Corriere Vicentino Marzo 2019

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Copia omaggio / anno XVIII - marzo 2019

United Colors of Vicenza Storie d’integrazione


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EDITORIALE

UNA PICCOLA STORIA di STEFANO COTROZZI

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na storia che nasce attorno a una chiesetta in un posto nascosto ma bellissimo. La chiesetta di Santa Maria, che molti forse nemmeno conoscono, nella parte sud dell’ex convento di Santa Maria delle Grazie ad Arzignano. Una volta era il punto di ritrovo dei vicini, che si godevano lì fuori il fresco della sera in estate. Molti l’hanno scelta per sposarsi. La vita, poi, si è spostata altrove, Arzignano è cambiata e la chiesetta è rimasta da sola. Sono iniziate le brutte compagnie: prima qualche birra abbandonata, poi le immondizie fuori dal cestino, le sigarette diventate parte della pavimentazione, la scala danneggiata a alla fine ci si sono messi pure i writer a imbrattarla. Chi passa da quelle parti, oggi, vede la chiesetta come un vecchio rudere e accelera il passo. Non tutti, però. Gino Tarperi, per esempio, abita lì vicino e da poco è andato in pensione. La chiesetta così ridotta lo ha intenerito, proprio lui che in gioventù scriveva sui muri slogan politici. “Bisognerebbe pulirla”, ha pensato Gino (che in verità si chiama Patrizio anche se nessuno lo sa), “poi dipingerla, togliere le erbacce”. Ma da solo è difficile. Ed ecco che, mentre comincia i lavori, arriva il primo vicino. “Dai Gino che ti do un mano”. Ma ci vogliono soldi per comperare il materiale! Escono gli altri vicini e cominciano ad autotassarsi, 50 euro io, 50 euro tu. L’imbianchino fa: “Datemi i colori che lo faccio gratis!”. E mentre sistemano la scala, alcuni studenti di passaggio danno una mano a togliere i rami vecchi che si erano impadroniti del piazzale. Gino è contento. Oggi, proprio mentre scriviamo l’articolo, danno il colore. “Sai, prima bisogna cancellare le scritte e preparare la parete, mi sa che l’anima da geometra mancato mi sta venendo fuori da vecchio”. Se vi capitasse di scendere da Castello, prendete la scorciatoia che passa davanti alla chiesetta di Santa Maria. Magari fate una ciacola con chi trovate lì, adesso stanno cercando un restauratore per sistemare la porta, ma qualche vicino si è già mosso. La chiesa, dentro (e fra non molto lo sarà di nuovo anche fuori), è bellissima. Come lo è questa piccola storia di una chiesetta abbandonata, di persone che si ritrovano per sistemare un bene comune e forse ritrovare sensazioni di un tempo che pensavano scomparse. ??

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Elia Cucovaz, Davide Ghiotto, Carlo Calcara, Cristina Marino, Maria Teresa Orlando, Giulia Saltini, Davide Martello e Francesco Brun. Editorialisti Alberto Fabris, Gianfranco Sinico, Francesco

Meneghini e Luisa Nicoli. Art director Alice Molon Foto di copertina Jason Leung on Unsplash Stampa: Centrooffset Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Federico Hanard 335 5293582

SOMMARIO INCHIESTA

United Colors of Vicenza

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INTERVISTA 12

Una passione da museo

ARZIGNANO 15

Se vuoi puoi, un arzignanese a Sanremo

MONTECCHIO 22

Dieci anni di Cecchetto l’alfabeto della “Sindaca”

CHIAMPO 26

Missione Africa

MONTEBELLO 28 Magnabosco punta al bis

MONTORSO 30

Tonello 5 anni da Sindaco

FOOD OVEST 32

Festa del Formaggio: atto sesto

NEWS 33 DAL DISTRETTO

© 2019 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.


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4 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | OPINIONI

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ho una di quelle mezto: allineo le pastiglie ze influenze e mezzi sul tavolo, prendo la raffreddori e mezze mira e con lievi ma detossi che insomma cise martellate, le dici vuole qualcosa. sintegro. Indossando Mentre sto buttando guanti usa e getta, racl’inutile foglietto, mi colgo i miseri resti e li ALBERTO FABRIS cade l’occhio su “efocculto in un contenifetti sul sistema ner- POTENZIALMENTE, EH! tore per rifiuti tossici. voso”, ecco: capogiro Mi sento già meglio, (ok), mal di testa (ok), apro il frigo e prendo sindrome di Reye, ovvero una malattia la confezione del latte, poi frugo in quel acuta a carico del cervello POTENZIALripostiglio dove giace dimenticata una MENTE FATALE. Potenzialmente, eh! bottiglia di grappa. Mentre miscelo il Mi rassicurano spiegando che colpisce prodigioso intruglio, e sale un profumo QUASI esclusivamente i bambini. Ma drammaticamente alcolico, rifletto sul bene! Andiamo avanti: “raramente può fatto che da questo momento sono POmanifestarsi emorragia cerebrale che, TENZIALMENTE ciucco… BUFALA LA

FRANCESCO MENEGHINI

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h! Il caffè! Oro nero, portentoso chicco, tesoro in tazzina, protagonista di quel rituale laico che scandisce le giornate di questo strano paese, propagato in tutto lo stivale attraverso la meravigliosa tradizione della caffetteria partenope… e invece no! In pochi sanno che i primi a introdurre il caffè nella penisola (probabilmente i primi in Europa!) furono i veneziani. I fiorenti traffici coll’Impero Ottomano permisero l’apertura della prima “bottega del caffè” a Venezia già nel 1645 e circa un se-

AH CHE BELL’ ‘O CAFÉ! colo dopo in città se ne contavano più di 200. Che dire invece della varietà con aggiunta di deliziosa schiumetta di latte, caposaldo della colazione al bar, spesso trangugiato a pranzo e a cena da ignari turisti? Spiace deludere gli spiriti patriottici, ma l’italianissimo cappuccino ha in realtà origini viennesi. Anche qui però la tradizione colloca un italico zampino: leggenda vuole che l’ispiratore della bevanda, del colore di un saio da frate cappuccino per l’appunto, sia stato il friulano Padre Marco d’Aviano.

G

OPINIONI RANCORN NF E A I

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Non lo faccio mai, ma proprio mai. D’alin casi isolati può essere POTENZIALtronde bisogna essere scemi per farlo, e MENTE LETALE”. Potenzialmente, eh! io non sono mica scemo, giusto? Beh, Quindi tra un fatale e un letale comincio ecco, l’ho fatto. Non volevo, ma ho buta guardare il notissimo farmaco con un tato l’occhio, perché quando ci si ammacerto terrore, continuo febbrilmente a la si comprano le medicine e si aprono consultare il papiro. Tra nausea, diarle confezioni e si buttano via i fogli con rea, ulcera, vomito di sangue giungo a le istruzioni e le con“sanguinamenti uroERNO 8 INT troindicazioni. E io genitali”. Ok, ho capi-

GIANFRANCO SINICO

U

SPUDORATI

na cosa che ultimamente mi colpisce sempre più è riscontrare come molte persone, soprattutto nel versante degli stili di gestione aziendale e politica, ma anche nella mia cerchia privata, sparino opinioni ed effettuino scelte con una irruenza e risolutezza che non lasciano spazio all’umano dubbio; quasi che a togliersi di torno le magagne del confronto e del mettersi in discussione sia una missione da portare a termine sempre e comunque. Forse perché non c’è tempo da perdere? O forse perché si è pervasi dalla presunzione e dal privilegio di avere in tasca la verità? O forse perché questo atteggiamento fa presa feconda sul prossimo? Dovrebbe confortarmi il fatto di avere a che fare con gente che cova certezze indiscutibili. Invece la cosa mi inquieta, perché ho la sensazione che sempre più di rado si faccia un sano esame di coscienza per interrogarsi con obiettività: ci vuole tempo, umiltà e, soprattutto, coraggio. Manca il coraggio di mettere a fuoco la propria coerenza, con quella pietas che Virgilio disegna su Enea, con quell’intimo pudore che pare abbiamo perso, che ci consentirebbe di vedere i limiti fra ciò che facciamo e ciò che siamo, che ci segnalerebbe una giudiziosa barriera prima di calpestare la dignità. Purtroppo è di moda l’irriverente sfacciataggine: ormai non ci vergogniamo più di nulla. In questo contesto, mi inchino invece verso chi continua a cercare la verità, verso chi si mette onestamente in discussione, verso chi puntella il proprio cammino con dubbi e punti di domanda, consapevole della complessità dei rapporti umani, diffidando accortamente dei punti esclamativi. OPINIONI | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 5


A DOMANDA RISPONDO Hai delle domande da porre ai nostri esperti? Scrivici a info@corrierevicentino.it

IL MUSICISTA D A VID E GHI O T T O

IL CONSULENTE

L A S C R IT T R I C E

A N D R EA FR A CA S S O

G I U LI A S A L TI NI

LA MUSICA ITALIANA HA BISOGNO DELLE QUOTE RADIO?

LA SICUREZZA SUL LAVORO SI PUÒ IMPARARE A SCUOLA?

SCRITTORI SI NASCE O SI DIVENTA?

Dopo il Festival di Sanremo è salito agli onori delle cronache un grande classico della politica italiana che ciclicamente torna a far parlare di sé: la proposta di valorizzare la musica italiana imponendo alle radio una soglia minima di trasmissione di canzoni nostrane. Questa volta l’idea è quella di avere almeno una canzone italiana su tre. La proposta raccoglie il favore della gran parte degli italiani, questa volta addirittura il neo presidente della SIAE Giulio Rapetti, per tutti Mogol, si è detto entusiasta e ha indicato questa via come possibile cura ai mali della musica italiana. Peccato però che, guardando i dati analizzati da EarOne, la proposta, invece che valorizzare la musica nostrana, in un momento storico come questo partorirebbe l’effetto opposto. Nel 2018 infatti la musica italiana suonata dalle radio ha raggiunto il 45% del totale. Ma questa è soltanto una media: come ha sottolineato il Sole 24 Ore, il picco di presenza è stato toccato nella classifica del 22 giugno 2018 con il 53%. In sintesi: questo è un momento di grande lustro per la musica italiana e una legge come questa abbasserebbe di ben 12 punti percentuali l’attuale presenza di canzoni italiane nei palinsenti radiofonici. Nuovi artisti stanno trovando il loro spazio come non succedeva ormai da troppi anni. Forse l’ambiente musicale italiano non ha così bisogno di essere valorizzato in questo modo.

Rispondiamo a una domanda che più di qualche volta ci è stata posta da insegnanti e dirigenti, in particolare della scuola superiore. La sicurezza sul lavoro (SSL) si può insegnare agli studenti? È utile fornire loro questo tipo di insegnamento? La risposta è sì, a patto che il corso sia fatto da professionisti. Le ragioni sono almeno due. La prima è di ordine pratico. Un corso di SSL, infatti, rappresenta un valore aggiunto offerto dall’istituto per facilitare l’ingresso dei suoi studenti nel mondo professionale. Permette infatti di assolvere all’obbligo formativo a cui tutti i lavoratori devono essere sottoposti per legge (corsi di formazione generale e formazione specifica secondo l’Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011). Organizzare un corso di SSL rende più facile l’accesso diretto degli studenti ad uno stage, all’alternanza scuola-lavoro, a un “lavoretto” estivo, o anche al loro primo impiego dopo la conclusione degli studi. L’altra ragione è di ordine più teorico, ma non per questo meno importante. Introdurre ed aumentare la cultura della SSL nei giovani è più efficace che farlo negli adulti. Per lo stesso motivo, in effetti, si insegna nelle scuole l’educazione stradale. Perché non pensare anche alla sicurezza e salute dei luoghi di lavoro?

