Note a Margine, n. 2 settembre 2020

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note amargine

Archivio CCM © Pino Meo, Sud Sudan

BURUNDI

ETIOPIA

K E NYA

SOMALIA

SUD

SUDAN

UGANDA

ITALIA

La costruzione di una nuova “casa comune” di UGO MARCHISIO - Presidente del Comitato Collaborazione Medica CCM

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are amiche, cari amici, nell’ultima riunione di Consiglio del 21 luglio 2020 il CCM ha preso una decisione storica che andava maturando da mesi: un progetto di fusione con Amref Health Africa, affinché il nostro modo di fare buona cooperazione possa continuare a lungo in questo mondo che ha ancora tanto bisogno di un aiuto virtuoso e responsabile. Correva l’anno 1978 quando mi laureai in Medicina con l’idea di dedicare le mie risorse professionali, almeno in parte, alle popolazioni più diseredate del pianeta. Il CCM aveva già 10 anni ed ero affascinato dalle sue figure di spicco, in particolare dal Dr. Pino Meo, con la sua predilezione per le situazioni “estreme” di bisogno e la chirurgia sotto gli alberi di un Sud Sudan in guerra. Il CCM era allora un gruppo di volontari autogestito, di professionisti sanitari che direttamente esercitavano e trasferivano le loro competenze presso singole realtà africane particolarmente bisognose. Il CCM è poi cresciuto fino a diventare, oggi, una vera e propria agenzia

n° 2 • SETTEMBRE 2020 www.ccm-italia.org

di sviluppo no profit, orientata soprattutto all’empowerment della salute attraverso le risorse locali professionali, umane e di comunità. Seguendo il motto “Curiamo chi cura”, il CCM ha assunto una struttura più complessa, affidandosi a professionisti della cooperazione con un supporto da parte di operatori sanitari qualificati. L’organizzazione negli anni è divenuta sempre più solida e sviluppata sia a Torino che nelle sedi periferiche e il volume di attività si è fatto sempre più consistente (oltre 8 milioni di euro di bilancio annuo nel 2019). Parallelamente però abbiamo dovuto affrontare un problema strutturale di sostenibilità: tutte le nostre energie e i nostri sforzi sono stati orientati al contenere le spese di gestione e al sostenere l’onere del cofinanziamento necessario per l’accesso alle sovvenzioni istituzionali esterne, cresciuto ormai a livelli insostenibili per la realtà associativa volontaristica della base CCM. Il progetto di fusione con Amref Health Africa si inserisce in questa difficile situazione. Costituisce, infatti,

un sostegno forte alla sostenibilità del CCM, che ci permetterà di essere più incisivi nelle azioni di rafforzamento dei sistemi sanitari locali, nel lavoro con le comunità, contribuendo alla riduzione della frammentazione che contraddistingue fortemente il settore della cooperazione internazionale. Amref Health Africa fu la prima ONG di cooperazione internazionale con sede centrale in Africa (Nairobi-Kenya), ha più di 60 anni di storia e iniziò la sua attività nell’Africa Orientale con i mitici “Flying Doctors”. Abbiamo scelto di unirci ad Amref e di iniziare nel corso del 2020 un graduale percorso di avvicinamento e integrazione con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico e stabile negli anni a venire. Siamo convinti che l’anima del CCM possa migrare e continuare a vivere intatta in un altro corpo, in un’altra struttura e organizzazione, come la filosofia indù e buddhista insegnano che avvenga per tutti gli esseri viventi. Arrivederci quindi a tutti nella nostra nuova “casa comune” che sarà la Fondazione Amref Health Africa-CCM!

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, NO/CUNEO PERIODICO DI INFORMAZIONE del Comitato Collaborazione Medica • REDAZIONE E DIREZIONE via Ciriè 32/E 10152 Torino • Referente di redazione Chiara Maggi • IMPAGINAZIONE E STAMPA GRAPH ART, Manta (CN) • ISCRIZIONE al R.O.C. n. 25800 del 28/07/2015


IL CAMBIAMENTO

IN AFRICA

Chi è Amref Health Africa in Italia del settore Fundraising e Comunicazione di Amref

all’acqua pulita e all’igiene, sulla lotta alle epidemie e sulla formazione di professionisti in ambito sanitario.

