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la Speranza anno 4 - n. 11 - dicembre 2015

Periodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarate

Anno Santo della Misericordia 08 dicembre 2015 20 novembre 2016

Il volto della Misericordia

“Il profumo di una vita”

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Due nuovi educatori nei nostri oratori

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Recapiti Sacerdoti/Religiose: don Quirino Daniotti, parroco tel. 0331.220014 - cel. 3385245752 fax 0331.720885 mail: parrocchia.samarate@virgilio.it don Giorgio Maspero tel. 0331.234695 - cel. 3381493928 mail: sanmacarioparrocchia@libero.it don Francesco Maggioni cel. 3407638589 mail: maggionidonfrancesco@gmail.com don Alberto Angaroni cel. 3407518187 mail: alberto.angaroni@gmail.com don Sante Ambrosi tel. 0331.223409 mail: ambrosisante@alice.it

la Speranza Periodico della

Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” Via Statuto 7 21017 Samarate

stampa: Grafica Gernetti

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Orari SS. Messe festive:

Indirizzo e-mail: redazione.lasperanza@libero.it

direttore responsabile: Don Quirino Daniotti

Comunità suore Samarate tel. 0331.220111 mail: maternasamarateilo@libero.it Comunità suore San Macario tel. 0331.234267 - fax 0331.238518 mail: smsanmacario@alice.it Comunità suore Verghera tel. 0331.220222 - cel. 3337417847 mail: verghera@ismc.it Roberto Simioni tel. 0331.222601 - cel. 3391179377 mail: simbobo@tin.it

sabato 18:00 a Verghera 18:30 a Samarate e a San Macario 20:30 a Cascina Elisa domenica 8:00 a Samarate 8:30 a San Macario e a Verghera 9:00 a Cascina Costa 10:00 a Cascina Elisa 10:30 a Samarate e a San Macario 11:00 a Verghera 18:00 a Samarate e a San Macario (chiesa di S. Giuseppe)

Orari SS. Messe feriali: 8:00 a Verghera: da lunedì a giovedì 8:00 a Cascina Elisa: il lunedì e da mercoledì a venerdì 8:30 a Samarate: da lunedì a sabato 8:30 a San Macario: da lunedì a venerdì 20:30 a Cascina Elisa il martedì 20:30 a San Macario in Oratorio il mercoledì 20:30 a Samarate il giovedì 20:30 a Verghera il venerdì

Tutti i numeri de “la Speranza” li trovate sul sito internet della Comunità Pastorale: www.cpsamarate.org

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L’AMORE VERO: DIO CHE SI FA BAMBINO

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Santo Natale 2015

Il Figlio unigenito di Dio, il Verbo eterno, la Parola del Padre, ha assunto la nostra natura umana. È diventato uno di noi. E noi abbiamo visto la sua gloria.

La fede cristiana che ci fa proclamare a Natale questo fatto è davvero sconvolgente: Dio si è incarnato! Non è solamente apparso tra noi prendendo le nostre sembianze per qualche istante o impressionandoci con apparizioni mirabolanti.

Non ha semplicemente ispirato un uomo, anche se intelligente, così da visitarci attraverso di esso... Non ha solo mostrato la sua presenza con una scintilla divina nell’uomo o nella natura umana.

Sembra già così difficile credere all’esistenza di Dio in certi momenti! E addirittura, paradossalmente, la fede cristiana afferma che questo Dio si è fatto realmente uno di noi, uomo come noi, abitando in una famiglia umana, vivendo in una precisa terra, in un preciso tempo... Davvero un paradosso che rappresenta però la originalità del Cristianesimo di fronte ad ogni altra religione, filosofia o cosmovisione.

Da questa fede scaturiscono alcune conseguenze per la nostra esistenza: 1 La prima è che Dio non è nemico dell’uomo. Non è il nostro nemico. Lo si è pensato. A volte lo si pensa ancora, e lo si scrive ... Si è addirittura affermato che se l’uomo vuole essere veramente libero, veramente se stesso, se vuole essere felice, deve dimenticare Dio, negarlo, toglierlo dalla propria vita … Ma Dio non è il nostro nemico, bensì il nostro più grande amico.

2 La seconda verità racchiusa nell’evento del Natale è che ogni essere umano è importante. Molto importante. Se non lo fosse, Dio non si sarebbe incarnato. Ogni essere umano è riflesso di Lui, immagine di Lui, presenza di Cristo. Per questo la fede nel Natale ci dice che ogni uomo, assolutamente ogni uomo, fin dal momento del concepimento a quello della morte naturale, la Speranza - 3

durante tutto il tempo della sua esistenza, ha una dignità che nessuno può togliergli perché gli viene direttamente dall’essere voluto ed amato da Dio ed assunto in qualche misura dal Figlio di Dio nella Incarnazione.

3 Infine, la terza verità della fede nella Incarnazione è che ci dobbiamo amare gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio, perché l’amore è Dio. Nel Natale, infatti, Dio si dona tutto a noi e ci dice che nel dono di sé c’è il senso della vita.

L’amore oggi è inteso spesso come passione che vuole possedere, vuole appropriarsi dell’altro, farlo suo, renderlo proprietà privata e così si scambia l’amore con la violenza.

A Natale scopriamo invece l’amore vero: Dio che si fa bambino, svuotando se stesso per venire al nostro pari, per condividere le nostre pene, le nostre fatiche, tutti i nostri guai e problemi; per sperimentare la fatica ed il pianto, il dolore e lo strazio fino allo schianto della morte su un patibolo.

Con grande affetto il vostro parroco, in comunione con gli altri sacerdoti, il diacono e le suore, augura a tutti un felice e sereno Natale 2015.

Un Natale raggiunto dall’amore di Dio e pervaso da sincera benevolenza per ogni essere umano.

Don Quirino

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Il volto della Misericordia

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L’Anno Santo Giubilare: un evento straordinario. Non è “buonismo” a tutti i costi. E’ rivolto anche ai non cattolici. Le varie modalità per accogliere l’invito di Papa Francesco.

“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre: il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi”.

La parola “MISERICORDIA” sembra essere il motto del pontificato di Papa Francesco e del Giubileo Straordinario da lui indetto nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Ma quello che sembra essere una forma di “originalità” del Papa attuale si pone sulla scia dell’insegnamento dei Papi precedenti.

Infatti san Giovanni XXIII all’apertura del Concilio così si espresse: “Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”. Così il beato Paolo VI al termine del Concilio ribadiva: “Vogliamo piuttosto notare come la religione del nostro Concilio sia piuttosto stata principalmente la carità”.

Non si può dimenticare che san Giovanni Paolo II ha dedicato la sua seconda enciclica (Dives in Misericordia) proprio alla Misericordia di Dio.

Misericordia e Carità sono l’architrave che sorregge la vita della Chiesa. Misericordia vuol dire perdono e noi dobbiamo perdonare perché siamo stati per primi perdonati da Dio. Carità vuol dire dono agli altri e dobbiamo donare perché a noi, per primi, tutto è stato donato dal Padre.

A fronte di una possibile accusa che verrebbe rivolta alla Chiesa di “eccessivo buonismo” il Papa ricorda che la misericordia non è in contrasto con la giustizia. “Non sono due aspetti in contrasto tra di loro, ma due dimensioni di un’unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell’amore”.

E’ necessario far notare che secondo Papa Francesco l’anno giubilare “vissuto nella misericordia” non è riservato solo alla Chiesa cattolica ma va oltre i confini della Chiesa: è aperto anche agli Ebrei e agli Islamici.

Infatti l’Antico Testamento è intriso di misericordia perché narra le opere che il Signore ha compiuto a favore del suo popolo nei momenti più difficili della sua storia. Cosi pure l’Islam, da parte sua, tra i la Speranza - 5

nomi attribuiti al Creatore pone quello di Misericordioso e Clemente.

Quindi l’anno giubilare può essere una possibilità per favorire l’incontro tra le religioni monoteistiche e le altre nobili tradizioni religiose.

Vale la pena di accennare alle possibili modalità e strumenti per soddisfare alle richieste e adempimenti per la celebrazione di questo anno giubilare. Innanzitutto il segno peculiare dell’Anno Santo è il pellegrinaggio a Roma.

E’ consigliata una opportuna riflessione sulle opere di misericordia corporale e spirituale.

Ma sarà soprattutto la prossima Quaresima il “momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio”. Durante la Quaresima è da accogliere l’iniziativa “24 ore per il Signore” da celebrarsi nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima

in cui ci si riaccosterà al sacramento della Riconciliazione.

