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SPAZIO PSICOLOGICO
di Elisa Mulone
IL FATTORE “COMPETENZA IMPRENDITORIALE”
Fare la libera professione vuol dire essere liberi di organizzare autonomamente il proprio lavoro programmando gli impegni in base alle proprie specifiche esigenze, ma vuol dire anche lavorare costantemente per “stare sul mercato” e mantenere viva la propria attività professionale, curare la propria reputation e il proprio personal branding, districarsi in continue complicazioni burocratiche e nuovi adempimenti, lottare per avere un “equo compenso” e, allo stato attuale, avere meno tutele in caso di problemi di salute.
Spesso chi intraprende un lavoro autonomo sottovaluta le competenze necessarie a sostenerlo. I liberi professionisti sono equiparati dall’Unione europea alle piccole e medie imprese, pertanto, per avviarsi alla libera professione, non è sufficiente essere preparati dal punto di vista teorico e tecnico, ma è necessario sviluppare la cosiddetta “competenza imprenditoriale”. Definita dal Consiglio dell’Unione europea nel 2018 è «la capacità di agire sulla base di idee e opportunità e di trasformarle in valori per gli altri. Si fonda sulla creatività, sul pensiero critico e sulla risoluzione di problemi, sull’iniziativa e sulla perseveranza, nonché sulla capacità di lavorare in modalità collaborativa al fine di programmare e gestire progetti che hanno un valore culturale, sociale o finanziario».
Alcuni studiosi hanno realizzato una revisione sistematica della letteratura sulle caratteristiche imprenditoriali riuscendo a raggrupparle in cinque dimensioni con relative sottodimensioni (fonte Lee, H., Lee, J., & Shim, K. (2016). Entrepreneurial characteristics: A systematic literature review. In
Pacific Asia Conference on Information Systems, PACIS 2016):
▪ competenze di opportunità (identificazione, valutazione e sfruttamento delle opportunità di mercato);
▪ competenze amministrative (gestionali, finanziarie e competenze di marketing, definizione e applicazione di strategie);
▪ competenze relazionali (leadership, comunicazione, relazioni umane, costruzione e utilizzo delle reti);
▪ competenze personali (conoscenza, efficacia, autonomia, capacità di innovazione);
▪ competenze di impegno (propensione al rischio, tenacia e perseveranza ance in situazioni di incertezza, tolleranza allo stress).
È risaputo purtroppo che ancora oggi non vi è una adeguata informazione e formazione dei giovani sull’avvio alla libera professione, né al livello di istruzione superiore né a livello universitario. Ma è molto interessante quello che emerge in vent’anni di ricerche realizzate dal Centro Imprenditoria Giovanile del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona. Dai dati di tali ricerche si riscontra, da parte dei giovani coinvolti, un atteggiamento abbastanza positivo verso la scelta professionale imprenditoriale che sembra essere connotata da aggettivi positivi quali: bella, prestigiosa, libera, attiva, energica, soddisfacente, interessante, desiderabile, varia, flessibile, stimolante, ma altrettanto complessa, pesante, instabile e incerta. Altro dato interessante che emerge da queste ricerche è che i giovani che hanno contatti con amici o parenti che svolgono attività di lavoro autonomo sono più favorevoli alla scelta imprenditoriale. Alla luce di questi dati, per fronteggiare la disaffezione verso la libera professione, sarebbe certamente utile creare occasioni di dialogo e confronto tra i giovani e i liberi professionisti, sia negli Istituti di istruzione superiore che all’interno dei percorsi universitari delle varie discipline e in quest’ottica, Confprofessioni, con la sua compagine associativa multidisciplinare e a carattere capillare sul territorio nazionale, potrebbe volgere una funzione fondamentale.