Ci sono due scuole di pensiero. La prima promuove l’idea che la scrittura sia un dono naturale, la seconda che sia un’arte e, come tale, si possa imparare. La domanda sorge spontanea: se la scrittura è un dono, per quale motivo esistono centinaia se non migliaia di corsi di scrittura creativa? Per coltivare i talenti, risponderebbero alcuni. Per crearne nuovi, direbbero altri. C’è poi la domanda amletica che ogni scrittore teme di sentirsi porre dai suoi lettori: “Ma tu scrivi solo quando hai l’ispirazione?”. Solo chi scrive come passatempo può permettersi di aspettare la Musa ispiratrice. Ma quando la passione si trasforma in lavoro, bisogna, come si suol dire, “timbrare il cartellino” ogni giorno. Si deve lavorare di perspirazione (che, come il sudore di cui porta il nome, parte da dentro), oltre che d’ispirazione (che parte dall’esterno). Certo, molti studi dimostrano che anche l’esterno può conciliare la stesura di un buon romanzo, ma il nocciolo parte da come la persona vede e vive il mondo, dalle sue esperienze di vita, come filtra il tutto attraverso i suoi occhi. Dunque scrittori si può nascere, ma soprattutto si diventa. Parola di scrittrice.


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INCHIESTA

United Colors of Vicenza Storie d’integrazione

di DAVIDE MARTELLO, FRANCESCO BRUN, DAVIDE GHIOTTO, GIUSEPPE SIGNORIN E STEFANO COTROZZI

Sono migliaia i cittadini di origine straniera residenti nel nostro territorio. Siamo andati a sentire alcune storie di chi contribuisce a far crescere la nostra comunità, superando le barriere dei pregiudizi e dei luoghi comuni e diventando esempio di integrazione.

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2019 | CORRIERE VICENTINO | INCHIESTA

L’INDIA SOTTO CASA

L’India è considerata il paese esotico per eccellenza, un luogo distante e misterioso, completamente differente da quello cui siamo abituati. Nonostante questo se ne può trovare un pezzetto anche ad Arzignano. In via Olimpica sorge infatti il Sanatan Dharam Mandir, un tempio dove si ritrovano tutti gli induisti della zona. Ogni domenica vi si tiene una cerimonia religiosa alla quale prendono parte fino a 500 persone provenienti dall’India e dal Bangladesh (anche se non mancano gli italiani convertiti all’induismo o semplicemente incuriositi da questo luogo così particolare). Tra i dirigenti del tempio c’è anche Bani, originario del Bangladesh, di fede induista e residente ad Arzignano sin dal ’94. L’esperienza di Bani in Italia è stata spesso un percorso in salita, assieme a quella di molti altri suoi connazionali. Dopo aver studiato scienze politiche sia in Bangladesh sia in Germania, ha dovuto abbandonare il suo paese a causa


INCHIESTA delle difficili condizioni di vita degli induisti in una nazione a larghissima maggioranza musulmana. Dopo essere arrivato in Italia ha lavorato come operaio, prima a Roma e poi ad Arzignano, fino al momento della pensione. Storie come quella di Bani sono molto comuni tra gli indiani e i bengalesi della nostra zona. Sono storie fatte di un lungo e spesso duro cammino di integrazione in un paese diversissimo da quello di provenienza. Bani e molti altri dimostrano però che la fatica fatta per ricostruirsi una nuova vita lontano da casa porta i suoi frutti. Oggi Bani dice di sentirsi a casa in Italia, anche perché nel frattempo qui ha avuto una figlia che ora studia relazioni internazionali all’Università di Padova. Pensa che i rapporti con gli italiani siano buoni e non si sente discriminato: se ci sono delle incomprensioni sono più con i suoi connazionali di fede musulmana che con i locali. Dopo tutti questi anni Bani sa che la sua casa è l’Italia e che il paese natale è ormai alle spalle e lo dice con parole chiare: “In Bangladesh non è rimasto nessuno della mia famiglia o dei miei amici. Ora i miei genitori e i miei fratelli sono i 60 milioni di italiani”.

LA TRADIZIONE RESISTE BALLANDO

Dei circa quarantamila cittadini serbi presenti in Italia, sono quasi diecimila quelli residenti in provincia di Vicenza. Ad Arzignano è attiva dal 2007 l’Associazione Culturale Serba, che si occupa di promuovere iniziative inerenti alla cultura di una comunità ormai profondamente radicata nel territorio. “La maggior parte di noi è arrivata qui negli anni novanta – spiega Zivo Ilic, presidente dell’associazione –. Nel ’94 è nata la parrocchia ortodossa di San Luca, a Vicenza: da lì sono partite le prime associazioni, come la scuola serba, tutt’ora attiva con circa 250 bambini, seguiti da due professoresse mandate direttamente dal governo serbo”. Per quanto riguarda l’associazione, invece, “è nata nel 2007, con l’idea di mantenere le nostre radici e nello stesso tempo favorire l’integrazione. Abbiamo una squadra di calcetto ed una di ping pong, ma l’occupazione maggiore riguarda i balli folkloristici – prosegue mostrando le foto dei ballerini in costume tradizionale –. Il gruppo si chiama Kud Jelek, nome ripreso dal gilet tradizionale serbo. Abbiamo tre gruppi, divisi in base all’età: vengono a ballare da noi ragazzi da tutta la provincia. Ci costa molta fatica, ma ci dà anche grandi soddisfazioni – spiega mostrando i numerosi trofei appesi alla bacheca –. Abbiamo girato l’Europa gareggiando in varie competizioni, con altri gruppi di danza serba giunti da tutto il mondo. Siamo arrivati terzi due volte. I prossimi impegni saranno il 16 marzo a Vienna e il 6 aprile a Novigrad, poi ci saranno i Campionati Europei, che quest’anno si terranINCHIESTA | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 9


INCHIESTA

no a Belgrado. Il gruppo è seguito dal coreografo Velimir Agovski, molto conosciuto in Serbia, che viene una volta al mese da Belgrado”. Oltre allo sport e alla danza, l’associazione si occupa anche di altri progetti, come l’organizzazione di feste o raccolte fondi per iniziative benefiche, ad esempio durante l’alluvione in Serbia, oltre che gite e visite culturali. “Il rapporto con la popolazione e le istituzioni è ottimo – dichiara Zivo –. Ogni anno a maggio organizziamo una grande festa in Villa Da Porto, a Montorso. Oltre a ospitare personalità serbe di spicco (l’anno scorso era presente Željka Cvijanović, attuale presidente della Repubblica Serba di Bosnia), è un’occasione per farci conoscere anche all’esterno. Ogni anno riscuotiamo un successo sempre maggiore, con oltre mille presenze per quanto riguarda l’ultima edizione”. “L’associazione sta crescendo parecchio negli ultimi anni – conclude Zivo – e ci costa molti sacrifici, sia di tempo sia economici. Comunque siamo convinti ad andare avanti, per mantenere vive le nostre tradizioni e farle conoscere agli altri”.

SULLE ORME DEL FRATELLO

Dalla Costa d’Avorio alla Valle dell’Agno, sulle orme del fratello Jean Claude. In poche parole potrebbe essere questo il riassunto della vita di Victor Nelson, ivoriano classe 1971 che è partito dal suo paese natale con un visto turistico per assistere il fratello malato. “Appena ho saputo delle condizioni gravi in cui versava mio fratello, sono riuscito ad ottenere un visto turistico per l’Italia racconta Victor -. Sono atterrato a Venezia nel maggio del 2004 e sono stato subito colpito dalle autostrade italiane e dalla quantità di telecamere che le sorvegliano. Il fatto di sentirmi costantemente sotto controllo mi straniva, ma mi faceva sentire al sicuro”. Pochi mesi dopo le condizioni di Jean Claude peggiorano e purtroppo il fratello viene a mancare. “Dopo 3 mesi il mio visto turistico è scaduto per cui sono ufficialmente diventato un clandestino. Questo non mi ha fermato, sono stato aiutato dai molti amici italiani che si era fatto mio fratello durante la sua permanenza qui, perciò ho imparato bene la lingua e ho cercato di darmi da fare per riuscire a integrarmi. Ho trovato anche una fidanzata italiana che mi ha aiutato tanto”. Con la sanatoria del 2009 Victor fa domanda per la cittadinanza italiana e la ottiene nel 2010. “Con i documenti in regola ho potuto finalmente entrare nel mondo del sindacato, mondo che mio fratello Jean Claude aveva frequentato per anni. Già dal 2010 ho cominciato a collaborare con la UIL di Vicenza in varie manifestazioni e nel 2013 10 | MARZO

2019 | CORRIERE VICENTINO | INCHIESTA

sono stato assunto definitivamente”. Ora Victor vive a Brogliano e lavora per la UIL a tempo pieno, ma ha un obbiettivo: “La cosa che più mi ha fatto felice è essermi immerso nella cultura del lavoro che si respira in Veneto, ne sono rimasto da subito affascinato. Sto lavorando per riuscire a portare degli imprenditori veneti in Costa d’Avorio, perché credo che il lavoro sia la base da cui partire. Del resto, si sa: ‘il lavoro nobilita l’uomo’”.

IL PRETE VENUTO DAL GHANA

Don Martin Gyan Obeng è nato nel 1985 ad Atebubu, una città nella diocesi di Techiman, in Ghana. Di famiglia cattolica, molto religiosa, con un papà catechista, fin da piccolo ha sempre frequentato la chiesa, dando una mano ad animare la liturgia e la comunità locale insieme agli altri giovani. “La prima differenza con l’Italia è proprio l’età: da noi i giovani in chiesa sono la maggioranza, qui invece non ce ne sono molti, la situazione è completamente diversa”, ci racconta. Don Martin ha deciso di entrare in seminario una volta terminate le scuole superiori: ha avvertito la sua famiglia l’ultimo dell’anno del 2004, durante un momento di preghiera con i suoi genitori e i suoi fratelli. Terminato il lungo iter di studi filosofici e teologici, è stato ordinato sacerdote il 7 giugno del 2014 e dopo un anno il suo Ve-


INCHIESTA

scovo l’ha mandato a studiare diritto canonico in Italia, perché nella sua diocesi di appartenenza c’è bisogno di una figura con una formazione di questo tipo. “Sono arrivato nel 2015 ad Arzignano (frazioni di Costo e Restena, ora nell’Unità pastorale con Tezze e Pugnello) e subito sono stato accolto benissimo da don Piero Savio e i parrocchiani, tanto da non sentire molto la mancanza di casa, nonostante fosse la mia prima esperienza fuori dall’Africa. Il problema grosso è stata la lingua, facevo fatica a distinguere l’italiano dal dialetto… Ma per studiare diritto canonico ho dovuto sforzarmi e impararla bene”. Oltre a studiare, segue come cappellano le comunità ghanesi della nostra diocesi, quasi 300 persone che si ritrovano a Costo di Arzignano, Valdagno, Schio, Bassano e Vicenza, aiutato da qualche altro sacerdote. “Quando ci troviamo a pregare vedo l’importanza di questi incontri, sia a livello spirituale sia sociale. Le difficoltà per chi viene da lontano sono tante, ci sono persone ammalate o che vivono in povertà, e stare insieme per le celebrazioni è un grosso sostegno per tutti. La nostra cultura è molto diversa e la fede, incarnandosi nelle diverse culture, ha manifestazioni esteriormente diverse: per esempio noi cantiamo e ci muoviamo molto di più, ma la sostanza è la stessa”. Don Martin, dopo aver studiato a Venezia, ora sta proseguendo con il dottorato di ricerca a Roma, quindi alterna la sua permanenza fra Arzignano e la capitale. “Dopo gli studi tornerò in Africa e mi piacerebbe riuscire a portare un po’ di quello che ho imparato. Mi piacciono molto, per esempio, le feste patronali che si celebrano qui. Sono momenti di condivisione utili per conoscersi e legarsi come comunità, in Africa ancora non sono molto diffuse. Poi ritengo che siano tanto importanti le catechesi: un cristiano non deve smettere mai di imparare, non basta andare a Messa, bisogna anche capire il perché delle cose che facciamo”.

nostra penisola, facendo vivere al paese il suo momento di celebrità. Un fatto curioso in un’Italia che stava cambiando. L’azienda di Klodian non fa eccezione. All’interno della sua conceria si parla solo una lingua: indiani, cingalesi, albanesi, ghanesi, italiani, comunicano tra loro in stretto dialetto veneto, che ha annullato gli idiomi di origine e sostituito l’italiano nella comunicazione tra i dipendenti. È difficile capire che Klodian non sia veneto, il suo dialetto è quasi perfetto. “Lo sai che ogni tanto con me c’è qualcuno che si lamenta degli albanesi… si confondono, non sanno che anch’io vengo da lì”, racconta ridendo. Klodian è arrivato dall’Albania in Italia durante i primi anni Novanta e da allora ha cercato di costruirsi un futuro spostandosi lungo lo stivale: Brindisi, Perugia, Milano, San Giovanni Ilarione. “Proprio nel veronese sono riuscito a trovare il mio primo lavoro in una conceria. Con il lavoro sono riuscito anche ad ottenere i documenti: dopo due anni ero finalmente in regola!”. Il lavoro in conceria continua finché il proprietario di un’azienda vicina decide di cedere l’attività: “Ho imparato a firmare le cambiali e… mi sono trasferito a lavorare a Crespadoro. I prodotti dovevano sempre arrivare a destinazione nella data pattuita, a costo di lavorare anche nei fine settimana. Così la voce è girata nell’ambiente e i clienti hanno cominciato a bussare alla nostra porta”. La conceria di Klodian è arrivata a contare 42 dipendenti, accomunati dalla voglia dai lavorare: “Siamo una famiglia multietnica, so cosa vuol dire essere dall’altra parte, lo sono stato anch’io per tanti anni. Ma pretendo impegno e serietà… anche se in Italia è più facile divorziare dalla moglie che licenziare un dipendente scansafatiche”.