Nella Quaresima, a questo proposito, saranno inviati dal Papa i “Missionari della Misericordia” ossia dei Sacerdoti che hanno l’autorità di perdonare anche i peccati più gravi riservati alla Santa Sede e di predicare le Missioni al popolo.

Anche se le dolorose notizie che ci giungono da fatti di “terrorismo” e da zone di tensione internazionale, che sono, come dice il Papa, “una terza guerra mondiale a pezzi”, sembrerebbero sconsigliare iniziative e manifestazioni per l’Anno Santo giubilare, a maggior ragione è necessario far risuonare “forte e convincente” l’invito della Parola di Dio, attraverso la Chiesa, a parole e gesti di perdono, di sostegno, di aiuto e di amore.

Piero Caloni

Iniziato il corso di italiano per i profughi Nel mese di giugno il gruppo di giovani “profughi” del Mali e del Senegal che ha partecipato al corso d’italiano con buoni risultati e con i quali abbiamo instaurato buoni rapporti, su istruzioni del prefetto di Varese, è stato trasferito in altri comuni della zona. A loro sono subentrati una trentina di giovani provenienti dal Gambia affidati alla stessa cooperativa e alloggiati a Samarate nella villetta di via Ollearo.

Anche con loro, nel mese di ottobre, è iniziato un corso di italiano grazie all’iniziativa di alcuni volontari della nostra comunità. Il corso si svolge in due mattine con due gruppi di studenti guidati da un’insegnante, in utilizzo, del CPIA (Centro per l’Istruzione degli Adulti) di Gallarate aiutata dai volontari per seguire meglio i ragazzi. Contemporaneamente altri volontari stanno seguendo alcune mamme che hanno urgenza di imparare la lingua italiana in attesa che il Comune, come già fatto lo scorso anno, si organizzi e se ne faccia carico.

L’obiettivo fondamentale è creare percorsi educativi per facilitare le relazioni nell’ottica dell’accoglienza e dell’integrazione. Importante è quindi, per questi giovani, la conoscenza della lingua e della cultura italiana. I ragazzi partecipano con entusiasmo e hanno voglia di imparare e conoscere. Il direttore della Caritas Ambrosiana Don Roberto Davanzo, in occasione di un incontro a Expo, ha sottolineato che “l’accoglienza dignitosa serve anche a garantire la sicurezza... la soluzione anche alle paure della gente è la solidarietà organizzata non le polemiche politiche strumentali”. Non sempre questi percorsi sono facili ma è proprio dalla conoscenza dell’altro e nella fiducia reciproca che è possibile superare i pregiudizi e convivere pacificamente nel rispetto.

I volontari 6 - la Speranza

dal notiziario della Caritas Ambrosiana

“Reverendo, se ci troviamo in questa situazione d’affanno con i profughi è anche colpa vostra”. Così rispondeva il funzionario di un importante ufficio della pubblica amministrazione poche settimane fa alla mia richiesta di capire come mai, dopo decenni di confronto col fenomeno migratorio, il nostro Paese e l’Europa intera si sono trovati ancora col fiato corto a fronte dell’ondata di profughi che non accenna a placarsi.

Ho provato a interrogarmi su questa presunta responsabilità della Chiesa e dei suoi Pastori rispetto ai massicci flussi migratori, ma in tutta onestà non sono riuscito a farmene una ragione. Certo, si può intuire a che cosa alludesse il mio interlocutore: ai ripetuti appelli del Papa rispetto alle stragi che si sono perpetuate nel canale di Sicilia, alle richieste di messa a disposizione di strutture parrocchiali per favorire un’ospitalità più diffusa, ai richiami dei Vescovi a coltivare uno spirito di accoglienza nei confronti di chi scappa da miseria e guerra. La “colpa” che ci viene attribuita è che con questi appelli in qualche modo la Chiesa incoraggerebbe ad un esodo che potrebbe non aver fine. La “colpa” ancora riguarderebbe il fatto che nelle prese di posizione ecclesiali non si dica mai “adesso basta” oppure “non possiamo accoglierli tutti” o almeno “profughi sì, migranti economici a casa loro”.

Già, perché questa mi pare sia l’ultima frontiera della mistificazione linguistica.

Dopo la retorica - mai finita - che definisce implacabilmente i migranti che

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Profughi o migranti economici?

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arrivano sulle nostre coste dei “clandestini” (e dunque imbroglioni che non rispettano le regole e che vengono a rubarci qualcosa), ora l’escamotage gioca sulla distinzione tra profughi e migranti economici.

I primi meritano protezione ed accoglienza, gli altri se ne tornino a casa, in fondo mica possiamo tenerli tutti! Lungi da me immaginare che l’Italia e l’Europa possano ospitare tutta l’Africa e il Medio oriente, ma il problema che si pone non è di così facile soluzione.

In che modo distinguere tra profughi e migranti economici? E poi che cosa significa migranti economici? Se scappi dalla fame, dalla siccità, dalla miseria che priva di futuro te e i tuoi bambini, non hai abbastanza titoli per essere considerato meritevole di aiuto? E poi che cosa significa “rimandarli a casa”? Ma lo sappiamo che i rimpatri possono avvenire solo tra Paesi che hanno stilato specifici accordi in questo senso? Lo sappiamo che il costo di un aereo che riporti a casa coloro che non hanno titolo per stare in Italia è talmente alto che la più parte riceve un foglio di via che, anche volendo, quasi nessuno rispetta se non altro per le misere condizioni economiche

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di questi personaggi? Dico queste cose con due obiettivi: il primo è quello di invitare a riconoscere la serietà e la complessità della situazione in modo da bandire ogni slogan, ogni discorso da bar, ogni chiacchiera ridicola, ogni manifestazione di protesta al grido di “qui non li vogliamo”. Il secondo obiettivo è quello di educarci a riflettere sul come si possono porre le premesse affinché l’esodo si arresti o almeno si attenui.

Dunque su come far sì che queste persone non debbano più scappare da guerre, violenze e miseria e dunque sul come fare pressione perché l’opinione pubblica esiga dai propri governi politiche internazionali lungimiranti e politiche economiche e finanziarie in grado di eliminare le inequità che stanno all’origine

di tanti flussi migratori.

Nel frattempo? Nel frattempo impegniamoci tutti - come dopo un terremoto, una inondazione - a sentirci tutti responsabili di questi volti, sterilizzando polemiche politiche finalizzate a far cassa, a guadagnare facili consensi, affinché queste persone non siano solo salvate dal mare di Sicilia, ma diventino al più presto una nuova ricchezza per tutti noi.

E, giusto per chiudere, una domanda: ma quel bambino morto davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia che cos’era: un profugo, un migrante economico o solo un clandestino?

Don Roberto Davanzo

CORSO BIBLICO

“L’uomo e la misericordia di Dio: un matrimonio faticoso ma possibile” Emanuela Giuliani, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, ha trattato il profeta Osea, vissuto attorno al 750 a. C. Un periodo di vicende politiche violente, di ingiustizie, del culto a Baal e della decadenza dei punti di riferimento del popolo d’Israele.

Osea non profetizza con visioni o colpi di scena: la sua profezia è testimonianza della sua vita, delle sue vicende sentimentali.

La misericordia del Signore parte con una sventura, con la rabbia del tradimento e non nasce certamente in un clima idilliaco: la misericordia c’è perché esiste il senso del peccato e del male.

Questo il calendario degli incontri: 05 novembre Accusate, accusate vostra madre... Non capì che le davo vino nuovo (Os 1, 1-2,15) 12 novembre Tu conoscerai il Signore... Amerò non amata” (Os 2, 16-3,5) 26 novembre Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza...

Affrettiamoci a conoscere il Signore” (Os 4-10) 03 dicembre Chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo...

Come potrei abbandonarti” (Os 11) 10 dicembre Torna dunque Israele al Signore tuo Dio... Ritorneranno a sedersi alla mia ombra (Os 14) 8 - la Speranza

PERCHE’

Il perché può essere ritrovato nelle parole del Cardinale citate sopra, ossia il calo numerico dei sacerdoti. Ma aggiungiamo anche che la visita alle famiglie fatta dai laici si dimostra un’ottima occasione missionaria. Si fa vedere chiaramente come il messaggio cristiano può essere annunciato da tutti e che l’impegno missionario è di tutti. Il coinvolgimento dei laici nelle visite alle famiglie non è solo in funzione di supplenza dei sacerdoti, ma ha un valore missionario in sé. Il coinvolgimento

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“Carissima, carissimo, anche quest’anno i sacerdoti o i loro collaboratori vengono nella vostra casa rinnovando la bella usanza di portare ad ogni famiglia la benedizione del Signore, in occasione del Natale. Vorrei venire di persona ed incontrarvi faccia a faccia; ma gli abitanti della nostra Diocesi sono più di cinque milioni. Avendo però “gli stessi sentimenti di Cristo” (Fil. 2,5) possiamo superare le nostre limitate possibilità e restare in comunione gli uni con gli altri”.

