Corriere Vicentino Marzo 2012

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“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza� - 0,42 E

Copia omaggio / anno XIII n.3 / marzo 2012

Vita da Natalino

Balasso

Faccio la statua

per vivere

Tinto Brass giro un film su

Murgita

Prete Roberto


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editoriale di Stefano Cotrozzi

sommario Inchiesta Vita da prete

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L’INTERVISTA Natalino Balasso

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focus Faccio la statua per vivere

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Gli uomini invisibili Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Federico Gobetti, Roberta Costantini, Alessandra Groppo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico. Art director Alessandra Peretti. Stampa: Centro Stampa Editoriale - Grisignano di Zocco (VI) Foto di copertina: Fulzio Rossi Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Il terreno di gioco è ancora ghiacciato dal freddo della notte quando arrivano loro, nel silenzio della domenica mattina. In tanti sono ancora tra le braccia di Morfeo quando tirano fuori dal capanno degli attrezzi la loro speciale carriola con il buco e cominciano a tracciare le linee del campo di gioco con la calce. Quando arrivano i primi bambini, borsa a tracolla, tutti eccitati per la partita che sta per cominciare, loro sono già dentro gli spogliatoi a preparare il tè per l’intervallo e a sistemare i documenti per l’arbitro. Sono gli uomini invisibili, quelli che sono “le fondamenta” di ogni squadra di provincia. Lo fanno gratis, lo fanno in silenzio, spesso non appaiono nemmeno nelle foto ricordo delle squadre. Pietro Carlotto, per tanti Sergio e per altri Pippo, era uno di loro. Aveva iniziato a collaborare con la Kennedy nel suo anno di fondazione e da allora la squadra era diventata per lui una seconda famiglia, a volte la prima. Per 45 anni ha toccato con mano i sogni di intere generazioni di ragazzi che speravano di diventare campioni e si trasformavano in uomini. Pietro aveva il suo lavoro in conceria, ma appena finiva montava in sella al suo motorino e cominciava ad operare nel dietro le quinte del campo mentre i ragazzini erano impegnati a prendere a calci il pallone. C’è sempre da fare nelle squadre di provincia... Se ne è andato via velocemente, in silenzio, in disparte come ha vissuto la sua vita di uomo che guardava le partite da dietro la rete verde del campo della Kennedy. Chiunque abbia giocato a calcio nella nostra provincia si ricorda di lui. Nessun titolo sui quotidiani, nessun opinionista televisivo che lo ricordasse perché persone come Pietro non fanno titolo. No, loro fanno giocare gli altri a calcio e li fanno sognare. Oggi vogliamo dedicare a lui l’editoriale, a tutti gli uomini invisibili, quelli che ti fanno trovare tutto pronto quando arrivi sul campo di gioco, quelli che sono la vera essenza del calcio anche se probabilmente non hanno mai calciato un pallone in vita loro. Grazie Pietro a nome di tutti quelli che non si erano accorti di te e che adesso vorrebbero ringraziarti.

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arzignano Che futuro per Castello?

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chiampo Via le concerie dal centro

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Montecchio Alte Ceccato: ma quale Bronx! brendola La storia di Andrea Muraro Zermeghedo Il battistero ritrovato

LONIGO Quando il vino dĂ  i numeri noventa In giro per il mercato

ov vicest tinen o

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sossano Bufera sul biogas

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barbarano Vandalismo tra cause e rimedi

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Albettone Rinasce la Colombara economia 86 Maestri del lavoro. E in futuro? calcio serie d 90 Montecchio - Sarego fotocronaca di un derby lungo una stagione speedway 93 Nicolas Vicentin e il sogno Mondiale Under 21


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Don Vittorio Montagna*

Elisabetta Badiello

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Quando il filo resiste * Arciprete di Lonigo

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“Il computer va in standby perché, altrimenti, rischia di esplodere.”

Arz ignano

“Non ho studiato perché è atterrata una mongolfiera nel giardino.” Era vero

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“Prof, come fa Dante a sapere com’è l’inferno? Per caso lui ci ha fatto un giro?”

Trissino

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LA COSA PIÙ ASSURDA CHE TI HA DETTO

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Prof. G I

parrocchia al Tretto. Gli otto anni a Torrebelvicino sono quelli della maturità, belli e impegnativi, in mezzo a gente che mi vuol bene. Sono a Lonigo dal 2000. Sognavo di essere parroco di una piccola parrocchia. Non amo i problemi e mi piace stare tranquillo. Ma la vita è altra. Poco a poco imparo a non litigare con la realtà, bensì ad accoglierla, scorgendovi la grazia che contiene. Imparo a fidarmi. Il filo che ha tenuto, il chiodo che resiste è quello della fede in Dio, della sequela del Signore Gesù, e della serena appartenenza alla Chiesa. E così avverto che la ragione si apre, il cuore si allarga, vi entrano le miserie umane e il sorriso delle persone; c’è una maggiore capacità di giudizio e una più grande misericordia. Ho 67 anni, che non pesano, ma pesa (e tanto) il compito quotidiano, pieno di cose, di volti, di impegni e imprevisti. Tendenzialmente pessimista e poco entusiasta di questo mondo, avverto una serenità crescente. E ringrazio Dio.

Volumbags

ggetto del desiderio. Indicatore di seduzione e fascino. Potente moltiplicatore di carica attrattiva. Tutto in una scarpa, purché tacco dodici. Quella delle donne per le scarpe, si sa, è una vera e propria passione che talvolta assume risvolti ossessivi. In preda a un desiderio irrefrenabile molte donne accumulano calzature in modo compulsivo, quasi patologico. Tra tutte c’è però una scarpa che intriga più delle altre: quella dal tacco importante, a volte importabile. Da sempre nutro una grande ammirazione per l’universo femminile che si destreggia a meraviglia con un tacco dodici, arrivando talvolta a un irraggiungibile quindici. Come agile fenicottero la femmina volteggia dalla sua altezza con un portamento non sempre regale. Superare l’addestramento che consente di ancheggiare con destrezza dall’alto di uno stiletto non è da tutte. Trampoliere non si nasce, si diventa. Il training ha inizio con il passeggio, un piede davanti all’altro. Il peso sulle punte, se non si vuole cadere vittime del terreno sconnesso, del buco nell’asfalto o, ancor peggio, delle griglie metalliche in agguato. Con un tacco all’altezza non ce n’è per nessuno, l’autostima sale alle stelle. Guardo con ammirazione quelle donne che con disinvoltura ancheggiano sicure di sé dall’alto di una statura guadagnata. Dal mio metro e sessantotto riesco a cadere anche da una banale ballerina. Forse non ho seguito una buona scuola, o magari non mi sono impegnata a dovere? Prima o poi mi comprerò un tacco dodici.

Prof. S T

om’è la vita di un prete? Com’è la mia vita? Un’arrampicata lungo una parete, con sotto il precipizio e sopra il cielo, appeso ad un unico chiodo. Sono prete dal 1972. Un’ordinazione senza gioia, negli anni della contestazione, interiormente diviso tra le sirene dell’ideologia e l’obbedienza alla Chiesa. È il tempo in cui la corda attaccata a quel chiodo diventa un esile filo: il filo resiste, ed è solo grazia. Da Recoaro a S. Vito di Leguzzano, dove ritrovo me stesso, in una realtà di paese, di tradizioni, di gente che mi vuol bene. Sei anni in Brasile, in una parrocchia dell’interno, povera. È il tempo della generosità: corro, mi dono e mi consumo. Torno a Vicenza e mi sento vuoto, vecchio. Ma poi le forze ritornano e la vita si riapre. Sette anni come cappellano a Schio, due al S. Cuore e cinque a Ss. Trinità, e parroco di una micro

Mo ntecchio

“I vol-au-vent sono i piccioni...”



gianfrancorner

sport e dintorni

Gianfranco Sinico

Stefano Canola

Il Signore s(C)ia con voi

S

A

o’ le montagne sora Modena ghe zé sta le gare co’i sci par i preti: dissésa, ma anca schinche e corsa co’le ciaspole. Da sié ani el canpion l’è on pàroco da Como. Gnente da dire so’ ste corsàte so’ la neve, ma me so’ godù da mati lezendo el nome de la manifestassion: “Il Signore scia con voi!”. Gà da essere sta vero, parché no’ se ga fato male nessun (tegnendo conto che gà coresto anca on capelan da 83 ani) e zé sta tuti contenti cofà ‘na pasqua (che indoramai la zé qua). Ma se el Signore se gà perso via in montagna, de sérto n’antra aria tira nel so’ quartier generale a Roma: i alti papaveri dela Santa Sede i gà deciso de no’ darghe la benedission ala Clericus Cup, el campionato de calcio del clero. Zé vegnù fora che i zogadori i se cagna in canpo, par no’ parlare de quei che varda: el zugo del balon a San Piero el zé diventà come quelo de San Siro. Invesse de perdarse via e de scanbiarse qualche segno de pace, quando che i se cava la tònega e el cilicio i deventa pezo de Gatuso o de Materazzi. Se no’ basta le peà o i sganbéti, zò co’ le parolasse. I conta che in canpo i se dize de tuto. Me par de védarli e sentirli: “Fiol d’on frate”, o magari “To mare badessa”. Assémo stare i strissioni che podarìa vegner fora so’le scalinà: “Don Lino, causa nostra laetitiae: sanctus subito!”, “Fra’ Ginesio, portiere simoniaco!” (i dise ch’el vende le partìe), “Tornate in seminario!”. Senpre tuti d’acordo so l’arbitro: “Cornuto!”. De sèrto le s’gnarà de tifosi no’ i perdaria ocasion par farse conossere: “La fossa delle clarisse”, opure “Seminaristi alcolisti”. Chi lo sa se dopo la partia i va confessarse un co’ l’altro, par farse perdonare i pecati (el terso tenpo?). Fursi gà reson el me amico Gigi: “No’ ghe zé pì religion!”.

O tu spettatore delle basse categorie calcistiche, su campi dove non arriva la terna ma solo l’arbitro, non irridere gli improvvisati guardalinee di società anche se hanno qualche chilo di troppo o la mobilità di un bradipo. Eccolo là, statuario, l’eroe di Milan - Juve. Fisico da modello, postura perfetta, punto di vista ideale, praticamente cieco. Chi Tagliavento raccoglie tempesta.

Orgiano

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“Allora… Ignazio dell’aiuola…” (al posto di Loyola!)

Guarda-Linee

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altro e non era il caso di imbarcarsi in un progetto del genere, con margini di rischio notevoli. La Capitale (vedi Mondiali di nuoto) non ha dato nel recente passato grandi dimostrazioni d’efficienza. Diffido di tutto quello che è “troppo grande”. Non spaccherei le montagne per i treni veloci, investirei sui convogli pendolari; mi spaventano a morte gli inceneritori da 150 milioni di euro, viva la raccolta differenziata estrema. Al posto delle Olimpiadi, arrivassero strutture per lo sport di base. Magari dalla nuova pista d’atletica di Vattelapesca uscirà il Berruti o il Mennea del 2020.

SO

un alunno?

ggiungo il mio umilissimo ai molti pareri illustri su Roma 2020, la proposta olimpica spenta sul nascere dal premier Monti per questioni di cassa. Mi sono parse fuori luogo le sollevazioni dei campioni orfani della passerella casalinga a cinque cerchi: in questo momento la gente comune deve rinunciare a ben

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Grazie Roma

Mo ntecchio

“Da grande non mi “Perché dice che ho “Professoressa??? Il petting è il sesso fatto vorrò marinare mai, la testa piena di con gli animali?” si sta troppo bene letame?” single!“ (avevo detto “hai una mente fertile...”)



interno 8 Alberto Fabris

Chi si è fregato il latte? Il mio frigorifero Whirpool sembra avere una caratteristica che non viene pubblicizzata dalla casa costruttrice: di notte fa scomparire le cose che di giorno sicuramente c’erano! Così accade che il mio litro di latte altoatesino Ogm free che sicurissimamente alloggiava accanto all’acqua, questa mattina non c’è. Da vecchio illuminista ed empirista, dubito che ciò sia dovuto a fenomeni paranormali, d’altro canto accusare il monolite grigio acciaio mi sembra come accusare il maggiordomo in un giallo scadente e prevedibile. Il colpevole non può essere lui, ma allora chi? Mi giro con aria interrogativa e corrucciata verso lo schermo del televisore ed ecco l’illuminazione, ecco il colpevole: Mario Monti! Già, chi se non lui! Sotto il suo regno tecnico, tecnicamente è aumentata a dismisura la benzina, è aumentata l’IVA, il canone tv, è tornata l’ICI, mi vuole ‘ristrutturare’ l’articolo 18, allungare l’età per la pensione sperando che nel frattempo la natura faccia il suo corso... e mi fermo qui per ragioni di spazio. E volete che uno così non sia capace di introdursi furtivamente in casa mia e sottrarmi un litro di latte?

Vinicio Trend

L’arte dell’invito Una data che deve rimanere impressa, un evento ancora da raccontare, che però parla già di sé: ecco cos’è un invito, oggi, nel mondo degli Eventi. Nella mia esperienza di events and special weddings planner ho visto spesso inviti trascurati. Ricordatevi che in ogni cosa si esprime la vostra personalità e l’indirizzo che volete dare per il vostro evento parte anche da qui. Regola 1: L’invito a voce va sempre accompagnato da qualcosa di scritto che dia le giuste informazioni sull’evento.

Inserire “è gradita conferma”: è basilare per una buona organizzazione! Regola 2: meglio affinare la lista piuttosto che dover rinunciare a un invito originale. Regola 3: se l’evento è tematico, scegliere un invito adeguato è l’opportunità per poter trasmettere l’idea e il concetto della festa agli invitati, che così potranno scegliere un vestito per l’occasione. Regola 4: non serve essere estrosi fino all’eccesso: l’invito va in base a chi organizza e a chi lo riceve. Oggi è di moda l’invito in3D: con delle lenti appropriate si legge il messaggio occulto…per un evento da Oscar… anzi, da film! Ma anche questo tipo di invito così originale va usato con cautela.

Corriere Vicentino |

14 | Opinioni

piccolo skerno Lino Zonin

Sì, è possibile Paragone canta. Ma è possibile? Sì, è possibile: Gianluigi Paragone canta. Originale, la parabola di questo giornalista con la chitarra: è stato direttore de La Padania e di Libero, è passato alla Rai, ha fatto un breve ma folgorante viaggio di andata e ritorno nei vertici aziendali e poi gli hanno dato da condurre il solito talk show, “L’ultima parola” su Raidue. Ma fare da buttafuori con i soliti politici di mezza tacca che si gridano addosso non gli piace. Lui è un artista, perbacco, è un cantante, un front man che Mike Jagger, al confronto, è una pippa. E allora, ogni tanto, stanco di fare l’arbitro, tira fuori la chitarra e canta. Ha cominciato con “Dio è morto” di Guccini e poi ha continuato a saccheggiare il repertorio dei migliori cantautori italiani per approdare a Gaber con nientemeno che “Mi fa male il mondo”. E come canta, questo menestrello di ritorno? Male, naturalmente, come tutti i dilettanti: ha poca voce, stona, non va a tempo, ascoltarlo cantare (anche parlare, assicura qualcuno, ma questo è un altro discorso) è una pena. Ma, dico io: con tutti i ragazzi che sanno davvero suonare e cantare, che magari hanno studiato al conservatorio e adesso si sbattono in qualche piano bar e non troveranno mai quel quarto d’ora di notorietà promesso e mai concesso, possibile che dobbiamo ascoltare questo sciagurato strimpellatore che massacra le canzoni che più amiamo? Sì, è possibile.

La parodia politica in do re mi..... Elio e le Storie Tese cantano Viva la Carfagna (Parla con me, 2010) Luca e Paolo cantano Ti sputtanerò ( Sanremo, 2011) M aurizio Crozza canta Fiamme Gialle per te (Ballarò, 2012)


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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, ormai da un anno frequento una ragazza di Firenze. Si tratta di un rapporto maturo, ci vediamo tutti i fine settimana e ci comportiamo come una vera coppia. O almeno questo era quello che pensavo prima di chiederle di trasferirsi da me. Lei è benestante e mantenuta dalla famiglia, quindi non avrebbe problemi a spostarsi. E invece mi ha detto che non può darmi di piÚ, che la sua famiglia non mi accetterebbe perchÊ appartengo ad un ceto sociale inferiore e che mi devo accontentare. Voi vi accontentereste? Mario di Montecchio Maggiore Elen

Feisbuc girl Nome Celeste Munaretti EtĂ  24 anni Vive a Gambellara Situazione sentimentale Fidanzata Lavoro Impiegata

Cosa di cui non puoi fare a meno Piastra per capelli! Sogno nel cassetto Diventare modella Piatto preferito Spaghetti con le vongole Citazione preferita Vivi e lascia vivere Musica Afro Idolo Audrey Hepburn

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Assolutamente no! Ma ti pare che nel terzo millennio possa esistere qualcuno che ragiona in termini di “ceto sociale”?! Sai una cosa Mario? Ritieniti fortunato che non si sia trasferita da te: avresti dovuto mantenerla e assicurarle uno stile di vita degno del suo “ceto sociale”. Peggio di un mutuo! Fai una cosa degna della tua età matura: mollala! Ma con classe. Scendi a Firenze, portala nel ristorante più bello (e costoso) che c’è e metti in conto ai mancati suoceri. Fallo anche più di una volta prima di darle il benservito, la vendetta è un piatto che va consumato lentamente. Un abbraccio, Elena

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Caro Mario, finalmente conosco un maturo sex-toy, Alleluja! Capisco il tuo coinvolgimento e capisco pure che lei questo coinvolgimento non lo abbia affatto. In questo caso è già tutto chiaro: minestra o finestra. La risposta è quindi molto semplice. Puoi continuare a vederla ma avendo ben chiaro che non puoi e non devi provare un sentimento vero nei suoi confronti. Se sai che non ci riuscirai, allora arrivederci e grazie. Ti fai male adesso e te ne faresti sempre di più ogni volta che scavalchi l’Appennino. Se invece ci riuscirai, allora passa dei buoni weekend nel Granducato. Un abbraccio, Paolo

il post piĂš letto del mese

di Mago Merlino L

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MUSEI VAC

L’ Oroscopo

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a lc o o l

LONIGO

Ruba il computer del bar

12/02 – La musica cessa di colpo. La barista guarda verso la consolle e vede che il computer collegato agli altoparlanti non c’è più. Allora esce dal bar e vede un uomo con il pc sotto braccio che si allontana. È bastato un attimo perché le grida di “al ladro” attirassero l’attenzione dei clienti che subito si sono fiondati verso l’uomo recuperando la refurtiva. Come tentare di rubare le ostie al prete durante la messa. Fatto sta che episodi di delinquenza come questo stanno sempre più dilagando nei locali pubblici di tutta Italia.

Ubriaco in bici. Addio patente.

sp o rt

Cagni out

04/03 – Il nuovo allenatore del Vicenza se ne torna a casa. Dopo gli scarsi risultati ottenuti dagli sforzi per ridare lustro alla squadra, la società decide di sollevare dall’incarico Luigi Cagni. La guida tecnica della squadra viene affidata così a Massimo Beghetto, allenatore della formazione Primavera biancorossa.

CRISI

Diesel 1 Euro/Litro

27/02 – Bastava andare nel garage giusto, a Marostica, e si veniva serviti con un ottimo gasolio a un ottimo prezzo: solo un euro al litro. Maurizio Toniazzo il “benzinaio”, però, non comprava il carburante per rivenderlo. Lo sottraeva ai camion della ditta per cui lavorava come autista, travasandolo nella sua personale pompa casalinga. Finché il titolare della ditta di autotrasporti non si è accorto degli ammanchi di gasolio e l’ha denunciato. Toniazzo era riuscito a “fregare” ben 6.845 litri di diesel. Ora l’accusa per lui è di furto aggravato e continuato.

21/02 – Ebbene sì. Anzi no. Diciamolo forte e chiaro una volta per tutte: non si può andare in bici da ubriachi. Assolutamente no. E l’ha ben capito A. M., 33enne di Caldogno che tre anni fa dopo aver alzato il gomito al bar ha rubato una bici nel suo paese. È stato subito preso dalla polizia e sottoposto ad alcoltest: 2,18 g/l. La bevuta gli costa cara: procedimento penale per furto e guida in stato di ebrezza. Risultato: otto (sì, otto) mesi di carcere, quasi cinquemila euro di multa più un anno e due mesi senza patente. Insomma, l’avete capito sì o no che al bar è meglio andarci a piedi?

un mese di notizie in Breve

a cura di Federico Gobetti

m o ntecc h i o 21/02 - Uccise il nonno vigile. Assolto. Luigi Furlan un anno fa travolse e uccise Antonio Mercanzin, il pensionato che stava prestando servizio come nonno vigile davanti alla scuola elementare di via Archimede a Montecchio. Furlan

c a mpigli a D . B .

Incendio devastante

07/03 – Un incendio devastante si è abbattuto sul capannone della “Imballaggi Sofia” che produce e commercia cassette di plastica. È bastata una scintilla per far scatenare l’inferno. Il fuoco ha invaso lo stabile in pochi minuti e ha distrutto tutto. Ci sono volute sei squadre dei pompieri per placare le fiamme. La conta dei danni è enorme.

Corriere Vicentino |

18 | Notizie in breve

è stato assolto per totale incapacità di intendere e di volere al momento dell’investimento omicida e ha subito “solo” 3 anni di libertà vigilata. Il tribunale ha dichiarato che Furlan era sotto “black out psichico” e non si rendeva conto di quello che faceva.


Rubano in discarica

str a n o m a v er o

11/03 - Dueville. Due persone sono state sorprese dalla Polizia locale a rubare televisori, videoregistratori, ferri da stiro, stereo e gruppi di continuità dall’ecocentro del paese. Oggetti di valore pari a zero che i due poi avrebbero però cercato di rivendere a 10 euro al pezzo. La domanda è: si può essere accusati di furto da una discarica?

Telepatia tra comuni 10/03 - Nel sito internet del comune di Selargius, in provincia di Sassari, il saluto del sindaco Gian Franco Cappai è identico a quello del sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin. Telepatia o qualcuno ha copiato? Il sindaco sardo evidentemente ha visto il sito di Arzignano e gli è piaciuto così tanto da volerlo uguale. Con tanto di editoriale spiccicato. La scusa: l’azienda creatrice dei due siti è la stessa e avrebbe usato lo stesso modello per entrambi.

Rapina con roncola. Fuga con trattore. Vicenza - Un agricoltore di Arcugnano è entrato in banca per prelevare dei soldi. Alla cassa però si è sentito dire che non poteva avere il denaro perché il suo conto corrente era stato bloccato a causa di una cambiale protestata. Lui allora ha perso le staffe. È andato su tutte le furie minacciando e alzando la voce. A un certo punto ha estratto la sua roncola e l’ha agitata davanti alla direttrice della filiale. Temendo che la situazione potesse degenerare gli sono stati consegnati i cinquemila euro da lui pretesi. Così l’uomo è uscito e si è diretto a casa a bordo del suo trattore. È stato subito fermato dalla polizia. Il contadino, convinto di essere nel giusto e aver ottenuto ciò che gli spettava, è stato invece denunciato per rapina.

Sesso a scuola 14/03 – Due quindicenni sono stati sorpresi a fare sesso nel bagno della loro scuola a Bassano. Un compagno se li sarebbe trovati davanti entrando ai servizi e, tornato in classe, non è riuscito a trattenere un commento sarcastico “Qualcuno in bagno si sta divertendo!”. Le voci corrono e la notizia è rimbalzata su tutti i media nazionali. Nei confronti della coppia sono scattate le sanzioni disciplinari: un giorno di sospensione a lui e quattro a lei. Il motivo della differenza di pena? Lei ha violato il proibito territorio del bagno dei maschi.

