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la Speranza anno 7 - n. 21 - settembre 2018

Periodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarate

Il nostro arcivescovo a San Macario

Recapiti Sacerdoti/Religiose: don Quirino Daniotti, parroco tel. 0331.220014 - cel. 3385245752 fax 0331.720885 mail: parrocchia.samarate@virgilio.it don Giorgio Maspero tel. 0331.234695 - cel. 3381493928 mail: giorgiomaspero@libero.it don Francesco Maggioni cel. 3407638589 mail: maggionidonfrancesco@gmail.com don Alberto Angaroni cel. 3407518187 mail: alberto.angaroni@gmail.com don Sante Ambrosi tel. 0331.223409 mail: ambrosisante@alice.it

la Speranza Periodico della

Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” Via Statuto 7 21017 Samarate

foto di copertina: Il 15 giugno, solenne processione con l’urna di San Macario Presieduta dal nostro Arcivescovo Mons Mario Delpini (articolo a pag. 5)

stampa: Grafica Gernetti

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Orari SS. Messe festive:

Indirizzo e-mail: redazione.lasperanza@libero.it

direttore responsabile: Don Quirino Daniotti

don Agostino Abiola cel. 3201752112 mail: mayowaustin@gmail.com Comunità suore Samarate tel. 0331.220111 mail: maternasamarateilo@libero.it Comunità suore San Macario tel. 0331.234267 - fax 0331.238518 mail: smsanmacario@alice.it Comunità suore Verghera tel. 0331.220222 - cel. 3337417847 mail: verghera@ismc.it Roberto Simioni tel. 0331.222601 - cel. 3391179377 mail: simbobo@tin.it

sabato 18:00 a Verghera, a Samarate e a San Macario 20:30 a Cascina Elisa domenica 8:00 a Samarate 8:30 a San Macario e a Verghera 9:00 a Cascina Costa 10:00 a Cascina Elisa 10:30 a Samarate e a San Macario 11:00 a Verghera 18:00 a Samarate e a San Macario (chiesa di S. Giuseppe)

Orari SS. Messe feriali: 7:45 a Cascina Elisa: il lunedì e da mercoledì a venerdì 8:00 a Verghera: da lunedì a giovedì 8:30 a Samarate: da lunedì a sabato 8:30 a San Macario: da lunedì a venerdì 20:30 a Cascina Elisa il martedì 20:30 a San Macario in Oratorio il mercoledì 20:30 a Samarate il giovedì 20:30 a Verghera il venerdì

Tutti i numeri de “la Speranza” li trovate sul sito internet della Comunità Pastorale: www.cpsamarate.org

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Sagra del Crocifisso 2018

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Cari fedeli di Samarate, la festa della nostra comunità parrocchiale non riguarda un santo sconosciuto o lontano nel tempo. I nostri predecessori hanno voluto mettere al centro della Sagra paesana nientemeno che la Croce di Cristo; hanno voluto, cioè, ricordare e solennizzare il fatto centrale del mistero cristiano, che insieme alla risurrezione del Signore costituisce il “cuore” dell’annuncio evangelico.

La croce, sulla quale Cristo morì, già al tempo degli Apostoli divenne simbolo della sua morte sacrificale e, per estensione, della fede cristiana.

Il 13 settembre 335 venne dedicata a Gerusalemme la chiesa della risurrezione e del martyrium. Il giorno seguente, con una solenne cerimonia, si fece l’ostensione ai fedeli della croce che l’imperatrice Elena aveva ritrovato il 14 settembre 320.

La solenne elevazione della reliquia della croce diede a questa festa il nome di “Esaltazione della croce”.

Ogni chiesa è invitata a mostrare il “trionfo della croce” all’ingresso in presbiterio, magari con una croce pendula che tutti possono vedere anche da lontano.

Essa merita la nostra festa, soprattutto dopo la dissipazione estiva.

LA FESTA DELLA CROCE La ragione della Esaltazione della croce è il fatto che lì ci sta sopra Gesù Cristo, umiliato fino a togliergli l’aspetto umano; eppure è sempre il Signore!

In questa festa i cristiani sono invitati ad alzare il loro sguardo verso il Cristo in croce per scoprire più chiaramente l’amore con il quale egli ha sopportato le sue sofferenze: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv. 15,13).

Ci potrebbe essere qualcuno che dice: “E a me cosa importa? La croce non mi interessa! Io voglio solo divertirmi…”

Bisognerebbe rispondergli: Ricordati che lui è crocifisso per te! Cristo ha dato la sua vita, ha accettato l’onta del supplizio in croce con le beffe e il disprezzo dei suoi avversari per te! Perciò hai bisogno di contemplare il Signore crocifisso per comprendere fino a che punto ti ha amato, per poter dire con san Paolo: “Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me!” (Gal. 2,20).

Se Cristo non fosse morto in croce non potremmo pensare ad un mondo più giusto, non potremmo sperare in un mondo più bello; elevando lo sguardo alla croce, noi vogliamo unirci a Cristo per elevare tutta l’umanità verso un amore la Speranza - 3

più grande. E sarà Lui a rendere nobili tutte le sofferenze, piccole e grandi, che ci metteremo sulle spalle per seguirlo nella via dell’amore.

LA FESTA DELLA MESSA Cos’è la morte di Gesù in croce? È l’avvenimento decisivo nel quale convergono il passato, il presente e il futuro del mondo. È il compimento della buona notizia: noi siamo amati, amati e salvati da Dio! E questo avvenimento (la morte di Gesù in croce) è reso presente misteriosamente in ogni Messa!

Perciò la Messa è tutta pervasa di fiducia, ottimismo, gioia. La Messa è tutta una festa! “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Il desiderio della Chiesa è di portare questa vita a tutti, di offrire la festa della redenzione ad ogni uomo.

Ed è anche il desiderio delle nostre parrocchie.

Esse invitano i fedeli alla Messa anche nei giorni feriali, per condividere ogni giorno la gioia di incontrare Cristo morto e risorto. Ci auguriamo che accostando il Signore sempre più frequentemente, le nostre parrocchie siano più infervorate per il vangelo e per le cose nuove che la fede cristiana porta con sé.

LA FESTA DEI CRISTIANI Destino dei cristiani è la festa. “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia piena”. Noi siamo fatti per la festa. Quella che sta in fondo al cuore, quella vera.

Nella Messa si incontra la festa e si fa festa. È ammirabile la testimonianza dei cristiani di Abitinia.

