Trentino Industriale dicembre 2020-marzo 2021

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DICEMBRE 2020 | MARZO 2021

|Con tien e I.R.

ANNO 62 | N°01

I Vaccini sul lavoro per uscire dall’emergenza Le tempistiche e il dibattito sulla somministrazione

Speciale

Associazione

Internazionalizzazione

Tecnologie abilitanti per un’innovazione “concreta”

Mobilità e infrastrutture di nuova generazione

“Brexit means Brexit”


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sommario

03

editoriale 7

Coesi per un futuro migliore

il punto 9

Innovazione sostenibile, per la salute e il benessere

associazione

copertina

36

Mobilità e infrastrutture di nuova generazione

Il vaccino nel dibattito giuslavoristico

38

Pillole di Finanza d’Impresa

12

Al via la campagna di vaccinazione

40

14

Il mercato del lavoro in una condizione di incertezza

Consorzio Assoenergia, fiducia e lungimiranza

43

B20: “Includere, condividere, agire”

10

education

speciale rubriche

16

Tecnologie abilitanti per un’innovazione “concreta”

44

Formazione: guardiamo al futuro

18

Crescita continua per Cloudfabric

47

Unitrento e Itt Marconi alleate nell’Ict

48

XII Tu Sei. Il diario

10 copertina

20

Quando le buone idee diventano soluzioni

16 speciale

22

L’Ict al servizio del settore socio-sanitario

26 innovazione

24

Intelligenza artificiale… al naturale

51

innovazione

36 associazione 44 education

26

Uno strumento per la crescita della competitività

51 aziende

28

Imprese meccatroniche e 4.0

53 internazionalizzazione

32

Horizon Europe: al centro ricerca e innovazione

34

Realtà aumentata per manutenzioni da remoto

56 giovani

aziende Zanetti nella rete REbuilding network

internazionalizzazione 53

2021: nuove opportunità per ripartire

54

“Brexit means Brexit”

giovani 56

Martina Togn alla guida del Pae


04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 62 | N. 1 Dicembre 2020 - Marzo 2021

Direttore Responsabile

Martina Togn Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga

ANNO 62 | N°01

I Vaccini sul lavoro per uscire dall’emergenza Le tempistiche e il dibattito sulla somministrazione

Redazione

Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

Speciale

Associazione

Internazionalizzazione

Tecnologie abilitanti per un’innovazione “concreta”

Mobilità e infrastrutture di nuova generazione

“Brexit means Brexit”

illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI

Comitato di Redazione

DICEMBRE 2020 | MARZO 2021

|Con tien e I.R.

Alessandro Santini

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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editoriale

07

Coesi per un futuro migliore La scienza ci insegna che in natura la compattezza di un gruppo animale dipende dall’obiettivo. Più è sfidante l’obiettivo, più il gruppo sarà coeso. E tanto più lo sarà di fronte a un nemico comune. Grazie al cielo, l’umanità non reagisce in questo modo solo in risposta alla leva della paura. È chiaro che nelle difficoltà e nell’emergenza l’unitarietà e la coesione sono importanti, perché sono funzionali alla sopravvivenza: da soli si è più deboli, insieme si è più forti. Ma è altrettanto chiaro che se il collante di un’alleanza si riduce solamente a questo, se lo scopo è meramente difensivo, la tenuta sarà in discussione. Una tregua, magari apparente, e il patto salterà. Quel che sta accadendo a Roma, a noi che esercitiamo altrove e altrimenti la rappresentanza, insegna una cosa: che in un sistema evoluto non può prevalere solo l’istinto di conservazione. Non entro nel merito del dibattito e mi accontento di una considerazione di metodo e di un appello alla visione e allo scopo. Per andare in una direzione comune ci vuole una destinazione comune. Sappiamo ben poche cose, ma quelle che sappiamo ci bastano per comprendere che dobbiamo definire il prima possibile le regole di utilizzo delle risorse europee, quelle del Recovery Plan e quelle del bilancio ordinario. Questa unità di scopo giustifica la dialettica e allo stesso tempo però non giustifica le questioni di mero principio, e men che meno gli egoismi, i personalismi e i narcisismi. Bisticci e incomprensioni assottigliano le previsioni per il futuro e uccidono il rimbalzo dell’economia. Rammento che soltanto l’impresa è in grado di creare valore. Utilizzo volutamente il termine “creare”, perché se è vero che in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, non è così per il valore economico che si basa sulla prospettiva futura, sulla fiducia nel futuro. L’imprenditore, con il proprio ingegno e il proprio impegno, i suoi collaboratori e tutti i lavoratori sono gli artefici di questa creazione di valore. Non credo alla finanza quale elemento per creare valore ma alla finanza quale elemento a supporto del progetto industriale. Ecco che le risorse di cui stiamo discutendo debbono diventare elemento fondamentale per investimenti produttivi nel lungo periodo, un primo passo per creare un futuro sostenibile. Perché, come si dice, non è vero che abbiamo ricevuto questo mondo in eredità dai nostri genitori ma l’abbiamo ricevuto in prestito dai nostri figli. Quanto al nostro ecosistema industriale, questa grande crisi ha avuto un effetto coagulante che non è solo l’esito di una pulsione emotiva. Non sono io a dirlo, ma sono io ad avere raccolto tra i colleghi un senso vivace di appartenenza a una visione comune, una visione nella quale gli obiettivi di sempre sono oggi ancora più pressanti. Per dire: prima ancora che un piano di investimenti coerente con una strategia di sviluppo sostenibile del sistema Paese, una riforma della giustizia e della pubblica amministrazione. Poi, per carità, in questi mesi più che mai l’Associazione è stata anche un porto sicuro, dove trovare riparo quando il mare è in burrasca, oltre che un baluardo. “L’industria argina il crollo economico”: se oggi i titoli dei quotidiani sono questi, è perché si è andati nella giusta direzione. Ora, io credo che questa vicenda debba aiutarci a serrare le fila anche al di fuori dell’Associazione: con le parti sociali, la maggioranza, le minoranze, per decidere insieme cosa vogliamo per il nostro futuro e per un Trentino sempre migliore. Rimanere coesi è il solo modo per riuscire ad ottenerlo. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento

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il punto

09

Innovazione sostenibile, per la salute e il benessere A fine gennaio abbiamo ospitato l’ultimo talk del primo ciclo (è già in cantiere il secondo) di appuntamenti con le idee, promosso in collaborazione con Università di Trento per riflettere su questa fase storica straordinaria. Il pretesto del dibattito – la Next Generation Mobility – è divenuto l’occasione per una riflessione di più ampio respiro sugli scenari che ci attendono nel cosiddetto post Covid, pur nella ferma consapevolezza che oggi è già domani, e che fin da ieri avremmo dovuto fare i conti con quei vincoli di conservazione ambientale e di salute comune che ci sono ora talmente ben presenti. L’intervento di Emilio Rossi sulla mobilità di nuova generazione ha chiarito che per prepararci al futuro dobbiamo saper guardare avanti, a nuove tecnologie sostenibili che siano in grado di migliorare la nostra vita. La pandemia ci ha messo di fronte al fatto che non ci può essere un progresso che non guardi al benessere delle persone, della società. E che l’innovazione – quella “concreta” di cui parla Maglione più avanti – deve essere al servizio dei valori autentici, a partire dalla salute. In un tempo nel quale tutto appare precario, l’innovazione è un faro nella nebbia, come è il caso del vaccino anti Covid-19 protagonista della copertina di questo giornale. È garante della coesione sociale, in un quotidiano di relazioni “a distanza”. Ancora, è scudo e fendente. Lo studio che abbiamo commissionato a due ricercatrici del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, di cui pure parliamo nelle pagine che seguono, evidenzia tra le altre cose un aspetto cruciale: le imprese che fanno ricorso alle tecnologie 4.0 e in generale alla digitalizzazione sono più solide e più resilienti. Nelle scorse settimane, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere più da vicino i due grandi progetti promossi dalla Provincia autonoma di Trento nell’ambito del piano pluriennale della ricerca. Si tratta di attività di profilo altissimo, orientate all’indagine sulle tecnologie quantistiche e sull’intelligenza artificiale. Progetti che proiettano il Trentino in avanti e aprono a nuove frontiere sul campo dell’innovazione. Per questo motivo, se vogliamo far crescere le imprese, è importante che subito si ragioni sul potenziale applicativo del lavoro dei centri di ricerca del territorio, perché queste tematiche possano avere ricadute sulle aziende e sulla loro competitività. Dal canto nostro dunque, inizieremo subito ad avvicinare le imprese che possono essere più preparate e ricettive. Dall’altra ci attiveremo per sensibilizzare e formare tutti gli attori del nostro sistema ai nuovi trend. Non dimentichiamo però quanto fatto fino ad oggi sul fronte del trasferimento tecnologico. Meccatronica e greentech restano un fronte cruciale. E allora proseguiamo anche sulla strada battuta fin’ora, potenziando la governance del Polo Meccatronica e implementando il percorso sull’economia sostenibile di Progetto Manifattura. Per una competitività e una crescita “concrete” e sostenibili. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

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10

copertina

copertina

Il vaccino nel dibattito giuslavoristico Le posizioni dei massimi esperti di diritto del lavoro sul tema della gestione dei lavoratori che ne rifiutino la somministrazione e delle eventuali conseguenze. di ANDREA MARSONET, Area Lavoro di Confindustria Trento

UNO

dei temi di maggiore rilevanza, in questo momento, è quello della vaccinazione anti Covid-19: argomento di grande attualità prima per la loro conquista, poi per la distribuzione e infine per la somministrazione. È proprio quest’ultimo aspetto a sollevare svariate questioni di diversa natura: sociale, morale, economica e giuridica. Questioni che pongono la tematica all’ordine del giorno, con i contributi e le opinioni di svariati esperti, su tutti i canali di informazione. In particolare, l’aspetto principale che sta prendendo piede in seguito all’avvio della campagna vaccinale, e al rifiuto di una parte di destinatari a ricevere il vaccino, è quello della possibilità di rendere obbligatorio il vaccino. Va anzitutto precisato che ad oggi non esiste alcuna disposizione che sancisca l’obbligatorietà della vaccinazione per i lavoratori, nemmeno per quelli appartenenti a determinate categorie classificate come “a rischio”. L’assenza di una norma istitutiva dell’obbligo di vaccinazione anti Covid è fondamentale, in quanto la stessa Costituzione, all’articolo 32, prevede che nessuno possa essere obbligato ad un trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

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Alcuni sostengono che tale obbligo si possa desumere indirettamente dall’articolo 2087 del Codice civile sulla tutela delle condizioni di lavoro, che prevede che il datore di lavoro sia tenuto a garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti. Ma un filone più rigoroso sostiene che tale dovere non si possa estendere fino a comprendere l’imposizione di un vaccino pur non escludendo che – come sostiene Attilio Pavone, noto giuslavorista - un rifiuto immotivato da parte del dipendente possa essere valutato dal punto di vista disciplinare, stante la severità che da sempre ca-


11 copertina

ratterizza la giurisprudenza del lavoro in tema di giuslavorista, sostiene che il datore di lavoro che apprenda che un dipendente, pur avendone avuta salute e sicurezza. Ancora poi, c’è chi sostiene - come l’autorevole la concreta possibilità, non ha accettato di vacciPietro Ichino - che il suddetto obbligo possa ave- narsi, debba valutare l’idoneità dello stesso allo re fonte contrattuale. Il professore sostiene infatti svolgimento della mansione in relazione all’attiviche anche senza che venga emanata una legge ad tà concretamente svolta dal dipendente. hoc, opportuna ma non indispensabile, i rapporti Qualora tale idoneità fosse compromessa dalla contrattuali privatistici siano idonei a sostenere mancata vaccinazione, il datore dovrebbe – ove la diffusione della copertura vaccinale – laddove possibile – collocare in smart working il dipenquesta sia concretamente praticabile - in quanto dente oppure cambiargli le mansioni. misura di protezione, sulla base del rischio sussi- Se nessuna di queste opzioni fosse praticabile, il datore – stante la temporanea inidoneità al lavoro stente per la salute delle persone. A coloro che rifiutino di sottoporsi alla vaccina- del dipendente – potrebbe collocare il lavoratore zione, secondo Ichino, potrà essere inibito di ac- in aspettativa non retribuita. cedere a un ambiente di lavoro nel quale la loro È indubbio che in questo momento le posizioni presenza sia considerata fonte di un maggior ri- sul tema siano diverse e che la questione dei vacschio per la salute altrui, parallelamente a quanto cini ai lavoratori, e le conseguenze di un eventuale potrebbero prevedere altri rapporti contrattuali, diniego, seppur di grande attualità siano – purquali quello di trasporto, di albergo, o di ristora- troppo – non di immediata applicazione. zione…dove la riserva di legge di cui all’articolo Le dosi disponibili sono ancora poche e prima 32 della Costituzione non vieta affatto che venga della popolazione attiva verranno, giustamente, richiesto un certificato di vaccinazione. Nel sud- vaccinate le categorie a rischio e quelle deboli. detto caso quindi il professore ritiene sconsiglia- Quel che è certo è che il tempo che ci separa dalla bile sia il licenziamento disciplinare che quello fase di somministrazione di massa può giocare un per giustificato motivo oggettivo, caldeggiando ruolo fondamentale nell’efficacia della campagna la sospensione della prestazione ove non siano vaccinale e nella responsabilizzazione – basata anpossibili misure alternative, quali ad esempio lo che su una corretta e approfondita informazione – dei lavoratori. smart working esclusivo. A tal proposito, essendo diverse, recenti e in con- Questa è una delle grandi sfide che le aziende si tinua evoluzione le correnti di pensiero in merito trovano ad affrontare per uscire dalla pandemia al tema dell’obbligatorietà dei vaccini, altrettanto ma c’è la grande consapevolezza da parte delle controversa e dibattuta è la tematica della pos- stesse - come affermato anche in una recente insibilità di licenziare il dipendente che rifiuta di tervista dal presidente Fausto Manzana - del loro ruolo fondamentale in termini di responsabilità sottoporsi al vaccino. Tale opzione viene spesso trattata in temi sem- sociale; ruolo fortemente condiviso e percepito plicistici spostando pericolosamente sul datore di dai collaboratori. lavoro l’onere di imporre una vaccinazione la cui – eventuale – imposizione spetta solo al legislatore per espressa previsione contenuta nella citata norma costituzionale. In capo al datore di lavoro restano invece altre possibilità fondate su valutazioni legate alla tutela della salute e sicurezza della popolazione aziendale. In particolare, Giampiero Falasca, anch’egli noto

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Al via la campagna di vaccinazione I vaccini saranno offerti gratuitamente a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità che terrà conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità. a cura dell’ufficio stampa dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari

È PARTITA

in Trentino, tra le prime regioni italiane, la campagna di vaccinazione anti Covid della cittadinanza. Come previsto dalle linee guida del ministero della Salute, dopo gli operatori sanitari e gli ospiti delle residenze per anziani, vaccinati dal 27 dicembre a inizio febbraio, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari ha iniziato il coinvolgimento della popolazione che sarà vaccinata secondo un ordine di priorità che terrà conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità. Il 1° febbraio scorso è iniziata la vaccinazione della popolazione

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anziana, quella più duramente colpita dal Covid sia nella prima sia nella seconda ondata della pandemia. Una partenza che, nonostante alcuni rallentamenti a causa dell’alto numero di accessi al sistema, ha permesso di prenotare e vaccinare in una settimana ben 1.574 persone over 80, mentre nel resto d’Italia ne sono state vaccinate 18.200. La campagna vaccinale è partita in Italia ed Europa il 27 dicembre scorso con il Vaccine day, un appuntamento simbolico ma con un significato importante: prevenire l’infezione da Covid19 con il vaccino sarà decisivo nel risparmiare sofferenza e diminuire la pressione sui servizi sanitari e sugli operatori e al contempo permetterà di liberare capacità assistenziale verso le altre patologie. La vaccinazione permetterà di ritornare ad una quasi normalità nella vita sociale in cui sarà comunque necessario e importante non allentare le misure di prevenzione continuando a mantenere le misure di protezione individuali quali indossare la mascherina, mantenere il distanziamento interpersonale e lavarsi spesso le mani.


