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Anno XXVI - numero 431 - sabato 16 Marzo 2019

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EDITORIALE

Il processo all’Italia per la Terra dei fuochi è un successo per chi vuole solo la verità Per chi, da anni, denuncia e combatte la terra dei fuochi, intesa come l’inquinamento dei terreni e dell’area che si respira nei comuni tra Napoli e Caserta e non come ‘fenomeno mediatico’, la notizia che la Corte europea per i diritti dell’uomo abbia deciso di vederci chiaro, avviando un procedimento contro il Governo italiano rappresenta un punto fermo importantissimo. Perché, finalmente, un’autorità terza, che non ha interessi politici o economici, proverà finalmente a fare chiarezza su un fenomeno che ha provocato tantissimi danni d’immagine ed economici a questo territorio senza dare certezze a chi chiedeva e chiede di sapere se davvero c’è una maggiore incidenza di malattie tumorali e se davvero ad aumentare il rischio di ammalarsi di tumore è l’inquinamento innegabile che c’è in questi territori. Ora aspettiamo fiduciosi l’esito del procedimento avviato consapevoli e speranzosi che, almeno in questo caso, non ci saranno condizionamenti politici a influenzarne il corso. Purtroppo, nel corso degli anni, abbiamo assistito solo a passerelle mediatiche che non hanno portato alcun risultato concreto. E, ancora oggi, non abbiamo un registro dei tumori aggiornato in tempo reale che certifichi se e quanto sia più alto il rischio di ammalarsi di tumore. Si è preferito e si preferisce continuare a dividersi tra chi dice che la Terra dei fuochi è una trovata mediatica e chi

invece dice che la Terra dei fuochi esiste e condannerà la maggioranza dei suoi abitanti a morire di tumore. Tra i due estremi, poi, ci sono svariate posizioni tra cui quella di maggiore buon senso, quella che portiamo avanti anche noi di Cogito da anni chiedendo chiarezza e dati certi. Lo abbiamo sempre chiesto e continuiamo a chiederlo perché siamo consapevoli che, al momento, il circo mediatico messo in piedi sulla Terra dei fuochi è andato ben al di là delle intenzioni di chi lotta per avere chiarezza visto che ha provocato solo danni economici alle aziende agricole e manifatturiere della zona, messe alla gogna dalle imprese concorrenti. Chi può dimenticare, per esempio, le pubblicità delle industrie conserviere del Nord che sottolineavano l’assenza di pomodori dell’area napoletana e casertana nelle loro produzioni? O quelle aziende casearie che ci tenevano a evidenziare che la loro mozzarella non era prodotta con latte di bufale del casertano, dimenticando che, in questo modo, non avrebbero neanche potuto chiamarla mozzarella? Ecco perché l’avvio del procedimento presso la Corte europea deve essere accolto con favore. Perché finalmente potremo fare chiarezza su quanto è successo e quanto sta succedendo nella Terra dei fuochi, perché, anche se non se parla più come prima, è evidente a chi vive questi territori che il ‘fenomeno’ dei roghi e delle discariche non è stato eliminato.

L’appello di una mamma per il figlio malato

Ciao a tutti! Sono la mamma di un piccolo di 2 anni, Giorgio. Nel febbraio del 2018, a Giorgio è stato diagnosticato un neuroblastoma metastatico, un tumore pediatrico molto aggressivo e difficile da curare. Dopo aver affrontato un duro anno di cure, quando tutto sembrava andare per il verso giusto, è arrivata una recidiva. Giorgio ha ripreso la chemioterapia ed è in attesa dei risultati dello studio della biologia molecolare del tumore, necessaria a capire quali siano le mutazioni responsabili della suscettibilità, aggressività e progressione del Neuroblastoma. Le nostre speranze si basano su una risposta alla chemioterapia e sull’impiego di “farmaci intelligenti” o, se questo non fosse possibile, su cure sperimentali diverse. Nel febbraio2018, quando abbiamo ricevuto la diagnosi, ci siamo trasferiti da Napoli a Genova, dove il piccolo è seguito dal team di oncologia pediatrica dell’ Istituto di ricerca Gaslini. Sostenere le spese per un anno di cure a Genova è stato impegnativo. Ora, purtroppo, i tempi per le future terapie si prospettano lunghi. Oltre a quanto necessario per affrontare la nostra permanenza a Genova e le conseguenti ripercussioni sulla sfera lavorativa, vorremmo poter aiutare la ricerca scientifica, rendendo concrete le speranze di guarigione di Giorgio e di tanti altri bambini con neuroblastoma refrattario/recidivante. Giorgio ha bisogno del vostro aiuto. Grazie di tutto cuore. Mariarosaria, mamma di un piccolo grande campione. Si può contribuire alla raccolta fondi, inviando un contributo tramite l’IBAN della signora Mariarosaria Del Prete: IT 32 E07 60 11 49 0000 10 21 29 91 59

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

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PRIMO PIANO

Decisione storica della Corte europea per i diritti dell’uomo

Processo all’Italia per la Terra dei fuochi IN BREVE

Il Governo italiano chiamato a dare spiegazioni sulle denunce fatte da chi vive tra Napoli e Caserta e vede sempre più gente ammalarsi di tumore

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’Italia sarà processata per la Terra dei fuochi. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha dato il via al procedimento contro lo Stato italiano per aver violato il diritto alla vita dei propri cittadini, sancito dall’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani. La Corte ha quindi accolto in via preliminare i ricorsi, ne furono presentati ben 3.500 tra il 2014 e il 2015, di cittadini e associazioni delle province di Napoli e Caserta. Secondo i ricorrenti, tra i quali i parenti di persone morte

perché malate di tumore, lo Stato non ha preso misure per ridurre il pericolo, nonostante fosse consapevole del rischio reale e immediato per la salute dei cittadini. “È un giorno importante per tutti i cittadini della Terra dei fuochi” ha detto Enzo Tosti, portavoce di Stop Biocidio, la rete che raggruppa i comitati della Terra dei fuochi, per il quale “la Corte di Strasburgo ritiene fondate le ragioni dei cittadini della Terra dei fuochi, e questa è già una vittoria per chi lotta da anni ma siamo consapevoli che la strada è ancora lunga nel riconoscimento delle omissioni dello Stato italiano colpevole di biocidio a tutti i suoi livelli, dal Governo centrale ai Comuni”. Dopo aver esaminato i diversi ricorsi arrivati a Strasburgo tra il 2014 e il 2015, la Corte ha deciso di dare il via al contraddittorio tra le parti, valutando credibili le accuse rivolte dai ricorrenti e comunicando al Governo le violazioni della Convenzione per i diritti dell’uomo che sarebbero state fatte. Nei ricorsi si leggono accuse durissime come quella in cui si evidenzia che, nonostante le Istituzioni fossero a conoscenza dell’esistenza di un rischio reale e immediato per la vita delle persone, a causa delle discariche e dei roghi tossici, non abbiano mai fatto cose concrete per eliminare o ridurre i rischi per la

Cos’è e che fa la Corte europea dei diritti dell’uomo

a Corte europea dei diritti dell’uomo è una Corte internazionale istituita nel 1959. Si pronuncia sui ricorsi individuali o statali su presunte violazioni dei diritti civili e politici stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Protegge in particolare il diritto alla vita, il diritto a un equo processo, il diritto al rispetto della vita privata e famigliare, la libertà di espressione, la libertà di pensiero e di religione, il diritto al rispetto della proprietà. Proibisce poi la tortura e i trattamenti inumani o degradanti, la schiavitù e il lavoro forzato, la pena di morte, la detenzione arbitraria e illegale e la discriminazione nel godimento dei diritti e delle libertà previsti dalla Convenzione. La Corte è composta da 47 giudici, uno per ogni Stato membro del Consiglio d’Europa. Sono eletti dall’Assemblea Par-

lamentare del Consiglio d’Europa sulla base delle liste di tre candidati proposte da ciascuno Stato. Il mandato, non rinnovabile, è della durata di nove anni. In quasi 50 anni la Corte ha adottato più di 10 mila sentenze. Vincolanti per gli Stati interessati, hanno portato i governi a modificare la loro legislazione e la propria prassi amministrativa in molti settori. Le decisioni di irricevibilità e le sentenze emesse dai Comitati e dalla Grande Camera, sono definitive e non possono essere appellate. A seguito dell’emissione di una sentenza da parte della Camera,

invece, le parti hanno tre mesi per richiedere il rinvio del caso alla Grande Camera per una nuova valutazione. I ricorsi possono essere presentati direttamente da individui, non essendo inizialmente necessaria l’ausilio di un avvocato. È sufficiente inviare alla Corte un ricorso completo e corredato dei documenti richiesti. Ad ogni modo, la registrazione di un ricorso da parte della Corte non implica che lo stesso sarà, poi, ritenuto fondato nel merito. Non sono richieste somme da corrispondere a titolo di tasse per i procedimenti dinanzi alla Corte. La corte ha sede a Strasburgo, nel Palazzo dei diritti dell’uomo disegnato dall’architetto britannico lord Richard Rogers nel 1994. Costato 445 milioni di franchi francesi, l’equivalente di circa 69 milioni di euro, ospita 18 sale riunioni (tra cui le aule delle udienze) e oltre 500 uffici.


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PRIMO PIANO popolazione. Per i comitati non solo non ci sono stati controlli e non sono state adottate leggi più severe contro chi inquinava, ma non c’è stata neanche un’adeguata informazione sui rischi, preferendo ignorare la situazione. Nel comunicare l’esito delle prime considerazioni sui ricorsi, la Corte ha chiesto al Governo italiano una serie di informazioni per poter poi decidere se i ricorsi siano effettivamente fondati. I giudici di Strasburgo vogliono inoltre sapere quali misure siano state adottate per identificare le zone inquinate e verificare il livello di inquinamento di aria, suolo e acqua, ed esaminare il suo impatto sulla salute della popolazione. Ora l’Italia dovrà fornire le prove per dimostrare che ha fatto tutto il necessario per proteggere i cittadini della Terra dei fuochi o addirittura smentire l’esistenza della Terra dei fuochi, come qualcuno prova a fare da anni, nonostante ci siano comunque dati che testimoniano anomali picchi di incidenze di malattie tumorali in questa zona. In particolare, tra i tanti studi, c’è quello del gennaio del 2016 quando l’Istituto superiore di sanità, nel rapporto sulla situazione epidemiologica dei 550 Comuni della Campania, sottolineava che nella Terra dei fuochi ci si ammala e si muore di più per diverse patologie collegate in qualche modo allo smaltimento illegale dei rifiuti: “Una serie di eccessi della mortalità, dell’incidenza tumorale e dell’ospedalizzazione per diverse patologie, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a inquinanti emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani”.

Non è mancato il commento di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, protagonista di denunce sulla Terra dei fuochi. Ha detto che si tratta di “una buona notizia” e di essere “contento perché è la conferma che il problema c’é, e se non si risolve a livello dei Governi regionale e nazionale, bisogna andare più in alto. Sia chiaro che non sono contro i politici ma penso che insieme cittadini e politici possono fare belle cose”.