Nell’anno 304, nella città di Abitinia (Tunisia) un gruppo di cristiani stava partecipando alla Messa; c’erano uomini, donne, adulti e bambini. Quand’ecco arrivare i soldati dell’imperatore Diocleziano, che aveva assolutamente proibito quelle riunioni: i disobbedienti sarebbero stati processati e giustiziati.

Nel gruppo c’era anche Vittoria, una ragazza bellissima. Interrogata e invitata con minacce a rinnegare la sua fede, rispose: “Io ho la mia convinzione e non la cambio. Sì, ho preso parte alla Messa e ho festeggiato la domenica, perché sono cristiana. Noi cristiani non possiamo vivere senza la Messa domenicale”.

Vittoria fu condannata a morte, e morì cantando. Un magnifico esempio per noi, che talvolta non andiamo a Messa per sola mancanza di buona volontà.

CONCLUSIONE Amiamo la Messa. Veniamo ben vestiti, puntuali, contenti e in festa, anche se è soltanto un giorno feriale!

Don Quirino

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1720° anniversario del Martirio di San Macario

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(Foto Paolo De Tomasi)

Abbiamo ancora nel cuore l’eco di quanto abbiamo vissuto.

Le celebrazioni eucaristiche presiedute da sacerdoti a noi cari che hanno condiviso con noi parte del cammino: è stato bello ritrovarci insieme ancora attorno a San Macario.

Una solenne processione, vera manifestazione di fede popolare: la preparazione accurata e laboriosa, la collaborazione delle associazioni, la partecipazione di innumerevoli fedeli e delle autorità, la presenza dell’Arcivescovo l’hanno resa esperienza di comunione ecclesiale autentica e indimenticabile.

Momenti conviviali, di festa, di condivisione e di incontro che ci hanno permesso di gustare lo stare insieme in una comunità cristiana.

Ci rimane dentro un grande GRAZIE Grazie al Signore che con il suo amore sempre ci accompagna e ci dona esperienze così ricche.

Grazie a San Macario, nostro Patrono, che ci protegge e ci ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza.

Grazie all’ Arcivescovo che con la sua disponibilità generosa, la presenza significativa e la parola autorevole ci ha donato un momento di fede e di comunione ecclesiale impagabile.

Grazie a Don Renato e a don Fabio che ci hanno ricordato che la fede si incarna nella storia di una comunità che vive.

Grazie alle autorità che ci hanno significato la partecipazione di tutta la società.

Grazie alle associazioni, sportive e non, che hanno arricchito la processione.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato con fede alle celebrazioni e alle alla Speranza - 5

tre manifestazioni, rendendole momenti di festa gioiosi e condivisi.

Grazie a chi con tanto impegno e fatica ha preparato ogni singola manifestazione e ne ha reso possibile lo svolgimento con la sua presenza attiva e vivace. E’ la collaborazione e Don Fabio la responsabilità di ciascuno di loro che ha permesso a tutti noi di vivere qualcosa di veramente particolare: ne valeva proprio la pena!

Ci auguriamo che nei nostri cuori non rimanga solo uno splendido ricordo ma soprattutto la gioia di avere vissuto un’esperienza di fede e di comunione.

Don Giorgio

Don Renato

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Intervento del nostro Arcivescovo durante la solenne processione con l’urna di San Macario

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(Foto Paolo De Tomasi)

1. Ci vogliono dunque degli eroi?

Dunque ci vogliono gli eroi? Per essere agnelli in mezzo ai lupi ci vogliono eroi coraggiosi che non abbiano paura dei pericoli, che si espongano alle minacce senza esitazione, che mettano nel conto come cosa ovvia il martirio. Ci vogliono dunque degli eroi per la missione che Gesù affida ai suoi?

Dunque ci vogliono persone intelligenti, abili nel parlare, pronti nel rispondere? Per far fronte agli accusatori, per dare testimonianza nel tribunale,

per dimostrare la verità buona del Vangelo è necessario conoscere l’arte di fare discorsi e sapere come trattare gli argomenti e non lasciarsi impressionare dai governatori e dai re.

Ci vogliono dunque degli intellettuali per la missione che Gesù affida ai suoi?

Dunque ci vogliono uomini e donne che non hanno bisogno di nessuno? Per accettare l’ostilità di quelli di casa, per sentirsi traditi e maltrattati proprio da quelli che si amano di più, i fratelli, il padre, i figli ci vogliono uomini e donne che non abbiano bisogno di nessuno, pronti a stare soli piuttosto che a rinnegare Gesù. Ci vogliono dunque persone che possono sopportare ogni solitudine per continuare la missione di Gesù?

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2. Dio ha scelto (1Cor 1,26-31).

Ma nella storia della missione dei cristiani nel mondo, dai tempi antichi fino ad oggi si constata che Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole, quello che è stolto, quello che è ignobile e disprezzato per confondere la sapienza, la potenza, la gloria mondana.

Dio ha rivelato la sua scelta nella vita di Gesù, che ha rivelato la sua potenza nell’amare fino alla fine, nell’amare anche nella tribolazione della passione e della croce. Dio ha rivelato che la salvezza viene dalla docilità allo Spirito di Dio e non nelle risorse umane.

La venerazione per S. Macario riconosce in lui un testimone non per le grandi imprese, ma per il dono della sua vita.

3. La gente che Dio ha scelto.

Non ricordiamo solo S. Macario, ma la gente che Dio ha scelto per continuare la missione di Gesù.

Dio ha scelto gente che percorre le strade del quotidiano, che cammina dove camminano tutti, che lavora come lavorano tutti, che fa festa, piange, danza, si stanca, si riposa, come fanno tutti.

Ha scelto gente che giorno per giorno vive di vangelo, in semplicità, senza cercare applausi, senza cercare un premio: ascolta il vangelo la domenica, se ne ricorda per tutta la settimana e cerca di metterlo in pratica, con la coerenza umile, discreta, paziente della gente comune.

Ha scelto gente che non si perde in grandi progetti e in grandi ambizioni, che diffida delle chiacchiere e dei proclami, che preferisce dire poche parole per costruire fiducia, serenità, gioia di stare insieme piuttosto che gridare parole che 8 - la Speranza

insultano, piuttosto che rendere il mondo grigio coprendolo della polvere del lamento, piuttosto che ferire le persone per risentimento, invidia, ignoranza.

Ha scelto gente che fa il bene, ogni giorno, come se fosse normale alzarsi al mattino e domandarsi: e oggi chi è che posso rendere contento? E decide di mettersi subito all’ opera.

