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UNO SCENARIO RECESSIVO GUERRA PANDEMIA LEGGE DI BILANCIO
poranea) delle accise sui carburanti per autotrasporto. Se la seconda misura era di dimensioni tali che l’allocazione complessiva delle risorse nella manovra non consentiva la sua riproposizione, non si può dire lo stesso per la prima; si potrebbe però considerarlo – fuor di polemica – come un condivisibile auspicio per il miglioramento (definitivo, si spera) della crisi pandemica.
Ad occhi attenti, non può che sorprendere – pur nei limiti quantitativi della manovra già evidenziati – anche la bassa previsione di spesa allocata sul capitolo della giustizia tributaria: in una annualità in cui dovrebbe consolidarsi la riforma da poco approvata, si è mantenuto lo stesso livello di spesa, nel prossimo triennio, di soli 200 milioni circa. Infine appare con- traddittoria l’allocazione delle risorse a sostegno dell’economia imprenditoriale. Sotto il profilo finanziario vi è una previsione triennale in contrazione degli aiuti alle imprese (finanziamenti agevolati e contributi in conto interesse previsti nei tre anni per circa 4,5 miliardi nel 2023, 3 miliardi nel 2024 e poco meno di 1,8 miliardi nel 2025; garanzie a sostegno del credito per, rispettivamente, 5,6 nel 2023, 5,4 nel 2024 e 4,4 nel 2025).
Sul tema della transizione energetica le cifre sono invece in sostanziale incremento nel prossimo triennio (circa 1,8 miliardi nel 2023; poco più di 2,6 miliardi nel 2024; poco più di 3,6 miliardi nel 2025).
Ma, tenuto anche presente che anche gli aiuti fiscali alla crescita e all’internazionalizzazione sono stati complessivamente
(suddivisi in tre voci) previsti in riduzione (circa 800 milioni nel 2023; 650 nel 2024; 575 nel 2025), il saldo nel triennio appare in forte riduzione.
Un (primo) giudizio tecnico
Positiva, invece, è sicuramente la riproposizione dell’intervento (minimo, ma significativo) sulla conversione agevolata dei tassi sui finanziamenti da variabili a fissi, in un contesto di tassi crescenti e di esposizione ai tassi variabili delle famiglie italiane di parecchio superiore alla media eurozona.
Altrettanto positivo è il “rilancio” (annunciato) sulla riforma fiscale prossima ventura (con annessa riduzione complessiva del carico tributario), a patto che si intenda discutere anche del perimetro (qualitativo, più che quantitativo tout court) della spe- sa pubblica e (ma, su questo, chi qui scrive teme non esservi molte possibilità) del recupero auspicabile di equità orizzontale nel nostro sistema impositivo.In termini di credibilità internazionale, infine, si può affermare che in questa manovra, pur inserendo elementi equitativi sulle fasce di popolazione più colpite dal caro-energia, si sia però complessivamente voluto tenere il piede sul freno dell’indebitamento netto (i.e. deficit), viste le già richiamate previsioni macroeconomiche incerte che abbiamo di fronte (e, nondimeno, il ruolo delle agenzie di rating, già illustrato in precedente articolo).
Aver chiari gli ostacoli che si profilano sulla rotta del Paese è comunque, al di là della comunicazione politica contingente e delle singole misure approvate, una nota di merito per chi ha in mano il timone.
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