Lo spazio e le immagini. Corpi, spazi, architetture

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La costante e potente trasformazione della città contemporanea, è leggibile anche nel mutamento della geografia delle pratiche minute dei corpi nelle traiettorie quotidiane e nelle nuove modalità di abitare. Emergono, silenziosamente, inediti tempi e spazi di vita, che, costruendo, talvolta inconsapevolmente, nuove geografie, cambiano significato all’architettura e definiscono luoghi inattesi. Il tema di riflessione proposto per il seminario 2019 è la relazione fra il paesaggio urbano e la presenza umana. L’indagine intende partire dall’esperienza degli studenti, includendo il campo vasto delle relazioni materiali ed immateriali che, nella città di oggi, si stabiliscono durante le attività quotidiane di ognuno. Le foto di questo volume sono state realizzate per una mostra da tenersi nei locali del Dipartimento di Architettura, che purtroppo la pandemia da Covd-19 ha reso ad oggi impossibile. Firenze dicembre 2020.



10-13 Niccolò Apigalli, Arianna Barbugli, Veronica Braccini, Francesca Contestabile Ciaccio 14-19 Floriana Buzzanca, Giulia Balducci, Alessandro Graziuso, Salvatore Mallamace 20-27 Raffaele Primo Capasso, Monica Giannini, Leonardo Vitti 28-33 Martina Colapietro , Giulia D’Ercole, Denise Maicu, Giulia Melani 34-41 Clemente De Biasi, Giada Germanà, Martina Mori 42-47 Giorgia Di Lascio, Alberto Ghezzi y Alvarez, Lorenzo Iannizzotto, Angelo Lavanga, Miguel Lopez 48-53 Anita Pieroni, Cristian Farina 54-59 Lucio Fiorentino, Alberto Parolin, Maria Cristina Piazzese, Francesco Todeschini 60-65 Maria Florio, Francesca Greci, Irene Mazzella, Fabrizio Taricone


66-71 Sof ia Gambini, Antonio LaganĂ , Carolina Nassi, Jessica Tesi 72-79 Agnese Gasparotti, Simona Lambruna, Elisa Mammoli 80-85 Irene Giani, Marta Goracci, Tommaso Pallari, Tommaso Vangi 86-91Federica Bracalenti, Laura Giorgi, Chiara Gobbini, Silvia Marras 92-95 Andrea Martini, Luigi Marri, Marco Petretti, Leonardo Pierini 96-101 Laura Panichi, Gabriele Pierini, Alessio Prandin, Arianna Selmi 102-109 Gianluca Pierangioli, Federica Scarpa, Alessio Susanna 110-115 Chiara Poggesi, Elisa Puccinelli 116-123 Valerio Valsinni, Michele Sodini, Andrea Polenta


(…) è savia se il suo realismo resta relativo, temperato da abitudini estetiche o empiriche (sfogliare una rivista dal barbiere, dal dentista); è pazza se questo realismo è assoluto, e, per così dire, originale, se riporta alla coscienza amorosa e spaventata la lettera stessa del Tempo: moto propriamente revulsivo, che


inverte il corso della cosa, e che chiamerò per concludere l’estasi fotografica. Le due vie della Fotografia sono queste. Sta a me scegliere se aggiornare il suo spettacolo al codice civilizzato delle illusioni perfette, oppure se affrontare in essa il risveglio dell’intrattabile realtà. Roland Barthes (La camera chiara. Nota sulla fotografia)


La monotonia del percorrere quotidianamente una strada ci porta piano piano a concentrare la nostra attenzione oltre che sui riferimenti comuni, su dettagli e cose che non si manifestano perchĂŠ attrazioni turistiche o per imponenza fisica, ma che caratterizzano e personalizzano il nostro percorso. Abbiamo individuato il tragitto da noi piĂš frequentato attraverso delle fasi, a partire dalla prima volta in cui affrontiamo la strada, dove i punti di riferimento sono due: il punto di partenza e quello di arrivo; fino alla fase mai “conclusaâ€? di un percorso mentale piĂš articolato fatto di immagini e particolari che lo personalizzano.