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i n c h i e s ta

Vita da prete L’imponente Seminario Vescovile di Vicenza, ancora uno degli edifici più grandi della città, è sintesi e metafora perfetta del ruolo capitale che il sacerdote ha ricoperto nella società veneta nell’ultimo secolo. La maestosa facciata della “sacrestia d’Italia” suscita quel rispetto e venerazione proprie del prete di un tempo, che ancor più del sindaco era capo e guida di ogni comunità. All’interno invece l’eco dei passi nei corridoi enormi riflette la silenziosa e inesorabile crisi delle vocazioni. Dai 600 e più seminaristi degli anni 60 siamo arrivati a 36 per il seminario maggiore, superati dai seminari di Padova e Verona, con una desolante media di 3-4 ordinazioni l’anno. Abbiamo incontrato diversi sacerdoti un po’ fuori dall’ordinario, per raccontarvi la figura del prete di oggi, in un Veneto tra il passato della canonica e il futuro dei social network. di Francesco Meneghini, Alessandra Groppo, Silvia Maron, Laura Tozzato

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Qui seminario

Don Lucio Mozzo, dopo 10 anni da parroco di Ognissanti ad Arzignano, dal 2007 è stato chiamato a ricoprire il ruolo di rettore del Seminario Maggiore (a livello di studio universitario, della durata di 6 anni NdR). Quando ci parla dei numeri sempre più ridotti dell’attività seminaristica non lo fa con la rassegnazione del capitano di una grande nave che affonda, ma con la serenità di un’istituzione che crede nel rinnovamento per stare al passo coi tempi che cambiano. Come se lo immagina il seminario del futuro? Credo esistano percorsi alternativi al seminario per educare i nuovi preti. Prima che il seminario venisse istituito i sacerdoti si formavano direttamente presso le comunità pastorali, e penso che questa sia una strada ancora percorribile e meno “chiusa” dell’esperienza seminariale. Secondo lei a cosa è dovuto questo calo delle vocazioni? I motivi sono molteplici. La figura del prete ha subito una grande perdita di prestigio sociale, anche a causa dei recenti scandali che hanno coinvolto la Chiesa. Le famiglie poi non sono più numerose come una volta, quando si pensava di “sistemare” qualche figlio mandandolo a fare il prete. Ancora oggi qualcuno si sente attirato dal sacerdozio per senso di protezione, come per sfuggire alle difficoltà della vita, ma chiaramente cerchiamo di dissuadere chi ha questa visione distorta. Qual è il prototipo dell’aspirante prete oggi? I seminaristi che studiano presso di noi provengono dalle esperienze più disparate: abbiamo avvocati, ingegneri, ex studenti, e di tutte le età. Se dovessi trovare una caratteristica comune sarebbe il desiderio di dare radicalità alla vita, e

un forte senso di donazione di sé. Paradossalmente la figura danneggiata del sacerdote può incoraggiare: il seminario oggi è diventato un’autentica scelta controcorrente.

T

Corriere Vicentino |

Tra studio, vita comunitaria, preghiera e tirocinio pastorale scorre veloce la vita dietro le spesse mura del seminario vescovile di Vicenza, ex “sacrestia d’Italia”. Cosa spinge un ragazzo ad entrare in seminario? I percorsi sono molto diversi e personali - ci spiega Manuel Filippozzi, seminarista chiampese -. Il mio percorso è stato un po’ particolare: sono entrato in seminario in terza superiore, ma ho continuato a frequentare le scuole fuori nonostante fossi già convinto della scelta. Non è sempre facile capire il proprio percorso, ma io trovato un validissimo aiuto e un grande sostegno nel dialogo con gli animatori e i professori, persone libere che ti spingono alla riflessione e a metterti in gioco. Com’è la giornata tipo di un seminarista? La mattina ci alziamo presto, alle 6.30, e alle 7.00 abbiamo il primo momento di preghiera. Dopo colazione, poi, iniziano le lezioni scolastiche che durano fino alle 12.30, ora di pranzo. Il pomeriggio è libero fino alle 15.30 e poi inizia il tempo dedicato allo studio o alla preparazione delle attività parrocchiali. Infine, dopo la preghiera comunitaria e la cena, abbiamo la serata libera. Una vita davvero impegnata. Sì, ma comunque non dimentichiamo la famiglia e gli amici, non viviamo certo da “reclusi”. E poi, diciamolo, vivere in seminario è bello e stimolante: compagnia, amici, giochi e risate non mancano mai.

20 | Inchiesta


In Italia il numero dei sacerdoti diocesani è sceso da

23.000

previsti per il 2025

In Italia il numero dei seminaristi è sceso da L’età media dei sacerdoti è

60

1.500

30.500

500 4,5%

i preti stranieri, il

abitanti, oggi uno ogni

33.409

5.349

nel 2006 e

nel 2000

2.000

del totale

Il decano

88

nel 1971 a

nel 1962 a

anni

All’inizio del ‘900 c’era un prete ogni Sono

42.603

88 anni compiuti e 66 di sacerdozio. Questa è la vita in numeri di don Albano, che da più di vent’anni presta il suo servizio nella comunità di Lonigo. “Sono stato ordinato dal vescovo Zinato - ricorda don Albano - e con me altri 22 ragazzi sono divenuti sacerdoti. Pensi che era già periodo di crisi vocazionale, perché negli anni passati erano circa una trentina i nuovi sacerdoti ordinati ogni anno! Il numero poi è diminuito, fino ad arrivare ai 2-3 sacerdoti dei nostri giorni”. Don Albano è stato inizialmente cappellano in diverse città e poi guida nei pellegrinaggi religiosi. “Per questa mia scelta - ci spiega il sacerdote - ho dovuto rinunciare alla vita della parrocchia. Sono ritornato a Lonigo, ho acquistato un appartamento e sono andato a lavorare come insegnante nelle scuole, così durante i mesi estivi potevo dedicarmi ai viaggi religiosi. Ho guidato pellegrini un po’ in tutta Italia, ma anche in Asia minore e in Europa, pensi che sono stato a Lourdes 60 volte”. E poi l’ospedale di Lonigo. “Sì, l’ospedale di Lonigo. Mi è stato proposto questo servizio dal vescovo, nel 1986, e ho deciso di accettare. Inizialmente supplivo un cappellano che si assentava per cure mediche e per quei 4-5 anni di ‘supplenza’ mi sono reso conto dell’importanza di questo servizio. È stata un’esperienza che ha dato frutti meravigliosi! Persone che non si erano mai accostate ai sacramenti in quei momenti difficili chiedevano il sacramento della confessione! Avevo la mia piccola comunità composta da tutti quei fedeli affezionati che partecipavano alla santa messa nella chiesetta adiacente. Poi nel 2007, in accordo con il vescovo, ho preso la decisione di rinunciare al servizio in ospedale e mi sono aggregato come collaboratore alla parrocchia del Santissimo Redentore. Ma il mio legame con gli ammalati rimane speciale e anche adesso continuo a far visita ad alcuni, soprattutto durante le festività”.

La mia fede è rock

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Chitarra in mano, iPod alle orecchie e quell’aria spensierata che vagamente ricorda Umberto Tozzi: per don Matteo Zorzanello, assistente diocesano dell’ACR e presidente di Noi Associazione, la musica è passione e vocazione. Quando è nata la sua passione per la musica? Mi sono innamorato delle sette note ascoltando mio padre che canticchiava in macchina e la radio nei momenti di festa. Grazie all’adolescenza trascorsa in parrocchia, all’ACR, al seminario, alla direzione di un coro e ai corsi di chitarra, la musica è poi diventata una componente fondamentale della mia quotidianità Quando ha scelto di diventare sacerdote? Sono entrato in seminario durante le scuole medie e poi, grazie ai miei numerosi compagni d’avventura e alla presenza di alcuni preti straordinari, è maturata in me la scelta di rispondere con gioia alla chiamata del Signore. La musica è stata fondamentale anche in questa scelta. Riesce oggi a trovare spazio per la musica? Fortunatamente la musica accompagna anche la mia vita sacerdotale: il mio servizio mi dà la possibilità di scrivere la musica per i bambini dell’ACR o dei grest parrocchiali e di proporre ai vari incontri brani inediti o canti gioiosi ai ragazzi di tutte le parrocchie. Ha altri progetti musicali? A livello diocesano sto realizzando un progetto musicale con la Noi Associazione Vicenza: si tratta di un cd che conterrà canzoni create dai gruppi musicali che gravitano intorno ai nostri oratori e che sarà presentato durante il festival biblico 2012. Credo che questo sia un modo per coinvolgere i giovani nelle vite parrocchiali, soprattutto in un periodo come questo in cui c’è una crisi delle vocazioni e di scelte. È arrivato il tempo del laicato e occorrono laici responsabili e formati e credo che l’Azione Cattolica giochi un ruolo fondamentale in questo: grazie alla sua gioia, alla sua preghiera e alla sua musica trasmette a tutti i battezzati il bello di mettersi gioiosamente al servizio degli altri.


Sostengo i miei connazionali

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La sua settimana scorre veloce e piena di impegni, anche perché presta servizio in ben sei parrocchie: Costo di Arzignano, Valdagno, Schio, Bassano, Vicenza e San Pio X. padre Stephen Dogodzi è arrivato in Italia dal suo amato Ghana cinque anni fa per sostenere i suoi compaesani immigrati nella nostra provincia. Di cosa si occupa qui nel vicentino? Per lo più celebro messe e sacramenti per la comunità ghanese e organizzo seminari e incontri per aiutare i miei compaesani ad integrarsi bene qui in Italia. In più aiuto molti parroci vicentini nelle celebrazioni. Come reagiscono i fedeli nel vedere un prete africano? Beh, all’inizio le persone magari rimangono un po’stupite… Ma i parroci mi hanno sempre presentato molto bene e ora ho un buonissimo rapporto con tutti i parrocchiani. Quando ha scelto di diventare sacerdote? Dio mi ha chiamato durante un incontro di preghiera in Ghana. Dopo un momento di deserto e una messa ho sentito che il sacerdozio era la mia strada. Così sono entrato in seminario in Ghana e, dopo sei anni di preparazione, ho iniziato la vita sacerdotale in Africa. C’è differenza tra l’essere sacerdote in Africa ed esserlo invece a Vicenza? In Africa ci sono pochi sacerdoti e bisogna davvero darsi da fare: in Ghana gestivo da solo una ventina di chiese e spesso mi capitava di improvvisarmi autista o di aiutare la gente povera nei villaggi. Qui in Italia, invece, c’è una forte cultura religiosa: anche se ci sono sempre meno sacerdoti i nostri parroci sono sostenuti e aiutati da tutta la comunità.

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Bomber nella fede

Chi da ragazzino ha frequentato l’oratorio sa bene che forse non c’è luogo migliore per disputare epiche partite di calcio, in un binomio tra chiesa e pallone che accomuna moltissimi sacerdoti. Uno di questi è don Fabio Ogliani, responsabile della comunità vocazionale del Seminario di Vicenza e membro della selezione nazionale Sacerdoti Calcio. È difficile coniugare il lavoro con la passione per il calcio? Il tempo a disposizione è sempre poco a causa degli impegni e con gli anni che passano il fisico non è più quello di una volta, ma una partita la faccio sempre volentieri. Com’è iniziata la sua carriera sportiva? Sono originario di Caldogno, dove ho giocato nella squadra locale fino a 16 anni. Vicino a casa mia poi abitavano due fratelli davvero talentuosi: Roberto ed Eddy Baggio, e ci lega ancora una grande amicizia. E con la selezione Sacerdoti Calcio? Con la selezione ho disputato diverse partite a scopo benefico contro varie rappresentanze, come frati o politici locali. L’ultima iniziativa della società è stata una trasferta in Terra Santa per la costruzione di un campo di calcio a Betlemme. La squadra del cuore? Da quando ho visto la Juventus allo stadio negli anni ’70 me ne sono innamorato. I miei calciatori preferiti restano Platini e Zidane. Però da diversi anni non seguo più il calcio a questi livelli a causa degli scandali recenti. Trovo molto più sana l’onestà della partitella all’oratorio…

Missione Africa

Una vita passata in Sierra Leone quella di padre Mario Zarantonello dove da trent’anni ormai giorno dopo giorno si cerca di costruire ma soprattutto d’istruire. Una vita ricca e intensa che hanno visto il territorio e la gente di questa terra evolvere e costruire con le proprie mani il proprio destino. Come mai ha scelto di partire per la Sierra Leone? Mi si è presentata l’occasione e ho deciso di coglierla. Vengo da una famiglia povera ed ero certo che non sarebbe stato un problema. Infatti non mi sbagliavo. Il mondo in cui viviamo oggi è un mondo fatto di apparenza e che si preoccupa poco Corriere Vicentino |

invece dell’essere. Come sono stati questi trent’anni? Sono stati anni felici, ricchi e pieni di soddisfazioni. In questi trent’anni c’è stata una guerra decennale che ha distrutto parte di quello che è stato costruito, ma grazie alle molte donazioni si è potuto fare molto: abbiamo costruito molti pozzi in diversi villaggi e questo ha permesso di diminuire le malattie fra le donne e i bambini. Si sono potute costruire diverse scuole fra cui una professionalizzante. Noi puntiamo molto sull’istruzione dei giovani perché sono il futuro del

22 | Inchiesta

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Libera nos a mafia

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Predicando su 2 ruote

“Non bisogna pensare che la mafia sia una questione tutta meridionale, con il classico picciotto coppola e lupara, ma si tratta di un apparato così radicato sul territorio da raggiungere ogni angolo di Italia”. A parlare è don Luigi Tellatin, parroco di Facca di Cittadella, da sempre impegnato nella lotta contro la mafia. Da otto anni è referente per il Veneto dell’associazione Libera, che dalla fondazione nel 1995 si batte per diffondere la cultura della legalità e della giustizia. Nell’ultimo periodo si è tornati a parlare di infiltrazioni mafiose al Nord. La mafia al Nord è un problema reale, che colpisce i più svariati settori economici. Parliamo di appalti, traffico di droga, rifiuti, costruzioni, gioco d’azzardo. Sono stati arrestati in Veneto diversi affiliati a clan mafiosi e purtroppo le vittime che trovano il coraggio di denunciare sono poche. Non dev’essere facile contrastare questi fenomeni. Il primo obiettivo di Libera è promuovere la cultura della legalità e dei diritti. Una delle attività principali è l’organizzazione di incontri e conferenze, spesso presso le scuole, dato che i giovani sono sempre molto sensibili verso l’argomento. Un’altra importante attività è la confisca dei beni alle mafie, cioè quello che hanno di più caro, e la riconsegna alla società civile. Soltanto in Veneto sono 84 i beni confiscati. Quando ha iniziato a dedicarsi alla lotta alla mafia? Faccio parte di Libera da quando è nata, conoscendo don Ciotti da più di 30 anni, e ogni anno celebriamo il mercoledì santo assieme. Il tema della legalità mi è sempre stato molto a cuore, nel discorso della montagna Cristo dedica ben due beatitudini alla giustizia.

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Ogni anno, a Pasquetta, nella chiesa di Levà di Montecchio Precalcino rimbombano i motori di centinaia di motociclette. I centauri si mettono in fila per farsi benedire dal parroco don Lino Bedin, originario di Brendola, che le due ruote le ha sempre amate. “Per me la moto è sempre stata soprattutto un mezzo di trasporto per andare a lavorare, anche oggi che insegno all’Istituto Lampertico a Vicenza”. Ma ho sentito anche di un lungo viaggio fino a Capo Nord! Ci sono andato cinque volte! Praticamente l’Europa l’ho girata tutta in moto, compresi i santuari più importanti. E negli Stati Uniti ho fatto due volte il coast to coast. E i parrocchiani cosa dicono di queste suo hobby? Ormai ci hanno fatto l’abitudine. Quando parto per qualche viaggio dico sempre: “Finchè sono via non deve morire nessuno!” e finora mi hanno sempre ascoltato. Ma credo sia finito il tempo dei grandi viaggi: c’è sempre meno tempo a disposizione a causa degli impegni, e sempre meno preti che possono sostituirmi per qualche giorno. Come nasce l’idea di benedire le moto? Ormai sono 8 anni che organizziamo questa iniziativa, che richiama motociclisti da tutta Italia e anche dall’estero. È un bel modo per ritrovarsi tutti assieme per festeggiare, ma è anche un bel momento di raccoglimento. Quindi il viaggio in moto diventa un’esperienza spirituale. Durante i viaggi in moto a Lourdes ho visto motociclisti mai entrati in chiesa commuoversi di fronte alla grotta...

paese e i frutti si vedono. Circa 200 ragazzi sono stati assunti nella miniera vicina alla nostra missione e altri, per quanto incredibile, hanno fatto ricredere gli anziani del proprio villaggio dimostrando che grazie all’istruzione ricevuta potevano migliorare e ottimizzare i raccolti. Com’è essere un prete missionario? Essere un prete missionario significa condividere con il popolo tutti i momenti di vita, non solo quelli belli ma anche quelli un pochino tristi. Il fulcro è sempre l’uomo: si lavora con l’uomo per l’uomo. Questa è un’esperienza che tocca tutti gli aspetti dell’essere umano non solo quello religioso, ti arricchisce infinitamente, ma è sicuramente un rapporto biunivoco.

Corriere Vicentino |

23 | Inchiesta


NATALINO

BALASSO Teatro, televisione

cinema e letteratura.

Un comico di grande stile in continua evoluzione. Sempre geniale nel farci ridere

ma anche riflettere.

Corriere Vicentino |

24 | Intervista


di FEDERICO GOBETTI

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ato a Porto Tolle (RO) nel 1960, la sua carriera artistica inizia in teatro nel 1990 e continua poi in tv con Zelig e la Gialappa’s. Nel 2007 debutta sul grande schermo, ma la sua pasione è la scrittura: ha pubblicato tre romanzi e un libro di racconti. Così si definisce: ”Si dice che sono un cabarettista, che faccio satira, che appartengo al mondo dello spettacolo. Non è vero niente. Io sono un attore e un comico. Punto”. Parliamo del suo ultimo spettacolo, “L’idiota di Galilea”: l’ha scritto perché si sente quell’idiota? In realtà no. Il protagonista è un personaggio che rappresenta l’umanità intera. Con questa piéce ho voluto evidenziare alcune evoluzioni del pensiero umano: il Cristianesimo ha mutato il rapporto tra schiavi e padroni ed è stato il primo passo per la liberazione dalla schiavitù. Io ho mostrato questo cambiamento attraverso gli occhi di un semplice, e non con gli occhi dei “potenti”. Il suo è un teatro “civile”? Bèh, sinceramente devo ancora capire qual è il teatro incivile. Il mio non vuole essere un modo per insegnare alla gente come e cosa pensare; è solo il mio modo di vedere il mondo. Lei è un comico, ma anche una persona molto colta... Io sembro colto solo perché ho letto tre libri in una nazione in cui tutti ne hanno letto uno. Nessuno è responsabile della propria reputazione. Questa non è altro che il modo in cui gli altri ti vedono. Balasso è un comico solo sul palco o anche nella vita? L’ironia è il mio modo di vedere le cose, ma come molti comici sono spesso depresso. Un comico in realtà è una persona seria e non c’è da sorprendersi se si vede un comico che non ride. D’altro canto io non mi aspetto di vedere un idraulico al ristorante con i tubi in tasca. Com’è essere “artista” in Veneto?

Il Veneto è una terra fantastica che ha dato i natali a grandi pensatori, come Casanova, ma anche a gente come Gentilini. Essere artista in Veneto è difficile. Io lavoro molto fuori regione e non faccio mai spettacoli nei grandi teatri veneti. Solo nei piccoli paesi. Pensa che il dialetto veneto debba essere protetto o regolarizzato? La gente in realtà ha poca voglia di capire il dialetto. Io ho dovuto tradurre i “Rusteghi” di Goldoni... L’arte è un bel modo per far vivere il dialetto, ma bisogna ricordarsi che le lingue hanno una propria vita: nascono, si evolvono, cambiano e involvono. Non può essere certo la politica a decidere come dev’essere il dialetto. Basta pensare all’italiano: 300 anni fa non era certo quello di oggi, e di certo non è una lingua pura. Lei sa, per esempio, da dove deriva l’espressione “bagigi”? Sinceramente no. Deriva dai termini arabi ‘habb’ (bacca) e ‘azïz’ (pregiato), ossia “seme buono”. Con questo esempio voglio dimostrare che anche il tanto decantato dialetto “nordico” ha influenze da tutto il mondo. A Montecchio, dove lei ha da poco recitato, è stato proposto di trascrivere in veneto i verbali comunali. Che ne pensa? Può andare bene per mantenere alto il folklore. Il dialetto però non ha a che fare con le istituzioni. Non esistendo una “lingua veneta” ufficiale, il dialetto scritto diventa nient’altro che un italiano pieno i strafalcioni. La lingua rurale è espressione dell’affettività: non si potrebbe mai tradurre una parola come “vìssere” con ‘viscere’ perché perderebbe tutto il sentimento che si porta appresso. Quindi? Quindi scrivere atti ufficiali in dialetto potrebbe servire solo a farsi delle grasse risate. Non dimentichiamo che il veneto parlato non è una forma di italiano sporco, ma deriva dal latino. Il “dialeto” sbandierato dai politici non è altro che

Corriere Vicentino |

25 | Intervista

un’invenzione degli anni 70, quando sono nate le regioni. Parliamo dei suoi recenti video pubblicati su YouTube. Sono una nuova forma di “protesta comica”? La mia non è una protesta. È un’analisi di come le persone normali leggono la realtà. È un mettere a nudo degli automatismi culturali e sociali radicati nella società. Quei video li ho realizzati per i “ladri della rete”. Le persone che in internet rubano film, musica, libri e quant’altro, poi magari vanno al bar e pagano sei euro uno spritz – quello però non lo rubano! Dato che in internet si ruba di tutto, allora io ho evitato di fare qualcosa che potesse essere rubato e i video li ho messi gratis. Un commento “balassiano” alla crisi economica e al nuovo governo. Non ci capisco niente. A me sembra che la situazione politico-economica sia questa: è come se tutti stessimo spingendo una macchina verso un burrone e ogni tanto salta fuori uno che dice “bisogna spingere con le mani!” e poi un altro “bisogna spingere con i piedi” e chi “bisogna spingere con la testa!”. Sempre verso il burrone si spinge però. Non c’è nessuno che dica: “bisogna spingere in un’altra direzione”. I “semplici” avranno un riscatto prima o poi? Credo di no. Non può essere una mente semplice a governare. Per capire la complessità del mondo serve una mente complessa. Al governo può esserci anche l’uomo più ricco del mondo, il quale poi magari è una persona molto semplice. Ma noi non abbiamo bisogno di semplicità. La semplicità non ci salverà. La democrazia non ci salverà. Non si può fare politica secondo la visione di un solo partito. Bisogna prestare attenzione ai problemi di tutti. Qual è la cosa che ama di più del suo lavoro? E quella che odia? Mi piace il fatto di poter fare “arte”. La bellezza di fare qualcosa di artistico. Le cose che odio sono le formalità di routine... come le interviste.


focus

Mi fingo prete per necessità Ormai in paese lo chiamano “Don Walter”, anche se lui prete non lo è mai stato. Gualtiero Bassanese, pensionato di Montecchio Maggiore, il travestimento da sacerdote lo indossa solamente a feste e sagre in giro per il Veneto, dove facendo la “statua umana” racimola qualche soldo per integrare la magra pensione e pagare le tasse

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di Francesco Meneghini

“Avevo un’impresa per il recupero di materiale tessile, ma con il declino del settore mi sono trovato a dover chiudere, senza risparmi e con una pensione ridotta all’osso, ma nella mia vita ho fatto tanti lavori e ho imparato a non perdermi d’animo di fronte alle difficoltà”. Com’è nata l’idea di fare la statua umana? Tutto è partito dalla necessità di pagare dei debiti all’erario. Io e mia moglie viviamo con poco più di mille euro al mese, dai quali va tolto l’affitto. L’idea della statua è nata quasi per scherzo durante la “Notte Bianca” qui a Montecchio Maggiore: il titolare del bar Roma, per attirare clienti, mi ingaggiò e decisi di vestirmi da prete. Dopo quattro ore sul piatto c’erano 120 euro di offerte… E così ha capito che poteva diventare un lavoro. Da quattro anni giro il Veneto per partecipare a sagre e feste di paese. Sono riuscito a saldare i debiti con il fisco, ma ora sto risparmiando per poter pagare le cure dentistiche per me e mia moglie. Non si sente a disagio quando fa la statua? All’inizio sì, mi vergogno un po’ quando indosso il travestimento, poi però mi rassegno e cerco di non pensarci. Mi piace cercare il lato positivo, posso incontrare tante persone e vedere posti nuovi. La vera difficoltà è stare tante ore in piedi a fare la statua: è faticoso soprattutto controllare i movimenti degli occhi e della gola. Ha mai incontrato altre statue umane? A volte ci ritroviamo anche in sei o sette alla stessa manifestazione. Ultimamente c’è molta concorrenza con figuranti extracomunitari senz’arte né parte, che si mettono un lenzuolo in testa e via. Poi ci

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sono mangiafuoco e giocolieri che spesso prendono anche un rimborso spese dal Comune, ma io non ho mai visto una lira… Che personaggi interpreta nelle sue performance? Sto lavorando a una nuova statua, ma non le svelerò quale. L’ultimo che ho creato è un uomo seduto su un water, ma la figura più popolare resta il prete, il tipico sacerdote di campagna anni ’50. Utilizzo un leggio e un aspersorio e, quando qualcuno lascia un’offerta, gli impartisco una finta benedizione con l’acqua. Purtroppo è anche il personaggio che suscita più critiche… Quindi c’è chi non gradisce quello che fa? Chiaramente molti sacerdoti “autentici” si sentono offesi dalla mia imitazione, ma io ho un grandissimo rispetto per la Chiesa e il clero. Ho avuto anche problemi con le forze dell’ordine, che spesso mi fanno sloggiare dai posti dove monto

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il mio banchetto. Esiste poi una legge che impedisce di vestire abusivamente l’abito talare, ma io sono povero e non faccio male a nessuno mentre in tv si vedono tante pubblicità con finti preti e frati. Poi ci sono i commenti malevoli della gente: da “và a lavorare!” a “varda cosa te fe par ciavarghe i schei ala gente!”. Qualche momento più divertente? Molte persone ridono divertite quando le schizzo con l’acqua, soprattutto i bambini che d’estate non disdegnano una rinfrescatina, mentre gli anziani scherzano ricordando i parroci della loro gioventù. Qualcuno mi chiede persino di dargli i numeri del lotto. L’occasione più spassosa è stata però al raduno degli Alpini a Bassano: volevano che li benedicessi con la grappa…

Un’arte centenaria L’arte della “statua vivente” vanta una tradizione antichissima, risalente al Rinascimento. I cosiddetti Tableau Vivant, cioè gruppi di statue umane rappresentanti scene storiche o mitologiche, erano comuni in fiere e festività cittadine. In molti Paesi come Spagna, Portogallo, Argentina e Stati Uniti ogni anno si tengono competizioni tra statue, che si raggruppano poi nel campionato mondiale ad Arnhem, nei Paesi Bassi, attirando più di 300.000 spettatori e 300 partecipanti, bambini compresi. Molti performer ricorrono a particolari tecniche di meditazione per rimanere immobili, come Enrico Vaglieri, artista trevigiano tra i più rinomati in Italia, che nelle sue esibizioni veste i panni di 16 personaggi differenti. Il record però spetta al portoghese Antonio Santos, che nel 2003 è rimasto in piedi immobile per 20 ore consecutive!