Il ministro dell’ambiente Costa: “Siamo lontani dalla situazione descritta”

Siamo molto lontani rispetto ai fatti contestati nel 2014 dinanzi alla Corte di Strasburgo. Prima ancora che nel ruolo di ministro, ho lottato contro la Terra dei Fuochi e per la tutela dei cittadini come Generale dei Carabinieri. Questo Governo da subito è sceso in campo con un piano d’azione concreto, e dalla partecipazione a due comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza, a Napoli e Caserta, è emerso che il numero dei roghi è in diminuzione, così come la dimensione. Questo significa interventi più tempestivi ed efficaci, visto che la catena degli interventi e delle responsabilità è stata chiarita”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, commentando la notizia dell’avvio del procedimento della Corte di Strasburgo che vuole capire se e quali iniziative ha promosso il Governo italiano per tutelare la salute dei cittadini che vivono tra Napoli e Caserta. “Sono sempre stato lì, in quel territorio a rappresentare questo grande dramma – aggiunge il ministro –. Oggi la Terra dei Fuochi è diventata un simbolo di quel territorio e di tutti quei casi dove c’è un’aggressione ambientale alla natura e alla salute delle persone. Questo atto avviato dalla Corte di

Strasburgo ci conferisce maggior forza”. “Alcuni atti sono stati già avviati, come il patto d’azione per Terra dei Fuochi; la norma del Decreto Sicurezza che individua i percorsi di tutela da incendi delle piattaforme di rifiuti; la legge Terra Mia, che affronterà le vicende delle Terre dei Fuochi e quei siti orfani di tutela. A tale scopo, nel piano di stabilità ho fatto inserire delle risorse, dunque, qualcosa si sta muovendo. Questa condanna a carico dell’Italia ci dà la forza per dimostrare che stiamo facendo qualche cosa. Giusto fare quelle indagini per poi avere il coraggio di cambiare le cose” ha aggiunto Costa sottolineando poi che “la maggior parte dei roghi sono censiti ai danni degli impianti di gestione e riciclaggio dei rifiuti. Siti inseriti in un elenco di aree sensibili, fino ad ora neanche censiti. Ora vengono catalogati e monitorati con controlli continui ad opera delle forze di polizia dispiegate nei territori a rischio. Inoltre, grazie all’art. 26 bis - voluto dal parlamentare Carlo Sibilia inserito nel decreto sicurezza, questi impianti di stoccaggio dei rifiuti devono dotarsi di sistemi antincendio, vincolo che finora non era obbligatorio. Dunque, il Governo ha segnato e sta segnando un cambio di passo radicale e completo rispetto agli anni precedenti”.


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CRONACA

Incontro con il giornalista Pablo Trincia

Un’audio inchiesta sul parco verde N

ei giorni scorsi, a Caivano e, in particolar modo, nel Parco verde si aggirava Pablo IN BREVE Trincia, volto noto del giornalismo e della televisione. Lo abbiamo incontrato per “Voglio raccontare uno scambio di impressioni questo quartiere, e per sapere i motivi della sua permanenza in città. facendo conoscere Perché sei a Caivano in giorni? anche realtà nascoste questi “Sto lavorando a un podcast, ovvero una serie audio incentrata di cui nessuno parla. sulla storia e le storie del Parco E voglio farlo con un verde di Caivano”. Perché hai scelto il Parco sistema nuovo di cui verde per la tua nuova auinchiesta dopo il sucmi sono innamorato” dio cesso di Veleno? “Mi è venuto d’istinto. Un’intuizione, un flash. Dopo il podcast Veleno, uscito in 8 puntate su La Repubblica, dovevo preparare una nuova serie. Ed essendo una persona molto istintiva, mi sono buttato a capofitto sul Parco verde. Ho girato parecchi quartieri con problematiche simili, a Napoli e fuori, e ho sempre pensato che, al di là di pregiudizi e luoghi comuni, sono un formidabile serbatoio di storie da raccontare. E poi amo profondamente questa città”. Perché, dopo tante esperienze con la carta stampata e la televisione, hai deciso di esplorare il pod cast, questo nuovo media? “Perché sono rimasto folgorato da Serial, un podcast americano uscito alcuni anni fa, che riprende un vecchio cold case. Mi ha affascinato moltissimo la possibilità di spaziare con il racconto e stimolare la fantasia di chi ascolta, cosa che con l’audio puoi fare molto più facilmente che con il video”. Il Parco Verde che stai conoscendo quanto è simile o diverso da come te l’eri immaginato? “È come me lo sono immaginato. Ma devo dire che la gente si sta abituando alla mia presenza - hanno capito che non uso telecamere nascoste, ma solo il mio microfono - e piano piano ha cominciato ad aprirsi e ad accettarmi”. Quanto tempo durerà la tua permanenza a Caivano? “Prevedo almeno un mese di registrazioni, se non di più. La mia permanenza dipenderà anche dalle storie che troverò e che varrà la pena di raccontare”. Il Parco verde ha mille volti e mille storie, quali vuoi raccontare con la tua inchiesta? “Tutto quello che già lo contraddistingue, ma voglio soprattutto trovare storie umane uniche e originali che uno non si aspetta di sentire”. Hai condotto diverse inchieste, sia all’estero che in Italia. Quale altro luogo che hai visitato ti dà le stesse sensazioni del Parco verde? “Difficile dirlo. Da un lato quando vieni in un posto come questo è faticoso spiegare alle persone che non sei un pericolo per loro, dall’altro sono stato travolto dall’ospitalità e dall’effetto che ho ricevuto. È davvero un’esperienza molto intensa”. Come ti stanno accogliendo i residenti del Parco Verde? “Alcuni con diffidenza e sospetto, ma li capisco. Altri mi hanno letteralmente spalancato le porte di casa”. Quando pensi di completare l’inchiesta e dove potrà essere ascoltata? “Entro l’estate. Sarà ascoltabile sul portale Audible.it”.

di Antonio Iazzetta

Nato a Lipsia da padre italiano e da madre persiana, viene chiamato Pablo in onore del poeta Pablo Neruda. Si trasferisce prima a Milano con la famiglia e poi a Londra dove si laurea in lingue e letterature africane alla School of Oriental and African studies. Nel 2003 torna a Milano, collaborando con PeaceReporter, sito d’informazione per il quale scrive notizie sull’Africa. Nel 2005 intraprende la carriera di giornalista freelance collaborando con diverse testate fra cui: La Stampa, il Venerdì di Repubblica, Io Donna, Panorama, l’Espresso, Berliner Kurier, Vanity Fair, Die Welt e The Independent, trattando prevalentemente di America latina, Asia e Africa. Molte anche le esperienze televisive, tra cui le collaborazioni con Le Iene e Servizio pubblico Da gennaio 2017, conduce con Valentina Petrini il programma Cacciatori sul canale Nove, contemporaneamente torna tra gli inviati della trasmissione Le Iene. Da ottobre 2017 è co-autore insieme a Alessia Rafanelli di Veleno, un’audio-inchiesta a puntate in podcast sul sito de La Repubblica, che racconta il caso dei diavoli della Bassa modenese, un fatto di cronaca accaduto tra il 1997 e il 1998. Diversi i riconoscimenti ottenuti, tra cui, per due volte, il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, nel 2010 con “Infiltrato tra i profughi afghani” e nel 2013 con “Krokodil, la droga che ti mangia”. Nel 2015 gli è conferito il premio Marco Luchetta, per l’inchiesta “Bambino per Bambino”, storia della ricerca del piccolo Ismail Mesinovic, rapito dal padre in Italia e portato in Siria

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CRONACA

Consiglio comunale straordinario sul futuro del San Giovanni di Dio

Ora si faccia chiarezza

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e il direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord, Antonio D’Amore, si sono resi fin da subito disponibili ad affiancarci in questa battaglia. Non è una lotta di campanilismo, ma territoriale: dopo vent’anni stiamo per inaugurare il reparto di rianimazione e sarebbe un controsenso se non ci fosse l’intenzione di tenere in vita un ospedale come il nostro”. Lo ha detto il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, dopo la riunione straordinaria del Consiglio comunale tenutasi lo scorso 7 marzo, quando, così come più volte annunciato, il civico consesso s’è riunito per discutere delle sorti dell’ospedale San Giovanni di Dio alla luce dell’approvazione del nuovo piano ospedaliero che metterebbe a rischio di depotenziamento il nosocomio cittadino che serve l’area frattese e, quindi, centinaia di migliaia di persone. Il nuovo piano sanitario era già noto agli addetti ai lavori ed è stato approvato dal Governo centrale su proposta di quello regionale. Chi sono i responsabili dei possibili tagli per il San Giovanni di Dio? Chi doveva intervenire per tempo e non l’ha fatto per evitare un declassamento che potrebbe favorire qualche clinica privata territoriale? Troppe le domande a cui però non è stata data risposta in Consiglio, se non un ininterrotto “dobbiamo evitare il depotenziamento, anzi dobbiamo potenziare il nostro ospedale”. Vista la partecipazione del consigliere regionale Nicola Marrazzo, del direttore generale Antonio D’Amore, dei Sindaci del comprensorio e dei tanti addetti ai lavori (poca quella dei cittadini per l’orario mattutino, nda), erano attesi interventi mirati più alle azioni da intraprendere invece del “ripetiamo insieme e diciamo: non è possibile il depotenziamento”. Ad aprire i lavori Francesco Piemonte, ex sindaco di Sant’Antimo e primario del reparto di cardiologia all’ospedale S. Giovanni di Dio che sarebbe a rischio chiusura: “I numeri testimoniano un reparto non solo in attività, ma considerando la proporzione degli accessi con i ricoveri e mortalità è anche un nosocomio di qualità. Non solo è strano il declassamento ma potrebbe essere tranquillamente un Dea di I livello. Solo che noi non vendiamo “numeri” ma “salute” e il nostro ospedale è primo negli ultimi anni, possiamo assolutamente competere con tutti gli ospedali campani”. Per il direttore generale dell’ASL Napoli2Nord, Antonio D’Amore, “questa è una comunità che si stringe intorno a una struttura importante per il territorio ma per la quale risulta difficile parlare di DEA, Dipartimento di Emergenza e Accettazione per la mancanza di alcuni reparti e anche infrastrutture, a cominciare dai parcheggi. A questa Asl, all’inizio della dirigenza, non fu bloccato nulla, nonostante il più basso numero di po-

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sti letto in Europa. In seguito all’ultima verifica dello scorso dicembre (ogni di Angelica 3 mesi la Regione rendiconta a una Argentiere Commissione ministeriale) ci fu detto: o bloccate il piano ospedaliero o vi IN BREVE blocchiamo il fabbisogno, provocando così il blocco totale dell’assistenza per Sindaco, una regione che nell’ultimo decennio direttore dell’Asl, conta la perdita di 16.000 dipendenti. Lo sblocco del fabbisogno ci dà la Parlamentari forza di indire concorsi e ristabilire il personale. Adesso la politica deve e Consiglieri prendere un impegno univoco nel suregionali perare un commissariamento che non ha ragione d’essere”. promettono A seguire il consigliere regionale Nicola Marrazzo, rapprebattaglia, ora si sentante del territorio in Consiaspettano atti glio regionale e presidente della Commissione bilancio, che ha concreti per il sottolineato la necessità di superare il commissariamento e il nosocomio frattese ruolo di poco conto del Consiglio comunale “che può fare ben poco: l’ospedale di Frattamaggiore è un’araba fenice che risorge puntualmente dalle ceneri. Anche in periodi di non commissariamento ha dovuto sempre lottare per la sua permanenza e sopravvivenza, anche se negli ultimi anni l’allagamento ha portato a degli investimenti che non avremmo mai fatto per arrivare a un declassamento. È arrivato il momento di riprenderci la politica sanitaria in Campania”. Marrazzo poi non ha risparmiato qualche critica ai parlamentari della zona dei Cinque stelle, l’onorevole Conny Giordano e il sottosegretario Vincenzo Spadafora: “C’è da aggiungere che questo territorio ha anche Deputati e Sottosegretari che invece delle passerelle avrebbero dovuto partecipare ai tavoli tecnici”. Non tarda ad arrivare la risposta di Conny Giordano, altrettanto polemica: “Lo scarso preavviso e i lavori parlamentari non mi hanno permesso di presenziare al Consiglio ma scenderò in campo per evitare il depotenziamento dell’ospedale ed evitare gli errori del passato, compiuti da chi in quel Consiglio siedeva: dai rappresentanti regionali che dovevano intervenire in tempo e le istituzioni locali che sono state portatrici di voti. Proprio in contemporaneità al Consiglio si è discusso e si è votato in Parlamento di un argomento importante per i nostri territori: il voto di scambio politico-mafioso e non potevo e non volevo mancare a questo appuntamento”.