Sono le parole con cui il nostro Arcivescovo inizia la lettera alle famiglie per il prossimo Natale.

Sono parole che potremmo usare anche noi sacerdoti di Samarate: la famiglie e le case da visitare sono tante e non riusciamo ad arrivare a tutte. Per questo sottolineiamo l’espressione del Cardinale: “I sacerdoti o i loro collaboratori”. Questi collaboratori sono il diacono, le suore ed anche i laici.

Tutti insieme protagonisti nella Visita alle famiglie. La novità che introduciamo quest’anno nelle nostre parrocchie di Samarate è che anche i laici visiteranno le famiglie e le case di alcune vie (le altre avranno la visita del sacerdote, del diacono o della suora).

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Natale 2015 Visita alle Famiglie

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dei laici è un modo per far passare l’idea che la fede è qualcosa che permea la vita del cristiano e si fa annuncio della fede, della fede avuta in dono al momento del Battesimo. È una riscoperta del valore del Battesimo e del sacerdozio comune dei fedeli. Ed è anche il recupero, “dal basso”, di uno dei temi di maggior attualità nella Chiesa contemporanea, quello del laicato.

COME

I laici incaricati hanno avuto dei momenti formativi già in primavera e hanno ricevuto il mandato ufficiale nelle S. Messe dedicate. Visitano, normalmente, la via dove abitano. Vanno a due a due.

Si fanno precedere da una busta con la data della visita e il nome dei due “visitatori”. Il compito dei laici è quello di consegnare la Lettera del Cardinale per il Santo Natale e di pregare insieme.

Se qualcuno offre loro la busta con l’offerta, la ritirano con semplicità.

I visitatori costituiscono una nuova figura che aiuta a rendere la Chiesa più prossima ai lontani. Il desiderio delle parrocchie è quello di incontrare le persone anche al di là del periodo forte dell’Avvento. Per questo è importante avere nelle vie e nei caseggiati delle famiglie di riferimento, che faranno del “visitare” il loro impegno in parrocchia. Le esperienze ascoltate dicono che le visite fatte dai laici favoriscono nella famiglia che si visita la decisone di aprirsi alla vita comunitaria, volendo conoscere maggiormente le sue esigenze, le sue iniziative e le persone che la compongono.

Così ci auguriamo che avvenga anche a Samarate.

A tutti voi e alle vostre famiglie auguriamo un santo e felice Natale.

I sacerdoti, il diacono, le suore la Speranza - 9

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“Il profumo di una vita” Daniele da Samarate missionario cappuccino lebbroso tra i lebbrosi Ed. San Paolo

E’ il titolo del libro recentemente pubblicato e presentato alla Comunità il 16 ottobre da Padre Claudio Todeschini.

E’ una biografia molto ricca e ben documentata che, riprendendo la storia

della Lombardia dopo l’unità d’Italia e dei missionari cappuccini di fine ottocento, via via racconta l’immensa opera missionaria di civilizzazione e di evangelizzazione compiuta dal frate in terre sconosciute fra gli Indios della foresta amazzonica.

I suoi scritti e le testimonianze dei confratelli fanno emergere con forza la figura del frate che si è consumata nel servizio dei fratelli, in un roccioso abbandono a Dio, anche quando la malattia lo aveva allontanato dalla società.

Dalle pagine traspare la SPERANZA e la FIDUCIA nella provvidente azione di Dio, l’essenza di un profumo che emana dall’amore fedele del PADRE, come afferma Padre Claudio Todeschini, vice postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio e anche autore del libro stesso.

“A DEUS LOUVADO” Il libro è in vendita presso le librerie e nelle sacrestie delle chiese parrocchiali.

Fulvia Mainini 10 - la Speranza

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Riceviamo da padre Apollonio Troesi:

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P IL “MIO CONGEDO” DA SAMARATE - SAN MACARIO E DINTORNI

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Missionario in Brasile, Vicepostulatore della causa del Servo di Dio Padre Daniele da Samarate.

(São Luis - Maranhão Brasil 13 ottobre 2015) Carissime e carissimi INDIMENTICABILI, ho saputo che il prezioso mio giovane collega P. Claudio Todeschini venerdì 16 c.m. starà lì da Voi per presentare e raccomandare il “PROFUMO” che forte - dolce - duraturo si sprigiona dalla Vita del Vostro illustre Concittadino.

Ringrazio cordialmente l’Autore della Biografia e auguro, sempre con tutto il cuore, che tutti Voi possiate sentire la gioia, la voglia “matta” di “aspirare” questo “profumo”, di tenerlo sempre a portata di mano in modo che la Vostra casa si riempia sempre di questo “olezzo” come il profumo versato da Maria, sorella di Marta e Lazzaro, sui piedi di Gesù (vedi Gv. 12, 3).

Non solo in casa vostra, ma si diffonda attorno a Voi. Questo è un “PROFUMO” che Vi appartiene! È stato “preparato” qui da Voi, da qui è partito, più tardi è ritornato qui solo per alcuni giorni e questo “profumo” già intenso è diventato ancora più forte e penetrante. Impossibile non “sentirlo”!

Ora per la gloria di Dio, il “Profumiere” eterno (il Paradiso dove vive e opera, la Sua Casa è tutta e solo un profumo) per la lode di Dio così attraente, “vendetelo” questo profumo, raccomandatelo a tutti perché lo apprezzino e lo comprino! ...

Bellissimo compito, lavoro di casa in casa rimuneratissimo! ... Ah, P. Daniele, quanto mi sei caro, quanto mi piace farTi conoscere! ...

Carissimi, colgo questa occasione intensissima per congedarmi con tanta saudade e riconoscenza da Voi. Molto difficilmente riuscirò ancora a camminare sulle vostre case, a celebrare con passione e entusiasmo nelle vostre bellissime Chiese, a essere ospite nelle vostre Case ospitalissime!

P. Claudio mi ha appena visto: potrà informarvi a viva voce. Io continuo qui finché il Buon Dio vorrà, continuerò a vivere qui da frate missionario che si sforza, pur essendo vecchio e malandato, di rispecchiare in qualche modo le virtù di P. Daniele.

I Piccolissimi del purtroppo adesso chiuso “asilo”, mi hanno sempre chiamato a gran voce: frei Daniel, frei Daniel!

Vi lascio con questa festa che i bambini mi facevano. Vi porto tutti nel cuore ... Porto Samarate, San Macario, tante Persone buone e interessate al Bene, ricordo tanti gesti di Bontà e Solidarietà che ancora mi commuovono e ... pronto ... qui si dice ... Arrivederci tutti in Cielo. Spero di precedervi e la prima cosa che farò, sempre che il Buon Dio mi conceda un posticino lassù, la prima cosa sarà cercare P. Daniele per abbracciarlo e rigraziarlo!

Intanto ringrazio cordialissimamente tutti voi!

“A DEUS LOUVADO” vostro riconoscente frei Apollonio Troesi missionario in Brasile come P. Daniele da Samarate la Speranza - 11

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I lavori di restauro conservativo della Parrocchiale di San Macario

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Iniziati a fine aprile 2015, sono per il mese di novembre in ultimazione i lavori di restauro e risanamento conservativo degli esterni della chiesa parrocchiale.

A fine ottobre sono già visibili gli effetti dei lavori sul campanile, liberato dalle impalcature dei ponteggi, mentre proseguono ancora i lavori per il completamento degli interventi sulle facciate.

L’intervento é in linea con le teorie attuali del risanamento conservativo, che prevedono il prendersi cura dello stato dell’edificio, fermando il degrado causato dal passare del tempo e applicando le tecniche e le tecnologie conosciute per preservarne il degrado futuro, mantenendone la funzionalità nel tempo, ma preservando anche l’aspetto che l’edificio ha assunto nel corso degli anni.

Gli interventi che si sono susseguiti sono stati: - pulitura ed asportazione dei depositi humi-

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feri (vegetazione, licheni e muffe) con biocida non dannoso per l’ambiente, operazioni che sono state seguite da un lavaggio delle stesse superfici con acqua pulita per eliminare ogni traccia del biocida e degli infestanti biologici; - lavaggio generale delle superfici con specifica attrezzatura erogante acqua con pressione da determinare in relazione alla consistenza del supporto, al fine di asportare polvere, sporco, parti sfarinanti e/o decoesionate, anche per le parti in pietra dei cornicioni della cella campanaria e delle balaustre.