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focus

Tinto Brass diventa un film C’è un artista di Montecchio Maggiore che si sta facendo largo nel mondo del cinema. Si chiama Massimiliano Zanin, vive a Roma e da oltre dieci anni collabora con autori e registi di primo piano. Tra questi, Tinto Brass, il mago dell’eros con il quale Zanin ha a lungo lavorato e assieme al quale sta preparando un nuovo progetto.

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di Lino Zonin

Ci racconta i suoi inizi? Io sono per metà di Montecchio e per metà di Trissino, paese da dove proviene mia madre. Mi sono laureato in sociologia a Urbino e, finiti gli studi, ho frequentato una scuola di regia a Firenze. Poi ho deciso di trasferirmi a Roma, destinazione obbligata se si vuole lavorare nel cinema. Sono stato fortunato, perché ho trovato subito un incarico come assistente alla regia. Quali sono state le sue collaborazioni artistiche? Le prime partecipazioni sono state con lo sceneggiatore Luigi Montefiori in fiction tv di grande successo del tipo di “La Uno bianca”, Il cuore nel pozzo”, “La squadra” e “Pompieri”. Come direttore di produzione ho poi lavorato a fianco di Mario Di Biase, organizzatore per Fellini, Bertolucci e Bolognini, nonché executive producer di importanti film americani girati in Italia come “Gang’s of New York” di Martin Scorsese, “The Passion” di Mel Gibson e “The American” con George Clooney. Cosa fa esattamente un direttore di produzione? È la figura tecnica più importante del set dopo quella dell’organizzatore generale. Si occupa dei rapporti con la troupe, tratta con i fornitori e con gli alberghi, provvede alle sistemazioni logistiche, ai materiali, ai mezzi tecnici, è il responsabile della sicurezza. Se sul set vedete uno che telefona sempre e non sta mai fermo, quello è il direttore di produzione. Lei ha un particolare legame con Tinto Brass… È il mio maestro e da lui ho imparato molto. Siamo amici e collabo-

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ratori da molti anni e per me lui è un vero mito, non solo perché è una persona colta, mai banale, libera, generosa e sincera. Lo ammiro soprattutto perché è un vero artista, un uomo che ha saputo influenzare il proprio tempo con le cose che aveva e ancora ha da esprimere, nonostante gli innumerevoli tentativi di zittirlo. E, sotto il profilo tecnico, è un esempio inimitabile. Per lui la macchina da presa è un pennello e gli attori sono i colori di una tavolozza. È un genio, dotato di uno stile inconfondibile e capace di farsi apprezzare dal pubblico di tutto il mondo. State preparando qualcosa insieme? Un documentario sulla sua vita, che si intitolerà “Eros e libertà” e racconterà la vicenda artistica e umana di Tinto Brass. Il film è interamente finanziato con capitali privati e, a questo scopo, ho costituito una società di produzione - la “Think’o Film”- coinvolgendo alcuni produttori del Nordest. Contiamo di essere pronti per il festival di Venezia di quest’anno. Così mantiene i suoi legami con il Veneto. Legami che non ho mai interrotto, per la verità. Oltre al film su Tinto sto preparando la versione cinematografica dello spettacolo “Uno sbagliato” di Edoardo Sylos Labini con il quale trasporto in Veneto le vicende di un quarantenne travolto da una crisi famigliare ed economica: uno sguardo sulle fabbriche che chiudono e sugli imprenditori disperati per i crediti non riscossi, strozzati dalle banche e ignorati dallo Stato.

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focus

Un “trucco”per ritrovare il sorriso Nel reparto di Oncologia dell’ospedale di Montecchio Maggiore sono le donne a farla da padrone. Dottoresse, infermiere e pazienti sono le vere regine dei corridoi. E sanno portare la luce dei loro sorrisi anche a chi, a causa di un brutto male, non ha più voglia di sentirsi bella.

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di Federico Gobetti

Non è mai facile trattare argomenti delicati come questo. Ogni volta che si parla di ospedali, medici e malati, si rischia di cadere nel patetico, o di non centrare bene il punto, risultando così cinici e insensibili. Ma questa volta è diverso, perché si parla non di malati ma di cure. Non di medicinali ma di azioni che fanno tornare il sorriso nei volti di chi l’aveva perduto. D’alto canto, cosa c’è di più bello del sorriso di una donna? Al reparto di oncologia dell’ospedale di Montecchio Maggiore si curano i malati colpiti da tumore. I pazienti, donne e uomini, sono sottoposti a cure molto dolorose che li trasformano fisicamente e psicologicamente. Le persone tendono così a chiudersi in se stesse e trascurare il proprio corpo. Le tre dottoresse oncologhe, Cristina Oliani, Samuela Binato e Martina Padovani, hanno scoperto come far stare meglio le pazienti con un “trucco”. “Il reparto di oncologia di Montecchio - spiega la dottoressa Padovani - ha ideato un Laboratorio di Dermoestetica. Un appuntamento mensile nel quale delle estetiste professioniste tengono ai pazienti oncologici dei corsi di make-up”. Da dove nasce l’idea? L’iniziativa parte dall’adesione a un progetto di Walce, associazione che unisce le donne malate di cancro al polmone, la quale, con il suo team, organizza delle make up session in

varie oncologie d’Italia. In sostanza cosa fanno le pazienti durante le sedute? Ogni paziente ha la propria trousse personale completa di vari prodotti per il make up e viene seguita da un’estetista che le insegna “l’arte” del trucco in tutte le sue fasi, dalla pulizia del viso al make up vero e proprio. Qual è il riscontro da parte delle pazienti? Sono entusiaste. Queste sedute servono non solo a truccare le donne, ma soprattutto a far loro riacquistare la propria femminilità, la voglia di volersi bene e di vedersi di nuovo belle come prima della malattia. Nel tempo che si trascorre a lezione le dottoresse, le infermiere e le estetiste creano con le allieve un clima di vicinanza e di complicità tra donne veramente unico. Ci sentiamo tutte come fossimo a casa, a truccarsi tra amiche. Ci sono anche uomini a lezione di trucco? Sì. Partecipa anche qualche uomo. E come vengono truccati, con ombretto e fondotinta? (ride,ndr) No, non si può certo truccarli come le donne! A loro si insegnano le tecniche di camuoflage, per nascondere i difetti cutanei. Qual è il commento più bello che avete ricevuto? La soddisfazione più grande è vedere le pazienti arrivare in ospedale nei giorni di terapia e dirci “Dottoressa ha visto come mi sono truccata bene oggi?”. Significa che quello che stiamo facendo funziona veramente.


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nogarole Statue... in pacchetto chiampo Via le concerie dal centro Montecchio Alte Ceccato: ma quale Bronx!

brendola La storia di Andrea Muraro zermeghedo Il battistero ritrovato gambellara I 100 anni di Gemma Cristoferi

Che futuro per Castello? di enrico Corato

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ostruita nel XIV secolo sotto la signoria degli Scaligeri, la rocca è stata il più importante punto di riferimento della Arzignano medievale. È stata la dimora dei signori di Arzignano, poi sede dei vicari della Serenissima Repubblica e oggi è l’abitazione dell’arciprete di Castello. Nel borgo medievale si respirano secoli di storia, ma aleggia anche un’atmosfera di abbandono. Alla vigilia dei 600 anni del voto a Sant’Agata, patrona di Arzignano, abbiamo raccolto qualche opinione sul futuro del monumento. IL MAESTRO Bepi De Marzi, nato nell’ultima casetta di Porta Cisalpina accanto alla forneria del nonno Bepi, a pochi metri dalla rocca che per lui resta la “canonica”. “Seguo con preoccupazione le vicende della canonica: vedo il nuovo arciprete assediato dai nuovi Pippi Spani: quelli di centrodestra, per Porta Cisalpina, e quelli di centrosinistra a Porta Calavena. Ho conosciuto fin da bambino tutti gli arcipreti che si sono succeduti. Ricordo l’odore di minestrone che aleggiava ovunque. Mio nonno mi mandava la mattina a portare il pane: varcavo con timore la porticina accanto al grande portone che era stato un ponte levatoio. C’era una campana a tirante dal suono allegro”. Quale futuro per la rocca?

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“A don Ernesto Dalla Valle, il giovane e vivace arciprete arrivato nel 1976, era stato proposto di venderla o affittarla all’Associazione Industriali. “Non sarà mai che si tradiscano i nostri padri!”, tuonò don Dalla Valle in una predica rimasta memorabile. Vorrei che oggi, con coraggio si affermasse lo stesso proposito”.

Perché questa sensazione ormai diffusa di abbandono? “Probabilmente per qualche inspiegabile pressione della Curia; oppure da qualche immancabile pettegolezzo ambientale. L’illuminato restauro di dieci anni fa ha collocato al piano nobile, tra le due grandi sale, l’appartamento per l’arciprete completo di tutto. Un’abitazione perfetta, invidiabile. Ma io sogno che l’arciprete abiti nella “sua” casa tradizionale, nella canonica”. IL PROFESSIONISTA “Il mio lavoro è creare mostre e percorsi storici emozionali per enti e musei” afferma


Gianfranco De Cao, castellano doc che da anni si occupa di recupero di siti medievali. “Le potenzialità di Castello sono immense. Purtroppo manca l’indotto turistico che altri castelli godono, e la frazione sta morendo”. La sua opinione? “Sono stati spesi 7 miliardi di soldi pubblici per sistemare la rocca, sarebbe giusto che in qualche modo fosse aperta al pubblico. È il fiore all’occhiello della città, non approfittarne sembra una follia”. Che cosa si aspetta la gente? “Dentro a un castello la gente vuole trovare qualcosa di inerente al castello. Si potrebbe creare un percorso sulla storia dell’assedio e il voto a Sant’Agata, la vita di Filippo Scolari (Pippo Spano) ma anche il dominio della Serenissima. Non vedo perché non inserire nel borgo ricostruzioni di bombarde e macchine d’assedio, e ricreare il ponte levatoio a Porta Calavena”. L’ASSESSORE “Il Castello non è un problema ma un’opportunità mancata... anche se è vero che, per certi aspetti, un’opportunità mancata forse è un problema” spiega Mattia Pieropan, assessore alla cultura di Arzignano. Cosa fare per valorizzare Castello? “Le idee possono essere tante, ne va dell’immagine di Arzignano. Premetto che la parrocchia di Castello è sempre stata disponibile a collaborare. Anzi, è stata avanzata anche l’ipotesi di darla in gestione al Comune o a qualche associazione”. Come vi state muovendo? “L’idea è quella di dar vita a un progetto culturale, coinvolgendo enti e istituzioni ma anche i privati, in modo da avere la sicurezza di finanziamenti che vadano oltre le casse del Comune. Servono investimenti considerevoli, e i costi di gestione com’è ovvio sono elevatissimi. In ogni caso, il Castello è un patrimonio della città di Arzignano e tale deve rimanere”.

Arzignano resta senza stelle di Nicola rezzara, stefano cotrozzi

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l primo a chiudere è stato Cà Daffan che aveva portato la stella Michelin in collina ad Arzignano. Ora tocca al ristorante Principe. Al telefono non risponde più nessuno, il sito internet dell’albergo è oscurato e il locale, da quanto trapela dall’agenzia immobiliare contattata, è appena stato venduto. LA STELLA Andrea Sarni, lo chef alpinista, inaugura Il Principe nel 1994 e l’anno successivo riceve la stella della guida Michelin. Circa sei anni fa il suo sogno di cucinare in vetta ad una cima dell’Himalaya, primo uomo ai fornelli sopra quota 8.000 metri, solleva alcune critiche dal mondo dell’enogastronomia; l’accusa è di “abbandonare” il ristorante. Sarni risponde con una clamorosa protesta: scrive alle guide specializzate per chiedere di non essere più preso in considerazione nelle loro recensioni. Il primo tentativo ai fornelli a quota 8.000 fallisce nel 2006 per un incidente al campo base: un camion parcheggiato male travolge la cucina rendendola inutilizzabile e rischia di colpire Manuela Di Centa che partecipa alla spedizione insieme all’allora sindaco di Arzignano Stefano Fracasso. SPAGHETTINI ALLO YAK L’anno successivo Sarni ci riprova e questa volta sulla vetta del Shisha Pangma riesce a cucinare spaghettini con car-

ne di yak a quota 8.018 metri. Mentre Sarni sta preparando il secondo piatto, la tragedia: Prem, lo sherpa nepalese che lo accompagna nell’avventura sulla vetta e che da qualche mese lavora al Principe come aiuto cuoco, precipita dalla montagna. Inutili i tentativi di recuperare il corpo. Tornato ad Arzignano, Sarni non si dà pace e decide di affrontare nuovamente il Shisha Pangma per trovare il corpo dello sherpa precipitato e consegnarlo alla famiglia. Individua il cadavere ma non riesce a recuperarlo perché incastrato nel ghiaccio; la spedizione gli causa la perdita di alcune falangi della mano destra per la lunga permanenza al gelo. LA GUARDIA DI FINANZA Oltre ai danni fisici, la missione per recuperare il corpo dell’amico gli procura anche guai di altro tipo: la Guardia di Finanza indaga sulle sponsorizzazioni per finanziare la spedizione. In parte, infatti, sarebbero state gestite dal “faccendiere” Andrea Ghiotto che al Principe aveva una suite in affitto dove organizzava cene riservate e serate con escort per imprenditori, finanzieri e personalità di spicco del Vicentino raccontate poi dalle pagine di cronaca per i risvolti giudiziari legati all’evasione nel mondo della concia. Dopo questo scandalo il locale cerca di rilanciarsi, ma evidentemente non c’è più nulla da fare e quindi il triste declino fino alla chiusura di una delle cucine più innovative che il Veneto abbia mai avuto.


Arzignano

Sabato senza scuola! Rifiuti da di roberta costantini

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e mamme se ne dovranno fare presto una ragione perché il sabato mattina, solitamente dedicato alle faccende di casa e a un po’ di sano shopping, sarà “disturbato” dalla presenza dei figli. Da settembre 2012, infatti, la cosidetta “settimana corta” diventerà la regola, facendo godere anche a tutti gli alunni arzignanesi il weekend lungo. A parlarcene è Goretta Calearo, direttrice del secondo circolo educativo di Arzignano. Perché questa novità della “settimana corta”? In realtà non è una vera novità perché nelle scuole del primo circolo è già attiva. Ma con la nuova distribuzione delle scuole era necessario conformare le due linee didattiche. Nuova distribuzione? Si, in seguito alla nuova norma ministeriale si è dovuto modificare l’organizzazione scolastica, passando dalle attuali tre direzioni didattiche a due Istituti comprensivi. Qual è la differenza? Attualmente si ha, da una parte,

due circoli educativi che accorporano le scuole dell’infanzia e primarie e, dall’altra, l’istituto secondario di primo grado; da settembre, invece, nasceranno l’Istituto comprensivo 1 e l’Istituto comprensivo 2 che uniranno tutti e tre i livelli scolastici, dalla scuola d’infanzia alle scuole medie. In base a quale criterio si distribuiranno le scuole tra i due Istituti? In base al numero degli alunni. Ogni istituto può avere fino a 1000 alunni.

L’Istituto comprensivo 1 comprenderà le scuole di Montorso, San Bortolo, Costo, Tezze, le medie Motterle (in foto) e Beltrame. L’Istituto comprensivo 2, invece, le scuole di via Mazzini, San Rocco, San Zeno, Nogarole e le scuole medie Zanella.

podio

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ettantaquattro fervide menti made in Arzignano sul podio europeo. Niente di straordinario ad una prima occhiata se non fosse per l’età delle fervide menti in questione: 7 anni. Le classi di seconda elementare di San Bortolo e Tezze, infatti, si sono aggiudicate il secondo posto agli European Podcast Award, una selezione europea che premia i più originali e popolari podcast (registrazioni audio) sul web. “Nerone Saccone e la compagnia della raccolta differenziata”, titolo della storia presentata dagli alunni di Arzignano, spiega la raccolta differenziata con Umidino secchiellino, Secco sacchetto e La signora campana verde; tre particolari personaggi, la cui originalità ha incontrato alti consensi non solo nello stivale ma anche oltralpe.

Quadri di pelle

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einventarsi i quadri con la pelle si può? Sì e anche molto bene a giudicare dai risultati delle 8 opere esposte in biblioteca ad Arzignano e create dagli studenti delle scuole medie. “Obiettivo dell’iniziativa - ci spiega Rino Mastrotto presidente Unic - è di coinvolgere i più giovani nel mondo della pelle cominciando dalla parte più ludica e creativa”. Il concorso vede la partecipazione degli studenti dei tre distretti conciari italiani e le opere, poi, saranno esposte a BoloCorriere Vicentino |

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gna durante Lineapelle che ha organizzato l’evento. “Le pelli gliele abbiamo consegnate noi - continua Mastrotto ma i ragazzi, seguiti con applicazione dai docenti di arte e immagine, si sono ingegnati cercando anche altre pelli, magari a casa, per differenziare le opere dimostrando così un ottimo spirito d’iniziativa”. Adesso una giuria consegnerà i riconoscimenti: miglior armonia, maggior gradimento del pubblico e miglior risultato tecnico.


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ambio della guardia nella Giunta arzignanese. Carmelo Bordin lascia l’attuale amministrazione per problemi personali e diventa assessore Giovanni Lovato, 39 anni libero professionista, che già si occupava di sport come consigliere delegato. “In verità – ci spiega il neo assessore – i compiti di Bordin ce li siamo divisi con Enrico Marcigaglia e Angelo Frigo. Io, oltre che di sport, mi dovrò anche occupare di viabilità, verde pubblico e frazioni. Partiamo dallo sport e dai problemi da affrontare. Che sono quelli di sempre: la nostra è una città molto sportiva e gli impianti

non riescono a soddisfare le richieste di tutti. Come pensate di agire? Dando la precedenza alle associazioni sportive locali che hanno un settore giovanile e che sono corrette nella gestione degli impianti. Oggi soddisfiamo il 100% dei settori giovanili mentre per i “grandi” è più difficile. Dopo il boom del calcio a 5 tutti vogliono giocare dalle 20 alle 22, e per fortuna che alcune squadre cominciano a fondersi tra di loro... Qualche nuovo palazzetto? Impossibile, specialmente dopo i tagli del governo Monti. Lo stadio Dal Molin con un terreno in sintetico è possibile? È un mio sogno. Perché un sogno?

Vi a

di Stefano Scotti


E-venti di primavera

Perché non ci sono i fondi! Mi piacerebbe coinvolgere gli imprenditori in un progetto così importante per la comunità; in questo modo potremmo utilizzare il campo non solo per le partite, ma tutto il giorno, per gli allenamenti di tutte le squadre e liberare così gli altri campi, magari per il rugby. Il rugby? È uno sport che sta prendendo piede sia nel settore giovanile che, con mia grande sorpresa, tra le donne. Mi piacerebbe che il primo campo dedicato alla palla ovale nella nostra valle fosse proprio ad Arzignano. E cosa ci dice della viabilità? Stiamo rivedendo con l’ex assessore Bordin e con i tecnici tutti i progetti per un’analisi e una scrematura che si fornisca un quadro della situazione alla luce degli ultimi tagli di bilancio. Nell’immediato stiamo risolvendo tutte quelle situazioni che ci vengono segnalate dai cittadini: i problemi più semplici come buche, segnaletica,

dossi, cercando di alleviare i disagi. Le asfaltature estive sono a rischio? Con l’assessore Frigo stiamo valutando la situazione. Sicuramente cominceremo dalle strade che hanno maggiore bisogno. Comunque, con una gestione avveduta, contiamo di avvicinarci al 100% del programma di asfaltature che ci eravamo prefissati prima dei tagli. E il verde? Continueremo a utilizzare le cooperative sociali, così da avere due risultati: un verde ben gestito e un servizio sociale non indifferente. Stiamo anche studiando l’idea di lanciare la campagna “Adotta un’aiuola”: la possibilità per un cittadino o un gruppo di vicini di gestirsi una parte del verde pubblico. Questo, oltre a dare un decoro maggiore alla nostra città, ci aiuterebbe anche ad abbattere notevolmente i costi che, come avrà capito, in questo momento sono la preoccupazione principale di tutti i Comuni italiani.

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enerdĂŹ 30 marzo ore 21 Rocca di Castello: Claudio Sabelli Fioretti presenta il suo libro, Stelle bastarde (Chiarelettere), dove riscrive con (amara?) ironia il significato dello zodiaco attraverso una serie di ritratti politici.

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enerdì 20 aprile ore 21 Rocca di Castello: Alberto Scanni, oncologo di fama, e Aldo Sardoni, presidente ass. bianco Airone, presentano il libro “Il nostro comunicare. Esperienze col paziente oncologico”.

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omenica 6 maggio ore 18 Casa Giuriolo, via San Pietro: “Di un libro e di una guerra”. I Piccoli Maestri e la resistenza veneta. Omaggio ad Antonio Giuriolo, nativo di Arzignano, guidati dalle parole dell’autore di Libera nos a Malo. A cura dell’Associazione Culturale luigi Meneghello di Malo.


Arzignano

San Bortolo: La PiĂš antica di Federico gobetti

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a chiesa più antica della vallata, l’antica Pieve di San Bortolo di Arzignano, è un edificio risalente al 1200 che vanta secoli di storia, durante i quali è stata trasformata, snaturata, distrutta e ricostruita. Oggi finalmente torna al suo antico splendore. Il re-

si, compresa la sepoltura dei defunti. Lo stile della chiesa, tardo-romanico con alcuni inserti tardo-gotici, denota nell’insieme degli elementi architettonici la sintesi di serena semplicità tipica delle architetture campestri. L’antica pieve svolse le sue funzioni religiose fino al 1903, quando venne sconsacrata dopo la costruzione della nuova chiesa di San Bortolo. Per la

chiesetta iniziò un periodo di scempio e trasformazioni: vennero realizzati al suo interno due appartamenti, poi per vent’anni fu sede dell’associazione Marinai d’Italia e fu anche usata come bottega. Nella parte dell’abside, infatti, un fornaio stabilì la sua bottega, con tanto di abitazione. Oggi invece cos’è la pieve di San

Bortolo? Ora finalmente è stata recuperata. I lavori di restauro, durati quasi 10 anni, sono finiti e la Pieve ha riacquistato la forma originale. Verrà usata come sala polifunzionale per la comunità. Al suo interno si terranno convegni, riunioni, mostre d’arte e concerti.

sponsabile dei lavori Roberto Zarantonello illustra la storia della Pieve. “La chiesetta compare nell’antica mappa vaticana del XVI secolo, in cui tutte le chiese d’Italia erano segnate. Qui San Bortolo figura come una delle più importanti pievi della Valle del Chiampo. Secondo dati storici si può affermare che nel XIV-XV secolo a San Bortolo si svolgevano regolari servizi religio-

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mento iniziale noi capiamo

evento. Qualunque

esso

per capire che la festa si

la sensibilitĂ  e le esigenze

sia, un convegno, una fe-

può fare e può essere indi-

di chi ci chiama, il cliente

sta aziendale, una serata a

menticabile. E poi la novitĂ 

può cogliere la nostra pro-

tema, un compleanno, una

di un libro dove raccoglie-

fessionalità”.

remo le tante esperienze

ricorrenza o un matrimonio”.

parte del nostro bagaglio e lo sterminato mondo che ruota intorno all’organizzazione di un evento: sarà il racconto di un dietro le quinte intricato quanto basta per entrare in scena in modo incantevole”.

