Cogito 456

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Anno XXVIII - numero 456 - sabato 3 aprile 2021

Pasqua

di paura, rabbia, rassegnazione e speranza


Anno XXVIII - numero 456 - sabato 3 aprile 2021

Pillole di Storia a cura di Imma Pezzullo

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Le storie che raccontano “Chiazza pertus” e “Abbascio all’arco”

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a via che costeggia la parte posteriore della basilica di San Sossio di Frattamaggiore è ufficialmente via Trento, ma per i frattesi d.o.c. è “Chiazza (Platea) pertuso” perché nel medioevo essa era stretta come un pertugio, un buco vitale in cui vivevano molte famiglie. Oggi la via è ancora stretta ma certamente non è un “pertuso”, per cui è praticamente inutile chiedere alla maggior parte dei suoi abitanti di spiegare la ragione di questa denominazione. Essa fu un buco stretto per molti secoli e, solo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, fu allargata per fare posto ai nuovi palazzi di proprietà di alcune delle famiglie più agiate e antiche (Muti, Limatola, Ferro, Spena, Manzo, etc.). Nella Platea Pertuso a fine Quattrocento fu eretta con il denaro dell’Università frattese anche la cappella di S. Maria delle Grazie, ancora oggi una chiesa interessante. Nella “Chiazza pertuso”per almeno otto secoli si tenne anche il mercatino ortofrutticolo che occupava sia la via sia il modesto slargo (piazzetta) conti-

Palazzo del Vicario

Piazza Riscatto guo alla cappella, motivo per cui il mercato divenne ben presto nel gergo popolare denominato “A chiazzetta”. Riguardo alla località di “Abbascio all’Arco”, oggi Piazza del Riscatto, essa era denominata in tal modo sin dalla nascita del casale frattese, perché vi erano i resti di un arco dell’acquedotto romano che collegava Atella alla zona afragolese. Nella Relazione del “Tavolario Lettieri” sugli antichi acquedotti, presentata nel 1539 al Vicerè Pietro de Toledo, egli descrisse il passaggio nella zona frattese: “Et dal acquedotto del distrecto del’ Afragola se parteva ancora un altro ramo dela predetta acqua et tirava un altro antico formale per lo mezo lo casale di Frattamaiure, et andava ad Atella città antiquissima…”. I resti dell’Arco restano solo nella memoria perché non ve ne è traccia. In realtà i frattesi chiamavano questo slargo anche “mmiez ‘a Piscina” che certamente non era mirabile e anzi, come era riportato in una cronaca frattese del ‘600 di autore ignoto, era descritto come “un posto a guisa di trivio più di due quarte con una larga fossa per la quale pas-

sando tutte le acque delle piazze e conducendovi tutte le immondizie vi formarono un grosso largo in forma di piscina riempendo il fosso di ogni sorta di sporcizia… Quel luogo dell’arco servì anche per luogo di patibolo di malfattori, piantandosi le forche per appiccarli, quando tal’ora occorreva venire il Tribunale a fare residenza a Fratta Maggiore; di qua che le madri impazienti per li figli inobbedienti e tristi quando si sdegnavano gli dicevano “Va che sii impiso all’Arco”. Qui nel 1651 fu costruita la Chiesa di Maria Santissima Annunziata e Sant’Antonio da Padova e nel XVIII secolo fu costruito il sontuoso palazzo della famiglia dei vescovi Lupoli. Inoltre nella confluente via Sambuci vi è la costruzione che la tradizione popolare frattese chiama “il palazzo del Vicario” che, alla fine del XV secolo, avrebbe ospitato per un anno la gran Corte della Vicaria, trasferita per una gravissima epidemia di peste. Purtroppo questo palazzo è stato in parte distrutto all’interno e lasciato in uno stato pietoso dagli attuali proprietari e non si sa per quale ragione.


EDITORIALE

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La rinascita vera può esserci solo senza camorra Quella che stiamo vivendo sarà un’altra Pasqua anomala. Lo scorso anno si era scossi, preoccupati, ma prevaleva la speranza che tutto si risolvesse in poco tempo e che l’Italia e il Mondo si sarebbero rimessi in cammino nel giro di pochi giorni, settimane al massimo. L’attenzione con cui si rispettavano i ‘divieti’ imposti per ridurre i contagi era un segnale inequivocabile della voglia di remare tutti dalla stessa parte per uscire al più presto dalla secca in cui la nave della nostra esistenza si era incagliata, volendo fare una metafora legata a un’immagine diventata comune con la storia della portacontainer incagliata nel Canale di Suez. Chi non ricorda le strade deserte, le file ordinate fuori i supermercati, l’aria di ‘battaglia comune’ che si viveva… Ora, tutto è diverso. È passato ormai un anno dal lockdown nazionale dello scorso anno e le conseguenze economiche legate alla crisi sanitaria sono evidenti e gli interventi messi in campo dal Governo, dalla Regione e dai Comuni hanno potuto fare ben poco anche perché i fondi, già insufficienti a far fronte a tutte le emergenze, sono finiti anche nelle mani sbagliate per colpa dei soliti truffatori che qualcuno definisce ‘furbetti’ e di Istituzioni incapaci di imporre il rispetto della legge perché occupate da una politica che non riesce ad avere una cultura della legalità degna di questo nome. I problemi economici vanno ad aggiungersi al dolore per la morte di tante persone che ci hanno lasciato in questi mesi, in silenzio, spesso senza neanche il conforto di un ultimo saluto. La situazione è comune a tutta Italia ma diventa ancor più difficile in quelle zone, come l’area a nord di Napoli dove la crisi economica legata alla pandemia è andata ad aggiungersi ai vari disagi economici e sociali che, da anni, attendono di essere rimossi. Ecco perché sarebbe necessaria un’azione comune di Istituzioni, Forze dell’ordine e Magistratura per superare È l’area a nord di Napoli quella che maggiormente rischia di finire nelle mani della criminalità organizzata che è pronta a in-