Sul campanile, con tessuto murario a vista, sono state fatte operazioni di cuci - scuci, ossia rimozione degli elementi degradati ed in-

serimento di elementi laterizi, che, per quanto riguarda i rosoni, sono stati sagomati come gli esistenti. Con questa operazione sono stati eliminati anche inserimenti di materiali non coerenti (mattoni nuovi o rattoppi cementizi effettuati nel tempo). Sono stati anche ripristinati gli ovoli della cupola, altamente degradati sia nel tessuto murario che per la finitura a intonaco.

Sono state messe in sicurezza le balaustre

e gli elementi ferrosi delle stesse, che nel corso del tempo sono stati aggrediti dalla ruggine. Gli elementi in ferro sono stati poi ritinteggiati.

Un intervento resosi necessario solo dopo aver posizionato il ponteggio é stato quella sulla cupola superiore: infatti, ad una analisi da vicino, si é potuto verificare che la cupola esistente in rame presentava un elevato numero di micro forature, dalle quali entravano le acque meteoriche. È stato necessario provvedere a un nuovo rivestimento in rame , sagomato sopra quello esistente, che é stato mantenuto.

Per quanto riguarda le parti intonacate delle facciate, si é proceduto a lavaggio, per eliminare le parti non coese, e ad un consolidamento degli intonaci esistenti, con applicazione a pennello o a spruzzo di prodotto in silicato di etile, integrazione delle parti di intonaco mancanti, ed esecuzione di strato di finitura in colletta di calce aerea, sabbia di apposita granulometria, polveri di marmo di colorazione varia in relazione al risultato che si vuole ottenere, applicata a pennello, e poi ad una lavatura con spugne di mare e acqua deionizzata per porre in risalto l’aggregato (sabbia e sassolini…) componenti la malta.

Sulle pareti verso la scuola materna sono state demolite le zoccolature in intonaco cementizio non coerente con la struttura muraria ed è stato realizzato un nuovo intonaco altamente traspirante per favorire l’eliminazione della umidità interna ai muri.

E’ stato realizzato anche un nuovo impianto di protezione dai fulmini e installato un gufo robotico come sistema di allontanamento dei volatili dalla cella campanaria.

Gabriele Pozzi Architetto la Speranza - 13

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Musical per il centenario dell’oratorio O

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“Un Sogno Dentro a un Cortile ...

… e il gioco comincerà, il vento sopra le guance e la corsa ripartirà.”

Eh si, la voglia di ripartire, di ricominciare l’avventura di questo musical è davvero tanta ma dato che dobbiamo attendere ancora un po’

per le repliche abbiamo deciso di raccontarvi cos’è stato per noi ragazzi vivere in prima persona questo Sogno, un Sogno con la “S” maiuscola.

Tutto è iniziato all’incirca a gennaio ma i primi mesi a fatica riuscivamo ad immaginare cosa sarebbe uscito da quello che stavamo facendo: si provava divisi, attori da una parte e ballerini da un’altra, una sera un pezzo di primo tempo, l’altra sera l’altro, un pezzo di secondo tempo e così via.

Poi arriva giugno, la scuola è finita, si ha più 14 - la Speranza

tempo da dedicare al nostro spettacolo e arriva così anche la prima prova generale incastrata tra qualche esame di maturità e di università. Primo tempo, secondo tempo e canzoni

tutti insieme per la prima volta. Cominci così a renderti conto di far parte di qualcosa di stupendo, non importa se non ti ricordi una battuta o un passo, l’importante è che tu sorrida, ti diverta e ti renda conto di quanto è bello quello che stai facendo.

Luglio e agosto passano senza prove ufficiali, ma i copioni si spostano tra i monti della Valle d’Aosta e le spiagge romagnole.

Arriva settembre e si riparte, la data del debutto si avvicina sempre di più. L’impegno richiesto aumenta notevolmente e per caricarci facciamo una prova in un posto speciale, Colle Don Bo-

sco, dove è nato il protagonista del nostro musical e dove il sogno dell’oratorio, di cui anche noi facciamo parte, ha avuto inizio.

I giorni passano, le emozioni crescono e ad una settimana dal debutto ci aspetta una full immersion: prove tutte le sere senza sosta con i vestiti di scena, le luci e il palco. Nonostante la fatica però, a prove terminate ci guardiamo, siamo fieri di noi e non vediamo l’ora del giorno dopo per rivederci e continuare divertendoci a realizzare il Nostro spettacolo.

Poi è arrivato il 26 settembre, il giorno del grande debutto, con l’emozione a mille e l’ultima prova generale, la più importante, dove ti rendi conto che in nove mesi il musical ha preso forma, ma non solo lui, anche noi. Siamo cresciuti insieme come una grande famiglia, condividendo le gioie e le fatiche, sopportandoci e supportandoci l’uno con l’altro, diventando anche noi protagonisti di quel sogno che Don Bosco ha fatto quasi duecento anni fa.

Sono le 20.30, tra poco gli spettatori entreranno in palestra e noi siamo lì tutti insieme su quel palco, dietro quel sipario rosso, con le mani strette le une con le altre e con gli occhi lucidi a darci la carica per quella che sarebbe stata la Nostra serata.

Il sipario si apre, siete tantissimi, tutto comincia.

Dietro le quinte mentre lo spettacolo va in scena c’è chi ripassa i passi, chi le battute, chi si ab-

braccia per incoraggiarsi e chi invece dai buchi laterali del palco cerca di intravedere lo spettacolo. Saliamo e scendiamo dal palco battendoci le mani, siamo fieri gli uni degli altri. Arriva l’ultima scena con l’ultima canzone e siamo di nuovo tutti insieme lì sul palco a goderci i vostri applausi, la felicità in questo momento è davvero indescrivibile, ci guardiamo intorno, ci sorridiamo gli uni con gli altri, siamo qualcosa di meraviglioso!

Ebbene sì, il nostro sogno si è avverato, anzi, il sogno di Don Bosco si è avverato!

E proprio in suo onore abbiamo voluto mettere in scena questo spettacolo, in onore di Colui senza il quale oggi non ci conosceremmo, non saremmo così felici e soprattutto non saremmo diventati una famiglia così bella.

Speriamo con il nostro spettacolo e la nostra storia di avervi fatto almeno un po’ emozionare come ci siamo emozionati noi, ora non ci resta che darvi appuntamento alla prossima replica e perché no, al prossimo musical!

Grazie a tutti e grazie soprattutto a Lui, il regista più grande di tutti! “… Col sudore e la mente che sono tuoi costruirai la speranza, la volontà e ad un tratto la mente comprenderà che se c’è un destino sarà il tuo.”

I ragazzi di Don Bosco

Per celebrare il Centenario dalla nascita dell’Oratorio S. Carlo è stato elaborato un libro sull’evento che verrà pubblicato a breve.

Sarà un’occasione per ripercorrere un passato che ci appartiene, incontrare persone che hanno lasciato il segno nella nostra comunità, rivisitare luoghi e am b i en ti la cui immagine è stata un po’ sbiadita dal passare degli anni.

I più “datati” avranno l’opportunità di “rovistare nei cassetti” della memoria per rivivere emozioni, incontri, episodi..., i più giovani di conoscere le radici di una storia di cui sono parte e passare il testimone a chi verrà. la Speranza - 15

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Le feste nella Comunità Pastorale

Patronale di Verghera - Sagra del Crocifisso - Sagra d’Autunno

16 - la Speranza

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Salone inagibile all’oratorio di Verghera

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Da qualche settimana il nostro salone è inagibile, chiuso per problemi di sicurezza!!!

E ora dove andranno a giocare nelle giornate fredde e piovose i nostri ragazzi?

Più volte in Consiglio d’Oratorio abbiamo affrontato il discorso, sottolineando il disagio di questa situazione: di fronte alla convinzione della necessità e dell’urgenza degli interventi, con la ripresa delle attività, abbiamo stimolato un sereno confronto con il Parroco.

Lo scorso 12 ottobre, don Quirino ha raccolto la nostra richiesta, invitandoci ad una riunione straordinaria indetta con un unico Ordine del giorno: il futuro del nostro salone.

Oltre a noi, presenti lo stesso don Quirino, don Francesco, don Alberto ed il Consiglio Affari Economici.