C.so Matteotti 6, 36071 Arzignano (Vi) tel: 335 7754536 info@ilveliero.eu www.ilveliero.eu


Buona Pasqua di gusto

I Saranno Famosi

DEL GRIFO di roberta costantini

S

i chiama Il Mondo alla Rovescia ma si potrebbe tranquillamente classificare come il Saranno Famosi vicentino perché qui gli allievi imparano a stare sulla scena. Canto, danza e recitazione. Il tutto sapientemente mixato nel consueto musical di fine anno. E da quest’anno Roberto D’Alessandro, presidente dell’associazione, ha in cantiere quindici nuovi corsi e tante altre novità, destinate a tutte le fasce d’età. Unica prerogativa per rendere tutto ciò possibile è che la convenzione per l’attuale sede di via Trento, concessa dal Comune nel 2011, sia ufficializzata. Nuovi corsi in programma e una convezione ancora non firmata. Il lieto fine ci sarà? Lo spero! Pensi che oggi abbiamo 33 ragazzi dai 12 ai 22 anni, ma in passato abbiamo toccato anche punte da 50. Si può dire che ad Arzignano è di moda il teatro?

La città ha sempre risposto bene alle nostre proposte anche perché insegnando il musical spaziamo tra più arti. A proposito di musical, quale sarà il prossimo? Eclips, uno spettacolo sulla condizione della donna nel ‘600. Saremo in scena il 19 e 20 aprile al Teatro Mattarello. Altri progetti per il futuro? Una convenzione con le Accademie artistiche del Nord Italia per avvicinare i nostri corsi ai loro e avere la possibilità di fare più seminari con professionisti del settore. Ma tutto dipenderà dallo spazio a nostra disposizione. L’Assessore alla cultura, Mattia Pieropan, sulla questione sede, invece, non ha dubbi: “Anche se non è stata ancora fissata una data certa per la firma della convenzione, posso dire con certezza che la sede rimarrà a tempo illimitato a Il Mondo alla Rovescia. Crediamo molto in ciò che fa l’associazione e lo dimostreremo accollandoci tutte le spese”.

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Per il pranzo di Pasqua la rosticceria Mazzocco ha in serbo prelibatezze che condiranno di buon gusto e raffinatezza la tavola della festa. Ecco le nostre proposte. È gradita la prenotazione.

Antipasti

Colombine salate ai porcini e alle zucchine e tartufo Radicchio al lardo di colonnata Carpaccio di Spada affumicato alla crema di Porcini Capasanta gratinata con gamberi Capasanta e gamberetti in sfoglia

Primi piatti

Crespelle con i porcini e alla certosina. Pasticcio alla bolognese Radicchio salsiccia e giulienne di provolone affumicato e ai formaggi Cannelloni alla Rossini e alla ricotta e spinaci Fondi per risotti e sughi a richiesta

Secondi Piatti

Capretto e agnello al forno Arrosto di agnello ripieno di salsiccia pinoli ed erba cipollina Bracioline di agnello scalzate e ripiene al rosmarino Tagliata di agnello al rosmarino Quagliette in salsa ai fegatini Stinco di vitello o maiale Faraona ripiena ai porcini Scaloppine alla Valdostana Coscette di faraona al brandy Cappello del prete di vitello Filetto di maiale in crosta Carrè di maiale al latte Rosetta di vitello al tartufo Bocconcini di vitello ai porcini Capriolo, lepre e fagiano Contorni a scelta

Š


Arzignano

Bike trial sul set di ALESSANDRA GROPPO

t

ra i protagonisti del nuovo video del rapper italiano Entics c’è anche un ragazzo di Arzignano: è Marco Carradore, vicecampione italiano di “bike trial”. Come sei arrivato a fare acrobazie ciclistiche nel video di Entics? In realtà avevano contattato il campione italiano di bike trial… ma diciamo che lui non è più un ragazzino. Così hanno chiamato me. Conoscevi già Entics? Lo avevo visto giusto tre giorni prima su Mtv e la sua musica mi era piaciuta un sacco fin da subito. Non ti sei trovato a disagio sotto i riflettori? In realtà no perché ci sono abituato… In ogni gara ci sono centinaia di occhi

puntati fissi su di me. Saltare gli ostacoli e volteggiare con una bici senza sellino è puro spettacolo. Come hai iniziato questo sport? Mi sono innamorato del bike trial vedendo dei ragazzini al parco. Ora mi alleno tutti i giorni: ogni mattina prendo la mia bici e provo a superare ostacoli ad Arzignano o nelle vecchie cave. Cos’è per te il bike trial? Una carica di adrenalina allo stato puro: ogni ostacolo è una sfida e cerco sempre di piazzare le ruote della bici dove nessuno è arrivato.

Il bike trial è uno sport ciclistico in cui l’atleta deve affrontare un percorso ad ostacoli senza appoggiare i piedi a terra. La bicicletta da trial è leggera, con freni potenti, molto ammortizzata e priva di sella. Cosa ti dicono le persone? C’è chi mi fa i complimenti e chi le raccomandazioni, ma c’è anche chi pensa che le gomme della bici rovinino i muretti… Nel video usi la bici per conquistare una ragazza... e nella vita? No! Ma assicuro che ho conosciuto più ragazze allenandomi da solo che uscendo il sabato sera.

In sella sotto lo zero S frecciare in sella a una moto sotto la calura estiva è una passione che coinvolge centinaia di persone, ma solo i veri duri sanno macinare chilometri con il termometro perennemente sotto lo zero. Ne sanno qualcosa due “centauri” arzignanesi, Antonio Berto e Mirco Cailotto che hanno sfidato freddo e neve per partecipare all’Elefantentreffen, il più grande motoraduno europeo. Domanda d’obbligo: chi ve l’ha fatto fare? L’Elefantentreffen è il sogno proibito di ogni motociclista. Parliamo del viaggio. Il viaggio è durato in tutto tre giorni: abbiamo percorso circa 3.500 chilometri e

la temperatura non ha mai superato lo zero. Siamo partiti da Arzignano e abbiamo raggiunto l’altopiano di Thurmansbang, in Germania. Cosa c’era ad aspettarvi? Un enorme spazio recintato pieno di moto, motociclisti e tende. E tre nego-

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zi: il primo vendeva birra, il secondo carne e il terzo paglia. Con l’entrata ti regalano lo stemma del raduno e la tazza per bere birra. Una volta dentro, poi, si vive da vero centauro. E la notte? Noi abbiamo dormito in un ostello ma la maggior parte dei motociclisti passa la notte al raduno: ovunque si vedono tende con il caminetto oppure persone che comprano la paglia per dormire un po’ più caldi. Gelo a parte, è un’esperienza da rifare? È stata sicuramente un’esperienza unica! Resta la consapevolezza di aver fatto un viaggio mitico e potrò sempre dire: “Io lì ci sono stato!”. a.g.



nogarole

a lt i s s i m o

Statue in... pacchetto SĂŹ al dopo scuola di enrico corato

I

l piano terra di casa sua sembra proprio uno spazio espositivo, con una grande finestra fatta apposta perché i passanti possano ammirare le sue opere. Di fantasia e creatività ne ha da vendere Sergio Piazza, che con centinaia di pacchetti di sigarette ha realizzato sculture impressionanti: un castello, un veliero e un battello a vapore. Ma la sua vena artistica va anche oltre. Come è nata questa idea? D’inverno, la sera, quando non posso usci-

re e non ci sono partite in tv mi annoio, quindi per passare il tempo scendo in garage a fare qualcosa. Qualche anno fa mi è venuta l’ispirazione e ho iniziato il castello, poi è venuto veramente bene e ho continuato. Quanto ci vuole a realizzare una cosa simile? Diversi mesi: prima ho realizzato le mura di cinta, poi sono passato all’interno ed è stato più impegnativo.

Segue un disegno preciso? Ho una buona memoria visiva, la costruzione prende forma con le idee che mi vengono mentre la sto realizzando. Ha svuotato lei tutti questi pacchetti? Certo che no, gli amici hanno contribuito portandomi borse piene di pacchetti vuoti. Non le sembra che queste opere siano una Sergio Piazza sorta di “monumenti e una sua al fumo”? opera In effetti è un’esagerazione. Solo per il castello ho usato 400 pacchetti. Sarà che una volta costavano molto meno…

Si considera un artista? Più che un artista sono un po’ un creativo direi, ho questa abilità manuale, mi piace lavorare il legno e il ferro, e dipingo anche qualche volta. Prossima opera in cantiere? Quando avrò tempo mi piacerebbe costruire un veliero bello grande, tutto di legno. Ma aspettiamo che torni il freddo.

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I

continui tagli e il calo delle iscrizioni stanno mettendo a rischio chiusura numerose scuole in tutta Italia. Ad Altissimo, sindaco e comitato dei genitori sembrano aver trovato una soluzione per la scuola primaria di via Pini. È il progetto doposcuola, attivato per incentivare le iscrizioni e migliorare l’offerta didattica. “L’esigenza - spiega il sindaco Valeria Antecini - era nata anche dalla difficoltà dei genitori di portare i figli a un doposcuola giù a valle, lontano e scomodo”. È il primo anno? “Sì e sta funzionando. Alunni, genitori, insegnanti, e noi amministrazione, siamo molto soddisfatti. Questa prima proposta ha registrato un boom di iscrizioni: 20 posti assegnati su 20 disponibili”.

Cosa fanno i ragazzi al doposcuola? “Principalmente fanno i compiti e vengono aiutati nelle materie dove hanno più difficoltà. Almeno mezz’ora poi è dedicata a laboratori artistici. Poi hanno il servizio di ristorazione e il trasporto in autobus a casa. Come Comune diamo un contributo per ridurre il carico di spesa della famiglia. Chi gestisce il doposcuola? Una cooperativa di Quinto Vicentino, ma le educatrici sono per gran parte ragazze di Altissimo che hanno già avuto altre esperienze di questo tipo e sono in stretto contatto con le maestre. d.d.b.


san pietro mussolino

100 mila euro per l’illuminazione di davide dalla barba

C

entomila euro per la sostituzione del 60% dei punti luce del paese. È questa la cifra stanziata dal Comune di San Pietro Mussolino per regolarizzare la illuminazione pubblica. “Si tratta di più di 100 sostituzioni di lampade e lampioni - spiega il sindaco Mirella Piazza -. L’operazione è necessaria per adeguarsi alla legge regionale sulla riduzione dell’inquinamento luminoso e per il risparmio energetico”. Quali lampioni saranno sostituiti? “Tutti quelli a forma sferica che attualmente illuminano le principali vie del paese. La recente normativa vieta l’irradiazione luminosa verso l’alto. I nuovi lampioni rifletteranno

la luce solo verso il basso. In questo modo la sicurezza stradale è garantita e allo stesso tempo abbiamo una forte riduzione dell’inquinamento luminoso. San Pietro rientra in una zona sensibile per la vicinanza dell’osservatorio astronomico di Marana”.

Entro quando farete il lavoro? “Il progetto definitivo è stato approvato in giunta ed è in corso la gara d’appalto. I lavori dovrebbero iniziare con il mese di aprile”. Quanto sarà il risparmio energetico che si avrà dall’istallazione delle nuove lampade? “Le attuali lampade sono già quasi tutte a basso consumo. L’ulteriore risparmio energetico deriverà dalla riduzione dell’intensità del flusso luminoso”. Cambierà anche il colore della luce emessa? “Il colore resterà il solito caldo arancione. Un colore piacevole oltre che efficiente”.

c r e s pa d o ro

Come procede il lavoro di Agrimea?

È

nata ormai due anni fa, AgriMeA, la cooperativa sociale e agricola di inserimento lavorativo per persone socialmente svantaggiate che ha trovato sede a Villa Santa Rita a Marana. La chiave dell’intervento sta nell’aiutare persone in difficoltà attraverso un percorso di agricoltura. Come sta andando il progetto? Lo abbiamo chiesto a Gianluca Lombardi, socio della Cooperativa. “La nostra cooperativa svolge lavori agricoli e di allevamento bestiame, aiutata da ragazzi con disagi sociali. Alleviamo maialini di razza mora romagnola, molto rinomata, li facciamo macellare e otteniamo degli insaccati di buona qualità. Sono differenti da quelli “nostrani”, ma più dolci e saporiti.In campo agricolo coltiviamo vari ortaggi autoctoni tra cui patate e

porri. E poi frutti di bosco ed erbe officinali, anche se l’ultima coltivazione è sparita nella pancia di qualche mucca... avrà fatto un latte buonissimo (ride, ndr). Tutto comunque è coltivato in maniera totalmente biologica e meno meccanicizzata possibile”. Cosa ne fate dei prodotti? “Alcuni li vendiamo ai gruppi di acquisto solidali della provincia, molti li regaliamo. Magari a chi viene a provare il “turismo slow” ”. Turismo slow? “Sì, un’altra cosa che facciamo è organizzare “viaggi a mente libera”. Si tratta di escursioni trekking con gli asini nella zona di Crespadoro e zone limitrofe. Questa, oltre che ad essere un’ottima occasione per fare del turismo all’aria aperta e visitare luoghi vicino casa molto spesso sconosciuti, è anche un’opportunità per fare “pet

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therapy”. Si crea infatti una sorta di empatia con gli animali che fa riscoprire il rapporto con loro ma anche un po’ con noi stessi”. A che punto è la sistemazione della Villa? “La stiamo ristrutturando e qui porteremo anche la sede di MeA, associazione di aiuto per persone con disagi. Qui risiederanno gli operatori sociali con una ventina di persone affette da disturbi dello sviluppo. Con AgriMeA ci piacerebbe poi creare tutta la filiera produttiva agricola: cioè poter fare autonomamente allevamento di animali, macellazione e coltivazione di verdure. Sarebbe bello anche piantare dei vigneti, per produrre il nostro vino e offrirlo, assieme al nostro salame e al pane fatto in casa, a chi verrà a trovarci. f.g.


Chiampo

Via le concerie dal centro di ALESSANDRA GROPPO

L

a riqualifica di via Pace non è argomento nuovo per Chiampo: avere un’entrata al paese migliore è un impegno che le varie amministrazioni si sono prese da tempo partendo dallo spostamento delle concerie nate lungo la provinciale per continuare poi con la sistemazione delle vecchie case. Se questo secondo aspetto dipenderà anche dai privati, per il primo finalmente sembra che ci siamo. “Uno degli obiettivi principali – spiega il sindaco Antonio Boschetto – è togliere tutte le concerie dalle zone residenziali. Da via Pieve sono già state spostate tutte e stiamo concludendo anche via Pace: l’ultima rimasta, la conceria Quattro Erre, sarà trasferita in zona Portinari nella proprietà della conceria Repele”. Uno spostamento che però ha suscitato lamentele tra gli abitanti del quartiere. “Praticamente innalzano un muro davanti alle nostre case - dice Claudio Ridolfi, rappresentante del comitato di difesa del quartiere Portinari -. Di fianco allo stabile Repele sorgerà un nuovo capannone alto 11 metri: noi siamo contrari alla grandezza dell’edificio e al fatto che sarà costru-

ito a dieci metri di distanza da quello già esistente, quindi, a pochi metri dalle case”. Quali altri problemi lamentate? “L’area in questione è una zona a verde pubblico. Non sono chiare, poi, le necessità delle due concerie: la Repele ha pochi dipendenti e ci sembra assurdo questo ampliamento; la Quattro Erre ne ha uno solo... praticamente non esiste”. Come vi siete mossi per trovare una soluzione? “Abbiamo partecipato alle riunioni, sono state raccolto le firme e ci siamo rivolti al Tar per chiedere l’annullamento della delibera comunale e bloccare la costruzione”. Il terreno di cui parlano i cittadini, però, è proprietà privata di Luigino Repele e l’Amministrazione comunale ha già firmato la liberatoria per l’inizio dei lavori. “Il cantiere è già aperto - spiega Luigino Repele. - Il capannone ci servirà

Chiude l’edicola-chiosco

N

on più quotidiani e riviste patinate, ma solo serrande abbassate: l’ultima edicola-chiosco di Chiampo ha chiuso i battenti per trasferirsi in un negozio tradizionale. Quel chiosco, però, continuerà a rimanere un simbolo del paese.

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da magazzino e ospiterà la conceria Quattro Erre. Non crediamo di aver fatto una scelta egoista: necessitiamo di un nuovo magazzino perché la legge ci vieta di lasciare le pelli all’aperto e la nuova costruzione, inoltre, ci permetterà di tenere più ordinato il materiale da lavoro”. Rimarrà il verde pubblico? “Il nuovo capannone disterà trenta metri dalla casa più vicina e non toglieremo di certo il verde. La proprietà misura circa 36.000 mq. e la nuova costruzione ne occuperà solo 1.500. Il resto del terreno rimarrà giardino, con alberi e prato. Ci sarebbero state altre soluzioni? “Sì, trasferirci all’estero, ma vorremmo continuare a dare lavoro ai nostri concittadini. Se non possiamo costruire, dovremmo chidere l’attività”. “I cittadini dei Portinari - conclude il sindaco - non lamenteranno cattivi odori e non devono temere per la propria salute perché nel nuovo capannone sono vietate le emissioni. Anzi, proprio grazie alla disponibilità della conceria Repele tra pochi mesi arriveremo finalmente ad avere solo abitazioni nelle zone residenziali di Chiampo”.


Tre nuove suore in paese R

osanna, Silvia e Fabiola sono Com’è la vostra giornata tipo? Per la nostra comunità la suore frantre nuove cittadine di ChiamNon abbiamo una giornata tipo! cescane sono una grossa novità. po decisamente speciali. Sì, Ogni giorno ci mettiamo in ascolto di Ce ne siamo accorte! Qualcuno ci ha perché le gioiose neo-chiamciò che ci chiede lo Spirito. perfino detto: “Non pensavo che esipesi sono tre Terziarie Francescane Come vedete il paese? stessero anche i frati femmina!”. Alcantarine e hanno scelto proprio Chiampo è un’isola feliceDove vivete? Chiampo per aprire la dove c’è ancora una fede prima casa di questo Orgenuina. dine. E voi, come vivete a Cosa vi porta qui a Chiampo? Chiampo? Ci stiamo inserendo pian Siamo arrivate su invito piano, ma abbiamo trodei Frati Minori - spiega vato molta accoglienza, suor Fabiola - che ci hanamicizia e generosità. no chiesto aiuto nell’accoQuanto vi fermerete? glienza dei pellegrini. Il Questa casa è stata aperta nostro ordine è nato e si è in via sperimentale e non sviluppato principalmensappiamo ancora cosa ci r Rosanna e suor Fabiola te nel sud Italia e Chiampo riserva il futuro. Noi speDa sinistra suor Silvia, suo è il nostro primo punto qui al riamo di rimanere e di accogliere nord per cui, spesso, ci spostiamo per anche altre sorelle in questa comuViviamo in un normale appartamenpartecipare a catechesi, preghiere, innità che porteremo sempre nei nostri to in zona Pieve: questo ci permette contri o testimonianze. cuori. a.g. di stare a contatto con le persone.


montecchio

Alte Ceccato: ma quale bronx! di federico gobetti

A

lte Ceccato: un Bronx in cui non si può più vivere. Questo è ciò che da un po’ di tempo si sente dire parlando della frazione castellana. Tanto che alcuni commercianti stanno chiudendo le loro attività per trasferirsi altrove. Noi siamo andati da chi ad Alte resta, per capire se la situazione è veramente così tragica. Tiziana Scarato, titolare della profumeria in viale Stazione dice: “Ma quale Bronx?! Alte avrà i suoi problemi, come tutti i paesi, ma non è certo un ghetto. Ci sono tanti stranieri sì, ma nella media degli altri paesi. Ad Alte si vive e si lavora regolarmente”. E quelli che se ne vanno? “Chi se ne va da Alte - risponde Domenico Concato di Punto Ottica, sempre in viale Stazione - avrà le sue ragioni. Per me vale senza dubbio la pena restare. Certo alcuni problemi ci sono, come la viabilità che sarebbe da migliorare con qualche parcheggio in più, ma per il resto non vedo grosse noie. La mia attività ha dieci negozi, di cui uno a New York, ma il punto di Alte è quello che lavora di più”. Per Stefania Brun, dell’omonimo negozio di piazza San Paolo, l’idea di cambiare sarebbe deleteria: “Io ad Alte ci sono nata e ci vivo. Il mio negozio è una bottega storica, un’eredità di famiglia dal 1958 e ormai rappresento un punto di riferimento per i miei clienti. Per loro è stato

già un trauma quando ho trasferito la bottega dall’altra parte della strada, figuriamoci se andassi in un altra zona del paese! Alte in realtà è il vero centro di Montecchio, quello in cui c’è vita e bisogna restare e lottare per valorizzarla”.

A dimostrarlo è in effetti chi ad Alte ha da poco aperto attività, come lo stilista Diego Cortez, titolare dell’omonimo bar in via da Vinci: “Io credo in Alte, per questo ho investito qui. Ma quale Bronx? Qui gli extracomunitari sono meglio inseriti che altrove. La zona è ben servita, ricca di negozi, non ci sono vandalismi né fenomeni di microcriminalità. Al massimo

U

qualche schiamazzo la sera. Questo centro ha tutte le potenzialità per diventare un punto di riferimento di tutti i paesi della zona. E sarà così”. Continua poi Massimo Lazzari de “L’angolo della cucina” di via Rossini: “Oggi siamo messi bene. Una volta era peggio. Negli anni ‘80 c’erano i tossici ad Alte. Questa è una zona viva, che lavora. Lo si vede anche dai clienti: la maggior parte vengono apposta da altri paesi”. “Qui il problema non sono gli extracomunitari o altro - dice il responsabile di Gonella Luce - è la crisi che ammazza i commercianti. D’altro canto il Comune si dovrebbe prendere la briga di fare qualcosa per valorizzare l’urbanistica... per esempio investire nelle aree dismesse come Ceccato, Faeda e Boom”. E infine Silvana Martini del negozio “Le telerie” di via Edison: “Bronx? Se c’è la strada sporca è il Comune che deve pulirla. Così come deve educare i cittadini a non sporcarla. Con qualche multa in più a chi insozza le strade forse le cose cambierebbero”.

Le donne imparano a difendersi

n corso di autodifesa riservato alle donne è stato organizzato a Montecchio in collaborazione con le Forze dell’Ordine locali e il maestro di karate Maurizio Maggiolaro. Saranno otto lezioni teorico-pratiche con l’obiettivo di fornire alle donne strumenti fisici e psicologici per affrontare con coraggio una eventuale aggressione. Non si arrriverà a mettere k.o. un malintenzionato ma verranno insegnati piccoli trucchi per non rimanere inermi di fronte alla violenza. Info allo 0444-705769/737.

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montecchio

Il Durello e Marchisio di nadia girardi

U

n nuovo direttore e un bilancio che nei dodici mesi, dal luglio 2010 al luglio 2011, ha registrato un incremento del 22,7%, trainato da un gigantesco balzo in avanti dell’export cresciuto del 114,3%. La Cantina Colli Vicentini, che raccoglie uve da 1.300 soci conferitori, si presenta al Vinitaly - a Verona dal 25 al 28 marzo - con le carte in regola. Il nuovo direttore, che succede a Graziano Marchioni alla guida della cantina per 18 anni, è Alberto Marchisio, 35enne, piemontese e residente a Belfiore. Diplomato alla scuola enologica di Alba, è stato già direttore della cantina Terre del Barolo e della cantina veronese dei fratelli Montresor. Il suo più celebre vino è lo spumante Riserva del Conte, inserito nel 2010 dall’e-

nologo Luca Maroni fra i migliori spumanti d’Italia. Dalla terra dei rossi alle bollicine del Durello? Esatto. Provengo da una tradizione di rossi, che qui hanno ottime potenzialità, ma le opportunità di mercato per il vino autoctono per eccellenza, il Durello, sono in crescita e intendo sfruttarle. In Italia le nostre vendite sono aumentate del 3,3% nell’ultimo anno e il Durello si conferma il vino più venduto:

nel 2011 sono state vendute 185 mila bottiglie e quasi 20 mila in formato magnum. Dal 2008 le vendite sono raddoppiate. Che sfida l’attende? Le bollicine del Durello sono sbarcate quest’anno in Israele e alle Seychelles e ben6.000 bottiglie sono state vendute in Francia, regno degli spumantisti e patria dello Champagne. L’obiettivo è dunque continuare a valorizzare i prodotti della Cantina, facendo squadra con i soci per arrivare in quei Paesi che iniziano per la prima volta a chiedere vino italiano.

Suono la chitarra D’ARIA di francesco meneghini

E

chi l’ha detto che per essere una rockstar bisogna saper suonare? Lo sa bene Nicola Vicariotto, 25 anni, che nella sua Montecchio si sta preparando a una trasferta in Finlandia dove si esibirà suonando… l’aria! Quindi, sostanzialmente tu suoni una chitarra immaginaria? Esatto! La prima regola dell’ “air guitar” (letteralmente “chitarra d’aria” n.d.r) è non avere assolutamente nulla in mano. L’esibizione è centrata sulla coreografia: su una base musicale si mimano le movenze di un vero chitarrista. E tu chitarrista vero non lo sei? Quando ero piccolo ho suonato diversi anni il violino, ma la chitarra mai.