tervenire per entrare in possesso delle piccole e medie imprese in difficoltà. La camorra, tra l’altro, è particolarmente attenta in questi territori perché ci sono tante opere pubbliche che, anche grazie ai fondi concessi dalla Comunità europea, potrebbero essere messe in cantiere. E di certo la criminalità organizzata vuole la sua parte, non starà certo a guardare. Ormai la camorra, come una vera impresa, ha diversificato le attività e le estorsioni sono ormai un vecchio ricordo. Ora si siede al tavolo per gestire le grandi opere e ‘fiuta’ il vento trovando sempre i settori in crescita dove investire i tanti capitali che ha a disposizione. È necessario, quindi, che, ora più che mai, si rispettino tutte le leggi esistenti per evitare che la camorra e il malaffare mettano le mani anche sui fondi che possono rappresentare l’ultima speranza di riscatto per il territorio dell’area a nord di Napoli. Auguriamoci questo se vogliamo augurarci la ‘solita’ rinascita che ci auguriamo a Pasqua.

Buona Pasqua Gli editori, il direttore e la redazione

EDITORE

Editrice Cogito srl QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

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Direttore Antonio Iazzetta Vicedirettore Antonio Trillicoso Collaboratori Lucia Allocca, Angelica Argentiere, Biagio Barra, Antonio Boccellino, Antonio Cerbone, Antonio Cerbone, Pietro Cerbone,Valerio Cerbone, Mino Iorio, Imma Pezzullo, Rocco Pezzullo, Pasuqale Porzio

Fotoreporter Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S. Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357

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PRIMO PIANO

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Lo studio della Procura della Repubblica di Napoli nord e dell’ISS

Dubbi e certezze sulla Terra dei fuochi

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C’è chi evidenzia la mancanza di certezze anche nell’analisi resa nota nei giorni scorsi

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’è o non c’è la certezza che le malattie tumorali e le altre patologie diffuse tra Napoli e Caserta sono legate ai rifiuti e ai roghi tossici? La domanda non ha ancora una risposta univoca, neanche dopo la pubblicazione dello studio nato dall’accordo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord e l’Istituto superiore di sanità proprio per accertare questo legame. Da un lato ci sono coloro che, da almeno un decennio ormai, denunciano discariche illegali e roghi tossici e mettono in collegamento quell’emergenza con la presenza di tante malattie tumorali o comunque legate alla presenza di rifiuti e roghi, dall’altra chi evidenzia che, comunque, dallo studio non emergono certezze, ma ipotesi. Ricordiamo che lo studio nasce dall’accordo di collaborazione stipulato tra Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nord e l’Istituto Superiore di Sanità, il 23 giugno 2016. Un accordo “finalizzato allo scambio di dati e informazioni derivanti dalla sorveglianza epide-

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miologica della popolazione residente nel circondario di Napoli nord, con specifico riferimento agli eccessi della mortalità, dell’incidenza tumorale e dell’ospedalizzazione per diverse patologie che ammettono, fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti, l’esposizione a inquinanti”. Nel presentare i risultati dello studio, si legge che “il minuzioso lavoro di raccolta, integrazione e analisi di tutti i dati ambientali disponibili, relativi ai siti di rifiuti, per il territorio in esame ha permesso di caratterizzare il territorio di ciascuno dei 38 comuni dell’area in studio in termini di impatto ambientale dovuto alla presenza di siti di smaltimento controllato e/o incontrollato di rifiuti, evidenziando le aree comunali maggiormente ‘impattate’”. A presentare lo studio sono stati il Procuratore Generale presso la Corte di Appello, Luigi Riello, e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, professor Silvio Brusaferro. “L’indagine – è stato ribadito - è stata svolta allo scopo di costruire una mappa interrogabile dei siti di smaltimento dei rifiuti presenti sul territorio di competenza

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della Procura della Repubblica di Napoli Nord ed evidenziare le aree nelle quali le attività illegali ovvero non controllate di smaltimento di rifiuti possono aver avuto, oppure hanno tuttora, un impatto sulla salute delle popolazioni che vi risiedono”. “Il presente Accordo – ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro - rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra enti e Istituzioni con ruoli e funzioni diverse. L’indagine ha evidenziato delle criticità relative all’impatto dei rifiuti sulla salute. Questo conferma la necessità di sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera area della Regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale. Per tutte le azioni di prevenzione e bonifica, condivise con le Autorità e le popolazioni coinvolte, l‘Istituto è pronto a collaborare con le Autorità e le Istituzioni locali e regionali”. Nel comunicato si legge ancora che “il territorio dei 38 comuni del Circondario della Procura della Repubblica di Napo-