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mref è più che una voce in Africa. È azione: atti di compassione, di intelligenza, che perseguono obiettivi. Ha appreso come si può migliorare veramente la salute in Africa chiedendo direttamente agli africani cosa fare e come farlo al meglio”. Motivazione conferimento ad Amref Health Africa del “Bill and Melinda Gates Award” per la salute globale, 2005. Amref Health Africa è la più grande organizzazione sanitaria africana senza fini di lucro che interviene nella regione sub-sahariana dal 1957, anno in cui è stata fondata a Nairobi, in Kenya.

operatori sanitari, Amref è in grado di raggiungere, assistere e curare ogni anno 10 milioni di beneficiari.

In Italia Amref è operativa dal 1987 e si è distinta da subito per la scelta di adottare una comunicazione positiva dell’Africa, capace di superare gli stereotipi che la dipingevano come una terra inerme e priva di prospettive. L’obiettivo era ed è, quindi, raccontare l’Africa delle persone, della società civile e delle istituzioni locali, impegnate con serietà e dedizione nella lotta contro la povertà e le ingiustizie sociali per l’affermazione universale dei diritti umani. Le azioni condotte per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana rispetto a questi temi tendono perciò a ribaltare il classico schema Nord-Sud del mondo, per incentivare la creazione di una società collaborativa e inclusiva, capace di esaltare le reciproche potenzialità.

Grazie al suo network e alle sedi dislocate, oltre che in Africa, anche in Europa, Stati Uniti e Canada, riesce annualmente a portare avanti tra i 150 e gli oltre 170 progetti in 35 paesi del continente africano. Similarmente al CCM, le attività si concentrano sulla salute e la protezione dell’infanzia, sulla tutela della salute femminile e l’empowerment delle donne, sulla garanzia dell’accesso

La naturale unione di intenti e di valori con il CCM prenderà forma concreta grazie al processo di fusione delle due realtà. Quello che ne nascerà sarà un’organizzazione ancora più solida, capace di amplificare il proprio impatto sui territori. Insieme saremo in grado di raggiungere più donne, uomini e bambini, assicurando loro un diritto umano fondamentale: la salute.

In principio, tre medici occidentali con la passione per il volo, diedero avvio al servizio dei Flying Doctors, i Dottori Volanti che portavano salute nelle aree più remote del continente africano effettuando le loro missioni a bordo di speciali aero-ambulanze. Oggi lo staff di Amref è composto per oltre il 90% da operatori, medici, infermieri e ostetriche locali e al servizio degli aeromobili si sono aggiunte decine di altre attività. Grazie alla gestione di centri sanitari, alle unità mobili su strada, agli strumenti tecnologici, come i telefoni cellulari usati per la formazione a distanza di 2


IL CAMBIAMENTO

IN AFRICA

Fusione Amref - CCM: un nuovo percorso condiviso del settore Fundraising e Comunicazione di CCM e Amref

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el corso del 2020, Amref Health Africa Italia e CCM - Comitato Collaborazione Medica hanno iniziato un graduale percorso di avvicinamento e integrazione mirato a potenziare l’impatto e l’efficacia degli interventi portati avanti da entrambe, in Africa e in Italia. Da questa volontà di fare sempre meglio e di raggiungere nuovi traguardi, ha preso avvio un processo di fusione che porterà alla fine dell’anno a unire le forze e mettere in campo le rispettive competenze, risorse, strumenti e relazioni. Questo ci permetterà di essere più incisivi nell’azione di rafforzamento dei sistemi sanitari locali e nel lavoro con le comunità, contribuendo anche alla riduzione della frammentazione che contraddistingue fortemente il settore della cooperazione internazionale in Italia. La condivisione di valori e idee si tradurrà in un fatto semplice ma centrale: insieme saremo in grado di raggiungere, con interventi di qualità, un numero maggiore di beneficiari. Perché abbiamo scelto di intraprendere questo percorso? Perchè siamo due organizzazioni sanitarie che da più di 50 anni tutelano e promuovono il diritto alla salute con un approccio globale, affinché l’accesso ai servizi sanitari sia garantito anche alle persone che vivono nelle zone più remote dell’Africa.

le popolazioni, il personale locale e i sistemi sanitari pubblici, con l’obiettivo di realizzare miglioramenti a lungo termine. Lavoriamo con tenacia per un’unica vision: un mondo in cui la salute sia un diritto universalmente riconosciuto, esercitato e garantito in modo equo e duraturo.