Ha scelto gente che trova normale la compassione e la solidarietà, che piange con chi piange e fa festa con chi è contento, che si compiace del bene anche se lo fanno gli altri, gente che resiste all’ingiustizia, che non sopporta la falsità, che non tollera di vedere umiliati gli altri.

Ha scelto gente che non si lascia cadere le braccia quando constata il fallimento delle iniziative e l’impopolarità della coerenza. Ha dentro una gioia che vuole irradiare e non si lascia intristire da qualche umiliazione.

Ha scelto gente normale che fa cose normali, ma che le fa con quell’amore, quella delicatezza, quella discrezione che le rende straordinarie, come lampade accese che rischiarano la notte.

Ha scelto gente come noi.

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Nei giorni 8/9/10 giugno si è svolta, presso la Scuola dell’Infanzia Macchi-Ricci, la festa di fine anno caratterizzata dal saluto a suor Luigia, la direttrice, che dopo sei anni trascorsi nella comunità samaratese è stata chiamata ad un nuovo incarico presso la casa di Tirano.

Venerdì sera i bambini grandi hanno festeggiato con un’apericena, insieme alle maestre ed alle suore, la conclusione del ciclo “di studi” mentre i genitori attendevano presso lo stand gastronomico. Dopo la cena è iniziata la festa con la consegna ad ogni bambino, da parte del Presidente Paolo Borlin, del tocco, il tipico cappello di laurea americano, della pergamena e del fantastico regalo acquistato dal gruppo genitori. A fine serata il momento più commovente: mamme e papà, sulle note della canzone “A modo Tuo” (scritta da Ligabue ed interpretata da Elisa), hanno visto scorrere le immagini dei loro figli intenti a svolgere le attività che quotidianamente li hanno tenuti impegnati

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La Macchi-Ricci fa festa e ringrazia la sua direttrice

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durante questo anno scolastico. Sabato, nel pomeriggio, sono stati allestiti i gonfiabili, ci si è potuti cimentare nella “pesca dei cigni”, “nel tiro al barattolo” e tentare la fortuna con il “casellario”. Al termine lo spettacolo del Mago Pongo ha incantato grandi e piccini. Domenica i festeggiamenti sono iniziati presto con il ritrovo, alle ore 10.00, presso la scuola da dove è partita la processione verso la chiesa. La messa è stata dedicata a Suor Luigia per dirle un grande immenso GRAZIE. Le voci “rotte” dalla commozione e le lacrime negli occhi di genitori e bambini erano il segno tangibile del bene che le abbiamo voluto, e che continueremo ad avere, e del ricordo che rimarrà sempre vivo nei nostri cuori. Al termine, un grande pranzo in suo onore magistralmente preparato e servito dai nostri bravissimi papà. Dopo un breve discorso di Don Quirino, del Presidente Paolo Borlin e del rappresentante dell’Amministrazione Comunale Asla Speranza - 9

sessore Monti e prima dell’inizio del saggio un altro momento emozionante: bambini e genitori hanno intonato il canto “Una parola magica” (Zecchino d’oro 2017) sventolando fazzoletti colorati e ribadendo a suor Luigia il nostro festoso GRAZIE. I bambini hanno quindi sviluppato l’argomento trattato durante l’anno: “Le emozioni” rappresentate dai seguenti folletti: Scatto-rabbia, Gaietto-gioia, Lacrimoso-tristezza, Stuporello-stupore, Tremolino-paura, Sputacchione-disgusto. Con le bellissime coreografie delle mamme Rober-

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ta e Tania i piccoli hanno rappresentato mediante dei giochi la paura, i mezzani mediante balli la tristezza e lo stupore e i grandi, anche loro ballando, la gioia e la rabbia.

Durante la festa abbiamo salutato e ringraziato suor Luigia.

Vogliamo ricordare le altre suore, le insegnanti, il personale ATA, i genitori e tutte le persone che a vario titolo collaborano per il buon funzionamento della scuola. Anche a loro va il nostro grande GRAZIE. Una mamma

La comunità pastorale dà il benvenuto a Suor Mariangela Canciani Dal 1° di settembre è la nuova direttrice della comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice e coordinatrice educativa della Scuola dell’Infanzia

Dopo appena tre anni Suor Gabriella è stata chiamata ad un’altro incarico nella casa di Castano Primo.

Tre anni in cui l’oratorio di Verghera ha avuto modo di vivere un’esperienza di intensa collaborazione con Suor Gabriella, figlia di Maria Ausiliatrice, che puntualmente ha compiuto la sua missione di educatrice salesiana presso la nostra Comunità. Con tenacia e costanza, ha percorso molte volte a piedi la strada da Samarate a Verghera per condividere insieme a noi il cammino educativo. La ringraziamo sinceramente per l’aiuto e il supporto offertoci, trasmettendoci anche l’amore per ciascuno di noi e dei “suoi” ragazzi e la voglia di collaborare per creare un oratorio migliore. Le siamo riconoscenti per i sacrifici e gli sforzi che ha compiuto, e la ricorderemo nei nostri cuori.

L’Azione Cattolica di San Macario organizza per il 7 ottobre un pellegrinaggio a Pavia sulla tomba di S. Agostino.

Visiteremo la basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro, che conserva le spoglie mortali di S. Agostino. La sua Arca marmorea, posta sull’altare maggiore, sovrasta la preziosa urna con le spoglie mortali del Santo; il piissimo re longobardo Liutprando le riscattò dai pirati, che le avevano trafugate da Ippona, e le trasportò da L’Arca di S. Agostino Cagliari a Pavia.

Visiteremo i monumenti principali della città, con una sosta per il pranzo.

Il programma più dettagliato è pubblicato sui foglietti parrocchiali; prevediamo un costo di 45 euro tutto compreso. la Speranza - 11

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Pellegrinaggio della Comunità Pastorale a Barcellona

Il pellegrinaggio è un evento spirituale e culturale di alto livello e, anche, esperienza di una comunità coesa nel comune sentire, che insieme prega, medita e vive momenti di serena convivialità.

Una pubblicità dice che, più che la destina-

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zione, la felicità è nel viaggio e come lo viviamo.

Il nostro viaggio è stato faticoso, con molte ore di pullman e la fretta nel vedere le cose.

Un po’ di magone nel partire senza Don Quirino, che aveva voluto fortemente questo pellegrinaggio.

Però nel viaggio c’è sempre felicità: di vedere nuovi paesi, nuovi paesaggi, nuove culture, nuove persone.

