’incontro con Dio e con il mistero della Chiesa come un appuntamento che alimenta la fede, sfuggendo alla superficialità della distrazione, del “non avere tempo”, del non accorgersi di essere vivi alla presenza di Dio. Decidere il tempo da dedicare al servizio degli altri, che si tratti dei ragazzi del catechismo o dei poveri, o della visita agli anziani, rende presenze affidabili, quelle su cui si può contare per quell’ora o per quel giorno. Si sa che loro ci sono, perciò si può confidare che il servizio sia reso e che i ragazzi o i poveri o gli anziani non siano abbandonati. La proposta di una “banca del tempo” è una possibilità promettente. Ciascuno e ogni comunità può promuovere iniziative costruttive, sapendo di poter contare su una collaborazione affidabile; ciascuno può formulare propositi di prestazioni volontarie realisticamente inserite negli impegni ordinari, senza temere che “se dai una mano, ti prendono il braccio”. Invito pertanto tutti a dare alle proprie giornate, alla propria settimana un orario, un calendario. Insomma, si tratta di formulare una regola di vita, che si adatti alle circostanze e ai ruoli, alle scelte vocazionali e alle situazioni, ma una regola che consenta di mettere un ordine nell’esistenza, di favorire la fedeltà agli impegni, di assicurare una presenza e una disponibilità. Concludo prendendo a prestito gli auguri dell’Arcivescovo:

“Il Figlio di Dio è divenuto figlio dell’uomo e con il dono dello Spirito insegna e rende possibile ai figli degli uomini abitare i giorni come figli di Dio.” Pertanto vorrei che giungesse a tutti il mio più affettuoso e intenso augurio per questo Natale.

Don Nicola con don Alberto, don Antonio, don Francesco, il diacono Roberto e le Consacrate della Comunità Pastorale

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Il 2020 è stato un anno particolare anche per l’attività dei Doposcuola Parrocchiali del nostro territorio, che è stata fortemente condizionata, durante la seconda parte dell’anno scolastico, dalle misure messe in atto per la prevenzione ed il contenimento del contagio da Coronavirus COVID-19. A fine febbraio la nostra attività in presenza si è dovuta fermare. Dopo un primo periodo di riflessione e di attesa, per capire come continuare a dare il nostro supporto agli alunni che seguivamo, consapevoli che dovessimo in qualche modo non lasciarli soli soprattutto in un momento così delicato, sono state intraprese alcune nuove iniziative. Per poter seguire la “Didattica a Distanza” messa in atto dalla scuola, si era evidenziata la necessità di fornire adeguati supporti informatici agli alunni del nostro doposcuola, che ne erano sprovvisti. Inizialmente, per sopperire a questa necessità, abbiamo lanciato un appello alla cittadinanza per reperire gli strumenti adeguati, e, grazie alla campagna di sensibilizzazione “Aiutaci a raggiungere un bambino in più”, siamo riusciti a ricevere in dono, da parte di alcuni Cittadini e Associazioni, computer, tablet, e donazioni in denaro, che ci hanno permesso di acquistarne altri nuovi. Inoltre, con il prezioso contributo di Fondazione Peppino Vismara, che finanzia il progetto Doposcuola, sono stati acquistati ulteriori cinque Tablet. In questo modo, tutti gli alunni del Doposcuola hanno avuto a disposizione uno strumento per partecipare alla Didattica a Distanza, sia per le lezioni della scuola, sia per il doposcuola. Grazie alla disponibilità di ventidue volontari, di ogni età e preparazione, abbiamo garantito un supporto a distanza per l’esecuzione dei compiti ed un aiuto nello studio a ventiquattro alunni della Scuola Primaria e a sei alunni della Scuola Secondaria; alcuni di questi ragazzi erano già iscritti al doposcuola, mentre altri sono stati accolti durante il periodo di lockdown.

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Il doposcuola parrocchiale – una presenza silenziosa ma costante

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Durante la settimana i volontari svolgevano l’attività utilizzando le applicazioni Zoom e WhatsApp, tenendosi così in contatto con l’alunno a loro assegnato (si è cercato di garantire il più possibile un rapporto individuale tra alunno e volontario). Grazie al legame creatosi con i nostri ragazzi, siamo entrati in relazione con le famiglie, condividendo preoccupazioni e difficoltà, e così abbiamo deciso di supportarle ulteriormente in questo difficile momento, dando un aiuto nella compilazione di richieste di ammissione ai bandi specifici per le famiglie bisognose, e per le richieste di documenti e attivazione delle varie piattaforme scolastiche. Inoltre, ci siamo attivati per cercare di attenuare le difficoltà economiche/sociali mettendole in contatto con le Caritas del nostro territorio, con il Centro di Ascolto ed i Servizi Sociali del nostro Comune, attivando così una rete di aiuto fattiva e collaborativa. Fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi scolastico/educativi, è stata l’importante e necessaria collaborazione con la dirigenza ed il corpo docenti di entrambi gli Istituti Scolastici (A. Manzoni di Samarate e B. Croce di FernoSan Macario), con i quali si è stilata una graduatoria che individua i ragazzi idonei ad accedere al nostro progetto, organizzando incontri e colloqui atti a predisporre schede individuali che definiscono gli obiettivi e gli interventi mirati per ciascun alunno. Altresì è sempre molto preziosa e intensa l’attività di formazione e supporto di Caritas Ambrosiana Area Minori – Doposcuola, che con corsi di formazione, seminari e supporto normativo/ informativo ci dà la possibilità di essere sempre aggiornati e adeguati al servizio. Ed è grazie a Caritas Ambrosiana Area Minori – Doposcuola che abbiamo ottenuto un finanziamento da parte della “Fondazione Peppino Vismara di Milano”, consentendo di poterci avvalere della Cooperativa Intrecci, che si occupa di Servizi alla Persona e nello specifico della gestione di doposcuola, fornendo la collaborazione di la Speranza - 5