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Cosa prevede il piano vaccinale Trentino Dopo una fase iniziale, che dovrà essere limitata, per il numero di dosi consegnate, essa si svilupperà in continuo crescendo secondo il Piano strategico approvato dal Parlamento il 2 dicembre scorso. I vaccini saranno offerti gratuitamente a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità, che terrà conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità. Per la prima fase la vaccinazione è destinata ai circa 35mila trentini con più di 80 anni per i quali sono disponibili 22.500 primi appuntamenti. Le vaccinazioni sono iniziate ai primi di febbraio e si prevede di completare la copertura di tutti gli anziani over 80, entro metà aprile. Successivamente, sulla base delle tempistiche di consegna e tipologia dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche, saranno gradualmente coinvolte le altre categorie secondo una programmazione che verrà diffusa a livello nazionale. La priorità verrà data a chi non ha contratto la malattia nei tre mesi precedenti alla vaccinazione. La vaccinazione può essere prenotata al Cuponline (https://cup.apss.tn.it); per fornire informazioni e aiutare nella prenotazione è disponi-

bile il numero verde 800 867 388 (operativo dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 14 il sabato). Prenotando la prima dose verrà automaticamente fissato anche l’appuntamento per effettuare la seconda dose. Le somministrazioni vengono programmate tenendo presente che per l’efficacia del vaccino è importante rispettare le tempistiche: due dosi a distanza di almeno 21 giorni per il vaccino Pfizer-BioNTech e di 28 per il vaccino Moderna. La vaccinazione sarà effettuata nella sede scelta al momento della prenotazione (centri vaccinali di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cembra, Cles, Malè, Mezzolombardo, Pergine, Primiero San Martino di Castrozza, Rovereto, Sén Jan di Fassa, Tione, Trento). Chi non sarà in grado di spostarsi per raggiungere il centro vaccinale perché allettato potrà fare riferimento al proprio medico di medicina generale che lo segnalerà ad Apss per essere vaccinato in un momento successivo a domicilio.

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Il mercato del lavoro in una condizione di incertezza Mentre rallenta la creazione di nuovi impieghi e l’occupazione è sostenuta dal blocco dei licenziamenti, è in atto una rivoluzione che cambierà il nostro modo di intendere il lavoro. di DANIELE BERTI, Centro studi di Confindustria Trento

CON LO SCOPPIO

della pandemia il nostro tessuto economico e sociale sta subendo degli scossoni non indifferenti. Il blocco dei licenziamenti e il prorogarsi della possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali stanno prolungando il momento di staticità del mercato del lavoro, ma la sensazione comune è quella di una rivoluzione in atto. Si parla di rivoluzione, che può essere interpretata non solo con un’eccezione negativa, ma anche come portatrice di cambiamento e innovazione. Ma partiamo con ordine: l’indagine annuale sul lavoro svolta dal Centro Studi Confindustria riferita ai primi mesi del 2020 fornisce una fotografia di un’industria che aderisce con il 68,5% dei lavoratori ad un contratto aziendale che prevede l’erogazione di premi variabili collettivi. Mentre scende al 63,7% nei servizi. Scorporando l’aggregazione dei dati, si

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può notare agilmente la netta differenza dell’implementazione dei premi da parte di grandi e piccole imprese. L’opzione è utilizzata in maniera crescente al crescere delle dimensioni aziendali. L’indagine monitora inoltre la diffusione del welfare a livello aziendale. I risultati anche in questo caso riferiti a inizio 2020, restituiscono una chiara configurazione: il 71,5% delle aziende associate a Confindustria mette a disposizione dei propri dipendenti non dirigenti uno o più servizi di welfare. La diffusione del welfare è più elevata nell’industria e nelle grandi imprese, come nel caso dei premi collettivi, elevando la quota complessiva di lavoratori a cui tali servizi sono messi a disposizione. Nel welfare aziendale l’offerta di sanità integrativa e previdenza complementare va per la maggiore. Nello specifico, quasi metà delle imprese associate versa contributi


15 copertina

in fondi di assistenza sanitaria integrativa a favore dei propri dipendenti, principalmente in applicazione di quanto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro. Infine, per il terzo anno consecutivo, l’indagine di Confindustria approfondisce il tema dell’organizzazione del lavoro, monitorando la diffusione di forme di lavoro agile, intendendo una modalità di rapporto di lavoro subordinato senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Sulla base della rilevazione effettuata nei primi mesi del 2020, quindi presumibilmente rappresentativa della situazione pre-emergenza sanitaria, si stima che il 16,6% delle imprese associate a Confindustria avesse già introdotto forme di smart working. La diffusione era mediamente più ampia nei servizi che nell’industria (22,2% rispetto a 12,2%). Scorporando l’indagine e analizzando i dati del solo Trentino, si stima che la quota di imprese associate a Confindustria Trento che faceva uso di smart working salga al 21,6%. Ora tiriamo avanti le lancette dell’orologio e catapultiamoci a gennaio 2021. In un anno il mondo è cambiato radicalmente, compreso il nostro modo di lavorare e di intendere il lavoro. L’emergenza sanitaria ha minato le certezze degli italiani sul lavoro e oggi ben il 43% dei lavoratori teme di perdere il posto o non si sente sicuro del proprio impiego. Secondo i dati sul mercato del lavoro nazionale, da settembre sono emersi segnali di un rallentamento nella creazione di posti di lavoro, mentre l’occupazione a tempo indeterminato è sostenuta dal solo prolungamento del blocco dei licenziamenti. Il tasso di attività è tornato a contrarsi (64,2% in novembre), contribuendo così al calo del tasso di disoccupazione al 9,2%. In questo contesto di incertezza e attesa, il concetto di rivoluzione utilizzato nel primo paragrafo prende forma. Le imprese e i lavoratori hanno dovuto adeguarsi alla situazione contingente, accelerando un fenomeno che almeno in Italia stentava ad avviarsi. Oltre che una rivoluzione tecnologica con ingenti investimenti in infrastrutture digitali, è apparsa come una vera e propria rivoluzione culturale che ha modificato per sempre il nostro modo di inten-

dere il lavoro. Uno studio rivela che nel momento di massima asprezza della pandemia, le aziende private italiane che hanno ricorso alla smart working siano l’82,3%, mentre nella Pubblica Amministrazione i picchi di telelavoro sono stati registrati con quote fino al 95%. Le ripercussioni di questo trend, impensabile fino a qualche mese fa, sono evidenti. Rispetto a chi non ha lavorato in smart working, in media i dipendenti che hanno usufruito del lavoro agile hanno conseguito una retribuzione mensile più elevata, per effetto del maggior numero di ore lavorate, e hanno fatto meno ricorso alla cassa integrazione. Diversi studi della analisi qualitative e quantitative attestano i risultati positivi del lavoro agile, non solo dal punto di vista dei lavoratori ma anche per le aziende. Gli economisti della Banca d’Italia concordano sul fatto che lo smart working abbia contribuito a limitare le conseguenze negative dello shock connesso alla pandemia sulla domanda aggregata e sull’occupazione. Da ultimo ma non per questo meno importante, sia nel settore privato sia nel settore pubblico è emersa una forte domanda di smart working da parte delle donne, un aspetto considerato cruciale nelle analisi poiché evidenzia il potenziale di questo strumento come mezzo di conciliazione tra lavoro e cure famigliari e quindi di facilitazione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

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16 speciale

speciale

Tecnologie abilitanti per un’innovazione “concreta” Intervista ad ALFREDO MAGLIONE, presidente della Sezione Informatica e Tecnologie Digitali di Confindustria Trento

IL RICORSO

massivo alle risorse digitali, la prepotente virtualizzazione dei processi di lavoro, di condivisione, di comunicazione e di collaborazione innescati dalla pandemia, fanno pensare che il periodo che stiamo vivendo abbia inciso positivamente sui bilanci delle aziende della sezione che lei presiede e rappresenta. Lo scenario è eterogeneo. Alcuni player hanno mantenuto i fatturati ai livelli dell’anno precedente, quando addirittura non li hanno in-

Alfredo Maglione

crementati. Altri hanno subito un’importante battuta d’arresto: mi riferisco in particolare ai fornitori di software e piattaforme impiegate nel settore alberghiero, o della ristorazione, che sono stati e continuano ad essere pesantemente danneggiati dalle restrizioni introdotte per fare fronte alla pandemia. Quello che rappresento è però un settore per sua stessa natura talmente vocato alla creatività e all’innovazione, che ha i numeri e le risorse per rimettersi in piedi e rilanciarsi. La Sezione Informatica e Tecnologie Digitali è una novità nel panorama delle Sezioni merceologiche di Confindustria Trento. È una sezione che nasce lo scorso anno nell’ambito di una più ampia operazione di riorganizzazione. Quella che fino ad allora era stata la Sezione Servizi Innovativi e Tecnologici è stata suddivisa in due sezioni distinte con l’obiettivo di valorizzare gli interessi e gli aspetti peculiari delle due anime principali che la costituivano: la nostra, per l’appunto, e quell’altra, che porta ora il cappello dei Servizi alle imprese, Engineering e Finanza. All’interno di questo nostro “ramo” siedono oggi le aziende del settore informatico (dunque prevalentemente sviluppatori di software, piattaforme e applicativi), imprese degli impianti e dei servizi per le telecomunicazioni, operatori delle tecnologie digitali, come la sensoristica e l’elettronica. La nuova dimensione della Sezione favorisce una più puntuale gestione delle priorità dei settori interessati. Abbiamo mantenuto le dinamiche virtuose innescate negli anni scorsi in seno alla sezio-

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ne Sit. Abbiamo individuato alcuni progetti – epocale, gli attori della nostra sezione sono pochi, ma importanti, che significa capaci di protagonisti: perseguiamo quella che io chiaavere un impatto concreto sulle aziende – che mo l’innovazione “concreta”, con l’obiettivo di svilupperemo attraverso le attività condotte “scaricare a terra” soluzioni che abbiano ricanell’ambito di tre gruppi di lavoro ristretti, dute immediate e tangibili. Abbiamo un ruolo composti ciascuno da quattro, cinque impren- decisivo, per il rilancio dell’economia locale ed ditori e manager di altrettante aziende, che europea. E lo abbiamo in un momento che è possano concentrarsi su tematiche specifiche sì, delicatissimo, ma che è anche un’occasione ritenute cruciali. Il primo si sta occupando di per prendere decisioni cruciali, per definire le smartworking, il secondo dell’ecosistema della strategie future. Penso al Piano per la ripresa ricerca e di trasferimento tecnologico, il terzo dell’Europa, al Programma pluriennale della di formazione al digitale, alle discipline infor- ricerca trentino, all’impatto decisivo delle tecmatiche, con particolare riguardo alla contami- nologie e delle competenze abilitanti che sono il nostro core: siamo di fronte a una fase di nazione e alla collaborazione con l’ateneo. rilancio in cui dobbiamo e vogliamo parlare Con quali attività state supportando queste di vision, soprattutto se il contesto fa fatica ad averla. (db e sb) priorità e a che punto siamo… Dietro le quinte lavoriamo senza soluzione di continuità, promuovendo momenti di confronto finalizzati all’elaborazione di proposte, che proiettiamo sull’esterno intervenendo nel dibattito, anche attraverso l’organizzazione di eventi e momenti pubblici di riflessione e approfondimento. In questo cambiamento

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Crescita continua per Cloudfabric Dal 2014 Benassi è passata da una dimensione familiare a una industriale. Il segreto del successo? Dare fiducia al personale mediante un percorso verso un mondo del lavoro sempre più giusto e sostenibile. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

"CI CONTRADDISTINGUE

la crescita e un forte ottimismo. Dal 2014 registriamo ogni anno incrementi a doppia cifra, sempre superiori al 10%. Abbiamo assunto ogni anno nuove persone incrementando le risorse negli ultimi anni, con ripercussioni più che positive sul fatturato. Allo stesso tempo, abbiamo acquisito tre società diverse – la prima nel 2015, la seconda nel 2018 e la terza nel 2020 – che sono state tutte integrate nel nostro Gruppo, in modo da far crescere in senso globale l’intero sistema-azienda. Se c’è un’esperienza che vorremmo trasmettere, il messaggio è proprio questo: guardare avanti con ottimismo e far capire che, anche in un momento difficile, come quello che l’industria e l’economia stanno vivendo, è possibile

Roberto Benassi

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crescere, ed è possibile farlo anche mediante lo strumento delle fusioni aziendali, ragionando in una visione di gruppo”. Roberto Benassi è direttore e titolare, assieme al padre Giorgio (amministratore delegato) e alla sorella Monica (responsabile amministrativo), dell’omonima azienda di famiglia, operativa nel settore IT dal 1990, oggi divenuta il Gruppo Cloudfabric. “Questi numeri – sottolinea Monica – non sono solo matematica e non rappresentano soltanto il segno della crescita aziendale, ma sono anche e soprattutto un messaggio di speranza nella fase difficile che i mercati, la società e l’economia globale stanno attraversando. Abbiamo scelto un metodo di lavoro e un modo di ragionare che dà fiducia e sicurezza al nostro personale. Un modo di operare che vorremmo fosse percepito anche all’esterno. I nostri collaboratori, nonostante l’emergenza Covid-19, continuano a percepire premi di produzione, scelgono il proprio orario lavorativo e si impegnano con noi in termini di risultati. Assieme a tutti i nostri colleghi, puntiamo sia sui numeri che sulle idee. Da un lato, far crescere concretamente l’azienda. Dall’altro, maturare la consapevolezza che si può credere nel futuro e intraprendere il percorso verso un mondo del lavoro sempre più giusto e sostenibile”. Con sede principale a Trento, si definiscono “il partner IT per la trasformazione digitale”. Questa è la vision della famiglia Benassi. “Può sembrare scontato – prosegue Roberto – affermare oggi la necessità di promuovere la trasformazione digitale. Ma per chi lavora in questo ambito, come noi, non lo è affatto, perché siamo consapevoli di dover portare questa


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trasformazione a tutti i livelli. Lavoriamo per offrire soluzioni, tecnologie e visioni al 100% compatibili con questa sfida e con le esigenze del nostro cliente, che deve muoversi verso la trasformazione digitale all’interno della propria azienda. L’informatica, in questo senso, deve servire per un miglioramento complessivo delle esperienze di vita personali, lavorative e aziendali”. Il Gruppo Cloudfabric opera con 26 collaboratori. “Lavoriamo per costruire un ambiente di lavoro a misura di persona”, sottolinea anche il ceo dell’azienda. “Portiamo avanti un programma interno volto a garantire il maggior grado di soddisfazione dei nostri collaboratori sul posto di lavoro, per il cui sviluppo è impegnato un nostro quadro a tempo pieno, poiché crediamo che anche questa prerogativa faccia parte delle chiavi di successo di un’impresa”. Il personale è diviso su due sedi. Oltre agli uffici principali di Trento, in via del Commercio, una parte è collocata a Tione, la seconda sede dell’azienda. Il core-business è “garantire al cliente la disponibilità e la sicurezza delle infrastrutture IT: accompagniamo il nostro cliente sia nella gestione dei servizi informatici sia nell’offerta di una proposta completa e innovativa di servizi cloud”. Secondo Roberto Benassi, questa è la spiegazione del successo di Cloudfabric. “Sempre più imprenditori e sempre più aziende, di dimensioni piccole, medie e grandi preferiscono delegare a un partner di fiducia tutta la gestione del comparto informatico e la sicurezza dei dati.”. Grazie al percorso di crescita intrapreso, dal 2014 Benassi è passata da una dimensione famigliare a una industriale. “Fino al 2015 – racconta Roberto – seguivamo clienti di dimensioni ridotte, che contavano un massimo di 20 postazioni di lavoro nel loro organico. Ora lavoriamo con aziende e gruppi industriali che raggiungono fino a 500 collaboratori”. Di conseguenza, anche la geografia è cambiata. “Manteniamo grande interesse per il Trentino, ma

ora lavoriamo in tutta Italia e progettiamo di allargarci sui mercati esteri”. Tra i piani futuri di Benassi, infatti, ci sono l’internazionalizzazione e l’ambizione di diventare un’azienda produttore di software. “Vogliamo guardare all’estero e vogliamo farlo con la volontà di presentarci non solo come una normale azienda IT, ma anche come una società produttrice di soluzioni software innovative”. Si spiega così l’acquisizione di una quarta azienda – dopo le tre già acquisite fra il 2015 e il 2020 – tra le più importanti novità all’orizzonte. In casa Benassi c’è ancora riserbo sul nome dell’impresa in oggetto, ma i passi decisivi saranno compiuti a breve.