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POLITICA

Michele Emiliano ufficializza la sua candidatura a Sindaco

“Ripartiamo dall’esistente”

di Rocco Pezzullo IN BREVE

L’avvocato, da sempre vicino a Carlo Esposito, espone il suo programma, “fatto di cose realizzabili e non di sogni”.

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on accetta l’appellativo di “sognatore”. Conosce bene il territorio, i limiti e le potenzialità, molte delle quali ancora inespresse, che caratterizzano Crispano. Michele Emiliano, avvocato, da sempre nel centrosinistra e considerato un fedelissimo dell’ex sindaco Carlo Esposito, ha scelto di candidarsi come Sindaco alle prossime elezioni comunali anche per queste ragioni continuando un impegno politico che lo aveva già portato a essere Consigliere comunale. Ha accettato di esporre ai lettori di Cogito le sue idee per rilanciare il paese e accompagnarlo fuori dallo stallo in cui è piombato: “Ripartire dall’esistente e remare tutti dalla stessa parte”, lo ripete spesso mentre ribadisce che “non serve sognare, perché esistono le condizioni affinché certe idee possano realizzarsi. Iniziamo a parlare di desideri che possono concretamente avverarsi”. Tuttavia, prima di pensare al futuro

gli chiediamo di fare un piccolo passo indietro per chiarire la posizione dei Consiglieri di minoranza, e quindi del partito con il quale sceglierà di candidarsi, in merito allo scioglimento dell’amministrazione Barra... “Lo scioglimento arriva quando le forze dell’ordine inviano al Prefetto di Napoli alcune comunicazioni riguardanti la gestione della campagna elettorale e la composizione delle liste. Non è un fatto politico. In molti ricorderanno che la scorsa campagna elettorale è stata particolare, che il giorno delle elezioni Crispano sembrava Beirut per quanto fosse consistente la presenza delle forze dell’ordine. Probabilmente l’intelligence investigativa che opera sul territorio aveva già riscontrato delle anomalie. Ricondurre tutto, in modo semplicistico, a un tentativo delle opposizioni di delegittimare l’amministrazione è assolutamente sbagliato. Lo scioglimento è stata una pagina buia, le motivazioni che lo hanno determinato non le hanno scritte le opposizioni. Chi ha operato lo ha fatto acquisendo questi ed ulteriori elementi”. Si è parlato a lungo, in questo senso, delle molteplici comunicazioni indirizzate al Prefetto da parte delle opposizioni come se fossero state un significativo incentivo per lo scioglimento… “Se ci mettiamo a fare ipotesi su eventi di questo tipo significa che stiamo smarrendo il senso della democrazia. Le congetture le si creano ad arte perché ciascuno deve difendersi in qualche modo e continuare su questa linea significa riconoscere ad alcuni consiglieri una forza che, in effetti, non hanno mai avuto. L’opposizione ha sempre svolto il suo legittimo ruolo in consiglio comunale, ha fatto battaglie, interrogazioni ed ha anche scritto tantissime comunicazioni al Prefetto per questioni legate, in particolare, alla gestione degli atti amministrativi. Queste ultime sono atti pubblici, firmati da alcuni consiglieri dell’opposizione e protocollati. Basterebbe leggere gli atti dello scioglimento i quali non sono stati certamente redatti dai consiglieri. Il Prefetto, i Magistrati, le forze dell’ordine non prendono ordini dai Consiglieri di minoranza…” Lasciamoci alle spalle quello che lei ha definito l’anno “meno uno” e scegliamo di proiettarci in avanti. Perché per Crispano questo può essere l’anno zero? “Lo scioglimento appartiene al passato, dobbia-

mo andare aventi. Oggi ci sono le condizioni per voltare pagina e per riscoprire quel senso di appartenenza a questa comunità che nell’ultimo periodo si era smarrito. Crispano non è quel paese che molti hanno scelto di raccontare, bisogna ricominciare a remare nella stessa direzione, senza pregiudizi e con entusiasmo. Vorrei ripartire dalle cose semplici. Io vorrei che questa diventasse la città dei bambini nella quale i genitori possano sentirsi responsabili nella costruzione di un territorio a misura dei più piccoli. Una città a misura di bambino contempla la possibilità di recuperare alcuni spazi rimasti abbandonati per molti anni, come lo stadio comunale e la polisportiva in via Cappuccini…Vanno certamente recuperati. Gli impianti sportivi fanno parte del progetto. Il “Campioni del Mondo” è stata forse una delle opere più belle realizzata negli ultimi anni su questi territori, era un centro sportivo fiore all’occhiello di questa comunità. Oggi è allo sfascio e ritengo ci sia da valutare un danno erariale che è stato prodotto all’ente dal momento che, come ho anche scritto in una nota inviata al ministro Salvini e al Prefetto di Napoli, le strutture sono altamente compromesse. Per quella struttura bisognerà capire, anzitutto, lo stato delle cose prima di valutare il da farsi. Per quanto riguarda il Campo comunale, c’è un vecchio progetto dell’amministrazione Esposito per il quale dovrebbe arrivare un cospicuo finanziamento e quindi procedere per la rivalutazione. Dirò di più, esiste un campetto alle spalle dell’ex casa del fascio, la scuola elementare in via Provinciale: deve tornare ad essere parte integrante del territorio. Insomma, ci sarebbero molti progetti finalizzati a rendere questa città vivibile. Non mi interessano le opere faraoniche, non ho intenzione di progettare cattedrali nel deserto. Dobbiamo ripartire dall’esistente e fare in modo che il cittadino torni al centro dell’azione politica”. Le idee sembrano esserci tutte, dunque. Penso però a un ostacolo: spesso le migliori azioni di un Amministratore rischiano infrangersi contro la


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macchina degli impiegati comunali politicizzati o semplicemente incapaci di fare il proprio lavoro… “Sono d’accordo ed è per questo che il primo passaggio sarà avere un confronto serio con i dirigenti e i dipendenti comunali, perché senza la macchina comunale noi difficilmente riusciremo a fornire servizi utili ai cittadini. Immagino una burocrazia snella e rapida, immagino introduzioni di una serie di buone pratiche per il miglioramento dei servizi e sono anche per l’incremento di un maggiore senso di responsabilità e nella chiara suddivisione dei ruoli: il dirigente fa il dirigente e il politico fa il politico, ma un dirigente che non fa il proprio lavoro è un dirigente che va riconsiderato all’interno della macchina comunale. Ciò implicherà il coinvolgimento di un organismo interno di valutazione il quale non consenta più ad un dirigente che non rende la possibilità di essere percettore del premio di produttività. Un libero professionista viene pagato se lavora, un dipendente comunale ottiene il giusto compenso solo se raggiunge quegli obiettivi che l’amministrazione ha prefissato. In questo discorso ho tutto l’interesse a coinvolgere i sindacati dei quali anche i dirigenti fanno parte, nell’ottica di voler sempre tutti remare nella stessa direzione”. Tocchiamo un ultimo tasto dolente: il Piano Urbanistico Comunale, troppe volte al centro di promesse e campagne elettorali... “Partiamo da un concetto semplice: il rispetto delle regole. Esiste un regolamento edilizio sul quale bisognerà confrontarsi, perché ci sono situazioni sulle quali non sono convinto e che vorrei valutare con professionisti ed esperti in materia. Il PUC è in fase di approvazione. Ho personalmente delle perplessità perché ritengo che per molti aspetti bisognerebbe coinvolgere maggiormente i cittadini, ma prima dell’adozione dovrà essere valutato. Una volta approvato, semmai ci fossero cittadini che ritengono di essere insoddisfatti o di essere stati lesi nei propri legittimi diritti potranno rivolgersi alla Magistratura”. Non sarà certamente solo in questo percorso. Da chi si farà accompagnare? “La lista che vorrei presentare dovrà essere un mix di esperienza, professionalità e giovani. Bisogna rivoluzionare il modo di fare politica, anche confrontandosi con gli altri candidati. E poi, nelle esperienze ordinarie, il Sindaco deve essere capace di coinvolgere tutti quei soggetti che possono arricchire il territorio, a partire dalla scuola e dalla parrocchia. Chiunque potrà dare un contributo, ovviamente se le proposte collimano con gli interessi della collettivitàv”.

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POLITICA Barbato nel direttivo della Conferenza nazionale dei Consigli comunali dell’Anci

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l frattese Daniele Barbato, esponente del Partito democratico e presidente del Consiglio comunale di Frattamaggiore, entra nel direttivo nazionale della Conferenza nazionale dei Consigli comunali dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. “Ho ricevuto la notizia della mia nomina ufficiale da parte dell’ANCI Campania. Entro in un organo importante nel quale rappresenterò la Campania e che servirà a discutere insieme ai miei colleghi, a venti anni dalla riforma che ha previsto l’elezione diretta dei Sindaci, come rimettere al centro i Consigli comunali e ridare peso agli eletti, soprattutto nel rapporto con i cittadini che pure delegano i propri rappresentanti con aspettative e buoni propositi” ha detto Barbato ringraziando “l’onorevole Domenico Tuccillo, presidente ANCI Campania e il dottor Alessando Fucito, coordinatore nazionale dei Consigli comunali, per questa grande occasione”. “Rappresenterò la mia città,

Frattamaggiore che ha negli anni prodotto una notevole classe dirigente e che può senz’altro rappresentare un buon termometro per comprendere la fase in cui si trova, adesso, e quali sono le modifiche che potrebbero adeguare, il meccanismo di rappresentanza alle nuove maturate esigenze” ha sottolineato aggiungendo poi: “Parteciperò con impegno ed orgoglio, gli anni passati a presiedere l’assise frattese mi hanno offerto un punto di vista privilegiato per discutere di questo tema e non mi tirerò indietro”.