ALLA CONCIA DELL’EST

Avere più stranieri che italiani durante il giorno è quello che è successo a San Pietro Mussolino. La notizia, di qualche anno fa, era subito rimbalzata ai quattro angoli della INCHIESTA | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 11


INTERVISTA

di CARLO CALCARA

UNA PASSIONE DA MUSEO La storia del Museo delle Forze Armate 1914-1945, nato dalla passione di Giancarlo Marin, è uno dei fiori all’occhiello di Montecchio Maggiore. Una raccolta di testimonianze uniche dei grandi conflitti del Novecento che in pochi anni ha più che raddoppiato le sue visite, dalle 3.000 dell’anno di inaugurazione alle più di 6.500 dello scorso anno, diventando un vero e proprio polo di attrazione per appassionati e non di tutta Italia.

Ma da dove nasce questo interesse per le vicende delle Guerre Mondiali? Sono sempre stato interessato alle vicende storiche, specialmente di quel particolare periodo. Avevo la curiosità di conoscere, approfondire e capire le motivazioni che hanno portato a quelle che di fatto sono le tre guerre che noi vogliamo raccontare.

In che senso “tre guerre”?

Perché in realtà in Italia dopo la Grande Guerra c’è stata l’ascesa del fascismo, un periodo molto turbolento che io considero come una vera e propria guerra

12 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | INTERVISTA

civile, cui è seguita la nascita delle dittature, la pulizia etnica e tutti i fatti che hanno portato alla Seconda Guerra Mondiale.

Tornando al museo, com’è iniziato tutto? In realtà è partito tutto come una collezione privata. Siamo agli inizi degli anni Settanta ed ero spesso all’estero per lavoro. Frequentavo molto i musei e da lì alle aste il passo è stato breve, sempre però con il benestare della moglie! Colleziono ogni tipo di oggetto, dalle divise alle armi, dai mezzi agli oggetti più disparati della vita quotidiana in trincea.

Quand’è che questa collezione si trasforma in qualcosa di più?

Bisogna saltare ancora indietro, agli anni ‘86-’87, quando l’Amministrazione comunale di Montecchio Maggiore mi chiede di poter mettere in mostra la mia collezione nelle sale dell’attuale Museo Zannato, in Villa Lorenzoni. Nel 2012, grazie alla sensibilità del Comune e della sua Giunta guidata dal sindaco Milena Cecchetto, prende forma il progetto di una vera casa


INTERVISTA

fatti non ha assolutamente un fine celebrativo. Vogliamo che rimanga viva la testimonianza di tutta la violenza e la distruzione fisica e psicologica che i conflitti hanno portato. Per fare un esempio, pensi solo alle condizioni dei soldati al termine della Grande Guerra, molti dei quali finiti confinati in strutture dove dovettero essere “ricondizionati” per poter tornare ad una vita normale, in alcuni casi definitivamente dimenticati nei manicomi.

Armi e divise, ma anche mezzi e documenti, quanto ricca è la proposta del museo? Oserei dire completa. Si va dal ricco parco mezzi che permette un vero viaggio attraverso la meccanica dell’epoca, dalla leggendaria Jeep Willys al mitico Fiat BL 18, alle armi, con pezzi come pistole e mitragliatrici, fino ad arrivare ai grandi pezzi di artiglieria. E ancora divise di ogni paese, testimonianze cartacee quali mappe, foto e documenti ufficiali. Ad oggi la collezione conta più di 10.000 pezzi ed è in costante crescita, grazie anche alle donazioni da parte di privati.

Un museo ricco di eroi…

Certo, come l’indimenticata Elsa Buffa Dalle Ore, prima aviatrice del Triveneto nel ‘32 e sposa del colonnello Giovanni Buffa, ufficiale pilota del Gruppo Alta Velocità durante la seconda Guerra Mondiale. Oppure come l’arzignanese Aldo Anesini, uno degli arditi piloti della Grande Guerra, medaglia di bronzo per le sue gesta durante il conflitto.

... e di storie.

Un nostro desiderio è quello di raccontare la quotidianità e tutti gli aspetti che ruotano attorno al conflitto. Dall’arruolamento, con casi come quello del padre e del figlio chiamati alle armi nei due diversi conflitti come testimoniano le stesse cartoline da loro inviate, alla vita in trincea. È presente infatti una fedele ricostruzione della linea difensiva sul Dente Italiano del Monte Pasubio, con le postazioni dei soldati, camerate e ambulatorio medico.

per il Museo delle Forze Armate, inaugurato poi il 10 maggio 2014.

Qual è la sua filosofia?

Sicuramente quella di raccontare uno dei periodi più bui della storia, garantendone il ricordo. Il museo in-

E oltre alla mostra permanente?

Abbiamo anche diverse mostre temporanee in collaborazione con diversi enti e collezionisti privati. Fino a fine mese ne accoglieremo una sulla presenza delle forze alleate in Italia e nel vicentino tra il 1915 e il 1919, con divise, armi e documenti che testimoniano quegli anni. INTERVISTA| CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 13


VICE

PAOLO ROSSI

di LUISA NICOLI

È

stato un campione del mondo, nel 1982 in Spagna. Ha vinto il Pallone d’oro. Senza contare coppe e scudetti di una carriera incredibile. Ma Paolo Rossi, 62 anni, nativo di Prato ma vicentino d’adozione, quando arriva al Menti ancora oggi non riesce a nascondere l’emozione. E da ambasciatore del L.R. Vicenza, ruolo affidatogli dal patron Renzo Rosso, racconta di essere orgoglioso quando viene identificato, lui il Pablito nazionale, con Vicenza e i colori biancorossi. “Mi fa un piacere enorme” confessa. Con quel sorriso e quella parlata, che non nasconde le origini toscane, che fa da sempre simpatia. È tornato allo stadio qualche settimana fa. Sciarpa biancorossa al collo, a dimostrazione di un affetto immutato per la piazza, “qui sono cresciuto e sono arrivato al calcio che conta” precisa, Paolo Rossi ha analizzato la situazione della società berica, del campionato di serie C, ripercorrendo, inevitabilmente, anche il nastro dei ricordi. “Vicenza è casa mia, il mio posto. È come essere in famiglia, come tornare a casa. Quando entro al Menti mi scorrono in mente una serie di immagini. E mi sembra ieri. È come se ripercorressi i primi passi, la prima squadra, il professionismo importante, le prime convocazioni in nazionale. Ci sono tante cose 14 | MARZO

2019 | CORRIERE VICENTINO | SPORT

SSA

BIANCORO A Z N

SPORT

PAOLO ROSSI

dentro a quella maglia biancorossa. Non ho mai sentito un legame così forte con le altre piazze in cui ho giocato. A Vicenza ritrovo tutto l’affetto, i ricordi più belli”. A Vicenza Paolo Rossi arrivò dal Como nell’estate del 1976, diventando il miglior marcatore della serie B, con 21 reti e conquistando la promozione in A, per poi confermarsi capocannoniere con 24 gol nella massima serie. Era il Real Vicenza di G.B. Fabbri, che arrivò secondo alle spalle della Juventus. E oggi da ambasciatore nuovamente in maglia biancorossa chiede fiducia e pazienza al pubblico vicentino. “La società è stata acquistata dopo il fallimento e questo è un anno di transizione. Usciamo da una situazione disastrosa, bisognava far ripartire tutto. L’obiettivo serie B c’è ma non era dichiarato già quest’anno. C’è una buona squadra, nei primi 7/8 posti ci sta. In corsa ha trovato anche qualche difficoltà, ma resta l’obiettivo play-off. Oltre alla Coppa Italia. Gli ultimi acquisti hanno rinforzato il gruppo, portando qualcosa di positivo verso la strada del miglioramento. Adesso bisogna cercare di compattarsi e di fare il meglio possibile. Di essere un minimo costruttivi e guardare in prospettiva. E di non perdere la fiducia in un progetto, quello di Renzo Rosso, che è stato costruito a lungo termine per riportare in alto il Vicenza”.


ARZIGNANO

SE VUOI, PUOI: UN ARZIGNANESE A SANREMO di FRANCESCO BRUN

Da Arzignano al palco dell’Ariston. Leo Cabid, nome d’arte di Leonardo Cabiddu, è stato uno dei concorrenti dell’edizione 2019 di Sanremo Young. Leo, raccontaci un po’ di te! Ho quindici anni e abito ad Arzignano. Frequento l’Istituto Montagna all’indirizzo audiovisivo. Oltre al canto sono appassionato di fotografia e disegno. Come ti sei avvicinato al canto? È una passione che mi è stata trasmessa in famiglia, anche mio padre e mio nonno cantavano da giovani. L’ho sempre coltivata, fin da quando ero bambino: praticamente cantavo sempre! Poi è da un anno che frequento la scuola di canto Officine Limoni di Irene Ghiotto, e ciò mi ha dato possibilità di progredire molto. Qual è il tuo genere musicale? All’inizio non avevo un genere ben preciso, l’ho scoperto un po’ alla volta andando a lezione di canto. Irene mi ha fatto scoprire un’abilità nell’eseguire fraseggi e vocalizzi che non pensavo di possedere. Con lei ho iniziato un percorso di musica black, partendo dai giorni nostri per poi andare indietro nel tempo. Com’è iniziata l’avventura di Sanremo Young? Avevo già provato l’anno scorso, ma non mi avevano chiamato. Quest’anno non volevo nemmeno riprovarci, poi mia nonna mi ha convinto: ho mandato tre video proprio il giorno prima della scadenza e un paio di giorni dopo mi è arrivata la mail di convocazione per la seconda audizione, presso gli studi Rai

di Roma, il 25 gennaio. Erano presenti nella giuria Antonella Clerici, il direttore artistico Gianmarco Mazzi e il direttore d’orchestra Diego Basso. Ho portato la canzone Quando finisce un amore di Cocciante. Ero incredulo quando due giorni dopo mi hanno comunicato di avermi selezionato! Già la settimana successiva sono tornato a Roma dove ho iniziato le prove e abbiamo registrato lo spot televisivo. Poi c’è stato il contest vero è proprio: com’è stata quest’esperienza? L’esperienza è stata senza dubbio positiva, mi ha fatto crescere tanto dal punto di vista personale. Sanremo Young funziona come un talent show: le canzoni sono scelte dagli autori e noi dobbiamo interpretarle. A me non è andata bene: durante la prima serata ho dovuto cantare Non mi avete fatto niente di Ermal Meta, un brano che non rientra

proprio nelle mie corde, e così sono stato eliminato. Comunque ho avuto modo di conoscere artisti e protagonisti della scena musicale italiana, oltre ad aver avuto la possibilità di cantare dal vivo sul palco dell’Ariston! È un’esperienza che rifaresti? Non credo. A Sanremo si possono presentare solo canzoni in italiano: vorrei provare qualche concorso presentando canzoni in inglese. C’è un messaggio che vuoi mandare ai tuoi coetanei che vorrebbero intraprendere la carriera musicale? L’unica cosa che mi sento di dire è di crederci, sempre e fino in fondo. ‘Se vuoi, puoi’, è questo il mio slogan!

