Gli effetti collaterali della marijuana

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Gli effetti collaterali della marijuana Spesso viene chiamata erba, dato che la marijuana si ottiene da una pianta. Questo non la rende affatto innocua: come molte sostanze del tutto naturali, è tossica e causa pesanti effetti collaterali. La marijuana si è diffusa sempre di più da quando, negli anni '60, il consumo di droghe ha cominciato a entrare nella cultura giovanile. Ora i ragazzi degli anni '60 sono genitori, nonni, elettori e politici. Oggi i giovani, e persino gli adulti, affermano che la marijuana è sostanzialmente innocua, se non benefica, e così è rappresentata nell'intrattenimento: film, serie tv, talk show, ecc. non mancano mai di strizzare l’occhio a questa droga. Ma quali sono i fatti sulla cannabis? Molte persone affermano che la cannabis è un'erba naturale relativamente benigna, meno dannosa dell'alcool o del tabacco. Tuttavia contiene molte delle stesse sostanze chimiche cancerogene che si trovano nel tabacco. La quantità di catrame e monossido di carbonio inalata da coloro che fumano marijuana è da tre a cinque volte maggiore rispetto ai fumatori di tabacco. E, a differenza dell'alcool, dove l'etanolo viene eliminato entro poche ore, i residui di marijuana possono rimanere nel corpo per settimane. L'uso di marijuana può anche danneggiare seriamente la salute respiratoria e cardiovascolare, causando tosse cronica, respiro affannoso e bronchite. Fumare una quantità relativamente piccola di marijuana ha un impatto simile al fumare cinque/sette sigarette, una dopo l'altra. E non si può negare che la cannabis colpisca la mente, questo è il suo scopo! La droga può influenzare la concentrazione, l'attenzione e l'apprendimento fino a 24 ore. Uno studio dell'Università dell'Iowa ha dimostrato che le persone che hanno assunto marijuana hanno spesso mostrato deficit di capacità matematiche ed espressione verbale. Hanno anche mostrato menomazioni nel recupero della memoria e nelle attitudini mentali. Gli animali trattati con marijuana in studi scientifici hanno subito danni strutturali al cervello. Come altri allucinogeni, la cannabis interrompe il flusso dei neurotrasmettitori chimici nel cervello. Il suo uso può portare ad un aumento dell'ansia, attacchi di panico, depressione e altri problemi di salute mentale. Uno studio ha dimostrato che i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni che fumano marijuana ogni settimana, hanno tre volte più probabilità di avere pensieri suicidi rispetto ai chi non la usa. Ricerche recenti hanno dimostrato come il rischio di depressione grave sia quadruplo per chi fuma cannabis. Gli scienziati svedesi hanno anche trovato un legame tra l'uso di marijuana e un aumentato rischio di sviluppare la schizofrenia. A lungo termine, chi si fa di cannabis rischia di triplicare la probabilità di abuso o dipendenza da droghe illecite, scarso rendimento scolastico, deficit cognitivi, danni ai polmoni, lesioni al cervello e altre anomalie cerebrali simili a quelle causate dall'abuso a lungo termine di altre droghe. Molte persone credono che il consumo di cannabis non dia dipendenza. Ma l'uso può portare alla dipendenza e chi ne fa un uso pesante ha mostrato sintomi di astinenza che includono aumento dell'aggressività, irritabilità, ansia e insonnia. L'uso di marijuana può deformare la struttura degli spermatozoi e causare sterilità temporanea negli uomini. Può turbare il ciclo mestruale di una donna ed è una delle poche droghe che creano una divisione cellulare anomala con conseguenti gravi difetti ereditari. Colpisce anche direttamente il sistema immunitario, riducendo la resistenza alle malattie comuni. L'uso della marijuana inoltre allenta le inibizioni, dato che chi la fuma perde il controllo della sua mente; questo porta a comportamenti sessuali più rischiosi. Questo causa indirettamente una miriade di problemi


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