In un momento in cui il settore della cooperazione internazionale è sempre più frammentato, è estremamente difficile occuparci dei nostri beneficiari da soli. Questa fusione, in un periodo storico segnato da un’emergenza sanitaria globale, dimostra che il motto tanto Ci rivolgiamo entrambi alle persone più povere diffuso in questi mesi, “restiamo uniti”, non del mondo, operando in contesti fragili e è un semplice slogan. Metterci insieme marginalizzati, coinvolgendo attivamente significa provare davvero a fare di più e a farlo meglio, perché ci permette di essere più forti, di ampliare Sabato 5 settembre si è tenuta l’assemblea straordinaria del l’impatto delle nostre CCM: 64 soci si sono finalmente riuniti dopo mesi di lockdown, azioni, ma soprattutto alcuni di persona negli spazi di via Lombroso e altri attraverso di dare maggiore il collegamento da remoto. Il principale punto all’ordine del voce alle persone a giorno era l’approvazione del progetto di fusione con Amref. I soci hanno condiviso opinioni e spunti di riflessione, chiedendo cui ci rivolgiamo, con approfondimenti e delucidazioni sul futuro che ci aspetta. Al particolare attenzione termine della discussione, si è svolta la votazione ufficiale alla a donne, bambini e presenza del notaio: 62 favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto. adolescenti, in Africa e Qualche giorno dopo, martedì 8 settembre, si è tenuta anche in Italia.

L’INIZIO DI UN NUOVO PERCORSO

l’assemblea straordinaria di Amref, durante la quale si è votato positivamente per la nascita della nuova fondazione. Il prossimo passaggio è la trascrizione delle decisioni da parte delle prefetture di Torino e Roma, poi potremo davvero considerare la fusione una realtà! Grazie a tutti i soci CCM per la bella partecipazione all’assemblea e per il sostegno in questo lungo percorso... siamo pronti per iniziarne un altro!

Identità, valori e approcci condivisi. “Siamo africani per DNA”. I protagonisti del cambiamento sono i beneficiari stessi 3

degli interventi e circa il 98% del personale che lavora con CCM e Amref in Africa è africano. “Perché siano gli Africani, ogni giorno, a prendersi cura dell’Africa”. Crediamo inoltre, fortemente, che sia indispensabile mantenere vivo l’impegno anche in Italia e in Europa, per promuovere idee per un mondo più attento a uno sviluppo sostenibile ed equo, in cui il diritto alla salute per i più vulnerabili sia anche qui effettivo e tutelato. I progetti del CCM proseguiranno? In Italia e nei Paesi in cui il CCM è attivo da decenni, i progetti, le attività, le strategie legate alla promozione della salute continueranno con più forza perché si andranno ad integrare con le azioni sviluppate da Amref nei suoi territori di riferimento, così come si integreranno lo staff e le persone che in questi anni hanno affrontato le sfide del CCM. La nuova realtà che andremo a creare insieme continuerà a dedicarsi allo sviluppo di azioni di informazione, sensibilizzazione e advocacy volte al coinvolgimento consapevole e partecipato delle comunità e delle realtà locali, promuovendo politiche eque e solidali. Non si fermerà, ma anzi diventerà ancora più intenso, il lavoro di affiancamento e formazione di operatori sanitari e di comunità, affinché questi “professionisti della salute” siano in grado di curare e assistere adeguatamente le fasce più vulnerabili della popolazione, anche nelle situazioni di maggiore povertà e disagio. In altre parole, continueremo a portare salute e ad aiutare chi si occupa di salute.