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Giorgio Benassi


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Quando le buone idee diventano soluzioni Dedagroup promuove un’innovazione aperta, diffusa e circolare. Il ruolo della capogruppo: creare un contesto fertile dentro al quale “coltivare” l’innovazione, per un ecosistema che si sviluppa e cresce collettivamente.

"NELLA

fase che stiamo attraversando, di grande difficoltà per l’economia globale, Dedagroup ha la consapevolezza di dover fare il massimo per dare un segnale forte a tutto il comparto ICT: un settore che è tra i motori principali dell’economia del Paese, che sta crescendo a ritmi importanti, che non può fermarsi e che, proprio in un momento come questo, deve dare un contributo esemplare e decisivo per tutto il sistema”. Marco Podini, presidente esecutivo di Dedagroup e ceo di Lillo, la holding che vale 3 miliardi di ricavi annui (2019) all’interno della quale si colloca Dedagroup, riassume così la visione di impresa, quella della famiglia Podini, che guida una multinazionale da 8.900 dipendenti.

Loro e, a destra, Podini

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Marco Podini è la terza generazione di una famiglia di imprenditori che ha sempre saputo tradurre i momenti di crisi in opportunità. Al comando del marchio MD, la catena di supermercati Discount, in vetta alla classifica di Mediobanca con il maggior tasso di crescita annuo (pari al 15%, contro una media di settore, il discount, che aumenta tra il 4 e il 5%), i Podini decisero di investire alla fine degli anni ’90 sull’IT, con l’acquisizione delle prime due aziende nel settore e la successiva creazione del brand Dedagroup nel 2008. Un polo di aggregazione in costante crescita – ventuno aziende, 253 milioni di fatturato (2019) e 1.900 dipendenti – che lavora oggi con oltre 3.600 clienti di tutto il mondo, registrando trend di crescita costanti. “Nonostante le difficoltà legate alla pandemia – continua il presidente – abbiamo continuato a crescere anche nel 2020, portando a termine tre nuove acquisizioni, conquistando nuove fette di mercato e rafforzando i nostri investimenti”. Al centro del business di Dedagroup l’innovazione. Un’innovazione efficace, concreta e reale, che traduce le buone idee in buone pratiche e in nuove soluzioni per le aziende del Gruppo, per i clienti e per i soggetti partner. Un’innovazione che non si ferma tra le mura aziendali: “In linea con i trend più innovativi – prosegue Podini – abbiamo sposato il concetto dell’open innovation.


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Non ci limitiamo a far crescere l’innovazione nella nostra impresa, ma restiamo sempre connessi con l’esterno. Anche in questo caso, siamo consapevoli che il nostro contributo non si esaurisce con i nostri interessi, ma vuole essere determinante nella società e per tutto il sistema”. Le aree di business di Dedagroup sono sei: Cloud, Digital Business, Fashion, Public Services, e i due comparti legati alle banche e alla finanza, Banking & Finance e Treasury & Financial Software. In molti di questi, Dedagroup è tra i principali player sui mercati internazionali. L’innovazione fa da comune denominatore, una leva che caratterizza ogni strategia aziendale e che distingue il Gruppo nel panorama nazionale, come testimonia anche l’assegnazione a fine 2020 – per la seconda volta – del premio Imprese per l’Innovazione di Confindustria. “È un’innovazione aperta, diffusa e circolare”, spiega Roberto Loro, director technology & innovation di Dedagroup. “Il nostro ruolo, quello della capogruppo, è proprio questo: creare un contesto fertile, uno spazio comune a tutte le nostre aziende, dentro al quale si possa “coltivare” l’innovazione. L’innovazione coinvolge l’ecosistema (Ricerca, Istituzioni, Startup) e le nostre controllate, viene messa in fattor comune e quindi è trasferita ai nostri clienti. In altre parole, è un ecosistema che si sviluppa e cresce collettivamente”. Al cuore di questo sistema c’è Co-Innovation Lab, il progetto nato nel 2017 dalla collaborazione tra Dedagroup e FBK, la Fondazione Bruno Kessler, che ha come obiettivo la definizione di standard e buone pratiche per portare innovazione concreta all’interno di aziende e istituzioni. “Abbiamo deciso di lavorare con FBK – spiega Roberto Loro – mettendo a disposizione le competenze reciproche. I nostri collaboratori lavorano a stretto contatto con i loro ricercatori per sviluppare software e tecnologie innovative, che Dedagroup fornisce alle sue aziende e le aziende mettono a diposizione dei loro clienti. Ecco, innovare con queste modalità significa procedere in modo circolare, non lineare. È la circolarità della conoscenza. Noi, la capogruppo, facciamo da hub per mettere a fattor

comune il mondo della ricerca e il contesto dell’innovazione con le aziende e con i clienti. Questo ci consente di portare innovazione metodologica e innovazione tecnologica direttamente nel nostro business. Un metodo di lavoro che è stato definito di “open-integration”. Qualcosa di più, cioè, della semplice collaborazione. Riusciamo a coinvolgere anche soggetti terzi, a dimostrazione della nostra capacità di fare ‘innovazione aperta e inclusiva’. Siamo stati pionieri nell’open-innovation. Abbiamo cominciato molto tempo fa, quando ancora non se ne parlava. E vogliamo rimanere una best practice nel nostro settore.” (adb)

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L’Ict al servizio del settore socio-sanitario Dal 2011 Social IT offre soluzioni informatiche integrate e all’avanguardia a realtà del settore sociosanitario, affiancando gli enti erogatori di servizi con veri e propri percorsi di affiancamento.

A TRENTO,

in via Kufstein, località Spini di Gardolo, dove ha sede Social IT, la ricerca e lo sviluppo sono diventati uno degli asset aziendali più importanti e strategici. Maurizio Gianordoli, ceo dell’impresa di ICT, ha puntato sull’innovazione e implementazione di nuove soluzioni ICT attraverso lo strumento della progettazione europea. “Abbiamo messo a valore il know-how maturato in questo campo – spiega l’amministratore delegato – anche per allargare i nostri confini verso l’Europa. Voglio dire che le nostre competenze ci permettono non soltanto di promuovere progetti di respiro europeo al nostro interno, ma anche di fornire consulenza in questo settore a tutta una serie di soggetti che si rivolgono a noi per accedere a contributi europei per progetti finalizzati

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allo sviluppo di prodotti ICT. Questa attività di euro-progettazione costituisce a oggi uno dei canali più importanti, che ha inoltre permesso una forte crescita del nostro network d’Oltralpe”. Social IT, azienda giovanissima che investe buona parte dei propri ricavi in ricerca e innovazione, è nata nel 2011 per offrire soluzioni informatiche integrate e all’avanguardia a soggetti che operano, prevalentemente privati, nel settore socio-sanitario, in particolare dei servizi alla persona. “Riconosciamo l’unicità della sfida che i manager dei servizi alla persona si trovano oggi ad affrontare – spiegano dall’azienda – e lavoriamo in partnership con loro, aiutandoli nei fondamentali cambiamenti concernenti tutta l’organizzazione per gestire al meglio i percorsi assistenziali, coinvolgendo tutti gli attori che erogano servizi alla persona”. Dallo sviluppo software ai servizi di consulenza e formazione, Social IT si pone come interlocutore per fornire strumenti informatici, gestionali e manageriali: “Siamo convinti – prosegue Gianordoli – che occorra mettere a disposizione dei nostri committenti, aziende e professionisti dell’ambito medico e sanitario, fino agli operatori del sociale, nuove soluzioni di governance tecnologicamente avanzate e modelli organizzativi informatizzati. Non offriamo, quindi, soltanto piattaforme informatiche innovative. Ma siamo presenti con veri e propri percorsi di affiancamento agli enti erogatori dei servizi”. Nella sede di via Kufstein lavorano dieci persone. Sono ingegneri informatici e progettisti. “I passaggi fondamentali della nostra metodologia di lavoro – precisa l’amministratore dele-


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gato – sono cinque: analisi dei bisogni, definizione della soluzione, progettazione e sviluppo, sperimentazione, produzione e valutazione di impatto. Questo loop è il modo in cui progettiamo l’evoluzione dei nostri software e le nostre piattaforme”. Dal 2011, quando l’azienda è nata, Social IT ha conosciuto una crescita continua aumentando ogni anno fatturato e giro d’affari, con un incremento costante anche nel numero di collaboratori. Il mercato di riferimento principale è quello italiano, con un’attenzione particolare al Trentino. La pandemia da Covid-19 non ha rallentato Social IT. “Essendo una società di ICT – continua Gianordoli – non abbiamo avuto rallentamenti o interruzioni. Nei periodi di lockdown, dove necessario, abbiamo lavorato in smart-working. Ma non solo. Nei rapporti con molti dei nostri clienti-partner, abbiamo registrato un incremento di attività, per la richiesta e l’inserimento di nuove tecnologie nelle loro strutture: nuovi strumenti finalizzati soprattutto a favorire il contatto fra l’ospite (il paziente) e i suoi familiari”. Fortemente legata al territorio, Social IT è infine presente con grande determinazione nel campo della solidarietà e del volontariato. “Supportiamo la Fondazione Trentina per l’Autismo – conclude Maurizio Gianordoli, che è anche consigliere e socio fondatore della Co-

operativa sociale Autismo Trentino – partecipando con una parte delle nostre risorse e con la volontà di essere advisor tecnologico per la Fondazione”. (adb)

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Intelligenza artificiale… al naturale Storia di una startup che in pochi anni è stata capace di spingersi in territori inesplorati, diventando un’impresa con due brand distinti - Nevicam e Niris – a supporto dell’industria e dell’agricoltura, fino alla nutraceutica.

NIRIS

elabora software per la supervisione e il controllo di impianti tecnologicamente avanzati. Questo è il core business principale, che chiede competenze molto specialistiche, grandi capacità innovative e valore aggiunto. Ma non è tutto qui. Niris è molto di più: in acronimo significa “Natura, Infrastrutture, Ricerca, Informazione e Sostenibilità”. I rami d’azienda sono infatti due, autonomi e indipendenti, con due brand distinti e destinati a rimanere tali, ma con una comune visione aziendale, una comune capacità di innovare e una comune intelligenza artificiale, motore dello sviluppo. Da un lato – il primo ramo d’azienda – c’è lo sviluppo e la produzione di software per la gestione di eventi e allarmi in impianti di automazione industriale. Dall’altro –

il secondo ramo – lo sviluppo e la produzione di software per il monitoraggio avanzato in agricoltura (per garantire la massima qualità dei prodotti, la salvaguardia del fitocomplesso, l’uso oculato della chimica sulle coltivazioni e il risparmio di risorse). Nell’ambito di questo secondo business, Niris sarà inoltre presente sul mercato con integratori alimentari nel campo della nutraceutica (prodotti a base di materie prime di estrazione naturale) ottenuti da erbe officinali. Dietro a tutto questo c’è Andrea Turso, 37 anni, trentino. Alle spalle una lunga esperienza nel settore dell’informatica, con diversi incarichi in differenti aziende. Andrea si licenzia nel 2013 per avviare la start up Nevicam presso il polo di Rovereto. Nei primi anni, molta ricerca e sviluppo

Spin Accelerator Italy: nuova call per sturtup e piccole imprese L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, è promossa da Trentino Sviluppo e Provincia autonoma di Trento con Università di Trento e il network internazionale Hype Sports Innovation. La nuova edizione si è aperta ufficialmente il 14 dicembre. Si rivolge a startup e piccole imprese (con fatturato fino a massimo 10 milioni di euro) e chiede di rispondere con soluzioni tecnologiche alle necessità espresse da brand nazionali e internazionali dello sport: Diadora, Karpos, Energia Pura, Kreuzspitze, Aquila Basket, Energica, Endu e The Sneakers Box. Cinque i principali ambiti: sicurezza, marketing e soluzioni per la vendita, abbigliamento e calzature per lo sport, nuovi materiali e sostenibilità, soluzioni per il settore motori. I partecipanti selezionati saranno inseriti in un intenso programma di preparazione con docenti di calibro internazionale che culminerà a giugno nel Demo Day, l’evento finale di presentazione delle idee alle imprese, durante il quale sarà assegnato un premio di 10mila euro. La scadenza per candidarsi è il 21 febbraio 2021.