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Anno XXVI - numero 431 - sabato 16 Marzo 2019

POLITICA

Intervista a Giovanni D’Errico, ex presidente del Consiglio comunale

“Non c’è spazio per il centrodestra” di Antonio Iazzetta IN BREVE

“Al momento non ci sono le possibilità per una coalizione davvero alternativa al centrosinistra. Serve un radicale camhio di rotta rispetto alle precedenti Amministrazioni”

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ra coloro che, nelle precedenti elezioni comunali di Crispano, rappresentavano una delle poche ‘novità’ in un panorama politico cittadino dominato da appartenenti ed ex appartenenti al Pd, c’era Giovanni D’Errico, ingegnere, che ha anche ricoperto il riuolo di Presidente del Consiglio comunale. A poche settimane dalla presentazione delle liste non ci sono ancora candidature ufficiali e c’è un clima di incertezza totale. Perché? “Non ho notizie attendibili sull’argomento, pertanto taccio. Posso però, ipotizzare che questa incertezza, che effettivamente si respira nel paese, possa dipendere dall’attesa di sapere quale esito avrà il ricorso presentato dall’ex sindaco Barra per contestare la sua incandidabilità decisa dai Giudici. Ancora fino a qualche giorno fa, in paese, circolava la voce che se la giustizia amministrativa lo avesse rimesso in gioco, allora il centrosinistra avrebbe ricandidato alla carica di

sindaco di nuovo Carlo Esposito. La candidatura a sindaco dell’ avvocato Michele Emiliano, fedelissimo dell’ex sindaco Esposito, annunciata da alcuni giorni, sembra invece indicare che il centrosinistra abbia fatto la sua scelta. Su tale questione, l’esperienza m’induce di attendere almeno fino all’esito del giudizio su Barra, per poter conoscere , in concreto, i nomi dei probabili candidati Sindaco”. Pur avendolo sostenuto non ha risparmiato critiche ad Antonio Barra. E’ giusto che si ricandidi qualora i magistrati glielo permettessero? “Per chiarezza. Nel corso della consiliatura al sottoscritto, risultarono del tutto evidenti le difficoltà della maggioranza , ovvero di una buona parte di essa, a sintonizzarsi su quei canali di cambiamento, di ascolto, di conoscenza, condivisi e posti alla base di un programma elettorale dichiarato alternativo all’allora recente passato amministrativo, e per il quale avevamo chiesto e ottenuto la fiducia della maggioranza dei crispanesi. In realtà, al cambiamento richiesto, avevamo risposto, con una atteggiamento attendista che ha favorito l’appiattimento ed una sostanziale resa alla cultura di un sistema fallimentare di governo coniugato, con sfumature diverse, dalla precedente Amministrazione. E purtroppo a causa della totale chiusura all’ascolto su tematiche gravi ed importanti ereditate dalla precedente amministrazione di centrosinistra, come la questione Gosaf e gli ammanchi di cassa, il mancato decollo della gestione della zona industriale e quella scellerata del Consorzio cimiteriale, fui costretto a dichiararmi indipendente e a uscire dal gruppo consiliare di maggioranza “Adesso Progetto Crispano”, confermando, nel contempo, la mia più ampia disponibilità a sostenerne il programma elettorale. Ciò detto, premesso che non ritengo possa esserci un Sindaco buono per tutte le stagioni, e, a prescindere se sia giusta o meno una nuova candidatura di Barra, posso dire invece di ritenerla poco opportuna, nell’interesse primario della comunità crispanese, visto quanto e successo. Allo stesso modo credo che sia poco opportuna

anche una eventuale candidatura a sindaco di Carlo Esposito o in alternativa, di tutti coloro che volendo o nolendo hanno condiviso, permesso e sopportato le sciagurate ragioni di coloro che hanno trascinato il paese verso due scioglimenti degli organi elettivi condannandolo a un degrado culturale, sociale e ambientale vergognoso. Mi potrebbe dire lei , caro direttore, quali vantaggi potrebbero avere i crispanesi, se a tirare le fila dovessero essere ancora coloro che oltre ad aver confezionato un fallimento dopo l’altro, hanno, nel contempo, coniato e diffuso con il loro agire politico la cultura degli interessi di parte, la cultura del rancore, della collusione e dell’omertà?” Con il senno di poi rifarebbe la scelta di sostenere Barra? “Quando accettai di candidarmi con Barra , lo feci per aver la possibilità di mettere le mie competenze al servizio del mio paese e della mia gente. Mi chiedo se non è stato possibile ieri, come sarebbe possibile oggi, visto che io non ho cambiato idea sul ruolo che la politica dovrebbe avere!” Possibile che Crispano non riesca a svincolarsi dai soliti nomi che circolano da vent’anni? “Potrei rispondere che atavici sono i motivi per cui in un piccolo paese come Crispano è difficile provare a cambiare le cose, ma credo che non soddisfarei la sua domanda. Allora provo a rispondere con una disquisizione sociologica presa in prestito per l’occasione. In quasi tutti i piccoli paesi come Crispano le classi dominanti e tra queste anche quella politica , pur se minoritaria, difendono con ogni mezzo le “rendite di posizioni” conquistate (godimento di un privilegio per tradizione o per l’appartenenza a una o più classi sociali). Mentre le politiche, per eliminarle, pur offrendo un beneficio alla collettività , non sono molto apprezzate dalla maggioranza dei cittadini. Analogamente accade per le illegalità e gli altri attentati al sistema istituzionale. Se il mancato pagamento dei servizi comunali da parte dei cittadini, l’abusivismo edilizio, la carenza dei controlli sulle regole e attività di valenza pubblica, le politiche clientelari e le parentele allargate Studio Posturologia Chinesiologia Neuropsicometricità Ortopedagogia Integrata Logopedia Psicoterapia


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con annessi favoritismi e altro sono recepite come un insieme di piccoli vantaggi – come le rendite – tra loro allacciati, la maggioranza dei cittadini finisce con l’essere o indifferente o contraria a una politica che li combatta. Resta da dire che tali classi dominanti , per difendere i propri interessi, hanno di fatto impedito la formazione e la crescita di soggetti e di politiche alternative al sistema imperante”. Sarà tra i candidati alle prossime comunali? “Solo se si riuscirà a coalizzare un gruppo di persone disposte a lavorare per risolvere i problemi del paese e per provare a cambiare in meglio questo paese” Quali dovrebbero essere le priorità dei candidati Sindaco alle prossime comunali? “Premessa la scarsità dei soldi da poter spendere, la priorità in assoluto dovrebbe essere quella di tagliare chirurgicamente il cordone ombelicale con la vecchia politica. In particolare con quella cattiva politica ‘che non solo ha svuotato le casse comunali, producendo pochissimo per la collettività in termini di servizi di qualità’ ma che ha anche portato il paese a subire un degrado diffuso. Dopo di ché bisognerebbe mettere mano, nell’interesse generale, alle questioni, colpevolmente create ed irrisolte: del mancato decollo della zona industriale; della mancata costruzione dei loculi e della disastrosa e poco chiara gestione del consorzio cimiteriale; della riapertura del centro sportivo di via Cappuccini e della nuova destinazione d’uso da dare al campo di calcio di via Cancello; della necessità di costruire una sala mensa per la scuola dell’infanzia e di ristrutturare il campetto sportivo della scuola elementare capoluogo; di far decollare il nuovo piano urbano comunale chiedendo ai tecnici comunali e

ai professionisti privati d’impegnarsi per valorizzarlo con progetti lungimiranti ed innovativi nell’interesse pubblico e dei privati; dell’urgenza di ridurre il numero dei dirigenti comunali per assumere personale esecutivo e per rimodulare e riorganizzare gli uffici e i servizi comunali; di creare un fondo di solidarietà per le categorie più

bisognose della popolazione sovvenzionandolo con la riduzione delle competenze economiche del sindaco e degli assessori; di riprogettare il servizio di raccolta dei rifiuti; di approntare un nuovo piano traffico che disciplini in particolare il passaggio dei mezzi pesanti per le vie cittadine; di recepire fondi per la manutenzione delle strade , per la viabilità e per la sicurezza dei cittadini. Capisco che può sembrare tanto, ma se c’è volontà e si cammina dritto senza distrarsi ci si può riuscire”. Suo padre Pasquale D’Errico è stato l’unico sindaco a non aver una storia politica nel centrosinistra. E’possibile

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POLITICA

ricostruire un centrodestra competitivo a Crispano? “Attualmente non credo, spero di sì in un prossimo futuro. E cerco di spiegare il perché. Effettivamente mio padre è stato il solo Sindaco di centrodestra senza legami politici con la sinistra allora dominante nel paese e senza legami con gruppi privati portatori d’interessi ancorché legittimi. E ciò permise alla sua azione politica e amministrativa di essere fruttuosa per la collettività proprio perché libera da ogni forma di condizionamento e di sudditanza da parte dei portatori di quelle “rendite di posizione”. Basti pensare che riuscì a far costruire la nuova caserma dei Carabinieri con la sola collaborazione dell’Ufficio tecnico comunale, della Prefettura e dell’Arma dei Carabinieri, senza mai passare per il Consiglio comunale, dove la sinistra aveva alzato le barricate perché non voleva che la caserma si costruisse; basta pensare alla ricostruzione della nuova sede comunale , quando riducendo il numero dei direttori dei lavori già esistenti da cinque a uno e riaffidando la gara d’appalto (chiavi in mano e senza varianti in corsa d’opera) al solo progettista originario della struttura, riuscì a realizzare l’opera in poco tempo e risparmiando soldi. Ciò nonostante e nonostante l’ottimo lavoro svolto, alle elezioni successive, alla scadenza del suo primo mandato, non fu rieletto. Contro la sua lista di centrodestra si coalizzarono grandi e piccoli promotori e usufruttuari delle nuove e vecchie “rendite di posizione”. Gli stessi che oggi troviamo coalizzati, dentro e al di fuori degli schieramenti politici, per fare in modo che il nuovo Puc, quello approvato dalla Commissione prefettizia e che rappresenta per molti un pericolo per gli “interessi di posizione”, non decolli”.


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CRONACA

Sale la tensione nelle Salicelle di Afragola

Protesta contro gli sgomberi S ale la tensione nelle Salicelle e la protesta si sposta anche al di fuori dal rione della ricostruzione che, da quando è stato costruito, negli anni ’80, non s’è mai realmente unito al resto della città di Afragola. Questa volta ad accendere i riflettori sul quartiere è il rischio che, tra qualche giorno, dovrebbero cominciare le operazioni di sgombero di quegli appartamenti che sono stati occupati abusivamente o che comunque vengono abitati senza averne il diritto.

dove la gente accorsa ha chiesto “una sanatoria” per non finire in mezzo alla strada. Hanno ottenuto un incontro con il sindaco, Claudio Grillo, che ha sottolineato come siano state sanate le posizioni di 88 immobili sui 212 in cui ci sono irregolarità, ma che, pur essendo disponibili a trovare una soluzione, la legge va rispettata. I manifestanti erano arrivati in piazza Municipio dopo essere partiti dal rione Salicelle. E s’erano messi in cammino dopo che sette famiglie erano state avvisate dalle forze dell’ordine che era ora di cominciare a traslocare perché, di lì a qualche giorno, avrebbero dovuto lasciare le case occupate abusivamente. Immediata è partita la protesta che ha coinvolto chi vuole mettersi in regola, ma anche chi vuole una sanatoria che non tenga conto di tutto quanto non è stato pagato in questi anni e chi non ha alcun titolo per vivere in una casa popolare. Per ripristinare la legalità, però, oltre a sgomberare le case occupate abusivamente, come è giusto che sia, è necessario anche

L’aveva chiesto e promesso il ministro degli interni, Salvini, quando venne ad Afragola qualche settimana fa. Chiese al Sindaco di intervenire e di procedere con gli sgomberi, anche se in molti non riuscivano a capire il legame tra gli sgomberi nelle Salicelle, legittimi se dovuti, con l’escalation di criminalità con le bombe che avevano danneggiato una decina di negozi in città, facendo prevedere una lotta tra clan per la gestione del territorio. La protesta, nei giorni scorsi, è arrivata fino a piazza Municipio

capire come sia stato possibile che, in case che non potevano essere abitate da quelle persone, siano state allacciate tutte le utenze necessarie. Si annunciano quindi giorni particolarmente infuocati nei quali sarà necessaria la massima attenzione anche da parte delle forze dell’ordine che stanno indagando sulla veridicità delle accuse di chi ha parlato di gestione delle occupazioni da parte dei clan emergenti che vogliono imporsi in città anche garantendo la casa ai loro affiliati.

di Antonio Cerbone

IN BREVE

Le forze dell’ordine stanno indagando per capire se è vero che i clan emergenti hanno messo le mani sulla gestione delle occupazioni abusive