ARZIGNANO | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 15


ARZIGNANO

DALLA VALLE DEL CHIAMPO PER LA CAUSA BIANCOROSSA di FRANCESCO BRUN

Lunedì 18 febbraio è stato ufficializzato l’ingresso nel LR Vicenza di dieci nuovi soci. Tra gli imprenditori che hanno deciso di sposare il progetto di Renzo Rosso c’è anche Lino Chilese, patron della holding Futura, proprietaria della Came s.p.a. che ha sede a San Pietro Mussolino. Chilese, già presidente dell’ASD Arzignano Valchiampo, mastica calcio da parecchi anni. “Gestire una squadra di calcio non è proprio come gestire un’azienda – dichiara – nel calcio due più due non fa sempre quattro”. Una scelta, quella di entrare nella società biancorossa, che parte da lontano: “mi sono sempre occupato di calcio qui nella valle del Chiampo, è la mia grande passione – prosegue – e come ogni abitante della provincia mi sono sempre interessato

16 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | ARZIGNANO

delle sorti del Vicenza. Alla fine siamo tutti tifosi”. La decisione di far parte del progetto “è dipesa molto da Renzo Rosso. Mi sono trovato perfettamente in sinto-

nia con le sue idee e con il suo modo di agire, e ho notato delle somiglianze tra il suo procedere e il mio qui nella valle. È importante l’ingresso in società di altre realtà della provincia perché, anche nel calcio, è l’unione che fa la forza. E’ altrettanto importante però che sia uno solo a prendere decisioni, perché se ognuno decide per sé non si arriva da nessuna parte. Rosso è una persona seria e affidabile, credo sia la figura giusta per guidare il Vicenza”. Al momento però i risultati si fanno attendere. “Giustamente i tifosi, ora che c’è al comando un imprenditore importante, si aspettano un deciso miglioramento anche in campo. Il lato sportivo è probabilmente il più difficile da sistemare, ma con una società sana è solo questione di tempo, e le cose prenderanno la piega giusta”. Chilese comunque rimane fermo nella sua decisione: “quando il Vicenza farà risultato si inizierà a riaccendere l’entusiasmo dei tifosi biancorossi, in tutta la provincia. È solamente questione di tempo, ne sono sicuro. Ci sono le persone giuste al posto giusto, gente che sa fare il proprio lavoro, con la massima serietà e professionalità. Prima o poi le cose gireranno, e finalmente noi tifosi potremo tornare a gioire”.


QUANDO L’ARZIGNANO GIOCAVA IN SERIE C

ARZIGNANO

di ALESSANDRO LANCELLOTTI

Nella provincia di Vicenza oltre ai Biancorossi, che possono vantare 37 campionati in massima divisione, vi sono altre squadre che nella loro storia sportiva hanno calcato i campi del professionismo. Ad esempio lo Schio dal 1919 al 1921 ha partecipato alla Prima categoria (attuale serie A), il Marzotto Valdagno fece 10 anni in serie B e 27 in serie C. Anche il Thiene e il Bassano possono vantare 10 campionati a testa nella terza serie del calcio Italiano. Tra le squadre vicentine che giocarono nel professionismo Italiano possiamo citare con in suoi tre campionati in terza serie anche l’Arzignano. Il Dopolavoro Pellizzari, come si chiamava all’epoca, vinse la finale di prima divisione per 4-1 contro il Belluno e conquistò la serie C. Per l’esordio in terza serie fu chiamato ad allenare Sereno Gianesello, ex di Vicenza, Atalanta e Milan, che ricopriva l’incarico di allenatore e giocatore. Nel girone trovò qualche squadra locale come il Lanerossi Schio, il Marzotto Valdagno e squadre blasonate che negli anni successivi conquisteranno tutte la A: erano il Verona, il Mantova e il Ferrara, ovvero la Spal. Il campionato fu subito in salita e non fu dei più felici per l’Arzignano: all’esordio si scontrò proprio con gli scaligeri (poi promossi in serie B) perdendo per 4-1: era il 4 ottobre

Questo il tabellino della prima storica sfida in serie C contro l’Ac Verona. Pellizzari Arzigano: Chiarello, Rossettini, Peraro, Ronzani, Colbacchini, Rambaldelli, Giacomello, Voltolin, Savio, Gimignani, Franchin. A.C.Verona: Manzini, Pellicari, Pomponi, Cingolani, Trevisan, Sabbadini, Dusi, Tavellin, Barbieri, Cecconi, Calderoni. Arbitro: Chiti di Vencesiaio Marcatori: 25’ Giacomello (P), 44’ Cecconi (V), 47’ e 65’ Tavellin (V), 89’ Calderoni (V) Note: folta rappresentanza di tifosi veronesi; infortunio a Chiarello (che gli costerà la stagione).

1942. Con l’Ac Verona gli arzignanesi persero anche al ritorno; stessa sorte per il match contro il Ferrara dove

contiamo due sconfitte. Alla fine del campionato il sodalizio bianconero retrocesse ma a causa del secondo conflitto mondiale tutto fu sospeso. Durante la guerra si giocava lo stesso e nell’Arzignano per qualche partita giocarono calciatori come il campione del Mondo Colaussi e i vari Pasin, Della Puppa del Vicenza che facevano compagnia al portiere locale Nuciari, poi portiere del Vicenza. Da ricordare nel periodo bellico una partita amichevole contro il reggimento inglese dei lancieri del Bengala dove segnò il famoso Sten Mortensen, nazionale Inglese e giocatore di Blakpool e Hull City. Con la fine del conflitto il Dopolavoro Pellizzari si fuse con il Moretto dando vita all’Ac Arzignano (maglia bianco blu e campo di gioco fu il campo Dal Molin). Nel 1946-47 e nel 1947-48 furono disputati altri due campionati in serie C: il primo anno con squadre Venete e del Trentino Alto Adige si concluse con l’Arzignano al 9° posto (vittoria del campionato del Bolzano) mentre nel campionato seguente i biancoblù si classificarono addirittura terzi. A causa della riforma dei campionati l’Arzignano fu declassato in Promozione. Nel frattempo furono ammesse alla nuova serie C la Pro Rovigo e il Marzotto Valdagno. E lì si chiuse l’avventura del sodalizio Arziganese in serie C.

ARZIGNANO | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 17


ARZIGNANO

ESORDIO AL TOP

di DAVIDE GHIOTTO

Vittoria Gaio, diciannove anni, nata ad Arzignano (VI). nel 1999 Studentessa unive rsitaria con la passione per la scrittura.

L’amore ha centi naia di volti e milio ni di voci, ma è negli occhi di tutti e per ques to, quando lo perdiamo, ci sembra di perce pirlo nelle altre persone. Vi è amore in ogni cosa ed è la ragione per cui contiamo i giorn i che passano, per cui perdi amo i treni, incia mpiamo. L’amore è tutto un inciampare nella vita degli altri. Ma tutto è relativo.

Vittoria Gaio

Accade

Accade

Un esordio col botto quello di Vittoria Gaio, diciannovenne scrittice arzignanese che lo scorso gennaio ha pubblicato il suo primo libro. “Accade”, questo il titolo della raccolta che riunisce i racconti che la giovane Vittoria ha scritto durante l’adolescenza. Perché hai scritto “Accade”? Ho deciso di scrivere un libro perché sentivo di aver qualcosa da dire - racconta Vittoria -. Ma sopratutto ho deciso di scrivere un libro sull’amore perché sono fermamente convinta che di amore ce ne sia veramente tanto ma le persone molto spesso hanno bisogno di qualcuno che ricordi loro quanto sia importante amare. Come è stato accolto dal pubblico? Ti aspettavi questo successo? Ad essere sincera non mi aspettavo questo successo. Avevo paura che il

Vittoria Gaio

messaggio che volevo mandare potesse non arrivare alle persone, che passasse inosservato. Fortunatamente le persone si sono appassionate alle mie storie e qualcuno è riuscito persino a rivedersi nelle mie parole. Ho ricevuto molti messaggi, molti sono venuti

a parlarmi, persone che non conosco da tutta Italia mi hanno scritto per complimentarsi, per chiedermi chiarimenti e questo è impagabile. Com’è nata la tua passione per la scrittura? La mia passione per la scrittura è nata all’incirca quando ero in quinta elementare. Ci hanno assegnato un tema dove ci chiedevano di essere estremamente sinceri, quel tema per me è stato la causa scatenante di tutto un amore inspiegabile per la scrittura e della scoperta della facilità con cui riesco ad esprimermi attraverso le parole. Hai intenzione di scriverne altri? Ho intenzione di scrivere ancora, al momento ho già qualcosa per la testa e spero tanto che diventi nuovamente qualcosa di concreto. Sto pensando di dare ancora voce ai personaggi di “Accade”, sopratutto a due a cui sono molto affezionata Sebastian e Anna, ma non voglio dire altro, altrimenti non sarebbe più una sorpresa.

Al giorno d’ogg i ci lamentiamo dell’assolut o distacco che c’è tra le perso ne, dell’impossibilità di costruire un rapporto vero. Eppure siamo tutti collegati e inciampiamo senza sosta gli uni nelle vite degli altri. Siamo tutti dei nomadi nelle vite delle persone che incon triamo ogni giorno. Molto spess solo di passaggio, o siamo a volte con il nostro passa ggio lasciamo un segno, altre volte ancora decidiamo di fermarci per una vita o poco più. Il punto è che siamo così ciechi da non vedere quanto amore c’è, se prestassimo più attenzione forse ci rende remmo conto di quanto amor e ci sfiori ogni giorno.

AAA MASCOTTE CERCASI di MARIA TERESA ORLANDO

“Aiutateci a trovare la nostra mascotte!”. È il grido che lanciano i giocatori del Real Futsal Arzignano perché proprio non si trova. Ad aiutarli i ragazzi del secondo istituto comprensivo di Arzignano che dovranno disegnare l’identikit per riuscire finalmente a portare la mascotte al Palatezze durante le partite. “È un’iniziativa del nostro ufficio marketing – ci racconta sorridendo Vladimiro Sgaggero presidente della squadra biancorossa – quella di voler collaborare con le scuole di Arzignano per creare e dare un nome alla mascotte che ancora ci manca”. E per questo è stato creato un fumetto in cui i tre giocatori simbolo della 18 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | ARZIGNANO

squadra arzignanese cercano disperatamente la mascotte; l’ultima pagina lasciata in bianco dove i ragazzi delle scuole elementari e medie potranno disegnare la loro idea di mascotte. Per il vincitore, oltre alla soddisfazione di vederla realizzata in collaborazione

con il disegnatore Ivan Bigarella, un premio che per ora rimane top secret. “Arzignano – continua Sgaggero – con tutte le sue squadre rappresenta la capitale del Veneto del calcio a 5. Vogliamo con queste iniziative, in collaborazione con il dirigente Piarpaolo Frigotto e il Comune di Arzignano, che i ragazzi continuino ad appassionarsi e a praticare questo meraviglioso sport a diretto contatto con i campioni della nostra squadra”. A concludere la manifestazione i giocatori del Real Futsal terranno una partita dimostrativa contro la squadra che ha vinto il campionato della scuola, un momento per divertirsi e stare assieme.


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ARZIGNANO

AMICI PER LA ZAMPA

di GIULIA SALTINI

si era rifugiata nel vano motore di un camion, fermo in un parcheggio costeggiato da case e condomini, in pieno centro di un paese. Tutti sentivano piangere questa povera gattina, era agosto, e nessuno si è degnato non dico di chiamare, ma nemmeno di mettere una ciotolina d’acqua. E poi cosa è successo? Per fortuna è passata una signora sensibile che ci ha allertato. Siamo state due giorni e due notti a sorvegliare la trappola, col terrore che il camionista ripartisse. Solo una persona ci ha aiutato, tentando di prendere con le mani la gattina, un camionista polacco, e non ha voluto nulla in cambio, anche se si è sporcato tutto il braccio d’olio.

