Opere Mostra Rossini alla Scala

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Il basso Luigi Lablache in costume da Figaro The bass, Luigi Lablache, dressed as Figaro

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Introduzione Introduction Centocinquant’anni fa Gioachino Rossini si spegneva a Passy, oggi un quartiere di Parigi. Non c’è dubbio che il ‘cigno di Pesaro’ sia uno dei compositori più conosciuti di ogni tempo. Eppure, nonostante la sua immensa fama, la personalità artistica di Rossini è stata spesso fraintesa, tanto che ancora oggi sopravvivono stereotipi che non tengono conto dei suoi lati contraddittori. Un uomo affabile e spiritoso, ma allo stesso tempo riservato e malinconico; un artista che si è sempre proclamato uomo del Settecento nonostante la vera e propria riforma che le sue opere hanno rappresentato per la musica italiana ed europea di inizio Ottocento. Non esiste un modo semplice per comprendere l’enigma di Rossini, se non affidarsi alla sua musica; vale a dire, come lui stesso sosteneva, all’«atmosfera morale» in cui agiscono i personaggi dei suoi numerosi capolavori.

One hundred and fifty year ago, Gioachino Rossini died in Passy, today a district of Paris. There is no doubt that the “Swan of Pesaro” is one of the bestknown composers of all time. Yet, despite his high renown, Rossini’s artistic personality has often been misunderstood, to the extent that even today certain stereotypes survive that do not take into account his contrasting facets. He was indeed an affable, witty man, but at the same time reserved and melancholic; an artist who always claimed to be a man of the eighteenth century although his operas represented a moment of renewal on the Italian and European scenes of the nineteenth century. There is no simple means by which to understand the enigma that was Rossini, if not by listening to his music, or as he himself maintained, to the “moral atmosphere” in which the characters of his numerous masterpieces moved.


I cantanti rossiniani Rossini’s singers Molte parti rossiniane divenute leggendarie vengono concepite dal compositore pensando alle caratteristiche vocali di alcuni artisti come i tenori Giovanni David e Andrea Nozzari, il basso Filippo Galli e soprattutto il soprano Isabella Colbran, protetta di Barbaja nonché sua amante e, dal 1822, moglie di Rossini. Ma in generale a trionfare nelle opere del pesarese sono i più importanti cantanti dell’Ottocento: Rubini, Tamburini, Lablache, Garcia, la Malibran, la Pasta e la Grisi.

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Rossini conceived many of the parts that were to become legendary with the vocal characteristics of certain artists in mind. He wrote for the tenors, Giovanni David and Andrea Nozzari, the bass, Filippo Galli and, above all, the soprano, Isabella Colbran, who was Barbaja’s protégée and lover, and from 1822, Rossini’s wife. However, it was the greatest nineteenth century singers who triumphed in his operas: Rubini, Tamburini, Lablache, Garcia, Malibran, Pasta and Grisi.


Heinrich Schmidt (1740-1821) Ritratto della cantante Isabella Angela Colbran (1785-1845) Portrait of the singer Isabella Angela Colbran


A sinistra / Left Anonimo / Anonymous

Ritratto del cantante G. Battista Rubini (1794-1854) Portrait of the singer G. Battista Rubini A destra / Right Gioacchino Serangeli (1768-1852)

Ritratto della cantante Giuditta Pasta (1797-1865) Portrait of the singer Giuditta Pasta 44

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LA PIETRA DEL PARAGONE prima opera di Rossini alla Scala; the first of Rossini’s operas at La Scala; scenografia / set design Paolo Landriani

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AURELIANO IN PALMIRA scenografia / set design Paolo Landriani


Alessandro Sanquirico Alessandro Sanquirico, scenografo e architetto milanese, è una delle personalità teatrali più importanti dell’Ottocento, in particolare per la storia della Scala. I suoi allestimenti delle opere di Rossini, anche di quelle che non sono nate a Milano, rappresentano una tappa fondamentale per la loro diffusione. Nel 1830 si occupa del rinnovo delle decorazioni degli interni della Scala, sostituendo allo stile neoclassico del Piermarini lo stile Impero allora dominante.