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Cogito - 13

CRONACA CRONACA

Due quindicenni erano diventati il terrore dei farmacisti di Caivano IN BREVE

Sono stati arrestati dai Carabinieri mentre stavano per mettere a segno l’ennesima rapina

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ospiro di sollievo per i farmacisti caivanesi che avevano denunciato 24 rapine in un solo mese. I Carabinieri della tenenza di Caivano, guidati da Antonio La Motta, infatti hanno arrestato due quindicenni dopo aver portato avanti indagini basandosi anche sulle immagini delle telecamere di sorveglianze delle farmacie e di altre attività commerciali, mentre non hanno potuto usare quelle pubbliche che, dove ci sono, non sono funzionanti. Il loro arresto è arrivato mentre stavano per fare l’ennesima rapina grazie a un provvedimento del Giudice per le indagini preliminari che ha chiesto il collocamento in una co-

munità visto che i due quindicenni non possono finire in carcere vista l’età, nonostante abbiano agito con ‘esperienza’ usando anche armi e travestimenti. A carico dei due giovanissimi, le indagini, svolte dall’Arma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica per i Minorenni di Napoli, hanno determinato l’acquisizione di elementi probatori che superano la soglia della gravità indiziaria, richiesta per l’applicazione di una misura tanto afflittiva, in considerazione dell’età degli indagati, come quella del collocamento in una comunità. In riferimento agli episodi contestati, l’acquisizione dei filmati di videosorve-

glianza dei locali depredati ha consentito di ricostruire un modus operandi ben collaudato, nel quale uno dei due teneva le vittime sotto la costante minaccia delle armi, mentre l’altro provvedeva, a seconda dei casi, a saccheggiare il registratore di cassa o a fare da palo. I Carabinieri li hanno arrestati nei pressi di una farmacia, in prossimità dell’orario di chiusura, mentre, scrutando il loro obiettivo, attendevano il momento propizio per entrare in azione, già provvisti di tutto l’occorrente (pistola a salve riproducente la classica Beretta 92 in uso alle forze dell’ordine e cappellini scaldacollo per travisarsi il volto).


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POLITICA

Incontro con Marco Esposito, giornalista economico de Il Mattino

I diritti negati al Sud

di Antonio Boccellino IN BREVE

“Liberiamoci dal senso di inferiorità, andiamo a far valere i nostri diritti, pretendiamo che chi ha avuto la delega per fare queste cose le faccia”

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ei giorni scorsi, nella sala eventi dell’Arancia Blu” di Afragola, si è tenuto il II convegno “Democratici per il Sud”. Tema del meeting “I diritti negati al Sud”. Una negazione che si evidenza in diversi settori tra cui trasporto pubblico, istruzione e sanità. Ha coordinato l’incontro Giovanni Boccellino, consigliere comunale di Afragola del Pd e fondatore dell’associazione “Partecipazioniamoci”, da tempo impegnato, insieme all’architetto Lia Moccia, al consigliere Camillo Manna e ad altri nella segnalazione di queste mancanze. “E’ un’Italia a due velocità, con un forte divario tra il Nord e il Sud: non sono modi di dire o luoghi comuni. Ci stiamo impegnando da tempo a sollevare la questione e sorprende il silenzio delle Istituzioni su questo tema delicato” ha detto Giovanni Boccellino aprendo l’incontro. Ha fatto seguito la relazione di Camillo Manna che ha puntualizzato su qualche cifra per spiegare questo dualismo: “Solo qualche dato per spiegare questa tesi. Pensiamo che Firenze, una città con 380.000 abitanti ogni giorno fa per la mensa scolastica 20.000 pasti al giorno, Palermo, che ne annovera quasi 700.000, ogni giorno fa 2.000 pasti al giorno. Questo sta a significare lo stato della scuola dell’infanzia che si trova a nord e a sud. Volendo fare un esempio ancora più specifico per capire la differenza tra Nord e Sud, a Reggio Calabria, nel 2015 la spesa pro capite attestata dall’Istat era di 19 euro per bambino mentre a Trento era pari a 2.450 €”. A seguire, l’intervento di Marco Esposito, giornalista de “Il Mattino”, autore del testo “Zero al Sud” che ben spiega questo dualismo. Esposito non si stanca, da tempo, di denunciare, con articoli e saggi, su come si stava avviando il federalismo fiscale, e prova a ricostruire la genesi di queste differenze. “Il libro prende le mosse – così Esposito - dall’attuazione del federalismo fiscale comunale che è nella Costituzione del 2001, ma per molti anni non era successo nulla, solo nel 2009 c’è stata una legge delega, ma solo nel 2011 inizia ad attuarsi. Siamo costretti a imparare il termine spread che sale alle stelle e l’Italia diventa un Paese a rischio. Berlusconi si dimette e il Governo Monti adotta l’Imu (imposta municipale) che aveva sostituito l’Ici (imposta comunale). L’Imu non doveva tassare le case. I sindaci si vedono costretti a tassare i cittadini per un’imposta patrimoniale la cui metà va allo Stato che serve a salvare l’Italia. L’anno dopo Monti chiama l’Anci, l’associazione dei comuni guidata all’epoca da Graziano Delrio, dicendo che per l’anno prossimo avrebbe lasciato tutta l’Imu ma avrebbe tolto i trasferimenti. Nasce di fatto un fondo di solidarietà comunale. I comuni delle aree più ricche, i Sindaci del Nord, hanno più soldi di prima, ma poi devono dare qualcosa

in solidarietà.” Successivamente c’è stato un ampio dibattito con il pubblico presente. Interessante il quesito riflessione di Rosaria De Filippo, docente di Matematica e Fisica al liceo Brunelleschi di Afragola: “Nella gravità della situazione descritta è ancora più grave l’assenza dei rappresentanti del Sud. Chiedo a lei perché le istituzioni del Sud hanno continuato a disertare i tavoli? Qual è lo spirito che anima il meridionale. E perché non ci ribelliamo e ci indigniamo?” La docente ha poi messo in luce la mancanza di uno spirito di iniziativa delle persone del Sud e citato alcuni esempi virtuosi di collaborazione tra cittadini, come nel caso del recente alluvione nel Nord-Est. Pronta la risposta di Esposito: “In passato c’è stata una risposta un po’ banale e cattiva: siete meridionali e siete inferiori, non è così perché un meridionale altrove riesce in maniera eccellente. Quello che ci manca è qualcosa da un punto di vista sociale. Tendiamo a scoraggiarci. Dobbiamo cambiare paradigma di riferimento e pensare da battaglieri, solo così ne usciremo vincenti. Quindi abbiamo bisogno di esempi positivi perché si possono incoraggiare gli altri. Ognuno deve iniziare a fare la sua parte anche nelle cose quotidiane. Cerchiamo di coltivare le cose positive che sono dentro di noi, tenendo presente che il vero avversario è dentro di noi”. Esposito ha poi citato un aneddoto sul Nelson Mandela, il primo presidente nero del Sud Africa dove vigeva l’apartheid. “Nelson Mandela – così ha concluso Esposito - racconta nella sua autobiografia che una volta dovette prendere l’aereo, per la prima volta in vita sua per andare a fare una conferenza in un altro Stato africano. Sale, già adulto sull’aereo, e come accade per ognuno di noi la prima volta che prende l’aereo, si è spaventato. Lui getta l’occhio nella cabina vede il pilota e pensa: “Ma un nero sa guidare l’aeroplano?”. Ma poi ha detto a se stesso: io sono Nelson Mandela. Vedete come ci hanno condizionato? Che io che sto facendo la battaglia per la liberazione sono così condizionato? Di questo dobbiamo liberarci. Pensare che è impossibile che si possa fare è perdere già in partenza. Liberiamoci dal senso di inferiorità, andiamo a far valere i nostri diritti, pretendiamo che chi ha avuto la delega per fare queste cose le faccia, senza pensare che vada a finire tutto male, partendo da una cosa piccola . Noi possiamo guidare l’aereo. Impariamo a volare”. Ha concluso poi Giovanni Boccellino: “Dopo quanto ascoltato abbiamo un’amarezza. I volti un po’ sgomenti. Speriamo che diventi una rabbia, un’indignazione che speriamo si traduca in un’azione come suggerito dal relatore. una volta assunta questa consapevolezza occorre continuare in questo impegno conoscitivo, e poi di proseguire con l’azione. Ringrazio l’autore di questo testo per questa mirabile riflessione, la libreria Oberdan e vi do’ appuntamento al prossimo evento”.


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CRONACA

L’onda rosa ha invaso Frattamaggiore IN BREVE

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rattamaggiore, in occasione della Giornata internazionale della donna, lo scorso 8 marzo, ha ospitato la II edizione dell’Onda rosa, la manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale, insieme all’Ambito N17 e alle scuole del territorio, per celebrare la donna e condannare ogni forma di violenza e discriminazione. Dopo gli interventi delle scuole e delle Istituzioni in piazza Umberto I, gli oltre 300 partecipanti hanno percorso le strade cittadine al grido di “L’8 marzo Tutto L’anno” “L’Amministrazione, nella figura del sindaco, Marco Antonio Del Prete, insieme al centro anti-violenza, hanno fortemente voluto questa seconda edizione dell’onda rosa – dice la sociologa Rossella Ianniciello, referente del Centro antiviolenza LiberaMente donna per l’Ambito N17 - Volevamo che in piazza ci fossero tanti ragazzi e ragazze per spiegare loro che non esistono differenze di genere. Siamo qui per abbattere discriminazioni di genere ed annientare stereotipi”. “Anche quest’anno, abbiamo deciso di evitare

convegni e di scendere in strada, travolgendo la Città con un’onda rosa animata dalle ragazze e dai ragazzi delle scuole del territorio - dichiara il sindaco, Marco Antonio Del Prete - Abbiamo sfilato per le strade gridando a gran voce che l’8 marzo cade tutti i giorni dell’anno perché il rispetto e l’amore verso le donne lo si deve esprimere quotidianamente, così come il nostro impegno. Al di là delle ricorrenze e dei simboli”. Oltre al Sindaco, il dottor Marco Antonio Del Prete, e alla sociologa Rossella Ianniciello, erano presenti anche l’assessore alle Politiche sociali, Lorenza Razzano, la psicologa del centro anti-violenza “Libera-Mente Donna”, Fulvia Marchese, la Presidente dell’Associazione Moica Frattamaggiore, Silvana Interino; e Imma Pezzullo, dell’Istituto degli Studi Atellani. Le scuole presenti in piazza e nelle strade invece erano Marconi, Genoino, Mazzini Capasso, Massimo Stanzione, Carlo Miranda e Niglio.

Per il secondo anno, l’Amministrazione comunale e il Centro antiviolenza hanno coinvolto alunni e studenti delle scuole frattesi per ricordare i diritti delle donne

Una mostra coinvolge i bambini della Marconi

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n campo anche la scuola Marconi per ricordare i diritti, riconosciuti e violati delle donne. A presentare l’iniziativa che

ha coinvolto maestre e alunni della scuola dell’infanzia, la dirigente scolastica, Angela Vitale: “Abbiamo deciso di celebrare l’8 marzo, realizzando

una mostra nella quale abbiamo esposto dei cartelli in cui viene fotografata l’attuale condizione delle donne che è tutt’altro che edificante. Le donne, soprattutto oggi, sono discriminate sul lavoro, portano il peso delle famiglie sulle spalle per non parlare delle violenze sessuali e dei femminicidi. Ormai non c’è giorno che non venga assassinata una donna nei modi più barbari: strangolata, accoltellata, bruciata. Una lista lunghissima che, purtroppo, occorre costantemente aggiornare. Questo ci dice quanto sia ancora lunga la strada per l’emancipazione

delle donne”. “E’ importante trasmettere messaggi che contribuiscano a consolidare il principio della parità di genere anche nei picolissimi, nei bambini e nelle bambine che frequentano la scuola dell’infanzia” hanno aggiunto le maestre Clementina Cecere e Milena Landolfi.