professionisti quali un’educatrice e una coordinatrice, figure necessarie per il buon funzionamento del progetto e già attive a Samarate da due anni. A breve sarà introdotta la figura di un educatore anche per il progetto in fase di evoluzione ed ampliamento del doposcuola di San Macario. Durante il periodo estivo, con la possibilità di aprire i “Centri Estivi” anche il nostro doposcuola, all’interno delle attività proposte dalla nostra Parrocchia, ha potuto attivarsi per fornire agli alunni iscritti un servizio in presenza, nel rispetto del protocollo per il contenimento del contagio da COVID-19. Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale e dell’Istituto Comprensivo “A. Manzoni” di Samarate, che hanno concesso l’utilizzo della sala ex-mensa sita nella Scuola Secondaria di primo grado. Il doposcuola dstivo è stato attivato durante il mese di luglio, ed ha garantito l’apertura per tre giorni la settimana: martedì e mercoledì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.30 ed il sabato mattina dalle 9.30 alle 12.00; hanno partecipato diciotto alunni della Scuola Primaria e due della Scuola Secondaria di Primo grado dell’Istituto Comprensivo di Samarate, impegnando ventidue volontari. Inoltre, abbiamo accolto tre fratelli in età scolare, provenienti dall’Albania che avevano difficoltà linguistiche e che hanno potuto seguire alcune lezioni di italiano. L’attività prevedeva non solo lo svolgimento dei compiti, ma anche un momento di gioco, accompagnato da una merenda, organizzata dai volontari. Ciò è stato molto apprezzato dai bambini che dopo mesi di restrizioni potevano finalmente socializzare (sempre nel rispetto delle norme anti-contagio). L’attività del doposcuola estivo è proseguita anche nelle prime due settimane di settembre per terminare i compiti estivi, con le stesse modalità di luglio, usufruendo degli spazi dell’oratorio parrocchiale di Samarate. Anche a San Macario, grazie alla disponibilità di due giovani volontari, sono stati seguiti e preparati tre ragazzi della scuola secondaria di primo grado di San Macario. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, l’attività del doposcuola dal mese di ottobre riprende in presenza, sia a Samarate che a San Macario, per tutti gli alunni. A Samarate con l’apertura nei pomeriggi da lunedì a giovedì e il sabato mattina, mentre a San Macario il martedì pomeriggio ed il sabato mattina per la Scuola Primaria. Grazie alla disponibilità di nuovi volontari si introduce una nuova apertura il giovedì pomeriggio per gli alunni del6 - la Speranza

la Scuola Secondaria. Un nuovo “Progetto nel Progetto” sarà introdotto a breve, “La scuola di italiano per le mamme”. Presso l’oratorio di Samarate, durante l’orario di attività dei propri figli, si terranno lezioni di italiano, per consentire a queste mamme e donne di poter interagire con la Comunità, diventando così soggetti attivi e pienamente integrati. Purtroppo, la pandemia in atto e le nuove disposizioni del Governo, hanno fatto sì che nel mese di novembre ci siamo dovuti fermare, ancora una volta, con l’attività in presenza nei doposcuola parrocchiali. Forti però dell’esperienza passata, abbiamo da subito attivato un “doposcuola da remoto” per continuare a supportare i nostri alunni nei compiti e nello studio. I volontari che non avevano preso parte alla prima fase di didattica da remoto e che avevano qualche difficoltà con l’uso dei mezzi informatici, sono stati formati dalla nostra educatrice all’uso delle applicazioni per connettersi con bambini e ragazzi, garantendo così agli alunni seguiti, con videochiamate settimanali, una continuità nell’aiuto a svolgere l’attività iniziata ad ottobre. A fine novembre grazie al progetto “Nessuno resti indietro”, Caritas Ambrosiana ci ha donato quindici personal computer nuovi. Attualmente con l’attività da remoto stiamo seguendo quattro bambini della Scuola Primaria e quattro ragazzi della Scuola Secondaria a San Macario e diciassette bambini della Scuola Primaria e otto ragazzi della Scuola Secondaria a Samarate. Nonostante per questo Natale non sia stato possibile organizzare una festa per lo scambio degli auguri, il doposcuola ha acquistato un dono per ognuno dei nostri ragazzi, che sarà personalizzato con un biglietto di auguri che ogni volontario dedicherà al bambino col quale ha intrapreso questo percorso. Purtroppo i nostri Istituti Scolastici hanno una lunga lista di attesa di bambini e ragazzi che necessitano di essere seguiti presso i nostri doposcuola, ma per poterli inserire siamo alla ricerca di volontari; non è richiesta nessuna preparazione specifica, chiunque può essere di prezioso aiuto, donando un paio di ore la settimana del proprio tempo. Aiutaci ad aiutare un bambino in più, due ore possono bastare! Per informazioni contattare: Rama Ottini 3474225898 - Doposcuola Samarate Patrizia Selmo 3495633456 - Doposcuola San Macario


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Don Giacomo, sacerdote novello

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La Parrocchia SS. Trinità di Samarate, per il secondo anno consecutivo, è risultata vincitrice del bando “CentriEstivi2020” promosso dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto onlus. Il progetto presentato, dal titolo “Fare nuove tutte le cose!”, ha ricevuto un contributo di 8000 € per sostenere le attività dell’oratorio estivo. Il finanziamento ha permesso di far fronte alle ingenti spese richieste dalla particolare situazione di emergenza sanitaria in corso. Il progetto voleva essere una sfida per fornire alla Comunità Samaratese una proposta educativa elaborata sulla realtà attuale, accompagnando i ragazzi a vivere una estate nuova con forte senso di responsabilità. L’educazione allo stare insieme, al rispetto reciproco, alla condivisione delle regole, alla responsabilità nei confronti degli altri, degli oggetti, degli spazi comuni e dell’ambiente sono stati i principi guida di ogni attività proposta. Il progetto ha contribuito a riconnettere i ragazzi con la vita e la realtà, portandoli a riscoprire il territorio e la socialità da cui erano stati lontani nei mesi precedenti, recuperando dimensioni umane fondamentali per crescere e maturare. Bambini, preadolescenti e adolescenti sono stati chiamati a riappropriarsi dei luoghi, dei valori, delle relazioni, della vita del proprio paese. Le uscite a piedi sul territorio samaratese per visitare beni artistici e ambientali, la gita al parco acquatico e il ritiro al Sacro Monte di Varese, la camminata dei giova-

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Un GRAZIE alla Fondazione Comunitaria del Varesotto onlus

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ni lungo la Via Francigena da Lucca a Siena, sono state alcune delle iniziative rese possibili grazie ai proventi della Fondazione Comunitaria del Varesotto onlus. Ogni attività è stata realizzata nel pieno rispetto della gradualità dei tempi, delle norme e dei protocolli sanitari approvati dalla Regione Lombardia. Il progetto è stato realizzato attraverso l’impegno volontario di insegnanti, genitori, studenti universitari e sei giovani educatori retribuiti, che cooperando efficacemente hanno permesso la totale realizzazione del progetto educativo e sociale. La Parrocchia SS. Trinità ringrazia la Fondazione del Varesotto onlus per il contributo ricevuto. Un ringraziamento anche a A.s.d.o. Olimpia Samarate che ha ulteriormente sostenuto economicamente il progetto “Fare nuove tutte le cose!”. Un ringraziamento speciale infine alle dott.sse Cristina Cattò e Anna Banda, che hanno seguito tutto l’iter del progetto, tenuto i contatti con la Fondazione e curato ogni fase di rendicontazione e relazione. Il loro grande, preciso e insostituibile impegno ci ha permesso di raggiungere il risultato. Don Alberto

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Gli oratori e le catechesi non si fermano...

