Le Scelte del consumatore n. 239

Page 1

SN IS

00192 Roma-Via Duilio, 13 Reg.Trib. Roma n°16316 del 10/4/76 Spedizione abb.post. D.L.353/2003, conv. in Legge n. 46/2004, art 1, comma 2, DCB, Roma. Portavoce Unione Nazionale Consumatori. Euro 2,07

FONDATO DA VINCENZO DONA

239

PAG. 4

CERTE ESAGERAZIONI DEL MADE IN ITALY PAG. 6

SALDI SI’, “BIDONI” NO! PAG. 7

3 MINUTI DI... INTERNET E ACQUISTI ON LINE

8 51 -0 92 15

Mensile di informazione sui problemi del consumo e dei consumatori N° 6150 del 16 gennaio 2014 Direttore Responsabile: Massimiliano Dona


EDITORIALE di Massimiliano Dona @massidona

D

te clima sociale da opo aver dedicato “tutti contro tutti”. quello appena UN 2014 PER E’ impensabile concluso alla Sostenibiandare avanti in questo lità, per l’Unione L’INNOVAZIONE modo e anzi gettare Nazionale Consumatori altra benzina sul fuoco. il 2014 sarà l’anno dell’innovazione. Su questo tema focalizzia- Il migliore insegnamento mi sembrano mo numerose iniziative che culmineranno, allora le parole di Vincenzo Dona: “Ci sono come di consueto, con l’ottava edizione del due modi di dialogare con il consumatore. Premio Vincenzo Dona (quest’anno il 27 Si può sfruttare la sua giusta indignazione, eccitare la sua carica emotiva, offrire solunovembre, sempre al Teatro Argentina). E già, perchè l’innovazione può essere zioni rivoluzionarie; oppure analizzare le davvero la chiave di volta dei nostri tempi: cause e cercare le soluzioni possibili, né la difficile situazione economica deve esse- avventurose né miracolistiche, usare un re fronteggiata con forza d’animo e ritrova- linguaggio semplice e accessibile a tutti. to entusiasmo, quello tipico delle nuove Noi dell’Unione optiamo per la seconda”. Ecco perché sento (forse con una imprese, che ci spinge al di là delle preoccupazioni contingenti con lo sguardo ad buona dose di irrazionalità) di suggerire di guardare al futuro con maggiore speranza: una meta di più lungo periodo. Per questo mi sono lasciato andare a credo che anche i consumatori che ci legdefinire il 2014 (il settimo anno dall’inizio gono o ci ascoltano in televisione o alla della crisi) come l’anno che finalmente pro- radio abbiano desiderio di un sorriso e di mette bene! In molti hanno dissentito ed è un nuovo slancio. L’innovazione può aiutare e noi ci siamo certamente facile obiettare che non c’è alcuna ragione di ottimismo: in effetti non già messi in moto: abbiamo appena lanciato mancano in questi giorni le solite notizie un restyling della nostra newsletter on line, sui rincari, le fibrillazioni politiche, la stiamo per concludere il faticoso lavoro per disoccupazione in aumento, la crescita la pubblicazione del nostro nuovo sito istituzionale, personalmente ho accettato di curadella povertà tra le famiglie italiane. Sì, è tutto vero, ma preferisco guardare re un blog (su www.today.it), abbiamo piania quei piccoli segnali di risveglio che, spero, ficato alcune nuove inchieste, allargheremo possano anticipare l’arrivo di tempi miglio- la nostra azione a nuovi consumatori (dai ri. Del resto il 2013 è stato davvero il più “consumatori di lavoro” a quelli di azzardo). Innovazione nel nostro lavoro, insomfosco tra gli anni della crisi, quello nel corso del quale, anche dal nostro osservatorio di ma, non solo tecnologica, ma anche nelle Associazione di consumatori, abbiamo idee. Perché innovare, fin dalle piccole cose, avvertito una drammatica perdita di fiducia da parte dei cittadini verso le Istituzioni e aiuta a guardare con ottimismo al futuro. verso il mercato, il diffondersi di un pesan- Credetemi: il nuovo anno promette bene!

MENSILE DI INFORMAZIONE SUI PROBLEMI DEL CONSUMO E DEI CONSUMATORI DISTRIBUITO PREVALENTEMENTE AGLI ASSOCIATI numero 6150 del 16 gennaio 2014

n. 239 Direzione e Redazione Via Duilio n. 13 - 00192 ROMA Telefono: 06/32600239 Fax: 06/3234616 e-mail: info@consumatori.it www.consumatori.it Fondatore: Vincenzo Dona Direttore responsabile: Massimiliano Dona Segreteria di redazione: Sonia Galardo e-mail: sonia.galardo@consumatori.it Gli articoli firmati esprimono esclusivamente il pensiero degli autori Contributo fotografico: Mauro Matacchione Stampa: Tipolitografia Cimer snc - Roma Grafica e impaginazione: Pixel Press sas - Roma pixelp00@pixelpress.191.it Registrato Tribunale di Roma con il n. 16316 del 10-4-76 Iscrizione al ROC n°298 Spedizione abb.post.D.L.353/2003, conv. in Legge n. 46/2004, art 1, comma 2, DCB, Roma. Portavoce Unione Nazionale Consumatori Prezzo per copia: euro 2,07 Numeri arretrati: euro 4,13 Abbonamento annuale: euro 21,00 Abbonamento sostenitore: euro 258,23 Inviare l’importo in assegno o versare sul c/c postale n. 40268005 intestato a

Unione Nazionale Consumatori Via Duilio, 13 - 00192 ROMA Il versamento della quota associativa di euro 50,00 all'Unione Nazionale Consumatori comprende anche l’abbonamento a questo mensile

Non contiene pubblicità commerciale


SOMMARIO

LA NOSTRA UNIONE NOTIZIE DALLE SEDI SUL TERRITORIO EMILIA ROMAGNA

Difendersi dal gioco d’azzardo i è tenuto a Bologna il convegno “Come difendersi dal gioco d’azzardo” che ha visto la partecipazione dell’Avv. Francesco Greco - legale dell’Unione Nazionale Consumatori dell’Emilia Romagna e della Dott.ssa Maria Grazia Masci - Psicologa Psicoterapeuta, Ser.T Ovest, AUSL Bologna. In particolare si è discusso di come le videolottery e le slot machine (chiamate anche videopoker), i gratta e vinci, il lotto e il superenalotto, i giochi al casinò, il win for life, le scommesse sportive o ippiche, il bingo, i giochi on line con vincite in denaro siano i giochi d’azzardo più diffusi.

