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L’analisi del mercato
Bicchiere mezzo vuoto per le imprese del comparto vinicolo
L’analisi del mercato
Advertisement
di Barbara Lanci | Direttore Responsabile Colle Moro Club
PER LE AZIENDE UN
2020 FUNESTO
Ad esaminare l’impatto del Covid-19 sulle imprese è stato il nuovo Rapporto dell’ISMEA per la Rete Rurale Nazionale dal nome “IL MERCATO DEL VINO IN ITALIA E NEL MONDO PRIMA E DOPO IL COVID-19. Situazione, tendenze e sfide per il vino a livello mondiale”, pubblicato lo scorso dicembre 2020. L’indagine ha interessato un campione di 313 imprese vitivinicole italiane di diversa localizzazione geografica e 108 operatori commerciali operanti in diversi paesi con l’obiettivo di analizzare come il sistema produttivo italiano e gli operatori della distribuzione siano stati colpiti dalla pandemia. La ricerca ha rivelato uno scenario diversificato. Ben il 61% delle aziende ha dichiarato di aver avuto un impatto moderato; il 37% ha confessato di aver subito un impatto grave e il 3% ha detto di non aver avuto nessun impatto. Tra le principali conseguenze della pandemia da Covid-19 le imprese hanno indicato la riduzione delle vendite dei loro prodotti al canale Horeca e la riduzione delle esportazioni dei prodotti.
Quale è stato l’impatto dell’emergenza Coronavirus sulla tua azienda?
3%
61% 37%
Grave Moderato Nessun impatto
Fonte: elaborazioni - RRN Ismea su dati dell’indagine È stato anche chiesto alle aziende di indicare le loro previsioni in termini di variazione del fatturato a chiusura dell’anno 2020: quasi il 50% delle aziende intervistate ha ipotizzato una perdita di fatturato tra il 20 e il 30%, il 15% degli intervistati, invece, ha ipotizzato perdite di fatturato superiore al 50%, il 23% delle aziende intervistate ha dichiarato di non prevedere riduzioni di fatturato per il 2020, mentre il 13% di queste addirittura prevede di avere un fatturato in aumento (tra il 10 e il 30%).
Alla fine del 2020 ritieni che il tuo fatturato subirà le seguenti conseguenze?
13%
23% 49%
15%
Riduzione tra il 20-30%
Riduzione superiore al 50% Nessuna riduzione Possibile incremento
Fonte: elaborazioni - RRN Ismea su dati dell’indagine
La generale difficoltà delle imprese pare sia stata dovuta ai cali nei canali horeca, nel dettaglio specializzato, dell’export e della vendita diretta in cantina, il cui gap è stato generato anche dalla fortissima contrazione degli arrivi enoturistici stranieri. A fare da parziale contraltare le vendite nella Gdo italiana e il boom dell’online.
Quali sono state le principali conseguenze sulla tua azienda derivanti dall’emergenza Coronavirus?
8%
31% 25%
36%
Totale blocco delle vendite Horeca Forte riduzione delle vendite Horeca Forte riduzione dell’export Totale blocco dell’export
Fonte: elaborazioni - RRN Ismea su dati dell’indagine
IL COVID FRENA L’EXPORT DI VINO: ANDAMENTO MIGLIORE DELLE PREVISIONI E DEI COMPETITOR UE
Tiene l’export italiano di vino nel 2020, con il Belpaese che ha recuperato ancora nell’ultimo trimestre e ridotto le perdite a valore a -2,3%, per un corrispettivo di 6,285 miliardi di euro. Molto meglio dei suoi principali competitor europei quali Francia e Spagna. Dato, questo, che ha consentito all’Italia di riprendersi la leadership mondiale di esportazioni a volume. A rivelarlo è Ismea insieme a Unione italiana vini (Uiv), che hanno elaborato i dati Istat relativi alle esportazioni di vino nei 12 mesi del 2020. Una performance superiore alle previsioni che, secondo Uiv e Ismea, ha permesso all’Italia di guadagnare quote di mercato sui competitor in buona parte delle piazze di sbocco e di guardare al futuro nella consapevolezza che il sistema del vino tricolore ha tenuto pur nelle asimmetrie dei risultati all’interno delle imprese, con le medio-piccole maggiormente in difficoltà. In piena emergenza, e con una contrazione complessiva delle esportazioni del made in Italy a -9,7%, il vino ha risposto con una sostanziale tenuta di volumi, valori e prezzi. La pandemia, dunque, oltre ad aver messo in luce le problematiche strutturali e dimensionali di cui soffre il nostro sistema produttivo, ha condizionato il commercio mondiale di vino. Il nostro Paese è riuscito, a quanto pare, a contenere le perdite e ad incrementare sensibilmente le quote di mercato nei suoi due principali mercati chiave: gli Stati Uniti e la Germania.
LA PANDEMIA ACCELERA L’INNOVAZIONE DELLE AZIENDE DEL VINO
A fotografare ulteriormente lo stato dell’arte nel mondo vitivinicolo anche la ricerca ‘Il wine business nell’era post Covid-19’, firmata dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, dalla quale emergono possibili antidoti alla crisi. Wine Club fondati sull’economia delle relazioni, pensati per condividere enopassioni e inviare ai soci prodotti ad personam, piattaforme proprietarie di e-commerce, potenziamento dei servizi di delivery, vendite multicanale. E tanta condivisione delle wine experience, rigorosamente online e segmentate per target. Il mondo italiano del vino guarda oltre l’anno nero 2020 e cambia fisionomia al proprio business. L’indagine, svolta su un panel di 165 aziende, ritrae quindi un settore che ha vissuto il 2020 come uno spartiacque, in cui in pochi mesi sono state spazzate via decenni di certezze. Innovazione è la parola d’ordine, non tanto nella presenza sui social già attiva nella quasi totalità delle imprese, quanto nella necessità di attivare sempre più strumenti crossmediali, di intensificare il rapporto diretto, di prestare maggiori servizi all’utente e di profilare pubblici di consumer da affezionare negli anni. Il denominatore comune delle azioni attivate dalle