PRIMO PIANO

Anno XXVIII - numero 456 - sabato 3 aprile 2021 li Nord, con una superficie totale di 426 km quadrati, è interessato dalla presenza di 2.767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali. Nei comuni dell’area in esame, si è stimato che 354.845 abitanti, pari al 37% della popolazione, risiedano entro 100 metri da almeno un sito, ma spesso da più di uno, e questo determini una molteplicità di fonti di esposizione pericolose. Si tratta palesemente di una elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana. Seppure il fenomeno sembra essere diffuso nell’intera area, le popolazioni residenti in alcuni comuni esperiscono un rischio maggiore di esposizione ai contaminanti emessi/rilasciati da siti di smaltimento di rifiuti” Dalle analisi sull’andamento del rischio sanitario in funzione dei valori dell’indicatore di rischio da rifiuti stimato per ogni Comune (IRC) all’interno dell’area indagata, è emerso un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti. I risultati indicano in particolare che: la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti; l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quarta classe dell’indicatore comunale di esposizione a rifiuti); la prevalenza dei nati pretermine è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima; la prevalenza di Malformazioni Congenite (MC), nel loro complesso, è significativamente più elevata nei comuni della Classe 4 dell’indicatore IRC (più impattati da rifiuti), rispetto alla prima. Nei comuni della classe 4 di IRC è maggiore anche la prevalenza delle MC dell’apparato urinario; nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delle Classi successive di IRC, con il rischio maggiore nei comuni della Classe 4 (la più impattata dai rifiuti). “Questi risultati, evidenziano nel com-

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Le posizioni dei comuni dell’area a nord di Napoli

Nella classifica dei comuni messi peggio in termini di incidenza di malattie tumorali e altre patologie, le cose vanno peggio a Caivano, l’unico comune dell’area di Cogito finito in fascia 4, la più pericolosa. In fascia 3 troviamo invece Crispano, con Afragola e Crispano che si ritrovano in fascia 2. Gli unici comuni che rientrano nella fascia 1, quella meno a rischio, sono Frattamaggiore e Frattaminore. Escluso dalla valutazione Casalnuovo che non rientra nei comuni afferenti alla Procura della Repubblica di Napoli nord. plesso un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie” è stato detto nel corso della conferenza stampa di presentazione aggiungendo che “aver focalizzato le analisi a specifiche patologie che riconoscono tra i fattori di rischio l’esposizione ai rifiuti e/o a contaminanti da essi rilasciati, le cosiddette patologie a priori, rende più confidenti nel possibile ruolo causale o concausale delle esposizioni in studio”. “Inoltre, il territorio indagato può ritenersi abbastanza omogeneo, in termini di accesso alle cure e di stato socio-economico delle popolazioni, per cui si può ragionevolmente ritenere che i risultati delle analisi di regressione per classi di comuni di IRC, condotte all’interno dell’area in studio, siano al netto di questi fattori” hanno aggiunto sottolineando che “la raccolta e l’analisi dei dati sanitari delle diverse fonti informative accreditate disponibili ha permesso di fornire un quadro dello stato di salute nell’area in esame, evidenziando anche le situazioni locali che meritano specifiche attenzioni. Alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità,

ospedalizzazione, incidenza dei tumori, prevalenza di malformazioni congenite e di nati pretermine o con basso peso. Per alcune patologie è stata evidenziata una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti”. Alla fine, nel presentare i dati si danno anche indicazioni: “I risultati dell’indagine, resa possibile dalla collaborazione con gli Enti e le Istituzioni regionali, seppure non conclusivi, evidenziano l’urgenza di specifici interventi: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti, bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti; incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attualmente già attivo in alcune aree della Regione Campania; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni; implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione-diagnosi-terapia ed assistenza”. Lo studio integrale è disponibile sul sito web della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord (www. procuranapolinord.it) e chiunque può scaricarlo e leggerlo con attenzione per capire se e quali novità sono state aggiunte a quanto già si sapeva.

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POLITICA

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A Frattamaggiore non mancano mai le sorprese

Russo verso il rientro nel Pd >>

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Intanto è polemica per la gestione dei rifiuti in città e per l’assegnazione di Villa Laura

randi manovre in atto a Frattamaggiore dove è chiara la sensazione che siano in corso riposizionamenti che di certo non si limiteranno all’ingresso dell’assessora Teresa Anatriello al posto della dimissionaria Pina Chianese. Soprattutto perché si preannuncia, all’orizzonte, una clamorosa reunion nel Pd con il ritorno dell’ex sindaco Francesco Russo. Nel corso di un’intervista a La Settimana di NanoTv, il geriatra frattese non ha smentito la sua voglia di rientrare nel Pd, sottolineando la sua lunga permanenza nel partito e chiarendo che resterà all’opposizione. Da capire come sia possibile stare nel Pd, partito di maggioranza e del sindaco, Marco Antonio Del Prete, e poi essere all’opposizione. Quel che è certo è che l’eventuale rientro di Francesco Russo nel Pd porterebbe ulteriore instabilità nella maggioranza e nell’opposizione eletta con Russo e ci saranno continui cambiamenti. Un primo banco di prova dei rapporti tra

