Sos Comune Annno 2 Numero 1

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Panem et circenses di Massimo Monari

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ell’antica Roma, persone subordinate a un patrono. In cambio di protezione, assistenza giudiziaria e distribuzioni di cibo e denaro (sportula), procuravano al patrono voti alle elezioni e si arruolavano per lui. Il rapporto era ereditario, consacrato dalla pratica e dalla legge. Intere comunità divennero clientes dei generali romani che le avevano conquistate. Clientele si chiamano ancora in età contemporanea i gruppi di cittadini elettori che sorreggono i notabili politici ottenendone favori, in una rete di reciproci interessi. Da 2000 anni i comportamenti del potere e il modo di governare non sono cambiati, sono cambiati i vocaboli!! Il “panem” di oggi viene distribuito con strumenti moderni, come i piani di zona che non richiamano il pane ma la salute e il benessere sociale che con tanto di marchio dispongono di 40.000.000 di euro in tre anni per i quindici comuni della provincia est di Bologna, “panem”sono

- ma chi pèga??? anche i contributi di AMA dell’agenzia metropolitana per l’affitto 100.000 euro di disponibilità annua. Per quanto riguarda i “circenses”li possiamo riconoscere in varie iniziative come “borghi e frazioni in musica” (costo per il comune 2000 euro per manifestazione nel territorio comunale), tracce d’autore, e Aemiliana. Aemiliana è una nutrita rassegna di eventi che si svolge da inizio giugno fino a luglio con una intensità da far rabbrividire i comuni a vocazione turistica: A chi giova spendere sesterzi per questa manifestazione? Ma chi paga??? Anche se paga lo sponsor, che possiamo paragonare al signore romano togato che erogava benefici ai clientes in cambio di consensi, è proprio necessario sperperare danaro per vedere, dal vivo, divetti o divette televisive? Dopo 2.000 anni si spendono euri e non sesterzi per mantenere il consenso secondo l’antico schema di governo “panem et circenses”, nulla è cambiato nel modo di governare.

Una mozione inopportuna - intanto i problemi locali attendono di Marco Alberghini

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urante il Consiglio Comunale del 14 luglio 2010, i consiglieri di maggioranza hanno presentato una mozione per esprimere solidarietà alla Dott.ssa Maria Luisa Busi, conduttrice del TG1 delle 20 che il 20 maggio 2010 si è autoesonerata per dissentire dalla linea editoriale del telegiornale. Noi di Consenso Comune, per la prima volta durante la nostra esperienza, abbiamo deciso di non partecipare al voto. Non per disinteresse rispetto a tale argomento ma perché vorremmo che il Consiglio Comunale del nostro paese si occupasse principalmente di temi che riguardano il nostro paese. Personalmente, il giorno seguente alle dimissioni della Busi, il 21 maggio 2010, ho scritto una e-mail alla redazione del TG che riporto in seguito: Buongiorno. Scrivo per esprimere un plauso alla conduttrice Maria Luisa Busi per la posizione presa. Al di sopra di ogni considerazione politica ed ideologica ha dimostrato di saper prendere posizione rispetto a temi che interessano la sfera della dignità umana e dell’integrità professionale. Sentiti complimenti. Marco Alberghini Con preghiera di recapito all’interessata. Da molti anni mi occupo di comunicazione e so benissimo cosa vuol dire sentirsi mettere il bavaglio, come quando, in occasione di un numero speciale di SOS Comune sulla chiusura del centro, il Sindaco Brunelli, alla presenza dei consiglieri Masotti e Monari, mi ha avvertito che se avessi continuato a pubblicare cose da lui ritenute false mi avrebbe querelato. Nonostante questa “vicinanza” non ho mai pensato di presentare una mozione a sostegno della Busi in Consiglio Comunale e tantomeno di sfruttarla politicamente. La Busi non ha certo bisogno di essere difesa poiché ha dimo-

strato una integrità ed una forza che pochi possono vantare. La maggiornaza, con la scusa della solidarietà, solleva e sfrutta politicamente questo argomento in Consiglio Comunale. Proprio non si sono domandati se siano questi gli argomenti che i cittadini si aspettano essere trattati in quella sede? Voglio ricordare che noi di Consenso Comune, per primi, abbiamo presentato una mozione con l’obiettivo di conoscere la situazione occupazionale a San Pietro in Casale e proposto di fare tutto il possibile per contenere il disagio. Mozione che la maggioranza assieme al PDL+Lega ha respinto proponendone successivamente un’altra, sullo stesso tema, ma propria. Voglio ricordare che noi abbiamo votato la loro mozione perché, nonostante ci sia parsa come suggerita e resa indispensabile dalla nostra, era giusto farlo poiché si trattava di un tema scottante che riguarda tutte le famiglie. La maggioranza ha inteso solidarizzare e prendere le parti della Busi la quale ha dichiarato di non tollerare che l’informazione sia imbavagliata, che si nasconda la vita reale e che ha concluso la propria lettera di dimissioni affermando che “occorre maggiore rispetto per le notizie, per il pubblico, per la verità”. Come si concilia questa loro mozione con il fatto che l’Amministrazione che rappresentano non mette on-line le Delibere di Giunta, le Determine, le riprese del Consiglio Comunale? Che gli articoli scritti da noi di Consenso Comune, si trovano stampati su “l’Orologio” con un carattere sempre più piccolo rispetto agli interventi di altri gruppi consiliari? Esorto i consiglieri della maggioranza a riflettere su quanto stanno facendo per questo paese e a domandarsi se corrisponda a ciò che si aspettano i cittadini ai quali, tutti noi, dobbiamo prestare maggiore attenzione nel pieno rispetto della verità.

Giornale dell’Associazione “Consenso Comune” San Pietro in Casale - Bologna

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