Evento “Trabocco al Tramonto”, foto di Marco Zac.
aziende in risposta all’emergenza Coronavirus, insomma, è la natura digitale. Nulla come questa difficile esperienza ha consentito un’accelerazione così rapida degli strumenti digitali. Da anni si sottolineava la
necessità anche per le imprese del vino italiane di velocizzare la loro trasformazione digitale
e indubbiamente questa emergenza ha necessariamente obbligato le aziende a farlo. Ma la svolta, per la verità più marcata tra le grandi aziende, non finisce qui. Le nuove consapevolezze per controbattere alla crisi congiunturale si concretizzano nelle vendite multicana-

Foto di Marco Zac.
le, nella maggior diversificazione dell’export, nella brand awareness, nella maggior condivisione con importatori e distributori, nell’accelerazione delle strategie di engagement sui social. E anche sulle principali strategie post-Covid i produttori parlano una lingua nuova per un settore che sino ad oggi si è evoluto più in campo e nel bicchiere che negli uffici. In primo piano, il giusto mix di presenza (alle fiere internazionali), l’ulteriore potenziamento dei canali online e dell’enoturismo, l’ingresso nel canale Gdo e le immancabili masterclass online. Al sentiment di incertezza attuale si accosta la convinzione che nei prossimi 2-3 anni il settore vitivinicolo cambierà molto. Le opinioni più diffuse prevedono riduzioni, in Italia e all’estero, del numero di locali e dei consumi fuori casa e l’incremento delle vendite online accompagnato dall’aumento della domanda di vini autoctoni, biologici, sostenibili.

Degustazione durante l’evento “Trabocco al Tramonto”, foto di Marco Zac.