Allora com’è nata l’idea di cimentarsi con l’air guitar? Ogni occasione per fare casino per me è buona, quindi una sera mi sono presentato alle selezioni nazionali a Treviso per farmi quattro risate con gli amici e, inaspettatamente, ho vinto il concorso. Poi è arrivato il primo posto alle finali nazionali di Milano, quindi ad agosto farò da portabandiera ai mondiali in Finlandia. Il campionato mondiale si svolge già dal 1996, ma in Italia l’air guitar è diventato popolare soltanto da pochi anni. Parlaci dell’esibizione che ti ha fatto guadagnare il titolo nazionale. Ho “suonato” un pezzo degli AC/ DC. Avevo indozzato cornetti e coda da diavolo, poi ho sparato in giro coriandoli e delle mie amiche di Montecchio mi hanno lanciato dei reggiseni. Non ricordo molto di quella sera Corriere Vicentino |

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perché mi sono davvero scatenato! Cosa stai architettando per impressionare i giudici al mondiale? Resterà un segreto fino all’esibizione, ma ci sarà da divertirsi. La sfida sarà molto difficile, perché guardando i video delle scorse edizioni ho capito che dovrò affrontare concorrenti quasi più pazzi di me!


brendola

La storia di Andrea muraro di simone bedin

L

a sindrome TTTS è una malattia della placenta che colpisce i parti gemellari. Da qui parte la storia di Andrea Muraro, nato, con il fratellino Marco dopo una difficile gestazione. “Andrea e Marco erano in due sacche differenti ma un’unica placenta - spiegano i geni-

co restava piccolo. Al termine della 29esima settimana, durante una visita, ci informarono che il cuore di Marco si stava ingrossando, stava soffrendo ed era in pericolo”. Subito si decise per il parto cesareo e a maggio vennero alla luce i due bambini, purtroppo con serie complicazioni. Il polmone destro di Andrea non si era aperto; fecero entrambi

San Rocco dedicato ad Andrea Quest’anno la festa di S.Rocco si è aperta con un concerto di quattro cori brendolani in onore di Andrea Muraro e dell’associazione “A.R.C. I nostri figli” che Andrea frequenta da quando aveva 10 mesi. “Sottoporre i bambini a rischio a una visita neurologica presso il nostro centro entro il terzo mese di vita - spiega il fondatore dott.Mario Castagnini -, garantisce un miglior futuro a un bambino con problemi”. “Subito - racconta la mamma di Andrea - è stata dura perché il dottor Castagnini ci ha messo di fronte alla realtà, ma ora non sappiamo come ringraziarlo. Se ci fossimo rivolti a lui prima, forse Andrea ora starebbe meglio”. 1.123 euro è la somma raccolta al concerto per l’associazione.

tori Roberta e Dario Muraro - e Andrea si nutriva di più”. La felicità di aspettare un bambino fu tanta, in quell’autunno di otto anni fa. Dopo qualche controllo però si scoprì che la gravidanza era di tipo gemellare monocoriale biamniotica, che ha come particolarità il passaggio di sangue da un bambino ‘donatore’ all’altro ‘ricevente’ causando una differenza nella crescita dei due feti. Il donatore sarà piccolo e anemico e il ricevente grosso. “Vivevamo nella speranza che tutto si risolvesse - raccontano i genitori -. Andrea cresceva normalmente, mentre Mar-

una peritonite e ad Andrea tagliarono anche 20 centimetri di intestino. ”Insomma, un vero incubo - continua papà Dario -. Dopo quattro mesi di incubatrice, Marco non ce l’ha più fatta. Arrivati a casa con Andrea, lo stato d’animo era contrastato: triste per la perdita di Marco e sereno per Andrea che già aveva sofferto abbastanza e stava bene”. L’aiuto dei nonni Giuseppina e Sergio è stato ed è tutt’ora fondamentale, perché Andrea è nato con disfunzioni muscolari nella coordinazione degli arti e delle parole. Il bambino ha però una buona comprensione ed è abbastanza veloce ad apprendere anche a scuola. Chiama mamma, papà e Sofia. Sì, perché oggi, la famiglia Muraro ha una bella notizia da dare. “All’inizio - conclude Roberta - non volevo più sentire parlare di gravidanze, ma ora sono di nuovo in attesa. Arriverà Sofia. Avevo paura, ma per fortuna i controlli dicono che la bambina è sana e cresce regolarmente. Dal mese prossimo Andrea non sarà più solo”.

Un corso di cucina

V

La mamma Roberta, la nonna Giuseppina, Andrea e papĂ  Dario Corriere Vicentino |

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olete seguire le orme di “Benedetta Parodi”? La Pro Loco di Brendola organizza “Cucina con Mario”. Un corso con l’esperto chef Mario Consagro che insegnerà i segreti per piatti creativi e dal gusto indimenticabile riscoprendo la cucina tradizionale. Le serate si terranno presso la sede Fidas, di fianco le scuole elementari, il 29 marzo con “Antipasti di Pasqua” e il 18 aprile con “La pasta fatta in casa”. Per info e iscrizioni rivolgersi in Pro Loco.


m o n t e b e ll o

Ilaria riapre la biblioteca di federico gobetti

F

inalmente la biblioteca riapre al pubblico. La storia la conosciamo tutti: il concorso per il posto da bibliotecario era stato vinto da Simone Vettore, il quale aveva iniziato a prestare servizio per qualche mese. La seconda classificata però, Ilaria Colasanti, fece ricorso sostenendo che il posto sarebbe toccato a lei per una questione di graduatoria. Ricorsi dopo ricorsi, la sentenza è arrivata: Ilaria, 33 anni di Malo laureata in conservazione dei beni culturali, ora è la nuova bibliotecaria del paese. “Ho lavorato per quasi 10 anni nelle biblioteche. Prima come assistente alla biblioteca di storia dell’università di Padova, poi tre anni a Montegalda, poi a San Vito e anche a Valdagno”.

Conoscevi già Montebello? “Solo come zona di passaggio. Ora mi sto ambientando e sto prendendo i contatti con le persone, le associazioni culturali, i gruppi...”. Come ti sembra la biblioteca? “Piccola, ma veramente ben fornita. C’è molto materiale di qualità”. Hai già progetti in mente? “Sì, voglio avvicinare i ragazzi delle scuole alla lettura. Sto organizzando, con l’aiuto del Comune, uno spettacolo teatrale con la compagnia “Pappamondo” di Brendola durante il quale saranno recitate ai ragazzi storie della tra-

dizione in chiave moderna. Poi in occasione della giornata mondiale del libro (il 23 aprile, ndr) stiamo organizzando una settimana a tema, con un concerto per arpa accompagnato da un reading di testi letterari e un’uscita per i più piccoli con la compagnia “Le fate per gioco” che intratterrà i bambini con giochi e animazioni. Il tutto accompagnato da alcune letture all’aria aperta. Infine vorrei portare avanti l’attività “Nati per leggere” per promuove la lettura nei bambini in età prescolare”. Lasciamo Ilaria con un consiglio: preparati, perché i montebellani sono da un anno in astinenza di libri!

montorso

Un piano di emergenza D opo una lunga fase di preparazione, il nuovo Piano di Protezione Civile di Montorso è pronto. Quali sono le problematiche? Montorso - spiega AntonioTonello assessore alla Protezione civile - sorge tra i torrenti Chiampo e Guà con un rischio alluvioni alto per la parte della pianura; per la zona collinare, invece, il problema sono le frane. PerchÊ serve un nuovo piano?

Ci è stato chiesto dalla Provincia, ma soprattutto perché a Montorso non c’è mai stato un piano che organizzi tutte le forze in campo per l’emergenza e c’era quindi la necessità di strutturare i vari gruppi volontari. La Provincia che ruolo ha? Ha contribuito finanziariamente e ci dato poi il nullaosta finale quando l’abbiamo presentato. Avete avuto emergenze di recente? No, per fortuna, ma in passato abbia-

mo avuto piccole alluvioni in zona Rogge e diverse frane, tra cui una risanata dalla Regione. Quali soluzioni sono state trovate? Due gli aspetti importanti del nuovo piano: l’aver identificato le squadre che avranno compito di intervento e le aree in cui riunire la popolazione in caso di emergenza. Saranno quattro: Villa da Porto, la zona dietro le scuole medie, l’area artigianale e la zona agricola di Rogge. r.c


zermeghedo

Il battistero ritrovato di roberta costantini

P

er un secolo è stato il battistero dove tutti i neonati del paese venivano battezzati. Poi, negli anni ‘70, è stato prima relegato in una stanzetta della chiesa e poi dimenticato. Finché, in un giorno di pulizia, è stato ritrovato e oggi il battistero fa bella mostra di sé sull’altarino a destra della navata centrale, fresco di “re-inaugurazione”. Don Lino, come ci si può dimenticare di un battistero? Io all’epoca non c’ero, ma so che è stato spostato per installare un presepe fisso; la vasca in un primo momento è stata nascosta dietro il presepe e poi messa addirittura all’esterno.

Il coperchio invece? L’abbiamo trovato in una stanzetta adibita a ripostiglio che stavamo riordinando. Non abbiamo capito subito cosa fosse. Quindi, cosa avete fatto? Abbiamo deciso di rimetterlo a nuovo ricorrendo alle singole abilità degli “Amici del presepe”, una ventina di persone co-autrici dell’impresa. Altra storia invece per il coperchio. Perché? Essendo in rame e lavorato con

uno stile tipico di 150 anni fa, è stato necessario chiedere aiuto ad un artigiano che l’ha portato a nuova vita. Avete ricevuto finanziamenti? Tanti aiuti pratici e concreti dai membri degli “Amici del presepe” e alcune donazioni anonime. Avete già battezzato qualche bambino? Non ancora, ma domenica 25 marzo due bambini saranno i primi a ricevere il sacramento nel nuovo battistero.

g a m b e ll a r a

I 100 anni di gemma

Gemma con la figlia Dionisia CorĂ 

G

emma Cristoferi il 2 aprile compirà 100 anni. Seduta sulla sua poltrona, bastone a lato e tazza di caffelatte in mano, ci ha raccontato del suo secolo di vita: dai 30 anni di lavoro dai Zonin all’unica foto con il marito, fino alla passione per lo scrivere in corsivo. Il tutto con un occhio puntato

all’orologio perché “alle 18.45 inizia l’Eredità”! Di questi 100 anni, cosa le è rimasto? I tanti anni di lavoro fatto come operaia alla cantina Zonin. Mio marito è morto dopo cinque anni di nozze, lasciandomi da sola con due figlie. Sono stati anni duri. Ha qualche foto del giorno del matrimonio? No, l’unica che ho con lui è prima delle nozze. Quella volta un’amica mi ha prestato un tailleur beige e un foulard per i capelli. Ha avuto altri amori dopo di lui? No, lui mi ha portato via tutto. D’allora non ho messo più piede in paese. Nessuna sagra né festa, fatta eccezione per la messa della domenica. Perché? Dovevo lavorare. Pensi che andavo Corriere Vicentino |

53 | Ovest Vicentino

nei campi già a 10 anni e portavo poi al pascolo i muli con mio fratello. E la scuola? Quale scuola? Non ci sono mai andata. Ho imparato da sola a leggere e a scrivere. Solo in corsivo, però. Niente stampatello quindi? Quando vado alla visita oculistica, il dottore pensa sempre che ritardi nella risposta perché non ci vedo. La verità è che non so riconoscere le lettere. Ora vive con sua figlia, cosa le manca della sua vecchia casa? Volevo portarmi le lenzuola del corredo ma mia figlia non ha voluto. Dice che ne ha già abbastanza di lenzuola, qui. Come passa le sue giornate? Scrivo lettere a una mia nipote di 96 anni e poi guardo “l’Eredità”; se la perdo, mi dispiace. Anzi, che ore sono? r.c.



Speciale

526^ Fiera di Lonigo V

enerdì 23 marzo si apre la 526^ Fiera di Lonigo, un’esplosione di manifestazioni, incontri ed esposizioni che portano in campo la vitalità economica, culturale e ricreativa dell’area Berica e non solo. 4 le giornate: 23 - 26 marzo 325 gli espositori 14 settore auto 14 per la gastromonia 89 per l’agricoltura 60 per l’edilizia 148 aziende di artigianato, commercio e servizi all’interno del padiglione Il Parco Ippodromo sarà il cuore della tradizionale Fiera. Percorrendolo in tutta la sua lunghezza entrando dal cancello su via Roma avremo modo di incontrare le proposte per il giardinaggio e il tempo libero. Stand di vario genere continueranno lungo il braccio

che porta su via Oberdan. Nello stessa area del parco, un tragitto a forma di elle collegherà i due tronconi ospitando le proposte del settore edile. Camminando poi attraverso il parco per raggiungere via Zara, si potranno visitare le proposte degli stand dedicati ai prodotti della terra leoniceni. Come il 14° Salone della Meccanizzazione integrale e sostenibilità in Viticoltura, organizzato dall’Istituto Tecnico Agrario “A. Trentin” di Lonigo e cantine Collis Veneto Wine Group. L’Istituto inoltre coglierà l’occasione di queste giornate di fiera per presentare il suo nuovo corso di studi in viticoltura ed enologia. A fianco sarà lo scrigno della 12ª mostra mercato L’oro della Terra Leonicena. Vini e prodotti tipici tradizionali locali e DE.CO del territorio in collaborazione con Coldiretti

Vicenza, saranno presentati per conoscerne la qualità e il percorso di valorizzazione che stanno seguendo. Dal mandorlato De.Co di Lonigo, al pisello nano dei colli di Lonigo, dai salumi De.Co di Lonigo al riso di Bagnolo. Artigianato, commercio, servizi e due aree enogastronomiche si distribuiranno all’interno del padiglione dando forma alla 27^ Fiera Campionaria. Un percorso ordinato permetterà di venire a contatto con le più diverse offerte dedicate alla casa, ai servizi, al volontariato... Tutto intorno il settore agricolo, in un abbraccio circolare che dà spazio ad un motore importante dell’economia berica. Dal 23 al 24 marzo il parco Ippodromo sarà così un vasta esposizione: artigianato, commercio, agricoltura, zootecnia, macchine e attrezzi agricoli,


Padiglione Artiginato Commercio e Servizi

ADI Associazione Diritto Informazione Stand A88

Anffas Onlus Basso Vicentino Stand B36

A.L. Impianti Elettrici Stand B30

Laita è un luogo magico, ricco di storia, di cultura, di sapori antichi. www.laita.it info@laita.it 0444/429618 333/7229932 340/5935057

Il ristorante propone i prodotti del territorio, seguendo la stagionalitĂ  fra tradizione e innovazione. SpecialitĂ  menĂš a base di sole lumache In gelateria/bruschetteria, gelati naturali solo con prodotti freschi e bruschette con le eccellenze del territorio


boschive da giardinaggio, macchine edilizia e tempo libero e farà emergere lo spirito che anima da anni l’appuntamento. “L’obiettivo della manifestazione commenta il consigliere comunale Luca Piccotin - è dare spazio alle nostre imprese, al loro lavoro e al loro impegno soprattutto in un momento critico come quello che stiamo vivendo oggi”.

Lonigo non sarà però solo Ippodromo - centrica.

Sarà anche le piazze, la sala Borsa aperta nella sua stanza migliore, le vie del centro. Piazza Garibaldi ospiterà: “La casa che risparmia”, esposizione di materiali e tecniche di risparmio energetico sostenibile; “Sapori da gustare”, laboratorio di pasta fresca all’uovo, panificazione e prodotti tipici artigianali, a cura di Confartigianato Vicenza - Mandamento di Lonigo; il Giardino in piazza con “Il tuo giardino… uno spazio da vivere”. Piazza Matteotti Giardini Pisani: non mancherà lo Stand della birra e prodotti tipici bavaresi della città tedesca gemellata di Abensberg. Piazza IV Novembre, piazza Garibaldi e via Garibaldi: saranno una lunga esposizione di veicoli industriali, autovetture e moto.

A.L impianti elettrici di Asnicar Luca via Motti, 33 - 36050 Montorso (Vi) - 347 7195723 www.al-impiantielettrici.it - stand B30 Azienda di impiantistica elettrica, ultimamente la sua attenzione è totalmente rivolta agli impianti fotovoltaici perchÊ sistemi sempre piÚ richiesti e per i quali serve una attenta preparazione. Nel loro stand sarà possibile chiedere informazioni su costi e modalità di realizzazione, sarà visibile un pannello e un video dimostrativo esporrà tutte le varie fasi di montaggio e di funzionamento.

ANFFAS Onlus Basso Vicentino via Fiume, 37 - 36045 Lonigo (Vi) - 0444 833855

stand B36

Anffas è una associazione che segue persone con disabilità. Il gruppo basso Vicentino è sul territorio da trent’anni e, nonostante situazione economica difficile si rifletta anche sull’associazione, operatori e volontari continuano nel loro servizio di assistenza e lavoro. La realtà conta su 73 soci, un centro diurno con 43 assistiti e una comunità alloggio che ospita 13 ragazzi. Nello stand saranno esposti i lavori realizzati nei loro laboratori: biglietti, bomboniere...

ADI Associazione Diritto d’Informazione piazza Carli, 41 - 36075 Montecchio Maggiore (Vi) 0444 499362

stand A88

L’obietivo dell’associazione è fornire ai propri iscritti alcuni servizi specifici per rappresentare e tutelare gli interessi di tutti gli utenti nei confronti di enti o uffici pubblici. Attualmente si sta interessando di disdette Canone tv. In collaborazione poi con professionisti offre vari servizi per dichiarazione dei redditi, garanzia legale, contratti d’acquisto... Andare in fiera è un’occasione per avere informazioni sul loro impegno.

Piazza San Marco: l’Associazione Gruppo Alpini Lonigo sarà presente con lo stand di vini e prodotti tipici del nostro territorio accompagnati da un presidio medico avanzato della Protezione Civile ANA con la collaborazione della Croce Rossa Italiana. Piazzale Tonelato: luci, colori e musica inviteranno al classico giro in giostra nel grande Luna Park.

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Via Roma

Ippodromo - area scoperta Edilizia e Tempo libero, Verde e Arredo Giardino

Edili Parco giochi

Centro Ippodromo

E-nergia rinnovabile Stand 3

Via Oberdan

Frison Edilizia Stand 76

Fer-Garden Stand 75

L’albero bello Stand 64

DA ALESSIA ORTOFRUTTA di Mattarello Alessia

Piazza Mercato, 25 36024 P. Nanto tel. 0444 638288

FRUTTA E VERDURA FRESCA TUTTI I GIORNI. SI ACCETTANO PRENOTAZIONI CESTI per festa della mamma e Pasqua


Via Del Mercato, via Ognibene, piazza XX Settembre e via Garibaldi: saranno Il Borgo degli Artisti, mercatino dell’hobbistica e biologico con l’esposizione e la vendita di prodotti diversi.

Un programma che va oltre a lunedĂŹ 26 marzo e che ha in serbo altri inviti per

disperdere gli echi dell’appuntamento 2012. Sarà la mostra di Palazzo Pisani a continuare fino al 1° aprile, “Novecento e oltre” mostra artistica a cura di M.V. Eventi con opere di G. De Chirico, C. Carrà, M. Cascella, R. Guttuso, E. Scanavino, M. Schifano, S. Chia. Il teatro entrerà in scena venerdì 27 aprile e Ottavia Piccolo nel testo di prosa “L’Arte del dubbio” il 2000 di Gianrico Carofiglio adattato da Stefano Massini. Il 1° aprile si terrà il 4° Trofeo Città di Lonigo, la gara di pesca alla trota nel fiume Guà organizzata da Amo Club Lonigo & A.P.S. Aureliana. A chiudere, sempre le vesti nobili del Teatro Comunale con lunedì 9 aprile e Natalino Balasso in “Rusteghi - i nemici della Civiltà “ il ‘700 di Carlo Goldoni rivisto da Gabriele Vacis.

INAUGURAZIONI

E-nergia Rinnovabile srl via Giaretta, 1 - 37047 San Bonifacio (Vr) - 045 2055900 Filiale di Castelfranco Veneto (Tv), via San Pio X°, 81 n. verde: 800946396 - stand 3 L’azienda si occupa di impianti fotovoltaici e di riqualificazione energetica degli edifici abitativi per portarli in classe A e B rendendo el abitazioni più efficienti nel risparmio. In fiera sarà presente con un pannello fotovoltaico dimostrativo e esempio murario che evidenzia un sistema di isolamento termico.

Fer-Garden Srl via dei fiori, 7/A - 36040 Meledo di Sarego (Vi) - 0444 440085 www.fer-garden.it - stand 75 In fiera ci saranno recinzioni esterne, complementi d’arredo interni ed esterni per il giardino in ferro battuto, esempi di sistemazioni e manutenzioni murarie, per combattere muffa e umidità, di ristrutturazione tetti e potature alberi ad alto fusto. Tutto questo è possibile grazie ad una dotazione di macchinari, attrezzature e un servizio gru che permettono di rispondere alle varie esigenze di intervento in giardino e alla casa.

L’albero bello di Acerra Luca via Saviabona, 113/E - 36010 Monticello Conte Otto (Vi) 0444 945533 - www.alberobellogiochi.it - stand 64 Un negozio di giocattoli speciale, dedicato al modellismo di materiale agricolo. Specializzati in trattori e ricambi, un gazebo di sei metri per tre ospiterà trattori, accessori e ricambi. Tanti i marchi presenti: Bruder, Sicu, Ros, Schugo, Weise-Toys, tra i più importanti.

Sabato 24 marzo 2012 Ore 10.00 - ritrovo in piazza Garibaldi: inizio sfilata dei cavalli e delle carrozze. Ore 10.15 - piazza Garibaldi, Inaugurazione: “La casa che risparmia” - Spazio Espositivo - Esposizione di materiali, tecniche costruttive, relativi al risparmio energetico. ore 10.30 - piazza Matteotti: inaugurazione stand della birra e prodotti bavaresi della città gemellata di Abensberg. ore 11.00 - Parco Ippodromo Comunale: inaugurazione 27ª Fiera Campionaria.

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Ippodromo - area scoperta Agricoli

Padiglione

Centro Ippodromo Bar L’oro della terra leonicena Salone viticoltura

Gonzato Stand 17

Piazza IV Novembre Auto e veicoli industriali

Zarpellon Veicoli industriali Stand 19-20

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Inaugurazione 12ª Mostra Mercato “L’Oro della Terra Leonicena”; Inaugurazione 14° Salone della Meccanizzazione Integrale e sostenibilità in viticoltura. 23-26 marzo: Città aperta alle visite Dal 23 al 26 marzo - Mostra di pittura collettiva a cura dell’Ass.ne Artistica “Arslibera” nei locali ex Bar Borsa in Piazza Garibaldi. Il 24 marzo (dalle ore 17.00 alle ore 19.00 e dalle ore 20.30 alle ore 23.00) e il 25 marzo (dalle ore 17.00 alle ore 19.00 e dalle ore 20.30 alle ore 23.00) sarà possibile visitare il Torrione e gustare la vista dall’alto di una Lonigo invasa da colori e da un formicolio di persone in visita. Il 24 marzo (pomeriggio) e il 25 marzo (mattina) il fiume Guà sarà protagonista. Prove libere di pesca alla trota e dimostrazione di pesca mosca organizzata da Amo Club Lonigo. Dal 24 al 26 marzo, inoltre, l’Amo Club Lonigo terrà aperto al secondo piano di Palazzo Pisani in piazza Garibaldi e organizza visite guidate al museo della pesca. Il 24 marzo (dalle ore 21.00 alle orw 24.00) concerto degli “Acoustic noise project” genere rock acustico anni ‘60/70 presso lo stand di Abensberg, in piazza Matteotti e ai Giardini Pisani. Dal 24 al 26 marzo sempre nei locali ex Bar Borsa in Piazza Garibaldi mostra di piante grasse organizzata dall’Istituto Tecnico Agrario “A. Trentin” di Lonigo. Il 24 e il 25 marzo nel cortile interno del negozio Dr. Dalla Grana Enrico in Via Roma, mostra Bonsai a cura di Ilario Dresseno e Benito Bertola. Il 25 marzo (dalle ore 9.00 alle ore 12.00) sarà possibile visitare anche il campanile della chiesa vecchia e sede della Scuola Campanaria Leonicena.