Il nuovo anno pastorale ha visto la nostra comunità riprendere il percorso della catechesi con il desiderio di ricominciare tutti i percorsi in presenza. Purtroppo il sopraggiungere della “seconda ondata” ci ha portato a continuare quest’anno on-line. La prima “caratteristica” che emerge è che siamo invitati quest’anno a rimanere sempre più attenti a quello che succede. I nostri programmi sono sfidati dalla realtà e ci viene chiesto di imparare a danzare la musica che ci viene proposta, con grande scioltezza. Così i nostri catechisti e catechiste si sono re-inventati, con il desiderio di incontrare i ragazzi attraverso varie modalità: dall’incontro sulle piattaforme, all’invio di audio e contributi video, alla proposta della preghiera in famiglia. Insieme a tutto ciò non sono mancate le proposte più “tradizionali”, come il calendario dell’Avvento e la proposta del gesto di carità o contribuendo alla raccolta di viveri organizzata dalle nostre caritas, oppure con la colletta alimentare. Accanto a questo, con la Novena dell’Immacolata, abbiamo lasciato un segno di preghiera in tante case dei nostri ragazzi, con il desiderio di entrare nel cuore di Maria, nell’attesa del Natale di Gesù. Ogni classe ha vissuto un momento della Novena con una chiamata di gruppo, mentre per gli altri giorni l’invito era alla preghiera personale nelle case, in famiglia. Anche i pre-adolescenti hanno vissuto questo periodo di Avvento con il desiderio di ri-allacciare i rapporti. Gli educatori attraverso chiamate di gruppo hanno ricominciato a vedere i ragazzi. Soprattutto questa fascia è quella che patisce di più la lontananza fisica. C’è grande desiderio di vedersi e incontrarsi e speriamo che il prossimo futuro possa permetterci une possibilità per vivere in presenza l’incontro e il percorso con i ragazzi. Gli adolescenti e i 18enni sono stati cercati dai loro educatori per vivere una nuova tappa del loro cammino. Soprattutto con i più grandi emerge il desiderio di un dialogo che possa partire dalle loro domande, attese, e fatiche di questo tempo. Come se la vita ci chiedesse sempre più ragioni serie per essere vissuta. Il percorso dei giovani, iniziato in presenza, ha continuato regolarmente la sua scansione. Momento forte di questo periodo sono stati gli esercizi spirituali dei 18enni e dei giovani predicati dal nostro Arcivescovo on-line. Per tre sere consecutive i ragazzi si sono radunati per ascol10 - la Speranza

tare la Parola del Vescovo, e, al termine, si sono raccolti per una condivisione che, anche se a distanza, non ha lasciato distanti i nostri cuori. Davvero la profondità del dialogo ci ha colpiti! Infine, i 18enni e i giovani nella serata del 9 dicembre hanno avuto l’occasione, insieme ad altri giovani del nostro decanato, di poter ascoltare la testimonianza dei genitori di Chiara Corbella Petrillo. È stato un momento dove, attraverso la tecnologia, i genitori di Chiara ci hanno offerto tanti spunti e provocazioni per tornare alla vita quotidiana in modo nuovo. La Novena di Natale, proposta in modi diversi a tutte le fasce di età giovanili, conclude questo intenso periodo e ci rilancia per poter celebrare la Venuta di Cristo. Il desiderio è che questa celebrazione possa avvenire per tanti dei nostri ragazzi soprattutto nell’incontro con il Signore risorto nei sacramenti, nella Confessione e nell’Eucaristia, vero luogo, fisico e concreto, del suo apparire tra noi.

“A occhi aperti...” A settembre, dopo l’insolita ma al tempo stesso travolgente avventura di Summerlife, noi animatori eravamo carichi ed entusiasti per l’inizio di questo nuovo anno oratoriale. Abbiamo cominciato a trovarci e, tra una partita di “lupus” e l’altra (infatti questo è uno dei nostri passatempi preferiti), a pensare a nuove attività che potessero divertire i bambini e i ragazzi nonostante le restrizioni dettate dalle norme per il contenimento del virus, accettando così la sfida a cui siamo stati sottoposti da questo periodo. Per il primo mese siamo riusciti ad organizzare attività in presenza che hanno riscosso gran successo, tra cui la caccia al tesoro per le vie di Samarate con cui abbiamo dato inizio al periodo oratoriale autunnale- invernale che ha come slogan “Ad occhi aperti”. Purtroppo, l’evoluzione dell’epidemia non ci ha permesso di continuare l’attività di animazione in presenza, pertanto ci siamo ritrovati ad affrontare una nuova prova: continuare ad animare le domeniche dei ragazzi a distanza. Così è nata l’idea di trovarci online per passare del


tempo insieme tra balli, karaoke, chiacchiere e lavoretti. Non è mancato il sostegno delle eccezionali mamme della comunità che, con la loro esperienza, hanno contribuito alla realizzazione di questi incontri. La nostra voglia di raggiungere i ragazzi non si è fermata all’intrattenimento domenicale ma è sbarcata anche sui social, per stare ancora più vicini ai post-millenials, nostri coetanei. Tra le varie proposte c’è anche quella di un calendario dell’avvento alternativo: ogni giorno, sulle storie dell’account di Instagram dell’orarorio (@oratorio_samarate mi raccomando, se ancora non lo fate, seguiteci! :) ), ognuno di noi suggerisce un semplice impegno da portare a termine per vivere al meglio questo periodo di attesa e di preparazione al Natale. Il calendario per le prossime domeniche é già ricco di impegni, tra cui l’incontro di domenica 20 dicembre con l’obiettivo di far ritrovare le famiglie di tutta la comunità samaratese (oratorio di Samarate, Verghera e San Macario) per un inedito scambio di auguri. É stato bello stupirsi del fatto che proprio nella difficoltà ciascuno di noi ha trovato nuove energie e risorse da spendere a servizio dell’altro, “L’opera mia con l’altro si arricchisce, talento a servizio di chi ci unisce”... Matteo Crucitti, Francesca Pia Puppio e gli animatori di Samarate