IL CAMBIAMENTO

IN AFRICA

Si rafforza il nostro impegno nella lotta alla mortalità materno infantile in Africa del Settore Progetti Internazionali di CCM

Archivio CCM © Angel Ballesteros, Kenya 2019

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a salute materno-infantile è uno dei settori in cui il CCM ha sempre concentrato maggiormente le proprie energie. Le diseguaglianze di salute sono maggiori nei primi 1000 giorni di vita del bambino, durante i quali sarebbero sufficienti provvedimenti di prevenzione e cure a basso costo per fare la differenza. Ogni anno nel mondo molte donne muoiono di parto o nei giorni immediatamente successivi per complicazioni relative alla gravidanza. Nel 2018, ci sono stati 295.000 decessi. Il 94% di queste morti hanno avuto luogo nei paesi a basso reddito e la maggior parte di essere erano facilmente evitabili. Per i bambini al di sotto dell’anno di età si ripete lo stesso scenario: nel 2018, sono morti 5,3 milioni di bambini con età inferiore ai 5 anni, di cui la metà nel primo mese di vita. In Africa subsahariana un bambino con età inferiore a 5 anni rischia di morire 15 volte di più di un coetaneo europeo. Queste morti

sono in gran parte prevenibili con interventi semplici, come le vaccinazioni di base, alimentazione equilibrata, acqua pulita, prevenzione della malaria. Nel 2019, lavorando con le autorità sanitarie locali e con le comunità, abbiamo cercato di raggiungere tutti, anche i villaggi più isolati. Abbiamo fornito assistenza al parto e visite prenatali, campagne di vaccinazione per mamme e bambini, somministrazione di vitamina A e integratori come Ferro e Vitamina B12; abbiamo distribuito zanzariere trattate con insetticida e svolto trattamenti antimalarici intermittenti alle donne in gravidanza. Abbiamo formato le comunità locali sulla prevenzione, sulla pianificazione familiare e sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, migliorando anche le competenze degli operatori sanitari sul territorio con corsi ad hoc. La presenza per molti anni nella stessa zona geografica ci ha consentito di 4

aumentare la fiducia delle comunità locali e delle autorità sanitarie nei nostri confronti. Tutte le attività svolte hanno contribuito a ridurre in maniera significativa la mortalità materna e infantile nelle zone d’intervento. Questo prezioso bagaglio di esperienze lo portiamo in Amref per progettare nuove sfide e nuovi progetti a lungo termine. Saremo ancora più incisivi nel garantire l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva tra gli adolescenti, i giovani e le donne attraverso il potenziamento dei centri sanitari e la promozione di opportunità socio-economiche tra le donne. Rivolgeremo sempre più le nostre energie a rafforzare le capacità del personale sanitario e degli ospedali remoti coinvolti al fine di migliorare la qualità delle cure a tutela della salute, fornendo formazione, interventi chirurgici e visite mediche gratuite, in particolare per la riparazione della fistola ostetrica.


IL CAMBIAMENTO

IN AFRICA

EMERGENZA COVID-19

Il nostro impegno in Sud Sudan del Settore Progetti Internazionali di CCM

personale sanitario (mascherine, guanti, grembiuli) e materiali per la sanificazione degli ambienti (disinfettanti, stracci, …). Sono state organizzate numerose formazioni rivolte a operatori sanitari, supervisori e volontari di comunità su come proteggere se stessi dal contagio durante il lavoro, come limitare la diffusione del virus nei centri di salute e nelle comunità, come riconoscere i sintomi del Covid-19 e come curare i pazienti contagiati. Ai volontari di comunità sono stati inoltre distribuiti poster e materiali per la sensibilizzazione.

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primi casi di Covid-19 in Sud Sudan sono stati confermati nei primi giorni di aprile, arrivando ai 2,036 casi e 38 decessi registrati alla fine di giugno. L’inefficienza del sistema sanitario nazionale è la maggiore difficoltà che il Sud Sudan deve affrontare per fermare l’epidemia, perché il numero di respiratori, ventilatori e posti letto è molto limitato. I tamponi vengono rilevati solo nella capitale Juba e questo rende incerto il numero di casi positivi reali.