Quest’ultimo ci ha presentato la situazione finanziaria della nostra Parrocchia, ricordandoci sia che con il 2016 termineremo di saldare i debiti pregressi, sia che la ristrutturazione del salone del nostro Oratorio era anche una delle sue priorità: ci ha quindi rassicurati che presto sarà possibile “impegnarsi” nella richiesta di un nuovo finanziamento destinato a quest’opera.

Nel corso dell’incontro è emersa la necessità di prevedere il rifacimento del salone all’interno di un contesto di ristrutturazione più generale dell’oratorio, che preveda, per esempio, l’ammodernamento del secondo piano; inoltre, la necessità di pensare al salone di Verghera anche come potenziale luogo di svolgimento di recite, spettacoli e opere teatrali, funzionale a Verghera e a tutta la Comunità Pastorale.

18 - la Speranza

Realisticamente, sarà il 2017 l’anno in cui potremo vedere realizzato il nuovo salone (o perlomeno l’inizio dei lavori). Certo un po’ lontano nel tempo!! Ma bisognava pur iniziare a parlarne con chiarezza.

A metà novembre abbiamo riproposto la discussione all’interno del nostro Consiglio d’Oratorio; è stata una serata in cui abbiamo coinvolto il maggior numero di rappresentanti dei gruppi operanti in Parrocchia: sia per un doveroso aggiornamento, sia per raccogliere nuovi spunti e individuare tutti gli interventi necessari ad una sistemazione che risulti il più funzionale possibile. E’ stata una serata certamente proficua, servita anche ad indi-

viduare le priorità, utili soprattutto quando, oltre ai “desiderata”, ci confronteremo con le risorse.

Abbiamo sicuramente condiviso che il salone sarà innanzitutto un luogo di gioco e di ritrovo per i bambini ed i ragazzi dell’oratorio; un luogo quindi di svago e di incontro a cui non precluderemo la possibilità di avere una diversa valenza in alcune occasioni (feste, recite, teatri, cene ecc.).

Su suggerimento di don Alberto, abbiamo nominato una commissione che avrà il compito, di concerto ai rappresentanti del Consiglio Affari Economici, di pensare e valutare possibili soluzioni, ottenere consulenze, definire modalità per la realizzazione delle opere, oltre che individuare la sostenibilità economica delle stesse (finanziamento e attività di fun-

draising).

Approfittiamo di quest’occasione per invitare chiunque abbia la possibilità di contribuire a quanto ci stiamo impegnando a realizzare (idee, conoscenze, contributi, etc.. ) a farsi avanti, contattando direttamente don Alberto.

Il percorso è iniziato, sarà una strada lunga e non senza difficoltà; l’obiettivo è quello di avere, sul finire del prossimo anno, un progetto definitivo da presentare alla comunità.

Insieme abbiamo l’opportunità di dare una mano al nostro oratorio per renderlo sempre più bello e accogliente, dove i nostri ragazzi possano vivere momenti ricchi, gioiosi, di fraternità cristiana.

E ALLORA... AUGURIAMOCI BUON LAVORO!!

Il Consiglio d’Oratorio

Il saluto di Sr. Gelsomina

Settembre 2015 In questi giorni, lascerò Samarate con tanto dispiacere.

Il Signore mi chiama altrove, e vado serena.

Qui mi sono trovata bene fin dall’inizio, sono stata accolta e ben voluta sia dai piccoli che dai grandi.

Nei cinque anni vissuti a Samarate, ho fatto tante esperienze, soprattutto con la catechesi e con i ragazzi delle medie.

L’oratorio, il campeggio, Assisi, Roma... quanti volti ho di fronte, questi non li dimenticherò.

I catechisti, gli animatori con i quali abbiamo condiviso le serate, le passeggiate, quanti momenti gioiosi!

Con i Sacerdoti, nonostante i cambi che si sono susseguiti, c’è sempre stato un bel rapporto cordiale e fraterno e di questo ringrazio ciascuno.

Anche con gli adulti, sia alla Scuola Materna, che in Parrocchia, c’era un bel dialogo di amicizia.

Perciò devo solo ringraziare il Signore per questo tratto di strada fatto con voi.

Buon cammino, uniti a Gesù Maestro e a Maria, Madre della Speranza.

Il mio ricordo per tutti, sarà nella preghiera.

Grazie e arrivederci Sr. Gelsomina la Speranza - 19

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Due nuovi educatori nei nostri oratori Pietro a Samarate

Mi presento a voi con questa foto. È un gabbiano in volo, perché penso che la vita sia provare sempre a volare. Un’immagine romantica, ma non priva di realtà.

Sono di Busto Arsizio. Sono educatore nel mio oratorio di origine e quest’estate ho fatto esperienza di educatore in un oratorio del quartiere Bisceglie/ Inganni alla periferia di Milano. Un’esperienza che mi ha aiutato a crescere e dove ho lasciato il cuore.

Ora mi è stato chiesto di stare con voi, di svolgere un servizio all’oratorio San Carlo, che sto imparando a conoscere e ad amare, grazie anche all’aiuto dei preti, delle suore, e di tanti collaboratori che mi dicono la storia e la tradizione di questa comunità 20 - la Speranza

ricca di fede e di umanità, che sa prendersi a cuore l’educazione dei propri figli, la custodia dei propri luoghi, la testimonianza nella fede in quel Dio che ci ama così come siamo.

Volare è un’arte; chiede una capacità di osservazione, di guardare, che è vedere senza pregiudizio.

Volare è osare rischiare, in bene, in una società che tanto vivacchia e non vive più, che tanto si lascia andare agli eccessi e agli sballi, dove l’arte del bello sembra scomparire.

Volare è l’arte della maturità: si vola con il proprio sostegno, con la fiducia in se stessi, sapendosi aprire allo stupore e alla meraviglia, lasciandosi aperti alla plasmabilità.

Stupore, meraviglia, plasmabilità, sono l’arte di Dio per sostenerci nel volo. Perché volare è capacità di abbandonarsi a quel soffio di vita, a quel vento che è lo Spirito di Dio che è

presente nella nostra storia.

Volare, molte volte, è andare controvento, oserei dire controcorrente, sfidare la logica umana per cercare sempre il bene, non solo per se stessi, ma per la comunità, perché “persona” vuol dire “essere in relazione con”.

Volare è anche una testimonianza: bisogna essere testimoni senza troppe parole, ma lavorando bene, con tutta la passione possibile. Perché sia testimoniato davvero quel Dio che ci ha amati per primi.

Volare è un continuo e costante essere pronti. Gli scout ce lo insegnano bene: “Estote parati” (Siate pronti).

Cerchiamo allora di crescere insieme, sospinti dal vento dello Spirito, per un bene comune, per educare alla bellezza della vita e testimoniare senza timore, ma con gioia e immensa felicità la fede, l’abbandono e la fiducia in Dio, che ci ha rivelato il suo volto d’amore in Cristo Gesù.

Pietro Solinas

Marta a Verghera Solare, disponibile, sorridente e affidabile. È cosi che è apparsa a tutti noi animatori di Verghera la nuova educatrice Marta, che ci accompagnerà durante tutto l’anno, ma che soprattutto ci aiuterà durante il prossimo oratorio estivo.

La conosciamo da solo due mesi, ma le nostre impressioni sono più che positive: si è ambientata tra noi molto velocemente, con disponibilità e spirito propositivo; ha collaborato con noi per la preparazione della festa dell’oratorio di inizio ottobre e della castagnata; è sempre presente in oratorio sia durante la settimana per gli incontri di catechismo, sia la domenica pomeriggio,

ed è lei che aiuta gli educatori a organizzare attività divertenti e coinvolgenti per i preadolescenti al venerdì sera.

Ha 23 anni, ha studiato massofisioterapia e viene dall’oratorio di Sacconago. Con lei noi animatori abbiamo ormai costruito un rapporto di amicizia e fiducia, e questo ha aiutato tutti noi a iniziare il nuovo anno oratoriano con una carica e una marcia in più. Sperando che nei prossimi mesi questo rapporto possa rafforzarsi e consolidarsi ancora di più, cogliamo l’occasione per farle un grande in bocca al lupo per questa sua nuova avventura.

Gli animatori di Verghera la Speranza - 21

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Festa dei nonni, “Angeli Custodi” dei loro nipotini

Venerdì 2 ottobre, alle 16 i muri del nostro salone traspiravano le voci, le canzoni, le risate e le chiacchiere dei nonni e bambini che avevano appena lasciato la scuola dopo un pomeriggio di festa, addolcito da una dolce e calda merenda.