“Riceviamo 4/5 chiamate di interventi al giorno in tutto l’Ovest Vicentino”, afferma Liliana Pelloso, fondatrice del gruppo di soccorso Gattoovest. Il gruppo è nato 4 anni fa, ottobre 2014, perché le richieste di intervento nei confronti di gatti sono quotidiane. È un gruppo autonomo, ma il loro punto di riferimento è l’Enpa di Arzignano. Cosa intendi con “interventi”? Gli interventi sono di varia natura. Si passa dal caso dell’anziano che ha gatti e che viene a mancare, alle colonie, a gatti incidentati… C’è qualche salvataggio che ti è rimasto nel cuore? Sono tantissimi, ma così nell’immediato ricordo il caso di una micia che 20 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | ARZIGNANO

Parlami delle colonie. Secondo la legge, le colonie devono essere certificate e regolamentate dal sindaco, essendo parte del territorio comunale. Ma, dato che le colonie sono molte, alcuni comuni non le certificano e quindi i gatti non acquisiscono il diritto alle sterilizzazioni gratuite del servizio veterinario ASL. A complicare la questione, da qualche anno la Regione ha imposto l’applicazione del microchip ai gatti di colonia, con spesa a carico del Comune. Come sono i rapporti con i vicini delle colonie? Purtroppo, in molti casi,

si riscontra un’incredibile intolleranza. Spesso troviamo cartelli con insulti o, peggio, bocconi avvelenati. Come si può aiutare Gattoovest? Si può fare da stallo (ospitare il micio fino al momento dell’adozione) o da staffetta (portare il gatto, ad esempio, dal veterinario). Oppure partecipando alle collette alimentari e alle cene di beneficenza. Sempre gradite offerte di vario genere. Anche 1€ al mese. Chiunque può contattarci per avere indicazioni.

COME SI PUÒ ADOTTARE? Sulla pagina facebook c’è l’album delle adozioni, costantemente aggiornato.


GIÙ LA MASCHERA!

ARZIGNANO

di GIULIA SALTINI

COS’È IL COSPLAY? La parola cosplay viene dalla contrazione delle parole inglesi costume (che sta appunto per… costume) e play (giocare, recitare). I cosplayer sono le persone che indossano un cosplay. Il cosplay, al contrario di quanto si possa pensare, è nato in America e solo dopo ha conquistato la terra del Sol Levante.

Con il cosplay si può diventare una fata, un mago, uno scienziato… Tutto quello che si vuole! Quando si indossa un costume, è come entrare in un altro mondo. Si appendono per un momento i propri panni e si lasciano da parte le difficoltà della vita quotidiana. È questo il fascino del cosplay, una passione diffusa soprattutto in Giappone e che ha conquistato anche l’Ovest Vicentino. Infatti diversi gruppi di appassionati stanno spuntando come funghi. Tra questi il gruppo Uruk-Hai di Arzignano e l’associazione culturale Steampunk Nord Est. Gran parte del fascino del cosplay sta, appunto, nella parte recitativa. La fondatrice dell’associazione culturale Steampunk Nord Est Alessandra Carrer ricorda: “Ci hanno chiesto che film stavamo girando e con che regista, mentre in realtà stavamo passeggiando tra noi a Venezia!”. Ma anche costruirsi il personaggio è importante e divertente. Pensate che i più abili si cuciono i vestiti o partendo da vecchi abiti o, addirittura, da zero. E lo stesso fanno per gli oggetti “di scena” come armature, ali, armi. “Queste ultime devono essere realizzate in modo che si capisca che sono fin-

te” dice Renzo Vignaga, membro del gruppo Uruk-Hai di Arzignano, “i controlli di sicurezza alle fiere sono molto severi”. In questo gruppo si travestono usando delle maschere, come suggerisce il nome, da Uruk-Hai, gli orchi partoriti dalla mente del geniale John Ronald Reuel Tolkien, autore de Il signore degli anelli. Come si ottengono queste maschere? “Per prima cosa si

fa il calco della testa della persona, poi si prende il positivo in gesso e si apportano le modifiche desiderate con la plastilina. Si fa un nuovo calco, nel cui negativo si versa lattice o silicone. Poi si estrae la maschera dallo stampo, la si colora con l’aerografo e ci si applicano i capelli”, come afferma Renzo Vignaga, membro del gruppo UrukHai di Arzignano. Una di queste meraviglie può costare anche 200 euro e, per realizzarla ci possono volere intere settimane.

ARZIGNANO | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 21


MONTECCHIO MAGGIORE

DIECI ANNI DI CECCHETTO L’ALFABETO DELLA “SINDACA”

di MARIA TERESA ORLANDO

Ascolto: Penso sia la qualità più importante che un

sindaco debba avere. Ascoltare i cittadini deve sempre essere la priorità, sia per rispondere alle loro esigenze sia per trovare una mediazione in caso di decisioni che possono trovare qualche resistenza.

Bambini: Montecchio Maggiore Città dei Bambini è

un contenitore che abbiamo creato per radunare le innumerevoli iniziative rivolte ai più piccoli. Praticamente ogni fine settimana offre occasioni di divertimento e crescita personale, anche grazie alla fondamentale collaborazione delle scuole.

Case chiuse:

È sempre stata una mia battaglia. Sono convinta che la loro riapertura sia l’unica soluzione per combattere la prostituzione di strada e quindi il degrado, ma anche lo sfruttamento delle donne. Constatata l’impossibilità di eliminare questa attività, sia essa almeno tassata e controllata dal punto di vista sanitario.

Donne:

Sono sempre stata contraria alle quote rosa: le donne devono avere pari opportunità per i loro meriti e non per un mero calcolo quantitativo. A Montecchio, ad esempio, sono moltissime quelle impegnate con ruoli di spicco in politica, nel mondo del lavoro e nelle associazioni, e questo è motivo di orgoglio.

Eventi: Dopo dieci anni si chiude a Montecchio Maggiore l’era Milena Cecchetto. Due lustri in cui “la sindaca” leghista è stata protagonista, con le sue squadre di centrodestra, di una serie di interventi e iniziative che hanno ridisegnato il volto urbanistico e sociale della città. L’elenco sarebbe lungo e forse noioso e allora giochiamo con le 21 lettere dell’alfabeto, usandole come iniziali per altrettante parole chiave dei due mandati amministrativi. Sindaco, le sceglie lei e ce le spiega? “Non sarà facile fare una cernita ma… d’accordo, proviamoci!”. 22 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | MONTECCHIO MAGGIORE

Da Montecchio Medievale a Montecchio Marittima, dalla Fiera della Mostarda alla Notte Bianca. Non c’è stagione dell’anno che non sia caratterizzata da un grande evento, capace di attirare decine di migliaia di persone. Grazie a tutti i volontari che si impegnano per realizzarli.

Frazioni:

Abbiamo sempre cercato di avere un occhio di riguardo verso le diverse frazioni che compongono la nostra città. Ognuna di loro ha le proprie caratteristiche da difendere e da valorizzare.

Ghisa: Il destino dell’ex caserma Ghisa è forse il più

grande rammarico di questi anni da sindaco. Il nostro intento era quello di rilanciare in breve tempo l’area, ma


MONTECCHIO MAGGIORE

l’ACI ha ritirato il suo progetto di creare un circuito didattico per la guida sicura. Ma noi non molliamo ed ora pubblicheremo un bando di manifestazione d’interesse per chiamare a raccolta imprenditori desiderosi di investire.

nel più breve tempo possibile, ma l’apertura della superstrada è legata alla realizzazione del nuovo casello autostradale. Basta ritardi da parte della società autostradale! È ora di far partire il cantiere del casello, non c’è più spazio per ritardi!

Halloween: Gli eventi per bambini creati da Gian-

Qualità: Non basta saper fare le cose, ma occorre farle

franco De Cao in occasione delle feste di Halloween e del Natale sono stati incredibili occasioni di rilancio delle Priare dei Castelli, che in questi anni, come tutta l’offerta turistica della città, hanno conosciuto un vero e proprio boom di visitatori, grazie anche al grande impegno messo in campo dalla Pro Loco.

Immigrazione: Abbiamo cercato di gestirla nel

migliore dei modi, ossia con il pugno duro nei confronti di chi è irregolare e con azioni rivolte all’integrazione di chi ha la volontà di metterla in pratica, soprattutto attraverso l’educazione scolastica delle nuove generazioni.

Lavoro: Sono stata eletta sindaco la prima volta in

piena crisi economica globale. Anche le nostre aziende hanno subito gravi contraccolpi e le crisi occupazionali sono state molto frequenti. Fortunatamente negli ultimi anni la situazione è migliorata, anche grazie alla tenacia e all’innovazione messa in campo dai nostri straordinari imprenditori.

Musei: Museo di Archeologia e Scienze Naturali “G.

Zannato”, Museo delle Forze Armate 1914-1945, Fondazione Bisazza, Villa Cordellina Lombardi, i Castelli di Giulietta e Romeo. Montecchio Maggiore è un museo diffuso che vale la pena di scoprire e valorizzare sempre di più.

Novità: Ci vuole intuito e competenza per fiutare da

che parte tira il vento e per prendere le decisioni adeguate ai cambiamenti repentini della società. Ritengo che io e la mia squadra abbiamo quasi sempre capito quale fosse la direzione giusta da prendere e rispondere così a quelle richieste di novità che i cittadini giustamente chiedono.

Ospedale:

Il cantiere del nuovo ospedale sta proseguendo di gran lena. Presto avremo una struttura all’avanguardia a servizio di tutto l’Ovest Vicentino. Ringrazio l’Ulss 8 Berica, con la quale il rapporto è sempre stato franco e proficuo.

Pedemontana:

I lavori devono essere ultimati

bene, con la giusta qualità. È quello che in questi anni abbiamo sempre chiesto agli uffici comunali e devo dire che la risposta è sempre stata all’altezza delle nostre aspettative. Servizi di qualità significa innanzitutto benessere per i cittadini.

Remo Schiavo: Abbiamo recentemente vissuto la

perdita del faro culturale della nostra città, Remo Schiavo appunto. Cito lui per rappresentare tutte quelle grandi personalità montecchiane che si distinguono per l’impegno divulgativo, portando in alto il nome della nostra città.

Sport:

Partenza di tappa del Giro d’Italia, Campionati italiani di pattinaggio corsa, le due squadre di pallavolo in A2, Città Europea dello Sport per due anni consecutivi: sono solo alcuni esempi della grande tradizione sportiva nella nostra città, che non smette di stupire per capacità organizzativa.

Tenenza:

L’elevazione a Tenenza della caserma dei Carabinieri è stato un traguardo molto importante, perché ha portato alla presenza in servizio 24 ore su 24 dei militari, con il conseguente aumento dei controlli sul nostro territorio.

Unione: È stata la forza delle due giunte comunali che

ho avuto l’onore di presiedere. Abbiamo sempre agito con una voce unica, soprattutto nelle questioni di carattere sovracomunale, con un solo scopo davanti a noi: il bene di tutti i Montecchiani.

Volontariato: Un patrimonio inestimabile di Montecchio Maggiore. Le associazioni sono decine, impegnate nei campi più svariati. È il tesoro più grande che abbiamo, perché spesso sopperiscono gratuitamente allo svolgimento di alcuni servizi che le casse comunali non riescono a sostenere.