Riscoprirsi parte di una comunità al tempo dei social “Ho apprezzato quanto è bello lavorare fianco a fianco, con chi sa come il mio gesto con il proprio completare: non è solo l’amicizia che ci lega, c’è qualcosa di più grande per cui noi collaboriamo” Spinti dalla canzone “Scelti per ricreare”, noi animatori di Verghera con gli educatori, durante i mesi del lockdown, abbiamo accettato la proposta “AdoLucenti”, grazie alla quale abbiamo collaborato per realizzare qualcosa che esprimesse il desiderio di mettersi al servizio gli uni degli altri. Dopo un medley dei balli delle passate edizioni dell’oratorio estivo, abbiamo scavato dentro di noi per descrivere il modo in cui vivevamo la libertà in quel particolare momento, riscrivendo il testo della canzone “Parole in circolo”. Abbiamo, infine, condiviso le

nostre passioni e i nostri talenti, affinché diventassero luce per gli altri. Attraverso i social, abbiamo trasmesso alla comunità il bello di quanto siamo riusciti a fare in gruppo e cosa significhi Immagine dal video “Animatore è” per noi essere animatore. All’inizio dell’Avvento, realizzando un collage con i nostri sguardi, ci siamo augurati di affrontare questo periodo con lo stesso sguardo di fiducia di Giuseppe, non lasciandoci sopraffare dal panico, dalla paura o dalla rabbia. Con nuovo slancio, abbiamo così deciso di non bloccare le attività che avevamo pensato per quest’anno oratoriano, ma di proporle online. Tra giochi in scatola e disegni particolari con il caffè siamo arrivati alla prima settimana di Avvento e ci siamo chiesti: come possiamo non abbandonare i ragazzi del nostro oratorio in un tempo tanto speciale quanto difficile? Abbiamo pensato così di accompagnarli con una piccola riflessione sul brano di Vangelo del giorno per porre attenzione al tempo che precede il Natale. Nonostante l’impossibilità di realizzare il presepe e l’albero di Natale in Oratorio, abbiamo voluto proporre l’abbellimento dell’albero digitale con una preghiera personale e il concorso presepi. Il vincitore del concorso, indicato dal popolo dei social e da una giuria, sarà premiato domenica 27 dicembre durante la S. Messa delle 11. In questo periodo, stiamo quindi utilizzando i social facendo diventare il tempo di Avvento un tempo per rintracciare i testimoni e i segni della presenza di Gesù: occhi aperti! Elisabetta Bosello

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Il Centro di Ascolto continua la sua attività.

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Un po’ di storia. Quando il primo dicembre del 2016 nel salone parrocchiale si riunirono numerosi membri della Comunità Pastorale, dell’Amministrazione Comunale e delle Associazioni presenti sul territorio per condividere riflessioni sul tema “Insieme per fare il bene“, una delle proposte avanzate fu quella di costituire un Centro di Ascolto (CdA), strumento della Caritas, che potesse tentare di rispondere ai bisogni più urgenti della collettività, in un contesto sociale dove lo sfilacciamento dei rapporti, il disagio psicologico ed economico facevano emergere nuove povertà e fragilità. La proposta ottenne il consenso di tutta l’assemblea e, con l’autorizzazione del Parroco e del Consiglio Pastorale, iniziò il cammino per dare corpo ad un progetto impegnativo ma coinvolgente e stimolante. Nei due anni successivi molte sono state le tappe percorse: l’attivazione di un corso di formazione per le persone interessate, la ricerca di volontari disponibili a condividere e supportare l’iniziativa, la stesura del Progetto Operativo che avrebbe dovuto dettare le linee guida dell’agire, la predisposizione di una “mappa delle risorse“ cui attingere informazioni sui servizi presenti nel territorio, la scelta di una sede dove accogliere quanti si fossero rivolti al CdA. Il 2 ottobre 2018 sono iniziati gli ascolti presso la sede posta in Via Dante 31, in un locale messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale presso il “Centro diurno per anziani”: una targa sul portone d’ingresso ne indica la presenza. All’iniziativa hanno aderito ventuno volontari delle quattro parrocchie che si alternano nell’ascolto: • il martedì e il sabato dalle ore 9.00 alle 11.00 • il giovedì dalle ore 15.00 alle 17.00. La sede dispone anche di un collegamento telefonico al numero 3463259595 e di un indirizzo mail

centroascolto.samarate@gmail.com

Ad oggi abbiamo accolto, ascoltato e aiutato ottantacinque persone. 12 - la Speranza

Ma cosa è e cosa fa in concreto il CdA? Il CdA e’ uno strumento delle Caritas della Comunità Pastorale che si offre come punto di riferimento per coloro che dalla vita sono stati messi a dura prova e che qui possano incontrare persone disponibili ad accogliere, ascoltare , orientare nella ricerca di soluzioni ai loro problemi. Non è quindi un distributore di beni o servizi. La specificità del CdA consiste proprio nello stabilire una relazione di fiducia tra il volontario e la persona che gli si rivolge la quale, sentendosi accolta, non giudicata e aiutata ad analizzare e a prendere coscienza delle proprie difficoltà, potrebbe sentire una speranza di cambiamento e trovare le risorse interne per intraprendere un percorso verso l’autonomia personale. Il gruppo di tutti i volontari, denominato Equipe, si riunisce periodicamente e nel corso delle riunioni, con l’aiuto dei nostri sacerdoti che vi prendono parte, i problemi emersi durante l’ascolto vengono condivisi ed analizzati e si definiscono le strategie da attivare. L’aiuto offerto consiste non solo nell’indirizzare la persona verso le strutture più idonee ad aiutarla ma, se la persona è titubante o timorosa, anche ad accompagnarla ed assisterla durante gli incontri e a seguirla nel tempo fino a quando si vedono i segni della soluzione del suo problema. Fondamentale è poi la collaborazione con le Istituzioni presenti sul territorio che possano dare alcune risposte ai bisogni, e la valorizzazione di tutte le risorse che la comunità possiede, a partire dalla rete di buon vicinato che offre opportunità spesso impensate quando la fragilità dei legami familiari e parentali crea precarietà e solitudine. Infatti il CdA: - opera in sinergia con le Caritas parrocchiali nella presa in carico delle concrete situazioni; - collabora con i Servizi Sociali territoriali in un confronto costante dei bisogni emergenti; - lavora in rete con i vari enti caritatevoli presenti nel nostro territorio decanale e diocesano utilizzando un portale telematico comune (OSCAR) per un aggiornamento costante delle opportunità che nascono dal


lavoro più articolato che la Caritas Diocesana promuove attivamente. - In questo momento di particolare emergenza sanitaria ed economica forniamo  informazioni e contatti per ricevere aiuti dedicati alle famiglie offerti dalle Caritas Parrocchiali sotto forma di pacchi alimentari, sostegni economici, indicazioni sulle possibilità di accesso agli strumenti di aiuto posti in essere dalla Caritas Ambrosiana mediante strumenti finanziari quali:  Fondo San Giuseppe  Fondo Siloe  Fondo Diamo Lavoro  informazioni su requisiti per accedere ai vari strumenti di aiuti previsti dalle leggi vigenti quali:  Reddito di Cittadinanza, e Reddito di Emergenza  Bandi e opportunità attivati dal nostro Comune.