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Se un’assunzione vale un anno di scuola Le difficoltà del 2020 non hanno impedito a Acs e Infominds di e tanta fatica per trovare uno spazio sul mercato. mantenere una visione positiva del futuro e perseguire la crescita Il primo progetto riguardava l’elaborazione di un software per il monitoraggio della neve sul mane la responsabilità sociale. “Così – sottolinea il presidente Luis to stradale, con telecamere e computer vision. Di Plunger – seguendo il trend degli anni precedenti, sono stati qui il nome Nevicam. Poi, lo strada verso soluzioassunti complessivamente 30 nuovi collaboratori presso le sedi ni innovative in nuovi ambiti di ricerca, le prime di Bolzano, Bressanone, Trento, Verona, Venezia e Munster”. commesse e quindi il consolidamento. Tra il 2018 Per ogni dipendente, la società finanzia un intero anno e il 2020, infine, la svolta. Niris assume collaboscolastico per i bambini in Birmania. Nel 2020 i dipendenti ratori, chiude il 2020 con un fatturato attorno erano 321: 321 dunque i bambini che avranno la possibilità di ai 250 mila euro e commesse già acquisite per il frequentare la scuola. “Essendo un’azienda solida che guarda 2021 per 500 mila euro. Ma, soprattutto, diventa il al futuro – spiega Peter Nestl, amministratore delegato di punto di riferimento nella produzione di software per la gestione degli allarmi per gli impianti Infominds – è parte della nostra responsabilità e coscienza di telecontrollo nel settore idrico (acquedotti, desociale restituire qualcosa alla società”. puratori, sollevamenti, punti di misura e altro) Il gruppo sostiene inoltre progetti di aiuto organizzati da ed elettrico (idroelettrico, fotovoltaico, colonnine enti locali: insieme ai Medici Altoatesini per il Mondo, Acs di ricarica per veicoli elettrici). I committenti e Infominds finanziano la costruzione di sale informatiche e sono tipicamente le multiutility del nord, in predonano le attrezzature necessarie per la formazione in una valenza Trentino, Veneto e Lombardia. “Nel settoscuola professionale etiope. re idrico – spiega Turso – abbiamo attualmente il “Anche nel 2021 vogliamo continuare a creare nuovi posti di controllo di tutta la zona del Garda trentino, brelavoro qualificati per affiancare i nostri clienti con soluzioni IT sciano e veronese. In particolare per la provincia di Trento, gestiamo il monitoraggio di tutti i deintelligenti e contribuire così al loro successo aziendale” ha puratori del territorio”. Complessivamente, stiaaffermato Martin Plunger fondatore e ceo di Acs Data Systems. mo parlando di quasi 1.000 impianti. “Nel settore dell’energia, invece, lavoriamo con AGSM, la municipalizzata di Verona, per la gestione delle qualità dell’aria, dell’uso di fitofarmaci e di altri colonnine di ricarica delle auto elettriche e con parametri ambientali che possono essere usati in altri partner. Nella nostra piattaforma sono attivi diversi tipi di coltivazioni (un tipo di specializzacirca 400 impianti di produzione e distribuzione zione sulla quale Turso aveva già maturato espedell’energia”. Tra comparto idrico ed energetico, rienze significative nei suoi anni di lavoro da diNiris gestisce ogni anno centinaia di migliaia di pendente). In secondo luogo, Niris sta lavorando per l’apertura, a Rovereto, di un laboratorio per allarmi e controlla oltre 1.400 impianti. Accanto a questo, Andrea Turso porta avanti con la produzione di integratori alimentari a base la stessa determinazione la scommessa nel mon- di erbe officinali. “Siamo impegnati – sottolinea do della nutraceutica. Qui, il suo personale per- Andrea – con un grosso investimento. Stiamo vacorso di formazione incontra quello di famiglia. lidando un processo produttivo innovativo. La Quello di una zia, Wally Cecchin, che, per oltre nostra struttura diventerà l’unico laboratorio di sessant’anni, con la preziosa collaborazione del questo tipo presente in Trentino, con le autorizfratello Oscar Cecchin, ha realizzato e commer- zazioni ministeriali necessarie. L’obbiettivo è procializzato nella città di Trento prodotti a base di durre integratori alimentari con marchio nostro erbe officinali. Su questa strada, l’impegno di Ni- e per conto terzi, commercializzando i prodotti ris va in due direzioni. In primo luogo, la realiz- esclusivamente con le farmacie, che, peraltro, dezazione di software per il monitoraggio delle at- tengono in questo campo il 90% del mercato”. tività in agricoltura: sistemi per il controllo della (adb)

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innovazione

innovazione

Uno strumento per la crescita della competitività Il DIH analizza il grado di maturità digitale delle aziende restituendo un assessment sviluppato dal Politecnico di Milano.

L'ENCICLOPEDIA

Treccani cita: “Industria 4.0 indica una tendenza dell’automazione industriale che integra nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti”. Concretamente in Italia questo temine è entrato nel vocabolario industriale nel 2016, grazie all’allora ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda con la costituzione del Piano Industria 4.0. Il governo aveva fiutato la strada da percorrere, gettando sicuramente l’occhio ai nostri vicini tedeschi che come spesso accade avevano anticipato il trend investendo in Industrie 4.0 già a partire dal 2011. Confrontando la nostra industria con quella tedesca, l’Italia si è riscoperta ancorata a paradigmi di produzione superati. La creatività e il genio dell’imprenditoria italiana, che hanno elevato il nostro Paese tra i più importanti al mondo, rischiano di essere spazzati via per mancanza di efficienza e innovazione delle nostre fabbriche. Il Piano Industria 4.0 prevedeva lo stanziamento di 13 miliardi di euro al fine di incentivare la trasformazione digitale dell’industria e ridurre il divario con i Paesi ai primi posti per industrializzazione. Dopo quattro anni, siamo a tirare le somme, per capire cosa ha funzionato e cosa no: gli imprenditori hanno colto il messaggio mandato dal mercato, comprendendo la necessità di rendere efficienti i processi produttivi tramite il digitale al fine di rimanere competitivi in contesti sempre più globalizzati. Approfittando delle agevolazioni messe a disposizione dal Governo, sono stati ammodernati i macchinari che risultavano antiquati e non connettibili. Purtroppo, però tutto questo

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non è bastato per sprigionare in toto la potenzialità che la nuova rivoluzione digitale può garantire. Il paradigma di Industria 4.0 richiede un cambio di mentalità e di approccio al business. Prevedendo questa difficoltà il Governo ha deciso di istituire degli enti che potessero supportare le imprese nella trasformazione 4.0, chiamandoli suggestivamente Digital Innovation Hub (DIH) e affidando la loro gestione alle associazioni di categoria. In Trentino, Confindustria Trento in collaborazione con la Fondazione Hub Innovazione Trentino ha costituito il Digital Innovation Hub del Trentino per svolgere azioni di sensibilizzazione, consulenza e networking. Il DIH vuole favorire la diffusione della cultura di Industria 4.0 sul territorio provinciale, entrando nelle aziende e svolgendo un’azione di stimolo positiva. Da un anno circa è stato avviato un servizio di consulenza, un assessment, volto ad analizzare il grado di maturità digitale delle aziende. Concretamente un team costituito da diverse competenze nel digitale e in innovazione tecnologia, tra cui un Innovation manager con diversi anni di esperienza industriale, nel corso di una mezza giornata supporta l’imprenditore e il middle management alla compilazione di un questionario, sviluppato dal Politecnico di Milano. L’obiettivo è quello di analizzare tutti i macro-processi aziendali come, per esempio, il design&engineering, la produzione, la logistica, le risorse umane ecc. Dopo aver raccolto i dati ed effettuato una breve intervista sarà compito del team rielaborare il tutto e restituire all’azienda un corposo report con i risultati. Il documento che viene consegnato non vuole


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essere un mero esercizio accademico, ma vuole restituire una fotografia dell’azienda il più precisa possibile, che analizzi il grado di digitalizzazione dei processi interni ed esterni. La seconda parte del report conterrà azioni concrete ready to use, che l’azienda può decidere di intraprendere per efficientare i propri processi. In termini più concreti, questo vuol dire limare i costi e aumentare il proprio fatturato, senza modificare quello che è il core business aziendale. Grazie alla collaborazione con Fondazione Hub Innovazione Trentino, il report presenterà inoltre una parte finale in cui vi saranno elencate alcune proposte di innovazione di prodotto e di processo, da sviluppare pescando dalle innumerevoli competenze presenti nei centri di ricerca trentini (Fbk, Unitn, Fem ecc.). Il servizio, offerto gratuitamente alle aziende associate, vuole essere un potente stimolo in grado di porre oggettivamente l’azienda davanti ai propri punti di forza e alle proprie debolezze,

in modo da poter accrescere le prime e ridurre le seconde. Ricordiamo che prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, l’economia nazionale mostrava un’assenza di crescita strutturale che ormai perdura dagli anni ’90. La stagnazione della produttività industriale è riconducibile ad una poca propensione alla digitalizzazione, intesa come salto culturale e ideologico. Come Associazione crediamo che l’unico strumento per uscire da questa situazione di decrescita, acuita ulteriormente dalla pandemia, sia una rivoluzione prima di tutto culturale che coinvolga il management aziendale. Diversi studi attestano che ottime pratiche manageriali, in termini di visione strategica, ottimizzano l’effetto della rivoluzione It. Si può affermare, in ultima analisi, che la diversa crescita tra nord e sud Europa è causata dalla mancanza di ottime skill manageriali e quindi scarsa efficienza nell’utilizzo del digitale da parte delle aziende del sud rispetto a quelle del nord, Italia fra tutte. (adb)

E dopo l’assessment? Una volta che l’assessment ha offerto un quadro del fabbisogno e delle opportunità di trasformazione digitale dell’azienda, Confindustria Trento è in grado di accompagnare le imprese nel processo di trasformazione digitale. Grazie alla collaborazione di consulenti esperti, la società di servizi Assoservizi propone un servizio di: • progettazione strategica e organizzativa di come le tecnologie abilitanti possano intervenire per migliorare la performance di modelli di business, organizzazione e processi • progettazione e gestione di progetti di ricerca e sviluppo basati su tecnologie digitali, abilitanti e di frontiera • sviluppo e riorganizzazione del ruolo delle competenze e delle capability digitali all’interno delle imprese • innovazione del business, in termini di processi industriali e organizzativi, prodotti/servizi e pensiero manageriale, stimolando la ricerca di soluzioni legate alla digital transformation; • implementazione di progetti Six Sigma per il miglioramento delle performance aziendali relative a prodotti/servizi.

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Imprese meccatroniche e 4.0 Una ricerca promossa da Confindustria Trento e realizzata dall’Università di Trento, con la collaborazione di ProM Facility, fotografa il quadro complessivo della quarta rivoluzione industriale in Trentino. di VALENTINA FORRER, ALESSANDRO ROSSI ed ERICA SANTINI, Università di Trento

IL PANORAMA

nel quale le imprese si trovano oggi a competere è caratterizzato da scenari di sviluppo e crescita incerti. Alla crescente turbolenza competitiva e instabilità dei mercati, si è aggiunto di recente il fenomeno della pandemia da Covid-19 che ha messo sotto scacco interi mercati, industrie e nazioni. Uno studio del World Economic Forum sottolinea tuttavia come le imprese che in maniera lungimirante hanno investito in tecnologie digitali mostrino una maggiore robustezza e resilienza nell’affrontare lo shock pandemico. Per capire quindi la capacità del sistema manifatturiero e industriale locale di affrontare la crisi, è quindi utile indagare anche quanto le imprese stiano investendo per la trasformazione digitale dei loro processi produttivi, organizzativi e di relazione con il mercato. Nel caso della filiera meccatronica trentina, grazie a una survey basata su un campione rappresentativo di imprese appartenenti alla filiera meccatronica trentina, promossa da Confindustria Trento e realizzata dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, con la collaborazione di ProM Facility di Polo Meccatronica, oggi è possibile comprendere meglio il quadro complessivo della diffusione delle tecnologie relative

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alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale (nel seguito Industria 4.0 o abbreviato in I4.0) sul territorio trentino. Un dato piuttosto confortante è quello relativo alla percentuale di imprese che adottano tecnologie I4.0, circa l’80%. Ad oggi le tecnologie I4.0 adottate maggiormente dalle imprese della filiera meccatronica trentina sono le tecnologie legate all’integrazione di componenti cosiddetti smart, i quali permettono lo scambio di informazioni in maniera automatizzata. Il 64% dei rispondenti afferma infatti di adottare tecnologie relative alla categoria Internet of Things e il 63% alla categoria cloud computing. Tra i rispondenti alla survey la categoria più diffusa è quella legata alle tecnologie dell’informazione, che mette assieme soluzioni per la raccolta, la memorizzazione e l’analisi dei dati in tempo reale. Naturalmente queste ultime (analisi), rispetto alle prime (raccolta), richiedono un certo grado di avanzamento tecnologico e competenze accumulate ed infatti presentano una percentuale di adozione inferiore (circa il 30% rispetto a oltre il 60% del campione). Ma cosa dire del prossimo futuro? In merito all’intenzione delle imprese ad investire nei prossimi 3 anni in tecnologie I4.0, esse esprimono nella survey la volontà di voler continuare a integrare nei loro processi produttivi tecnologie smart. In particolare, guardando nel dettaglio alle categorie di tecnologie che sembrano essere maggiormente di interesse per le imprese del campione, la direzione sembra essere quella di rafforzare lo scenario già presente. Infatti, come si evince dalla Figura 1, circa la metà delle imprese meccatroniche programma di continuare a investire in componenti e sensori con capacità di raccolta e scambio di informazioni automatizzata e ad elaborazione autonoma dei dati (il 52% e il 48%, rispettivamente), oltre che in servizi di cloud computing e analisi dati (circa il 48%). Nonostante alcune tecnologie, come per esempio i robot industriali, l’additive manufacturing, i materiali avanzati e la microelettronica, possano risultare significative per una meccatronica d’avanguardia, solo una contenuta porzione di imprese dichiara di avere in programma di investire in queste soluzioni nel prossimo futuro. Tecnologie chiave dell’ I4.0 dotate di grandi potenzialità, come ad esempio l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale o aumentata, sono anch’esse nella prospettiva di una ristret-


29 innovazione

No

Neurotecnologia

Biotecnologie

Nanotecnologie

Interfacce interattive basate su realtà virtuale o aumentata

Intelligenza artificiale

Robot cooperativi con interazione uomo-macchina

Microelettronica

di prototipazione e trasferimento tecnologico ProM Facility. Dall’analisi del DEM emerge che avere rapporti ed utilizzare laboratori di trasferimento tecnologico e sfruttare i servizi di prototipazione per lo sviluppo dei prodotti, ha un effetto positivo sull’utilizzo di tecnologie relative alla contemporanea trasformazione digitale da parte delle imprese. Un altro punto di rilievo che emerge dall’analisi si riferisce alla conoscenza di iniziative a base locale volte a sensibilizzare e favorire l’adozione di tali tecnologie. La maggior parte dei rispondenti (75%)

Materiali avanzati

Processi di additive manufacturing / 3D printing

Analisi dati in tempo reali ("digital twin")

Prodotti o servizidi analisi big data

Robot industriali per processi manifatturieri

Servizi di cloud, analisi di dati e data storage

Integrazione di sensori e analisi ed elaborazione autonoma dei dati

Componenti con capacità di raccolta/ scambio informazioni automatizzata

ta percentuale di imprese del macrosettore della meccatronica trentina (14% e 12%, rispettivamente). In generale, queste tecnologie rappresentano delle opportunità significative al fine di ridurre i costi di produzione e rendere i processi più automatizzati. A tal proposito, il territorio si caratterizza come un ottimo ecosistema di supporto e molti sono gli attori che favoriscono l’innovazione, il trasferimento di conoscenze e abilitano alla diffusione di tecnologie I4.0, quali l’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler, il Polo Meccatronica e il laboratorio

Non sa / non risponde

Figura 1 – Categorie di tecnologie I4.0 in cui le imprese pianificano di investire nei prossimi 3 anni (in percentuale).