Russo e Del Prete si avrà tra qualche giorno quando ci sarà il Consiglio comunale monotematico dedicato al tema dei rifiuti. Una seduta di Consiglio comunale che nasce da una richiesta delle opposizioni che ha avuto un percorso a dir poco ‘altalenante’. Inizialmente ci fu una richiesta di Consiglio comunale monotematico per discutere della gestione dei rifiuti in città firmata da tutti i Consiglieri dell’opposizione. A distanza di pochi giorni, però, quella stessa richiesta fu ritirata dai Consiglieri comunali che fanno riferimento a Francesco Russo creando non poche polemiche con Luigi Costanzo e Carla Ambrico che lamentavano di non essere stati neanche avvisati del ritiro di una richiesta di convocazione presentata insieme. I due rappresentanti di LiberiAmo Fratta inoltre denunciavano anche che una richiesta di chiarimenti inviata al Dirigente, all’unanimità, dal Consiglio comunale è rimasta senza risposta. I ‘russiani’ dal canto loro giustificavano il ritiro della richiesta

della convocazione del Consiglio comunale con le risposte avute. A distanza di pochi giorni, però, la richiesta di un Consiglio comunale monotematico è ricomparsa e ora si arriverà in aula. E vedremo se arriveranno le risposte che i cittadini aspettano visto che il servizio di gestione dei rifiuti in città non è certo esemplare. Molto accesa anche la discussione su Villa Laura, la struttura donata per assistere le persone malate di mente che, alla fine, è finita nelle mani di chi, al momento, ha messo un cartello con la scritta ‘Università San Raffaele’ e null’altro. A chiedere chiarimenti sono soprattutto Luigi Costanzo e Carla Ambrico che, oltre a mettere in discussione tutto l’iter che ha portato alla concessione del bene, evidenziano che i gestori non hanno ancora versato quanto dovuto. Una somma che, per molti, non è neanche adeguata al valore dell’immobile e che, stando a quanto rilevato dai Consiglieri di LiberiAmo Fratta, non sarebbe stata versata nelle casse comunali.


CRONACA

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Sembra ormai deciso il trasferimento da Afragola a Frattamaggiore

L’Inps cerca casa e crea polemiche

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guerra per la sede dell’area a nord di Napoli dell’Inps. Ricordiamo che, fino a qualche anno fa, c’erano due sedi dell’Istituto di previdenza, una ad Afragola e un’altra a Frattamaggiore. Quest’ultima è stata poi trasferita ad Arzano, mentre quella di Afragola cerca, da tempo, una nuova sede perché quella occupata attualmente avrebbe un costo eccessivo e non sarebbe più adeguata. Immediate sono partite le polemiche. Ad Afragola c’è chi prova a trovare soluzioni alternative, anche a costo zero, per evitare che l’Inps lasci la città. Tra i più attivi l’ex consigliere comunale, Vincenzo Concas, che, grazie anche alle conoscenze acquisite nei decenni in cui ha lavorato proprio all’Inps, sta provando in tutti i modi a evitare il trasferimento in un’altra città. La sua ipotesi preferita era l’utilizzo del centro Lu.Mo., ma ha proposto anche altre sedi senza però trovare la necessaria attenzione da parte delle Istituzioni, a cominciare dal Comune di Afragola. Anche quando c’era ancora Grillo alla guida dell’Amministrazione comunale non si è mai andati oltre una generica presa di posizione. Si è mossa concretamente invece Frattamaggiore. Il sindaco, Marco Antonio Del Prete, infatti, ha annunciato che il Comune metterà a disposizione, a costo zero, il centro servizi nell’area Pip, seguendo quanto aveva predisposto già il precedente sindaco, Francesco Russo, che, infatti, non ha mancato di sottolineare la cosa: “Quando bisogna riconoscere i meriti di un risultato positivo non ci tiriamo indietro. Come sta accadendo sull’allocazione della sede dell’Inps presso il centro servizi dell’area Pip di Frattamaggiore. Merito anche del sindaco Marco Del Prete che, in continuità con quanto programmato durante la mia Amministrazione, realizza un obiettivo importante e non solo per i frattesi: l’Inps a Frattamaggiore significa sempre maggiori servizi sul territorio, in un’area delocalizzata rispetto al centro città, a disposizione di una vasta utenza territoriale che riguarda tanti comuni dell’hinterland a nord di Napoli”. Lo stesso ex sindaco non fa mancare una nota polemica nei confronti di Gennaro Aversano, presidente del Consorzio ‘Fracta

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Gli imprenditori dell’area ‘Fracta labor’ sono contrari alla scelta dell’Amministrazione comunale