S

L’Italia è inoltre uno dei Paesi al mondo in cui si gioca di più a livello pro-capite e la maggior parte delle persone gioca in modo responsabile, ma il gioco d’azzardo può diventare un rischio, a volte una vera patologia. Quando un giocatore diventa dipendente il gioco non è più un passatempo, ma diviene un pensiero fisso che l’accompagna per tutta la giornata, la persona non riesce a smettere di giocare e sviluppa un desiderio irresistibile di continuare, nella speranza di vincere o di riguadagnare i soldi spesi. Se il gioco anziché essere un passatempo crea sofferenza, se la mancanza di soldi a causa del gioco condiziona sempre di più la vita quotidiana, se i familiari e gli amici vengono ingannati, è molto importante chiedere aiuto.

A L I M E N TA Z I O N E

P R O D O T T I C O N G E L AT I

Certe esagerazioni Dov’è la del made in italy pag. 4 trasparenza? Tacchino e tacchinella

SALDI

pag. 15

COSE DA NON CREDERE

pag. 15

Saldi si’, “bidoni” no!

pag. 6

3 minuti di... internet e acquisti on line pag. 7

SICUREZZA ALIMENTARE

ENERGIA

I risultati dei controlli sulla Mozzarella di Bufala Campana DOP pag. 14

Efficienza energetica nelle case pag. 10 INFLUENZA

Influenza e vin brulè

RUBRICHE

La domanda sorge spontanea di Antonio Lubrano pag. 3

pag. 14 La nostra Unione

pag. 3

Notizie

pag. 13

INQUINAMENTO

L’angolo del notaio pag. 14 No a soluzioni dell’ultim’ora a danno Lettere pag. 14 dei cittadini pag. 14 Salvatore il consumatore di Gianni Soria pag. 14 PRIVACY Due nuove anagrafi autobilistiche: vantaggi anche per i contribuenti? pag. 12

SEGUICI SU

WWW.CONSUMATORI.IT

a cura di Giuseppe Mermati UNISCITI A NOI, VANTAGGI PER TUTTA LA FAMIGLIA! • Riceverai QUESTO MENSILE ricco di notizie e consigli pratici per la vita quotidiana. • Riceverai ogni settimana la nostra NEWSLETTER ON LINE. • Avrai CONSULENZE GRATUITE in materia di contratti, prodotti, vacanze rovinate, etc. • Nel caso di controversie, potrai ricorrere alla CONCILIAZIONE civile a costi agevolati. COME ASSOCIARSI:

La quota associativa (50,00 euro) può essere versata presso le nostre sedi oppure mediante: • carte di credito e PAYPAL su www.consumatori.it; • c/c postale n. 40268005 intestato a: Unione Nazionale Consumatori - Via Duilio n. 13, 00192 Roma; • bonifico bancario sul c/c n. 100000002892 – Banca Prossima – ABI 03359 – CAB 01600 – CIN F – IBAN IT41 F 03359 01600 100000002892.

LA DOMANDA

SORGE SPONTANEA... di Antonio Lubrano

Perché pensare di risolvere il problema dell’inquinamento con il rimedio (dell’ultima ora) delle targhe alterne, anziché impegnarsi a trovare soluzioni di lungo periodo?


A L I M E N T A Z I O N E

CERTE ESAGERAZIONI DEL MADE IN ITALY

Salvaguardare le produzioni agroalimentari italiane è fondamentale per la nostra economia, ma non bisogna considerare il made in Italy la soluzione a tutti i mali. Vediamo perché. di Agostino Macrì a difesa del made in Italy riguarda diversi settori produttivi, ma quello alimentare riveste particolare interesse. Infatti il nostro export in vini, salumi, formaggi, conserve, prodotti da forno, ecc. è una delle principali voci commerciali “attive” per il Paese. Ovviamente è ancor più rilevante il consumo interno che non riguarda soltanto gli alimenti trasformati, ma anche le materie prime (carne, latte, uova, frutta, verdura, cereali, legumi) utilizzate tal quali o cucinate sia a livello dome-

L

4

GENNAIO 2014 LE SCELTE DEL CONSUMATORE

stico, sia nella ristorazione collettiva. Il problema di fondo è rappresentato dal fatto che la nostra produzione di materie prime alimentari è del tutto insufficiente sia per fare fronte alle richieste delle nostre industrie alimentari, sia ai nostri fabbisogni. La nostra agricoltura e zootecnia producono quantità sufficienti soltanto di uva per la vinificazione, alcuni cereali (come il riso), carni di pollo e uova, ma è carente per le altre carni e per il latte. Non si può però ignorare che le materie prime (soprattutto soia e mais geneticamente

modificati) per i mangimi utilizzati negli allevamenti avicoli sono in gran parte di importazione. Un importante settore delle nostre produzioni sono gli alimenti tipici, vanto della nostra tradizione e cultura e giustamente considerati un “fiore all’occhiello” da difendere. Per ognuno dei prodotti tipici esiste uno specifico disciplinare di produzione che ne garantisce la genuinità. A molti sfugge però che non tutti i prodotti tipici sono “integralmente” italiani, ma soltanto quelli a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e quelli a Denominazione di Origine Controllata (DOC). In pratica quindi soltanto alcuni formaggi, alcuni salumi e certi vini sono fatti con materie prime italiane. Tutti gli altri prodotti, quelli contrassegnati con Indicazione Geografica Protetta (IGP), Specialità Tradizionale Garantita (STG), Denominazione Comunale (DE.CO) possono essere realizzati anche utilizzando materie prime di importazione. Il fenomeno è molto complesso in quanto siamo fortemente dipendenti dalla importazione di alimenti e nello stesso tempo le nostre agricoltura e zootecnia stanno languendo. L’industria alimentare sembra essere florida grazie proprio alla ampia disponibilità di materie prime presenti nei mercati internazionali.