Il brutto tempo non ci ha permesso di festeggiare i nonni nel grande giardino della Scuola, così, dopo pranzo, ci siamo radunati tutti in salone, piccoli compresi che hanno rinunciato alla nanna pomeridiana, in trepidante attesa dei loro nonni.

Aperto il cancello, un interminabile fiume di nonni col capo coperto da ombrelli multicolori si è diretto frettolosamente alla ricerca dei propri nipotini.

Tra loro anche don Francesco, parroco di Verghera, che ha presieduto il momento di preghiera, e una rappresentanza dei nonni “Angeli Custodi” volontari del Comune di Samarate che nei giorni di uscita sul territorio comunale, paletta alla mano e pettorina arancione fosforescente, vigilano sui nostri bimbi dirigendo il traffico.

I nonni presenti, senza dimenticare bisnonne e bisnonni, hanno partecipato 22 - la Speranza

al canto battendo le mani e contemplando i loro “piccoli tesori” sorridendo loro con gli occhi. Hanno poi ringraziato Dio per le esperienze di gioia che ha voluto donare loro facendoli diventare nonni e chiesto aiuto nel compito di aiutare i loro nipoti a guardare sempre più lontano.

E dopo aver dedicato ai nonni preziosi e tanto buoni una canzone per dire loro che è bello camminare insieme, mano nella mano, i bambini li hanno ringraziati recitando a squarciagola la poesia Nonni con me giocate, nonni con me restate. Sapete che siete per me il tesoro più grande che c’è. Voi grandi e io piccino, voi nonni e io bambino; ma stiamo bene insieme perché ci vogliamo bene. Grazie, grazie, grazie! Tanti auguri nonni!

I cuori dei nonni si sono commossi e gli occhi inumiditi.

Terminato il momento di preghiera, ha avuto inizio il momento di merenda, con i biscotti preparati dai bimbi e un caldo the al limone.

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La più recente normativa che tutela la salute e la sicurezza dei lavoratori ha incluso nella definizione di lavoratore una moltitudine di nuove figure, fra le quali quella del Volontario.

Di conseguenza si è esteso anche il campo di applicazione della norma stessa.

La Curia Ambrosiana, da sempre attenta per tradizione alle problematiche di tutela della persona, tramite l’Avvocato generale, Don Lorenzo Simonelli, ha attivato un’azione informativa e di sensibilizzazione dei Parroci della diocesi, finalizzata a definire Ing. Francesco Toniolo e divulgare le azioni da attuare concretamente per rispondere in modo coerente alle nuove esigenze.

Don Quirino e i nostri Vicari parrocchiali si sono prontamente organizzati per adottare le misure previste, innanzitutto designando come Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), una figura richiesta dalla norma, l’Ing. Francesco Toniolo, un tecnico della prevenzione di collaudata espe-

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Volontari parrocchiali: la tutela della sicurezza

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rienza che già da parecchi anni ricopre l’analogo incarico alla scuola per l’infanzia di San Macario.

Quindi si è proceduto alla “valutazione di tutti i rischi” presenti nei centri parrocchiali della Comunità Pastorale di Samarate; durante la suddetta indagine sono emerse problematiche che riguardano gli ambienti, le strutture, gli impianti, le attrezzature e le attività svolte.

Quest’ultimo aspetto, incidendo sul comportamento dei Volontari, richiede di promuovere tramite azioni mirate di informazione e formazione, la consapevolezza dei Volontari sull’importanza di organizzarsi per assumere atteggiamenti favorevoli alla tutela della propria ed altrui sicurezza, anche modificando atteggiamenti consolidati.

Si tratta indubbiamente di un impegno importante, anche se non di immediata attuazione, che impone sia investimenti economici per gli interventi strutturali, impiantistici o l’acquisto di nuove attrezzature, ma anche personali, che la Speranza - 23

le

implicano un nuovo modo di confrontarsi con il proprio ruolo e ciò che ci circonda.

D’altronde il Volontario, operando per conto della Parrocchia, presta spontaneamente servizio alla nostra Comunità e non serve certo l’estensione del campo normativo per richiederne il massimo impegno; tuttavia le conoscenze tecniche e l’esperienza di un Professionista del settore portano indubbiamente quel valore aggiunto indispensabile per prevenire spiacevoli conseguenze, in grado di compromettere innanzitutto l’integrità fisica del Volontario, ma anche degli altri partecipanti alle varie iniziative.

Per favorire questo cambiamento, che pone l’obiettivo della tutela al centro dell’azione del Volontario, nel mese di ottobre sono state organizzate tre sera-

te in cui sono state trattate le problematiche emerse e che hanno avviato un onesto confronto fra tutti i partecipanti.

Come ragionevole attendersi, sono sorte numerose considerazioni da parte dei Volontari, compreso il desiderio di continuare in questa direzione, nella certezza che ormai il connubio Volontario-tutela della persona, da sempre parte della cultura cattolica di cui è la forza ispiratrice, oggi ha assunto nuove ed irrinunciabili prospettive.

Francesco Toniolo Le schede presentate durante i primi tre incontri le trovate sul sito della Comunità Pastorale: www.cpsamarate.org Gli incontri proseguiranno nel corso del prossimo anno, affrontando di volta in volta nuovi problemi specifici legati alla sicurezza.

I ringraziamenti di Sr Rosa Tonetti Carissimi tutti, parrocchiani e amici, è dal mese di maggìo che festeggio il 70° anno della mia consacrazione religiosa nella Congregazione di Maria Consolatrice e non poteva mancare l’appuntamento con voi, qui a Verghera, il paese dove sono nata novantaquattro anni fa. Vado fiera di queste origini; quando torno rivedo i luoghi dell’infanzia, molto cambiati, ma sempre con il profumo dell’accoglienza genuina.

Vi ringrazio per avermi invitato a questa cerimonia; il Signor Parroco ha curato molto bene la liturgia, proprio come piace a me. E sì, perché cura dei bambini e cura dell’altare sono state le mie due specialità in questi lunghi anni di servizio al Signore. E’ Lui che, fin da quando avevo venti anni, mi ha dato la forza di sostenere la sua chiamata d’amore, perché i miei genitori e tutti i familiari erano assolutamente contrari alla mia vocazione. Ricordo però i loro sacrifici nei miei confronti, per questa figlia così convinta e ostinata, a cui avevano dato la vita e che stavano affidando alle mani del Signore. Persino il Parroco di allora non voleva: “troppo vivace per resistere!” diceva; tant’è che con la preghiera e il sostegno di Maria sono arrivata fin qui. Ho orientato al bene la mia vivacità, la creatività e lo spirito di iniziativa che so di possedere e ora mi preparo all’incontro più bello in cielo con la preghiera e la gratitudine.

Sono grata a voi che vi ricordate di me, come ai Vergiatesi e ai parrocchiani delle comunità dove ho operato: vi ricordo tutti nella preghiera con tanto affetto.

Maria Consolatrice sia la vostra compagna di vita come lo è stata per me.

Grazie e auguri!

24 - la Speranza

C o m u ni tà

... ricordando Giovanna Clelia Ponti...

Pa

st ora le La professoressa Giovanna Clelia Ponti ci ha lasciato lo scorso 22 settembre, a settantasette anni di età. Da poco le era stato diagnosticato un male incurabile, che ce la ha portata via troppo in fretta.

Godeva della stima umana e professionale di tantissimi Samaratesi e non Samaratesi. Anche negli ultimi anni, ha condotto con grande competenza numerose e apprezzate conferenze culturali. Sapeva peraltro ben rapportarsi con i bambini, che stimolava con intelligenza.

Nell’omelia del suo funerale, don Quirino ha sottolineato il suo amore per la cultura, il suo amore per la natura e la sua religiosità.

La cultura di Giovanna era quasi proverbiale. Sapeva citare a memoria interi passi dei grandi classici, ma conosceva altrettanto bene molti autori minori, da cui attingeva sempre volentieri nelle sue argomentazioni. Apprezzata insegnante di Liceo per tantissimi anni, non aveva certo ridotto la sua dedizione per la letteratura e per l’arte negli anni della pensione.

Giovanna aveva grande cura e attenzione per la natura, come dimostrano la sua casa e il suo giardino, che non ha smesso di custodire amorevolmente anche negli ultimi tempi, in cui il fisico non glielo avrebbe consigliato. Era molto in sintonia con l’ultima enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’”.

La religiosità di Giovanna era genuina e sapeva ben conciliare fede e ragione.