Da marzo 2020 ad oggi Caritas Ambrosiana, tramite questi fondi, ha elargito € 12.000 che sono stati distribuiti a dieci famiglie rimaste senza reddito per la perdita di lavoro o afflitte da lunga disoccupazione

Concludendo L’ambizione è quella di riuscire a tradurre in pratica le parole che Papa Francesco ha detto il 21 aprile 2016 nel discorso al convegno nazionale Caritas: “Di fronte alle sfide e alle contraddizioni del nostro tempo, la Caritas ha il difficile, ma fondamentale compito, di fare in modo che il servizio caritativo diventi impegno di ognuno di noi.”

Come posso dare una mano anch’io? Tutti possono essere volontari del Centro di Ascolto anche se non possono prestare fisicamente il loro tempo ai colloqui o agli incontri di Equipe, perché il Centro di Ascolto vuole porsi come sentinella delle povertà, ponte tra i bisogni di alcuni membri della comunità e le comunità cristiana e civile, coinvolgendole e sensibilizzandole. Quindi ognuno di noi può nel suo piccolo prendersi cura dei più deboli, magari dei vicini di casa, o delle famiglie che avvicina nelle scuole dei figli o al lavoro, delle persone anziane o sole o malate

che sappiamo vivere momenti di difficoltà. Occorre superare l’individualismo e l’anonimato che stanno caratterizzando il vivere civile, porgendo un primo momento di ascolto e aiutando le persone a rivolgersi senza timore al nostro centro per poter condividere le difficoltà e cercare di individuare le strade di possibili soluzioni. C’è ancora molto da fare e da migliorare, siamo aperti a proposte e suggerimenti. Si può essere volontari anche solo segnalandoci opportunità di lavoro, persone disponibili ad affittare appartamenti a canone modesto o segnalando opportunità per valutare delle situazioni di cui si viene a conoscenza. Ogni mese poi siamo richiamati a prestare attenzione agli avvisi parrocchiali che ci invitano a donare concretamente alimenti che vengono distribuiti a tante famiglie delle nostre parrocchie.

Nel 2020 le nostre Caritas Parrocchiali hanno distribuito ogni mese pacchi alimentari a novanta famiglie Si possono fare delle donazioni in denaro secondo le iniziative proposte mensilmente dalle varie parrocchie oppure utilizzando i seguenti conti (causale: donazione CARITAS ) - Samarate: IT71D0311150070000000003146 - San Macario e Cascina Elisa: IT87U0306909606100000015250 - Verghera: IT97V0311150510000000002829

Nel 2020 sono stati raccolti circa € 16.000 di offerte private mentre l’amministrazione comunale ha elargito alle Caritas un contributo di € 14.500, derivante dai fondi distribuiti dallo stato per fronteggiare l’emergenza economica. In totale le Caritas hanno potuto disporre di circa € 30.000 che sono stati utilizzati per l’acquisto di generi alimentari e medicinali, per pagare circa centoquaranta bollette e per porgere aiuti vari a famiglie in difficoltà Certi del vostro sostegno e della vostra vicinanza prima di tutto uniti nella preghiera, porgiamo ad ognuno un cordiale augurio di Buon Natale!

I volontari del Centro di Ascolto la Speranza - 13


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Il restauro della natività della chiesa della SS. Trinità di Samarate

Quando nel 2016 venni contattata dalla parrocchia di Samarate per restaurare un altorilievo raffigurante la Natività, non immaginavo certo di imbattermi in un’opera così particolare: il manufatto era stato ricoverato in un locale attiguo al presbiterio, disteso su un piano orizzontale, e nonostante la scarsa luce rimasi subito affascinata dalla ricchezza della scena raffigurata. Il punto focale della rappresentazione è costituito da Gesù, disteso nella mangiatoia; Maria e Giuseppe, chinati su di lui, sembrano quasi voler proteggere il Bambino e custodire quel momento così importante, ma non riescono a contenere la gioia dei personaggi che convergono da destra e da sinistra: donne con ceste cariche di doni, anziani, pastori e flautisti, che accorrono ad adorare e porgere i loro omaggi a Gesù, accompagnati da musica e animali. Mi resi subito conto di avere di fronte un’opera di notevole qualità, ricavata da un grande tronco di noce (misura ben cm 187 x 67!), dipinto di bianco per simulare l’aspetto del marmo, in cui l’intagliatore ha saputo creare una composizione articolata e complessa, con personaggi dotati di grande espressività. L’altorilievo è infatti un’opera risalente all’inizio del Settecento, facente parte dell’altare di San Giuseppe, collocato nel 1807 nella prima cappella a destra della Chiesa della SS. Trinità a Samarate. Come si afferma nella lapide murata a sinistra dell’altare, questo proviene dalla chiesa milanese di San Carlo, sconsacrata nel 1804 e demolita pochi anni dopo, ricca di opere eseguite dai più importanti artisti lombardi del ‘600 e del ‘700. Anni fa tuttavia l’opera venne rimossa dalla sua collocazione, sottoposta ad un frettoloso restauro, inserita in una teca e posta sull’altare maggiore, perché tutti potessero ammirarla proprio durante l’Avvento e il periodo natalizio. Purtroppo lo spostamento del manufatto ha avuto gravi conseguenze sul suo stato di conservazione: il legno è un materiale che rimane sempre vivo nel tempo, e subisce movimenti di ritiro e rigonfiamento, adattandosi ai cambiamenti ambientali. Il fatto che l’opera sia stata ingabbiata in una struttura rigida, costituita da traverse in faggio incollate e avvitate sul retro e sui fianchi, e rinchiusa in una teca sigillata, ha determinato fortissime tensioni nel supporto ligneo. Questo ha provocato l’aprirsi di sottili crepe e fenditure e, in 14 - la Speranza

molti punti, il sollevamento, il distacco e la caduta del rivestimento pittorico di colore bianco, che sembrava sul punto di ‘esplodere’. L’ i n t e rvento di restauro, condotto sotto la vigilanza della Soprintendenza di Milano, è consistito in p r i m o Particolare prima del restauro luogo nell’arrestare l’avanzare del degrado, fissando il colore nei punti in cui era sollevato e sul punto di staccarsi: con ripetute iniezioni di adesivo acrilico, un piccolissimo ferro da stiro (chiamato termocauterio) e soprattutto una pazienza infinita, la cromia è stata messa in sicurezza. Si è poi affrontata la pulitura dell’opera: grazie alle indagini stratigrafiche eseguite si è appurato che l’altorilievo era stato ridipinto più vol- Distacchi e cadute di colore prima del restauro te nel corso dei secoli; l’ultima verniciatura era stata eseguita con uno smalto bianco sintetico (simile a quello utilizzato per i termosifoni), che ostacolava la traspirazione del legno e conferiva alla superficie un aspetto lucido e innaturale, come fosse porcellana. Si è quindi stabilito di rimuovere lo smalto mediante impacchi di solvente addensato, in modo da riportare in luce la cromia sottostante otto-