Zaia: Il nostro Presidente! Un rapporto, quello che mi

lega a lui, non solo amministrativo, ma anche di amicizia e affetto. In questi anni è stata fondamentale la collaborazione con la Regione, per risolvere piccole e grandi questioni. Un lavoro fatto spesso all’ombra, ma che ha permesso di portare a casa grandi risultati. MONTECCHIO MAGGIORE | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 23


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DA AVVERSARI AD EQUIPAGGIO di DAVIDE GHIOTTO

L’ottantasettesima edizione del Rallye di Montecarlo ha visto gareggiare una squadra castellana capitanata da Mauro Peruzzi e Tiziano Gecchele, due grandi nomi del rally italiano che, dopo una vita da avversari, hanno deciso di unire le forze per affrontare una delle più famose tappe del mondiale di Rally. Com’è nata la vostra accoppiata al volante? “Io e Tiziano abbiamo passato molti anni nell’ambiente delle macchine da corsa - spiega Mauro Peruzzi -. Io come navigatore, lui come pilota. Siamo sempre stati molto amici, ma durante le gare eravamo avversari in quanto abbiamo sempre corso con squadre diverse”.

siamo abbattuti e abbiamo deciso di provarci di nuovo quest’anno”. Come avete messo su la squadra? “Parlando di questa nostra idea si è creato un pool di amici, capitanato da Marco Mettifogo, che hanno deciso, con nostra sorpresa, di darci una mano sostenendoci nelle spese. Grazie al loro contributo e alla Delta Rally di Bassano che ci ha consegnato una macchina incredibile, siamo riusciti a prendere parte al Rallye di Montecarlo come team ufficiale”. Com’è andata la gara? “La gara è andata benissimo nonostante l’elevata difficoltà del trac-

ciato e qualche rottura che abbiamo subito. Ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo concluso al 28° posto”. Cos’è successo dopo la gara? “Quando siamo tornati abbiamo voluto ringraziare tutti gli amici che ci hanno sostenuto, tra cui mia figlia Sofia e il suo fidanzato Federico che hanno fatto un ottimo lavoro come ricognitori, portandoli a provare la nostra mitica Skoda in Calvarina”. Prossimi obiettivi? “Al momento non abbiamo in mente niente in particolare. La voglia di gareggiare ancora c’è e sicuramente qualche gara in Italia riusciremo a farla”.

Perché avete deciso di correre insieme? “Dopo tanti anni da avversari abbiamo voluto metterci al volante come una squadra per realizzare un sogno che Tiziano aveva da tempo: correre nella tappa di Montecarlo. Qualche anno fa l’abbiamo corsa senza nemmeno provare prima. La macchina ha avuto un guasto, perciò non siamo riusciti a finire la gara. Non ci MONTECCHIO MAGGIORE | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 25


CHIAMPO

MISSIONE AFRICA di GIUSEPPE SIGNORIN

Più di 30 anni di viaggi in Africa per Giuseppe e Anna Gugole e l’amico Lino Zordan, tanto che la Guinea Bissau è diventata per loro una seconda casa. Sono appena tornati dall’ennesima avventura, fra gennaio e febbraio di quest’anno, ospiti di padre Ernesto Bicego della missione francescana di Blom, un frate di 78 anni che ha dedicato la propria vita alla Guinea. Giuseppe Gugole, 74 anni e una grandissima esperienza come meccanico, a gennaio è partito per sistemare il trattore migliore della missione, ridotto in pessime condizioni. E senza trattore che trasporta le cisterne di acqua è ancora più dura vivere in quei posti… “All’arrivo ho trovato una brutta sorpresa: uno dei pezzi di ricambio non era adatto al mezzo e quasi stavo per tornare a casa per recuperarne un altro, ma grazie a Dio all’ultimo abbiamo trovato una soluzione, altrimenti avevo fatto migliaia di chilometri alla mia età per niente… Però è sempre bello andare in Africa, ci si rende conto di quanto ci lamentiamo noi pur avendo tutto”. La moglie Anna, invece, è preziosissima soprattutto in cucina, perché

26 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | CHIAMPO

nei periodi in cui è giù anche i frati possono finalmente mangiare un po’ di pasta e qualche prelibatezza tutta italiana che prepara loro, per esempio i grostoli… Oltre a questo si occupa di sartoria e aiuta nelle pulizie di ogni genere. L’amico Lino Zordan, esperto nel settore edile, dedica buona parte del suo tempo libero per dare una mano a molte missioni e insegnare il mestiere ai giovani del luogo. “Quest’anno sono andato per verificare alcuni lavori in corso, per esempio una scuola professionale di 1700 metri che servirà a dare un futuro anche lavora-

tivo agli abitanti delle zone di Blom. Con grande soddisfazione ho visto i giovani muratori in grado quasi di arrangiarsi, dopo il tempo impiegato in passato per insegnare loro la professione. Hanno una terra ricca, se avessero gli strumenti e le competenze potrebbero avere un buon futuro”. Chiese, scuole, ospedali, sono tante le opere realizzate grazie alla dedizione dei volontari e agli aiuti di benefattori e associazioni. Ma c’è sempre tanto da fare, per esempio Giuseppe, Anna e Lino stanno cercando i fondi per costruire il tetto della scuola e portare a termine la costruzione. Chi volesse dare una mano sa a chi rivolgersi.


CHIAMPO

IMPRESE STREPITOSE PER I “RANDAGI” DEL CICLISMO di ENRICO CORATO

La stagione 2019 sta già per entrare nel vivo per i Randonneurs del Ciclismo Valchiampo o “Randagi”, come a loro piace farsi chiamare. E nel loro mirino vediamo già la “6+6 Isole”, una randonnée che parte da Cagliari e si sviluppa per 600 km in Sardegna e 600 km in Sicilia, e poi ad agosto la “Paris-Brest-Paris”, l’olimpiade dei cicloamatori che si svolge ogni quattro anni. Un appuntamento molto caro perché proprio qui nel 2015 nasceva questo fantastico gruppo che macina miglia e miglia come se fossero noccioline. Cogliamo l’occasione per fare il punto e raccontare le imprese dello scorso anno. “Le Randonnée sono il nuovo modo di interpretare il ciclismo che in questi anni si sta espandendo in tutto il mondo e in particolare in Italia, forse per il fascino del nostro territorio” ci spiega Annalisa Marchesini, instancabile divoratrice di chilometri del team. “Non c’è rivalità e la classifica finale non conta: devi percorrere lunghe distanze in piena autonomia, rimanere concentrato, imparare a gestire le energie e saperti alimentare in modo corretto, perciò la vera sfida è con se stessi e con le avversità sempre in agguato”. Il gruppo dei Randonneur del Ciclismo Valchiampo ha concluso una

stagione strepitosa durante la quale non sono mancati lusinghieri risultati, iniziando con Annalisa Marchesini e Alessandra Dalla Costa che hanno concluso brillantemente la “Alpi 4000”, una delle prove più impegnative del panorama italiano che durante i 1550 km del percorso e quasi 22000 metri di dislivello positivo ti avvicina alle vette alpine over 4000 scalando i grandi passi i fra cui il Bernina, lo Stelvio e l’Iseran. Proprio Annalisa è riuscita ad ottenere il secondo posto al campionato italiano e vincere la classifica femminile del “Girorando del Nordest”, un circuito che somma i punti ottenuti nelle più importanti Rando del Veneto e del Friuli, in cui la squadra è riuscita ad ottenere un ottimo quarto posto. Giannino Beschin e Tiziano Panarotto hanno concluso i 1250 km della “Madrid-Gijon-Madrid” conquistando il Brevetto Europeo, rilasciato solo a 50 ciclisti di tutto il mondo (dei quali 25 sono italiani) che hanno saputo conseguire i quattro grandi Brevetti europei: Paris-Brest-Paris; 1001 Miglia; London-EdimbughLondon e Madrid-Gijon-Madrid.

Ma la vera impresa di questa memorabile stagione ha visto come protagonista Claudia Gugole che ha superato la difficilissima prova dela North Cape 4000, partendo da Arco sul Lago di Garda e arrivando a Capo Nord, attraversando dieci nazioni e percorrendo oltre 4383 Km con 24700 m di dislivello positivo in appena 17 giorni e senza nessun supporto. Davvero complimenti e in bocca al lupo a tutto il team per le prossime titaniche imprese!


MONTEBELLO

MAGNABOSCO PUNTA AL BIS di MARIA TERESA ORLANDO

Cinque anni fa era un neofita della vita politico-amministrativa, rappresentava la novità e anche per questo colse la vittoria, diventando sindaco di Montebello Vicentino. E ora che questi cinque anni sono passati, Dino Magnabosco ci riprova, con una spiegazione tanto semplice quanto sincera: “Eletto sindaco mi ero posto un obiettivo e cioè che chi prima mi salutava continuasse a farlo. Dopo cinque anni vedo che mi salutano ancora, e allora perché non continuare?” (ride, ndr). Battute a parte, con quale spirito si ricandida? Ci ho sempre messo la faccia, anche nelle decisioni più sofferte, e se verrò rieletto continuerò a farlo. Sicuramente non mancherà l’impegno, che io sia in maggioranza o in opposizione. Ho trascorso cinque anni belli, intensi, impegnativi, con una squadra di assessori e consiglieri che mi ha sempre sostenuto e che per questo ringrazio. Per cosa sarà ricordato il mandato che volge al termine? Sono orgoglioso di aver finalmente realizzato e aperto al traffico la rotatoria della Padana. Qualcuno ha detto che tutto era già deciso prima del mio arrivo, ma non è così. È vero, c’era un progetto, ma era fermo sul tavolo da anni: in soli otto mesi dopo la mia elezione lo abbiamo fatto finanziare. Per ottenere il finanziamento dovevamo chiudere le pratiche con i privati entro il 31 dicembre: ricordo che l’ultimo espro28 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | MONTEBELLO

prio bonario l’abbiamo firmato alle 15 della vigilia di Natale, tanto per far capire quanto tenevamo a quella promessa elettorale. E poi? Un sogno che presto realizzeremo è la nuova palestra del polo scolastico. Anche in questo caso siamo stati bravi ad ottenere il finanziamento dal MIUR per un’opera attesa da moltissimi anni. Siamo inoltre riusciti a ravvivare il paese grazie alle innumerevoli iniziative organizzate in collaborazione con la Pro Loco e le altre associazioni; grazie all’accordo con i privati, abbiamo riaperto il castello ai cittadini in occasione di alcuni eventi estivi; fra le altre cose, ricordo poi il rifacimento di Piazza Italia e via XXIV Maggio, i lavori nei cimiteri, la progettazione delle nuove piste ciclabili, i lavori sulle reti in collaborazione con Medio Chiampo e i tantissimi interventi in ambito scolastico, educativo, sociale e culturale. Qualcosa le avrà pur lasciato l’amaro in bocca… Non aver ancora concluso un progetto di ristrutturazione e rilancio dell’ex scuola media. Abbiamo delle idee ben chiare sul suo futuro, in merito alle

quali però al momento non intendo sbilanciarmi perché il dialogo con i vari interlocutori in gioco è ancora in corso e preferisco non fare proclami nel rispetto dei loro confronti. Cosa le manca della vita da “normale” cittadino? In questi anni ho abbandonato una delle mie passioni, ossia lo sport praticato. Mi sono ripromesso di fare più attività fisica, al costo di rinunciare a qualche cena “di rappresentanza”. Insomma, Dino Magnabosco intende prepararsi anche atleticamente alla nuova competizione elettorale.