A cominciare dalla natura, che nell’entroterra ligure vince nei boschi arsi dagli incendi degli ultimi anni e vedi foglie verdi sui tronchi bruciati; i piccoli paesi arroccati, che ti chiedi come fanno ad accontentarsi di vedere il mare così da lontano.

Poi Nizza, con il golfo degli Angeli, il mercato dei fiori e i suoi colori: la lavanda e i saponi, i bouquets...

La Provenza, i boschi, i vigneti a perdita d’occhio, i casali ocra con le imposte blu, le pale eoliche, la serra (chilometri e chilometri di verde senza interruzione), i tori e i cavalli della Camargue, con le sue risaie inaspettate; qualche volta, in lontananza, il mare...

Il ponte monco di Avignone, il vento e l’imponenza del palazzo dei Papi...

Poi il canale di Narbonne, appena sfiorata per una fermata-

pranzo, con le barche ormeggiate e, in lontananza, la cattedrale gotica...; le isole Lèrins, con la natura selvaggia e incontaminata, i vigneti curati dai frati e una S. Messa molto partecipata e intima.

A Barcellona, oltre alle bellissime visite al mondo di Gaudì (“la necessità genera bellezza”), al barrio gotico, con la chiesa di S. Anna e i senza tetto, la meta più importante è stata la visita alla Sagrada Familia opera monumentale non ancora compiuta. L’interno è luminosissimo e coloratissimo nonostante sia un’opera realizzata in pietra.

All’esterno, un pensiero di Papa Giovanni Paolo II dice che questo monumento, che richiede ancora tanto lavoro, rappresenta la famiglia umana bisognosa, oggi più che mai, di continue cure.

Di stile gotico a una navata è la Cattedrale di Barcellona, nel cui interno c’è un coro li-

gneo di notevole pregio, attorniata da molte cappelline barocche dedicate a vari santi e la cripta di S. Eulalia.

A Girona abbiamo scoperto il romanico lombardo della cattedrale, raggiungibile dopo una salita penitenziale di novanta gradini.

Altra tappa significativa è stata Montserrat dove abbiamo percepito una fede profonda e ci siamo meravigliati per la presenza di uomini e donne sicuramente islamici.

Abbiamo celebrato la S. Messa in una cappella bella come uno scrigno, situata all’interno dell’Abbazia, in un clima di tranquillità che ci ha aiutato nella partecipazione e ci ha fatto sentire comunità.

Il silenzio sperimentato in queste chiese, strideva con le attività frenetiche che si svolgevano all’esterno, dando la sensazione che tutto quel chiasso non servisse ad altro che a sfuggire ai nostri bisogni più nascosti.

A tratti è utile fermarsi a meditare sulla nostra vita presente e passata, sul nostro modo di pensare, sulla scelta delle priorità future.

Il pellegrinaggio è un viaggio nella propria anima, è domanda. Di fronte a fenomeni, a masse di persone non si può non porsi delle domande: perché, come mai, cosa ci colpisce, in che modo? Nel pellegrinaggio ci si sente in una sorta di bolla protettiva! Dio è con noi, Dio è con me, ti sembra di vederlo, di toccarlo; Gli parli e Lui ti risponde in ciò che ti sta intorno.

Un doveroso ringraziamento lo dobbiamo a Don Francesco, che si è sobbarcato la fatica di questo viaggio, per lui imprevisto, e ci ha accompagnato con la sua presenza discreta, ma, allo stesso tempo, non ha mai mancato di ricordare nella preghiera tutti coloro che sono rimasti a casa.

Carla, Graziella, Maria Grazia, Sandra la Speranza - 13

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ALL’OPERA: l’Oratorio Estivo 2018

Si rinnova il grande appuntamento estivo dei nostri oratori feriali, che quest’anno sono stati accompagnati da un tema che non lasciava spazio alla pigrizia e all’ozio: ALL’OPERA! Per gli oratori di Samarate, Verghera e San Macario la sfida è stata accolta fin dalla programmazione avvenuta nei mesi scorsi, con molte novità nelle proposte e nella organizzazione.

Partiamo da quella che è certamente la scelta più importante fatta da don Al-

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berto e da chi ha la responsabilità dei nostri oratori: quella cioè di rinforzare le equipe educative di tutti gli oratori chiedendo al PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) tre educatrici, con l’incarico di seguire in modo più consistente gli animatori. E così abbiamo accolto Ilaria, Elisa e Martina, che hanno messo la loro esperienza al servizio dei nostri ragazzi e hanno dovuto a loro volta incontrare e conoscere noi, con le nostre tradizioni e esperienze.

Insieme a loro, ogni oratorio ha potuto contare su una presenza maschile adulta (due seminaristi, Giacomo e Manuel per San Macario e Samarate, e l’educatore Davide a Verghera) e la fondamentale presenza delle nostre suore.

Insomma, una squadra ricca ed eterogenea, unita però dalla stessa passione per i nostri ragazzi e con la voglia di rendere l’oratorio estivo un appuntamento gioioso ed educativo per tutti.

E dunque ALL’OPERA! In queste cinque settimane il tema proposto dalla FOM ci ha portato in diversi luoghi in cui imparare da diversi mestieri un modo bello e intenso di vivere, lavorare, esprimere la propria creatività, non disdegnando un poco di fatica per ottenere risultati davvero grandi.

Come spesso capita, ci si accorge poi che l’opera più grande è quella che Dio vuole fare in ciascuno di noi, chiamandoci fin da piccoli a costruire, custodire, scoprire e a volte ricucire le nostre pic-

cole e grandi relazioni nella Chiesa.

E davvero l’oratorio estivo è essenzialmente questo: lo spettacolo di tante persone molto diverse - dai bambini ai nonni volontari, dagli animatori alle mamme che guidano i laboratori - che si ritrovano per qualche settimana con la sola voglia di scoprire quanto è bello essere una comunità, una famiglia. Se chiedete agli animatori perché scelgono, rinunciando ad altre proposte, di venire in oratorio a prendersi cura di tanti bambini, molti vi risponderanno: “per i bambini!”. E così risponderebbero molti dei volontari. È una risposta certamente sincera e tutt’altro che scontata, ma nasconde ancora di più: non è solo per i bambini, ma anche perché nel donare un poco della nostra vita agli altri si riceve molto. È il segreto della carità.