Sede : Via M. Pertica, 52 - 36022 CASSOLA (Vi) Tel. +39 0424.513114 info@zarpellonveicoli.it

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Area beri ca

lonigo

Quando il vino dĂ  i numeri di lino zonin

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Noventa In giro per il mercato

Sossano Bufera sul biogas

Orgiano SĂŹ alla cava in cambio di... Val liona Il Comune prepara le valigie? barbarano Vandalismo tra cause e rimedi

Albettone Rinasce la Colombara nanto Internet in piazza e a costo zero

U

ndici milioni e mezzo di quintali di uva dovrebbero bastare per la sete dei veneti, degli italiani e degli abitanti delle altre nazioni nelle quali la nostra regione continua ad esportare vino. La vendemmia 2011 si è confermata nella quantità (11,5 milioni di quintali in tutto il Veneto, in linea, appunto, con l’annata precedente) ma si annuncia ancora migliore per la qualità, grazie a un favorevole andamento climatico. Il dato è stato comunicato dagli esperti radunati alla Cantina dei Colli Berici di Lonigo da “Veneto Agricoltura” per fare il punto della situazione. L’agenzia regionale sta monitorando con attenzione l’andamento del comparto, ritenuto - a ragione - uno dei più interessanti e redditizi tra le varie attività economiche del Veneto. È proprio grazie all’esistenza di uno schedario elettronico aggiornato puntualmente con le informazioni fornite dai viticoltori che è possibile conoscere la consistenza del patrimonio vitivinicolo e intervenire in maniera efficace per scongiurare i pericoli e ottimizzare le risorse. Tornando alla vendemmia dello scorso anno, è interessante valutare la divisione per provincia della produzione: in testa resta Treviso con 4,7 milioni di quintali, seguita da Verona con 4,3. Vicenza si assesta al terzo posto con poco più di un milione di quintali. La tendenza si conferma anche nei numeri relativi all’esportazione nel 2010, settore che si conferma in grande crescita: dal 2005 il fatturato è

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raddoppiato passando da 800 a 1.600 milioni di euro. In questo caso a farla da padrone tra le provincie è Verona, che con i suoi grandi marchi dell’Amarone e del Soave si aggiudica il 56% dell’esportazione totale. Treviso e il suo prosecco sono secondi con il 23% e Vicenza è solo quarta con appena il 6%. Un dato che stimola i nostri viticoltori a trovare un prodotto in grado di interessare i consumatori esteri e acquisire così nuove quote di mercato.


CAMBIO DELLA GUARDIA NEL CDA DI COLLIS In occasione del convegno ha fatto la prima uscita ufficiale il nuovo presidente di “Collis Veneto Wine Group”, la holding con sede a Monteforte d’Alpone di cui la cooperativa leonicena fa parte. Si tratta di Pietro Zambon, da un anno alla guida della cantina sociale leonicena e ora al vertice anche dell’azienda costituita nel 2008 con la fusione tra la Colli Berici e la Cantina di Colognola ai Colli. Sposato e padre di tre figlie, originario di Sarego, Pietro Zambon si è dedicato alla viticoltura per passione, lasciando una carriera avviata prima come tecnico progettista, poi come addetto commerciale in una multinazionale giapponese del settore metalmeccanico. “Sono sempre stato un convinto sostenitore della cooperazione, perché credo che restando uniti si vince – afferma il neopresidente -. Questo vale a maggior ragione per le cantine sociali, che solo consociandosi possono

cogliere l’occasione per compiere un salto di qualità. Anche per questo ringrazio i miei predecessori, che hanno saputo fare le scelte giuste anche a fronte di qualche fase non semplice

Consociadosi le cantine possono fare il salto di qualità del processo di aggregazione”. “Nei tre anni di mandato che sto per affrontare – conclude Zambon – intendo porre al centro della mia azione la figura dei soci, ai quali cercherò di dimostrare concretamente la validità della scelta associativa operata nel 2008. Il gruppo di 3.000 coltivatori creato con la fusione è in grado di garantire una redditività più costante e di affrontare con efficacia le incognite del mercato”.

NUOVO INDIRIZZO ALL’ITAS Per finire questa carrellata sulla viticoltura berica, una buona notizia: dal prossimo settembre all’Istituto tecnico agrario Trentin prenderà avvio il primo corso del nuovo indirizzo di studi dedicato a viticoltura ed enologia. “È un’importante attribuzione che prende atto della vocazione alla coltura della vite e alla produzione di vino presente nel nostro territorio - commenta il dirigente scolastico Giuseppe Rossetto -. Sono certo che i giovani del comprensorio nel quale il nostro istituto attinge per le iscrizioni vorranno approfittare di questa buona opportunità”. Oggi l’unica scuola veneta a offrire la qualifica di enotecnico si trova a Conegliano. Per ottenerla, lo studente del Trentin che avrà completato il ciclo quinquennale di studi dovrà frequentare un sesto anno di specializzazione. La direzione dell’istituto leoniceno conta di ottenere a breve questa ulteriore assegnazione.

11,5 I quintali d’uva della vendemmia 2011 complesivamente raccolti in Veneto.

3° posto Con 1 milione di quintali Vicenza è al 3° posto per la produzione, dopo Treviso e Verona.

4° posto Con il 6% dell’esportazione del Veneto, Vicenza si classifica 4ª. Prima Verona con i vini Soave e Amarone.

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lonigo

Gli “Annuari del Ceretta” di lino zonin

I

l primo gennaio del 1999 a Lonigo il tempo era nuvoloso, temperatura minima 5 gradi, massima 9. Un inverno tiepido: per incontrare la caliverna si è dovuto attendere il 29 del mese. Il 19 settembre del 2005, invece, cielo sereno, luna piena e temperatura tra 11 e 19 gradi. Nel 2004, la cicala ha cantato per la prima volta il 7 luglio, giornata calda, con 30 gradi di massima. Nel 2007, le ultime foglie del moraro sono cadute il giorno di santa Lucia. E martedÏ 11 settembre del 2001, data fatidica,

a Lonigo il cielo era sereno come a New York, la temperatura di 25 gradi e in campagna, naturalmente, si stava vendemmiando. Quelli che avete letto fin qui sono tutti dati certi, storicamente verificabili consultando le “cronache meteorologiche, meteorognostiche e meteoropatiche” di Dario Ceretta. Sì, perché questo simpatico ferroviere in pensione che vive in una fattoria

nella zona di Santa Marina registra ogni giorno da 13 anni tutto quello che succede a Lonigo. Innanzi tutto la temperatura della notte e quella massima del giorno e poi lo stato del cielo, i millimetri di pioggia caduta, le mutazioni stagionali, il passaggio degli uccelli, i fatti di interesse pubblico e privato. “Tutto è iniziato dalla mia passione per la caccia racconta Dario – Seguivo l’andamento delle migrazioni e ho cercato di

C

abbinare i movimenti dei volatili ai cambiamenti climatici segnando sul calendario le temperature e i principali eventi meteorologici. Poi ci ho preso gusto e i miei calendari si sono affollati sul chiodo della cantina”. Naturalmente Dario possiede la necessaria attrezzatura. “Oddio, è una stazione di rilevazione un po’ contadina ma dentro c’è tutto quello che serve: il termometro che rileva minima e massima, un congegno per trasmettere i dati all’interno e non bagnarsi se piove e, appunto se piove, un piccolo igrometro che segna i millimetri di acqua caduti. Niente di molto tecnologico ma una memoria sicura, verificata direttamente, di quello che è capitato”. Essendo in campagna, sfogliamo gli ”Annuari del Ceretta” in cerca delle grandinate: l’anno nero è il 2004, con una prima bastonata al 6 di luglio e un ripasso ancora peggiore il 16 settembre, quando per portare via la grandine dal centro di Lonigo ci vollero le ruspe. Il 17 giugno del 2005, striscia tra Bagnolo e Spessa, risparmiata Santa Marina. Sul fronte privato, riveliamo una sola indiscrezione: 5 ottobre 2000, compleanno n. 50, smesso di fumare. E siccome il dato è ufficiale, da allora Dario non ha più toccato una sigaretta.

Serrande alzate al Borsa

hissà quando il Borsa, chiuso da molti anni, tornerà ad essere il centro della vita sociale leonicena. Intanto, in attesa che si faccia avanti qualcuno per riaprire il bar, la sala centrale diventerà un punto di attrazione per le attività culturali. Si sono già tenute alcune mostre e altre iniziative, come incontri letterari, proiezioni di brevi filmati e rappresentazioni teatrali, verranno proposti durante l’estate. l.z.

Corriere Vicentino |

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lonigo

Fidas: sangue Giovane di stefano canola

C’

è sangue giovane nelle vene della Fidas Lonigo: nel corso del 2011 sono stati 90 i nuovi donatori che si sono aggiunti al gruppo, in buona parte diciottenni

si sono sottoposti alle visite e ai prelievi necessari per l’idoneità. Prossimamente il programma si estenderà anche al Liceo Pavoni”. Eclatante anche il numero delle donazioni, che ha superato proprio sotto Natale quota 1000: nel 2010 erano 100 di meno, nel 2005 meno della metà. “Tutto questo senza esprimere appieno il poten-

I NUMERI DEL 2011 Soci donatori

735

Donatori attivi

670

Nuovi donatori

90

reclutati nelle scuole superiori della città. “Andare a parlare con gli studenti, come facciamo da tempo spiegando l’importanza di questo atto di generosità, è stato fondamentale per la crescita della nostra associazione – raccontano a una voce il nuovo presidente Giuliano Brun e il suo predecessore Dario Palladin, che ha ceduto il testimone dopo due mandati. – All’IPSIA Sartori, all’ITC Rosselli, all’ITAS Trentin abbiamo trovato grande entusiasmo, che si è tradotto in decine di adesioni: l’ultima ondata nel gennaio 2012, 40 ragazzi di quinta

S

un aumento dei giorni a disposizione, perché l’efficienza del personale è già a livello alto e molte sono le poltrone a disposizione per i prelievi. Nel 2012, oltre al mattino del venerdì, continuerà l’apertura il quarto sabato del mese con l’aiuto della Fidas provinciale e sei martedì nel corso dell’anno, in via sperimentale, concordati con l’Ulss 5. Un altro piccolo passo avanti”. Di sicuro non frequentano il centro trasfusionale i vandali che hanno ripetutamente messo fuori uso la cassetta raccogli adesioni in piazza Garibaldi. Non mancano per fortuna altre forme di contatto col territorio, dalle uscite domenicali al sito internet, all’apprezzato calendario. Per i soci e le loro famiglie, importanti occasioni per stare insieme sono le gite e le assemblee.

Donazioni

1.003

Rapporto donazioni/ donatori attivi

1,5

ziale del gruppo, come testimonia il rapporto tra donazioni e donatori attivi: è a 1,5, puntiamo ad arrivare a 1,8 – continua il presidente Brun. – Questo passa necessariamente per

Nuove localitĂ  in cittĂ 

arà capitato ai clienti di Trenitalia di trovare lungo la strada che conduce alla ferrovia il seguente cartello: “Trasegno (località di Lonigo)”. Di cosa si tratta? Dal Comune spiegano che questo cartello, come altri in fase di posizionamento, indicano l’inizio di un centro abitato. “Il Codice della strada - ci precisa il vice istruttore della Polizia municipale di Lonigo Steccanella - prevede che i centri abitati siano segnalati in modo che i cittadini sappiano che in queste zone sono tenuti al rispetto di una serie di obblighi, uno per tutti il limite di velocità dei 50 chilometri orari”. s.m.

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Sistemare il circolo

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na proposta concreta per riqualificare il parco Ippodromo è stata presentata in Comune da un gruppo di cittadini, preoccupati per le sorti di molte delle piante che formano lo spazio verde urbano più importante della città. Tra le varie idee, quella di invitare i leoniceni ad “adottare” un pianta sborsando una cifra che consentirà di ammortizzare la spesa, stimata sui 120 mila euro. l.z.

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Cerimonia delle candele

urante la tradizionale “Cerimonia delle candele” organizzata dalla Fidapa di Lonigo sono state presentate le nuove iscritte all’associazione. “Sono ben 11, un vero record - commenta la presidente Loretta Doro –. Il nostro gruppo riesce a dare impulso alle adesioni e ci stimola a proporre sempre nuove iniziative”. L’ultima in ordine di tempo è una serie di conferenze sull’arte tenute a palazzo Pisani da Nicoletta Nicolin. l.z.

Un simbolo verde

“L

asciate il mondo migliore di come lo avete trovato”. Animati da questo motto di Baden Powel i gruppi scout CNGEI, AGESCI, MASCI di Lonigo, per la prima volta tutti assieme, e Montebello, in occasione della “Giornata del Pensiero” hanno piantumato due giovani piante di acero nel parco giochi di piazza 25 Aprile. Erano presenti anche il sindaco di Lonigo Boschetto e l’assessore Rebesan. s.m.

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sarego

Boom di podisti ma niente sponsor di giovanni salviati

U

n successo festoso di migliaia di persone che hanno invaso Sarego e i suoi bar, per poi arrampicarsi tutti insieme sulle sue colline. Si è inserita a pieno titolo nel circuito delle maggiori manifestazioni venete del genere, la terza edizione della marcia seraticense, dipanatasi per 7, 12 o 20 chilometri nella soleggiata mattina del 26 febbraio scorso. 4.000 iscritti, più di 100 volontari (provenienti soprattutto dalle file dell’Aido), diversi punti di ristoro lungo il percorso, e all’arrivo, una festa con musica, intrattenimento, carri mascherati e bancarelle. Sono i numeri e gli annessi dell’evento, che ha visto arrivare gruppi di marciatori della domenica

da Bergamo, Piacenza e Prato oltre che dalle province venete. “Abbiamo più che raddoppiato gli iscritti rispetto alle scorse edizioni”, informa l’organizzatore principale, Lodovico Lazzari del gruppo podistico “I Berici”, che è anche commissario tecnico provinciale della Federazione. “Sono accorsi 80 gruppi di podisti amatoriali aderenti alla Fiasp (Federazione italiana degli sport popolari), metà dei quali da fuori provincia. Una ragione per questo salto di iscritti rispetto agli anni precedenti c’è: quest’anno la marcia seraticense per nostra scelta ha sostituito quella di Brendola, attraendo molti dei suoi tradizionali aderenti. Abbiamo puntato su Sarego soprattutto per la bel-

lezza delle sue colline e la varietà dei percorsi”. Per il prossimo anno, sembra però di capire (gli organizzatori su questo non si sbilanciano), senza gli sponsor, mancati quest’anno, sarà difficile replicare il successo del 2012. Gli 8.000 euro di spese per l’organizzazione sono stati a malapena compensati dal costo dell’iscrizione, 2,5 euro, con 50


Lonigo

L centesimi che vanno di diritto alla Fiasp. La marcia, che ha avuto anche il patrocinio del Comune e la collaborazione organizzativa della “Pro Loco” di Sarego, si è snodata attraverso tragitti particolari, privati, con sosta alla “panoramicissima” villa Nicoli, alle Grotte e ha visto spiccare fra le altre la solidale partecipazione della brendolana Cristina Zantedeschi, atleta convocata ai prossimi campionati mondiali di supermaratona (100 Km). Un blando allenamento domenicale mattutino, per lei, questi 20 km di saliscendi in corsa.

La scuola in corsa per il Senato

a scuola media C. Ridolfi ha partecipato con successo al progetto-concorso promosso dal Senato della Repubblica dal titolo “Testimoni dei diritti”. Tra una ventina di scuole sparse un po’ in tutta Italia, la scuola leonicena, assieme ad altri cinque istituti, ha superato con successo la prima fase di selezione, basata anche sui risultati di una votazione avvenuta on line alla quale potevano partecipare tutti gli studenti. Quindi il 17 febbraio ha ricevuto la visita della senatrice Maria Pia Garavaglia che ha aperto ufficialmente i lavori. All’opera ragazzi delle classi seconde e il coro della scuola con la messa in scena di una rappresentazione teatrale dal titolo “Oliver Twister”, nonché di una serie di canti a tema e una produzione di disegni, attualmente in mostra nell’aula magna della scuola stessa. “I ragazzi sono contentissimi – commenta Cinzia Randon, una delle professoresse che ha curato il progetto - soprattutto per il viaggio a Roma del 20 aprile nel quale saremo ospiti a Palazzo Madama per presentare i nostri lavori.” s.m.


n o v e n ta

In giro per il Mercato di SILVIA MACULAN

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artedì mattina. La primavera è in arrivo. Il sole tiepido inizia a scaldare, ma ancora si avverte una lieve brezza frizzantina. Metto la sveglia alle 8 e mi avvio verso il mercato settimanale. Macchina fotografica in mano e la curiosità di capire chi, nonostante i centri commerciali e i mille negozi, frequenta ancora il tradizionale mercato. Antonietta, pensionata di Villaga risponde “con i tempi che corrono è l’unico modo per fare acquisti e comprare qualcosa ai nipotini. Vengo qui per un motivo: risparmiare”. Gloria, studentessa ventiduenne, spiega invece “amo la moda e accostare capi costosi e ricercati ad abiti più economici. Ecco un motivo per cui frequento il mercato e poi riesco a scovare anche qualcosa di originale”. “Io invece ho i miei banchi di fiducia, acquisto prodotti alimentari e mi faccio consigliare, com’era quando acquistavo nei tradizionali casolini”

afferma Paola di Campiglia dei Berici. “Sono un pensionato e questo è un momento di aggregazione con gli amici. Con la scusa di acquistare un pollo arrosto ed il giornale vado in giro un paio d’ore” racconta Lino.

Dopo l’ampliamento del 2005 con circa venti postazioni in più, la situazione è standard: ci sono 147 banchi. “Molti sub ingressi e cambi gestione negli ultimi anni - spiega Miriam Dresseno dell’Ufficio Commercio del Comune - anche se devo ammettere che nell’ultimo anno ho notato un fenomeno particolare in trent’anni che lavoro qui. Solitamente coloro che chiudevano hanno sempre cessato a terzi. Ho visto due o tre casi di cessazioni con rinuncia al posto, merito della crisi economica”. Alcuni dei banchi storici sono anti-

chissimi, il pescivendolo è presente dai primi del 900, mentre quello di calzature dal 1920. Non mancano naturalmente gli ambulanti stranieri: “Ce ne sono due dal Marocco, qualcuno dal Bangladesh e dal Pakistan e una ventina dalla Cina, anche se devo ammettere che nell’ultimo periodo c’è un ritorno agli italiani. Alcuni cinesi hanno rivenduto la loro attività” continua Dresseno. “Il nostro è tuttora uno dei più importanti mercati dell’Area Berica - sottolinea con soddisfazione l’assessore Simonetta Formenton -. Abbiamo fatto anche un intervento di riqualificazione di arredo urbano, sistemato la piazza e il corso Matteotti, creando un po’ di problemi anche agli operatori, che hanno dovuto convivere con i lavori in corso. Ma devo dire che ora ne stanno beneficiando tutti”.

Non sta andando nel migliore dei modi al mercato contadino che si tiene ogni prima domenica del mese. Inizialmente contava una decina di presenze, che nel tempo si sono dimezzate. “Abbiamo pensato di trasformarlo in un appuntamento settimanale e spostarlo al venerdì o sabato mattina. I produttori rivendono i loro prodotti e hanno un ricavo, allo stesso tempo i cittadini possono trovare un prodotto locale e sano ad un costo più basso - spiega l’Assessore Formenton - per questi motivi continuo a credere alla positività dell’iniziativa”.


L’unione fa la Scuola di SILVIA MACULAN

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l protocollo di intesa è stato finalmente firmato tra l’azienda SAF di Grancona e l’Istituto Da Vinci, ormai diventati un modello per le aziende e le scuole del territorio. In realtà si tratta di una collaborazione che è viva da anni e ora, con il beneplacito della Regione, della Provincia e del Comune, si è passati a un’ufficializzazione. Il progetto richiama la scuola al lavoro e prevede che gli studenti, con la donazione da parte della

SAF di due torni a controllo numerico, realizzino prodotti commissionati dall’azienda, che verranno successivamente commercializzati. Il prof. Massimo Loiacono spiega che “la scuola farà una parte della campionatura: si tratta di una procedura completa, dalla realizzazione alla certificazione del prodotto. È un vantaggio per l’azienda

che può così accettare piccole commissioni, ma anche per gli studenti che saranno formati e prontamente inseriti nel mondo lavoro, come è già avvenuto”. La scuola ha anche previsto un progetto di alternanza scuola lavoro: tutte le classi quarte, da maggio a luglio, faranno uno stage di 200 ore. “Ho vissuto le stesse espe-

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rienze di questi studenti sulla mia pelle e so che quello che si impara sui libri è spesso lontano da ciò che avviene nella pratica - si racconta Romano Aleardi, imprenditore e titolare dell’azienda SAF -. Vorrei essere un esempio anche per l’associazione industriali di cui faccio parte. Bisogna investire sui giovani e crederci. Questi ragazzi potranno essere inseriti direttamente nel mondo del lavoro senza bisogno di perdere tempo nella formazione, che è anche dispensiosa. Loro sono il futuro e l’Italia deve cambiare”.

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Tutta colpa di MILA di SILVIA MACULAN

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ualcuno di voi l’avrà già notata su un campo da volley, specie quando giocava nelle fila del Noventa, ma potreste anche avere una sua foto appesa al muro. Quest’atleta affermata, studentessa di chimica del restauro, nonché nipote del Vescovo di Padova, è l’unica vicentina del calendario Bellezze Venete 2012. Francesca Mattiazzo si racconta. La passione per la pallavolo quando è nata? Guardando i cartoni di Mila e Shiro... è li che ho imparato a fare il bagher! Ho iniziato a giocare in prima elementare. Da quanto tempo giochi nella Beng Rovigo? Questo è il secondo anno nella società. Come atleta ti fanno sentire sempre coccolata mettendoti a disposizione tempo e strutture. Inoltre la Beng sta riuscendo nel far apprezzare la pallavolo a Rovigo, città importante per il rugby. Le tue squadre precedenti? La mia squadra storica è il Top Volley di Ponso, paese in cui vivo, dove ho giocato fino a 5 anni fa. Pur avendo anche da giovane la possibilità di andare a giocare in società più prestigiose lontano da casa, ho sempre scelto di rimanere lì. Ci sono rimasta per tutte le promozioni fino alla serie C, poi la società di Noventa mi ha notata e mi ha dato fiducia ingaggiandomi per la B2. Il tuo sogno quando avevi 6 anni? Fare il chirurgo, passione che mi ha trasmesso mio padre che è dentista. Quando ero piccola mi faceva sempre

sfogliare i suoi atlanti di anatomia. Come ti vedi a 35 anni? Con una famiglia. Sono figlia unica e ne ho sempre sofferto quindi mi vedo con almeno due bambini.Vorrei riuscire a lavorare nel mondo dell’arte contemporanea... e non smettere mai di giocare.

È

Le tue passioni oltre alla pallavolo? Amo gli animali (ho tre cani) leggo moltissimo, scrivo e dipingo. E la carriera di modella? Com’è stato posare per un calendario? Interessante, anche se faticoso: tante ore in pose scomode per una sola foto.... Fino a un anno fa non avrei mai creduto di volerlo fare, ma mi è capitato, e poi, essendo donna, un po’ di vanità c’è. Visto il tuo fisico invidiabile, segui qualche dieta? No, anzi. Mi mantengo bene, complici tante ore di palestra e il metaboli metabolismo veloce ereditato da mio padre. Sei fidanzata? Si, da un anno e mezzo con Alessandro, un allenatore di pallavolo che ho conosciuto durante un provino in una squadra. Per nostra fortuna poi io ho scelto la Beng…

Una piazza a regola d’arte

stato approvato il progetto relativo ai lavori di completamento dell’arredo urbano di piazza IV Novembre. Sono previsti: copertura wifi di tutta la piazza, adeguata illuminazione anche nelle ore notturne grazie a dieci lampioni a due lanterne con palo in ghisa, panchine e cestini con posacenere in corrispondenza alle zone illuminate, fioriere in marmo e impianto di diffusione sonora sotto i portici delle barchesse in corrispondenza degli esercizi commerciali. La piazza avrà la stessa eleganza e lo stesso stile dell’adiacente Villa Barbarigo, e immaginiamo il suo fermento nella vita quotidiana: il mercato, le chiacchere dei cittadini, le sagre paesane, un luogo di incontro e di scambio. Noventa è parte anche dell’itinerario della Strada dei Vini dei Colli Berici e chi passerà da questa piazza potrà per un attimo respirarne l’aria di antico e ancora vitale centro produttivo agricolo. s.m.