Durante la formazione organizzata durante il mese di maggio presso l’Ospedale di Tonj hanno partecipato anche 5 dipendenti del Ministero della Salute, 8 del Dipartimento della Salute delle 2 contee di Tonj East e South. Si è parlato della diffusione a livello mondiale e delle modalità d’insorgenza, di diffusione e di frequenza della malattia in rapporto alle condizioni dell’organismo, dell’ambiente e della popolazione. Il CCM ha infine realizzato un talk show e 3 spot pubblicitari tradotti in 4 lingue per diffondere messaggi sull’importanza del corretto e frequente lavaggio delle mani e del distanziamento sociale.

Il governo ha diffuso tempestivamente una campagna di informazione, supportato dall’azione delle organizzazioni presenti in loco. L’intervento del CCM è quindi proseguito lungo i suoi due assi tradizionali: la formazione del personale sanitario e dei volontari di comunità e la sensibilizzazione e le cure a livello comunitario. A questi si aggiunge il miglioramento dei servizi WASH (acqua, igiene) per facilitare la prevenzione del contagio. Durante questi mesi di emergenza il CCM ha dotato i centri sanitari di postazioni per il lavaggio delle mani con taniche per l’acqua posizionate su treppiedi, sapone, detergente per le mani, dispositivi di protezione individuale per il

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IL CAMBIAMENTO

IN ITALIA

Il nostro impegno in Italia

Emergenza Covid-19 in Italia

Dai risultati nel 2019 alle prospettive future

La nostra attenzione alle fasce vulnerabili durante l’emergenza

del Settore Progetti Italia di CCM

del Settore Progetti Italia di CCM

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’impegno del CCM in Italia nel 2019 si è concentrato nei tre settori tradizionali di intervento: il diritto alla salute delle fasce vulnerabili, la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori sociosanitari e l’educazione alla cittadinanza globale (ECG) con un focus particolare sulla salute. Abbiamo realizzato 14 iniziative, raggiungendo oltre 3.000 beneficiari.

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Con i migranti e le persone senza fissa dimora sono state condotte attività di rafforzamento delle competenze di salute (empowerment) con l’obiettivo di metterli nelle condizioni di esercitare un maggior controllo sulla propria salute. Attraverso la gestione di 2 punti di ascolto e orientamento sanitario, sessioni di educazione sanitaria e attività di rete, il CCM ha lavorato per migliorare gli itinerari di cura delle persone vulnerabili, sia italiane che straniere.

o R-esisto in strada”, il progetto di emergenza a cura di CCM, World Friends e AMMI per contrastare l’epidemia Covid-19, ha permesso di fornire assistenza socio-sanitaria in strada alle persone senza fissa dimora di Torino attraverso attività di outreach, garantendo loro ascolto, prevenzione e distribuendo farmaci da banco e kit igienici. Questi ultimi sono stati in particolar modo apprezzati dai beneficiari perché composti da beni di prima necessità come asciugamano, carta igienica, fazzoletti, mascherina, gel disinfettante, sapone, mutande, calzini, salviette umidificate e il manuale redatto dalle due organizzazioni sulle modalità di prevenzione del Covid-19, il tutto raccolto in uno zainetto. L’assistenza si è concretizzata anche attraverso un servizio di supporto telefonico gestito da personale medico volontario e rivolto agli operatori delle strutture di accoglienza diurna e notturna, mense, distribuzione viveri e vestiario, in modo da poter continuare l’erogazione dei servizi fondamentali pur aiutando la messa in sicurezza di tutti.

A scuola e nei luoghi di aggregazione di Torino e provincia, abbiamo lavorato con gli adolescenti per contrastare la discriminazione e promuovere relazioni sane con l’altro e con la diversità.

Abbiamo raggiunto più di 300 persone incontrandoli nelle mense, nei dormitori, nei bagni pubblici e nelle zone con aggregazioni spontanee, distribuendo in totale 326 kit. Alcune attività di outreach sono state organizzate in collaborazione con il servizio BOA Urbana Mobile.

Attraverso il Corso di Salute Globale, i convegni scientifici, le formazioni in università e l’aggiornamento degli operatori, il CCM ha contribuito a divulgare i principi del diritto alla salute per tutti e a fare advocacy contro le diseguaglianze in salute.

Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando “Insieme andrà tutto bene” per il contrasto degli effetti del COVID-19.