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30 innovazione

In Trentino si sanificano anche le cabinovie Si chiama “Pure as snow” la prima macchina compatta “made in Trentino” per la sanificazione delle cabinovie: in meno di due secondi disinfetta aria e superfici sfruttando il “giro morto” tra l’arrivo della cabina in stazione e la sua ripartenza. Progettata dall’impresa Elettromeccanica Adige, con sede a Rovereto, è tra le idee innovative sostenute dal bando “PMI Covid” finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e gestito da Trentino Sviluppo. Il disinfettante usato, individuato con il supporto dei ricercatori dell’Università di Trento, è in grado di resistere fino a una temperatura di dieci gradi sottozero. Dopo i primi test a Livigno e sul Cermis, in Val di Fiemme, la macchina è oggi utilizzata da Funivie Pinzolo, a servizio delle piste aperte per gli atleti degli sci club. Ma già si ipotizzano ulteriori campi di utilizzo, per la sanificazione di spazi chiusi come autobus, celle frigo e mercati ortofrutticoli. L’azienda ha avuto il patrocinio e il supporto di Anef, l’Associazione nazionale degli impianti a fune: “Come associazione di categoria sempre vicina e attenta all’innovazione tecnologica spiega la presidente Valeria Ghezzi – Anef ha manifestato il suo interesse nel voler sostenere questo macchinario, che potrebbe diventare uno strumento utile a garantire la sicurezza dei lavoratori e turisti che utilizzano gli impianti di risalita e in particolare grazie all’eventuale utilizzo di un prodotto altamente innovativo, permetterà di disinfettare senza tossicità gli ambienti delle cabine e delle funivie.

mostra una bassa conoscenza delle iniziative provinciali volte a promuovere l’innovazione e l’adozione di tecnologie e competenze riconducibili al paradigma I4.0 e solo il 15% dichiara di aver utilizzato tali aiuti, tra cui si annoverano i finanziamenti erogati dalla Legge 6/1999, il seed money e i voucher per l’I4.0 della Camera di Commercio di Trento. Nonostante la scarsa conoscenza di iniziative provinciali a favore dell’I4.0, le imprese meccatroniche locali dimostrano la volontà e la prontezza ad investire in tecnologie digitali, ora come nel futuro. Sempre dalla survey emerge infatti la domanda di formazione legate all’I4.0: il 45% delle imprese si dichiarano interessate a corsi, in particolare rispetto alle tematiche dell’intelligenza artificiale. Incrociando questo dato con la bassa propensione ad investire nel prossimo futuro in intelligenza artificiale (il 60 per cento delle imprese non intende investire in tale tecnologia), potremmo pensare che la resistenza derivi soprattutto dalla mancata conoscenza del relativo valore della tecnologia stessa. In un contesto come quello trentino, costituito quasi

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interamente da piccole e medie realtà industriali, la situazione dell’integrazione delle tecnologie per l’I4.0 appare comunque buona, con prospettive di continuità anche nel prossimo futuro. In generale, emerge lo sforzo congiunto tra enti pubblici e privati nel muoversi in maniera coordinata in direzione dell’attuale trasformazione tecnologica, nonostante gli effetti di tale sinergia siano tuttora in fase di delineazione. Una maggiore consapevolezza da parte delle imprese delle misure presenti sul territorio e offerte dalle istituzioni locali a favore della transizione digitale potrebbe dare impulso alle imprese a investire e avvantaggiarsi delle opportunità che tali artefatti potrebbero disvelare, sia a livello individuale che sistemico. Alla luce di ciò, quanto analizzato finora getta solo le basi per comprendere gli sviluppi futuri in termini di trasformazione digitale delle imprese del territorio, lasciando aperti ancora molti interrogativi circa il supporto che tali tecnologie possono e stanno dando nell’affrontare le sfide aperte, anche alla luce dell’attuale crisi pandemica.


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Assicura Broker, società nata nel 2007 appratente al Gruppo Cassa Centrale – Credito Cooperativo Italiano, offre il servizio di brokeraggio assicurativo a favore di oltre 700 aziende, banche, cooperative. Lo staff della sede di Trento composto da 18 persone, cura quotidianamente con minuziosa attenzione l’evoluzione dei rischi conseguente sia alle modifiche normative, che alla trasformazione del contesto in cui operano le nostre Aziende trentine. La capillarità della diffusione delle banche aderenti al nostro Gruppo ci premette di offrirVi i nostri servizi direttamente nel vostro territorio. Questo nostro impegno è ripagato dall’apprezzamento che ci dimostrano i nostri Clienti che, anno dopo anno, ci confermano la loro fiducia e ci consentono di poter vantare un tasso di retention superiore al 95%. Forti dell’esperienza maturata in Trentino, abbiamo deciso di esportare il nostro modello a livello naziona-

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32 innovazione

Horizon Europe: al centro ricerca e innovazione Il nuovo Programma Horizon Europe 2021-2027 avrà un budget di 95 miliardi da destinare alla promozione di ricerca e innovazione a livello regionale, nazionale ed europeo. di GIANLUCA FEDRIZZI, Assoservizi di Confindustria Trento

HORIZON EUROPE,

con un aumento del 24% rispetto alla dotazione finanziaria dell’attuale Horizon 2020, diventa il programma di ricerca e innovazione più ambizioso del mondo. Parlamento e Consiglio Europeo hanno infatti raggiunto l’accordo sul programma transnazionale che potrà contare su un budget di 95,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. “Con il programma Horizon Europe, la comunità di ricerca europea, le organizzazioni di ricerca e i nostri cittadini possono contare sul più grande programma di ricerca e innovazione del mondo. È il principale strumento per rafforzare la nostra base scientifica e tecnologica, sviluppare soluzioni per una vita più sana, guidare la trasformazione digitale e combattere il cambiamento climatico”, commenta Mariya Gabriel, commissario europeo per l’innovazione, la ricerca, e l’istruzione. In attesa che i testi finali del Programma siano resi pubblici, è possibile analizzare l’articolazio-

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ne definitiva della dotazione finanziaria dei tre pilastri (più uno trasversale): • Excellent Science (25 miliardi) promuoverà gli investimenti nell’eccellenza scientifica, sostenendo la creazione e diffusione di ricercatori, metodologie, competenze e conoscenze di alta qualità; • Global Challenges (53,5 miliardi) supporterà le imprese nell’affrontare le sfide globali e favorirà la competitività industriale europea focalizzandosi su 6 cluster tematici: Digital, Industry and Space e Climate, Energy Mobility confermano le dotazioni più importanti, seguiti da Food, Bioeconomy, Natural Resources, Agriculture and Environment, Health, Culture, Creativity and Inclusive Society, Joint Research Center e Civil Security for Society; • Innovative Europe (13,5 miliardi) grazie al Consiglio Europeo per l’Innovazione intende rendere l’Europa leader nell’innovazione e promuovere l’integrazione tra imprese, ricerca e istruzione. • La quarta parte (trasversale) è dedicata alle azioni Widening, per ampliare la partecipazione e la diffusione dell’eccellenza e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca. L’impatto di Horizon Europe sarà potenziato attraverso la sua integrazione ad altri programmi e politiche dell’Unione, come InvestEU, Erasmus+, i fondi strutturali e di investimento europei, il Connecting Europe Facility e il Programma Digital Europe. Si stima che le prime call for proposals saranno pubblicate nella primavera 2021.


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34 innovazione

Realtà aumentata per manutenzioni da remoto A seguito del check up di maturità digitale svolto dal team del Dih, Pama ha siglato un accordo con Fbk per sfruttare le moderne tecniche di visione artificiale.

COME

abbiamo potuto constatare il periodo di crisi pandemica, e la conseguente chiusura degli spostamenti, sta avendo una forte spinta nella diffusione della digitalizzazione e dell’innovazione all’interno delle realtà produttive. Ne è un esempio la rapida e massiva implementazione dello smart working: le aziende e la pubblica amministrazione sono riuscite a garantire in poche settimane la riconversione al lavoro da remoto a circa sei milioni di persone in tutta la penisola. Nonostante un anno burrascoso, il lavoro del Digital Innovation Hub del Trentino, costituito da Confindustria Trento e Hub In-

Stefano Messelodi

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novazione Trentino, è proseguito producendo risultati importanti. È il caso della Pama di Rovereto, leader mondiale nella realizzazione di grandi macchine utensili, che a seguito dello svolgimento del check up di maturità digitale svolto dal team del Digital Innovation Hub, ha siglato un accordo con Fondazione Bruno Kessler per adottare una tecnologia innovativa che prevede lo sviluppo di moduli di computer vision per la risoluzione di problemi e manutenzione industriale da remoto attraverso un’applicazione basata sulla realtà aumentata. L’accordo vedrà Fbk impegnata per circa dieci mesi e permetterà all’azienda di “sfruttare le moderne tecniche di visione artificiale e realtà aumentata per agevolare le operazioni di monitoraggio di grossi impianti e di risoluzione di guasti. Attraverso il coordinamento di progetti europei, l’Unità TeV di Fbk ha maturato una solida esperienza nell’ambito della realtà aumentata, che si è aggiunta a quella ben consolidata in visione artificiale. Il progetto con Pama rappresenta la prima esperienza di applicazione concreta in ambito industriale” spiega Stefano Messelodi di Fbk. Il progetto apre la pista a ulteriori collaborazioni tra l’azienda roveretana e il centro di ricerca di Povo, e potrebbe favorire lo sviluppo tecnologico di Pama studiando soluzioni elettroniche e informatiche utili allo sviluppo in senso meccatronico dell’azienda specializzata nella realizzazione di grandi macchinari per la produzione industriale. I moduli di computer vision di Fbk consentiranno a Pama di elaborare immagini riprese dalla telecamera di un tablet per localizzare, riconoscere e calcolare la posizione delle componenti dei macchinari industriali in manutenzione. In corso d’opera si valuterà quale tipo di algoritmi di visione utilizzare per il riconoscimento automatico della macchina in base ai requisiti del caso d’uso, alla struttura dell’impianto e alle condizioni di luminosità dell’ambiente. La tecnologia sarà dunque studiata appositamente per le esigenze e gli obiettivi del caso, agevolando l’operatività da remoto, l’integrazione delle informazioni, delle metodologie esecutive e favorendo con ciò lo sviluppo internazionale dell’impresa.


35 innovazione

Pama esporta attualmente più dell’80% della propria produzione, principalmente in Cina, India, Russia, Germania e Stati Uniti, dove l’azienda trentina opera con proprie strutture dirette di vendita e assistenza tecnica. «Pama considera fondamentale intraprendere iniziative di innovazione volte a implementare tecnologie di Industria 4.0 nella propria gamma prodotto, allo scopo di rafforzare il suo posizionamento nel mercato – racconta Alberto Nainer, direttore ricerca e sviluppo di Pama – e questo progetto rientra nelle attività che Pama sta intraprendendo nel campo I4.0 e IoT. La tecnologia di realtà aumentata verrà integrata con la prognostica big data e con la manutenzione assistita con l’obiettivo di rendere quest’ultima più interattiva e funzionale in ambiente di produzione. Una combinazione di markers e metodi di tracciamento di features saranno utilizzati per il posizionamento relativo tra operatore e componente, con aggiornamento in tempo reale delle informazioni utili al manutentore rese accessibili dal collegamento cloud. Come accennato più sopra, l’operazione di trasferimento tecnologico è frutto di una collaborazione di sistema resa possibile grazie al Digital Innovation Hub. Il Dih è un punto di riferi-

mento a supporto delle imprese nell’attuazione delle strategie di automazione e trasformazione digitale nato a seguito di un accordo siglato da Confindustria Trento e Hit con i principali attori regionali. Una piattaforma che accompagna le imprese nella trasformazione digitale, analizzando i loro fabbisogni di tecnologia e innovazione, proponendo soluzioni disponibili soprattutto nell’ambito del sistema della ricerca trentina. Si tratta di un’iniziativa in grado di favorire realmente l’innovazione alimentando le sinergie possibili tra ricerca e impresa, a chilometro zero.

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36

associazione

associazione

Mobilità e infrastrutture di nuova generazione Emilio Rossi, ZF Automotive Italia, l’ospite del quarto appuntamento del ciclo “Una certa idea di futuro” insieme al vicepresidente della giunta Pat Tonina e all’ad di Autostrada del Brennero Cattoni.

QUALE

nescato una crisi strutturale in cui la domanda è crollata, i meznuova mobilità per il zi finanziari per investire mancano, le dinamiche proprie della Trentino in un mondo sempre più influenzato da vincoli di con- globalizzazione sono saltate. Viviamo un tempo volatile, incerto, complesso e ambiguo. “Per uscire da questa tempesta perfetta - ha servazione ambientale e di salute detto Rossi - occorre un nuovo modo di vivere il mondo: regole comune? trasparenti negli scambi internazionali, investimenti pubblici caA questa domanda hanno cercato paci di creare valore aggiunto, un sostegno reale all’industria che di rispondere i relatori che hanno preso parte al webinar “Next Ge- crea lavoro e sviluppo, politiche attive e di previdenza sociale. Bisogna investire sulle persone, affinché possano continuare a neration Mobility: Scenarios (after) governare le macchine, e investire sulle buone idee. Con un fuoin the Black Swan”, promosso da co fortissimo sulle infrastrutture, sull’economia circolare e sulla Confindustria Trento e Università sostenibilità”. degli Studi di Trento, a chiudere il Quali sono le caratteristiche della Next generation mobility? “La primo - ma non ultimo - ciclo di appuntamenti con le idee intitola- nuova mobilità - ha spiegato Rossi – unisce al minore impatto la maggiore digitalizzazione”. Immaginiamo un panorama popolato “Una certa idea di futuro”. Grazie alla moderazione di Ales- to da auto autonome, digitalizzate e elettrificate. Auto che evitano gli incidenti perché prevedono le collisioni, auto che anticipano sandro Garofalo, esponenti del guasti e crash perché provvedono alla manutenzione, auto sicure mondo politico e imprenditoriale e stabili, efficienti e intelligenti. Una produzione che ha costi alhanno parlato di infrastrutture e tissimi, e che però va perseguita e incentivata, con politiche pubdi tecnologie, e più in generale di bliche in grado di supportare la domanda e un’industria forte, sfide, di rischi e opportunità che capace di ridisegnarsi, e ancora investimenti in ricerca e sviluppo, ci attendono, con la prospettiva temporale dei prossimi dieci anni, in formazione e nuove competenze”. su scala globale e locale, toccan- “La mobilità futura ha bisogno di essere supportata dal punto di vista infrastrutturale - ha spiegato Diego Cattoni, amministratore do quindi le ricadute sul mondo delegato di Autostrada del Brennero Spa -. Su questo fronte, il Trentino. nostro contributo è tutto in un piano che si estrinseca in due Di stimolo alle riflessioni degli aree principali: l’evoluzione tecnologica e l’attenzione all’ambienospiti del webinar, i contenuti te. Autostrada del Brennero vuole costruire il primo green corridell’intervento del protagonista dor a emissioni nocive zero e a incidenti zero. Il nostro piano di internazionale dell’appuntamento Emilio Rossi, presidente e cfo del- mobilità sostenibile prevede il potenziamento della disponibilità dei servizi di ricarica per l’alimentazione elettrica, e un progetto la ZF Automotive Italia, Gruppo ZF, membro dal 2019 del Consi- entusiasmante per la mobilità ad idrogeno verde che contempla glio direttivo dell’Anfia, l’Associa- la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione in cinque punti di rifornimento. Lavoriamo inoltre a un piano per l’interconneszione Nazionale Filiera Industria sione tra mezzi pesanti per migliorare la sicurezza e i consumi. Automobilistica. Una premessa: la pandemia ha in- La previsione di una crescita tumultuosa delle merci in transito

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Rossi e Garofalo

sull’asse del Brennero rende inoltre necessario im- regionale e tecnologie dell’informazione e delplementare l’infrastruttura ferroviaria, alla quale la comunicazione come strumenti di inclusione, Autostrada del Brennero partecipa, per concorrere coesione territoriale e infrastrutture strategiche. a uno switch dalla gomma alla rotaia, per il quale In questo contesto ricordo la valenza strategica si prevede ugualmente l’introduzione dell’alimen- della circonvallazione ferroviaria di Trento sia per il corridoio europeo sia per il capoluogo, nel tazione a idrogeno”. È dunque intervenuto Mario Tonina, vicepresi- più ampio progetto di recupero dell’areale ferrodente della Provincia autonoma di Trento e As- viario e dell'eliminazione del transito merci in sessore all’urbanistica, Ambiente e Cooperazione: concomitanza con l’apertura del tunnel ferrovia“L’ambiente - ha detto - può essere considerato rio del Brennero”. come una leva per la crescita economica: ecco All’appuntamento hanno preso parte inoltre il allora che la nuova mobilità diventa una delle presidente di Confindustria Trento Fausto Manopportunità più attraenti per coniugare la ne- zana, Flavio Deflorian, professore del Diparticessità di crescita economica con sostenibilità. mento di Ingegneria Industriale di Università di La giunta provinciale ha approvato il documen- Trento, e Paolo Bosetti, professore del Dipartito preliminare per la Strategia provinciale per mento di Ingegneria Industriale di Università di lo Sviluppo Sostenibile che individua cinque Trento, che ha raccontato l’esperienza del promodelli per il Trentino del futuro: una Strate- getto promosso nell’ambito della formula SAE, gia integrata e coordinata ad ogni livello, che la Society of Automotive Engineers. orienta gli strumenti programmatori e operativi A chiudere i lavori Marcello Lunelli, del Considi questa legislatura. Se vogliamo un Trentino glio di Presidenza dell’Associazione degli indupiù connesso, non possiamo prescindere da in- striali di Trento, che ha annunciato un secondo vestimenti sulla mobilità e sulle reti di trasporto ciclo della serie di appuntamenti con le idee e digitali strategiche. Un Trentino connesso deve nella formula avviata con successo con il primo investire in mobilità sostenibile, connettività ciclo appena concluso.