Tra le novità di quest’anno ci sono state due giornate particolari. La prima è stata animata da una equipe del PIME: la Speranza - 15

attraverso attività e giochi abbiamo potuto allargare il nostro sguardo a tutti i continenti del mondo e incontrare un testimone particolare, Alessandro, un seminarista che si sta preparando a partire come missionario.

La seconda invece ha aperto l’ultima settimana di oratorio: i nostri bambini si sono divisi secondo la propria fascia di età nei tre oratori, dove i più piccoli hanno potuto vivere una giornata da pompieri (con tanto di salvataggio di gattino, spegnimento incendio e attestato di piccolo pompiere!); i bambini dalla terza alla quinta elementare si sono invece cimentati nell’arte della giocoleria e della clownerie; i ragazzi delle medie infine con gli istruttori del CSI e gli educatori della FOM hanno potuto sperimentare tanti sport poco conosciuti, ma certamente entusiasmanti.

Certo le proposte speciali hanno richiesto qualche sacrificio in più ... Occorreva iscriversi e anche spostarsi negli altri oratori della comunità pastorale scomodandosi un po’. Insomma, bisognava mettersi all’opera, col rischio di scoprire che sia più bello incontrarsi, conoscersi e lasciarsi cambiare un poco, giorno per giorno, dalle novità, e chi ci è stato ha potuto vedere che ne è valsa la pena!

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Le cinque settimane di oratorio estivo sono passate in fretta, ma alla fine resta la gioia di aver preso parte a questa avventura e la gratitudine per tutti i volti incontrati, che per cinque settimane sono diventati come una grande famiglia, e che restano segni della presenza viva del Signore nella nostra comunità.

Giacomo Trevisan Giacomo ha passato l’estate nella nostra Comunità Pastorale, prima con l’oratorio di San Macario, poi con il campeggio comunitario

Comunità delle suore Mantellate Serve di Maria io

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Il Swaziland o Eswatini, un paese incastonato tra Sud Africa e Mozambico, governato dal re Mswati III, pur essendo meno esteso della Lombardia, con poco più di un milione di abitanti, ha le risorse per progredire velocemente, tanto che è stato indicato dal Financial Times come un luogo ideale per investire.

L’ambiente naturale è interessante e lì lo sguardo può spaziare liberamente su un territorio collinare coperto da boschi, piantagioni di canna da zucchero, di ananas e da pascoli; nelle città, compresa la capitale Mbabane, convivono alberghi e centri commerciali accanto ai banchi del mercato sotto tettoie di lamiera, contrasti propri delle città in veloce cambiamento. È certamente diverso dal paese trovato dalle suore Mantellate Serve di Maria che nel 1922 sono state chiamate nel Swaziland per assistere le mulatte che erano emarginate dal-

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In umile servizio anche in Swaziland

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la società, ma, pur essendo cambiato l’obiettivo immediato, la loro opera merita ancora attenzione e ammirazione perché il loro intervento si è gradualmente adeguato alle richieste della zona con l’ottimizzazione delle risorse umane anche locali disponibili.

A Piggs Peak, nella parte settentrionale del paese, tre suore africane, suor Lindiwe, suor Dina e suor Angela, gestiscono un ambulatorio che garantisce controlli, esami, ma soprattutto cure indispensabili in un paese in cui l’AIDS è molto diffuso.

A circa cento chilometri, nella capitale Mbabane, due suore italiane, giunte ancora efficienti alla seconda giovinezza, gestiscono con sicurezza e cipiglio alcune attività. Garantiscono il funzionamento di un piccolo laboratorio di maglieria che produce le divise per la scuola: inizialmente vi lavoravano le suore, ora sono impegnate alcune donne locali che possono così contare su uno stipendio.

Accanto vi è un pensionato che accoglie circa settantacinque ragazze che lavorano e studiano in città.

Suor Benizia, che insieme a suor Enrichetta riesce a far funzionare egregiamente le attività indicate, garantisce inoltre ad alcuni dei numerosissimi scolari della scuola primaria la Speranza - 17

divise, scarpe e alle loro famiglie farina e altro cibo.

A Hluti (circa centottanta chilometri dalla capitale) uno spazio molto ampio è occupato dalle costruzioni della Our Lady of Sorrows Mission (edifici della scuola, laboratorio informatico, laboratorio agricolo, due convitti, abitazioni degli insegnanti, dispensario, casa delle suore ...).

Suor Teresita, una manager forse autodidatta, gestisce, con mano ferma in guanto di velluto, la scuola (dalla materna alle superiori) con circa cinquecento alunni, garantendole funzionalità ed efficienza.

L’organizzazione della struttura, compreso l’orto, il frutteto, il pollaio ... eccetera, è assicurata da altre due suore, arrivate al massimo della giovinezza (suor Camilla e suor Ada) che, insieme ad altre più giovani, si muovono in continuazione sia all’interno della struttura, sia all’esterno, perché suor Ada è anche una provetta e un po’ spericolata autista.

Gli alunni arrivano da lontano, da abitazioni nascoste fra la vegetazione; a tutti, per sostenerli, viene distribuita nell’intervallo una fetta di pane con burro di arachide e a circa centocinquanta bambine le suore garantiscono l’alloggio.

Ai piccoli che terminano le lezioni nel pomeriggio, ma non possono permettersi il pranzo, viene offerto gratuitamente un mestolo di farina cotta nel latte, ai più grandi un mestolo 18 - la Speranza

di riso e uno di fagioli, perché, nonostante le apparenze, qui molti sono denutriti, la povertà è diffusa e profonda come è testimoniato da abitazioni di fango, visibili appena ci si allontana dalla strada principale; inoltre le condizioni di vita, igieniche e sanitarie, sono precarie. A sanare in parte quest’ultima situazione provvede suor Lindiwe, che insieme a tre altre infermiere, segue per l’intera giorna-

ta i numerosi pazienti che affollano l’ambulatorio, inserito sempre nella struttura delle suore.

Per illustrare bene la situazione, mancano tantissime informazioni, ma queste bastano a far capire che le suore, con un umile servizio e senza rumore, con poche risorse ma estrema disponibilità, hanno realizzato quello che i nostri politici, riferendosi ai migranti, blaterano sempre: Bisogna aiutarli a casa loro.

Queste suore continuano la loro opera, attingendo la loro forza dalla preghiera, sempre gioiosa, così coinvolgente che permette perfino ai bambini di assistere, senza noia, ad una messa di due ore.

Marilena Ferrario

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Le Suore Mantellate Serve di Maria quest’anno hanno celebrato il cinquantesimo anniversario di professione religiosa di otto suore.