Labor’ “che ha contestato questa scelta alzando una polemica sterile e irrispettosa col sottoscritto, anche sui giornali, dai toni quasi minatori, cercando di ostacolare l’allocazione nel centro servizi dell’Inps. Dimenticando che l’area Pip non è una “enclaves” ma una parte di territorio del Comune di Frattamaggiore che ricade sotto il governo dell’amministrazione locale. La politica detta gli indirizzi cercando di applicare un’idea di sviluppo che guardi al bene comune e non a quello del singolo. Ecco perché su questa scelta, in continuità con la mia amministrazione, il sindaco può contare sul nostro sostegno”. Ma cosa aveva detto il presidente del Consorzio ‘Fracta labor’ che non può certo essere considerato un ‘nemico’ dell’Amministrazione comunale? Molti ricordano l’impegno di Aversano per le luci natalizie e per la segnaletica della Villa comunale di via Biancardi, anche se non mancarono le polemiche per il logo troppo grande che gli era stato permesso. Intervistato dai colleghi de La Bussola, Aversano ha detto: “Non siamo stati interpellati. Non c’è stato nessun incontro con l’Amministrazione comunale di Frattamaggiore. La sede dell’Inps non porterebbe nessun beneficio a noi imprenditori che abbiamo investito circa cento milioni, in totale. Per i nostri servizi saremo comunque costretti a raggiungere il Vomero. Non sarebbe dedicata alle imprese, ma ai privati”. “Reputiamo sia assurda l’intera questione, anche perché abbiamo appreso la notizia dalle cronache locali” ha aggiunto sottolineando che “ci sono già grossi problemi di viabilità perché nel Consorzio lavorano circa 1500 dipendenti. Allo stato attuale risulta già complesso trovare parcheggio, non osiamo immaginare cosa potrebbe accadere dopo. Traffico in tilt, auto parcheggiate ovunque. Abbiamo un giro d’affari e non possiamo permetterci di fare i conti, quotidianamente, con queste criticità”. La sensazione è che ci si trovi di fronte a uno scontro totale. Una prima risposta potrebbe arrivare il prossimo 9 aprile quando ci sarà un’assemblea degli imprenditori durante la quale potrebbe essere deciso di ricorrere alla Magistratura per opporsi alla decisione dell’Amministrazione comunale.

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POLITICA

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Afragola divisa anche dopo lo scioglimento del Consiglio comunale

Grillo non c’è più, ma restano le polemiche >>

Si voterà a ottobre e, più che di candidati e alleanze, si continua a discutere sui temi lasciati in sospeso

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’esperienza dell’Amministrazione Grillo è finita da qualche settimana, ma le polemiche che l’hanno contraddistinta continuano anche ora che, alla guida dell’ente comunale, c’è Anna Nigro, la commissaria prefettizia inviata

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dal Prefetto di Napoli, Marco Valentini, dopo le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri comunali di Afragola. Due i temi che hanno riacceso le polemiche, facendo dimenticare le prime riunioni tese a individuare alleanze e candidati per

le elezioni che si terranno in autunno e non in primavera come era previsto, a causa dell’emergenza sanitaria in atto. A tenere banco la questione della mancanza di un centro vaccinale in città perché Afragola è uno dei pochi comuni di medie

La morte di CASILLO, FUSCO e BENCIVENGA Afragola ha perso tre ‘storici’ esponenti politici della fine del ‘900

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riplo lutto nella politica afragolese che, nel giro di pochi giorni, ha perso due esponenti di spicco della politica cittadina degli anni ’80 e ’90: Rocco Fusco, Aldo Casillo e Carmine Bencivenga. Nato nel 1945, Fusco è stato, per anni, dirigente della Coldiretti e ha ricoperto importanti incarichi nelle Istituzioni. Alla fine degli anni ‘70 fu eletto Presidente della sezione di Afragola della Coldiretti di cui è stato anche Presidente provinciale. Nel 1983 fu eletto Sindaco di Afragola e nel 1985 fu tra i primi eletti della DC alle elezioni per la Provincia di Napoli. Eletto per la prima volta, nel 1987, al Consiglio Regionale, negli anni ‘90 è stato Presidente della Commissione Agricoltura e poi Assessore all’Agricoltura nella Giunta Rastrelli. Fu coinvolto, nella seconda metà degli anni ‘90 nell’inchiesta sugli appalti dell’Alta velocità, vicenda che si concluse poi con l’assoluzione. Aldo Casillo, invece, era un Socialista. Più volte Consigliere comunale e

Rocco Fusco

Aldo Casillo

Carmine Bencivenga

Assessore ad Afragola, negli anni ’80, quando era anche Direttore amministrativo dell’Ospedale ‘Cardarelli’ di Napoli, è stato, per qualche mese, vice Sindaco della città. È stato anche candidato al Senato in una famosa ‘sfida’ familiare con il nipote, Tommaso Casillo. Era fratello di Crescenzo Casillo, padre di Tommaso, che fu ucciso dalla camorra negli anni ’80. Negli ultimi anni aveva fondato un’associazione con la quale assegnava il premio ‘La fragola d’oro’, mentre in politica si era spostato verso il centrodestra ricoprendo anche il ruolo di Assessore con Nespoli sindaco. Carmine Bencivenga, infine, era anche lui un socialista. A lungo presidente cittadino dell’Ascom, l’associazione dei commercianti, era ancora impegnato in difesa dei commercianti e aveva ancora la passione della politica che, nel corso degli anni, lo aveva portato a essere Consigliere comunale e Assessore ad Afragola, prima con i Socialisti e poi con Forza Italia, partito nel quale militava nell’ala degli ex craxiani.