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Pillole di Finanza d’Impresa Nuovi finanziamenti a tasso agevolato, come ricevere i dati della Centrale dei Rischi, una nuova definizione di default: di seguito le principali novità d’interesse per le aziende associate.

Approvato il “Protocollo Pat/Banche/Confidi Bis” per l’ulteriore erogazione di finanziamenti a tasso agevolato

Anche a seguito della richiesta avanzata dalla nostra associazione, la Giunta Provinciale ha approvato il “Protocollo PAT/Banche/ Confidi Bis”, che estende fino al 31 luglio 2021 le misure previste nel Protocollo d’intesa per il contenimento degli effetti negativi causati dall’emergenza COVID-19. Nello specifico, il Protocollo Bis consentirà, alle imprese che non ne hanno ancora usufruito, di accedere ai finanziamenti che concorrono a formare il “Plafond Ripresa Trentino”. Anche le imprese che hanno già ottenuto un finanziamento “Plafond Ripresa Trentino” avranno la facoltà di richiedere agli istituti bancari un nuovo finanziamento integrativo agevolato, a completamento dell’importo massimo previsto per ciascuna linea. Le banche aderenti al Protocollo si impegnano inoltre a sospendere il rimborso delle rate di mutui e dei canoni di leasing in essere fino alla data del 30 giugno 2021.

Nuovo servizio in abbonamento alla Centrale Rischi di Banca d’Italia

Banca d’Italia ha recentemente introdotto un nuovo servizio in abbonamento per ricevere, mensilmente e in modo automatizzato, i dati dalla Centrale dei Rischi. L’iscrizione è gratuita e permette di sottoscrivere un abbonamento annuale, rinnovabile alla scadenza. Come noto, la Centrale dei Rischi, sistema informativo gestito da Banca d’Italia, rileva mensilmente, sulla base delle segnalazioni inviate dagli operatori - istituti di credito, società di leasing, factoring - la posizione debitoria dell’azienda e le eventuali anomalie nell’utilizzo delle linee di credito. L’andamento della Centrale Rischi permette agli intermediari finanziari di ricevere una valutazione, per quanto non esaustiva, del rischio di credito e incide in maniera importante sul merito creditizio dell’azienda. L’Area Finanza d’Impresa di Confindustria Trento è in grado di fornire alle aziende informazioni e consulenza sul funzionamento della Centrale Rischi e sulla corretta interpretazione dei dati in essa contenuti.

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Banche: nuova definizione di default

Dal 1° gennaio 2021 sono definitivamente entrate in vigore le nuove e più restrittive regole europee in materia di classificazioni delle controparti inadempienti (il cosiddetto default), emanate dall’Autorità Bancaria Europea. La nuova normativa impone alle banche di classificare come in default l’esposizione dell’impresa in caso di un arretrato di pagamento per oltre 90 giorni e che abbia un ammontare superiore a 500 euro, qualora questo rappresenti più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca. Nel caso di PMI esposte verso la banca per una somma inferiore ad 1 milione di euro, la soglia di rilevanza assoluta scende a 100 euro. La banca dovrà classificare ogni posizione debitoria che presenti arretrati superiori ai 90 giorni consecutivi oltre le soglie previste appena riportate, tra le attività deteriorate e sulla stessa dovrà accantonare riserve di capitale, secondo le regole previste in tema di NPL. In considerazione della severità di tali regole e del periodo di emergenza in cui le imprese si trovano ad operare, Confindustria ha richiesto, insieme all’Associazione Bancaria Italiana, un intervento di proroga delle regole sul default, almeno fino a quando gli effetti negativi della pandemia sul sistema produttivo non si saranno in parte assorbiti.

Per informazioni Confindustria Trento Area Finanza d’Impresa T. 0461 360046 ribaga@confindustria.tn.it

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Consorzio Assoenergia, fiducia e lungimiranza La fiducia delle aziende ripaga il lavoro del Consorzio che mai come in questo periodo deve saper cogliere le varie sfumature sui mercati causate da continui ed improvvisi eventi internazionali. di FEDERICO DE COL, Assoenergia e Confindustria Trento

NELL'ULTIMO

mese del 2020 è proseguito in Italia il recupero dei consumi di energia iniziato a novembre, subito dopo l’elezione di Joe Biden negli Stati Uniti e la notizia immediatamente successiva della scoperta dei vaccini, nonostante le restrizioni ancora imposte per contrastare la diffusione del virus Sars-Cov-2. Si sono addirittura riscontrati a livello nazionale consumi maggiori rispetto allo stesso periodo 2019: +1% generico e +10% del comparto industriale (dati indice Imcei di Terna). Anche il gas ha subito un aumento dei consumi (+10%) a causa delle basse temperature che hanno interessato l’intero continente europeo. Stessa sorte per i prezzi sui mercati spot mensili nazionali che avevano intrapreso una risalita tornando a dirigersi verso valori pre-crisi: prezzo unico nazionale a 54 €/MWh (+25% su dicembre ‘19, +11% su novembre ‘20); gas Italia (punto di scambio virtuale) 17,4 c€/mc (+12% su dicembre ‘19, +18% su novembre ‘20). La salita dei prezzi delle due commodities principali per il comparto industriale continuerà comunque anche nel mese di gennaio, segno di un entusiasmo dei mercati in netta controtendenza rispetto alla situazione politica e sociale del Paese.

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I dati consuntivi finali del 2020 hanno evidenziato un crollo record di consumi e prezzi a livello nazionale a causa della pandemia con conseguenti record minimi assoluti sia del Pun mensile (38,9 €/MWh) che del Psv (11,0 c€/Smc). Grazie al recupero degli indicatori visibile da settembre, la caduta è comunque risultata meno drammatica rispetto a quanto ipotizzato nella prima parte dell’anno. Come accennato poco sopra, anche l’inizio del 2021 ha visto un progressivo aumento dei mercati gas e power: cause principali la forte richiesta di carbone e gas naturale liquefatto da parte della Cina, la ripresa del petrolio sempre per l’elezione Usa senza conseguenze per gli eventi di Capitol Hill, le speranze di successo della campagna vaccinale di massa, i tagli alle esportazioni di greggio decise dall’Arabia Saudita, le temperature ancora rigide con forte utilizzo degli stoccaggi di gas naturale. Il driver principale per il prezzo del power rimane l’anidride carbonica, che ha sfondato nuovamente il tetto dei 30 €/T attestandosi sui 35 con anche qui un nuovo record storico. Basti osservare come nelle prime giornate feriali del 2021 il prezzo Pun giornaliero sia rimasto tra i 65 e i 72 €/MWh. Le previsioni medie per il 2021 vedono quindi un prezzo del mercato libero a Pun di circa 62 €/MWh per l’energia elettrica e di 21 c€/Smc per il gas naturale. Era forte volontà di Assoenergia, in previsione degli aumenti citati, agire per tempo garantendo una ripartenza vantaggiosa alle aziende: visti gli avvenimenti si può dire che l’obiettivo sia stato centrato grazie alla progressiva costruzione del prezzo delle due commodities in momenti molto interessanti delle curve dei mercati. Lato energia elettrica il prezzo 2021 è al momento costituito da un 60% fisso e un 40% variabile a Pun, avendo come risultato medio circa 55 €/MWh. Lato gas, l’anno termico presente è coperto al 100% da un prezzo medio inferiore a 17 c€/Smc. Si vuole far notare che sono già state poste le basi per il 2022: mai prima d’ora era stato stipulato un contratto a così lungo termine. Le particolarissime condizioni internazionali hanno tuttavia portato il nostro consorzio a valutazioni nuove e dinamiche, senza perdere preziose occasioni. Un operato costante i cui risultati si possono apprezzare in un arco temporale ampio. Le notevoli


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Il Consorzio cambia d’abito Assoenergia ha colto l’occasione dei grandi mutamenti in atto per rinnovare la propria immagine. Il Consorzio di Palazzo Stella ha adottato un nuovo logo, che valorizza la sensibilità sempre più marcata ai temi dello sviluppo sostenibile e delle energie alternative, con l’introduzione del verde, in luogo del tradizionale rosso, e dell’inserto green di una piccola foglia. Disponibile anche un nuovo flyer, che presenta in breve tutte le opportunità offerte dall’adesione al Consorzio, e una serie di piccoli gadget pensati per promuovere un uso intelligente delle risorse.

differenze sui prezzi in particolare che vi possono essere tra un anno e l’altro, specie se si presentano importanti stravolgimenti a livello globale come nel momento storico attuale, possono essere affrontate dalle aziende con la consapevolezza di far parte di una compagine solida e capace di reagire immediatamente. Il Consorzio fornisce inoltre supporto tecnico alla direzione sui gruppi di acquisto power e gas delle piccole e medie imprese di Confindustria Trento. Sul finale del 2020 anche la posizione di questi due prezzi è stata corretta con discreto successo. Il rammarico generale è sicuramente per quella parte di aziende in sofferenza che non potranno beneficiare appieno delle favorevoli condizioni del prezzo del power e gas, in attesa di una ripresa della produzione. In particolare, si cita il gruppo di acquisto rivolto agli impianti di risalita, a meno di una riapertura parziale: troveranno in ogni caso le stesse condizioni per l’attività estiva e per la preparazione della stagione invernale 20212022. Ora lo sguardo è rivolto all’Europa e alle possibilità e risorse da intercettare per far fronte alla

crisi dalla quale uscire con nuove spinte: sfida importante e progetto da costruire con ampio orizzonte. La rotta è verso il Green, la sostenibilità e l’economia circolare. In questo contesto, Assoenergia e Confindustria Trento sono state parte attiva nella redazione e discussione del nuovo piano energetico della Provincia autonoma di Trento per il periodo 2020-2030 con regia Aprie, l’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia.

Riconoscimenti all’anzianità di servizio Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Generale dello scorso dicembre, il presidente Fausto Manzana e il direttore generale Roberto Busato hanno consegnato come da tradizione il premio all’anzianità di servizio. Il riconoscimento è stato assegnato a Michela Cavazzana per i 25 anni di lavoro presso il Sistema Confindustria.

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Network di successo: Brigl SPA protagonista

“Everyday - Everywhere” Questo motto racchiude in poche parole l’anima e la filosofia commerciale di Brigl, con le sue proposte di servizi di logistica, approvvigionamento, distribuzione e immagazzinamento, non solo in Alto Adige, a Bolzano, dove si trova la Sede, ma anche nel Trentino, grazie alla filiale di Trento. Per garantire una gestione affidabile e consegne nei tempi giusti in tutta Europa, l’azienda bolzanina con la propria filiale di Trento, collabora con una fitta rete di partner internazionali e si avvale di una presenza capillare a livello locale.

BRIGL SPA Via Praga 9 38121 Spini di Gardolo (TN) Tel 0461 994767 Mail filiale: trento@brigl.it Mail Air & Sea: peter.graus@brigl.it

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Facendo fronte all’internazionalizzazione delle aziende e alla globalizzazione dei mercati, Brigl, già a partire dal 2000, con la nascita del servizio Air & Sea, si è adeguata alla necessità di proporre servizi affidabili con tempi di consegna ben precisi, anche ai clienti che servono i mercati più lontani. Con Air & Sea Brigl ha costruito una importante rete, collaborando con aziende leader distribuite in tutto il mondo. ATTRAVERSIAMO MARI E MONTI. Il reparto Air & Sea completa il servizio di trasporti e logistica di Brigl SpA, con servizi aerei e marittimi in grado di raggiungere ogni parte del globo, anche le più remote. Air & Sea si occupa di traffico di interi container o di container di raccolta collettame; traffico

di groupage, che abbatte i costi unendo più spedizioni; disbrigo delle formalità doganali non solo in Europa, ma in collaborazione con una fitta rete di partner e di agenti anche in tutto il mondo. Un nostro consulente è sempre a disposizione durante le varie fasi del trasporto. I carichi fuori sagoma e il trasporto di merce pericolosa completano il servizio. Un servizio testato negli anni, che ci permette di attraversare il mondo senza sorprese. Ottimo rapporto qualità/ prezzo con servizi schedulati ed affidabili, la ricerca della migliore combinazione tariffaria fra i servizi di mare e aereo sono i pilastri del nostro successo e la motivazione per i nostri clienti di affidarci le loro merci destinate a tutto il mondo. Tramite il servizio “Air & Sea” Brigl è in grado di essere "tutti i giorni, ovunque".


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B20: “Includere, condividere, agire” Per la prima volta sotto la presidenza di Confindustria, il B20 Italy 2021 affronterà quelle sfide che il Covid ha reso più urgenti come l’innovazione, l’uguaglianza e la sostenibilità.

IL LANCIO

del B20, il business summit del G20, ha avuto luogo in un momento di forte fermento delle economie mondiali impegnate a reagire agli effetti provocati dalla crisi pandemica. Da qui nascono i tre concetti chiave del B20 Italy 2021: “Includere, condividere, agire” attraverso i quali è stata accettata la sfida al cambiamento che vede al centro sostenibilità, innovazione e lotta alle disuguaglianze, non più temi separati ma al contrario fortemente interconnessi. Il meeting, la cui presidenza è stata affidata per la prima volta a Confindustria, ha avuto l’ambizione di coinvolgere figure di diverse estrazioni accomunate dalla determinazione a trovare strumenti concreti per affrontare le sfide che il futuro ci pone innanzi e

trasformarle in opportunità di crescita. La Digital Transformation, la garanzia del diritto alla salute, la sostenibilità delle risorse, il disegno di un mondo globalizzato aperto agli scambi commerciali, sono sfide che il Covid ha reso pressanti più velocemente di quanto fosse già prevedibile. A guidare i lavori la già presidente di Confindustria Emma Marcegaglia con al suo fianco, a capo delle 8 task force tematiche, gli amministratori delegati di Enel, Eni, Intesa San Paolo e Sky Italia; i presidenti di Danieli, Dompè e Mps e Barbara Beltrame, vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione. L’evento di lancio, svoltosi giovedì 21 gennaio in videoconferenza, ha visto partecipare molte personalità di spicco nel panorama internazionale sia appartenenti al mondo delle istituzioni, tra cui il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, sia al mondo finanziario, notevoli gli spunti proposti da Larry Fink, ceo di BlackRock e Michael R. Bloomberg, fondatore dell’omonima azienda. La seconda giornata si è svolta a porte chiuse al fine di favorire i lavori delle task force impegnate a concretizzare l’intento di costituire quello che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi ha definito come “un consiglio in cui i leader concordino azioni urgenti, approvino linee guida e le facciano applicare”. (fp)

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Formazione: guardiamo al futuro Imprese e lavoratori si confronteranno con la svolta epocale determinata dalla pandemia. Il presidente di Fondimpresa Trento Lunelli: “La chiave è nelle competenze”. di MARIA CRISTINA POLETTO, Area Education e Formazione di Confindustria Trento

SE FINO

ad un anno fa ci si confrontava con una situazione economica già assai critica e complessa, che assieme alla globalizzazione dei mercati ha esposto le aziende ad una serrata concorrenza, la pandemia ha aggiunto un colpo durissimo, i cui effetti non sono ancora completamente prevedibili. “Cambiamento” è la parola chiave, che il contesto ci suggerisce con forza. E nel processo di trasformazione che caratterizzerà i settori produttivi e il lavoro, la formazione avrà un ruolo ancora più centrale di quanto non sia già. Per affrontare con successo il cambiamento, servirà infatti un impegno straordinario su tutti i fronti e anche, a maggior ragione, nel mantenimento e innalzamento continuo dei saperi, delle competenze e delle capacità professionali di tutti lavoratori.