EVADERE LA MONOTONIA

Niccolò Apigalli Arianna Barbugli Veronica Braccini Francesca Contestabile Ciaccio


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Apigalli, Barbugli, Braccini, Contestabile Ciaccio

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L’intento del nostro progetto è quello di mettere in evidenza il contrasto tra pieni e vuoti e la diversità dei luoghi che attraversiamo giornalmente per arrivare all’università. Sono due percorsi distinti, uno proveniente dalla stazione, uno da Firenze sud, che convergono. Ci siamo focalizzati sui pieni e sui vuoti in luoghi che principalmente vedono un traffico intenso di turisti o automobili e che le persone sono abituate ad osservare per soli pochi secondi. Magari fissando nella loro mente quel luogo così com’è in quel momento ma che in realtà qualche ora dopo o, prima cambia completamente faccia. Fermandoci ad analizzare questi luoghi abbiamo visto che in determinati momenti della giornata si svuotano completamente e restano lì, immobili, come catapultati in un’altra dimensione.


UPSIDE DOWN

Floriana Buzzanca Giulia Balducci Alessandro Graziuso Salvatore Mallamace


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Buzzanca, Balducci, Graziuso, Mallamace

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Buzzanca, Balducci, Graziuso, Mallamace

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Partendo dalle esperienze di esplorazione spaziale, sperimentate dai dadaisti, e approfondite dalle derive dei lettristi, la percezione del paesaggio urbano è sempre stata oggetto di curiosità. I luoghi quotidiani possono essere decontestualizzati attraverso l’atto fotografico che fa della piazza non più spazio sociale, ma spazio di nuova interpretazione ad uso proprio. Il luogo è riletto attraverso le ombre che ridisegnano lo spazio e dichiarano la presenza di coloro che vivono la piazza. L’azione di vivere il luogo è azione dell’interpretare, l’azione è presa di coscienza. La città torna ad essere spogliata dalla deriva.


LA CITTÀ NUDA

Raffaele Primo Capasso Monica Giannini Leonardo Vitti


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Capasso, Giannini, Vitti

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Capasso, Giannini, Vitti

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Capasso, Giannini, Vitti

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Ciò che pone le basi del nostro progetto è il mezzo di cui facciamo uso per arrivare in facoltà. È proprio grazie al mezzo che la nostra percezione della velocità e dello spazio sono singolari, così come il lasso di tempo in cui si svolge il nostro percorso. Quest’ultimo avviene attraverso quattro mezzi diversi che sono il treno, autobus, motorino e a piedi. A questo proposito la nostra installazione virtuale vuole comunicare, attraverso sequenze di foto e carte “dinamiche”, la percezione della velocità sia dal mezzo in movimento sia esterna ad esso.


SPAZIO FRATTO TEMPO

Martina Colapietro Giulia D’Ercole Denise Maicu Giulia Melani


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Colapietro, D’ Ercole, Maicu, Melani

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Colapietro, D’ Ercole, Maicu, Melani

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Quando si parla di una città, spesso la memoria ci porta a quelle immagini iconiche, tipiche di quel luogo. A questo si contrappongono spazi minori, dei quali le relazioni quotidiane amplificano i caratteri ed il modo in cui le persone ne fanno parte. Dinamismo,flussi e funzioni si alternano nell’arco della giornata, dando vita così a forti contrasti. E’ da questa suggestione che nasce l’idea di evidenziare le variazioni che avvengono in questi luoghi minori tra il giorno e la notte.