Il percorso di fusione con Amref Health Africa - Italia ci permette di rafforzare gli ambiti di intervento in cui operiamo e di proseguire il nostro impegno con le comunità, le strutture pubbliche e del terzo settore, le cooperative e i privati, per lo sviluppo di progetti di salute comunitaria. In Italia Amref si conferma protagonista nelle attività di networking e coordinamento a livello nazionale per la presa in carico di soggetti fragili quali bambini, adolescenti, donne. Attraverso la sua attività di rete, il confronto e il dialogo con le istituzioni ha reso possibile la promozione e il consolidamento da parte del Sistema Sanitario Nazionale di un’offerta di servizi dedicati alle fasce più vulnerabili, con particolare attenzione alle comunità migranti. Lo sviluppo di un percorso di presa in carico formalizzato, la garanzia di un maggiore accesso ai servizi, condiviso con i soggetti pubblici e del privato sociale, rappresentano il valore aggiunto che Amref produce nell’ambito socio-sanitario.

Durante i mesi dell’emergenza l’impegno del CCM e di World Friends è confluito in “Io R-esisto in strada” in modo integrale perché, a causa del lockdown e dell’impossibilità di garantire le misure di sicurezza, gli ambulatori di via Nizza e via Saccarelli hanno dovuto osservare un periodo di chiusura. Le loro porte si sono riaperte gli ultimi giorni di giugno dopo quasi tre mesi e i nostri volontari, dotati dei dispositivi di protezione individuale, hanno ripreso le attività di consulto e orientamento ai servizi sanitari per le fasce più vulnerabili del nostro territorio. Sei un medico e hai voglia di mettere a disposizione le tue competenze? Diventa un volontario dei nostri ambulatori! Gli sportelli sono aperti tre mattine a settimana, in un orario compreso tra le 8:00 e le 11:00. Se sei interessato o desideri delle informazioni, scrivi a Daniela Marrara: daniela.marrara@ccm-italia.org.

Il CCM dedica un pensiero speciale a Raffaele Masto

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affaele Masto, stimato giornalista e amico, ci ha lasciati il 28 marzo 2020. Vogliamo ricordarlo attraverso il commovente omaggio a Pino Meo che Raffaele gli riservò in occasione della sua scomparsa. “Sto parlando del Dottor Giuseppe Meo, morto a Torino, la sua città, chirurgo ospedaliero, autore di testi di chirurgia tropicale, socio cofondatore del Comitato di Collaborazione Medica, ai cui interventi, in particolare in Sud Sudan, ha partecipato attivamente per quaranta anni. [...] Ecco, senza nulla togliere ai chirurghi di guerra, ai logisti da Far West di molte imprese umanitarie, agli spettacolari interventi di emergenza in Africa che a volte arrivano sui nostri media, questo uomo buono, semplice, competente, appassionato, gentile era tutta un’altra cosa.” Buon viaggio, Raffaele. 6


IL CAMBIAMENTO

IN ITALIA

Buona fortuna, CCM!

STORIE DI “R-ESISTENZA IN STRADA”

le esperienze di vita raccolte dai nostri operatori durante l’emergenza A cura dei volontari in Servizio Civile Universale