Aveva recentemente citato la celebre poesia di Ungaretti, “Soldati”: Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie dove si esprime la fragile condizione di chi è in guerra (come è sufficiente un colpo di vento per far morire la foglia, così basta un solo colpo di fucile per uccidere un soldato); questa lapidaria poesia era dedicata ai soldati in guerra, con un destino già scritto, ma in fondo tutti siamo come delle foglie, nel senso che non conosciamo il futuro tranne la certezza che prima o poi moriremo.

Giovanna non si accontentava di accettare i mali nel mondo e si faceva molte domande, anche sulla morte ingiusta e sulla morte prematura.

Ci piace infine ricordarla con le parole del Presidente dell’ ANPI Massimo Ceriani, comparse su Facebook sulla Bacheca civica di Samarate: Giovanna Ponti, samaratese, professoressa e maestra di diverse generazioni, l’abbiamo conosciuta poco tempo fa; attraverso il nipote ci aveva contattato mostrando l’interesse di iniziative pubbliche per raccontare la vita e le opere di alcuni scrittori della Resistenza italiana.

Al Caffèteatro, nel dicembre scorso, siamo rimasti entusiasti dalla cura nella preparazione e dalla apertura nel presentare la letteratura resistenziale dopo settanta anni. Ci ha colpito la sua laicità, il soffermarsi sulla durezza dello scontro e sulla pietà dei morti, senza per questo rinunciare alla presentazione della ragione dei resistenti, dell’impeto morale che animava persone come Peppe Fenoglio, Dante Livio Bianco, Nuto Revelli, con tutte le loro debolezze e le loro speranze, con i loro sacrifici e ardimenti, con la loro nobiltà.

Ci sarebbe piaciuto averla ancora con noi, sentire la sua voce narrante, e raccogliere le tonalità emotive che sapeva imprimere alle sue lezioni di letteratura e di civismo.

Giovanna, che non è mai stata di sinistra – civettava anche sulla sua storia personale - aveva voluto associarsi all’Anpi di Samarate. La ricordiamo cercando di raccogliere l’eredità che ha lasciato, quel suo modo di perfezionare le lezioni, di fare bene le cose, di tenere aperto un discorso di verità e di bellezza. la Speranza - 25

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Santina e Purissima: di nome e di fatto

Don Giovanni, coadiutore a Samarate dal 1978 al 1986, ricorda le sorelle Purissima (morta a maggio di quest’anno) e Santina (morta nel settembre del 2004).

Non tutti i preti novelli, arrivando in una Parrocchia sconosciuta, trovano subito gente che si metta a disposizione.

Io sono stato tre volte fortunato.

La prima perchè ho trovato una bella Parrocchia, nella quale ho potuto faticare moltissimo e che mi è rimasta nel cuore.

La seconda e la terza, perchè ho trovato Santina e Purissima come preziose collaboratrici.

Correva l’anno 1978...

Santina, quasi subito è andata in pensione e si è messa a lavorare in casa e in Oratorio, con una disponibilità infinita.

Quando anche Purissima è andata in pensione, anche lei si è aggiunta quasi a tempo pieno.

Così Oratorio, Cappella, aule del catechismo e ogni angolo del campo si sono messi a risplendere per ordine e pulizia. Il loro era un volontariato fatto col cuore, prima che con le mani.

26 - la Speranza

E soprattutto era un volontariato dettato dalla Fede; per loro era una gioia (una vocazione!) mettersi al servizio del sacerdote e dell’Oratorio. E anche per la Chiesa parrocchiale cucivano, ricamavano, procuravano materiali per le feste...

E poi hanno saputo attrarre altri per la collaborazione in Oratorio e nella vita parrocchiale. Sono quasi tutti viventi, per cui non li nomino ma li ricordo con gratitudine e affetto.

Entrambe, Santina e Purissima, nubili, erano davvero “le signorine” (io le ho sempre chiamate così), dedicate al Signore e alla Chiesa locale.

Dopo di loro persone così non ne ho trovate più.

Purissima mi ha seguito a Lecco, venendo tre giorni alla settimana e sopportando quattro ore complessive di viaggio Samarate - Gallarate - Milano - Lecco; e poi dal 1992 a Busto Arsizio; infine dal 2000 a Bollate, ma ormai le sue forze iniziavano a declinare.

Chissà adesso, in Paradiso, quanto

avranno da fare. Ma si erano già allenate bene su questa terra, in questa “nostra” Samarate. don Giovanni Mariano prevosto dell’Abbazia di S. Maria Bianca in Casoretto Milano Città Studi

Il pellegrinaggio di Cascina Elisa al Santuario di Oropa

Benvenuta suor Rosalinda!

Le Suore Mantellate Serve di Maria, la Scuola dell’Infanzia e tutta la comunità parrocchiale di San Macario hanno accolto con gioia, a settembre, la nuova priora, suor Rosalinda Chinellato.

Si tratta di un gradito ritorno, perché suor Rosalinda, giovane suora, si era occupata dei nostri bimbi della Scuola Materna dal 1978 al 1993; in seguito è stata in Veneto e in Toscana.

Buon lavoro, suor Rosalinda, e bentornata tra noi! la Speranza - 27

Con il Battesimo sono diventati figli di Dio fe Samarate ra g a n A Cappizzello Tommaso

Midena Celeste Linda Fogagnolo Emanuela Maria Aperlo Alicia Cattorini Alessandro Gallivanoni Emanuele Maria Guerrero Munoz Gaia Belen Patuzzo Andrea Pariani Sebastian Adriano Petrantoni Noemi Tafuri Thomas Temporin Daniele Ceratto Giovanni Andriotto Alessia Boffa Elisabetta CoccĂŠ Luca Di foglio Isabel Ghisleri Samuele Rossi Susanna Tusi Michael Carissimi Nicole Coin Andrea Desini Stefanno Neris Peguero Bryan Haydem OttinĂ Alessia

Verghera

Siani Nicole Maron Nicol Portogallo Viola

San Macario

Ferrazzi Edoardo Trolio Emma Locarno Matteo Pasqualato Gaia Tessarin Alice Iorno Andrea Papaleo Sofia Maria

Cascina Elisa

Favaro Nicole Vela Manuel Prisco Ambra Comito Ilenia

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In nome di Dio si sono uniti in matrimonio Samarate

19/07 26/07 16/08 13/09 13/09 13/09 13/09 13/09 13/09 13/09 13/09 13/09 27/09 18/10 18/10 18/10 18/10 18/10 18/10 18/10 08/11 08/11 08/11 08/11 08/11 20/09 20/09 08/11

28/03 30/08 06/09 06/09 27/09 04/10 18/10

11/10 04/10 15/11 22/11

Venco Benedetto con Pilgaard Mariachristina Genesio Giovanni con Brogioli Nadia Zordan Eros con Mazzucca Federica Macchi Luca con Forte Fabiana Di Sirio Giovanni con Gesualdi Jenny Gazineo Angelo con Protasoni Elisa Lamonica Davide con Gacati Silvia

23/07 24/07 25/07 28/08 02/09 19/09 10/10

San Macario

Billi Valerio con Macchi Sara

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Cascina Elisa

Tocchio Alessandro con Manzoli Raffaella

11/09

Sono tornati alla casa del Padre Samarate

Introini Leone Introini Nina Moroldo Giulia Bonacina Mario Giuseppe Fantini Maddalena Scampini Maria Frasson Luigina Milani Alma Caldara Maddalena De Venuto Salvatore Gianfreda Giuseppa Morelli Renata Aspesi Giuseppe Ponti Giovanna Clelia Gomez-Prego Maria Della Vedova Andreina Pasqua Lucrezia Cerutti Carlo Iacomino Maddalena

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Mazzucchelli Angelo Zaramella Ivo Giulio Cattorini Maria

Verghera

Calabrese Cira Zecchin Andrea Gramignano Raffaela Locarno Mario Belli Enrica Banca Gianluigi Bollati Modesta Banda Rina Fassio Adriana Eugenia Normanni Angela Gallo Maria Maddalena Segrini Maria Ronchiato Giuseppina

San Macario

Casa Gerlando

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Zocchi Angelo Macchi Giovanni Bozzetto Maria Testa Clementina Fortina Ines Marcheselli Dante Canziani Maria Bianchi Claudia Sartori Rinalda Zanni Bruno De Tomasi Carolina Carnevali Maria Teresa Guerriero Raffaele Carraro Ida Cattaneo Maria Grazia

Cascina Elisa

Saggiorato Angelina Fattoretto Patrizia Belloni Iole Bertagnoli Luisa

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Ricordo di don Mario Ravizzoli Il giorno 29 settembre 2015, nel Monastero benedettino di Pontida, se n’è andato in punta di piedi don Mario Ravizzoli. Dopo una vita vissuta tra famiglia, incarichi pubblici, impegni politici, a sessantasei anni, dopo la morte della moglie Luigia, ha deciso di ritirarsi dai clamori per vivere nel silenzio di un monastero. Ha ripreso gli studi ed è stato ordinato sacerdote. Anche in monastero ha rivestito ruoli importanti, mettendo a disposizione dei monaci e della comunità bergamasca la sua grande esperienza in campo economico, le sue qualità di mediatore, la sua capacità di dialogare con tutti ...“I problemi si affrontano e si superano con il dialogo, perché solo parlando si risolvono i conflitti, si dissipano i sospetti, si fa crescere la persona e si sciolgono i nodi”.