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MONTORSO

TONELLO

5 ANNI DA SINDACO di MARIA TERESA ORLANDO

I montorsani? “Sono buoni Veneti: attivi, frizzanti, con un grande spirito di iniziativa”. Parola del sindaco di Montorso Antonio Tonello: d’altronde, chi meglio di un primo cittadino conosce i propri compaesani? Tanto più al termine del suo mandato quinquennale. Sindaco, considera conclusa qui la sua avventura amministrativa? Non escludo la mia candidatura per un secondo mandato, ci stiamo ragionando in questi giorni. In questi cinque anni abbiamo lavorato bene, con proficuità, nonostante qualche difficoltà. Quali? Nei primi tre anni abbiamo dovuto fare i conti con il patto di stabilità che ci legava le mani in termini di investimenti sul territorio. Ultimamente abbiamo invece avuto problemi di carenza di personale in alcuni uffici chiave come l’anagrafe e l’ufficio tecnico, ma fortunatamente abbiamo trovato delle soluzioni. Cosa si porta dentro di questi 5 anni da sindaco? Un grande impegno che mi ha assorbito moltissimo a livello personale e famigliare, ma che allo stesso tempo mi ha permesso di dimostrare che si può lavorare insieme, grazie alla grande coesione messa in campo dagli assessori e dai consiglieri del gruppo “Vivere Montorso”. Nel campo degli interventi per il territorio? I forti investimenti grazie ai buoni rapporti con le società partecipate. Con Acque del Chiampo abbiamo esteso e ammodernato gran parte delle reti idriche e fognarie del paese; 30 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | MONTORSO

con Agno Chiampo Ambiente abbiamo introdotto la raccolta porta a porta del vetro. Importanti progetti sono stati dedicati al mondo dei giovani e della scuola, alla sicurezza idrogeologica e al monitoraggio ambientale, allo sport, ma anche ai servizi sociali grazie alla convenzione con Gambellara. E poi le grandi manifestazioni e iniziative artistiche e culturali grazie alla splendida squadra della Pro Loco. Penso insomma che abbiamo svolto un buon lavoro a 360 gradi, senza lasciare indietro nessun settore di interesse pubblico. E il tema del gassificatore dei fanghi di conceria? Quando parlavo di buoni rapporti con le società partecipate mi riferivo anche alla franchezza con cui sono stati gestiti. Montorso, assieme a Montecchio Maggiore, sono stati gli unici due Comuni a dire no al gassificatore senza un’adeguata sperimentazione, da non svolgersi comunque nel nostro territorio. Non è stata una scelta facile, perché se da una parte avevamo a cuore il tema ambientale, dall’altra eravamo ben consci delle necessità del nostro tessuto industriale. Questa linea di fermezza, condotta nel pieno rispetto dei diversi ruoli, alla fine però ha pagato, per-

ché il gassificatore non si farà. Un rammarico del suo mandato? Non essere riuscito in alcuni casi a far capire che, se alcune scelte sono state considerate sbagliate da alcuni cittadini, esse non sono state fatte in malafede e per interessi particolari, ma per il bene della comunità nella sua interezza. Abbiamo sempre lavorato per il bene di Montorso, grazie ad una squadra unita, capace e umile. Oggi la politica nazionale e locale spinge molto sul tema della sicurezza e dell’integrazione… Un tema che non abbiamo tralasciato… Grazie alla collaborazione con il Consorzio di Polizia Locale Vicenza Ovest, abbiamo infatti intensificato le verifiche sugli alloggi, sulle cittadinanze e sulla presenza scolastica degli stranieri. Lo abbiamo fatto per garantire una giusta integrazione, sulla base della loro effettiva volontà di essere montorsani. Le elezioni di maggio sono ormai alle porte, come sta vivendo questo periodo? Con grande impegno, per lavorare con tutto il mio gruppo affinché Montorso sia sempre un luogo da vivere e amare.


MONTORSO - ZERMEGHEDO

IL PASSATO IN MINIATURA

di FRANCESCO BRUN

La tradizione contadina rivive ogni Natale a Montorso. Sergio Rosa e Gastone Modini da più di vent’anni allestiscono presepi adattati al mondo rurale dei primi anni del novecento. “Sono sempre stato affascinato dal presepe – esordisce Gastone – così, all’inizio degli anni ‘90, abbiamo fondato assieme alla pro loco di Montorso l’associazione ‘Amici del presepe’. Siamo partiti io e Sergio, e siamo anche gli unici che sono rimasti. Abbiamo allestito il primo presepe parrocchiale nel ’98. Con il tempo, grazie anche ad alcuni libri sull’argomento, siamo arrivati ad affinare la tecnica”.

“È tutto in scala uno a sei – continua Sergio – le facciate laterali delle abitazioni sono coniche, partono da un punto di fuoco che dà il senso della profondità. Per quanto riguarda i materiali, lo sfondo è in paniforte mentre i rialzi sono in polistirolo, lavorato con il pirografo. Infine viene tutto passato con un grassello di calce e pitturato a mano”.

ABBEY ROAD

di MARIA TERESA ORLANDO

Da ex scuola elementare a nuovo polo artistico e culturale del paese. Secondo il progetto del Comune di Zermeghedo, è questo il destino dello stabile di proprietà comunale sito in via Crosara e che attualmente al piano terra ospita soltanto uno studio medico. L’Amministrazione ha messo in campo 325.000 euro di fondi comunali per la completa ristrutturazione dell’edificio e la sua destinazione a fini aggregativi e sociali. I lavori, che partiranno a breve, prevedono il miglioramento antisismico dello stabile, il rifacimento completo dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento, l’installazione di un ascensore per abbattere le barriere architettoniche tra il primo e secondo piano, il rifacimento di tutti i ser-

vizi igienici e la sostituzione di tutti gli infissi. Ma quel che più è importante è che l’edificio, risalente al 1958, metterà a disposizione nuovi spazi per la collettività e in particolare per i giovani. “Il progetto è molto articolato – spiega il sindaco Luca Albiero - al primo piano troverà spazio la biblioteca che potrà usufruire di spazi più ampi e ben illuminati, sarà attrezzata con PC e collegamenti internet veloci grazie alla fibra ottica, spazi dedicati allo studio di gruppo e altri locali dedicati alle ripetizioni. Al secondo piano abbiamo pensato di realizzare un grande salone da destinare a sala convegni e riunioni e altre due sale a disposizione di tutta la comunità”. E poi c’è una chicca per tutti gli amanti della musica: “Sempre al se-

“Gli utensili ed il resto – prosegue Gastone – sono tutti costruiti riprendendo fedelmente l’originale, sia nelle misure che nei materiali. Sergio si occupa del progetto e insieme lavoriamo alla realizzazione nella sua officina” afferma esibendo la miniatura di alcuni attrezzi della vita contadina ormai divenuti sconosciuti ai più, come la gramola per ‘domare’ la pasta o lo spasiso per i bambini. “La sfida per il futuro – conclude Gastone – sarebbe quella di allestire un vero e proprio museo. Per ora è solamente un’idea, ma credo sia importante testimoniare alle nuove generazioni di un mondo scomparso che vive ancora nella nostra memoria”.

condo piano – continua il sindaco – realizzeremo una sala musica con studio di registrazione. Se vogliamo chiamiamola pure una piccola Abbey Road, perché sarà insonorizzata e adeguatamente attrezzata. La metteremo a disposizione di coloro i quali, assistiti da maestri di musica, con i propri gruppi musicali o per studio personale, vorranno passare del tempo immergendosi nel fantastico mondo della musica”. A Zermeghedo sta insomma per nascere la casa della cultura, della socialità e della musica. Un gioiello a disposizione di tutta la vallata.

MONTORSO - ZERMEGHEDO | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 31


FOOD OVEST

FESTA DEL FORMAGGIO: ATTO SESTO

di MARCO ALESSANDRI

Un’occasione imperdibile per scoprire una zona forse ancora poco conosciuta del territorio vicentino è senz’altro la “Festa del Formaggio e dei prodotti De.Co.” che si terrà a Nogarole Vicentino dal 3 al 5 maggio. “Per un intero weekend i protagonisti saranno i sapori genuini del nostro territorio” - spiega Enrico Sacchiero, neo eletto presidente della Pro Loco di Nogarole. “Sono confermate la mostra mercato per produttori agricoli, la dimostrazione della produzione di formaggio in piazza e il ricco menù enogastronomico, ma abbiamo molte sorprese in

serbo tra cui nuovi spettacoli e tante novità. Anche la camminata in tre percorsi dedicata ai capitelli sparsi per le nostre contrade subirà alcune interessanti variazioni, introducendo nuovi sentieri. Sono confermate anche le due corse competitive, la corsa podistica Chiampo-Nogarole” che spegne 45 candeline e il secondo “Trail dei Capitei”. Ma la vera novità è il primo “Vespa-Incontro” organizzato il sabato pomeriggio con la collaborazione del Vespa Club Chiampo, con un bellissimo giro alla scoperta delle bellezze dell’Alta Valchiampo e poi ritorno per una serata

di festa presso gli stand”. “Cuore dell’evento rimane la degustazione guidata dei formaggi a latte crudo delle tre latterie sociali di Nogarole, Trissino e Castelgomberto” prosegue il sindaco Romina Bauce. “Con orgoglio, non badiamo al campanilismo e cerchiamo di fare rete nella promozione delle nostre eccellenze, tutto questo con la collaborazione tecnica dell’agenzia regionale Veneto Agricoltura e con il patrocinio della Provincia e della Regione Veneto. Un’opportunità data ai consumatori, per conoscere le eccellenze del nostro territorio”.

BONDIOLA: LA DE.CO. C’È (MA NON SI VEDE) di ELIA CUCOVAZ

Mentre il Corriere Vicentino viene dato alle stampe, i crassi ludi carnascialeschi hanno lasciato il posto all’austerità gastronomica propria del periodo quaresimale. Senza con ciò voler instillare nei lettori pensieri poco consoni a questo tempo di rinuncia, non possiamo astenerci dal tributare un pensiero ad un prodotto che tiene insieme sacro e profano: la Bondiola di Sant’Agata. Salume intitolato alla protettrice di Arzignano, da poco celebrata, la Bondiola dal 2016 è anche tutelata dalla Denominazione Comunale (De.Co.). «Il suo nome deriva dal fatto che è stata inventata, circa un secolo fa, come piatto speciale per celebrare la festa 32 | MARZO

2019 | CORRIERE VICENTINO | FOOD OVEST

paesana - spiega il macellaio Alessandro Trolese - La sua particolarità è di essere fatta con i pregiati tagli “di testa” del maiale: gola, guanciale, lingua...». Tutto bellissimo. Con un “ma”. A due anni dalla concessione del marchio comunale, la Bondiola c’è… ma non si vede. O meglio: non si trova. Non ci sono informazioni sul sito del Comune. Non compare nemmeno nel portale che raccoglie tutti i prodotti De.Co. della Provincia di Vicenza, che indica, tra l’altro, dove si possono acquistare. (Presenti, invece, la “cugina” Bondola di Torrebelvicino, o un altro tipico insaccato locale: la Cincionela co la rava, De.Co. di

Chiampo). E ancora: il disciplinare di produzione è introvabile sul web. Il registro dei produttori, infine, si raggiunge solo dopo una lunga ricerca nell’archivio delle delibere. Non vogliamo dire che un tale cimento non sia giustificato dalla deliziosa bontà del suo fine. Però, anche se siamo in Quaresima, si potrebbe renderci la vita più facile.


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

News dal Distretto AICC, MARIANO MECENERO ELETTO NUOVO PRESIDENTE Cuoio. Dopo il triennio 2016/2018 guidato dalla presidenza di Ernesto Pisoni, il 16 febbraio scorso è stato nominato il nuovo presidente Mariano Mecenero. Mecenero, entra in AICC nel 2012 come consigliere nazionale e dal 2013 al 2016 ricopre il ruolo di tesoriere. Ora la nuova sfida da presidente. Che associazione eredita dal triennio scorso?

Stringere ulteriormente i rapporti fra il mondo delle industrie e quello accademico è il nostro obiettivo

Cambio ai vertici per l’Associazione Italiana Chimici del

“AICC ha fatto dei grossi passi avanti negli ultimi anni, in termini numerici passando dai 150-200 soci del 2012

Che attività state portando avanti?

agli attuali 600. Ma ha avuto un grande slancio soprat-

“Attualmente stiamo supportando i corsi ITS post diplo-

tutto nelle attività che porta avanti. AICC promuove la

ma ad Arzignano in collaborazione con l’Università di

divulgazione scientifica con i convegni riservati ai soci ma

Padova. Sono una ventina gli studenti del I anno e una

affronta anche tematiche tecniche importanti durante i

quindicina quelli del II che stanno approfondendo le te-

corsi rivolti agli studenti”.

matiche tecniche con insegnanti provenienti dal mondo accademico e dal mondo delle industrie”.

C’è molto interesse per questi argomenti… “L’interesse è altissimo basti pensare al Convegno Na-

Quali sono i prossimi obiettivi?

zionale di novembre a cui hanno partecipato più di 300

“Stringere ulteriormente i rapporti fra il mondo delle in-

soci. C’è bisogno di questi incontri per potersi aggiornare

dustrie e quello accademico. Una maggiore collaborazione

e confrontare sia dal punto di vista tecnico sia da quello

tra questi due ambienti porterebbe sicuramente un van-

personale”.

taggio ad entrambe le parti ed è quello a cui puntiamo”. NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 33


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

GREEN WEEK 2019 CONCIA: ECCELLENZA SOSTENIBILE La 19ª edizione della Green Week – Festival della

di energia e el 13,5 % nella produzione di rifiuti, mentre

Green Economy, organizzata da Italy post e Fonda-

c’è stato un aumento dei costi ambientali del 105%.

zione Symbola, si è chiusa domenica 3 marzo a Trento.