POLITICA

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dimensioni che non ha un luogo dove accogliere i cittadini per le vaccinazioni. L’ex sindaco, Grillo, aveva annunciato che sarebbe stato usato il Centro Lu.Mo., ma quella sede ormai è stata assegnata agli assegnatari dal Commissario prefettizio che non ha fatto altro che portare a termine un iter procedurale avviato da anni e mai concluso. Mentre andiamo in stampa, però, arriva la notizia che forse si è trovato un accordo e il Centro Lu.Mo. diventerà un punto vaccinale a disposizione degli afragolesi. Polemiche anche per lo svincolo autostradale che dovrebbe essere realizzato dalle ditte che hanno realizzato le strutture che ospitano Ikea e Leroy Merlin. Stando alle indiscrezioni, lo svincolo dovrebbe danneggiare la Masseria Ferraioli che, come raccontiamo nel box, sta rinascendo grazie all’impegno di tanti che hanno trovato nel Prefetto di Napoli un valido alleato per superare intimidazioni, rallentamenti burocratici e tutto ciò che aveva impedito, finora, la ristrutturazione di quel bene. Altro tema di discussione, per qualche giorno, la possibilità di costruire un campo rom. L’ipotesi, portata avanti dall’ex sindaco Nespoli, era poi naufragata, ma qualcuno l’ha riproposta, anche se il tutto si è poi ridimensionato anche perché, al momento, ad Afragola non ci sono campi rom da smantellare. E, su quello a ridosso di Ikea, rientrante nel territorio di Casoria, invece, c’è un progetto che prevede il trasferimento di chi vive in quel campo in appartamenti.

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Il Prefetto è tornato nella MASSERIA FERRAIOLI A breve l’assegnazione dei lavori. Pubblicato il bando per assegnare altri orti urbani

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l prefetto di Napoli, Marco Valentini, è tornato nella Masseria Ferraioli di Afragola a distanza di poche settimane dalla precedente visita in cui impose al Comune di Afragola un ‘cronoprogramma’ per la ristrutturazione del bene confiscato alla camorra più grande della provincia di Napoli. In quell’occasione promise anche l’installazione di telecamere per evitare sversamenti abusivi e atti di intimidazione contro i gestori della Masseria. È stata una visita istituzionale che ha fatto il punto della situazione sui passi in avanti fatti con l’installazione delle telecamere, l’avvio delle attività per la realizzazione del Giardino didattico e il proget-

to definitivo per la ristrutturazione della Masseria che nei prossimi giorni vedrà l’assegnazione dei lavori. Una ristrutturazione che darà nuova vita alla Masseria con la creazione di una casa rifugio per donne e minori maltrattati oltre a creare occupazione con alcune attività ricettive e di trasformazione dei prodotti della terra coltivati nei terreni confiscati al clan Magliulo. Intanto, in occasione della Giornata dedicata alle vittime innocenti delle mafie da Libera, i gestori del bene confiscato hanno pubblicato un altro bando per assegnare altri orti urbani a quanti, afragolesi e non, vogliono gestire un piccolo orto, grande più o meno 100 metri quadri.

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C CRONACA

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Operazione dei Carabinieri nel parco Verde di Caivano

Scacco ai mercanti di morte

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Arresti e altre misure cautelari per 55 persone alla fine di un’indagine partita nel 2018 con il coordinamento della Procura di Napoli nord

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urissimo colpo allo spaccio nel parco Verde di Caivano. Nell’illustrare l’operazione si è parlato dello ‘smantellamento della più grande piazza di spaccio del Mezzogiorno’. A portare a termine l’operazione i Carabinieri del Comando provinciale di Napoli che hanno eseguito 55 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Napoli Nord nei confronti di altrettante persone accusate di cessione di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e di furto in abitazione, rapina e procurata evasione di soggetto detenuto pres-

so la propria abitazione. In particolare, 24 indagati sono finiti in carcere, 16 ai domiciliari mentre per altri 15 soggetti è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Dalle indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord e realizzate dai Carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Casoria, è emerso che gli indagati prendevano contatti telefonici con gli acquirenti accordandosi su quantità e luogo di consegna della droga. Lo stupefacente veniva affidato per la consegna a soggetti incensurati o

comunque di giovane età, in alcuni casi anche minorenni, e sempre in piccole quantità in modo da avere meno problemi con le forze dell’ordine Le indagini, eseguite anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché attraverso plurime attività di riscontro sul territorio sfociate in sequestri di sostanze stupefacenti e arresti in flagranza di reato, sono state condotte, in un arco temporale ricompreso tra il marzo e il luglio 2018, da militari in servizio presso la Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Casoria.

ARRESTATO ANCHE CIRO, il fidanzato di Maria Paola

Il fratello della giovane morta, accusato di omicidio, aveva sempre detto che la famiglia era contraria per le ‘cattive frequentazioni’

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ra le 24 persone arrestate dai Carabinieri c’è anche Ciro Migliore, il transgender fidanzato con Maria Paola Gaglione, la giovane morta la notte tra il 10 e 11 settembre scorsi, ad Acerra a causa di una rovinosa caduta dallo scooter guidato da Cira, inseguito dal fratello di Maria Paola, Michele Antonio Gaglione, in sella a una moto, contrario alla loro relazione. Il giovane è accusato di omicidio volontario e sarà in udienza il prossimo 3 marzo. Ciro Migliore, invece, è accusato di essere un pusher: i Carabinieri hanno documentato diversi cessioni che la vedono protagonista. La vicenda di Ciro e

Maria Paola, due giovani innamorati del Parco Verde di Caivano è stato un importante caso di cronaca, lo scorso settembre. Da diverse parti si parlò

dello spettro della transfobia come movente dell’accaduto, sempre smentito dal fratello della vittima, che all’inizio del 2021 si è visto aggravare l’accusa che gli veniva contestata da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario. Il fratello di Maria Paola ha sempre sostenuto di non avere mai avuto l’intenzione di uccidere la sorella o il suo compagno e, soprattutto, che l’avversione della famiglia era dovuto alle ‘cattive frequentazioni’ e non all’orientamento sessuale. Le famiglie di Maria Paola e di Ciro sono entrambe residenti nel Parco Verde di Caivano, e l’arresto dei giorni scorsi farà sicuramente riaccendere le polemiche.