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Saranno necessarie nuove competenze in stretta connessione innanzi tutto con l’innovazione tecnologica e organizzativa dei processi produttivi, ma anche con i mutamenti delle modalità di lavoro, su tutte lo svolgimento assai esteso da remoto, con logiche che tendono a mettere in risalto il raggiungimento degli obiettivi, più che non la quantità di ore lavorate. Si conferma intanto che i modelli organizzativi che le aziende oggi stanno sperimentando o avviando, richiederanno nei prossimi anni competenze significativamente diverse rispetto a quelle attuali. Già da vari anni, stiamo ad esempio osservando le difficoltà che le aziende hanno nel reperire profili professionali di ambio tecnico. Pensiamo alla cosiddetta rivoluzione 4.0. Essa non è solo tecnologica, coinvolge soprattutto le risorse umane. Del resto, la Strategia Nazionale per le Competenze Digitali adottata nel 2020 con decreto del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione è diventata priorità per il nostro Paese, proprio perché la carenza di competenze digitali nei diversi ambiti pone l’Italia tra i Paesi europei più in difficoltà ed è una delle principali limitazioni per lo sviluppo sociale ed economico e per la ripresa dall’attuale periodo di crisi. “Le competenze sono e saranno sempre più il fattore chiave di ogni impresa - afferma Marcello Lunelli, presidente di Fondimpresa Trento, articolazione locale del Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil -. Competenze, perché sentiamo stretto il perimetro del termine formazione, se questa si limita a considerare i percorsi di


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apprendimento non correlati a un contributo pianificato alla crescita personale complessiva del lavoratore, il quale possa avere l’opportunità di dare evidenza del possesso integrato di conoscenze, abilità pratiche e capacità personali e dunque delle proprie competenze distintive. Si ripete spesso che si deve rimettere il lavoro al centro dei processi formativi per ridurre la disoccupazione giovanile. La formazione va a sua volta messa al centro dei processi lavorativi per rafforzare l’occupabilità dei lavoratori. La formazione dovrebbe infatti accompagnare le persone durante tutto l’arco della vita, ma in Italia, rileva l’Ocse, l’apprendistato e l’acquisizione continua di nuove competenze riguardano ancora poche persone. In poco meno di un anno, dall’inizio del lockdown, i dati Istat indicano d’altra parte la drammatica perdita di 420 mila posti di lavoro. La formazione, d’altra parte, combatte la fragilità e consegna identità personale al giovane in ingresso, come alle persone che lavorano, alle quali non si può far correre il rischio di esclusione per mancanza di competenze adeguate, e a coloro che perdono il lavoro per supportarne il reingresso con interventi di riattivazione e riqualificazione. La buona formazione è indispensabile al buon lavoro e al lavoro del futuro e, in questo contesto, Fondimpresa ha il merito di offrire anche nel 2021, strumenti innovativi per una formazione, la cui efficacia è garantita da una gestione bilaterale, che valorizza sia il ruolo dei lavoratori che dell’impresa, per la soddisfazione di fabbisogni condivisi”.

Fondo Nuove Competenze Il Fondo Nuove Competenze, istituito presso l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, si inserisce in un contesto emergenziale che ha accelerato i processi di trasformazione dell’economia e del mercato, con la conseguente necessaria focalizzazione dei nuovi fabbisogni professionali e dei relativi percorsi formativi. Il Fondo non è un ammortizzatore sociale, ma uno strumento di politica attiva del lavoro, che punta a creare nuova occupazione o a consolidare quella esistente. Istituito nel 2020 con il Decreto Rilancio e successivamente potenziato, permette una rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzata alla realizzazione di percorsi formativi, che da un lato puntano ad accrescere le professionalità dei beneficiari e dall’altra contribuiscono ad una riduzione del costo del lavoro che grava sulle imprese, finanziando interamente i costi relativi alla quota di retribuzione e contribuzione oraria oggetto di rimodulazione. Possono avvalersi del Fondo tutti i datori di lavoro del settore privato che abbiano stipulato accordi collettivi aziendali o territoriali di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori. I percorsi di sviluppo delle competenze, della durata massima di 250 ore di formazione, possono essere finanziati dai Fondi interprofessionali e in Trentino anche dall’Agenzia del Lavoro, come previsto da un accordo siglato con Anpal il 5 gennaio scorso.

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Unitrento e Itt Marconi alleate nell’Ict Alta formazione e università di nuovo insieme per integrare l’Alta formazione professionale in “Tecnico superiore per le infrastrutture di rete, virtualizzazione e cloud computing”.

SI RAFFORZA

la collaborazione avviata da alcuni anni tra l’Università di Trento e l’Istituto tecnico tecnologico “G. Marconi” di Rovereto. Il percorso di Alta formazione professionale in “Tecnico superiore per le infrastrutture di rete, virtualizzazione e cloud computing” è stato reso compatibile con l’accesso agevolato alla laurea di primo livello in Ingegneria dell’Informazione e delle Comunicazioni, attivata dall’ateneo trentino nell’offerta formativa del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione. Gli studenti e le studentesse che hanno completato l’Alta formazione potranno così proseguire gli studi all’università con un percorso ad hoc, ridotto e personalizzato, completando il proprio approccio pratico e specializzato con l’apertura alla ricerca, all’innovazione e alla sperimentazione garantita dalla formazione universitaria. A firmare la convenzione il rettore Paolo Collini e il dirigente del Marconi Giuseppe Rizza, alla presenza dell’assessore all’istruzione, università e cultura della Provincia autonoma di Trento, Mirko Bisesti, e del direttore generale di Confindustria Trento, Roberto Busato. All’incontro era presente tra gli altri anche Giordano Ta-

manini, membro del Consiglio del corso e presidente di Aldebra. Questa opportunità segue quella già attivata con il percorso di Alta formazione “Tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici” con il Dipartimento di Ingegneria industriale. Anche in questo caso, l’accordo prevede il riconoscimento di 60 crediti formativi da parte dell’Università di Trento: un passaggio che qualifica, differenzia e rende ancora più competitiva l’Alta formazione trentina rispetto a molte altre iniziative avviate in questi ultimi anni in Italia. Punto di forza di questo approccio è proprio la collaborazione tra imprese, università, centri di ricerca scientifica e tecnologica, sistema scolastico e formativo. Sono infatti parti attive nel progetto anche Confindustria, Fondazione Bruno Kessler, Istituto Tecnico Tecnologico “M. Buonarroti”, Istituto Artigianelli e Centro di Istruzione scolastica e di formazione professionale “G. Veronesi”. Entrambi i percorsi sono fortemente orientati allo sviluppo di competenze tecnologiche e digitali 4.0 e caratterizzati, dal punto di vista metodologico, da una forte interattività laboratoriale. L’obiettivo è quello di preparare quadri intermedi specializzati, professionisti e professioniste abilitati a un lavoro di qualità nell’impresa 4.0. La figura ottenuta è, infatti, quella del tecnico di livello superiore (V livello del quadro europeo delle qualifiche EQF) che opera in settori tecnologici di avanguardia.

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XII Tu Sei. Il diario Viaggio dietro le quinte dei progetti vincitori, alla scoperta dei mille volti di Tu Sei, il programma nato grazie a un protocollo tra la Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento. di GENNY TARTAROTTI

Una mascotte per FIR “Il rapporto con i ragazzi porta sempre a qualcosa di nuovo. Permette di uscire dagli schemi, scoprendo aspetti inediti o guardando a realtà e modelli consueti con uno sguardo diverso.” Milena Tait, responsabile Marketing e Comunicazione presso il Gruppo FIR di Rovereto, insieme ai colleghi Davide Fiorini e Nicoleta Rimbu, ha curato la partecipazione dell’azienda per cui lavora alla XII edizione del progetto Tu Sei. “Partecipiamo da anni al programma – prosegue Milena – e ogni volta esso si presenta come

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un’occasione inedita di stimolo e innovazione. Quest’ultima edizione, poi, si è rivelata davvero eccezionale”. Infatti, poco dopo aver dato avvio al progetto, in partnership con il laboratorio Artimpresa dell’Istituto Grafico Artigianelli di Trento, è scoppiata la pandemia. Rivolta alle classi quarte, Artimpresa è un’attività pensata per offrire agli studenti la possibilità di mettersi in gioco confrontandosi con reali situazioni lavorative, tra le quali, appunto, i progetti da sviluppare nell’ambito di Tu Sei. “L’idea iniziale – spiega Milena – era di portare i ragazzi all’interno dell’azienda per permettere loro di vederne la struttura e conoscerne le modalità organizzative e operative, per poi, grazie alle loro competenze grafiche, ideare un prodotto che spiegasse in modo semplice e accattivante le attività del Gruppo FIR. Il lockdown ci ha invece imposto un cambiamento di rotta e prospettiva. Abbiamo dovuto ripensare le modalità operative, organizzandoci per lavorare a distanza. In tutto questo i ragazzi si sono rivelati fantastici. Hanno dovuto affrontare una situazione particolarmente impegnativa, anche a livello emotivo e psicologico, e lo hanno


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fatto in modo straordinario, mostrando grande capacità di resilienza, impegno e determinazione nell’affrontare gli ostacoli per raggiungere l’obiettivo prefissato”. Gruppo FIR, che da cinquant’anni si occupa dello smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non, e del recupero di rottami ferrosi in Trentino e nel Nord-Est Italia, può contare oggi su 29 collaboratori e 20mila mq di superficie, dove ogni anno vengono processate 45mila tonnellate di rifiuti e rottami. Dal 2017, forte della crescita che l’ha caratterizzata, ha affiancato all’attività tradizionale anche quella di FIR Autodemolizione e Ricambi che si occupa dello smaltimento dei veicoli e della vendita di pezzi di ricambio usati. “La nostra azienda – spiega Milena – nasce per salvaguardare l’ambiente e i veicoli da rottamare rappresentano una risorsa mol- autodemolizione, dall’acquisizione del veicolo to preziosa. Si pensi che una gran parte delle al riciclo di alcune componenti”. Il risultato è componenti di una vettura è riciclabile”. Un un prodotto originale ed efficace dal punto di settore meno conosciuto rispetto a quello dello vista comunicativo, che è valso ai partecipansmaltimento dei rifiuti, sulla cui promozione ti il primo posto nella categoria Realizzazioni gli allievi di Artimpresa hanno deciso di ela- Annuali Istituzioni Formative. “Siamo molto borare il proprio progetto. Dal loro lavoro è soddisfatti del loro lavoro, – prosegue Milena nata una serie di post da declinare sui social, – sono riusciti a dare vita a ciò che facciamo. nei quali vengono illustrate, con l’aiuto di una E proprio in questi giorni stiamo valutando le mascotte - un robottino semplice e innovativo migliori modalità per utilizzare il prodotto al creato dai ragazzi - le varie fasi del processo di fine di promuovere l’azienda”.

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La Sportiva: l’importanza del territorio "Si può fare" è il titolo del progetto sviluppato dagli alunni dell’Istituto Comprensivo di Cavalese, nell’ambito di Tu Sei, in collaborazione con La Sportiva, fiore all’occhiello della valle fiemmese Un’esortazione a non arrendersi, ad avere fiducia in sé stessi e nelle capacità proprie e della squadra. Un motto che si è rivelato in tutta la sua concretezza quando il lockdown ha messo i partecipanti a dura prova richiedendo di attingere alle più profonde doti di resilienza e problem solving. Al percorso di durata biennale, iniziato nell’anno scolastico 2018-2019, hanno partecipato cinquantasei ragazzi delle classi 1C e 2B, accomunati dalla voglia di conoscere dall’interno quella realtà locale nota in tutto mondo. “Quello che mi ha più colpito – ha confessato Giulia Delladio, marketing director dell’impresa di famiglia, conosciuta in tutto il mondo per la qualità delle sue scarpette d’arrampicata, degli scarponi da montagna e dell’abbigliamento outdoor – è stato lo stupore dei ragazzi nei confronti dell’azienda, dettato dalla differenza tra ciò che si aspettavano e ciò che hanno scoperto. È fondamentale che i giovani possano conoscere il mondo del lavoro, le figure e le mansioni richieste, perché solo così potranno operare delle scelte consapevoli”. Dopo un’iniziale fase di conoscenza dell’azienda e di brainstorming, i ragazzi si sono cimentati in prima persona nella progettazione di loghi e scarpe sportive. Un lavoro entusiasmante, frenato, ma non bloccato dal lockdown. “I ragazzi – osserva

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Giulia – hanno dimostrato capacità adattive straordinarie, riorganizzandosi e trovando modalità alternative per concludere il progetto con la creatività che li contraddistingue, tanto da classificarsi vincitori, per l’anno formativo 2019-2020, nella categoria Realizzazioni biennali Istituti Comprensivi”. Tu Sei rappresenta una grande opportunità per i giovani, ma anche per le aziende. “Il progetto – spiega Giulia – è un modo per fare rete e supportarci a vicenda promuovendo lo sviluppo del territorio. Per noi è stata un’occasione, fra l’altro, per capire come il marchio viene visto e reinterpretato da un gruppo che non rappresenta il nostro usuale interlocutore”. Per i ragazzi conoscere La Sportiva deve essere stata un’esperienza davvero unica almeno per due motivi. Il primo consiste nel fatto che si tratta di un’azienda lanciata sui mercati globali, ma al contempo profondamente ancorata al territorio in cui è nata, al quale è legata da un rapporto simbiotico di scambio e stimolo reciproci. Il secondo è dovuto al fatto che a capo dell’attività vi è anche una figura femminile: quella di Giulia che ha colpito molto i ragazzi. “Lo stereotipo dell’imprenditore uomo è ancora molto diffuso – osserva Giulia. Trovare una figura femminile in un ruolo tradizionalmente maschile rappresenta un segnale molto importante soprattutto per le ragazze. Ancora oggi sono soprattutto gli uomini a ricoprire ruoli di maggiore responsabilità. È un gran peccato che alle donne venga lasciato così poco spazio, perché esse rappresentano un valore aggiunto sia per la capacità, tipica della figura femminile, di gestire più situazioni problematiche contemporaneamente, sia per la visione differente, rispetto a quella maschile, del mondo e della vita”. A breve inizieranno i nuovi progetti di Tu Sei e La Sportiva prenderà parte anche a questa edizione. “È un periodo di lavoro molto inteso – spiega Giulia – ma anche ricco di soddisfazioni. A partire dalla fase post lockdown c’è stato un notevole incremento della domanda, dovuto al cambiamento nello stile di vita determinato dalla pandemia. Ma nonostante l’intensa attività non vogliamo perdere questa opportunità. È un’occasione importante per fare rete e promuovere la conoscenza e lo sviluppo del territorio. Proprio per questo motivo stiamo organizzando un gruppo di lavoro interno all’azienda per seguire i progetti di questo tipo”.


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Zanetti nella rete REbuilding network Grazie alle soluzioni per facciate in alluminio e vetro dell’azienda trentina, la rete arricchisce la sua proposta di valore per i segmenti residenziale, industriale, hospitality e ospedaliero.

