Corriere Ortofrutticolo - Ottobre 2015

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SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Emanuele Zanini Per l’aglio italiano la campagna 2014-15 è stata un’annata all’insegna della stabilità. Nel corso della stagione i prezzi si sono mantenuti su buoni livelli, in ripresa rispetto all’anno precedente grazie anche alle richieste in aumento e per la mancanza di prodotto con i quantitativi di merce vecchia terminata. L’assenza di giacenze ha aiutato il mercato e le quotazioni, che si sono dimostrate soddisfacenti, in particolare a partire da maggiogiugno di quest’anno. “A metà ottobre sono iniziate le semine per la prossima annata – anticipa Donato Palmieri, a capo della commissione Aglio di FruitImprese. “Le richieste di seme sono in linea con quelle del 2014”. La produzione 2014-2015 si è attestata attorno alle 30 mila tonnellate, segnando una crescita di un paio di punti percentuali rispetto al 2013-2014”. Palmieri conferma che il settore sta vivendo un periodo di stabilità mentre la qualità del prodotto è discreta e abbastanza costante. “Tuttavia rimane il problema di una malattia che colpisce il seme bianco tradizionale”. E proprio l’aglio bianco classico sta perdendo quota all’interno del paniere delle varietà presenti nel comparto. “La tendenza generale è spostarsi su semi di origine cinese ma comunque prodotti in Italia. Si tratta di una cultivar che si sta diffondendo in tutto il mondo e che effettivamente e che offre le maggiori garanzie in termini di qualità e quantità”. Secondo Palmieri con l’arrivo dell’autunno i prezzi si sono mantenuti su buoni livelli e in ulteriore ripresa, anche in Cina e in Spagna. “Le stesse previsioni si possono effettuare per l’Argentina, che avrà il suo Ottobre 2015

AGLIO

L’assenza di giacenze aiuta la buona tenuta delle quotazioni La produzione italiana si attesta attorno alle 30 mila tonnellate. I commenti sul mercato da parte di Cervati e di Pio Del Prete

picco di mercato tra dicembre e gennaio. Nel Paese sudamericano inoltre si prevedono volumi in aumento”. È soddisfacente il bilancio per l’annata 2014-15 per Cervati Import Export, azienda rodigina, specializzata nella commercializzazione di aglio nazionale ed estero, oltre che di scalogno. L’impresa veneta commercializza in totale circa 4 mila tonnellate di prodotti, compreso scalogno, con una parte biologica. “Abbiamo riscontrato un consistente aumento dei prezzi rispetto a quelli, molto bassi, dell’annata precedente”, spiegano dalla ditta. Un incremento di quotazioni dovuto anche agli scarsi volumi ottenuti sia in Italia che in Spagna e in Francia. A seconda della tipologia e della qualità della merce, il prodotto spagnolo è così passato in media da 1,20-1,60 euro al chilo del 2014-inizio 2015 a 1,80-2,20 euro al chilo con la nuova campagna partita la scorsa primavera. Il prodotto nazionale ha avuto in-

crementi anche di 80 centesimi al chilo rispetto all’anno precedente. “Il problema – sottolineano alla Cervati – è che questi prezzi alla produzione in rialzo non registrano poi un riscontro effettivo nelle vendite. Così i commercianti si sono ritrovati un po’ spaesati. Condizioni complesse difficili inoltre da far percepire fino in fondo ai buyer delle catene di distribuzione”. Secondo i vertici dell’azienda di Rovigo tale situazione si è creata anche da una parte per la relativa calma riscontrata in Europa e per le richieste effervescenti in altri Paesi del mondo, a partire da Stati Uniti e Canada in Nord America, Sud Africa e Nord Africa, Brasile, Australia. “La Spagna ha approfittato di queste richieste puntando quindi soprattutto al di fuori dei confini europei”. Nella norma l’andamento delle semine, con un orientamento generale verso soprattutto il precoce, per qualità e resa. Prodotto quest’ultimo già seminato interawww.corriereortofrutticolo.it

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