Tra queste anche suor Rosalinda Chinellato e suor Emanuela Canziani, che domenica 2 settembre, nella chiesa di San Macario, la comunità parrocchiale ha festeggiato con una S. Messa solenne.

Cinquant’anni fa, in umile servizio e facendo bene assai, hanno consacrato la loro vita, con un’attenzione al mondo della scuola, come era nel carisma e nella spiritualità delle Madri fondatrici.

Suor Rosalinda Chinellato, attuale priora della Comunità, è ritornata tra noi nel

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Anniversari per le suore Mantellate Serve di Maria

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2015 (aveva seguito i bimbi della scuola materna dal 1978 al 1993); suor Emanuela Canziani, originaria di San Macario, è stata per due mandati Madre Generale delle Suore Mantellate Serve di Maria di Pistoia.

Un ricordo affettuoso e riconoscente anche per suor Nicodema Macchi, che ricorda il settantesimo anniversario di professione religiosa; novantaseienne, originaria di San Macario, per molti anni ha donato il suo servizio a Carmignanello (PO), fino alla chiusura della scuola e della Comunità nel 2016.

Un augurio vivissimo e l’auspicio che ci sia sempre nella loro vita il coraggio dell’annuncio e della testimonianza.

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“Il Signore è il mio pastore”

Pubblichiamo la seconda parte di un breve racconto di Maria Chiara Piacentini.

Ma la morte del fratellino era stata per lui una sofferenza che non si capiva, di quelle cose che tutto quello che ti hanno detto prima non vale più.

Solo un fratello si è sposato e ha avuto figli.

Tutti gli altri siamo rimasti soli.

Non so perché.

Io perché sono autonoma.

Volevo una stanza da sola.

Non che non mi piaceva la compagnia, son sempre stata coi miei fratelli.

Ma poi volevo la mia stanzetta da sola.

Alla sera scendo a camminare.

Faccio quattro passi sino alla chiesa con il mio cane.”

Franca smise un attimo di parlare e guardò il cane con un sorriso da bambina. Poi, spostandosi i capelli dalla fronte e con gli occhi che diventavano quasi lucidi, riprese il racconto rivolgendosi al fratello del parroco. Elisio si accorse in quel momento che Franca aveva le gambe piene di lividi.

“Di giomo vado due volte e fare la spesa: due volte perché pesa troppo una borsa sola.

A volte c’è la signora con una stanzetta come la mia che mi prende la borsa, se mi trova per strada.

Poi me la porta fin sull’uscio e se ne va.

Quando arrivo a casa apro e la porto dentro.

Lo fa e non mi chiede mai nulla. Ha dieci anni meno di me.

A volte alla radio dicono solo che le persone 20 - la Speranza

fanno il male, ma non è così, è che le persone non guardano chi fa il bene.

Io ho lavorato tanto. A dire il vero ho lavorato tutta la vita. Ma mi piaceva. Facevo le riunioni fino a tardi e una sera son tornata a casa a mezzanotte.

Che paura.

Solo quella volta ho avuto paura.

Son scesa dal treno e camminavo veloce.

Sentivo rumore dietro di me, ...e alla fine ho deciso di voltarmi di scatto.

Era il mio papà! Era venuto a prendermi con la bicicletta, ma non mi aveva chiamato.

Siamo andati a casa assieme.

Da quella volta non ho più avuto paura.

Pensavo che dietro c’era sempre lui.

La mamma ci voleva bene a tutti, ma era sempre dietro a lavare e rammendare. Non si poteva mai parlare con lei.

Era una donna brava, io non posso proprio parlare male di lei. Con tutto quello che ha fatto per tutti noi. A volte però mi sono chiesta, se non eravamo così tanti, ...se con lei si poteva parlare”.

Ormai Franca era come se parlasse a sé stessa, e gli occhi guardavano la luce della finestra, che stentava ad entrare per il vetro scuro.

“Con il papà era diverso, fino a che non è morto il fratello piccolino.

Dopo non parlava più neanche lui. Ma i suoi occhi parlavano, bastava che ti guardava e sentivi il bene che ti voleva.

Siamo cresciuti tutti insieme e un po’ da soli.

L’ultima volta che sono tornata a vedere la casa c’era una signorina che bagnava i fiori.

La casa l’abbiamo venduta. Ognuno ha preso qualcosa della mamma e del papà. Eravamo cosi tanti che poi non c’era più niente.

Io ho preso la foto del papà col fratellino.

Era così consumata che a stento si vedeva la faccia.

A volte penso che il sorriso che ho visto prima che il papà si spegnesse era quello che c’era su quella foto. Ho preso una cartelletta di plastica , l’ho messa dentro, ho ritagliato intorno, ci ho messo il nastro adesivo e mi son fatta una cornicetta.

Ora la tengo sempre nel cassetto con i santini”.

Il dottor Elisio, nonostante anni con persone anziane, era quasi commosso da come quella donna parlava. La guardava con delicatezza e la pensava in quella storia.

“Ho parlato proprio tanto, forse vi ho fatto venire sete. Volete altro the?”, d’improvviso Franca sembrò tomare tra loro.

Elisio fece cenno di sì e Franca prese di nuovo acqua dal rubinetto.

“Franca cosa cucini questa sera?” chiese il Parroco.

“Ho qui i finocchi che mi ha portato mio papà dalla campagna, poco prima che arrivaste voi. Volete fermarvi a mangiarne un po’?”.

Elisio ringraziò garbatamente dicendo che doveva rientrare. Bevvero l’acqua the e la salutarono.

Mentre erano vicino alla porta Bobi si accucciò sui piedi di Elisio.

Il dottore lo spostò e gli sussurrò di stare tranquillo, abbassandosi all’orecchio grigio che toccava il tappeto.

Per strada il Parroco guardò il fratello che faceva un cenno triste col capo. “Si possono anche darle medicine per farla stare meglio, servono degli esami per capire il livello della malattia, sicuramente adesso è in una fase iniziale, ma non può più vivere sola”.

In poco tempo il parroco si era organizzato.

Aveva trovato una casa di riposo non lontano dalla chiesa. Franca poteva anche portare il cane, perché c’era un giardinetto all’ingresso.

Non si era opposta, era desiderio del Parroco, con il quale da ventidue anni si confrontava su tutto ciò che importava nella sua vita.

Continuava ad andare a messa ogni mattina.

Il dieci ottobre si avvicinava, ma non riusciva a preparare nulla per quel momento.