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network, la rete italiana per la riqualificazione integrata degli edifici, ha di recente annunciato l’ampliamento della componente trentina della sua compagine a seguito dell’ingresso di Zanetti srl, azienda trentina produttrice di facciate continue in vetro e alluminio e di un’ampia gamma di rivestimenti esterni e serramenti, in ambito residenziale, industriale e commerciale. Zanetti si unisce alla già protagonista Habitech – Distretto Tecnologico Trentino per l’Energia e l’Ambiente, polo di eccellenza nazionale per l’innovazione e la sostenibilità in edilizia e al managing director trentino del network,

Claudio Cont. Un esempio virtuoso di network territoriale d’impresa che concretamente opera con un approccio integrato e sostenibile nel settore della riqualificazione. “Diamo il benvenuto e siamo lieti dell’ingresso di Zanetti, azienda perfettamente in linea con la nostra mission – ha affermato Cont –. Insieme a questa nuova realtà la rete arricchisce la sua proposta di valore per i segmenti residenziale, industriale, hospitality e ospedaliero, grazie alle sue soluzioni di facciate in alluminio e vetro che completano l’offerta integrata della rete”. “Con l’ingresso nella rete REbuilding network, la nostra impresa vuole rafforzare la propria presenza nel settore della riqualificazione integrata e sostenibile – spiega Alberto Zanetti, ceo dell’azienda trentina. Da 50 anni creiamo soluzioni con l’obiettivo di prolungare il ciclo di vita dell’involucro riducendone contestualmente il fabbisogno manutentivo. Ideazione, progettazione e know-how realizzativo combinati ad una continua ricerca di efficienza permettono di lavorare in sinergia con gli studi di progettazione superando le sfide tecniche e ambientali proposte, con un occhio attento alla sostenibilità. Tutti elementi che ritroviamo in pieno nella filosofia del network e degli altri soci”. REbuilding network ora si compone di otto aziende: Atag, Habitech, Harley&Dikkinson, iGuzzini, Panasonic, Saint-Gobain, Schneider Electric e Zanetti. Il valore aggiunto dell’approccio REbuilding network è il supporto a tutti gli operatori della filiera, nella realizzazione di interventi integrati in ambito riqualificazione, con garanzie sul raggiungimento di elevati livelli di efficienza energetica, comfort e di incremento di valore dell’immobile, con uno sguardo attento alla sostenibilità.

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2021: nuove opportunità per ripartire Trentino Export guarda a nuovi orizzonti puntando sui mercati di Stati Uniti, Russia, Turchia, Egitto e Brasile. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

IL 2020

è stato un anno difficilissimo per tutto il nostro territorio e anche questo inizio di nuovo anno, purtroppo, non ha portato alla sperata ripartenza economica sia a livello nazionale che internazionale. Trentino Export è stato costantemente al fianco delle imprese trentine sostenendone i propri processi di internazionalizzazione ed aiutandole ad approcciare al meglio i mercati internazionali. Il Consorzio oltre a puntare, come fatto nel 2020, ai mercati più vicini e tradizionali come quelli di lingua tedesca, per il 2021 focalizzerà i suoi obiettivi anche su Stati Uniti d’America, Russia, Turchia, Egitto e Brasile. Il cambio alla Presidenza degli Stati Uniti fa ben sperare in una riduzione o annullamento dei pesanti dazi che hanno colpito vari settori della nostra economia e questo potrebbe fungere da volano per una crescita di opportunità di business in Nord America, come è auspicabile allo stesso modo un allentamento delle sanzioni verso la Russia che potrebbero far ripartire le nostre esportazioni fortemente penalizzate in questi anni. Il Brasile, storicamente uno dei mercati di riferimento per Trentino Export, sta vivendo una situazione non facile, ma i trend di crescita delle importazioni ed

una riduzione per ora temporanea dei dazi doganali, fanno sperare che il Paese torni ad essere la locomotiva economica del continente Sudamericano. Turchia ed Egitto infine sono Paesi dalle grandissime potenzialità, toccati in maniera lieve dai danni economici causati dalla pandemia Covid19. Nei prossimi mesi saranno organizzate specifiche giornate di approfondimento su questi mercati grazie alla presenza, seppur virtuale, dei collaboratori di Trentino Export per questi Paesi. Il supporto professionale e personalizzato del team di Trentino Export consentirà alle imprese interessate a questi mercati di affrontare i rischi ed aprirsi a nuovi mercati con spalle più robuste. Per quanto riguarda invece gli ormai rodati progetti di penetrazione commerciale personalizzati, obiettivo è quello di renderli sempre maggiormente specifici per le aziende trentine. L’approccio del Consorzio sarà quello collaudato che ad una prima fase di sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri business to business, prevede un affiancamento delle aziende nella fase post B2B. Il supporto professionale e personalizzato del team di Trentino Export consentirà alle imprese di affrontare i rischi ed aprirsi a nuovi mercati con spalle più robuste.

Consulenze gratuite sul mercato russo e delle repubbliche ex sovietiche Trentino Export organizza per tutto il mese di febbraio 2021 incontri di consulenza online personalizzati e gratuiti rivolti alle imprese interessate al mercato russo e delle Repubbliche ex Sovietiche. Gli incontri avranno lo scopo di approfondire le opportunità di business e capire le problematiche inerenti la commercializzazione dei prodotti trentini in questa area. I paesi di riferimento saranno: Russia, Bielorussia, Ucraina, Kazakistan, Uzbekistan e Turkmenistan. Le aziende interessate sono pregate di contattare gli uffici di Trentino Export: Tel. 0461-931011 e-mail: zagonel@trentinoexport.it

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“Brexit means Brexit” Di seguito un estratto dello Speciale “Brexit Means Brexit” di Anisa Gjika, professionista del settore bancario internazionale e socia di Credimpex Italia, pubblicato da International Tools nel gennaio 2021.

ACCORDO

Regno Unito - Unione Europea sulla Brexit Il 24 dicembre 2020 Boris Johnson ha annunciato il raggiungimento dell’accordo con l’Ue in extremis. Dal 1° gennaio 2021 il Regno Unito è diventato a tutti gli effetti un Paese terzo (al pari, quindi, di Stati come Cina o Stati Uniti) e, di conseguenza, gli scambi commerciali dovranno rispettare tutte le formalità previste per i Paesi terzi, anche sotto il profilo bancario e doganale.

non subiranno variazioni, perché si continuerà ad applicare la legislazione Ue attualmente in vigore in ambito pagamenti. Rimanendo in area Sepa (Single Euro Payments Area), nulla cambierà nemmeno relativamente alle tempistiche di trasferimento dall’ordinante al beneficiario. Rimarranno invariate le condizioni di base, diritti e obblighi, che sono uniformi all’interno di tutti i paesi che compongono l’area unica in ambito di esecuzione e ricezione pagamenti in euro. Essendo però il Regno Unito uscito dall’Ue, le banDal lato bancario che non saranno più obbligate a trattare questi Cosa cambia sia per le banche che per i sog- bonifici come “domestici”, pertanto ci si attende getti residenti in ambito unionale, sulla base di una revisione delle condizioni tariffarie nel senquanto pubblicato dall’Associazione Bancaria so di bonifici esteri. italiana? I privati potranno continuare ad utilizzare, per Dal lato delle Dogane pagamenti e prelievi, una carta di pagamento L’accordo sulla Brexit “Eu-Uk Trade and Cooperaemessa da una banca italiana, purché abilitata al tion Agreement” ha permesso di evitare sia i dazi circuito internazionale, esattamente come prima. che i contingentamenti sulle quote di importaIl pagamento sarà soggetto a costi per cambio zione, a patto che le merci esportate rispettino le valuta, ma anche qui nulla di nuovo perché l’Uk regole di origine riportate al Titolo I, Capitolo 2, non ha mai adottato l’euro. Parte II dell’Accordo. Per trasferimenti di denaro il codice da utilizzare Sono stati introdotti controlli alla frontiera per sarà sempre l’Iban (International Bank Account espletare le necessarie pratiche doganali. Ai fini Number), trattandosi di un codice riconosciuto dell’esenzione tariffaria bisognerà, infatti, poter a livello internazionale che identifica in modo dimostrare l’origine preferenziale della merce e standardizzato il numero di conto. le verifiche in tal senso saranno a carico dell’auPer le aziende che hanno un conto aperto presso torità doganale della parte importatrice. una banca britannica operante in Italia, si dovrà Le tariffe saranno azzerate soltanto per quei beni ricevere informativa che indichi a quale sistema prodotti interamente nel Regno Unito o che abdei depositi la banca aderisce. Per chi opera in biano per lo meno subito sul suolo britannico transazioni commerciali con il Regno Unito, per- una sostanziale lavorazione. Lo stesso varrà, vimarrà il rischio di cambio, con la possibilità di ceversa, per l’Ue. tutelarsi con gli appositi strumenti bancari. Saranno, quindi, considerati originari i prodotLe commissioni sui pagamenti in euro a favore ti interamente ottenuti in uno degli stati dell’Ue del Regno Unito nell’immediato probabilmente o del Regno Unito, e lo saranno per definizione,

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tra le altre: gli animali; i prodotti minerari o botanici; i prodotti fabbricati utilizzando materiali originari o incorporando prodotti non originari ma che utilizzino determinate percentuali di componenti locali rispetto al totale prodotto finale. Al fine di mitigare l’impatto delle suaccennate regole, è prevista inoltre la possibilità di cumulo bilaterale: se un prodotto Ue verrà realizzato attraverso trasformazione o incorporazione utilizzando però materiale originario Uk, potrà essere considerato prodotto originario Ue, quindi trattato come tale negli scambi commerciali con i Paesi terzi. Ai fini dell’attestazione dell’origine della merce, un esportatore appartenente all’Ue dovrà essere registrato al sistema Rex. Per esportazioni di ammontare fino a 6.000 euro sarà tuttavia prevista la facoltà di riportare indicazioni sull’origine della merce direttamente in fattura. Ai fini della non applicazione dei dazi bisognerà invece indicare il numero identificativo individuato nel codice Eroi (Economic Operator Registration and Identification). Le dichiarazioni sul rispetto delle regole di origine dovranno chiaramente essere dimostrabili in qualunque momento. L’esportatore dovrà pertanto avere a disposizione tutte le informazioni necessarie inerenti ai suoi fornitori.

International Tools - case studies, problem solving and tools È una rivista on-line mensile, rivolta alle imprese, che affronta gli aspetti tecnici e procedurali connessi alle transazioni commerciali internazionali e ai mercati esteri relativi alla Contrattualistica, ai Crediti documentari, alle Garanzie, ai Pagamenti, agli Incoterms®, alla Dogana, alla Fiscalità, al Trasporto e ai Documenti per l’import-export. Vi intervengono i più autorevoli esperti specializzati nelle varie tematiche oggetto del mensile, coordinata da dr. Antonio di Meo. Progettata ed ideata da Antonio di Meo, capo redattore e referente scientifico della rivista. Per abbonarsi alla rivista, al costo annuale di euro 84,00 + iva 4%, si invita a compilare il Form al seguente link https://forms. gle/2YxCCpyqWDc4f4pC6. Per informazioni, si invita a contattare lo Studio Di Meo ai seguenti recapiti: Tel. 049 772924; E-mail. info@studiodimeo.com

Irlanda del Nord e Brexit Unica eccezione sarà l’Irlanda del Nord, per cui le regole non muteranno rispetto al pre-Brexit. L’Ulster di fatto continuerà a far parte del mercato comune europeo con il rischio che sia utilizzato come passaggio agevolato per quei beni che non avrebbero diritto all’azzeramento dei dazi se arrivassero nei Paesi Ue da Inghilterra o Scozia. Considerata quindi l’assenza di controlli alle frontiere per i beni che arriveranno dall’Irlanda del Nord verso i Paesi Ue, al fine di evitare rischi, i beni provenienti da Inghilterra o Scozia potrebbero subire a loro volta controlli per accedere al mercato dell’Irlanda del Nord.

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giovani

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Martina Togn alla guida del Pae Passa al Gruppo Giovani di Confindustria Trento, che lo aveva presieduto alla nascita, il testimone del coordinamento del Tavolo Piano d’Ambito delle categorie economiche. a cura del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento

"PROGETTI

rivolti allo sviluppo di iniziative dedicate ai giovani trentini, con l’obiettivo di stimolare la cultura sociale ed una cittadinanza responsabile e attiva”. Questo è stato il punto d’inizio per la nascita del Tavolo Piano d’Ambito delle categorie economiche creato per offrire occasioni di confronto e di dialogo ai ragazzi impegnati nel mondo della scuola e per favorire la diffusione di una forte cultura del lavoro, intesa quale strumento indispensabile per la realizzazione dell’individuo e per il suo proficuo inserimento nel tessuto sociale locale, nazionale ed internazionale. Il gruppo di lavoro composto da Confindustria Trento, dai rappresentanti dei Gruppi Giovani dell’Associazione Artigiani, della Federazione delle Cooperative, della Coldiretti, dell’Unione Commercio e dell’Associazione Albergatori, è stato il primo a divenire operativo, ma è stato presto affiancato da numerosi altri tavoli che, a partire da maggio 2005, hanno coinvolto tutte le Istituzioni locali e provinciali, le organizzazioni no profit, le associazioni e le altre forme aggregative operanti nei diversi contesti della società trentina. L’ampia adesione è stata frutto di un’importante azione di stimolo da parte dell’allora assessore all’Istruzione e Politiche Giovanili della Pat, Tiziano Salvaterra, che ha messo a disposizione competenze e risorse economiche per cofinanziare i progetti dei diversi tavoli, favorendo così l’aggregazione tra realtà eterogenee e contribuendo ad orientare le molteplici impostazioni dei vari interlocutori verso un comune obiettivo, a discapito delle diversità e delle divisioni formali che spesso sussistono tra Associazioni di categoria che tutelano interesse solitamente contrapposti. Il tavolo Piano d’Ambito delle categorie economiche ha avuto il Gruppo Giovani di Confindustria Trento, al tempo presieduto da Rocco Cristofolini, TRENTINOINDUSTRIALE.COM | DIC 2020-MAR 2021

quale ente promotore, fondatore e primo capofila (ruolo poi ricoperto a turno da tutte le Associazioni partecipanti) e, nei 15 anni successivi, ha sviluppato progetti ed iniziative di significativo valore per gli studenti ed i giovani del territorio, nel rispetto del principi e degli obiettivi fissati dall’Assessorato e condivisi da tutte le Associazioni di categoria, allo scopo di diffondere la “cultura d’impresa” e di favorire concretamente l’orientamento al lavoro di tutti i soggetti destinatari. Tali progetti sono stati ricordati ed approfonditi in occasione dell’evento pubblico “Pae: 15 anni insieme”, organizzato ad ottobre 2020 per celebrare il 15° anniversario di fondazione del gruppo di lavoro. Nel corso dell’incontro tutte le Associazioni hanno confermato il proprio impegno anche per futuro ed hanno ribadito la centralità degli obiettivi del tavolo, soprattutto in un contesto socio-economico divenuto estremamente complesso a causa dell’emergenza sanitaria. A partire da gennaio di quest’anno i Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, guidati dalla presidente Martina Togn, hanno “ereditato” nuovamente il “testimone” in qualità di ente capofila per il prossimo biennio e saranno quindi chiamati a stimolare e coordinare l’attività dei colleghi in uno spirito di collaborazione e condivisione. Il pensiero e l’augurio formulato dal vicepresidente di Confindustria Trento Rocco Cristofolini in occasione dell’evento celebrativo, è stato quello di continuare a sviluppare i valori originari del Piano d’Ambito, ponendo anche per il futuro l’obiettivo sui giovani del territorio in modo tale da portare le esperienze, le idee ed i principi che da sempre animano il mondo imprenditoriale anche fuori dalle singole associazioni, condividendoli con gli studenti e rendendoli così patrimonio anche delle nuove generazioni.



Palazzo Stella

Via Degasperi, 77 | 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 www.confindustria.tn.it info@confindustria.tn.it


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