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. ha circa 50 anni. I suoi abiti sono consumati e la mascherina chirurgica monouso che indossa è sporca e in parte rotta. Ha con sé una borsa del Carrefour, con dentro tutto quello che possiede. Arriva dalla Romania ma le sue origini sono miste, è in parte russo e in parte serbo. Non parla tanto bene italiano anche se è arrivato molti anni fa perché ha sempre vissuto in strada e non ha mai avuto un lavoro stabile. Ci racconta sempre volentieri del suo lavoro in Russia sotto il regime comunista. G. ribadisce ogni volta che ne ha l’occasione che non ha un’influenza da tanti anni e ha sempre goduto di ottima salute. Ama cavarsela da solo, sa dove poter trovare vestiti e un medico in caso di bisogno. Di tornare in Romania non ne ha la minima intenzione.” . è un ragazzo di 23 anni, originario del Marocco e in possesso di una carta di soggiorno italiana. È un rider di Glovo ma, nonostante abbia uno stipendio fisso e un contratto, dorme per strada o dove capita. Vorrebbe trovare una casa in affitto a Torino, come quella che aveva a Udine. È disorientato, è arrivato qui pochi giorni prima del lockdown e non ha avuto modo di conoscere la città. Cerca aiuto ma non sa dove poterlo trovare.” . ha 30 anni ed è originario del Marocco. È in Italia da 6 mesi. Facendoci vedere una video-testimonianza, ci racconta tutto il suo percorso migratorio. A. ha lasciato il Marocco per raggiungere la Turchia. Da lì si è spostato fino al confine con la Grecia percorrendola a piedi insieme a un piccolo gruppo di persone. Hanno viaggiato di notte per non farsi vedere e quando incontravano una macchina si nascondevano sul lato della strada, chiudendo gli occhi in modo che la luce dei fari non illuminasse il contrasto tra le sclere e le pupille. Quelli che vengono scoperti, subiscono l’arresto e vengono portati in carcere su un’isola, forse Lesbo. Lo sa per certo perché il suo piccolo gruppo è stato avvistato: sono stati rinchiusi in carcere per 40 giorni. È riuscito a evadere ed è arrivato fino in Albania viaggiando sotto un camion. Nascondendosi su un traghetto è riuscito a raggiungere la Puglia, risalendo poi l’Italia fino a Torino.” . è una donna di circa 60 anni di origine rumena. Noi operatori la intravediamo spesso negli spostamenti notturni in macchina mentre è impegnata a rovistare con una piccola torcia in un cassonetto sulla strada, in Corso Vittorio Emanuele II. Quando la avviciniamo non mostra diffidenza quindi ci fermiamo a chiacchierare. A prima vista pare apparentemente robusta, poi ci accorgiamo che ha molti strati di vestiti addosso. Ai piedi delle pantofole. I suoi capelli sono quasi

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completamente bianchi, raccolti e fermati grazie a un fermaglio con i glitter. Alle mani porta diversi anelli appariscenti. Porta sempre due borse con sé, piene di oggetti ben sistemati. Da dicembre dorme in piazza d’Armi in una “struttura” costruita da lei stessa con dei cartoni e del cellophane, dove tiene anche tutti i suoi bagagli. Si trova bene, anche se la pioggia incessante dei giorni precedenti ha trasformato il terreno in un fiume d’acqua. Non è riuscita a ripararsi bene, rimanendo per molto tempo completamente bagnata. Preferisce però non andare in dormitorio perché in passato non si era trovata bene. Inoltre rimarca il fatto che il rischio di prendere un raffreddore uscita da una doccia calda aumenta a causa dello sbalzo di temperatura, se ci si lava con l’acqua fredda no. Per questo D. si lava due volte al giorno alle fontane, anche in inverno, con l’aiuto di una bacinella e un asciugamano. Conosce molti servizi dove poter cercare aiuto ma non li frequenta tanto, non ha fiducia nella loro efficacia. In passato è stata delusa da molte persone, comprese quelle delle sue reti personali. Non vuole più circondarsi di persone superficiali. Avrebbe però bisogno di una piccola torcia nuova, la sua si sta scaricando.” .e . sono marito e moglie. Lui (E.) è nato in Sardegna e arrivato a Torino all’età di 6 anni, R. è nata in Piemonte con origini sarde. Entrambi hanno poco più di 45 anni. R. lavora come donna delle pulizie a Pianezza e a Torino qualche giorno a settimana, E. invece è disoccupato da diversi anni, prima faceva il falegname. Non hanno figli. R. si reputa fortunata perchè racconta che anche durante il lockdown, nonostante non dovesse andare a lavoro, il suo datore ha continuato a pagarle lo stipendio. Sono arrivati al dormitorio a gennaio. E. prima di arrivare lì ha frequentato altri dormitori, mentre R. stava a casa della propria madre. E., quando la moglie non lo sente, accenna ad un rapporto molto conflittuale con la madre di lei, motivo per cui da quando non hanno più una casa, lui ha preferito stare nei dormitori. Per un periodo ha dormito anche in macchina. R. ha deciso di raggiungere il marito quando hanno trovato posto in uno dei pochi dormitori che ospita sia uomini che donne, anche se in due aree dell’edificio differenti. Lì hanno vissuto durante il lockdown e, raccontandoci com’è stato, hanno sottolineato la difficoltà psicologica di essere sottoposti a frequenti e lunghi interrogatori con controllo dei documenti dalle forze dell’ordine ogni volta che uscivano. Ora sono in lista per una casa popolare e nell’attesa si sposteranno in un progetto di co-housing, dove avranno una camera privata e spazi comuni da condividere.”