Sono state sei le aziende del distretto che hanno pre-

130 relatori, 30 “Fabbriche della Sostenibilità”, oltre 300

so parte alla Green Week aprendo le proprie porte ai

giovani studenti e ricercatori da tutta Italia: sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato

visitatori. Dani, Conceria Laba, Ilsa, GSC Group, Medio Chiampo spa e Officine di

la manifestazione di quest’anno e che dimo-

Cartigliano: dalle varie fasi di lavorazione

strano come il Festival sia divenuto un punto

della pelle, dunque, alla chimica fino alla

di riferimento per il confronto e la valoriz-

trasformazione dei prodotti di scarto della

zazione delle buone pratiche, oltre che una

lavorazione per la produzione di fertilizzanti

vetrina per le eccellenze green del nostro Pae-

per l’agricoltura, alla depurazione e alla pro-

se, attraversando il Veneto, il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia e l’Emilia Romagna.

duzione di macchinari per la lavorazione delle pelli. A dimostrazione che siamo di fronte a un distretto unito e connesso, in cui tutti gli attori coinvolti

ARZIGNANO GREEN LAND

sono orientati alla sostenibilità. “Il settore ha fatto grandi

Anche quest’anno, all’interno del festival, è stato propo- da passi in avanti – ha sottolineato Gabriele Boschetticon promosso in collaborazione sto il percorso speciale Arzignano Green Land: una full della conceria Laba - e oggi più che mai la sostenibilità è immersion nel distretto della concia, che da anni lavora

per la conceria italiana una voce importante di sviluppo,

in un’ottica di sostenibilità. Promosso da UNIC – Con-

oltre che di riconosciuta eccellenza”. La scoperta del di-

cerie Italiane, il percorso è stato pensato per far scopri-

stretto della concia si è conclusa a Trento con uno dei fo-

re i luoghi di lavoro della filiera della pelle e come al suo

cus più interessanti all’interno del dibattito sull’economia

interno si porti a compimento un ciclo virtuoso di econo-

circolare. Sul tema “Dalla filiera dell’umido alle materie

mia circolare. Del resto dal 2002 il Report di Sostenibilità

nobili: un caso di economia circolare” si sono confrontati,

UNIC documenta risultati e progressi in ambito ambien-

davanti a un pubblico interessato e tecnicamente prepa-

tale, sociale ed economico realizzati dal settore. Dall’ini-

rato, Giacomo Zorzi di UNIC – Concerie Italiane, il pre-

zio delle rilevazioni, si è registrata una riduzione del con-

sidente Ilsa Paolo Girelli, l’amministratore delegato GSC

sumo di acqua del 18%, del 28% nell’utilizzo dell’energia

Group Claudio Bortolati e Guido Zilli per Gruppo Dani.

Il tavolo dei relatori del dibattito “Dalla filiera dell’umido alle materie nobili: un caso di economia circolare”

34 | MARZO 2019 | CORRIERE VICENTINO | NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

MEDIO CHIAMPO: CRESCERE RISPETTANDO L’AMBIENTE vista tecnico-impiantistico, infrastrutturale e ambientale-paesaggistico. Un approccio multidisciplinare orientato alla sostenibilità sotto tutti i diversi aspetti, grazie a un team di professionisti che hanno sviluppato la parte di pianificazione urbanistica, di riqualificazione ambientale, ingegneristica, architettonica ed edilizia.

BOLLINO BLU PER LA QUALITÀ DELLA ACQUE ALLO SCARICO. “Un territorio cresce quando non ci sono solo investimen-

Arica, Consorzio che gestisce

ti privati ma anche pubblici. In quanto società pubblica

per conto della Regione Vene-

di servizi dobbiamo portare un nuovo spirito d’impresa e

to il collettore delle acque di

assicurarci che questo percorso di crescita sia rispettoso

cinque impianti di depurazio-

dell’ambiente. Questo è il significato della nostra parteci-

ne del Vicentino, ha conferito

pazione alla Green Week” sottolinea il presidente di Me-

a Medio Chiampo spa il bollino blu 2018 per la qualità

dio Chiampo spa Giuseppe Castaman.

delle acque allo scarico.

“Un piano di investimenti di circa 7 milioni di euro solo

“Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento che

nell’ultimo triennio - spiega il direttore generale Luigi

non premia solo il rispetto delle norme ma anche una

Culpo - mettono in evidenza il nostro impegno sul fronte

progettualità volta al continuo miglioramento delle per-

della sostenibilità. Siamo intervenuti in modo consisten-

formance ambientali – spiega il presidente di Medio

te sia sul fronte della rete acquedottistica e fognaria, in

Chiampo Giuseppe Castaman - Da febbraio 2017 non

modo da garantire ai cittadini un servizio efficiente e la

sono mai stati superati i limiti di alcun parametro e ab-

migliore qualità dell’acqua, sia sull’impianto di depura-

biamo anzi potuto garantire un margine di potenzialità

zione per ottimizzarne le performance. Per i prossimi 5

residua nella capacità di trattamento. Al raggiungimento

anni abbiamo in programma un piano di investimenti di

di questa efficienza nella depurazione hanno contribui-

22 milioni di euro. Una progettualità di ampio respiro che

to sicuramente gli investimenti messi in atto, in primis

riguarderà sicuramente le reti ma che avrà come protago-

l’attivazione di un nuovo comparto chimico fisico. Inoltre

nista soprattutto la zona dell’impianto di depurazione”.

ci aspettiamo un ulteriore miglioramento dagli interventi

Ai dottorandi e ricercatori in visita a Medio Chiampo il

programmati per i prossimi anni. Il master plan prevede

direttore Luigi Culpo e i responsabili dell’impianto hanno

la realizzazione di due nuove grandi vasche, della capaci-

illustrato i processi e le esigenze nel mondo della depura-

tà di 7.000 metri cubi ciascuna: una di omogeneizzazio-

zione oltre agli sviluppi futuri.

ne/equalizzazione e una ad integrazione del processo di

I visitatori hanno inoltre potuto prendere visione del ma-

ossidazione. Flessibilità dell’impianto e maggior efficien-

ster plan, racconatato dal coordinatore Marco Zecchina-

za sono i risultati attesi da questo intervento che coniuga

to: non un semplice progetto, ma un piano in grado di

il miglioramento ambientale con la garanzia di affidabi-

attivare e coordinare la progettualità futura dal punto di

lità per le aziende che conferiscono i reflui all’impianto”.

NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 35


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NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

NELLA MIA CITTÀ ANCHE IN ALTRE REGIONI Concorso rivolto agli stude nti della città di Arzig

Nella mia

CCositedità pelle 20

Dopo l’ultima edizione, la quinta, del concorso “Nella mia

nano I ragazzi saranno quindi stimola-

Città”, ideato da Berica Editrice e dal Comune di Arzigna-

ti a creare dei racconti sulla pelle

no con l’obiettivo di far scrivere gli studenti delle scuole

e sugli oggetti che vengono rea-

superiori su temi riguardanti il proprio paese, l’interesse

lizzati con la pelle, così come è

è cresciuto a tal punto che l’Unione Nazionale Industria

capitato ad Arzignano, e poi i migliori elaborati verranno

Conciaria (UNIC), partner delle ultime annate che hanno

premiati e pubblicati in un libro.

avuto come focus proprio la pelle, ha deciso di allargare

“L’aspetto più interessante è capire la percezione delle

l’evento ad altri distretti.

nuove generazioni su questo mondo, inquinato da una

“Abbiamo deciso di estendere l’avventura alle scuole dei

percezione errata soprattutto per quel che riguarda l’im-

distretti della Toscana e della Campania, con il format già

patto ambientale. Dai racconti degli scorsi anni emer-

consolidato ad Arzignano” - ci spiega Giacomo Zorzi di

ge invece uno sguardo nuovo, non ho letto nulla infatti

UNIC. “L’entusiasmo dimostrato nelle passate edizioni è

sull’inquinamento o sugli odori, segno che molti pregiu-

stato tale che siamo sicuri di trovare terreno fertile anche

dizi sono stati smontati”.

in queste altre zone, dove la pelle, come qui da noi, rap-

UNIC intanto è già al lavoro per portare “Nella mia Città”

presenta un elemento significativo dell’economia locale”.

in questi territori. Ne leggeremo delle belle.

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NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2019 | 37


to: G. Maitan

Informazione pubblicitaria

RESINATURA DEL LATO CARNE CON STARFACE: L’INNOVAZIONE CHE SNELLISCE IL PROCESSO DI RIFINIZIONE STARFACE è una rivoluzionaria macchina a rullo brevet-

Nella fase successiva all’applicazione del prodotto chimi-

tata, espressamente concepita per l’applicazione del pro-

co al lato carne, la pelle esce dalla STARFACE per essere

dotto chimico sul lato carne delle pelli.

convogliata dapprima all’interno di un tunnel di asciuga-

La prassi conciaria attuale prevede che le pelli a cui ap-

tura e successivamente alla macchina a rullo o alla cabina

plicare il trattamento lato carne vengano girate sotto so-

di spruzzatura per eseguire la copertura. Perfetta asciu-

pra, appunto per essere lavorate dal lato inferiore. Questo

gatura e condizionamento vengono realizzati grazie alla

comporta l’impossibilità di inserire questo trattamento in

scelta del tunnel più adatto al ciclo produttivo del cliente

linea con le altre macchine del reparto rifinizione che in-

che può scegliere fra diverse tipologie di essicazione: in-

vece trattano le pelli dal lato fiore. STARFACE introduce

frarosso, vapore e gas. Il convogliamento della pelle alla

un’innovazione sostanziale nel processo in quanto rende

macchina successiva e l’inserimento della stessa con ga-

possibile automatizzare l’applicazione delle resine sul

ranzia di perfetta distensione per eliminare qualsiasi pie-

lato carne, realizzando una linea di rifinizione in continu-

ga, vengono realizzati tramite tappeti trasportatori e di

ità con le macchine che applicano la copertura della pel-

alimentazione sincronizzati alla STARFACE.

le. Con STARFACE le pelli non devono più essere messe su cavalletto o su bancale per essere portate alla linea di

La trentennale esperienza di GEMATA nella produzione

rifinizione, ma possono entrare direttamente nella mac-

linee complete di rifinizione, composte da macchine a

china a rullo o nella cabina di spruzzatura che applica la

rullo, forni e cabine di spruzzatura, è garanzia di precisio-

copertura. Si ottiene così la completa eliminazione della

ne, affidabilità e durata della soluzione proposta.

contaminazione da polvere e pelucchi determinata dal

L’elevato valore aggiunto per l’utilizzatore finale deriva

deposito delle pelli una sull’altra e dalla polvere presen-

dalla progettazione integrata dell’intera linea di rifini-

te nell’ambiente. STARFACE realizza quindi un notevole

zione che comporta un vantaggio tecnologico in quanto

vantaggio per la conceria che si vede aumentata la qualità

tutte le parti della linea comunicano fra loro e sono sin-

della pelle prodotta e, conseguentemente, la percentuale

cronizzate in velocità, passo ed emergenze. Questa inno-

di taglio della stessa.

vativa progettazione consente al sistema gestionale la centralizzazione di tutti i dati di processo in unica unità e

La geometria costruttiva della STARFACE si presenta

permette al sistema di fabbrica di acquisirli con maggio-

speculare rispetto alle macchine a rullo tradizionali. Nella

re facilità ed efficienza. L’introduzione in linea di questa

parte inferiore è dotata di un cilindro inciso che, traspor-

nuova macchina è soprattutto proficuo in ottica di sicu-

tando il prodotto chimico presente nella vasca di conte-

rezza in quanto GEMATA certifica la linea completa e non

nimento, lavora il lato inferiore della pelle. La quantità

la singola macchina, facendo venir meno tutte le respon-

di prodotto che la macchina deposita sul lato carne della

sabilità dell’utilizzatore che nascerebbero in caso egli

pelle è calibrata dall’incisione del cilindro applicatore.

stesso procedesse all’assemblaggio delle singole parti.

Nella parte superiore della macchina, a contatto col fiore della pelle, si trova in rullo gommato per garantirne la traslazione meccanica.


STARFACE

Photo: G. Maitan

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