A L I M E N T A Z I O N E

Per incrementare le nostre produzioni primarie alimentari sarebbe necessaria una vigorosa ripresa dell’agricoltura italiana, ma sembra che questo sia veramente difficile. Siamo infatti passati da circa dieci milioni di persone che lavoravano nei campi negli anni ‘50 a circa un milione attuali. Inoltre molte attività (raccolta di frutta e verdura, pastorizia, mungitura delle mucche, ecc.) sono possibili soltanto grazie all’opera degli immigrati che spesso è anche lavoro nero. Quelli che ancora lavorano la terra si trovano in condizioni critiche anche perché debbono difendersi dai concorrenti stranieri che, grazie a differenti condizioni socioeconomiche, riescono a produrre alimenti a costi inferiori di quelli del nostro Paese. Ma esistono poi altri ostacoli legati alla mancanza di infrastrutture e, più in generale, al momento di crisi per i cui i cittadini debbono contrarre le spese alimentari. Nel frattempo si sviluppa il feno-

meno della contraffazione come dimostra l’“italian sounding”: frequentando gli esercizi commerciali dei diversi continenti è abbastanza facile trovare in vendita alimenti italiani ed anche alimenti di produzione straniera, ma che richiamano quelli italiani. Si stima che questo fenomeno comporti danni economici significativi per il nostro Paese. Molti ritengono che un modo efficace per arginare la crisi esistente sia quello di identificare l’origine degli alimenti e, sostanzialmente, dare al consumatore la possibilità di scegliere alimenti totalmente italiani. Sul punto si è mosso anche il nostro Governo con iniziative che però sono state ritenute non conformi alle norme comunitarie e quindi non applicabili. Il Parlamento europeo ha adottato un provvedimento che impegna la Commissione UE a regolamentare la necessità di indicare l’origine degli alimenti. Recentemente (dicembre 2013) la Commissione UE ha stabilito che per le carni di bovini,

suini, ovicaprini e pollame vendute al dettaglio sia indicato in etichetta il luogo di allevamento e di macellazione. Rimane però volontaria la dichiarazione dell’origine. Per sostenere la proposta e l’opportunità di indicare l’origine di tutti gli alimenti, sono state organizzate importanti manifestazioni pubbliche con l’obiettivo anche di convincere a consumare prodotti italiani lasciando intendere che siano migliori da un punto di vista qualitativo. Questo punto è molto delicato in quanto le norme europee esistenti garantiscono un livello molto elevato di sicurezza per tutti gli alimenti siano essi nazionali o di importazione: insomma va ribadito che il consumatore in Europa è già molto protetto e tutto il cibo che acquista nei normali canali commerciali è privo di pericoli. Ecco perché la difesa del made in Italy, che pure deve interessare tutti noi, non deve essere confusa con la sicurezza degli alimenti. Sarebbe invece più responsabile, anziché evocare come panacea per ogni male un made-in-italy che non sempre è quel che i consumatori si aspettano, percorrere anche altre strade: ad esempio dovremmo sostenere con forza ogni misura tendente ad una ripresa delle attività agricole e zootecniche a tutela della nostra economia, del nostro ambiente, della nostra cultura e magari anche ritornare a certe vecchie abitudini alimentari accompagnate da stili di vita salutari. n

LE SCELTE DEL CONSUMATORE GENNAIO 2014

5


S A L D I

SALDI SI’, “BIDONI” NO!

La stagione dei saldi è iniziata. Ma come acquistare consapevolmente senza farsi prendere dalla mera corsa all’affare? Ecco i consigli dell’UNC. di Sonia Galardo

• per i capi di abbigliamento accertarsi

pprofittare degli sconti di fine stagione può essere utile per acquistare risparmiando rispetto al prezzo pieno. Per evitare però che la corsa all’affare si trasformi nel tradizionale “bidone”, è bene seguire qualche accorgimento: • non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto e dal volere comprare a tutti i costi; • è bene preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di cui il negoziante ha interesse a disfarsi (per esempio, pochi numeri dello stesso tipo di scarpe); • diffidare di chi apre un saldo dopo una vendita promozionale;

che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto; • non comprare capi d’abbigliamento che non hanno l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composizione; • preferire i prodotti di marca nota, che nel settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti; • controllare sempre le taglie quando si

A

6

GENNAIO 2014 LE SCELTE DEL CONSUMATORE

tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se non è ammessa la prova di indossabilità, poiché potrebbero essere due taglie diverse. Inoltre, è utile sapere che i negozianti: • sono responsabili del difetto del prodotto ai sensi dell’articolo 132 del Codice del consumo (D. Lvo n. 206/2005), che sia in saldo o che non lo sia; • sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130 dello stesso Codice, se c’è difetto grave e non riparabile; • possono modificare l’operazione di cassa anche nei giorni successivi, in quanto il registratore ha il tasto per evidenziare sullo scontrino “eventuali rimborsi per restituzione di vendite”, come ha previsto l’articolo 8 del decreto ministeriale 30 marzo 1992 e una successiva circolare del ministero delle Finanze del 5 giugno 1992. Contrariamente a quanto pensano molti consumatori, va invece precisato che i saldi non riguardano necessariamente tutta la merce del negozio, ma quella a saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella di prezzo normale. In questo caso, oltre al prezzo di vendita va indicata la percentuale di sconto, sotto pena della sanzione di 1032 euro, ma nessuna norma prevede un minimo di sconto, che è completamente libero e può essere anche “sottocosto” senza osservare le relative regole. n


COSE DA NON CREDERE

3 MINUTI DI... INTERNET E ACQUISTI ON LINE

Prosegue la nostra rubrica "Cose da non credere!" per sfatare le più comuni leggende metropolitane e dare risposta alle domande più frequenti che i consumatori rivolgono quotidianamente ai nostri sportelli. Questo mese parliamo di Internet e acquisti on-line. Cosa posso fare se mi viene consegnato un bene non conforme a quello che ho scelto on line? Il consumatore potrà inviare entro due mesi dalla scoperta del vizio una lettera di recesso dall’acquisto direttamente al professionista. Il professionista dovrà, in un tempo congruo, versare al consumatore l’intero importo dell’acquisto compreso ogni onere accessorio come le spese di consegna del bene.