centesca, più simile nel colore e nell’aspetto materico alla finitura originaria. L’operazione più drastica è stata la rimozione delle traverse in faggio applicate sul retro, in modo da liberare l’opera dalla gabbia rigida in cui era stata ‘imprigionata’. Sono state rimosse anche le assi che incorniciavano l’altorilievo sul lato superiore e sui lati, inserite probabilmente quando l’opera è stata trasferita da Milano a Samarate: in questo modo si è restituito maggior respiro alla raffigurazione, anche se risulta evidente che il rilievo è stato ridimensionato lungo il lato superiore, probabilmente per adattarlo alla nuova collocazione. L’intervento di restauro si è concluso con la fase di presentazione estetica, che consente la piena valorizzazione dell’opera: tutte le lacune di cromia che lasciavano a vista il legno sottostante, di colore bruno scuro, sono state stuccate con un impasto a base di gesso e colla animale e reintegrate con colori ad acquerello e con la tecnica del tratteggio, che consente di distinguere sempre la mano e l’intervento del reParticolare dopo la stuccatura stauratore. È stata infine realizzata una struttura metallica di supporto per esporre nuovamente la Natività in chiesa; penso che tutti coloro che avranno modo di ammirarla dal vero rimarranno affascinati dalla raffinatezza e ricchezza di quest’opera, che può fornirci anche molti spunti di meditazione e di preghiera. Vorrei soffermarmi a questo

proposito su un particolare della rappresentazione, che mi ha sempre colpita fin dall’inizio, e che questo periodo mi ha fatto rileggere sotto una diversa luce: a sinistra della Madonna si nota la figura di un anziano con una lunga barba, che, pur curvo sotto il peso degli anni e appoggiandosi ad un bastone, si dirige deciso verso il Messia, tenendo il cappello in mano in segno di rispetto e reverenza. Alle sue spalle una figura femminile, che sembra accompagnare il vecchio, gli posa una mano sulla spalla con un gesto di infinita delicatezza e tenerezza. L’importanza che l’artista conferisce a questi personaggi Particolare delle due figure a sinistra sembra suggerire il ruo- della Madonna lo che gli anziani, pur con le loro fragilità e debolezze, svolgono ancora oggi nell’indicare con sicurezza la via della fede, sostenuti dall’affetto e dalla vicinanza delle nuove generazioni. Colgo l’occasione per ringraziare tutta la comunità di Samarate, ed in particolare don Quirino, che ha avviato il recupero dell’opera; don Nicola, che ne ha seguito le ultime fasi; Alberto, che ha vigilato con passione e curiosità su ogni fase dell’intervento; Roberto, che ha realizzato la struttura metallica con grande attenzione alle esigenze conservative, ed Ezio, aiuti preziosissimi anche per il trasporto dell’altorilievo. Daniela Morosi

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I volontari dell’accoglienza

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Sono comparsi nelle nostre Chiese in questo momento particolare e ci accompagnano dall’inizio di questa pandemia con dedizione e costanza; li notiamo subito, con i loro gilet gialli, all’ingresso e all’uscita di tutte le Sante Messe festive, pronti a salutarti (a distanza), ad accoglierti in piena sicurezza e a vigilare con attenzione rispettando tutti i protocolli necessari. Ed è anche grazie a loro se abbiamo avuto la possibilità di vivere in modo continuato il momento delle celebrazioni in presenza, nonostante la pandemia sembri volerci tenere lontani tra di noi e dalla Comunità. Il loro impegno ha fatto sì che la Chiesa sia potuta rimanere un luogo sicuro, dove è possibile recarsi senza paura; infatti i gilet gialli con costanza si recano in anticipo rispetto all’orario della Messa, controllano che il numero di ingressi non superi la soglia imposta, si accertano che siano rispettate le distanze di sicurezza tra i fedeli e che ognuno di essi segua le semplici regole anticontagio (igienizzazione delle mani all’ingresso e utilizzo corretto della mascherina). E ancora, i volontari distribuiscono il foglietto della Santa Messa e gli avvisi, cosicché ognuno possa seguire la celebrazione, accompagnano il fedele nel posto contrassegnato, individuano i posti liberi ancora da occupare e consentono a conclusione della messa un deflusso ordinato dei fedeli. Ma il loro compito non finisce qui perché quando tutti i fedeli sono usciti, i volontari si occupano dell’igienizzazione di tutte le panchine in vista delle successive celebrazioni. Insomma grande è lo sforzo di tutti i volontari, giovani e meno giovani, ma ancora più grande (ed è ciò che li ha spinti a mettersi al servizio della Comunità) è il loro desiderio di vedere nuovamente le fami16 - la Speranza

glie, i bambini, gli adolescenti e i più anziani, riempire le panche della Chiesa, vedere la gente fermarsi sul sagrato per un saluto e per una chiacchiera, vivere con rinnovata gioia il dono della preghiera comunitaria. Il lavoro che compiono con dedizione vuole essere un piccolo segno di rinascita in questi tempi bui e difficili, una luce e un richiamo per non dimenticarci del momento importante della Messa domenicale, celebrata insieme con fede e partecipazione, questo è ciò che rende il giorno del Signore unico e speciale. Aspettiamo tutti il momento in cui non ci sarà più bisogno del loro prezioso servizio, ma già ora vogliamo ringraziarli per il loro impegno e disponibilità nel mettersi a servizio di tutti noi e della Comunità. Sono ben accetti nuovi volontari. Ci auguriamo di poter continuare a partecipare in tanti alle Sante Messe e di celebrare insieme la nascita di Gesù in comunione e fraternità, sotto la cura e l’attenzione dei nostri volontari dell’accoglienza. una volontaria


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In ricordo di Suor Paolina Crepaldi