LA CITTÀ PIÙ PICCOLA Clemente De Biasi Giada Germanà Martina Mori


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De Biasi, GermanĂ , Mori

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De Biasi, GermanĂ , Mori

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De Biasi, GermanĂ , Mori

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Gli spazi urbani sono continuamente suscettibili al cambiamento. Barriere e limiti alterano la nostra percezione dei luoghi, offrendo nuove possibilitĂ di definizione. Questa suggestione ha innescato il processo di ricerca, articolato in due fasi. La prima è stata l’individuazione di sette aree critiche, indagate poi in modo fisico, visivo e auditivo: una campagna fotografica, una mappatura delle effettive barriere e una serie di rilevamenti audio che descrivessero le due nuove realtĂ generate dal limite. La seconda fase ha interessato la rielaborazione dei dati raccolti, catalogati e divulgati attraverso un sito web appositamente redatto. Successivamente, un bot ha processato le informazioni fornitegli. Attraverso parole e immagini ha generato infinite associazioni, alcune meno accurate di altre, tentando di riscrivere il significato e i connotati di queste nuove porzioni di spazio.


FLORENCE BORDERLINE DISORDER Giorgia Di Lascio Alberto Ghezzi y Alvarez Lorenzo Iannizzotto Angelo Lavanga Miguel Lopez


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Di Lascio, Ghezzi, Iannizzotto , Lavanga, Lopez

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Di Lascio, Ghezzi, Iannizzotto , Lavanga, Lopez

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Ogni giorno, in distinti istanti, siamo immersi in luci e colori differenti, i nostri stessi corpi, in stessi luoghi, proiettano ombre più o meno distanti. Durante il giorno le luci si alzano e si abbassano, come ad inchinarsi dinnanzi a ciò che illuminano, allo stesso tempo ciò che viene illuminato cambia colore a seconda della sua esposizione, dal chiarore e candore di un’alba ai toni più vivaci e sgargianti di un tramonto, il tutto scandito da un vivere fluido, più o meno lineare, in un’inconsueta quotidianità.


LIGHT IN TIME Anita Pieroni Cristian Farina


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Pieroni, Farina

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Pieroni, Farina

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Il tema di progetto “Mind the step” (che letteralmente significa “Attenzione al passo”) vuole evidenziare un comune modus operandi di chi vive e attraversa quotidianamente le strade di Firenze. Quest’ultima infatti presenta strade di dimensioni complessivamente modeste in cui i pedoni, i ciclisti e i veicoli (anche di grandi dimensioni come gli autobus) concorrono l’uno contro l’altro per ritagliarsi una porzione di spazio libero. Il lavoro dunque intende far emergere la concorrenza e l’attenzione del pedone il quale deve “far attenzione” al gradino del marciapiede durante il proprio tragitto poiché vi sono altri fruitori che si contendono lo spazio disponibile.


MIND THE STEP Lucio Fiorentino Alberto Parolin Maria Cristina Piazzese Francesco Todeschini


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Fiorentino, Parolin, Piazzese, Todeschini

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Fiorentino, Parolin, Piazzese, Todeschini

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Ogni giorno ci ritroviamo a fare le solite strade, percorrendole senza pensarci. C’è chi le fa a piedi, chi in bus, chi in bici, chi in motorino, tutti noi abbiamo questa routine mattutina che non ci abbandona mai. A volte cambia, altre volte rimane la stessa ma ha sempre la stessa finalità: condurci in un luogo, e quel luogo è l’università. Per rappresentare la staticità della routine abbiamo deciso di usare una macchina usa e getta, che ha sempre gli stessi parametri: messa a fuoco, lente, esposizione. Nonostante ciò si notano delle piccole variazioni, che rendono il percorso sempre nuovo.