Se acquisto un bene usato on line sono coperto dalla garanzia legale? Il Codice del Consumo non opera alcune differenza in materia di garanzia per un prodotto nuovo o usato, quindi, anche per i beni usati, la garanzia legale riconosciuta è di 24 mesi. Il professionista, però, potrà ridurre la garanzia per i beni usati a 12 mesi. Questa limitazione deve essere precisata al momento dell’acquisto nelle condizioni generali di contratto, in

caso contrario la limitazione non sarà applicabile.

Qual è la classifica dei mezzi di pagamento preferiti in Rete? La preferenza va alle carte prepagate e ai borsellini elettronici, scelti dal 72% degli italiani; seguono le carte di credito tradizionali, che restano al secondo posto con un 63% di preferenze; i bonifici sono indicati come strumenti ideali dal 46% degli italiani, mentre il 30% preferisce i pagamenti tramite operatore telefonico.

Cosa si intende per phishing ? Phishing è un neologismo inglese coniato in modo da avere lo stesso

LE SCELTE DEL CONSUMATORE GENNAIO 2014

7


COSE DA NON CREDERE

suono di “fishing”, che significa “andare a pesca”, e consiste nello inviare messaggi al maggior numero possibile di persone, sperando che qualcuno “cada nella rete” e fornisca i propri dati personali. E’ un’attività illecita, se non altro perché tale è il modo con cui sono stati ottenuti gli indirizzi di mail a cui sono stati inviati i messaggi esca. Quindi non bisogna assolutamente rispondere, nemmeno per minacciare azioni legali, perché in tal modo si fornisce una prova che il messaggio è stato letto e che quindi l’indirizzo è attivo.

file che rendono più veloce la navigazione, ma possono consentire al gestore del sito di riconoscere il nostro computer a ogni successiva connessione e tracciare quindi il nostro profilo. Non possono installare virus né malware nel computer, tuttavia consigliamo di accettarli solo da siti web noti e affidabili, soprattutto nei casi in cui il sito ci richieda di inviare nostri dati personali o di compilare un modulo elettronico.

l’inglese biscuits, biscotti) sono brevi

Quello della pubblicità on line è

Navigando in molti siti web ho notato che sono pieni di pubblicità, alcune anche fuorvianti, nel senso che sono Navigando in Internet ricevo talvolta la difficilmente distinguibili dal testo del richiesta di accettare o meno i cookies sito e inducono a cliccare su di esse da parte di un sito. Vorrei sapere cosa anziché sui pulsanti del sito stesso. Ciò succede, ad esempio, quando si vuole sono esattamente e se è dannoso “scaricare” un programma gratuito. installarli sul proprio computer. I cookies (termine americano per Si può fare qualcosa?

effettivamente un problema serio che è esploso di recente. Proprio per questo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) intende regolamentarlo, e a questo scopo ha avviato una Indagine conoscitiva sul settore dei servizi Internet e sulla pubblicità on line. Collegandosi al sito www.agcom.it è possibile, dalla home page, accedere a un modulo, nel quale esprimere le proprie osservazioni su un’ampia gamma di aspetti legati alla navigazione Internet, quali: apparecchiature di accesso al web fisse e in mobilità; sistemi operativi e browser; motori di ricerca e social network; servizi di informazione sul web; nuove fonti di informazione; piattaforme di distribuzione e di pagamento; rilevazione delle audience sul web; piattaforme di intermediazione pubblicitaria on line; altre forme di raccolta pubblicitaria on line; fattori di contesto: alfabetizzazione informatica, regime di tassazione, ecc.

Navigando in Internet mi sono accorto che alcune foto di mia figlia minorenne, pubblicate su un social network, sono state utilizzate da un altro sito, che gestisce una nota community on line, per creare un’identità fittizia. Dato che l’impresa che gestisce il sito ha sede all’estero, come mi devo regolare? In un caso analogo il Garante della privacy si è attivato nei confronti di una società che gestisce una social-community on line, la quale aveva pubblicato un falso profilo. La società, su richiesta del Garante, ha deciso di rimuovere

8

GENNAIO 2014 LE SCELTE DEL CONSUMATORE


COSE DA NON CREDERE

spontaneamente il falso profilo. L’Autorità italiana ha comunque preannunciato la sua intenzione di chiedere l’intervento dell’autorità nazionale competente per territorio al fine di fare cessare ulteriori abusi.

Come posso tutelarmi nel caso in cui ho aperto la confezione di un prodotto arrivatomi a casa e ho trovato il bene già rotto? Il Codice del Consumo prevede che i difetti che si manifestano entro 6 mesi dall’acquisto, si presume che siano dovuti a vizi originari coperti da garanzia. In altre parole, è il venditore che dovrà dimostrare che è stato il consumatore a causare il difetto. Pertanto, il consumatore potrà inviare al venditore una lettera di messa in mora con la quale richiedere la riparazione o la sostituzione del bene in tempi congrui. Se il venditore continuasse a sostenere che non si tratta di difetto originario, il consumatore dovrà ricorrere al giudice di pace per ottenere il rispetto della garanzia legale.

La garanzia legale si estende anche ai “beni di importazione”? La garanzia legale è disciplinata nel Codice del Consumo ed è estesa a tutti i beni, quindi anche a quelli di importazione. Pertanto, il consumatore potrà inviare al venditore una lettera di messa in mora (raccomandata A/R) con la quale chiedere la riparazione o sostituzione del bene in tempi congrui.