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CRONACA

Emergenza rifiuti nelle periferie di Afragola

La discarica di via Ferrarese di Antonio Cerbone

IN BREVE

A pochi metri in linea d’aria dalla stazione di Zaha Hadid regna il degrado e si teme per la salute dei residenti

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ontinuano a preoccupare le condizioni di molte strade periferiche di Afragola dove non è difficile trovare vere e proprie discariche a cielo aperto. E, per trovarle, non è necessario andare in zone impervie, ma basta percorrere anche strade abitate e attraversate ogni

giorno da migliaia di persone. E’ il caso di via Ferrarese, a ridosso del ponte dell’alta velocità, dove, a pochi metri in linea d’aria dall’avveniristica stazione di Zaha Hadid, i residenti e quanti percorrono quella strada e quelle adiacenti devono fare lo slalom tra rifiuti di ogni genere.

Inutili, fino a questo momento, le richieste di aiuto che arrivano alle forze dell’ordine e all’Amministrazione comunale e gli incivili continuano a farla da padrona, trasformando quella zona e tante altre sul territorio afragolese in una discarica a cielo aperto. E ai rischi per la circolazione

e per le esalazioni che vengono fuori da quei cumuli di spazzatura si aggiungono quelli derivanti dalla possibilità che il solito delinquente decida di dare fuoco a quelle cataste di rifiuti aggiungendo ulteriori danni e pericoli per la salute di chi vive in quelle zone.


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Bella iniziativa dell’Istituto ‘Cilea Mameli’ per il Carnevale

CRONACA

Un drago per le strade di Pascarola

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n drago di ottanta metri ha sfilato per le strade di Pascarola nei giorni del Carnevale. A guidarlo centinaia di ragazzi della scuola primaria e secondaria della frazione caivanese preceduti dal corteo in maschera dei bambini della scuola dell’infanzia. Una vera attrazione per i reidenti, sorpresi da questa iniziativa ludico – didattico – pedagogica messa in campo dagli insegnanti della scuola dell’Istituto comprensivo ‘Cilea – Mameli’ guidati dalla dirigente Rosaria Peluso. Una vera festa che ha visto la partecipazioni di tutti coloro che sono scesi in strada per fare da ala alla sfilata del drago. Chi è rimasto sui balconi, invece, lanciava coriandoli e stelle filanti per dare il segno di festa.

La gigantesca testa di drago, costruita secondo le tecniche dei maestri carristi di Viareggio, è stata portata a turno dai bambini emozionando tutti e creando un’atmosfera di grande gioia. Con un altoparlante mobile le movenze dell’animale mitologico erano accompagnate da musiche e canti tipici carnevaleschi per offrire a tutti un sano e spensierato divertimento. “Sono occasioni queste – ha detto la dirigente scolastica Rosaria Peluso – per favorire sempre di più l’integrazione tra città e scuola, famiglie e insegnanti. Questo connubio crea quell’empatia che permette ai ragazzi di seguire il loro percorso scolastico con serenità raggiungendo ottimi risultati e una preparazione adeguata”. Questa è la terza edizione del carnevale della scuola Rodari per le strade della frazione Pascarola. La prima volta portò solo una sfilata con gli alunni travestiti che ebbe la sua conclusione nella villa comunale. Fu un vero coinvolgimento con le famiglie degli studenti che, per la prima volta, parteciparono a un evento del genere. Lo scorso anno invece ci fu la trasposizione dei mesi secondo la tradizione napoletana con alcune scene teatrali allestite su carretti. Quest’anno invece la realizzazione del drago lungo più di ottanta metri. Un lungo pezzo di stoffa rossa legato alla testa del drago sotto il quale c’erano centinaia di ragazzi dai 6 ai 14 anni che inneggiavano alla gioia. Il coinvolgimento ha davvero contagiato tutti. Fuori ai negozi si sono creati mo-

menti di grande partecipazione con balli e canti tra ragazzi, cittadini e insegnanti. Nota stonata come lo scorso anno il non poter utilizzare la villa comunale per il momento conclusivo e la mancanza di ‘scorta’ per le strada dei vigili urbani. Gli insegnanti e i genitori partecipanti al corteo si sono dovuti arrabattare alla meglio per dirigere il traffico e far in modo che i loro alunni e i loro figli non venissero investiti. “L’importante è che tutto sia riuscito bene – hanno detto alcune delle mamme degli alunni della scuola Rodari che hanno partecipato alla sfilata – che i nostri figli si siano divertiti e abbiano trascorso un momento davvero felice”. Al rientro nella scuola nell’atrio gli alunni delle prime della primaria si sono esibiti, guidati dal maestro Ferdinando Ponticelli, in alcune canzoni tipiche. “Per noi è stata una giornata speciale – hanno sottolineato alcuni alunni della secondaria – Siamo stati i protagonisti di un evento della città”. Antonio Trillicoso

Carnival Casalnuovo con qualche polemica

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omenica 3 marzo si è tenuta a Casalnuovo la manifestazione Carnival Casalnuovo, organizzata dall’associazione “Una città che..”. La manifestazione, prevista inizialmente per il 24 febbraio e poi rinviata per il maltempo, ha visto radunate migliaia di persone con tantissimi bambini in maschera e divertiti. Ovviamente non sono mancate le polemiche e i problemi. Giovanni Nappi organizzatore della manifestazione dice: “Domenica scorsa il Comandante della Polizia municipale mi aveva notificato il “diniego”. Vietava ogni attività, dando una sua personale lettura e interpretazione alla normativa di riferimento. Ero pronto a combattere per il nostro diritto di sfilare. Poi il vento forte ci ha fermati. In ogni caso, abbiamo risposto al dirigente punto su punto, rispetto alle sue considerazioni per il diniego, ripresentando la domanda”. Con il sindaco, Massimo Pelliccia, non ci sono stati scontri, tant’è che si è letto un post del Sindaco che invitava a partecipare a tutte le manifestazioni di Carnevale che si sono tenute in città e lo stesso Nappi dichiara: “Con il Sindaco non ci siamo mai interfacciati, non avendo richiesto alcun contributo e nessun patrocinio al Comune. La nostra è stata una sfilata. Per cui, dal Comando dei Vigili, andava semplicemente gestita la viabilità. Cosa che poi è accaduta. Ringrazio i vigili. Probabilmente, dopo una settimana, con la ripresentazione della pratica da parte

nostra, il Comandante avrà cambiato idea, oppure avrà avuto un po’ più tempo per leggere le carte. Poi se il comportamento del Comandante, che inizialmente aveva firmato il diniego, fosse o meno legato alla volontà dell’Amministrazione di ostacolare in qualche modo la manifestazione, non sta a me dirlo”. “Tornando alla manifestazione, alla fine, dopo tanta fatica, c’è stata anche tanta soddisfazione. Casalnuovo è stata Comunità. È stato un percorso unico di oltre 5 km che ha unito il centro con piazza Municipio, il centro storico con via San Giacomo e piazza Immacolata, via Pigna e la zona 219, la via nazionale delle Puglie” ha aggiunto Nappi ringraziando “i collaboratori , l’associazione “Una Città Che...”, l’associazione “Il Salice onlus” e tutti gli sponsor privati e i professionisti che ci hanno consentito di organizzare un evento a costo zero per la comunità”. Enza Gargiulo


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CULTURA

Presentati tre numeri dell’Archivio afragolese

La storia locale nelle scuole di Antonio Boccellino

IN BREVE

Nel corso della mattinata è stato riproposto il progetto dell’insegnamento nelle aule afragolesi

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ei giorni scorsi, nel Gelsomino di Afragola, sono stati presentati gli ultimi tre numeri di “Archivio Afragolese”, la rivista semestrale di studi storici giunti al diciasettesimo anno di pubblicazioni, edita dall’omonimo Centro studi. Alla presentazione, organizzata dalla Pro loco, erano presenti anche il sindaco, Claudio Grillo, il presidente della Pro loco, Roberto Russo, il fondatore della pubblicazione, Marco Dulvi Corcione, Francesco Giacco, direttore responsabile della rivista, e molti rappresentanti della scuola e dell’associazionismo che hanno seguito le presentazioni affidate a tre donne vista la vicinanza dell’8 marzo: Elvira Salzano, Francesca Graniero e Monica Balsamo.

“Questa pubblicazione – così Roberto Russo nell’incipit del suo intervento – è un riferimento culturale non solo per Afragola, ma per l’hinterland. Ci teniamo molto alla memoria storica. E’ intenzione della Pro loco, in sinergia con il professor Marco Dulvi Corcione, di riproporre l’esperienza di un’ora di storia locale nelle scuole di Afragola. Penso che i giovani, se adeguatamente motivati, grazie anche alla padronanza che hanno con i social e con i nuovi mezzi di comunicazione, possono dare un grande contributo. Si deve uscire dagli ambiti dei convegni. Lancio un appello ai giovani”. Nel corso dell’incontro si è tenuto un gemellaggio con la redazione del “Dea Notizia”, un periodico di Bellona in provincia di Caserta, che con Domenico Valeriani hanno presen-

Intervista al fondatore, Marco Dulvi Corcione

“Non c’è differenza tra storia locale e storia generale”

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a presentazione degli ultimi tre numeri è l’occasione per scambiare due parole con il professor Marco Dulvi Corcione, il fondatore della rivista e il maître à penser dell’omonimo Centro Studi. Gruppo editoriale che ha al suo attivo, tra l’altro, la pubblicazione di una collana di Studi storici locali nonché la stampa di numerose monografie e biografie su illustri personaggi afragolese. Professore, siamo a un bel traguardo. E’ tempo di bilanci e resoconti. Come è nato quest’interesse? “Siamo al diciassettesimo anno di pubblicazioni di questa rivista. Devo rilevare, però, che le radici di questo lavorio risalgono all’anno 2000, quando fondammo il Centro studi Santa Maria d’Ajello, un cenacolo di intellettuali, voluto dal parroco emerito don Giorgio Montefusco e in sinergia con il sottoscritto. Questo gruppo nasceva per colmare una lacuna nella produzione storica del nostro paese, caratterizzato dalla mancanza di un approfondimento sulla storia della Chiesa, aveva la finalità di dar vita ad una rivista di studi storici”. Quindi solo storia della Chiesa? “No, successivamente, sulla base della Rassegna storica dei comuni, pubblicazione che pure dirigo da 40 anni, recependo una massima di un grande storico, il compianto prof. Sossio Capasso, che recitava ‘io sogno di fondare, oltre alla rassegna storica a Frattamaggiore, anche tanti organi di

stampa nei paesi intorno per crrare un collegamento per progettare il recupero nella memoria storica neo nostri paesi’, passammo alla trattazione degli studi della storia locale e ci siamo spinti in un’avventura che è diventata una consolida e indiscussa realtà editoriale”. C’è differenza tra storia generale e storia locale? “Non esiste differenza. In una mia pubblicazione su “Storia generale e storia locale”, rievocavo, appunto, che quando il metodo è rigoroso e si lavora con acribia si fa sempre storia. Mi piace, inoltre, ricordare la partecipazione a un famoso convegno su questo tema svoltosi negli anni Ottanta: organizzato da Sergio Genzini presso l’Università Normale di Pisa, eravamo tra i pochissimi italiani che potessero vantare un organo di storia locale quale la Rassegna storica dei comuni. In quell’occasione si volle sdoganare la storia locale e darle lo stesso rango della storia generale. A quello di Pisa seguì il convegno di Barletta del 1982, che aveva a centro del dibattito il rapporto tra storia locale e quella generale. D’altronde, anche Benedetto Croce, il famoso filosofo e storico, l’aveva detto: ‘Non c’è storia, se non c’è storia locale’. Progetti per il futuro ? “Abbiamo in animo di riprendere un’iniziativa di qualche anno fa. Ossia, di proporre l’insegnamento di un’ora di storia locale in ogni scuola, di ogni ordine e grado, della città. Coinvolgeremo anche studiosi e appassionati di storia nonché giornalisti per questo progetto che sarà eseguita in sinergia tra la Pro loco e Archivio afragolese”.