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Il cimitero sarà a specchio ste sono già state consegnate ai proprietari, arredate con icone sacre e scritte e alcuni defunti sono già stati spostati all’interno delle proprie tombe - spiega l’assessore ai lavori pubblici Carmine Pasquale Coppola -. Un’altra parte importante dell’ampliamento consisterà nella realizzazione di circa 220 loculi, a ridosso delle spalle del vecchie cimitero. Sarà una costruzione a specchio. In questo modo si farà sparire anche la bruttura delle vecchie mura”. Anche la torre ossario sarà sistemata con i nuovi serramenti. Per la parte esterna i lavori procederanno con la creazione di nuovi parcheggi e la posa di panchine e piante ornamentali.

di silvia maculan

“È

una ruota che gira” hanno sempre detto le nostre nonne. Questo vale anche per la vita. È vero che l’età media si è allungata ma, visto l’aumento della popolazione, anche gli stessi cimiteri necessitano di ampliamenti. Quello che riguarda il camposanto ottocentesco di Noventa Vicentina è decisamente notevole. In questi anni della nuova amministrazione si è sentita la necessità di un grosso intervento. Dopo un bando di concorso è passato il progetto definitivo. “Al momento attuale sono già state ultimate 41 tombe di famiglia. Que-

sossano

Questione di Radici di federico tosato

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anno finalmente preso avvio i lavori per la nuova piazza – scelta dai cittadini, tra quelle proposte la scorsa estate – antistante il Museo Storia

Memoria di Colloredo. Insomma, tra qualche tempo anche gli abitanti della frazione potranno godere di un proprio centro “di rappresentanza”. Al fine di illustrare tempi, costi e modalità dell’opera, l’Amministrazione ha collocato un pannello informativo

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in dialetto veneto, che fa il paio con l’adesivo “Mi amo Sossan” distribuito ai bambini delle scuole. Assessore Trulla, la scelta del dialetto può prefigurare la volontà della maggioranza di disconoscere simbolicamente la lingua nazionale? “Certamente no, il nostro è soltanto il tentativo di far crescere l’interesse un po’ di chiunque, ma soprattutto dei giovani, nei riguardi di un paese complessivamente poco amato da chi lo abita, riconoscendo le proprie radici nel territorio. E poi confesso che a chiedermi di collocare nei cantieri pannelli in dialetto, non solo a Sossano, è sempre più spesso chi commissiona i lavori. Evidentemente l’idea non è così sgradita”.


sossano

Bufera sul biogas di federico tosato

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orniamo alla “questione biogas”, dopo che la Lega Nord ha incentrato un numero di “Dalla Liona alla Fossona” sul digestore criticando la posizione di Eleonora Girardi, consigliere di minoranza favorevole invece all’impianto. Committente della pubblicazione è l’assessore Loreno Caliaro. Assessore, era necessaria quella stampa? Sì, per informare i tanti che ancora, pur dopo gli incontri pubblici, credevano fosse la Lega a voler l’impianto. Non siamo contrari alle energie alternative, ma l’area scelta è la meno indicata, per motivi di sicurezza e di viabilità. Non è insinuante, più che informativo, il passaggio che dice: “Vi sembra un caso che comproprietaria dei terreni sia il consigliere di minoranza Girardi?” Beh, non è un segreto che la scelta della sede di impianti del genere, spesso abbia implicazioni politiche. Ma al posto di Girardi è presumibile che in molti avrebbero accettato la proposta dell’Agri.Capital.

Viva i Libri! di silvia maculan

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econdo i dati ISTAT a partire dal 2010 i lettori in Italia sono aumentati, anche se non siamo ancora agli stessi livelli degli altri stati europei. Cos’hanno pensato le insegnanti della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo Don Bosco? Ad un appuntamento annuale, di una

Girardi, però, è un consigliere comunale e ritengo incompatibile tale ruolo con quello di proprietario del terreno in oggetto. Se nella sua posizione ci fosse stato un membro del nostro gruppo, gli avremmo chiesto di dimettersi.

tempestivamente per un confronto, ma detto questo, ognuno, nel proprio privato e nel rispetto della legge, è libero di fare quel che crede. Un conto è l’attività privata, un altro è il ruolo di amministratore. Tra l’altro si allude alle amicizie politiche di Eleonora, che l’avrebbero favorita per la scelta del terreno; ha senso sospettarlo, considerato chi governa la Regione?”. Nel volantino ci si chiede se il capogruppo Bertola fosse davvero all’oscuro di tutto. Lo ero, sì, fino a quando il sindaco non mi ha informato della cosa nel 2010, anno fino al quale l’Amministrazione era favorevole alle centrali a biogas. Lo eravate anche voi. Sì, ma la nostra opinione è cambiata una volta constatato che l’impatto ambientale sarebbe eccessivo.

D’altro genere sono i pareri di Silvio Bertola e Alberto Cogo, che pure fanno parte dello stesso gruppo consigliare di Eleonora Girardi. “Quello leghista è un attacco che non può trovare giustificazione – iniziano i due –. A Eleonora e alla sua famiglia va tutta la nostra solidarietà. Avrebbe forse dovuto informarci più

Sulla questione Eleonara Girardi dichiara: “Il foglioè un attacco personale che colpisce pure la mia famiglia ed è questa la cosa che mi dispiace e che trovo scorretta. Ho ricevuto solidarietà anche dagli oppositori all’impianto; è la strategia comunicativa leghista a funzionare così, ma credo si rivelerà controproducente”.

settimana di lettura a lume di candela. Quest’anno il tema è stato “Che gusto c’è”, all’interno di un progetto più ampio sull’educazione alimentare Mangiati un libro. Dal 12 al 16 marzo le diverse classi si sono ritrovate in una sala di Villa Gazzetta per l’ora di lettura serale. Tutti i bambini seduti su dei cuscini accanto all’insegnante, ci hanno ricordato i filò di decenni fa nelle case di campagna. L’iniziativa è stata aperta anche ai genitori, nonni e fratelli: l’obiettivo infatti era quello di incentivare la lettura in famiglia. I bambini hanno partecipato con entusiasmo e a fine serata hanno ricevu-

to una marmellata e una bustina di miele per valorizzare l’importanza di una nutrizione sana. Quest’anno l’iniziativa è coincisa la mostra mercatino del libro e una percentuale del ricavato è stata donata alla scuola per l’ampliamento della biblioteca.

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SĂŹ alla cava in cambio di... di silvia maculan

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fine febbraio la notizia: Italcementi può riprendere il progetto di escavazione del monte di Orgiano/ Alonte con l’autorizzazione della Regione. “Abbiamo trovato una sorta di compromesso. La palla è balzata alla giunta regionale che ha preso la decisione definitiva. Noi abbiamo potuto solo prenderne atto e ora siamo nella fase di stipula delle convenzioni” spiega il sindaco Marco Zecchinato. Il percorso effettuato è stato duro ed ha visto momenti di contrapposizione e confronto tra l’amministrazione e l’azienda, ma prosegue il sindaco “ha portato ad un soddisfacente risultato per tutti: ognuno ha dovuto

sacrificare qualcosa per ottenere in cambio altro, senza pregiudicare gli obiettivi”. Rispetto al progetto del 2006, l’attuale volume è quasi dimezzato e consiste nell’estrazione in profondità, senza toccare il perimetro della cava esistente. “Abbiamo ottenuto vantaggi per la comunità- continua il Sindaco - cercando di ridurre l’impatto ambienta-

le e aumentando le garanzie e le sicurezze. E riceveremo anche una maggiorazione del contributo fissato per legge”. Sarà infine previsto un recupero a lotti nei prossimi vent’anni: ogni 5 anni verrà escavata e ripristinata un’area che poi potrà essere acquistata dal Comune. La garanzia infatti è la concreta possibilità di acquisire in maniera agevolata il lotto”.

L’edilizia si fa verde di silvia maculan

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mmaginiamo una casa di legno, immersa nel verde, illuminatissima e con vetrate. Ci stiamo proiettando nel futuro? O in qualche paese scandinavo? Fortunatamente no. Il Comune di Orgiano si sta muovendo su questo fronte, con due incontri avvenuti durante il mese di marzo. Cominciamo dal Piano casa regionale: l’Amministrazione l’ha applicato integralmente. Gli ampliamenti volumetrici verranno infatti consentiti, con installazioni di riqualifica dal punto di vista energe-

tico. Sono state però imposte alcune limitazioni al centro storico. Il Piano casa sarà applicato anche agli edifici oggetto di tutela, mantenendo però il carattere storico e culturale. Il piano regolatore comunale favorisce già le tecniche di edilizia sostenibile e per il futuro si tratta di mettere

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sempre più in pratica tecniche innovative, sostenibili con l’ambiente, per un confort e un miglioramento ambientali elevati. “Alcuni orgianesi hanno iniziato a costruire case passive a basso consumo energetico, di legno, utilizzando materiali della bioedilizia” spiega il Sindaco Zecchinato “Il nostro impegno sarà quello di incentivarle a livello comunale. Ad esempio tutti i nostri ultimi interventi, su scuole ed edifici pubblici, sono stati fatti secondo le tecniche della sostenibilità”.


Coop-Attiva: la Cooperazione fa scuola

La cooperazione entra nelle scuole non come materia di studio, bensĂŹ come pratica realizzazione di un modello di impresa.

di Arianna Lorenzetto L’iniziativa, denominata “Scuola CoopAttiva - la Cooperazione fa scuola ☺”, appartiene alla Fondazione delle BCC/ CRA della provincia che, con il supporto tecnico di Irecoop e di Confcooperative Treviso, ha proposto il modello cooperativo in vari istituti scolastici della provincia. In concreto i ragazzi, coordinati dagli insegnanti e con l’assistenza della Banca di Credito Cooperativo di riferimento, elaborano un progetto imprenditoriale e per realizzarlo costituiscono una ACS (Associazione Cooperativa Scolastica), con tanto di assemblea dei soci, statuto e consiglio di amministrazione; allo stato attuale si sono già costituite o sono in corso di costituzione undici ACS. Al termine dell’anno scolastico la società viene sciolta e gli utili restano alla scuola, a beneficio delle attività didattiche oppure vengono dati in beneficenza. (Così, per esempio, all’Istituto Tecnico “Ceccato” di Montecchio Maggiore la classe 4B, con l’assistenza della Cassa Rurale di Brendola, ha costituito una cooperativa per organizzare corsi per avvicinare gli anziani all’utilizzo del personal computer; mentre a Noventa Vicentina, l’Istituto Masotto, coordinato dalla BCC Vicentino Pojana Maggiore) sta sviluppando un progetto legato alla vendita di magliette. La Banca San Giorgio e Valle Agno sta invece affiancando alcune scuole di Thiene e di Bassano, così pure la BCC di Romano e

Santa Caterina sta operando su un’altra scuola di Bassano del Grappa. La BCC Campiglia ha coinvolto una scuola primaria di Ponte di Barbarano, mentre la Cassa Rurale di Roana sta organizzando un percorso con un Istituto Tecnico della sua zona di competenza. Così il Presidente della Fondazione BCC/CRA geom. Giancarlo Bersan: “Il nuovo progetto si pone l’obiettivo di diffondere la cultura d’impresa e far conoscere in particolare la formula della cooperativa e dell’impresa sociale nella scuola primaria e secondaria attraverso interventi mirati. L’opportunità per gli studenti di confrontarsi direttamente con chi opera sul campo e con chi vive quotidianamente l’esperienza cooperativa è fondamentale per capire le reali potenzialità e le caratteristiche peculiari di questo tipo di società. Le BCC della provincia sono direttamente coinvolte in questa iniziativa partecipando con i loro consulenti al percorso didattico, ma anche supportando concretamente la nascita di nuove ACS. Anche questo è un modo di fare cooperativa vicino al territorio e vicino alle nuove generazioni”.

Fondazione

BCC/CRA Vicenza


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Il segreto delle Supercarote di giovanni salviati

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angiare sano vuol dire anche mangiare “antico” e “locale”, con gli ultimi ritrovati più “puliti” ed efficienti della ricerca agronomica. Per tornare vitali ed energici. È per verificare questa strada che Alessandro Bellini è diventato contadino, nove anni fa, dopo un passato da operaio e commerciante. Lo incontriamo in tuta e trattore nella sua tenuta di Orgiano, all’imbocco della val Liona, che il venerdì pomeriggio, giorno di spaccio, è al centro di una specie di affollato pellegrinaggio. Arrivano anche da Milano a prendersi le sue verdure, dalle “supercarote” alle rape rosa, ai broccoli, ma anche i cerali. “La tenuta, una trentina di campi, è quella di mio padre, che poi si è ammalato a causa dei pesticidi e degli altri prodotti chimici che usava sui campi. Così ho deciso di diventare contadino per dimostrare che può esistere anche oggi un’agricoltura senza effetti collaterali, né sull’ambiente, né sull’uomo”. Che tipo di agricoltura pratica? Quella omeodinamica, con prodotti omeopatici che spruzzo nel terreno e sulle piante. E da poco ho iniziato in alcuni campi un altro tipo di trattamento, quello con i fertilizzanti micorizzati. Si tratta di funghi microscopici, che purificano il terreno dalle

passate contaminazioni, lo rendono piĂš fertile, e irrobustiscono la pianta, che cosĂŹ resiste da sola ai parassiti e produce frutti piĂš ricchi di sostanze nutritive. Ora sto provando, con risultati analoghi, anche una gamma di batteri, chiamati EM, che riprogrammano la flora positiva del terreno, trasformando le sostanze nocive in benefiche. Quali varietĂ  coltiva?

La mia è un’agricoltura omeodinamica Ortaggi come il cavolo bassanese, il broccolo tipo fiolaro, finocchi, verze bianche e rosse, porri, patate, che mi vengono saporite come quelle montane, radicchio bianco e rosso dal gusto inconfondibile. Poi erba medica,

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per la linea di carni di alta qualità di una catena di supermercati. Mi serve per ruotare le colture. Compreso il riposo del terreno, oggi raro. E poi coltivo cereali, dal farro a una varietà antica di frumento originaria del Veneto, che in zona ho solo io. Il nome? È un segreto aziendale. Come si misura la capacità nutrizionale dei suoi prodotti? In “orac”, unità di misura che oggi negli Stati Uniti è diffusa e conosciuta da molti. Più ce ne sono, più vitale (e antitumorale) è un alimento. In Veneto mi risulta ci sia un solo laboratorio, a Treviso, in grado di misurarli. Io non l’ho mai provato perché sono analisi che costano, ma si sa che frutta e verdura coltivata come faccio io contiene fino a cinque volte gli orac dei prodotti stantard. Quali sono i suoi clienti? Dai grossisti ai privati ai gruppi di acquisto solidale. Il sabato poi sono al mercato ortofrutticolo di Vicenza. La resa economica? A parte le micorizze, in generale il biologico costa. E poi c’è la manodopera. Per questo il futuro dell’agricoltura biologica è quello delle comunità, in cui più proprietari lavorino il terreno.

Guerra alla zanzara tigre

a guerra alla zanzara tigre è aperta. Il presidente dell’Unione dei Comuni del Basso Vicentino (Alonte, Asigliano Veneto, Orgiano e Pojana Maggiore), Marzo Zecchinato, ha inviato a tutti i cittadini la domanda di preventivo da consegnare entro il 31 marzo negli uffici tecnici dei diversi Comuni, per disinfestare le abitazioni e le aree pubbliche contigue. È un’opportunità per tutti i cittadini di ridurre l’incidenza del costo “a disinfestazione” e di ottenere un effetto sinergico tra le aree pubbliche e private, soprattutto se eseguite nello stesso periodo. s.m. Corriere Vicentino |

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Il Comune prepara Largo ai giovani le valigie? A S di Francesco meneghini

i preannunciano traslochi per le istituzioni comunali di Grancona. Il primo di marzo infatti il Consiglio comunale ha approvato in via provvisoria due importanti interventi in campo immobiliare: la messa in vendita della Casa delle Associazioni e l’acquisto della “Casa Zuccante”. Abbia-

mo incontrato il sindaco Antonio Mondardo per chiarire le intenzioni dell’Amministrazione e il destino delle numerose associazioni con sede nell’edificio messo in vendita. “Il progetto - spiega il Sindaco - è quello di ristrutturare “Casa Zuccante” e spostare al suo interno il Mu-

“M

nicipio e creare la nuova biblioteca comunale. E la vendita della Casa delle Associazioni? Per sbloccare i fondi regionali necessari per i lavori la normativa attuale ci impone di contenere l’indebitamento, quindi abbiamo messo in vendita l’immobile che ospita le associazioni. Vorrei precisare che si tratta di una misura ancora provvisoria. Quindi non c’è pericolo che le associazioni si ritrovino senza sede? Ovviamente no: qualora le compravendite andassero a buon fine l’edificio dell’attuale Municipio si renderebbe disponibile per ospitare le associazioni. Quando prevede inizieranno i lavori di spostamento? Sicuramente non prima del 2013. Per ora si tratta di operazioni preparatori: dobbiamo attendere un periodo di stabilità finanziaria per poter parlare di progetti definitivi.

ria di rinnovamento per i vertici della Pro Val Liona. Il nuovo presidente dell’associazione, eletto all’unanimità, è Aldo De Marchi, che ci parla del calendario ricco di eventi e dei nuovi membri del direttivo. Come proseguirà l’azione della Pro Loco sotto la sua presidenza? All’insegna della continuità e con particolare attenzione ai giovani. Dei quattro nuovi membri del consiglio eletti, due sono poco più che ventenni. A quali iniziative state lavorando? Il 31 marzo ci sarà un concertò nella chiesa di Spiazzo e il 20 maggio la festa delle erbe spontanee. A giugno poi invieremo una delegazione a Roma, per il 50° anniversario dell’Unione Nazionale Pro Loco. Cosa ne pensa delle operazioni in corso per la vendita della Casa delle Associazioni? È stata una doccia fredda. Non siamo stati avvisati con il dovuto preavviso, anche alla luce dei soldi investiti per risistemare la sede. Non ci resta che aspettare e vedere come evolverà la situazione. f.m.

Una settimana di scuola in lingua inglese

amma mia, here I go again, my, my, how can I resist you”! Sabato 3 marzo uno dei musical più famosi del mondo, “Mamma mia”, è sbarcato all’Istituto Comprensivo di Grancona. Una settimana di full immersion in lingua inglese con corsi di recitazione per gli alunni delle II A e B e delle III A e B, aiutati dagli insegnanti e in particolar modo della prof.ssa Paola Lovato docente di inglese e della prof.ssa Raffaella Peotta che si è occupata delle scenografie. Un ringraziamento particolare a Rachel Sanders, prof.ssa di inglese e attrice, che è stata ospitata in Italia e si è resa disponibile per questo primo esperimento nell’Area Berica.s.m. Corriere Vicentino |

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Vandalismo tra cause e rimedi di silvia maculan

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ocandine e avvisi appesi alle bacheche bruciati o distrutti sistematicamente, porte rovinate, muri imbrattati e scheggiati dagli skate, l’entrata al magazzino disegnata con spray indelebili, sottoscala pieno di sporcizia, spazzatura e utilizzato come latrina: in questi mesi un’escalation di danneggiamenti hanno investito la nuova Sala Maggiore, inaugurata solo nove mesi fa, e le opere attigue di Ponte di Barbarano. Enrico Marangoni, rappresentante del Gruppo Gestione della Sala ci mostra i danni e spiega che sono stati probabilmente procurati da piccoli gruppi di ado-

re in tempo per coglierli con le mani nel sacco - conferma il comandante della Polizia Locale Paolo Sartori -. Nel complesso, fortunatamente, l’entità dei fenomeni è circoscritta, anche se non manca qualche altro episodio: danneggiamento dei fari della fontana centrale del capoluogo, scritte sulle cabine dell’Enel, taglio di tele sulla grande struttura del campo sportivo”.

Atti vandalici legati a gruppi di bulletti o un sintomo di un vero e proprio disagio degli adolescenti?

lescenti che sostano quotidianamente nella piazza della Chiesa, mai purtroppo colti in flagrante. “Non siamo ancora riusciti ad arriva-

Per il comandante Sartori non si tratta di un malessere generale. “Ai giovani viene offerta una vasta scelta: ci sono molte situazioni di aggregazione, anche nell’ambito parrocchiale o sportivo non mancano punti di riferimento e di ritrovo. Credo sia una forma di ribellione e reazione alle regole, a cui alcuni vogliono sottrarsi”. Per il sindaco Roberto Boaria questi gruppi sono sotto controllo. “I coetanei - sottolinea il Sindaco - spesso segnalano gli episodi anche se non denunciando il peccatore ma solo il peccato favoriscono comportamenti Corriere Vicentino |

80 | Area Berica

poco consoni”. L’Amministrazione comunale per il 2012 ha tra gli obiettivi l’ammodernamento delle strutture sportive a Ponte di Barbarano: nel campo da tennis, ad esempio, verrà messa l’erba sintetica e gli impianti saranno aperti sotto sorveglianza solo in orari determinati. “Si cercherà di creare un polo per ravvivare il paese ed occupare i giovani in attività sane come lo sport” spiega Boaria. Anche il parroco don Daniele Vencato condanna questi fatti: “Manca concretamente un luogo di ritrovo per i ragazzi che passano il loro tempo a chiacchierare e cercare svago nell’alcool, in spazi angusti e lontano dal controllo degli adulti. La Parrocchia cercherà di ridare attività alla sala del Noi Associazione con apertura dello spazio bar adiacente alle sale, per creare anche nella piazza della Chiesa un luogo gratuito di aggregazione, animazione e ritrovo anche per bambini eadulti. Per quanto riguarda la Sala Maggiore metteremo una cancellata e la zona del sottoscala verrà chiusa”. Il Gruppo Gestione, dal canto suo, sta pensando di invitare i ragazzi problematici a collaborare nella gestione delle cose più semplici della Sala Maggiore, durante le manifestazioni. “Ognuno di noi si prenderà in coppia uno di questi ragazzi nella gestione dell’afflusso e dell’ordine della Sala. Lo scopo è quello di responsabilizzarli sotto il nostro controllo. Al momento qualcuno di questi adolescenti ha già dato la sua conferma di adesione” conclude Marangoni.


barbarano

Quasi quasi vado in televisione di silvia maculan

U

n paesaggio incontaminato tra i Colli Berici, quello della frazione di San Giovanni in Monte, poche casette che ricordano la montagna, prati verdi e una miss: la ventiduenne dai lunghissimi capelli corvini e dagli occhi neri, Anna Valerio, che ha vinto le due fasce Miss Sport Girl nei casting regionali Miss Mondo Italia, nel 2010 e 2012. Attualmente in corsa per il titolo di Miss Provincia di Vicenza, vorrebbe partecipare ad alcuni casting per Mediaset. In questa intervista ci rivelerĂ  qualche segreto. Che cosa fai per il tuo aspetto fisico?

Non seguo nessuna dieta, se non qualche attenzione all’alimentazione. Non vado in palestra, ma ho seguito un corso di danza zumba. Che cosa apprezzi di più e cosa di meno del tuo corpo? Non saprei, azzardo i capelli la cosa che amo di più, mentre le mie braccia di meno. Nei concorsi c’è molta competizione? Non ho mai dato importanza a questo fattore, anche se tante ragazze sono tutte sorrisi davanti e frecciatine alle spalle. Se avessi una proposta dal mondo dello spettacolo l’accetteresti? Non credo sia la mia strada, studio Assistenza Sanitaria presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Però sinceramente… Chi la rifiuterebbe?

Cosa sogni di fare da grande? Una volta laureata mi auguro di trovare un posto di lavoro nel mio campo. Vorrei anche crearmi una mia famiglia ed avere uno o più figli. Cosa fai nel tempo libero? Mi piace rilassarmi, possibilmente stare all’aria aperta tra questi colli, portando a spasso i mie due cani.

Mossano

I

Si apre la grotta

l giorno di Pasquetta, lunedì 9 aprile, la grotta di San Bernardino verrà eccezionalmente aperta al pubblico per l’intera giornata. È tra i siti più interessanti a livello europeo e vi sono stati trovati segni della presenza dell’uomo di Neanderthal. durante la quale la Pro loco di Mossano organizzerà delle visite guidate. l.t.

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Ed. 2/2012


Campiglia

Parola alla terra di Laura zarantonello

“L

a cultura costa, ma l’incultura costa molto di più”. La massima di Garcia Lorca ben riassume lo spirito dell’associazione culturale Terre Narranti che ha deciso per questo di farla propria. Nata alla fine del 2011, inizialmente come gruppo di una quindicina di persone provenienti da vari paesi dell’Area Berica, fino ad Arzignano, Terre Narranti

è diventata non una semplice associazione, ma un progetto più ampio, il cui scopo è valorizzare il territorio. “Il nostro territorio ha infinite potenzialità che purtroppo continuano a rimanere inespresse - spiega il presidente Massimo Zulian -. Da qui il nome che abbiamo scelto, Terre Narranti, a voler significare che noi ci poniamo come semplici interpreti o divulgatori delle ricchezze che le nostre terre custodiscono e che aspettano solo di essere raccontate”. Qual è la vostra azione? “Vogliamo mettere le nostre idee e le nostre competenze al servizio di chi già lavora per l’Area Berica. Inoltre ci preme

sottolineare che la cultura non deve essere considerata solamente come fine a se stessa, ma piuttosto come un volano o un’opportunità per lo sviluppo sociale e per l’economia e le attività produttive”. Un esempio concreto? “La rassegna “Sorsi d’autore” organizzata con il Comune e la Biblioteca di Orgiano: un ciclo di tre incontri con scrittori e produttori di vino, un modo per divulgare l’opera degli autori locali e allo stesso tempo apprezzare i frutti delle viti dei nostri colli”. Le prossime iniziative? “In collaborazione con la Biblioteca di Orgiano, ad aprile terremo un paio di conferenze sul cinema americano dopo l’11 settembre. Tra aprile e giugno, in collaborazione col Consorzio Colli Berici, proporremo delle visite guidate ad Agugliaro, Sossano, San Germano dei Berici e Lonigo. Ad inizio giugno, con la Pro Loco e il Comune di Sarego, organizzeremo un’escursione guidata in Val Massina, con la possibilità di degustare vini, miele e formaggi di produttori locali. Ad inizio settembre saremo impegnati con “Orgiano in piazza”, mentre a ottobre è previsto un percorso attraverso il paese di Campiglia dei Berici per conoscere i numerosi artisti che vi abitano e lavorano”.