Posso chiedere i danni per una riparazione troppo lunga? Se si tratta di intervento in garanzia e il bene è stato inviato al venditore per la riparazione sì. Infatti, il Codice del Consumo espressamente prevede che le riparazioni in garanzia devono avvenire in “tempi congrui”. Se così non fosse, si possono richiedere i danni (per i disagi, spese, ecc.), inviando una lettera (raccomandata A/R) al venditore.

Il venditore può rifiutare la riparazione del bene ascrivendo la causa del difetto all’imperfetta installazione dello stesso? Nel caso in cui l’istallazione è compresa nel contratto di vendita ed è stata effettuata dal venditore o sotto la sua

responsabilità, l’imperfetta istallazione del bene che procuri un difetto di conformità è equiparato al difetto stesso.

Esiste un termine entro il quale posso denunciare la difformità di un bene? Si, il consumatore decade dai diritti previsti dal Codice del Consumo, se non denuncia il difetto entro 2 mesi dalla scoperta, ma non è necessario il reclamo se il venditore ha riconosciuto l’esistenza del difetto o lo ha occultato. n LE RISPOSTE CON IL CONTRIBUTO DI:

Dino Cimaglia, membro del Consiglio direttivo dell’Unione Nazionale Consumatori. Angelo Gallippi, esperto in privacy dell’Unione Nazionale Consumatori.

LE SCELTE DEL CONSUMATORE GENNAIO 2014

9


E N E R G I A

EFFICIENZA ENERGETICA NELLE CASE

Sfruttare le diverse fonti energetiche, ottimizzando i vantaggi in termini di risparmio energetico e comfort: ecco come. SISTEMI DI ACCUMULO DEL CALORE Prese singolarmente molte tecnologie per l’efficienza energetica hanno vantaggi e limiti che vanno attentamente valutati: le caldaie a condensazione sono molto efficienti, ma consumano combustibili fossili inquinanti e costosi; i pannelli solari termici e le stufe a pellets, pur sfruttando fonti energetiche rinnovabili, non sono sempre sufficienti a riscaldare le case; la geotermia è poco inquinante, ma ha costi elevati e non è sfruttabile dappertutto. La soluzione ideale è quindi quella

10 GENNAIO 2014 LE SCELTE DEL CONSUMATORE

di riuscire a combinare lo sfruttamento delle diverse fonti energetiche, ottimizzandone i vantaggi in termini di risparmio energetico e comfort. Occorre pertanto puntare a realizzare sistemi che integrino le risorse energetiche tradizionali (gas, gasolio, ecc) con le fonti rinnovabili (biomasse ed energia solare), collegando i diversi generatori di calore (caldaie a gas, stufe o camini a legna, pannelli solari termici, ecc.) ad un sistema comune di accumulo di acqua calda. Un impianto ideale di riscaldamento

integrato dovrebbe essere composto da: • pannelli solari termici; • caminetto o stufa a legna o a pellets; • caldaia a condensazione a gas; • accumulo di acqua calda (cella termica); • sistemi radianti a bassa temperatura a pavimento, o a parete, oppure a soffitto; • termoregolatori che governano il calore in funzione delle esigenze personali e delle variazioni climatiche esterne. I sistemi di riscaldamento integrati, se opportunamente progettati e dimensionati, privilegiano lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e, accumulando il calore nella cella termica, permettono di sfruttarlo quando serve, riducendo sensibilmente il consumi dei combustibili tradizionali. Infatti, se splende il sole, il sistema sfrutta e accumula l’acqua calda prodotta dai pannelli solari. Se, invece, è acceso il camino o la stufa a biomasse, il sistema ne sfrutta il calore tenendo in stand by gli altri generatori. Non solo, apposite sonde tengono sotto controllo la temperatura esterna, erogando alla casa soltanto il calore occorrente in base alla differenza fra questa e la temperatura impostata all’interno. I sistemi di riscaldamento integrati sono abbastanza costosi e quindi possono essere utilmente installati negli edifici di


E N E R G I A

nuova costruzione ed in quelli sottoposti ad ampie ristrutturazioni: in questi casi i maggiori costi sono ammortizzabili entro un breve medio periodo.

RISCALDAMENTO AUTONOMO Un impianto autonomo di riscaldamento è quello dove il sistema di produzione e di distribuzione del calore serve una singola unità abitativa. Per il fabbisogno energetico del riscaldamento di una unità abitativa servirebbe una caldaia di piccola potenza, invece spesso ne viene installata una di potenza maggiore, perché deve servire anche per la produzione istantanea di acqua calda. Questo sovradimensionamento comporta uno spreco di energia che si può ovviare installando piccoli serbatoi di accumulo dell’acqua calda (100-200 litri), limitando così la potenza della caldaia installata.

L’impianto autonomo è economico quando il sistema di riscaldamento serve una unità abitativa di una villetta unifamiliare o al massimo piccoli edifici di 3 – 4 appartamenti. In Italia invece si è verificata una grande ed ingiustificata diffusione degli impianti autonomi anche negli edifici condominiali. Questa scelta sta provocando notevoli svantaggi alle famiglie, sia per un eccessivo consumo di combustibile dovuto al sovradimensionamento delle caldaie rispetto ad un’unica caldaia centrale, sia per i maggiori costi di manutenzione delle numerose caldaie e canne fumarie. Anche rispetto alla sicurezza vi sono maggiori problemi: infatti non sempre in tutte le caldaie installate nel condominio si effettua la dovuta manutenzione. La legge italiana vieta l’installazione degli impianti autonomi di riscalda-

mento negli edifici di nuova costruzione con più di quattro unità abitative. Se la caldaietta dell’impianto autonomo incomincia ad avere i suoi anni e, anche se funziona ancora, va considerato che una caldaia vecchia consuma in media il 20 per cento in più di una nuova. Quando si installa una nuova caldaia autonoma è opportuno verificare se la termoregolazione dell’impianto di distribuzione è corretta e, semmai, fare gli opportuni interventi correttivi.

RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO L’impianto di riscaldamento centralizzato del condominio ha una unica caldaia che distribuisce l’acqua calda attraverso le tubazioni di mandata e di ritorno che collegano la caldaia ai termosifoni. Ai fini del risparmio energetico è importante che la caldaia sia dimensionata secondo il reale fabbisogno termico dell’edificio. Spesso, invece, sono state installate caldaie di potenza superiore alle necessità, con una conseguente diminuzione dell’efficienza dell’impianto, maggiori consumi e più spesa di combustibile. Per meglio ottimizzare il consumo di energia è opportuno installare le caldaie in cascata. Infatti in questo tipo di caldaie l’energia termica prodotta si adegua proporzionalmente al fabbisogno energetico dell’edificio: quando c’è minore richiesta di energia funziona una sola caldaia, mentre le altre rimangono spente e funzionano solo quando aumenta la richiesta di potenza termica. n

LE SCELTE DEL CONSUMATORE GENNAIO 2014

11


P R I V A C Y

DUE NUOVE ANAGRAFI AUTOBILISTICHE: VANTAGGI ANCHE PER I CONTRIBUENTI?

L'Ivass ha istituito una "anagrafe testimoni" e una "anagrafe danneggiati", allo scopo di ridurre le frodi nel settore delle assicurazioni Rc auto. Ma ciò comporta anche un vantaggio per i contribuenti? di Angelo Gallippi l nostro paese ha un primato poco conosciuto e anche poco invidiabile: quello dei danni permanenti da “colpo di frusta” come conseguenza di incidenti stradali. Tuttavia il primato si spiega difficilmente ipotizzando che le ossa e le articolazioni degli automobilisti del Bel Paese siano notevolmente più fragili della media europea, e invece in modo molto più semplice ipotizzando una propensione a frodare le compagnie di assicurazione. Frodi che poi si traducono automaticamente in rincari delle polizze, che ovviamente colpiscono

I

12 GENNAIO 2014 LE SCELTE DEL CONSUMATORE

anche gli automobilisti onesti. Infatti, appena nel 2012 è stata varata la nuova normativa secondo la quale per ottenere il risarcimento non è più sufficiente lamentare il dolore, ma occorre provare la lesione con esami strumentali, i colpi di frusta sono calati bruscamente del 30%. La Gran Bretagna, dove pure il fenomeno ha una dimensione assai inferiore alla nostra, è corsa già da tempo ai ripari, elaborando un piano di azione volto a ridurre il costo di 2 miliardi di sterline (2 miliardi e 400 milioni di euro) affrontato ogni anno

per sinistri con whiplash injuries: colpi di frusta probabilmente risarciti con troppa fretta, senza accertamenti reali, determinati spesso da false testimonianze. Proprio allo scopo di ridurre questo e altri tipi di frodi nel settore delle assicurazioni Rc auto, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) ha istituito di recente una “anagrafe testimoni” e una “anagrafe danneggiati” nell’ambito della più vasta banca dati dei sinistri, un enorme database alimentato e consultato dalle società di assicurazioni che raccoglie una miriade di informazioni sugli incidenti stradali. Come è comprensibile, il trattamento di questi dati pone inevitabilmente delicate questioni di privacy, ragion per cui l’Ivass ha trasmesso al Garante per la protezione dei dati personali lo schema di provvedimento che regola il funzionamento della banca dati. Il Garante ha espresso parere favorevole sullo schema, attraverso un testo provvisorio che sarà sottoposto a consultazione pubblica. Tra l’altro, il Garante raccomanda di informare anche in forma sintetica coloro che possano trovarsi coinvolti in un sinistro (contraenti e assicurati, ma anche danneggiati e testimoni) dell’esistenza della banca dati sinistri, dei due


P R I V A C Y

nuovi archivi informatici costituiti al suo interno e dei tipi di operazioni effettuate sui dati personali. Ciò potrebbe avvenire già in occasione della compilazione del modulo di “constatazione amichevole di incidente” (Cid) usato dalla maggior parte degli automobilisti in caso di incidenti stradali. Una soluzione non obbligatoria in base alla legge, ma che potrebbe avere il duplice risultato di portare a conoscenza di milioni di persone la costituzione e il funzionamento della banca dati sinistri, e di accentuare l’effetto dissuasivo di possibili comportamenti fraudolenti. L’Autorità inoltre, nel giudicare positivamente la scelta dell’Ivass di consentire alle compagnie assicurative accessi selettivi e graduati alle diverse tipologie di informazioni contenute negli archivi informatici, ha tuttavia raccomandato di limitare la consultazione della banca dati ai soggetti indicati dalla legge al solo scopo di rendere più efficace la prevenzione e il contrasto alle frodi assicurative. Infine, in analogia a quanto già avviene in altre banche dati elettroni-

che, ha ritenuto opportuno che i dati identificativi degli interessati (parti coinvolte, testimoni, ecc.) siano cancellati dalla banca dati trascorsi 5 anni dalla definizione dell’incidente, e dopo il previsto riversamento su copie di backup. Data l’importanza dell’argomento, sarebbe auspicabile che alla consultazione pubblica che il Garante metterà online (www.garanteprivacy.it) partecipasse il maggior numero possibile di persone, in modo da fornire proposte, osservazioni e suggerimenti utili per migliorare al massimo la formulazione dei nuovi provvedimenti. A parti-

re dalla richiesta che vengano calcolati in modo oggettivo e trasparente i risparmi che le compagnie otterranno grazie alla riduzione delle frodi assicurative conseguente ai nuovi strumenti normativi (attualmente tali frodi incidono sui bilanci delle compagnie per almeno 300 milioni di euro l’anno). Quindi che venga formulato in maniera chiara e non ambigua il meccanismo attraverso il quale questi risparmi delle compagnie si tradurranno in un alleggerimento delle polizze di assicurazione, quindi nel doveroso vantaggio anche per i contribuenti. n