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Cogito - 19

CULTURA tato il “Chi è? -Tramandiamo ai posteri coloro che meritano essere ricordati” in cui sono stati riportati tre importanti personaggi di Afragola, come l’imprenditore Giuseppe Moccia, il canonico don Giuseppe Cerbone e l’artista, il pittore Angelo Mozzillo. Ha concluso la manifestazione, il sindaco, Claudio Grillo, che ha così commentato: “Sono occasioni di crescita e di arricchimento culturale. Mi auguro vengano altre giornate come questa. Non è un momento auto celebrativo. Tra i punti che ho in animo di realizzare nel mio mandato amministrativo, la cultura ha un posto centrale. Voglio dialogare con le persone per il miglioramento della città”. Confermato lo stile miscellaneo del semestrale periodico che vede il consueto alternarsi delle varie rubriche (interviste, saggi, ricerche, recensioni, ecc.): un format che consente alla rivista di essere apprezzata da varie fasce di lettori, in un giusto mix di rigore scientifico e carattere divulgativo, mantenendo sempre elevati standard di indagine. Campeggia, nel numero 31, un’intervista a don Raffaele Tuc-

cillo, sacerdote afragolese recentemente scomparso; un saggio sul pittore Angelo Mozzillo e un approfondimento su padre Francesco Castaldo, un redentorista Afragolese nella Sicilia del primo Ottocento. Degni di nota nel fascicolo 32: una rievocazione sulla figura del professor Luigi Grillo, fondatore della Pro loco cittadina e su don Gabriele Laudiero, indimenticato parroco di San Marco di Afragola animatore di tante iniziative per i giovani. Presente anche una recensione: Filosofia e poesia in Heidegger di Gennaro Castaldo. Per finire, nel numero 33, segnaliamo: un’intervista al sindaco Claudio Grillo e una monografia sulla figura di Giuseppe Moccia, l’industriale, il politico e lo sportivo. In tutti i numeri trova spazio la rubrica “Viaggio nella canzone napoletana”, e alcune amenità come “Piazza Municipio e ‘’o vasulo janco”, “Afragola e l’opera e pupi”. La rivista è a diffusione gratuita e per riceverla è possibile scrivere alla redazione “Centro Studi Archivio Afragolese”, sito in via Michelangelo 15 Afragola, oppure telefonare al 081/8524731.

Premio poesia al Centro anziani di Frattamaggiore

S

i è rinnovato l’ormai decennale appuntamento con la poesia nel Centro sociale anziani Pezzullo, grazie al concorso bandito dal Comune di Frattamaggiore in collaborazione con l’Istituto di Studi Atellani. Per una sera, giovani e meno giovani si sono riscoperti abili parolieri, trasferendo in rima le emozioni del loro vissuto. Non sono mancati momenti di commozione, a riprova del bisogno di condivisione che anima la nostra società. Particolare emozione hanno destato le poesie vincitrici. Per la categoria A (versi in lingua italiana) il podio è andato ad Antonio Fabozzi con la sua ”Come aperto mare”, un inno all’accoglienza e alla solidarietà. Il premio per la categoria B (versi in vernacolo napoletano) è stato assegnato a Carmela Auletta con “A speranza”, un grido soffocato di dolore di chi vive costantemente il disagio di una sofferta condizione fisica. L’assessore alle politiche sociali, Lorenza Razzano, presente alla serata, il commissario del Centro anziani, Rosa Bencivenga, e il presidente dell’Istituto di studi atellani, Francesco Montanaro, si sono complimentati con tutti i partecipanti assegnando loro un attestato di merito e confidando in una sempre più massiva partecipazione all’iniziativa. Tutti i membri della giuria, composta da esperti del settore, si sono detti soddisfatti per la qualità dei lavori giunti e hanno augurato a tutti i partecipanti di continuare nel loro cammino di “novelli cantori”. Imma Pezzullo

A

Huiko. Un libro per scoprire la Cina e riscoprire se stessi

l Tav, Teatro Animazioni Visive, di Frattamaggiore, in piazzetta Durante, l’Istituto di studi atellani, ha ospitato Mario Volpe, autore del romanzo Huiko edito da Rogiosi Editore. Il testo, breve ma intenso, racconta di Andrea, un uomo di mezz’ età, in piena crisi esistenziale, che decide di fare un viaggio in Cina alla riscoperta di se stesso. Un viaggio nella cultura e nel pensiero orientale, a tratti surreale, che si snoda attraverso una attenta descrizione dei luoghi, delle emozioni, vissute dal protagonista, i cui sentimenti e stati d’animo vengono abilmente descritti dall’autore che ben conosce i luoghi che fanno da scenario al testo. Mario Volpe è una delle penne più interessanti del nostro panorama letterario, in questo momento. La sua scrittura è fluida e accattivante. I personaggi sono minuziosamente descritti e le note autobiografiche sono ben inserite nel testo tanto da non influenzare il lettore che, presto, si lascia trasportare dal viaggio del protagonista Andrea tanto da divenirne inconsapevole compagno. La presentazione, che ha riscosso un notevole successo di pubblico, è stata arricchita dagli interventi di Francesco Montanaro, abile padrone di casa, e della professoressa Giusi Parolisi che, con la sua attenta e scorrevole disamina del testo, è riuscita a trasferire nei presenti la curiosità e l’interesse per il testo di Volpe che sta ottenendo un considerevole successo di vendite e di critica. Imma Pezzullo


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CRONACA

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La mia città in bici

La mia città in bici”. Questo il titolo scelto dall’associazione “Bici per la città” di Frattamaggiore per il concorso rivolto agli alunni di terza e quarta elementare e conclusosi con la cerimonia di premiazione tenutasi nell’istituto comprensivo ‘Capasso – Mazzini’ di Frattamaggiore. Il concorso era incentrato sul tema dell’uso della bicicletta in città, visto non solo come un mezzo di trasporto alternativo alle automobili e agli altri veicoli a motore per ridurre il traffico e l’inquinamento, ma anche come un modo per favorire la socializzazione, sviluppare il senso civico e apportare benefici all’ambiente e alla salute. Quasi un centinaio di giovanissimi partecipanti al concorso, guidati, fra gli altri, dalle insegnanti Carla Ambrico, Fortuna Chiacchio e Annamaria Russo, hanno realizzato disegni con pastelli, pennarelli e colori a tempera, inserendo anche messaggi, dialoghi e di-

dascalie. Ne è venuto fuori un affascinante scenario di come i bambini vorrebbero le nostre città, immaginate in tanti modi differenti ma tutte accomunate dal desiderio di avere meno cemento e più verde, meno automobili e più spazi per stare insieme, passeggiare e giocare, insomma città vivibili e a misura d’uomo, purtroppo ben lontane dalla realtà caotica e degradata che vivono quotidianamente. I disegni sono stati esaminati da una giuria composta dalle stesse insegnanti, dal presidente dell’associazione, Marino Landolfo, e dalla professoressa Carmela Borrometi, insegnante di arte e immagine e pittrice di provata sensibilità artistica, che ha assegnato i tre premi previsti: uno per la migliore tecnica, Anna Casaburo, uno per la maggiore fantasia, Federica Cristiano, e uno per il messaggio più significativo espresso dall’alunno, Pierluigi Iovane. I vincitori sono stati premiati

con altrettante coppe, mentre a tutti i partecipanti è stata consegnata una pergamena ricordo. La professoressa Borrometi, dopo avere visto tutti gli elaborati, ha affermato che “bisognerebbe osservare la nostra città coi freschi occhi dei bambini, porgere con attenzione l’orecchio alle loro, in fondo, semplici richieste di facile attuazione. In loro è la gioia di vivere che si concretizza solo attraverso arredi urbani e facciate multicolori, aiuole fiorite, passeggiate in bici e aria pulita. Ascoltiamo i nostri figli, loro sono il futuro: consegniamo nelle loro mani una città migliore”. L’associazione “Bici per la Città”, che fa parte della Consulta delle Associazioni del Comune di Frattamaggiore ed è iscritta al Registro regionale del volontariato, opera dal 2013 e promuove, in collaborazione con altre realtà associative del territorio, la mobilità sostenibile e l’uso della bicicletta in ambito urbano, in particolar modo per i piccoli spostamenti, attraverso proposte, manifestazioni ed iniziative di vario genere. La proposta di istituire il concorso ha trovato una immediata disponibilità da parte della di-

rigente Fernanda Manganelli che tiene sempre aperte le porte della scuola a idee e progetti educativi che provengono dal mondo associativo e del volontariato, soprattutto in ambito culturale, sportivo e ambientale. “Il concorso di disegno indetto da ‘Bici per la città’ è stato il primo di una serie di concorsi che saranno promossi dalla nostra Associazione” ha detto il presidente Marino Landolfo aggiungendo: “Cercheremo di portare avanti tante iniziative rivolte ai giovani e ai bambini che rappresentano il nostro futuro. Lavoreremo per diffondere e incentivare le idee di Mobilità Sostenibile in luoghi di istruzione basilare. Per Noi il cambiamento è possibile ma deve cominciare dall’età scolare”.