CRONACA

Anno XXVIII - numero 456 - sabato 3 aprile 2021

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Finanziamento per il quartiere di Caivano

Oltre 8 milioni per il Parco Verde

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ltime settimane di lavoro per il sindaco della Città metropolitana di Napoli, Luigi de Magistris, e per i Consiglieri metropolitani che lo coadiuvano nella gestione dell’ente intermedio tra Comuni e Regione che, negli ultimi anni, ha aiutato molti enti locali a portare avanti progetti che, diversamente, non sarebbero mai stati realizzati. Tra l’altro, in anticipo rispetto al cambio al vertice, che avverrà con l’elezione del nuovo Sindaco di Napoli che diventa automaticamente anche Sindaco della Città metropolitana, l’afragolese Antonio Caiazzo, eletto in rappresentanza di Forza Italia nell’aula di Santa Maria la Nova, ha lasciato il suo seggio perché, essendo venuto meno il suo ruolo nel Consiglio comunale di Afragola sciolto anticipatamente, è decaduta anche la sua carica nel Consiglio metropolitano.

In attesa che prendano il via i lavori previsti dal Piano strategico, nei giorni scorsi, da Piazza Matteotti è arrivata la notizia di un nuovo finanziamento per l’area a nord di Napoli e, in particolare, per Caivano. La Città Metropolitana ha risposto a PINQA, il “Programma Innovativo Nazionale Qualità dell’Abitare” finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, candidando tre progetti strategici di rigenerazione urbana di quartieri di edilizia residenziale pubblica redatti in sinergia con i Comuni e approvati con propria delibera dal Sindaco Metropolitano, Luigi de Magistris. Coinvolti i quartieri ex Legge 219 e il Parco Verde, aree spesso caratterizzate da forti tensioni sociali. Tre progetti, uno per il Parco Verde di Caivano, uno per Pomigliano d’Arco e uno per Marigliano, per complessivi 30 milioni di

euro. In particolare, per Caivano, sono previsti interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio residenziale pubblico, degli spazi aperti e servizi pubblici del Parco Verde, per un ammontare di 8.200.000 euro. Nel progetto è incluso il recupero e riutilizzo di un manufatto edilizio esistente, attualmente in disuso, da destinare a struttura socio-assistenziale a supporto dei minori e dei loro genitori, nonché l’apertura e la riqualificazione di aree a verde attualmente in stato di abbandono o fortemente degradate. “Grazie all’impegno dei Comuni e della Città Metropolitana - ha affermato il Sindaco de Magistris - è stata formalizzata la proposta di candidatura di progetti che puntano alla valorizzazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica. Abbiamo operato questa

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Comune e Città metropolitana sono riusciti a ottenere un finanziamento dal Ministero delle infrastrutture

scelta proprio perché vogliamo migliorare le condizioni di vita in aree caratterizzate spesso da forti tensioni sociali, e che quindi rappresentano un’ulteriore sfida per la nostra azione politica”. Gli interventi previsti coinvolgono anche diverse associazioni locali, che si occuperanno della gestione innovativa di specifiche attività legate all’attuazione dei progetti, come servizi socio-assistenziali, servizi per i minori, servizi per la formazione e l’inserimento occupazionale. Nessun finanziamento invece per gli altri comuni dell’area a nord di Napoli. Niente soldi per via Rossini a Frattamaggiore, per le Salicelle di Afragola e per gli altri rioni popolari di queste due città e delle altre dell’area perché le Amministrazioni non hanno presentato progetti o hanno presentato progetti che non erano meritevoli di avere un finanziamento. Studio Posturologia Chinesiologia Neuropsicometricità Ortopedagogia Integrata Logopedia Psicoterapia

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C CRONACA

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Mercoledì si torna in aula

Scuole aperte anche in Campania

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Il Governo vuole riportare i bambini sui banchi. De Luca è d’accordo, ora si aspettano le decisioni dei Sindaci

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partire da mercoledì 7 gli alunni degli asili e della scuola primaria dovrebbero rientrare in aula anche se la Campania resterà in zona ‘Rossa’. Il condizionale però è d’obbligo perché non sarebbe la prima volta che la Regione o i singoli comuni andassero contro le decisioni del Governo. Il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, infatti, ha annunciato che, dopo la pausa per le festività pasquali, i più piccoli rientreranno in aula, anche nelle zone rosse. Dalle prime di-

chiarazioni la novità dovrebbe riguardare anche la Campania perché il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha garantito la riapertura dei cancelli delle scuole, pur se non ha mancato di ricordare che il tutto sarà legato all’andamento dei contagi. Una precisazione che, però, perde di forza visto che il Governo, nel Decreto Aprile, ha inserito espressamente il divieto di chiudere le scuole da parte delle Regioni. Da verificare poi che faranno i Sindaci che, forti del ruolo di responsabile sanitario in città, spesso,

anche per nascondere l’incapacità a garantire il distanziamento a ridosso delle scuole, preferiscono chiudere le classi contravvenendo a quanto deciso a livello nazionale e regionale. Ricordiamo che, nei giorni di Pasqua, vigono alcuni divieti ulteriori rispetto a quelli previsti ‘ordinariamente’ nella zona rossa, ma, vista la mancanza di controlli, al di là di quello che sarebbe permesso o meno, quel che va fatto è limitare al massimo i contatti e gli spostamenti.