LE SCELTE DEL CONSUMATORE GENNAIO 2014

13


NOTIZIE

Rubrica dedicata... ad un rapido sguardo sul mondo dei consumi e dei consumatori

NOTIZIE S I C U R E Z Z A A L I M E N TA R E

I risultati dei controlli sulla Mozzarella di Bufala Campana DOP Il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana raggruppa un centinaio di caseifici cui conferiscono il latte oltre 1500 allevamenti di bufale distribuiti nelle regioni della Campania, del Lazio, della Puglia e del Molise, e da lavoro a circa 15.000 addetti. La vicenda della “terra dei fuochi” ha colpito pesantemente la mozzarella che si è trovata al centro di attacchi mediatici che hanno compromesso l’immagine del prodotto con un conseguente calo dei consumi. In realtà non si è tenuto conto del gran numero dei controlli effettuati sia dal Consorzio, sia dalle diverse strutture pubbliche (ASL, Repressione Frodi, Carabinieri NAS, ecc.) che quotidianamente intervengono negli allevamenti e nei caseifici per verificare il rispetto dei disciplinari e la sicurezza alimentare delle mozzarelle. Il Consorzio ha preso l’iniziativa di coinvolgere le organizzazioni dei consumatori in una operazione di controllo della sicurezza delle mozzarelle in commercio. L’iniziativa, cui hanno aderito con la nostra Unione Nazionale Consumatori, Adusbef, Codici e Federconsumatori, è consistita nell’affidare alle Organizzazioni il compito di acquistare con modalità casuali, venti campioni di Mozzarella di Bufala Campana DOP di diversa origine, includendo anche alcune provenienti dalla zona della “terra dei fuochi”: i campioni prelevati sono stati inviati al Laboratorio tedesco TUV di Monaco di Baviera (il laboratorio è “accreditato” dall’ente tedesco DAkkS per cui i risultati ottenuti debbono essere considerati corretti e

privi di errori significativi) che è stato incaricato di analizzarli per la ricerca di Brucelle, metalli pesanti, diossine e PCB. Dai risultati è emersa la completa conformità di tutti i campioni di mozzarella esaminati al Regolamento (CE) n. 1881/2006 che definisce i “tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari”: in pratica i dati ottenuti dimostrano che le mozzarelle sono sicure e non ci sono motivi di preoccupazione per i consumatori.

Quanto avvenuto dimostra che un coinvolgimento delle organizzazioni dei consumatori nella “gestione” dei rischi può dare maggiore fiducia ai cittadini e può essere anche utile alle aziende che operano con correttezza e trasparenza.

INFLUENZA

Influenza e vin brulé L’arrivo dell’inverno è associato alla comparsa dell’influenza che colpisce un buon numero di persone e un buon sistema di prevenzione è rappresentato dalla vaccinazione, anche se, purtroppo, molti non ne fanno ricorso. In ogni caso tutti sanno che l’influenza, pur avendo generalmente un decorso benigno, deve essere curata con attenzione per evitare pericolosi effetti collaterali. Generalmente è sufficiente fare ricorso a qualche farmaco antipiretico e/o antinfiammatorio nonché restare a letto alcuni giorni per ritornare in buone condizioni di salute. Per curare l’influenza o semplici infreddature esistono anche metodi empirici chiamati spesso “della nonna” e tra questi bere

14 GENNAIO 2014 LE SCELTE DEL CONSUMATORE

il vin brulé. La preparazione del vin brulé è molto semplice: si tratta di far bollire per una decina di minuti del vino (preferibilmente rosso) a cui viene aggiunto zucchero, cannella e/o chiodi di garofano e qualche spicchio di mandarino. La ricetta può variare a seconda dei gusti. Con la bollitura, la maggior parte dell’alcol viene allontanata e si ottiene una bevanda (da consumare calda) priva di particolari controindicazioni. Visto che molti traggono reali benefici dal consumo di vin brulé, la domanda che sorge spontanea è quali sono le ragioni della sua efficacia. Probabilmente un ruolo importante è quello dell’effetto placebo legato alla convinzione di assumere una bevanda naturale ed anche piacevole. Non si possono però escludere effetti positivi dovuti a vari principi attivi contenuti nel vino e/o nelle spezie che vengono aggiunte. E’ noto che nel vino sono presenti numerose sostanze antiossidanti che avrebbero effetti benefici nel contrastare alcune malattie cardiovascolari. Tra le varie sostanze naturali è presente anche il resveratrolo di cui è stata dimostrata una attività antivirale; tutti sappiamo che l’influenza è causata da un virus e quindi si può pensare che bevendo vino si contrasta la malattia. Il problema è però rappresentato dall’alcol che, oltre ad avere effetti inebrianti, provoca altre alterazioni che rendono inefficace l’eventuale attività antivirale del resveratrolo. Come accennato, il vin brulé si ottiene facendo evaporare l’alcol e quindi, presumibilmente, i principi attivi benèfici, primo fra tutti il resveratrolo, possono esercitare la loro attività “liberi” dalle interferenze dell’alcol. Si tratta però di considerazioni empiriche per le quali, in base alle attuali conoscenze, non esistono dimostrazioni scientifiche rigorose che

possono suggerire un uso del vin brulé per la cura dell’influenza. Rimane comunque il piacere (per chi lo apprezza) di bere una bevanda gradevole con la speranza che faccia anche bene. (Agostino Macrì)

INQUINAMENTO

No a soluzioni dell’ultim’ora a danno dei cittadini “Di inquinamento si può morire, ma siamo sicuri che la soluzione siano le targhe alterne?”. E’ quanto ci chiediamo riferendoci alla decisione del Comune di Roma di viaggiare a “targhe alterne” , a causa del superamento dei limiti consentiti dalla normativa vigente di polveri inalabili (PM10) e di biossido di azoto (NO2). Un recente studio europeo, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, conferma la decisione dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS di classificare l’inquinamento atmosferico come cancerogeno, il che evidenzia l’esigenza, ancora di più in una città come Roma in cui la qualità dell’aria è tra le peggiori del Paese, di stabilire una seria politica di contenimento delle emissioni. Non possiamo illuderci, però, che la soluzione sia il blocco delle auto che crea soltanto disagi ai cittadini che, ricordiamo, il più delle volte sono costretti ad utilizzare mezzi propri per andare al lavoro a causa delle inefficienze del servizio pubblico. Ci appelliamo al senso di responsabilità dell’amministrazione comunale affinché si impegni a trovare soluzioni alternative in grado di produrre effetti di lungo periodo e non l’ennesimo escamatoge dell’ultima ora, utile solo sul piano mediatico, che contribuisce a peggiorare la qualità della vita dei cittadini.