Il Parroco aveva chiesto ad una ragazza di andare da lei alcuni giorni prima, per iniziare a radunare le cose che le sarebbero servite.

Franca il nove ottobre non andò in chiesa.

Tutti e sei fedeli si guardarono preoccupati.

Il parroco fece un cenno scendendo dall’altare e tutti lo seguirono. Arrivò a casa di Franca indossando ancora l’abito bianco della messa.

La porta non era stata chiusa a chiave, ed entrarono dopo averla chiamata solo qualche volta.

Bobi era sul letto, accucciato ai suoi piedi.

Franca era sdraiata con il volto disteso.

Il parroco le si avvicinò piano e capì subito quanto accaduto. Decise di darle una benedizione.

I parrocchiani con lui dapprima turbati, lo seguirono, disponendosi intorno al letto.

Don Eusebio si fermò prima per accarezzarle il viso, e si accorse che tra le mani. teneva la foto del papà col fratellino.

la Speranza - 21

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La comunità pastorale ricorda Padre Daniele

Sabato 26 maggio, nella comunità cristiana di Samarate, da cui Padre Daniele partì per essere cappuccino, sacerdote e missionario, si è fatta memoria della sua santa morte.

La solenne concelebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vescovo Monsignore Serafino Spreafico e partecipata dai frati cappuccini Padre Claudio Todeschini, vicepostulatore che ha tenuto l’omelia, Padre Agostino Valsecchi segretario Provinciale, il giovanissimo Fra Riccardo Corti e tanti fedeli.

Padre Claudio Todeschini ha lasciato in dono una statuetta della Madonna de Aparecida, protettrice del Brasile.

La Madonnina è stata collocata nella Cappella dove il Gruppo di Preghiera di San Macario si ritrova il 16 di ogni mese.

Fulvia Mainini 22 - la Speranza

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Sarà insostituibile!

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Maristella ha lasciato la Farmacia Mosca dopo 42 anni di attività per una meritata pensione

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“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo.

Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”

Madre Teresa di Calcutta

“Insostituibile fulcro, colonna portante della farmacia”, così i Samaratesi parlano di Maristella Anselmi, la storica commessa della Farmacia Mosca che il 1 giugno è andata in pensione.

Una vita in farmacia la sua. Assunta il 1 giugno del 1976, ha condiviso, per 42 lunghi anni, prima con il dottor Nando e poi con la figlia Erica, i tanti successi di questa attività.

Un’attività che ha contribuito, in maniera incisiva, a costruire la storia della nostra città!

Se tu entravi in farmacia, lei c’era sempre, dietro il bancone, anche oltre l’orario, se necessario. Lei con il suo grembiule azzurro e con un sorriso accogliente, capace di far sem-

pre sentire a proprio agio chi si rivolgeva a lei.

Sì, perché chi entra in farmacia spesso è persona fragile, con delle patologie o con un carico emotivo e di preoccupazioni notevole, quindi è fondamentale, in un esercizio commerciale come questo, trovare qualcuno che si prenda cura di te, che ti aiuti magari a compilare una richiesta all’ASL o a rispondere alle tue necessità.

Quando non la vedevi dietro il banco, Maristella era magari impegnata a misurare la pressione arteriosa o la glicemia. Quante volte ti capitava invece di vederla uscire da uno studio medico, dove era andata per mettere a punto qualche ricetta, o dall’abitazione di qualche anziano a cui aveva portato degli ausili sanitari. L’impegno e la passione con cui ha svolto il suo lavoro l’hanno resa persona con un alto senso del dovere. “Dovere” oggi una parola un po’ appannata, ma che appartiene a coloro che non si nascondono, che vanno avanti anche e soprattutto nei la Speranza - 23

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momenti di difficoltà e che vivono e lavorano non solo per se stessi, ma con l’intento di migliorare la società.

rà a esserci con la sua consueta capacità di occuparsi degli altri in modo disinteressato e gratuito.

Pur non avendo titolo per dispensare medicamenti, Maristella ha consolato, aiutato e ha sempre cercato di soddisfare i bisogni dei tanti che si sono rivolti a lei. Da qualche settimana, dopo tanti anni di collaborazione, ha lasciato la farmacia per una meritata pensione... ma i samaratesi stiano certi, lei continue-

GRAZIE PER TUTTO QUELLO CHE HA REGALATO AI FRAGILI, AI MALATI, AI DEBOLI, SPESSO AGLI ULTIMI! Con profondo affetto.

Marisa Mazzucchelli

IL DOTT. SANDRO ZOCCHI E’ ANDATO IN PENSIONE ... essere al servizio, ascoltare, aiutare, capire, consigliare.

Tutte doti che "Sandro" ha saputo mettere in atto con grande professionalità ...

Grazie, sceriffo, da tutti gli abitanti del tuo fortino !

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Sono tornati alla casa del Padre Samarate

Deluca Domenica Lima Gianfranco Costantini Lia Biscuola Ida Terzi Giacomo Di menza Calogero Cattorini Pasquale Magnoli Giannina Giuseppina Pirenei Mario De Lorenzi Placido Fochesato Tranquillo Brogioli Adele Scalpore Bernardo

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Locarno Ermanno Rossi Elia Primon Angela Ricci Emilio Quadrelli Luigi Zocchi Luciano Ciocca Maria Massari Francesco Lo Cascio Giuseppina

Verghera

Campregher Valeria Sanguì Iole Fiorenza Luigi Trovò Gianpiera Zanovello Elsa Oliva Cappai Michele Malesani Giuseppe Triventi Immacolata

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di anni 102 di anni 92 di anni 62 di anni 61 di anni 89 di anni 66 di anni 86 di anni 70

Pizzato Sirio Caldarini Angelo Rinaldo Flavia Smaniotto Teresa Bernardi Istriana Guidali Giuseppe Melillo Maria Rosina

San Macario

Pariani Giuseppe Nava Annibale Mancarella Pompeo Canziani Giuseppina Aiosa Francesca Paola Muraro Antonio Pariani Giuseppe Rizzi Danila Conti Virginia Chiaravalle Assunta Mella Bruno Pavesi Caterina

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anni anni anni anni anni anni anni

36 77 76 87 85 79 92

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anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni

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Samarate

Quanti siamo nel comune?