Al b e t t o n e

Rinasce la colombara di Luca Trissino

L

a Colombara, torre di guardia dell’antico porto e monumento storico del capoluogo, riprende vita con la “Fondazione Malandrin”, l’istituzione creata dal Comune, dalla Provincia e dal proprietario Guelfo Malandrin. “La valorizzazione e il recupero dei beni storico-artistici del paese ha portato alla nascita di questa Fondazione – spiega il sindaco Joe Formaggio – e si pone in linea con il progetto di recupero dell’antico porto e con la nuova piazza. A maggio inizierà il secondo stralcio dei lavori riguardante la zona prossima alla piazza già conclusa, e quindi verrà restaurata la Colombara e sarà ripristinato l’assetto del vecchio porto”. Come si è arrivati alla Fondazione? “Dopo dodici anni di progettazione e di ideazione la valorizzazione della Colombara è divenuta realtà, grazie all’impegno di numerose forze e persone, tra cui il presidente della Pro loco Antonio Negretto, l’assessore provinciale ai beni ambientali Paolo Pellizzari, la precedente amministra-

zione e quella attuale. Il proprietario della torre, Guelfo Malandrin, ha donato alla Fondazione la Colombara e il terreno di pertinenza. La Provincia finanzia gli interventi di restauro con 34 mila euro, mentre il Comune contribuisce con 49 mila euro per i lavori

e per l’acquisto della zona circostante su cui sorgeva l’antico porto”. Come verrà utilizzata la Colombara dopo il restauro?

Quanti Aironi! di manuel mantoan

L

a scarsità di precipitazioni che ha caratterizzato l’inverno appena trascorso (-70% rispetto alle medie stagionali) e il conseguente abbassamento del livello dei corsi d’acqua, ha favorito il ritorno in massa di aironi (cenerino, rosso, bianco maggiore, nitticora, guardabuoi) garzette e cormorani anche in Area Berica. Data la dimensione di questi uccelli, che sfiorano il metro in lunghezza, il fenomeno non è passato inosservato e sin dal primo mattino,

transitando lungo la Strada Statale 247 in direzione Sud, è stato possibile scorgerli soli o in gruppo lungo le sponde del fiume Bacchiglione o dei canali Bisatto e Liona. “L’abbassamento del livello di acqua in fiumi e canali è stato sicuramente un fattore che ha influito molto, ma non è l’unico – spiega Francesco Costa, neo delegato della sezione LIPU di Vicenza – .C’è da ricordare che a partire dal 1992 questi uccelli, appartenenti alla famiglia degli Ardeidi, sono una specie protetta. Sono uccelli gregari e vivono in colonie: alcune Corriere Vicentino |

84 | Area Berica

“Oltre a diventare la sede della Pro loco del paese, sarà un ufficio di informazione turistica, e quindi il punto di riferimento per tutte le altre associazioni della zona. Inoltre avrà al suo interno una sala per assemblee pubbliche e un piccolo museo sulla storia del paese e sul canale Bisatto, importante via commerciale durante la dominazione veneziana”. “La Fondazione ha la duplice finalità di valorizzare e recuperare un bene storico e artistico centrale, in linea con il piano di riqualificazione del centro storico del capoluogo. Il nuovo municipio, la nuova piazza, l’isola verde e il recupero dell’antico porto – precisa il progettista Luca Nichele – sono fondati sul principio dell’unità architettonica”.


nanto

Internet in piazza nche Nanto, insieme ad altri Comuni dell’Area Berica (Noventa, Sossano, Campiglia, Brendola, Asigliano, Alonte, Crespadoro, Lonigo) è entrata nel circuito di Hotspot attivato dalla ditta Telemar. Lo scopo è quello di permettere l’accesso ad internet a banda larga in modo facile sfruttando la diffusione della tecnologia Wi-Fi e, al contempo, valorizzare le piazze della nostra provincia. “Questo servizio pubblico di accesso gratuito a internet – spiega il sindaco Ulisse Borotto – ha riscontrato un interesse sempre maggiore tanto da parte dei cittadini quanto da parte delle amministrazioni comunali. La rete è ormai uno strumento di comunicazione decisivo nello sviluppo delle comunità, nel permettere ai cittadini di

avere pari opportunità sociali, culturali ed economiche. L’accordo prevede che nella piazza principale di via Mercato (davanti al Municipio) e per il raggio di 150-200 metri, ci si possa collegare in maniera gratuita alla rete Wi-Fi di Telemar. La convenzione, a costo zero per il Comune, dura 36 mesi rinnovabili e dà diritto all’utente di navigare in rete gratuitamente”. Sempre nell’ambito delle telecomunicazioni, il Sindaco annuncia altre due iniziative che si concretizzeranno nei prossimi mesi: “Verrano installate due antenne Vodafone: una in piazza Simposio, l’altra vicino al magazzino comunale di Bosco di Nanto. Per quel che riguarda l’ADSL, ad aprile il servizio sarà attivato a Castegnero e poi in un secondo momento a Nanto e Bosco di Nanto. L’obiettivo è di arrivare alla copertura totale del territorio comunale entro la fine del 2012”.

nel periodo autunnale e invernale migrano verso le nostre coste o addirittura fino all’Africa, altre invece sono nidificanti e vivono qui tutto il tempo dell’anno. Date le condizioni favorevoli alla ricerca di cibo, è possibile che alcune colonie che solitamente migravano non lo abbiano fatto durante l’ultimo inverno”. E le recenti polemiche delle associazioni di pesca sportiva? La tesi sostenuta dai pescatori è che l’invasione di uccelli ittiofagi crea conflitto tra la protezione di queste specie e la tutela delle attività economiche legate alla fauna ittica a livello locale, compresa la pesca sportiva. Noi sosteniamo che il danno arreca-

to da questi uccelli sia molto relativo, perché gli Ardeidi hanno una dieta molto varia: a differenza dei cormorani che si nutrono solo di pesci, aironi e garzette infatti si nutrono anche di anfibi, rettili, insetti, crostacei, piccoli mammiferi come i topi e addirittura di altri uccelli, come le gallinelle d’acqua. La natura sa riequilibrarsi da sola e il vero pescatore è anche difensore di un ecosistema. Le colonie stanziali di aironi dove nidificano? Su alberi molto alti e strutturati, e in zone umide dove il disturbo antropico è scarso. Diverse specie di Ardeidi costruiscono i nidi molto vicini e il luogo dove nidificano collettivamen-

di manuel mantoan

A

Corriere Vicentino |

85 | Area Berica

Come ottenere l’accesso a internet

Per utilizzare il servizio basta richiedere il codice personale di accesso inviando un SMS con testo “wifi plaza” al numero +393663327682. Si riceverà un SMS contenente una password che permetterà di accedere al sistema senza limiti di tempo. L’utente dovrà quindi collegarsi alla rete denominata “-Free- WIFIPLAZA by Telemar” individuandola tra quelle rilevate dal proprio PC portatile o palmare. Una volta connesso a questa rete ed avviato il browser, l’utente vedrà comparire a video una pagina di benvenuto al servizio nella quale sarà richiesto l’inserimento dello username (numero telefonico) e della password che consentiranno l’identificazione della persona e l’accesso a Internet. La password è valida in tutte le aree coperte dal circuito WiFi Plaza e ha durata illimitata. In caso di smarrimento del codice è sufficiente inviare un nuovo SMS per ricevere una nuova password.

te viene chiamato garzaia. Una delle più grandi garzaie di aironi cenerini del Vicentino è situata in zona Tavernelle. Un’altra zona è l’Oasi degli Stagni di Casale. Nutrendosi anche di crostacei, gli aironi possono rappresentare un buon predatore del gambero killer? Il gambero rosso della Louisiana, detto anche gambero killer, come tutte le specie alloctone entra in competizione con l’autoctono gamberetto di fiume mettendone a rischio la sopravvivenza. Uno studio condotto in Toscana ha confermato che gli aironi sono una presenza positiva per il nostro ecosistema, perché si nutrono di questo crostaceo.


foto di Giuliano Rancan

Economia

Maestri del lavoro

E in futuro? di Elisabetta Badiello

C’

è chi ce l’ha e chi lo cerca. Chi non ne può più e vorrebbe cambiarlo. Chi è felice di averne uno perché in tempi duri è pur sempre una garanzia di sopravvivenza di fronte a un futuro incerto. Il lavoro è un tema caldo, al primo posto nell’agenda del governo per il quale rappresenta un banco di prova. Da un’analisi di Veneto Lavoro risulta che nel triennio 2008/2011 si sono persi nella nostra regione quasi 85.000 posti di lavoro. Coloro che vogliono lavorare sono spesso costretti ad accettare situazioni precarie perché ciò che offre il mercato è sempre più un lavoro a chiamata, o intermittente che sostituisce altre modalità di contratto.

Il Governo dibatte se abbracciare il modello tedesco quanto a reintegro o indennizzo del lavoratore in relazione alla tanto contestata soppressione dell’art. 18 (per chi è licenziato senza giusta causa o in modo discriminatorio). Discute di ammortizzatori sociali (l’ipotesi è un’indennità di disoccupazione a carico di imprese e lavoratori) e della necessità di una riforma ai fini della sostenibilità dello strumento. Poi c’è la questione dei giovani, del contratto di apprendistato che il governo vorrebbe unico canale d’ingresso nel mondo del lavoro per i neoassunti. È necessario regolare il ricorso ai contratti di lavoro flessibile colpendo le false collaborazioni e le partite Iva fittizie definite una forma di flessibilità “cattiva”. Ci sono “giovani” di 40/45 anni che Corriere Vicentino |

86 | Economia

non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato e che lavorano tuttora con contratti a progetto che si prorogano all’infinito. Nel vedere i “Maestri del lavoro” in visita alla Calpeda di Montorso Vicentino, una riflessione viene spontanea. Se uno dei requisiti richiesti ai fini della decorazione è un’anzianità di lavoro continuativa e documentabile di 25 anni, quanti lavoratori oggi possono esibire una simile referenza? E in futuro? Abbiamo sentito l’opinione di Silvana Azzolin, Console provinciale della Federazione dei maestri del lavoro d’Italia. “Quello di Calpeda rappresenta senza dubbio un esempio positivo dove la possibilità di portare avanti un percorso di crescita professionale duraturo è una realtà con-


In visita alla Calpeda. L’azienda di Montorso, lo scorso 15 marzo, ha aperto le sue porte a una quarantina di maestri del lavoro, provenienti da tutta la provincia. Un momento di confronto tra esperienze professionali diverse ma tutte accomunate da una grande storia d’impegno, responsabilità e passione per il lavoro.

creta – spiega Azzolin, -. In generale, tuttavia, il mercato del lavoro oggi è molto difficile e il lavoro regolare e continuativo inizia sempre più avanti nell’età. Per questo auspichiamo che in futuro la norma per ricevere la decorazione possa essere modificata e adeguata al cambiamento dei tempi. In Italia ci sono giovani che si danno da fare in tanti modi, con volontà, tenacia e inventiva. A prescindere dal contratto e dalla durata dello stesso, svolgono e svolgeranno bene il proprio lavoro con impegno e passione cercando di migliorasi, migliorare la produzione in qualità e quantità, con attenzione alla sicurezza propria e dei colleghi e accettando insegnamenti dai più esperti e anziani”.

Chi è il MAESTRO DEL LAVORO Si tratta di una decorazione che viene conferita con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. La decorazione, consegnata nel giorno della festa del lavoro il 1° maggio, è concessa a coloro che abbiano compiuto 50 anni d’età e prestato un’attività lavorativa ininterrotta per 25 anni documentabili, alle dipendenze di una o più aziende. Fatti salvo i requisiti di anzianità, il candidato deve essersi distinto per perizia, laboriosità e buona condotta morale, in una parola “Essere di esempio, incitamento e insegnamento agli altri”. La decorazione consiste, fin dall’origine, in una stella a cinque punte il cui disegno risale al 1923. Nel 1992 un riordino della decorazione ha modificato, tra l’altro, il numero di riconoscimenti conferiti che ogni anno possono essere 1000, di cui 500 a lavoratori che abbiano iniziato dalle categorie più basse.

L’indice di Proust I l recente terremoto finanziario e la conseguente crisi economica hanno pesantemente influito sul nostro tenore di vita, innestando un processo di arretramento che ci ha portati a perdere il benessere acquisito. Un “passo da gambero” che il settimanale britannico The Economist ha calcolato in termini di anni di crescita perduti. Intitolato all’autore della Recherche lo ha chiamato l’indice di Proust. Per costruirlo ha incrociato le informazioni riguardanti ricchezza delle famiglie, costo delle case, produzione, salari e consumi stabilendo così un tempo perduto che

rituffa i paesi europei, e non solo, nel passato. L’arretramento non è uguale per tutti. Chi sta peggio è la Grecia che figura tornata al 1999. Segue l’Islanda con un ritorno al 2000. Fallimento Lemhan Brothers e subprime ci portano oltreoceano. E gli Usa di passi indietro ne hanno fatti molti se si considera che l’indagine li colloca, quanto a benessere, al 2002. L’Italia nella retrocessione dell’economia mondiale arretra agli anni 2005, meglio della Gran Bretagna che risulta tornata al 2004. Francia e Germania se la passano soltanto un po’ meglio

collocandosi rispettivamente al 2007 e al 2009.


DI GI GI TS

10 domande a:

paolo carbognin

di Elisabetta badiello

63,7%

percentuale ufficiale dei consensi a Putin. Gli osservatori sono concordi nel considerarla esagerata.

antifurti videocontrolli

74,5 E milioni

di persone rischiano di morire di fame causa la siccitĂ  che ha colpito le popolazioni del Sahel.

38,85%

in più sarà l’incremento medio che i contribuenti del Veneto subiranno nel 2012 per l’aumento dell’addizionale Irpef regionale passata dallo 0,9% al 1,23%.

La percentuale di reclusi ospiti della casa Circondariale di Vicenza che potrebbe uscire a seguito del decreto “svuota carceri”.

20% della popolazione nel Vicentino e’ ultra 65enne. 46% la percentuale delle donne che lavorano in Italia. Gli uomini sono il

67,7% 31.286.716

300

le donne residenti in Italia.

le buste di plastica consumate ogni anno da ciascun italiano. 350-1.000 è la stima degli anni necessari per smaltire un sacchetto.

46

le tipologie di contratto di lavoro presenti oggi in Italia.

HI-TECH

S.n.c.

Via Trento, 69 - Arzignano (Vicenza) - Tel. 0444 671136 - Fax 0444 672703 www.hitecharzignano.it - pfhitech@alice.it Palmino Carbognin 347.0111758 - Paolo 339.7491948

di elisabetta badiello

Paolo Carbognin, 29 anni, da sei anni gestisce la sua azienda HI-TECH di Arzignano. Un’impresa che progetta, crea e installa sistemi di sicurezza per abitazioni, strutture pubbliche e complessi industriali. Nonostante l’attuale momento di crisi economica, l’azienda guarda al futuro cercando di essere sempre all’avanguardia e di rispondere con efficacia alle richieste di mercato. Convive da sette anni e ha una figlia di sei. Le sue passioni, quando non si dedica al lavoro, sono il calcio e la musica. Imprenditore fa rima con... Sacrificio Personaggio economico del momento? Michele Ferrero Un’azienda non può trascurare... la propria immagine. Da uno a dieci come sarà il 2012? 4, non sono mai stato un ottimista. Il mio motto: Chi non ga testa ga gambe. Diesel, Benzina o auto Elettrica? Ibrida Contanti o Bancomat? Esistono ancora i contanti? Ha l’account in Facebook? Si! Immobili, obbligazioni, fondi comuni. Dove investirebbe il suo denaro? Nella mia azienda A chi entra nel mondo del lavoro oggi direbbe… Svolgi il tuo lavoro con entusiasmo perché il lavoro è dignità!

Corriere Vicentino |

88 | Economia



Calcio serie d

sport

Fotostoria di u DERBY “ECCE I sostenitori del Montecchio delusi da una vittoria sfumata nel finale.

Biancorossi e gialloneri scendono in campo per un derby che entrambe le squadre vogliono ripetere l’anno prossimo.

De Cao sommerso dai compagni in occasione dell’10 per il Montecchio.

Corriere Vicentino |

I colori del Sarego sventolano tra gli spalti del Cosaro.

Santaniello abbraccia il pallone dell’1-1 finale.

90 | Sport


Calcio serie d

n ZIONALE”

di ALBERTO MASSIGNAN

Mister Feltrin preoccupato: perderà il posto sulla panchina seraticense 7 giorni dopo il derby. Ci aveva detto: “Questa squadra “ha sangue”: attraverso buone prestazioni come questa dobbiamo recuperare morale e lottare per superare le squadre che ci stiamo davanti”. Il grande ex, Pivotto, osserva le prestazioni dei suoi compagni dalla panchina: non giocherà nemmeno un minuto. Sull’episodio chiave del derby: “Sono molto dispiaciuto per la società del Montecchio e capisco il loro rammarico. Penso che la decisione di fermare il gioco spettasse eventualmente all’arbitro: è stato naturale per noi continuare, eravamo in contropiede a pochi minuti della fine sotto di un gol...”. Capitan Tresso domina a centrocampo. A 23 anni è già un veterano della serie D ed un esempio per i giovani talenti della “cantera” biancorossa. Chiecchi, capitano per un giorno, gioca un gran derby. Toccherà a lui tenere alta l’attenzione in difesa e guidare i compagni verso la salvezza.

Montecchio e Sarego ai blocchi di partenza: le due vicentine si preparano alla volata finale.

Corriere Vicentino |

Primavera 2004, Montecchio-Lonigo: l’ultimo derby in serie D tra due squadre dell’Ovest e Basso Vicentino prima di questa stagione. Otto anni dopo, archiviato il match d’andata, gli stessi castellani e la matricola Sarego sono scesi in campo con la speranza di potersi sfidare anche nel prossimo campionato. Al Cosaro un 1-1 che non ha accontentato nessuno: il Montecchio recrimina per il gol di Santaniello nel finale, con il biancorosso Tresso a terra. In casa giallonera il punto non risolve una situazione critica: esonerato Feltrin, torna l’ex Paolo Beggio. Il presidente Roberto Callegari ha dichiarato: “Serviva una sterzata e nessuno come Beggio conosce i ragazzi: con lui due anni di grandi soddisfazioni. L’esonero di qualche mese fa voleva raddrizzare un periodo senza risultati, ma c’erano troppi infortuni”. Romano Aleardi, patron montecchiano: “Mi auguro di giocare questo match l’anno prossimo e magari anche altri derby: tante vicentine in D fanno prestigio, spettacolo e stadi pieni”.

91 | Sport


Concessionaria Seat per Vicenza e Provincia


s p e e d way

VICENTIN

PROGETTI AMBIZIOSI

I

l 2012 dello speedway è al via: il primo aprile la prima gara tricolore con l’individuale open a Lonigo. Uno dei protagonisti più attesi della stagione è Nicolas Vicentin, chiamato a confermare i grandi progressi del 2011. E il giovane pilota di Noventa non si nasconde. Nicolas, come arrivi al primo semaforo verde? Fisicamente molto vicino al massimo, dopo un inverno di palestra e bicicletta. Anche mentalmente sono molto carico. Sul fronte motoristico l’attività è frenetica per preparare le moto e allestire un propulsore particolarmente potente: Mario Andriolo, Carlo Degan e gli altri del team sono all’opera. Contento di essere ancora al MC Lonigo e di avere al fianco il campione italiano Carpanese? Ovviamente sono contento. Con Mattia sarà battaglia nell’individuale e gioco di squadra nella competizione a coppie: una bella sfida, ma con rispetto reciproco e professionalità riusciremo ad essere avversari o compagni di volta in volta. Quali traguardi ti poni nelle gare nazionali? Sulla carta io e Carpanese dovremmo essere il tandem da battere, ma come sempre sarà la pista a dire la verità. Nel singolo conto di arrivare tra i primi 3 o 4 della graduatoria. Poi ci sono Europei Under 19

Foto Gianni Tomba

e Mondiali Under 21. Soprattutto questi ultimi. Le qualificazioni, la semifinale a Terenzano, il primo GP a Lonigo… Il colpo grosso sarebbe qualificarsi per tutta la serie iridata. Non sarà facile, perché la concorrenza straniera è molto agguerrita, ma ci proviamo. Archiviata l’ipotesi di un ingaggio in Polonia? Là c’è molta pressione, l’obbligo del risultato. Al momento lascio in stand-by il discorso, vediamo qual è il mio livello attuale e poi ne riparleremo, anche nel corso della stagione. Oppure il prossimo inverno. Intanto l’entusiasmo cresce attorno a te. C’è gente che non conosceva lo speedway e si sta appassionando, a Noventa e non solo. Anche gli sponsor sono sempre più attenti e questo mi fa molto piacere. Per il resto… lasciamo parlare i motori.

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fece un bellissimo gol, quello dell’1 a 1 che ci portava in finale. La cosa più bella di Vicenza era che la gente si identificava in questa compagine di ragazzi che aveva voglia di farcela. Era la voglia della gente comune, è stata come una trasposizione della realtà sul campo”. A Vicenza si forma il gruppo storico. Con Mimmo Di Carlo, Fabio Viviani e capitan Giò Lopez. I quattro moschettieri. Murgita e Viviani protagonisti di un programma radiofonico “Attenti a quei due” e con Mimmo Di Carlo sono in vacanza a Londra mentre avviene il passaggio di proprietà della società all’Enic. “Quasi quasi andiamo a vedere i nuovi padroni” si dicono. Un legame forte tra compagni, “con un grande senso di appartenenza ai colori biancorossi che erano parte di noi” ricorda. È lì che diventa speciale il legame con Di Carlo, che vorrebbe Murgita a Mantova quando lo allena: “mi rinfaccia ancora di non aver accettato”. Le strade si incrociano comunque, dopo i due anni di Murgita in panchina a Rapallo nei Dilettanti. “Mi sono serviti come esperienza formativa, ho imparato molto”. Così arriva al Mantova come secondo di Di Carlo. E da lì inizia una nuova storia. Parma, Chievo Verona, nel 2010 alla Sampdoria e dallo scorso anno nuovamente al Chievo. “Vicenza? Non è detto che non si possa tornare a fare imprese come la nostra. Dipende sempre dalle motivazioni. Allora coincise tutto: organizzazione societaria e tecnica, il riavvicinamento della gente alla squadra… Ancora oggi mi stupisco quando su internet vedo tra le stagioni migliori del Vicenza le nostre. Insieme a quelle di Paolo Rossi e del Real Vicenza. E pensare che tifavo per la squadra di G.B. Fabbri” Corriere Vicentino |

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vicenza

Roberto Murgita

Scheda Roberto Murgita allenatore 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 2008-2010 2010-2011 2011-

biancorossa

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a ripreso con la videocamera la sua casa a Vicenza prima di lasciare la città. Era l’estate del 1997 e Roberto Murgita, dopo i successi ottenuti in biancorosso (la serie A e la Coppa Italia), viene ceduto al Piacenza. Per lui, genovese doc, classe 1968, che proprio a Vicenza ha raggiunto il top della carriera, un passaggio inaspettato. “Il distacco per me, rispetto ad altri compagni, fu molto più traumatico – racconta – mi sentii in qualche modo tradito dalla società. Non pensavo di essere sul mercato, mi sentivo importante per la squadra soprattutto quando si doveva rinunciare a giocatori come Lopez, Sartor, Maini. Invece fui oggetto di scambio per arrivare a Luiso. Non la digerii. Poi col tempo capii che c’era una ragione economica e per trovare un altro attaccante che facesse gol l’unico modo era uno scambio. Ricevetti una chiamata di Guidolin, un attestato di stima che mi consolava in qualche modo”. Del resto staccarsi da Vicenza significava lasciare qualcosa di importante. La carriera calcistica di Murgita (Genoa, Legnano, Pro Vercelli, Massese e ancora Genoa) è esplosa proprio qui. “Arrivavo dopo quasi nove mesi di panchina a Genova e quindi con tutte le motivazioni possibili. È stato Gasparin a portarmi a Vicenza. Ero al calcio mercato per firmare con l’Ancona quando arrivò la proposta della società biancorossa e, ricordando il calore dello stadio e dei tifosi visto con la Massese, accettai”. Roberto Murgita arriva a Vicenza in serie B nel 1994, fresco di matrimonio con Emanuela, e in biancorosso diventa Roby Bum Bum. “Dopo un’estate ricca di gol e di promesse, parte il campionato e… blocco totale, non riesco a segnare. Poi saranno 19 + 1, quello non visto contro l’Ancona per un buco nella rete”. Tante soddisfazioni. La promozione, lo stadio carico, trainante. E poi in A contro il Milan, la vittoria sulla Juve. Il 2 a 0 con la Lazio di Zeman. E ovviamente la Coppa Italia. “Il mio gol in semifinale col Bologna al Menti. E poi la sofferenza del ritorno, io ero squalificato. Ricordo la gioia di Cornacchini che

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