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Archivio CCM © Sud Sudan - 1994

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l CCM si sta preparando ad affrontare un grosso cambiamento, forse il più grande dal 1968. Approfittiamo di questo momento di svolta per fermarci e pensare a cosa è successo attorno a noi dal giorno in cui siamo nati: nel 1968 gli Stati Uniti erano nel pieno della Guerra del Vietnam. In quello stesso anno, il 4 aprile ci ha lasciato Martin Luther King, mentre il 23 settembre il frate cappuccino Padre Pio. Il 24 agosto la Francia ha fatto detonare la sua prima bomba all’idrogeno e il 27 dicembre la missione spaziale Apollo 8 è rientrata sulla Terra, dopo aver effettuato 10 orbite intorno alla Luna ed aver inviato le prime immagini della Terra viste dal lato del nostro satellite. E noi? Noi ci siamo costituiti ufficialmente in un’associazione, abbiamo organizzato missioni e affidato la memoria delle nostre esperienze sul campo ai libri pubblicati dai nostri volontari. E mentre il mondo cambiava, il CCM cambiava con lui... Ora usiamo apparecchi tecnologici per monitorare i cambiamenti climatici, distribuiamo cibi proteici creati in laboratorio per combattere la malnutrizione, vacciniamo centinaia di bambini ogni giorno. Il cambiamento è il progresso e noi vogliamo farne parte, contribuendo attivamente affinché sia portatore di novità positive per la società globale. In uno scenario in continua evoluzione è facile dimenticare la propria identità. Per evitare che ciò accada, bisogna delineare chiaramente gli obiettivi e circondarsi di persone importanti con cui condividerli. Noi su questo siamo in una botte di ferro: abbiamo voi e la volontà di garantire la salute a tutti. Il “come”, è ancora tutto da scoprire… insieme! È proprio questo lo spirito con cui accogliamo la fusione con Amref, per continuare a partecipare in modo incisivo al futuro. “Nell’organizzazione che vorrei”, cosa ti piacerebbe mantenere o trovare? Scrivicelo in poche parole, per noi è fondamentale per costruire insieme la realtà del nostro futuro. Raccoglieremo tutti i vostri desideri in una cartolina che ci dedicheremo l’un l’altro come augurio natalizio e che terremo come buoni propositi per il futuro che ci attende. Scrivici a daniela.marrara@ccm-italia.org o un messaggio al numero Whatsapp 351 9118804.


dove cosa quando... I convegni scientifici del CCM - Comitato Collaborazione Medica. I convegni scientifici sono un appuntamento annuale del CCM, dedicati a temi di salute globale da parte di esperti del settore che mettono a disposizione le loro competenze e conoscenze per CCM. Quest’anno il convegno si terrà il 3 novembre a Torino e tratterà di “Alimentazione, salute e ambiente - L’impatto della dieta sull’insorgenza di malattie non trasmissibili e sull’ambiente”. Il convegno prevede la possibilità di partecipazione in presenza nel rispetto del distanziamento sociale. Il convegno sarà poi riproposto a Ivrea come Formazione a Distanza e accreditato ECM. Entrambi gli appuntamenti sono a partecipazione gratuita. Per maggiori informazioni:

E-mail

formazione@ccm-italia.org

Ong - Onlus con personalità giuridica Via Ciriè, 32/E • 10152 Torino • Italy • Tel. 011 660 27 93 • Fax. 011 383 94 55 • ccm@ccm-italia.org • www.ccm-italia.org C.F. 97504230018 • C/C POSTALE N. 13404108 • IBAN IT94 A050 1801 0000 0001 1998 481

Le donazioni al CCM in quanto ONG e ONLUS sono deducibili o detraibili fiscalmente dalla dichiarazione dei redditi.

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