Scopri di più sul sito


LETTERE

Rubrica dedicata... alla corrispondenza: domande e risposte in pillole

L’ANGOLO DEL NOTAIO* Io e mio marito siamo proprietari al 50% di un appartamento acquistato a Torino nel 1992 e per sbaglio del notaio abbiamo pagato l’imposta di registro al 10%. Ci era stato detto a suo tempo che, avendo già usufruito dell’agevolazione per l’acquisto di un appartamento precedente, non avevamo più diritto all’agevolazione del 3%; invece abbiamo scoperto che non è così, l’importante era essere proprietario di un solo appartamento. Infatti noi nel giugno 1992 avevamo venduto il così detto appartamento (3%) ed acquistato in luglio 1992 l’appartamento (10%) in cui viviamo. La domanda che vorrei farvi è: se io adesso acquisto un secondo appartamento nella stessa città pur tenendo anche l’altro, posso acquistarlo con l’imposta di registro al 3%?

razze di animali che raggiungono pesi variabili, da 7-8 kg fino a 15-16 kg. In alcune zone d’Italia esiste la tradizione di allevare la tacchinella che è un animale più leggero (intorno ai 45 kg). Mentre le razze più pesanti si ottengono da processi di selezione genetica basati su criteri scientifici, le tacchinelle dovrebbero essere animali non selezionati e che potremmo definire “indigeni”. Inoltre le tacchinelle dovrebbero essere allevate con criteri più vicini a quelle tradizionali piuttosto che agli intensivi. E’ però difficile capire se le carni che si trovano al supermercato sono effettivamente di tacchinella oppure di normali tacchini macellati prima di raggiungere il peso maggiore e bisogna quindi affidarsi all’onestà dei rivenditori. Se si tratta veramente di tacchinella la carne dovrebbe essere comunque di maggior pregio. (Agostino Macrì)

A.B. IL NOTAIO RISPONDE: non è possibile usufruire dell’agevolazione se si è proprietari di un altro appartamento nella stessa città. * A cura dell’Associazione Sindacale Notai del Lazio.

A L I M E N TA Z I O N E

Tacchino e tacchinella Vorrei sapere qual è la differenza tra tacchino e tacchinella. In un depliant di un supermercato ho visto i seguenti prezzi: ossobuco di tacchino 3,29 euro al kg, petto di tacchino a metà 6,99 euro al kg, cosce di tacchinella 3,29 euro al kg, ali di tacchino 1,99 euro al kg. (L.B.) Nell’allevamento del tacchino vengono impiegate varie

P R O D O T T I C O N G E L AT I

Dov’è la trasparenza? Il 15 di ottobre, in un supermercato, ho comprato una confezione di palombo, a tocchi congelato. In considerazione del fatto che quando scongelo i prodotti congelati, questi fanno una gran quantità di acqua, ho deciso di fare un controllo ed ecco i risultati: prodotto palombo a tocchi, peso 0,455, prezzo al Kg 8,50 euro, importo 3,80 euro. Dopo lo scongelamento, tolto il celofan, il peso del palombo cucinabile è risultato di Kg. 0,380 con una perdita di peso di Kg. 0,063 pari al 14,23%. Pertanto il prezzo effettivo è di 9,70 euro al Kg, determinato da 8,50 euro al Kg con la maggiorazione del 14,23% ( corrispondente alla perdita di peso). E’ possibile

LETTERE

pagare l'acqua e la plastica 8,50 euro al Kilo? Se avessi acquistato le sogliole congelate che costano, se non erro, all'incirca 19 euro al Kg, avrei pagato l'acqua e la plastica 19,00 euro al Kilo. Perché non viene indicato il peso del prodotto utilizzabile? Se non sbaglio quando si acquista un prodotto in macelleria o al banco alimentare la tara (peso della carta) viene scalata. Dove è la trasparenza? (N.B.)

La presenza di acqua negli alimenti permette numerose reazioni biochimiche ed anche lo sviluppo di microrganismi che, con il tempo, possono essere la causa del loro deterioramento. Con il congelamento queste attività vengono bloccate e gli alimenti rimangono inalterati per tempi anche molto lunghi. Un problema è rappresentato dal fatto che durante il congelamento l’acqua può cristallizzarsi sotto forma di aghi che rompono le membrane cellulari. Al momento dello scongelamento si ha quindi una fuoriuscita dei liquidi intracellu-

lari che non sempre possono essere recuperati e quindi si ha una perdita di peso. Tutti gli alimenti contengono acqua in concentrazioni più o meno elevate. Si va da poco più del 10% della pasta secca, fino ad oltre il 95% per i cetrioli. Ovviamente con gli alimenti freschi non ci si rende conto di quanto ci costa l’acqua in essi contenuti, ma si può più facilmente capire con lo scongelamento. Si tratta di un fenomeno fisiologico che dovrebbe aiutarci a fare delle scelte più oculate negli acquisti. Ad esempio alcuni formaggi stagionati (parmigiano, grana, provolone, pecorino, ecc.) hanno un contenuto di acqua più basso dei formaggi freschi (fior di latte, yogurt, ricotta) ma il prezzo alla vendita alle volte è delle stesso ordine di grandezza con un evidente costo elevato dell’acqua. Si tratta comunque di prodotti che hanno caratteristiche organolettiche particolari e che i consumatori sono disposti a pagare anche a prezzi elevati. (Agostino Macrì)

Salvatore il consumatore

di Gianni Soria

QUASI UN'ORA DI ATTESA: SEMBRA CHE OGGI ANCHE GLI AUTOBUS VIAGGINO A TARGHE ALTERNE!

www.consumatori.it

LE SCELTE DEL CONSUMATORE GENNAIO 2014

15



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.