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Alessandro Sanquirico was a Milan set designer and architect; he was also one of the most outstanding figures in the nineteenth-century theatre, and of particular importance in the history of La Scala. His designs for Rossini’s operas, including those which were not originally composed in Milan, represent a fundamental stage in the popularisation of the composer’s works. In 1830, he undertook the task of redecorating the interior of La Scala, replacing Piermarini’s neoclassical style with the then-fashionable Empire style.


TANCREDI scenografia / set design Alessandro Sanquirico


CIRO IN BABILONIA scenografia / set design Alessandro Sanquirico

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SEMIRAMIDE scenografia / set design Alessandro Sanquirico


Nicola Benois Nel corso degli anni Sessanta trionfano alla Scala due opere rossiniane dimenticate: Semiramide e L’assedio di Corinto. È l’inizio della ‘Rossini renaissance’. Per la scenografia Nicola Benois si rifà, come nucleo ideale, alle prime scaligere ottocentesche delle due opere, entrambe con scene di Alessandro Sanquirico, la cui «terrible imagination» celebrata da Stendhal ben si presta all’esotismo dei libretti. Ma la ricerca di Benois non è solo passiva: è un’interpretazione della tradizione in chiave moderna, sempre attenta al nesso tra l’opera e la sensibilità di quegli anni.

Beverly Sills

L’ASSEDIO DI CORINTO, 1969 regia / director Sandro Sequi, scene e costumi / set and costumes design Nicola Benois

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During the Sixties, two forgotten operas by Rossini triumphed at La Scala – Semiramide and L’assedio di Corinto – marking the beginning of the “Rossini renaissance”. The set designer, Nicola Benois, took as his ideal the two operas’ nineteenth-century débuts at La Scala: both had scenes designed by Alessandro Sanquirico, whose “terrible imagination” made famous by Stendhal was well-suited to the librettos’ exoticism. Yet, Benois’ research is not limited to merely passive imitation: his is an interpretation of tradition in a modern perspective, attentive to the link between the opera and the sensitivity of the time.




Joan Sutherland

SEMIRAMIDE, 1962 regia / director Margherita Wallmann, scene / set design Nicola Benois, costumi / costumes design Enrico Job


L’opera buffa La personalità di Rossini inizia a prendere forma con le sue opere comiche, che rappresentano l’ultima incarnazione della tradizione buffa, nata a Napoli e rimasta senza eredi dopo l’età d’oro di Paisiello e Cimarosa. Dalle brillanti farse giovanili, Rossini arriverà in poco tempo alle più mature commedie sentimentali, fino alla fascinosa ambiguità dell’ultima sua opera di questo genere: Le comte Ory, composta a Parigi nel 1828.

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Rossini’s personality began to emerge with his comic operas, which represent the final incarnation of the opera buffa tradition of Neapolitan origins, which, after the golden age of Paisiello and Cimarosa, had been left without an heir. Following the brilliant farces of his younger years, Rossini’s work rapidly developed into the more mature sentimental comedies and culminated in the fascinating ambiguity of his last opera in this style, Le comte Ory, composed in Paris in 1828.


LA PIETRA DEL PARAGONE, 1959 regia / direction Eduardo De Filippo, scene / set design Mario Chiari, costumi / costumes design Maria De Matteis


IL SIGNOR BRUSCHINO, 1957 regia / director Sandro Bolchi, scene e costumi / set and costumes design Pier Luigi Pizzi

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Maria Callas, Nicola Rossi Lemeni

IL TURCO IN ITALIA, 1955 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Franco Zeffirelli

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Michele Pertusi, Alfonso Antoniozzi, Roberto de Candia

IL TURCO IN ITALIA, 1997 regia / director Giancarlo Cobelli, scene e costumi / set and costumes design Paolo Tommasi

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Graziella Sciutti, Gianni Oncina

IL CONTE ORY, 1958 regia / director Orazio Costa, scene / set design Valeria Costa Piccinini, costumi / costumes design Maria De Matteis

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Ewa PodlesĚ , Mariella Devia, Cecilia Bartoli LE COMTE ORY, 1991 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Pier Luigi Pizzi