Nonostante tutto non ha mai perso di vista la sua famiglia, le sue figlie, le sue nipoti e i suoi parenti. Sempre ci è stato vicino con parole di conforto, con tenerezza, con fermezza ed ha accompagnato le nostre vite nei momenti felici e in quelli dolorosi. Sempre ci ha accolto con un sorriso nella sua nuova casa e fino alla fine ha avuto per noi uno sguardo paterno. Ora riposa nel nostro cimitero di San Macario, insieme alla carissima zia Luigia e di lui, il mio zio Mario, porto gelosamente nel cuore ricordi, insegnamenti, la sua grande umiltà, il suo sorriso, il suo sguardo intenso e ...so che non se n’è mai andato. Ciao zio...

Annalisa Pariani la Speranza - 29

Orari dei principali eventi d

Novena di Natale

Samarate Ore 16:30 mercoledì 16, giovedì 17, venerdì 18, lunedì 21, martedì 22 e mercoledì 23 Verghera Ore 16:30 mercoledì 16, giovedì 17, venerdì 18, lunedì 21, martedì 22 e mercoledì 23 San Macario Ore 16:15 mercoledì 16, giovedì 17, venerdì 18, lunedì 21, martedì 22 e mercoledì 23 Domenica 20 ore 15:30 “Presepe vivente” a Samarate

Giovedì 17 dicembre Ore 16:30 quinta elementare e prima media a Samarate Lunedì 21 dicembre Ore 16:30 preadolescenti di Samarate e Verghera a Samarate Ore 21:00 adolescenti a Samarate Martedì 22 dicembre Ore 16:15 quinta elementare, prima media e preadolescenti a San Macario Ore 21:00 adulti a Samarate Mercoledì 23 dicembre Ore 16:30 quinta elementare e prima media a Verghera Ore 21:00 adulti a San Macario e Verghera Giovedì 24 dicembre Dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00 confessioni a Samarate, San Macario e Verghera Dalle 15:00 alle 17:00 confessioni a Cascina Elisa

Confessioni

Concerti e altri eventi

Mercoledì 16 dicembre Ore 20:30 scuola materna di Verghera: auguri natalizi Giovedì 17 dicembre Ore 20:30 “Concerto di Natale” del Corpo bandistico musicale di Verghera Ore 20:30 a Cascina Elisa: apertura solenne dell’Anno della Misericordia per la Comunità Pastorale Venerdì 18 dicembre Ore 21:00 in chiesa “Concerto di Natale” della Filarmonica Samaratese Sabato 19 dicembre Ore 15:30 scuola materna di Samarate: auguri natalizi per piccoli e mezzani; alle ore 20:30 per i grandi Ore 21:00 “San Macario espressione musica” (concerto in chiesa a San Macario) Domenica 20 dicembre Ore 15:00 scuola materna di S. Macario: auguri natalizi

30 - la Speranza

In queste pagine, sono riportate solo le

durante il periodo natalizio

Celebrazioni di Natale

Samarate Giovedì 24 dicembre ore 8:30 e 21:00 Venerdì 25 dicembre ore 0:00, 8:00, 9:00 (C. Costa), 10:30 e 18:30 Sabato 26 dicembre ore 8:00, 10:30 e 18:30 (prefestiva) Verghera Giovedì 24 dicembre ore 18:00 Venerdì 25 dicembre ore 0:00, 8:30 e 11:00 Sabato 26 dicembre ore 10:30 e 18:30 (prefestiva) San Macario Giovedì 24 dicembre ore 21:00 (S. Giuseppe) Venerdì 25 dicembre ore 0:00, 8:30 e 10:30 Sabato 26 dicembre ore 8:30, 10:30 e 18:30 (prefestiva) Cascina Elisa Giovedì 24 dicembre ore 20:30 Venerdì 25 dicembre ore 0:00 e 10:00 Sabato 26 dicembre ore 10:00 e 20:30 (prefestiva)

Samarate Giovedì 31 dicembre ore 8:30 e 18:30 Venerdì 1 gennaio ore 8:00, 9:00 (C. Costa) e 10:30 Verghera Giovedì 31 dicembre ore 18:00 Venerdì 1 gennaio ore 8:30 e 11:00 Ore 18:00 S. Messa di inizio anno (Unica messa vespertina per tutta la comunità) San Macario Giovedì 31 dicembre ore 18:30 Venerdì 1 gennaio ore 8:30 e 10:30 Cascina Elisa Giovedì 31 dicembre ore 20:30 Venerdì 1 gennaio ore 10:00

Messe di fine anno e di inizio anno

Epifania

Samarate e Verghera Ore 15:30 Bacio a Gesù Bambino (in Chiesa) San Macario Ore 15:30 Ingresso dei Magi e bacio a Gesù Bambino (in Chiesa) Cascina Elisa Ore 15:00 Bacio a Gesù Bambino e tombolata

variazioni rispetto agli orari di pagina 2

la Speranza - 31

Il lupo di Betlemme C’era una volta un lupo. Viveva nei dintorni di Betlemme.

I pastori lo temevano tantissimo e vegliavano l’intera notte per salvare le loro greggi.

C’era sempre qualcuno di sentinella, così il lupo era sempre più affamato, scaltro e arrabbiato. Una strana notte, piena di suoni e luci, mise in subbuglio i campi dei pastori. L’eco di un meraviglioso canto di angeli era appena svanito nell’aria. Era nato un bambino, un piccino, un batuffolo rosa, roba da niente.

Il lupo si meravigliò che quei rozzi pastori fossero corsi tutti a vedere un bambino.

“Quante smancerie per un cucciolo d’uomo” pensò il lupo. Ma incuriosito e soprattutto affamato com’era, li seguì nell’ombra a passi felpati. Quando li vide entrare in una stalla si fermò nell’ombra e attese.

I pastori portarono dei doni, salutarono l’uomo e la donna, si inchinarono deferenti verso il bambino e poi se ne andarono. Gli occhi e le zanne del lupo brillarono nella notte: stava per giungere il suo momento. L’uomo e la donna stanchi per la fatica e le incredibili sorprese della giornata si addormentarono. “Meglio così” pensò il lupo, “comincerò dal bambino”.

Furtivo come sempre scivolò nella stalla. Nessuno avvertì la sua presenza. Solo il bambino. Spalancò gli occhioni e guardò l’affilato muso che, passo dopo passo, guardingo ma inesorabile si avvicinava sempre più. Gli occhi erano due fessure crudeli. Il bambino però non sembrava spaventato.

“Un vero bocconcino” pensò il lupo. Il suo fiato caldo sfiorò il bambino. Contrasse i muscoli e si preparò ad azzannare la tenera preda.

In quel momento una mano del bambino, come un piccolo fiore delicato, sfiorò il suo muso in una affettuosa carezza. Per la prima volta nella vita qualcuno accarezzò il suo ispido e arruffato pelo, e con una voce, che il lupo non aveva mai udito, il bambino disse: “Ti voglio bene, lupo”.

Allora accadde qualcosa di incredibile, nella buia stalla di Betlemme. La pelle del lupo si lacerò e cadde a terra come un vestito vecchio. Sotto, apparve un uomo. Un uomo vero, in carne e ossa. L’uomo cadde in ginocchio e baciò le mani del bambino e silenziosamente lo pregò.

Poi l’uomo che era stato un lupo uscì dalla stalla a testa alta, e andò per il mondo ad annunciare a tutti: ”E’ nato il bambino divino che può donarvi la vera libertà! Il Messia è arrivato! Egli vi cambierà!”.

Gli uomini si cambiano semplicemente amandoli.

Questo è il piano di Dio. Esso funziona anche con le…”belve”.

di Bruno Ferrero, “Il segreto dei pesci rossi”