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SPETTACOLO

Manifestazione ad Afragola a 20 anni dalla morte del cantautore

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Nel ricordo di De André

l 9 marzo nel Cinema-Teatro “Gelsomino” di Afragola, l’Associazione culturale “La fonte delle muse” ha organizzato un evento per ricordare Fabrizio De André. “Incontro con il poeta. Le passanti”. Questo il titolo scelto per un’iniziativa che si poneva l’obiettivo di rendere omaggio a un Poeta immenso del panorama culturale italiano a vent’anni dalla sua morte, come ha ricordato il presidente dell’associazione, Gennaro Castaldo. La manifestazione ha avuto vita all’indomani della Festa della donna e De André ha posto proprio la Donna al centro del suo itinerario musicale. La serata è stata condotta dalla professoressa Luisa Marro, attenta a ricordare l’importanza di non spegnere i riflettori sulla donna all’indomani dell’8 marzo e ha visto la partecipazione del sindaco di Afragola, Claudio Grillo, che ha menzionato, durante i suoi saluti, la difficile condizione delle donne del Rione “Salicelle”. La serata è stata animata da un concerto tenuto da Luca Signorini, primo violoncellista del Real Teatro San Carlo di Napoli, Giuseppe Cirigliano, docente e chitarrista, amico della “Fondazione De André”, e Luca De Prisco, fisarmonicista, accompagnati dalle intense voci di Iolanda Capasso e Giusy Perna nonchè dalle suggestive coreografie curate dalle allieve e dagli allievi dell’“Antares Danza” e del Centro Studi Danza “Dance Center”. Le vibrazioni sonore sono state arricchite dall’emozionante

recitazione di Pasquale Renzi e Vincenzo Ponticelli, esponenti della Compagnia teatrale “Palcoscenico”, che hanno recitato un dialogo di stringente attualità per l’attenzione posta sui femminicidi. Il “Gelsomino” ha osservato un rispettoso e dovuto silenzio durante il prologo e l’epilogo dell’evento, resi affascinanti dalla coraggiosa recitazione in greco, tenuta dalle allieve del liceo “Filippo Brunelleschi”-sezione di Liceo Classico, di un dialogo tratto dall’”Antigone” di Sofocle e da un monologo desunto dalla “Medea” di Euripide. Essi hanno costituito momenti di elevata tensione stilistica, perché tesi a focalizzare l’attenzione sulla donna simbolo di sacrificio, nella declinazione di maternità, verginità e prostituzione. Queste tematiche sono state analizzate nelle pregevoli opere esposte realizzate dalle studentesse e dagli studenti dei licei “Brunelleschi”, “Gandhi”, “Braucci”, “Durante” e degli Istituti “Novelli”, “Pertini”, “Sereni” e “Dalla Chiesa”. Il pubblico, numeroso e attento, ha applaudito ogni momento della manifestazione, incoraggiando l’associazione a proseguire nel suo intento di offrirsi come centro d’aggregazione culturale, luogo propulsivo di stimoli educativi e spinte formative nell’ottica d’una crescita seria e responsabile del tessuto sociale afragolese.

di Giusy Capone IN BREVE

Attenzione sulle donne cantate dal poeta degli ultimi a ridosso della festa dell’8 marzo


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CALCIO Bilancio calcistico dell’area a Nord di Napoli

Sfida a tre in Eccellenza

A

quattro giornate dal termine il girone A del campionato di Eccellenza è ancora in IN BREVE equilibrio, complice l’annata straordinaria di Frattese, Giugliano e Afragolese, tre corazzate che stanno lottando per la promozione diretta in Serie D. In virtù dei risultati maturati nelle ultime partite l’Afragolese, sconfitta dal Giugliano nello scontro diretto, è leggermente in ritardo rispetto ai gialloblù secondi e alla Frattese capolista. Tuttavia il divario tra la squadra di Masecchia e le prime due della classe non condanna matematicamente i rossoblù ai lunghi ed estenuanti play-off. Infatti l’Afragolese occupa il terzo posto a 55 punti, tre in meno rispetto al Giugliano e sette di ritardo dai nerostellati. La lotta per la Serie D è ancora molto accesa e solo nei prossimi impegni di campionato si riuscirà a comprendere il destino di queste tre squadre. Intanto la Frattese continua a vincere, conscia di dover difendere con le unghie e con i denti il primo posto. I ragazzi di Ciaramella, dopo il brutto stop rimediato al “Chiovato” contro il Flegrea nella ventunesima giornata, hanno messo a segno cinque risultati utili consecutivi: quattro vittorie e un pareggio in casa del Casoria. Tra questi successi rientrano anche gli ultimi sei punti su sei disponibili ottenuti dai nerostellati contro il Virtus Ottaviano in casa e contro il Barano Calcio sull’isola. Il match contro l’Ottaviano non ha tradito le aspettative: tra le mura amiche del “Pasquale Ianniello” la Frattese si è imposta per 4-0 sull’Ottaviano, ultimo in classifica e fanalino di coda. All’11’ Giuseppe Allegretta, ben servito da Simonetti, blocca subito la gara, saltando il portiere ospite e depositando il pallone in rete. I nerostellati, mai impensieriti realmente dall’Ottaviano, vanno a riposo in vantaggio, anche se l’1-0 non rassicura squadra e tifoseria. Nella seconda frazione di gioco è tutta un’altra storia: Ciro Simonetti, con un potente destro da fuori area, raddoppia per i padroni di casa al 72’. Nel giro di due minuti e a ridosso del triplice fischio si aggiungono alla festa del goal Dario Balzano, che cala il tris dopo una slalom eccezionale di Ciccone, e l’implacabile Orazio Grezio che finalizza l’ottimo cross dalla destra del subentrato Arcella. Dopo questo sonoro 4-0

di Pasquale Porzio

Frattese, Giugliano e Afragolese continuano a contendersi la promozione diretta in serie D

“LA VELLUTATA”

la Frattese ha vinto, nell’ultimo match di campionato, anche a Barano, campo difficile e insidioso. Ad assicurare i tre punti ci hanno pensato Allegretta e Simonetti, saliti in cattedra in questa fase finale di campionato. Sembrano infatti essere proprio loro gli uomini in più di Ciaramella, che ormai non può fare a meno delle loro giocate. Anche sull’isola apre le danze Allegretta, che al 21’ insacca di testa su assist di Costanzo. La partita si mette sui binari giusti e gli ospiti amministrano il vantaggio. Nel secondo tempo Simonetti, da due passi, sigla il definitivo 0-2 al 65’, dopo un break condotto benissimo da Catavere sulla destra. Queste due vittorie conferiscono morale a una Frattese sempre più in fiducia. La vetta della classifica è ancora nerostellata ed i 62 punti testimoniano lo straordinario cammino della compagine di Rocco D’Errico. Il prossimo match in casa contro l’Afro Napoli sarà importante per capire le sorti di questa squadra e soprattutto dell’intero girone. L’Afragolese, invece, insegue e spera in qualche passo falso di chi le sta avanti. Mister Masecchia, autore di una splendida cavalcata con i rossoblù, sta facendo un ottimo lavoro ad Afragola, dimostrando il suo enorme spessore tecnico e umano. Maggio & co hanno risalito in pochissimo tempo la classifica e ora navigano tra i piani alti. Prima della cocente sconfitta interna contro il Giugliano, l’Afragolese aveva asfaltato per 0-6 un’Aversa Normanna allo sbaraglio, ottenendo la settima vittoria di fila. La gara non è mai stato messa in discussione e a battere per primo la porta aversana è stato Umberto Improta al 5’, dopo un’azione insistita di Vitiello. Lo stesso Improta segna con un pallonetto pregevole al 32’, seguito da Vincenzo Pisani, servito da Marzullo e autore anch’egli di un cucchiaio a discapito del malcapitato Esposito. Lo 0-4 arriva su rigore: il “Mago” Flavio Marzullo è freddo dagli undici metri e timbra il cartellino al 38’. La prima frazione di gioco termina 0-4, ma nel secondo tempo ci sarà spazio per altri due goal. Ancora Improta, implacabile, batte Esposito di testa al 49’ su assist di Angelillo. Giornata da ricordare per Improta che realizza una bella tripletta. Infine Piergiuseppe Saginario chiude i giochi al 62’, impattando di testa il preciso cross su calcio d’angolo di Angelillo. Lo 0-6 tennistico ha preparato al meglio i ragazzi di Masecchia alla partita di cartello contro il Giugliano al “Moccia”. La gara, crocevia fondamentale per entrambe le squadre, ha visto il trionfo dei gialloblù per 1-2, non senza polemiche legate alle scelte arbitrali. Dopo un primo tempo terminato a reti bianche, Caso Naturale al 67’ rompe l’equilibrio con un colpo di testa su cross di Liccardo. Il vantaggio ospite dura meno di dieci minuti: il subentrato Pisani al 75’ pareggia i conti. I rossoblù giocano meglio e vanno vicini al goal che avrebbe dato la vittoria, ma gli ospiti sfruttano una ripartenza e ritornano in vantaggio con Bacio Terracino all’86’. Una doccia fredda per l’Afragolese che -

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si getta a pieno organico nella metà campo gialloblù, ma senza riuscire a pareggiare i conti. Nel finale furibonde le proteste dei padroni di casa che reclamano un fallo dubbio nell’area di rigore giuglianese. Con questa risultato negativo Masecchia assapora per la prima volta la sconfitta con l’Afragolese e capitola dopo nove risultati utili. Nel prossimo impegno i rossoblù saranno impegnati a Bacoli contro il Flegrea e dovranno vincerle tutte, sperando in qualche passo falso di Frattese e Giugliano. In Promozione il Casalnuovo respira aria di play-off a quota 48 punti, tre di vantaggio rispetto al Virtus Goti sesto. I ragazzi di Marotta sono terzi e hanno solo 4 punti di distacco dal Montesarchio secondo. Quest’anno il Casalnuovo sta disputando un ottimo campionato e il raggiungimento dei play-off sarebbe la giusta ricompensa per una società seria e ambiziosa. Nonostante quest’agiata condizione di classifica, la terza forza del campionato ha perso 1-3 contro il Forza e Coraggio Bn nella penultima giornata di campionato. Castiello, Starita e Mazzarelli stendono i padroni di casa al Comunale “Iorio”. Inutile la rete di Buonaurio a quattro minuti dal 90’. Nell’ultimo match, disputato in trasferta, il Casalnuovo si è riscattato battendo per 0-3 il Marcianise primo in classifica. La sorprendente e prestigiosa vittoria porta le firme di Mancini e Romani nel primo tempo e Iorio allo scadere della partita. Questo successo ridà morale ai ragazzi di Marotta, che dovranno affrontare le ultime quattro partite con tenacia e voglia di conquistare i play-off. Sempre in Promozione è da segnalare la grande stagione dell’Edilmer Cardito, quinto a 45 punti, che sta sorprendendo tutti. La squadra è un mix di giovani talenti come il forte under Pepe, centrocampista clasee 2000, e calciatori esperti come Raffaele Russo, in goal nell’ultimo match vinto per 3-1 sul Villa Literno, diretta concorrente. L’augurio è che possa centrare l’obiettivo play-off, impensabile a inizio anno. In Prima categoria il Cardito Calcio si tiene stretto il suo quarto posto a quota 39 punti e si assicura un posto ai play-off. Nelle ultime due uscite ha vinto in trasferta contro il Plajanum per 1-2 con le reti di Capasso e Mugione e ha clamorosamente perso per 0-1 contro la Città di Marano. Questo andamento altalenante sta mettendo a rischio la permanenza nel gruppone play-off per i ragazzi di Dello Margio che devono assolutamente migliorare le loro prestazioni e tenere la concentrazione alta.

Finanziamenti

CALCIO

Il Real Frattaminore, forte dei suoi 32 punti, occupa una rassicurante posizione di centro classifica, che fa dormire sonni tranquilli a Ciocia & co. Dopo la vittoria esterna contro il Lacco Ameno per 1-2 grazie alle reti di Arena e D’Ambra, la squadra di Valente è stata protagonista di una brutta pagina di sport. Durante la gara contro il Casavatore al “Papa”, che i padroni di casa stavano conducendo per 1-0 con rete di Laurenza, gli ospiti hanno deciso di abbandonare il campo. Al di là del parapiglia venutosi a creare, la società del Real Frattaminore ha precisato, mediante un comunicato stampa, che “non ci sono state aggressioni da entrambe le parti[…] e il Casavatore ha abbandonato il campo mentre la nostra squadra era ancora sul terreno di gioco”. Spetterà dunque al giudice federale sancire il verdetto finale, dato che la gara è stata sospesa. La Virtus Afragola Soccer, invece, è fuori dalla zona play-out a 28 ed attualmente salva. Importante il 2-5 rifilato alla Real Grumese. Doppio Angiolini, doppio Sabato e il goal di Silvestro annullano le reti di Ferla e Vitulli. Nel match precedente contro la Barrese in casa ancora Angiolini, autore di una doppietta, trascina la Virtus Afragola alla vittoria. Castaldo completa il 3-2 finale che stende la Barrese. Ottima quest’ultima parte di stagione della seconda squadra di Afragola che sta risalendo la china.

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