LE COMTE ORY, 2014 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Laurent Pelly

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La trilogia comica The comic trilogy La trilogia comica, che rappresenta la vetta della produzione buffa di Rossini, si compone di capolavori tra loro molto diversi. Se L’italiana in Algeri è un’opera puramente buffa, con passaggi di calcolatissima ebbrezza musicale, Il barbiere di Siviglia è un titolo più raffinato ed elegante, con una fonte letteraria del livello di Beaumarchais, mentre ne La Cenerentola si assiste a un’evoluzione psicologica della protagonista che sembra anticipare i drammi sentimentali di Vincenzo Bellini.

Qui e alle pagine seguenti Here and on the following pages

Paolo Montarsolo, Teresa Berganza

L’ITALIANA IN ALGERI, 1973 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Jean-Pierre Ponnelle 70

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The comic trilogy, which represents the peak of Rossini’s buffa production, is composed of masterpieces that are all very different from one another. If L’italiana in Algeri is definitely an opera buffa, with calculatedly exhilarating musical pieces, Il barbiere di Siviglia is a more refined, elegant title, based on a high-level literary source that was Beaumarchais’ play, while La Cenerentola displays a psychological evolution of the character that is apparently a forerunner of Vincenzo Bellini’s sentimental dramas.





L’ITALIANA IN ALGERI, 1933 regia / director Mario Frigerio, scene / set design Edoardo Marchioro, costumi / costumes design Caramba

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Mario Petri, Giulietta Simionato L’ITALIANA IN ALGERI, 1953 regia / director Corrado Pavolini, scene e costumi / set and costumes design Franco Zeffirelli

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Teresa Berganza

IL BARBIERE DI SIVIGLIA, 1969 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Jean-Pierre Ponnelle

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A sinistra / Left IL BARBIERE DI SIVIGLIA, 1952 regia / director Carlo Piccinato, scene e costumi / set and costumes design Mario Vellani Marchi A destra / Right IL BARBIERE DI SIVIGLIA, 1916 scene / set design Antonio Rovescalli, costumi / costumes design Giuseppe Palanti

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Fiorenza Cossotto

IL BARBIERE DI SIVIGLIA, 1964 regia / director Franco Enriquez, scene e costumi / set and costumes design Giulio Coltellacci

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IL BARBIERE DI SIVIGLIA, 1999 regia / director Alfredo Arias, scene / set design Roberto Plate, costumi / costumes design Franรงoise Tournafond



Fernanda Cadoni, Dora Gatta, Giulietta Simionato LA CENERENTOLA, 1954 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Franco Zeffirelli


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LA CENERENTOLA, 1946 regia / director Giulia Tess, scene / set design Gino Sensani



Rolando Panerai, Giuliana Tavolaccini, Renzo Casellato, Laura Zanini LA CENERENTOLA, 1964 regia / director Giorgio De Lullo, scene e costumi / set and costumes design Pier Luigi Pizzi


Lucia Valentini Terrani, Luigi Alva

LA CENERENTOLA, 1973 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Jean-Pierre Ponnelle

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Il viaggio a Reims Una delle riscoperte rossiniane più importanti del secolo scorso non riguarda un’opera vera e propria, ma una cantata d’occasione, Il viaggio a Reims, composta nel 1825 per l’incoronazione di Carlo X e poi dimenticata, anche se diversi brani saranno riutilizzati per Le Comte Ory. Una volta ricostruita la partitura, nel 1984 Claudio Abbado esegue l’opera al Festival di Pesaro in una storica messinscena di Luca Ronconi con scene di Gae Aulenti, ripresa alla Scala l’anno seguente. Si tratta di un’opera senza trama, in cui al regista è richiesta la sfida di costruire una drammaturgia quasi dal nulla. Del resto non mancano altri esempi di cantate sceniche, feste musicali e pastiches nella produzione di Rossini: da Ivanhoé a Le nozze di Teti, e di Peleo.