ROUTine

Maria Florio Francesca Greci Irene Mazzella Fabrizio Taricone


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Florio, Greci, Mazzella, Taricone

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Florio, Greci, Mazzella, Taricone

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Le geometrie che delimitano i percorsi che tracciamo ogni giorno e che percepiamo come quinte architettoniche e/o naturali, attribuiscono un’identità ai luoghi che percorriamo. Da una quinta delineata e compatta, formata dalle facciate continue degli edifici, si passa ad avere percezione di spazi piÚ aperti, dove le quinte si sgretolano e ci si trova in luoghi delimitati da vegetazione. La nostra installazione vuole trasmettere allo spettatore queste sensazioni attraverso la fotografia e la rappresentazione a schizzo delle quinte, che passano gradualmente da linee rette e nitide a linee sgretolate e movimentate.


TRA LE QUINTE Sofia Gambini Antonio LaganĂ Carolina Nassi Jessica Tesi


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Gambini, LaganĂ , Nassi, Tesi

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Gambini, LaganĂ , Nassi, Tesi

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“Irreversibile, ciò che non può tornare indietro, al suo stato primitivo. E’ tale il passato, in quanto non può tornare a essere il presente che fu”. Questo concetto è stato il filo conduttore che ci ha guidato alla realizzazione del progetto. Il cambiamento avvenuto durante il viaggio personale dall’inizio degli studi ad oggi, ci ha rimandato al mutamento sullo spazio urbano e architettonico avvenuto nella città di Firenze. L’irreversibilità è stata rappresentata attraverso il connubio di fotografie che immortalano due epoche temporali distinte.


IRREVERSIBILE Agnese Gasparotti Simona Lambruna Elisa Mammoli

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Gasparotti, Lamburna, Mammoli

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Gasparotti, Lamburna, Mammoli

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Gasparotti, Lamburna, Mammoli

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Il progetto nasce dall’idea di mostrare i diversi punti di vista dei componenti del gruppo nei confronti di uno stesso luogo. La scelta degli spazi da fotografare è legata ad un tema che ci accomuna: l’università. Abbiamo osservato, attraverso il social network Instagram, i luoghi più frequentati dagli studenti della facoltà di Architettura, e scelto i quattro più fotografati. In ciascuno di essi ognuno di noi ha prodotto uno scatto che è stato poi sovrapposto a quello degli altri andando a comporre un’unica immagine, con l’intento di mostrare il diverso modo di ognuno di noi guardare uno stesso luogo.


SOVRAPPOSIZIONI Irene Giani Marta Goracci Tommaso Pallari Tommaso Vangi


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Giani, Goracci, Pallari, Vangi

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Giani, Goracci, Pallari, Vangi

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La soundmap del percorso dalla stazione di SMN alla sede della facoltà trasmette contemporaneamente le caratteristiche spaziali di un luogo e le sue rappresentazioni sonore. Lungo questo percorso il corpo è in relazione con lo spazio urbano e con i suoni che lo caratterizzano, e individua gli elementi fondamentali del paesaggio sonoro: la tonica, un suono di sottofondo non sempre ascoltato coscientemente, ovvero il rumore dei passi che segna la nostra presenza nello spazio; i segnali e le impronte sonore della città, suoni in primo piano che sovrastano la tonica, individuati qui nei quattro luoghi del percorso per noi più significativi.


ESPERIENZA SONORA Federica Bracalenti Laura Giorgi Chiara Gobbini Silvia Marras Giuseppe Vitale, Scuola di Musica di Fiesole


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Bracalenti, Giorgi , Gobbini, Marras

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Bracalenti, Giorgi , Gobbini, Marras

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Come varia il comportamento delle persone in relazione allo spazio architettonico e al tempo? Partendo da questa domanda sono stati studiati due luoghi differenti e ben riconoscibili presenti lungo i nostri tragitti casa-Università, attraverso delle fotografie scattate in momenti diversi della giornata. Ciò ha permesso di registrare e rendere evidente il variare delle azioni delle persone all’interno della città sia in funzione dell’ora della giornata che dello specifico ambiente costruito. Passare, attendere, visitare, mangiare, leggere, incontrarsi, sono tutte attività che ogni abitante svolge e che anche inconsapevolmente sono condizionate in modo determinante dallo spazio architettonico.