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L’11 novembre la Comunità delle Suore Mantellate di San Macario ha perso suor Paolina Crepaldi, deceduta nell’ospedale di Abbiategrasso. Entrata nella Congregazione il 4 settembre 1953, dopo essere stata in varie Comunità, è arrivata a fine agosto 2008 a San Macario. Il sorriso dolce, contagioso, di quei bambini che Gesù voleva vicino a sé, la tenerezza verso i bambini della Scuola Materna, che in chiesa correvano a salutarla, il vezzo di non volere rivelare la sua età, la fermezza con i ragazzi del catechismo ... questa, tra le altre cose, era suor Paolina. La Comunità di San Macario la ricorda con affetto nella preghiera. ---ooOoo--La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. (S. Agostino) Ciao suor Paolina! Non pensavamo di doverti salutare così presto e in questo modo. La tua fede, il tuo sorriso, il tuo entusiasmo, la tua tenerezza e la tua capacità di tornare bambina tra i nostri bambini non li dimenticheremo facilmente. Grazie per l’esempio che ci hai regalato e per tutto l’amore che hai sempre donato. Ora siamo certe che sei corsa incontro a suor Aquilina e che insieme continuerete a vegliare sulla nostra scuola! Ti vogliamo bene. A ... Dio! I bambini e il personale della Scuola dell’Infanzia ---ooOoo--Suor Paolina è stata trasferita dal rione di Gorla, a Milano, dopo trentun anni di servizio nella locale scuola materna e nelle attività pastorali della parrocchia, nella nuova Comunità della Purificazione di Maria Vergine in San Macario di Samarate, come collaboratrice dell’asilo, cui si dedicava con entusiasmo e tenerezza verso i piccoli, come catechista e Ministro Straordinario dell’Eucarestia, che esercitava con tanto impegno. Domenica 1 novembre, festa di Tutti i Santi, suor Pao-

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lina ha avuto dei mancamenti, non stava bene. Durante la preghiera del Vespro è caduta, riportando traumi alla bocca e al naso. Il medico, chiamato per l’occasione, ha ritenuto necessario il ricovero all’Ospedale di Legnano, dove sono stati riscontrati un’emorragia cerebrale e contemporaneamente la positività al COVID. Dopo due giorni è stata trasferita all’ospedale di Abbiategrasso. Si trovava in uno stato soporoso, ma i valori rimanevano buoni, finché è subentrata la febbre e mercoledì 11 novembre, festa di S. Martino, il Signore l’ha chiamata alla dimora eterna, senza che nessuno fosse presente al momento del trapasso: questa per noi è stata una dura sofferenza. I sacerdoti hanno pensato a tutto: il giovedì sera hanno accompagnato la bara nella cappella della parrocchia; sabato 14 novembre, dopo il S. Rosario, è stata celebrata la liturgia delle esequie in forma solenne, con la partecipazione di tutti i preti della Comunità Pastorale Maria Madre della Speranza. Noi, in conseguenza della positività della nostra consorella, non abbiamo potuto recarci in chiesa e abbiamo seguito tramite il computer. Il suo desiderio era di essere sepolta nel cimitero di San Macario, nella tomba dove sono già suor Massimina e suor Edoarda Del Corno. Ora riposa in pace. Signore Gesù, Tu hai chiamato suor Paolina alla tua dimora eterna, dove ora è abbracciata dal Tuo amore, col quale ha vissuto per tutta la vita. È stata una serva fedele nel suo servizio ai fratelli e sorelle, che tanto ha amato. Te la consegniamo, o Gesù, grate per avercela donata e certe che ora sarà già con Te in Paradiso. Noi, le tue consorelle, non possiamo con dispiacere essere presenti a causa di questo virus, ma ti assicuriamo che siamo lì con te, per dirti che ti vogliamo bene e che sarai sempre nel nostro cuore e nei nostri pensieri. Sarà difficile non averti più tra noi, con la tua presenza affabile, sempre sorridente e attenta a tutto. Ciao suor Paolina, veglia su tutti noi da lassù, veglia sui tuoi cari che tanto amavi e sulla Congregazione. Le tue consorelle suor Rosalinda e suor Ave la Speranza - 17

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Sono tornati alla casa del Padre Samarate

CarĂš Ferdinando Zagolin Gioconda Caldarera Elisabetta Introini Angela Bollettin Maria Carla La Salandra Filippo Rondina Giancarlo Boscolo Lina Valente Carmela CarĂš Paolo Brogioli Riccarda Castellin Leandro Ferrante Francesco Domicoli Carmela Celano Giuseppa Ratti Regina Giorgetti Giampaolo Introini Martino Bocchieri Cristiana Giovanna Pittarello Eusebio Giorgetti Erika Irene Gualerzi Edoardo Bonora Teresa Buran Mario Antonio Foroni Bruno Esposito Rosa Castronuovo Carmela Casola Enrico Mazzucchelli Rosanna Morettin Stefano Mariani Rosangela Carrozza Antonio Testa Luigi Maria Testa Giovanni Arrigani Assunta Piantanida Maria Ciraci Pietro Ratti Luciano Facchin Gian Mario Milani Patrizia Girardello Luigi Tarsi Albino Schiavon Luigi Mazza Ruggero Premazzi Daniele Cavazzana Franceschina Massari Amedeo Cerini Giuseppe Battocchio Maria Tritto Rosa Murari Maria Provasoli Eugenia Puricelli Fortunato Guiotto Aldo

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di anni 80 di anni 82 di anni 70 di anni 94 di anni 65 di anni 89 di anni 72 di anni 86 di anni 80 di anni 54 di anni 96 di anni 70 di anni 75 di anni 80 di anni 76 di anni 86 di anni 86 di anni 91 di anni 56 di anni 99 di anni 36 di anni 77 di anni 87 di anni 82 di anni 86 di anni 76 di anni 84 di anni 57 di anni 86 di anni 71 di anni 79 di anni 69 di anni 96 di anni 83 di anni 85 di anni 94 di anni 93 di anni 83 di anni 73 di anni 53 di anni 70 di anni 90 di anni 78 di anni 100 di anni 75 di anni 93 di anni 82 di anni 79 di anni 88 di anni 94 di anni 77 di anni 85 di anni 91 di anni 80

Mauro Ferdinando Andreoli Rocco Finetto Angelo Castellazzi Isidoro Del Colle Cesarina Locarno Carla Colombo Venanzio Artuso Michele Puricelli Luigi Puricelli Gianluigi Chirico Antonio Mauri Maria Rosa Bassani Gianluigi Turchi Edda Raina Maria Francesca Giancani Carmela Piccinini Clelia

San Macario

Paccagnini Marisa Alaimo Pasquale Lualdi Piero DiolosĂ Carmelo Miatello Alessandro Fregnan Santa Cibin Anna Crepaldi sr. Paolina Pirenei Massimiliano Zocchi Teresina Aspesi Clara Greco Grazia

Cascina Elisa

Favero Riccardo Signorini Amelia Canziani Graziano Zugno Giuseppina

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Con il Battesimo sono diventati figli di Dio Samarate