Chris Merritt, Katia Ricciarelli, Lucia Valentini Terrani

IL VIAGGIO A REIMS, 1985 regia / director Luca Ronconi, scene e costumi / set and costumes design Gae Aulenti

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One of the most important rediscoveries of the last century was not an opera proper by Rossini, but a cantata – Il viaggio a Reims – which had been composed in 1825 for the coronation of Charles X. Although it had been forgotten, a number of passages were re-used for Le comte Ory. Once the score had been reconstructed, Claudio Abbado conducted it at the Festival of Pesaro (1984) in a momentous production by Luca Ronconi with sets by Gae Aulenti, which was then taken to La Scala the following year. It is an opera without a plot, in which the director is required to conjure up a play almost from nothing. There are indeed other examples of cantatas, pastiches and musical masquerades among Rossini’s works, which range from Ivanhoé to Le nozze di Teti, e di Peleo.



L’opera seria È probabilmente nell’opera seria che Rossini lascia il segno più importante per lo sviluppo della musica successiva. Opere come Otello, Mosè in Egitto, La donna del lago, Maometto II, Semiramide – alcune delle quali tratte da fonti letterarie del calibro di Voltaire, William Shakespeare e Walter Scott –, sono tra i più alti esempi di quella che si può considerare una riforma dell’opera italiana: i pezzi d’insieme acquistano pari importanza rispetto alle arie soliste e le forme musicali si espandono ben oltre i confini originari dell’opera seria metastasiana. L’ultimo capolavoro di Rossini è anche l’unico suo esempio di opera romantica: Guillaume Tell, tratto da un dramma di Friedrich Schiller. Dopo il Tell, il compositore interrompe la sua produzione teatrale, quasi come segno di rifiuto della nuova realtà che lo circonda.

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The most significant mark left by Rossini on the development of music probably comes with his serious opera. Works such as Otello, Mosè in Egitto, La donna del lago, Maometto II, Semiramide – some of which were based on great literary works by Voltaire, William Shakespeare and Walter Scott – are among the highest expressions of what may be considered a reformation of Italian opera. The ensemble parts acquire equal importance with the solo arias, and the musical forms expand beyond the boundaries of serious opera as laid down by Metastasio. Guillaume Tell, taken from a play by Friedrich Schiller, was Rossini’s final masterpiece and his only romantic opera. After this work, the composer stopped writing for the theatre, almost as if he were rejecting the new reality around him.


GUGLIELMO TELL, 1899 scene / set design Carlo Ferrario


MOSĂˆ, 1965 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Piero Zuffi

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A sinistra / Left MOSĂˆ, 1958 regia / director Mario Frigerio, scene e costumi / set and costumes design Nicola Benois A destra / Right

Evghenij Nesterenko

MOSĂˆ, 1979 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Luciano Damiani 100

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Giuseppe Filianoti, Erwin Schrott

MOĂ?SE ET PHARAON, 2003 regia / director Luca Ronconi, scene / set design Gianni Quaranta, costumi / costumes design Carlo Diappi

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GUGLIELMO TELL, 1988 regia / director Luca Ronconi, scene / set design Gianni Quaranta, costumi / costumes design Vera Marzot

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Luciana D’Intino

TANCREDI, 1993 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Pier Luigi Pizzi


Samuel Ramey

MAOMETTO II, 1994 regia, scene e costumi / director, set and costumes design Pier Luigi Pizzi

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Juan Diego Flรณrez, Joyce DiDonato, Daniela Barcellona

LA DONNA DEL LAGO, 2011 regia / director Lluis Pasqual, scene / set design Ezio Frigerio, costumi / costumes design Franca Squarciapino

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OTELLO, 2015 regia, scene e costumi / director, set and costumes design JĂźrgen Flimm


LA GAZZA LADRA, 2017 regia / director Gabriele Salvatores, scene e costumi / set and costumes design Gian Maurizio Fercioni

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Giulietta Simionato LA CENERENTOLA, 1954 regia, scene e costumi / director, set and costumes design

Franco Zeffirelli


Maria Callas IL TURCO IN ITALIA, 1955

regia, scene e costumi / director, set and costumes design

Franco Zeffirelli


Š Proprietà artistica e letteraria riservata Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani 2018 ISBN 978-88-12-00712-7




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