San Macario

08/04 08/04 27/05 27/05 17/06 17/06 17/06 17/06 15/07 15/07 15/07 15/07

13/05 03/05 03/06 10/06

Lepuri Sofia Meroi Valentina Urso Anya Pellegatti Sanchioni Francesca Pellegatti Sanchioni Alessia Pellegatta Emma Ceriani Tommaso Villa Giorgia Giannini Mattia Digilio Thomas La Grotteria Angela Serri Emily Sonvico Nicolò Yanmo

Cascina Elisa

Welgamaratna Antonio Gallitto Isabel Annoni Diego Pariani Danilo Francesco Pozzato Greta

Con il Battesimo sono diventati figli di Dio Capizzello Nicolò Picone Rebecca Fisichella Alice Gregori Valentina Vi Nina Gazineo Giulio Graziano Diego Magnaghi Bianca Mesisca Stefano Chilin Ludovica Di giacomo Rebecca Carobene Riccardo Zanin Aurora

Verghera

Galimberti Leonardo Colombo Giorgia Regalli Isabella Carmen Panciroli Camilla

14/04 15/04 15/04 13/05 13/05 03/06 03/06 03/06 01/07 01/07 01/07 01/07 01/07 01/04 20/05 03/06 10/06 08/07

In nome di Dio si sono uniti in matrimonio Samarate

Cavaleri Francesco con Rotteri Valentina

31/05

San Macario

Welgamaratna Antonio con Lokubalasurya Hiranti Terrana Giancarlo con Giolo Michela

10/06 21/06

Popolazione residente al 31/12/2017 Maschi: Nati: Morti:

7892 Femmine: 8145 TOTALE: 16037 41 Nate 52 Immigrati: 594 52 Morte: 82 Emigrati: 528 la Speranza - 25

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DA SETTEMBRE RIAPRONO LE ISCRIZIONI PER LA STAGIONE SPORTIVA 2018 - 2019 PER LE SEGUENTI CATEGORIE ED ETÀ:

mini pulcini - 1ª/2ª elementare (under 8) pulcini - 3ª/4ª elementare (under 10) giovanissimi - 5ª elementare/1ª media (under 12) ragazzi - 2ª/3ª media (Allievi) FEMMINILE

y a d n ope ì marted

4e

ratorio O ’ l o s s pre

giovedì

6 0

ore 18.0

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per informazioni:

viadana marco

Cellulare: 347.8049408 email: olimpiasamarate@gmail.com 26 - la Speranza

www.cpsamarate.org

dall’

1

al

10 SETTEMBRE

h. 19.00 apertura Stand Gastronomico e Pesca di Beneficenza h. 21.00 Silent Disco h. 11.00 S. Messa Solenne al termine, benedizione degli autisti e degli automezzi

, la Festa Durante 0 .0 9 dalle h.1 apertura STAND ICO RONOM T S A G

h. 17.00 Spettacolo di magia con “ Sereno Magic” h. 21.00 Silent Disco Pellegrinaggio sul Lago di Garda

h. 10.00 S. Messa ad Albisano h. 12.30 Pranzo a Castion Veronese h. 16.00 visita Abbazia di Maguzzano (BS)

h. 15.30 S. Messa e rinfresco per i 90enni h. 20.30 Solenne Processione: ritrovo e partenza da via Zara,84 h. 21.30 Concerto Banda Filarmonica di Verghera h. 20.00 Biciclettata per tutti, per le vie del paese -partenza dalla Scuola Materna e arrivo in Oratorioh. 21.00 BABY HOLI COLOR e BABY DANCE

h. 18.00 S. Messa vigiliare h. 19.30 Corsa Podistica con partenza e arrivo in Oratorio h. 21.00 Musica dal vivo con RUMBA & KANDELA h. 11.00 S. Messa Solenne h. 12.30 Pranzo in oratorio (su prenotazione) h. 15.00 Spettacolo con Bolle di Sapone h. 16.00 Animazione con Fabio e Guendy h. 17.30 Spettacolo di Pantomimo con Shinya Murayama h. 21.00 Musica con il complesso “My British Uncle” h. 20.30 S. Messa per tutti i defunti h. 21.30 Estrazione della Lotteria

Ciclostilato in proprio

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OLOC PR

Parrocchia Santissima Trinitá

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A MARAT

Città di Samarate

Pro Loco Samarate

Giovedì 13

ore 20.30 Santa Messa in la�no nella vigilia della Esaltazione della Croce, animata dal coro Anemos

dal 13 al 24 Settembre 2018

Venerdì 14

ore 21.00 “Gloria” di Antonio Vivaldi, Corale Giuseppe Verdi e Orchestra Filarmonica Europea

Sabato 15

ore 15.30 Santa Messa per gli Ammala� ore 19.00 Apertura Pesca di Beneficenza e Stand Gastronomico ore 20.45 Musical in Palestra: “Alice, che meraviglia!”

Domenica 16

(in piazza stand associazioni di volontariato e Mostra fotografica 40 anni di Olimpia) ore 10.30 Santa Messa 50 anni sacerdozio don Tino ore 11.30 Inaugurazione e Benedizione Centro di Ascolto a seguire Aperi�vo ore 12.30 Pranzo in onore di don Tino ore 15.30 Vesperi ore 16.00 Butasela BAMBINI ore 16.45 Magico Pongo Show ore 17.10 Butasela GENITORI ore 18.00 Santa Messa ore 19.00 Apertura Stand Gastronomico e Piano Bar con Corinne & Ila

Venerdì 21

ore 21.00 Incontro educa�vo: “Lo Sport in Oratorio”

Sabato 22

ore 16.00 Seconda Edizione Samarate Color Run ore 18.00 Dj Set ore 19.00 Apertura Stand Gastronomico e cena dedicata per ragazzi e famiglie che hanno partecipato alle esperienze es�ve ore 20.45 proiezione foto Campeggio e Vacanza Giovani a seguire Musica con Dj Carlo

Domenica 23

ore 10.30 Santa Messa per 40 anni Olimpia e consegna mandato educa�vo alla comunità educante celebrata da don Alessio Alber�ni ore 12.30 Pranzo per festeggiare i 40 anni di Olimpia ore 15.00 Pomeriggio di giochi con Ludobus dalle 15.30 Incontri genitori per iscrizioni al catechismo ore 18.00 Saggio di Danza a cura di Lo.La.Dance ore 19.00 Apertura Stand Gastronomico ore 21.30 Falo’ e Musica dal vivo con Stefano Introini ore 22.00 Estrazione Lo�eria

dal 13 al 24 Settembre Durante tutto la Sagra saranno in funzione Bar e Stand Gastronomico 2018 Lunedi’ 24

ore 20.45 Santa Messa presso il Cimitero a seguire spe�acolo fuochi d’ar�ficio