Rosso Nicola Federico Giorgio Mingardo Edoardo Alamari Gioia Alessi Giorgia Mattioni Letizia Stella Tripodi Cecilia Odekeh Nelson Ademi Alissa Lopata Mattia Maganuco Federico Pavanin Sebastian Carraro Andrea

Verghera

Bruciotti Valentino Capobianco Rebecca Sciortino Noemi

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Galizia Aurora D’Ambrosio Azzurra Scariot Achille Callà Nicola Maria Schiavone Diego

San Macario

Ferrazzi Carolina Tina Colombo Greta Coccè Federica

Cascina Elisa

Riverdora Keyron Amodeo Alice Marinotto Matteo

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Zagolin Federico

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In nome di Dio si sono uniti in matrimonio

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Gatti Riccardo con Nubile Daniela

30/08 20/09 27/09

Raimondi Riccardo con Introini Chiara

Verghera 01/10

San Macario 03/09

Ricordo di Gian Mario Facchin Non è facile ricordare le tante attività svolte da Gian Mario a favore della nostra comunità. Non c’era iniziativa benefica che non vedesse il suo sostegno, anche fornendo doni provenienti dalla sua bottega conosciuta ed apprezzata dai Samaratesi. Non bastasse si metteva a disposizione anche per vendere i biglietti delle varie lotterie. Quante cene organizzate in oratorio destinate a raccogliere fondi per la Parrocchia, l’Asilo e le missioni di Padre Dario! Dirigente CSI si è dato da fare per l’organizzazione dello sport per i ragazzi, e ha contribuito alla nascita della società Olimpia. E poi con il rione S. Rocco la partecipazione ai Presepi Viventi, al carnevale, alla Sagra del Crocifisso, al mese di maggio nei cortili, alla festa di S. Rocco con la S. Messa seguita dall’anguriata. Ma soprattutto il suo impegno per la diffusione della comunicazione della Parrocchia, organizzando la consegna porta a porta di questo nostro giornalino o degli avvisi per le varie iniziative religiose. Ci mancherà un grande amico, una persona discreta che non ci teneva ad apparire, un esempio di religiosità non esibita, un collaboratore indispensabile nella organizzazione di tante iniziative parrocchiali. A noi il compito di rilevarne il testimone, di se-

Nella foto Gian Mario con il fratello Michelangelo morto il giorno seguente

guirne l’esempio e di continuarne il lavoro e la presenza nella nostra comunità come lui ha fatto molto bene. Ha saputo usare tanti talenti avuti in dono: li ha trafficati secondo il comando evangelico e, ne siamo certi, ne avrà potuto rendere conto positivamente all’incontro con il Signore. Ciao Gian Mario e grazie di tutto. la Speranza - 19


Angelina, la grazia del buon vicinato “Come è brutta la solitudine, Padre, come è triste! Si, lei può dire che sono stata fortunata, molto più fortunata di tanti: mio marito, un sant’uomo che però è andato in paradiso troppo presto; i miei due figli, bravi, intelligenti, affettuosi, però lontani, irraggiungibili se non per telefono; le mie nuore, o come si chiamano, scombinate per storie di separazioni, lavori in giro per il mondo, carriere brillanti e carriere interrotte: dove saranno?; i miei nipoti, già grandi, cosi vicini e allegri da piccoli e adesso così misteriosi e arrabbiati: che faranno a Natale? E’ brutta la solitudine per tutti. Ma per chi, come me, era abituata alla tavolata di Natale con tutte le decorazioni e l’albero e il presepe e la musica, è diventata insopportabile. Nei tempi della pandemia credevo di diventare matta. Stavo in attesa della telefonata: ogni giorno mi chiamavano i miei due figli. Chiamavano per non dire niente, solo per sapere se fossi ancora viva. Chiamava qualche amica, qualche volontario. Ma le ore non passavano mai. La televisione mi è venuta a nausea. Mi restava in casa il pesciolino rosso: anche lui, però, non è di molte parole! Eppure, gli parlavo e poi mi dicevo: sto diventando matta! Per fortuna c’era la Maria, al piano di sopra. Sola anche lei, in pensiero anche lei per i suoi. Non ha neanche il pesciolino rosso. Però, invece di diventare matta, lei mi è diventata amica, più amica di prima. Ci siamo incontrate spesso sulle scale, ma era un incontro per dire: “Buon giorno”, “Buona sera”. Invece adesso siamo diventate amiche. Ha cominciato lei a chiedermi se sapessi fare la pasta alla carbonara. Non lo dico per vantarmi, ma sono una cuoca sopraffina. “Ma Maria - le ho detto - che cosa ti viene in mente di fare la pasta alla carbonara? Per chi? Sei in casa da sola!” A ogni modo ho cucinato anche per lei. Le mie pentole sono troppo grandi adesso che sono sola, ma per due... Mi ha ricambiato con una torta tirata fuori da non so quale congelatore: non era ancora scaduta, ma aveva lo stesso sapore del compensato. Maria in cucina dev’essere un disastro. Però, devo confessare, l’ho gradita molto. Quel pranzo fatto di pasta e di torta è stato l’inizio di una storia d’amicizia. Poi sono venuti i rosari pregati insieme, la messa della domenica seguita alla televisione, le confidenze e gli sfoghi bagnati di lacrime. E cosi è nata l’idea di “fare Natale insieme”. I miei saranno uno a sciare, l’altro a lavorare, perché è di turno in ospedale e abita a seicento chilometri da qui. Natale insieme a gente che conosco solo di vista, intorno a una tavolata alla quale non sono più abituata: c’è di che impensierirsi. Ma la solitudine è brutta! Certo farò una figurona, perché le mie lasagne sono un capolavoro! Così passeremo Natale insieme. E mentre mi preparo, continuo a pensare: ma quanta gente sarà sola a Natale? Quante persone sospireranno in attesa di una telefonata? Quanti passeranno il giorno di Natale, e quello prima e quello dopo, senza essere cercati da nessuno? Devo ringraziare Maria che mi ha invitata. Devo però anche imitarla: è stata lei che ha preso l’iniziativa e per diventare buone vicine di casa e persino buone amiche è bastata una pasta alla carbonara ben fatta e una torta dal sapore di compensato! Mi benedica, Padre e mi dia la forza di prendere l’iniziativa e di cercare le vie per abbattere i muri che ci separano, per seminare sorrisi, invece che tristezze e lamenti, per praticare l’arte del buon vicinato, che può trasformare l’abitare vicini in un essere insieme e dare alla città il volto di qualche cosa che assomigli a una comunità. È brutta la solitudine!”

tratto da “Benedetto pranzo di Natale” lettera alle famiglie di Mario Delpini - Arcivescovo di Milano


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