DI PASSAGGIO

Andrea Martini Luigi Marri Marco Petretti Leonardo Pierini


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Martini, Marri, Petretti, Pierini

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Il progetto fotografico prende le mosse dal lavoro del fotografo contemporaneo Gregory Crewdson, maestro della “staged photography” americana. Diversamente da quanto avviene nella pratica di Crewdson, in cui le immagini vengono completamente slegate dai possibili contesti in cui sono ambientate o dai possibili eventi che vi hanno avuto o avranno luogo, in una scena che è a libera interpretazione dell’osservatore, le immagini da noi elaborate sono invece strettamente legate allo spazio che le comprende. Lo scopo è, infatti, quello di connettere indissolubilmente il protagonista dell’immagine alla scena che lo circonda e che influisce sulla condizione della persona, dello studente che ogni mattina raggiunge l’università, perdendo la coincidenza con l’autobus e camminando col peso del materiale necessario allo studio, e qui passa tutta la giornata, lavorando al pc e pranzando alla mensa.


PREVEDIBILI IMPREVISTI Laura Panichi Gabriele Pierini Alessio Prandin Arianna Selmi


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Panichi, Pierini, Prandin, Selmi

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Panichi, Pierini, Prandin, Selmi

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Il nostro lavoro si basa principalmente sullo studio degli spazi all’interno della sede universitaria di Santa Verdiana. Con precisione, ci concentriamo sul rapporto tra la reale funzione di un determinato spazio e l’utilizzo effettivo di esso da parte degli studenti . La nostra modalità di rappresentazione ricostruisce la pianta della Facoltà e attraverso l’estrusione di alcuni volumi, definisce il maggiore, o il minore, utilizzo di essi. Ad ogni volume attribuiamo quindi una fotografia che testimonia la vita di quel luogo. Le foto saranno collegate ai volumi attraverso dei fili , e scendendo verso il basso, ricostruiranno una “nuova” pianta.


RISULTATO DI SPAZI Gianluca Pierangioli Federica Scarpa Alessio Susanna


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Pierangioli, Scarpa, Susanna

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Pierangioli, Scarpa, Susanna

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Pierangioli, Scarpa, Susanna

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Le centinaia, migliaia di persone che visitano monumenti, musei, opere d’arte sono diventati parte integrante del paesaggio urbano. Oggigiorno, sarà molto raro, quasi impossibile, poter scattare una foto senza presenze umane, saranno loro a cogliere la nostra attenzione ancora prima di rimanere estasiati dalle bellezze architettoniche che ci circondano. Esse saranno indispensabili in un paesaggio già affascinante di suo.


LA FOLLA Chiara Poggesi Elisa Puccinelli


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Poggesi, Puccinelli

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Con il progetto fotografico “spazi alterni” vogliamo vogliamo provare ad indagare lo spazio urbano fiorentino, cercando di mettere in luce come l’utilizzo di quest’ultimo muti in relazione dell’attività che vi viene svolta. Si nota come, più volte durante il giorno, l’affluenza di persone possa rendere apparentemente pieno o vuoto uno spazio urbano. Abbiamo evidenziato quelli che per noi sono i luoghi che riescono a mutare più facilmente a causa di eventi quotidiani o frequenti come mercati, manifestazioni, ecc. La nostra esposizione avrà dunque come protagonista l’affluenza di “Piazza SS. Annunziata”, “Il mercato di San Lorenzo”, “Piazza Sant’Ambrogio” e il “Mercato di Sant’Ambrogio”.


SPAZI ALTERNI Valerio Valsinni Michele Sodini Andrea Polenta


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Valsinni, Sodini, Polenta

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Valsinni, Sodini, Polenta

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Valsinni, Sodini, Polenta

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Valsinni, Sodini, Polenta

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