Gli studenti dell’Istituto comprensivo “CASTALDO-NOSENGO” di Afragola hanno incontrato la scienziata ILARIA CAPUA

Conversazioni su evoluzioni e rivoluzioni” questo il titolo della videoconferenza con la virologa internazionale Ilaria Capua, e l’evoluzionista Telmo Pievani, organizzata dalla “One Health-One Future” e dalla Fondazione “Bolton Hope”, a cui hanno partecipato gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Castaldo-Nosengo”di Afragola. Grande soddisfazione per l’iniziativa da parte della preside dottoressa Virginia Comune: “Un momento molto importante per i nostri studenti, per acquisire competenze e per seguire esempi positivi e costruttivi”. L’attività didattica è stata promossa dalla professoressa Giusiana Russo, nell’ambito del progetto regionale

“Scuola viva”, con il modulo di Scienze Naturali. Un incontro che ha permesso ai ragazzi di comprendere ed approfondire le tematiche legate al rapporto tra l’uomo e la natura, e soprattutto legate alla pandemia in atto. Tanti gli spunti di riflessione affrontati dall’illustre scienziata Ilaria Capua: “Le pandemie hanno un’origine naturale, perché i virus ci sono sempre stati e l’umanità ha sempre superato queste emergenze. La salute umana è strettamente collegata alla salute umana. La biodiversità, la nostra diversità genetica sono fondamentali per superare ed affrontare le difficoltà. La quarantena e l’isolamento da sempre risultano necessari per

sconfiggere le pandemie, ma i progressi della scienza e la possibilità di avere i vaccini, dopo appena un anno, rappresentano la chiave per uscire al più presto dalla pandemia. Dobbiamo evitare lo spillover ossia il “salto di specie”, per fare questo è indispensabile lasciare sempre più habitat naturali e rispettare l’ambiente”.


SOCIETÀ

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Ha un cuore afragolese il TALENT di musica evangelica

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sulla bocca di tutti nelle ultime settimane, l’unico talent e contest che, rispettando tutte le norme previste per la protezione dal Covid19, è riuscito a provinare centinaia e centinaia di iscritti in Italia, per arrivare alla selezione dei 24 fortunati che parteciperanno alla finale di ‘Ho scelto te!’ Il messaggio d’amore della musica cristiana, passando per le voci dei concorrenti, ha fatto tappa in tre regioni d’Italia: la Campania (Napoli), il Piemonte (Torino) e la Sicilia (Catania). Nazireo, all’anagrafe Luciano Buonfiglio, originario di Afragola, è direttore artistico del talent e contest, esponente pluripremiato della musica gospel contemporanea internazionale afferma con gioia: “Le sessioni live e anche quelle online sono state fantastiche, ma la soddisfazione è stata sulla professionalità di tutti i coinvolti (dallo staff ai partecipanti). Le location che ci hanno ospitato sia a livello scenografico, che a livello tecnico sono state funzionali al caso, con le grafiche personalizzate per ogni giudice di “Ho scelto te!”, il

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che ha fatto capire a tutti che il nostro lavoro è stato gradito anche a chi si è esibito, perché coinvolto in un contesto molto edificante”. Sono 24 i finalisti che saranno comunicati il 20 febbraio 2021, e già i social network ufficiali del contest sono in campo per il toto-finalista. Infatti i supporter dei singoli partecipanti, in questi giorni, stanno commentando sulle pagine social, sotto i post diffusi dall’organizzazione, taggando e incitando il proprio artista preferito, sperando di

vederlo in gara alla finale. Ricordiamo che dopo le live auditions, il fuoco si sposta sullo show live, dove i 24 finalisti si confronteranno sul palco per l’evento condotto dallo speaker Mauro Ferraris, altro noto esponente della Italian Christian Music. Di questi 24, saranno 12 i vincitori scelti da una giuria di eccezione tra cui spiccano nomi della discografia e del giornalismo come Nausica Della Valle, Sara Leonardi, Luana La Rosa, Aurelio Pitino, Pasquale Di Maso e Daniele Palladino, che porteranno a casa i premi messi in palio (un brano inedito ciascuno e realizzazione di un disco e un videoclip musicale che darà il via a un mini tour in tre regioni. Al premio della critica andrà invece una borsa di studio di sei mesi che prevede lezioni one-toone con un vocal coach certificato). E già mentre si corre verso lo show finale, in molti chiedono come è possibile iscriversi alla prossima edizione che sicuramente raddoppierà il numero dei talenti che vogliono far sentire la propria voce ai media italiani.

Al via ChiAMACaivano, un servizio di ascolto in tempo di Covid

l via ChiAMACaivano, un servizio di ascolto e sostegno psicologico, di assistenza e aiuto tempestivo rivolto a tutti i residenti nella cittadina alle porte di Caserta. Nato per far fronte agli effetti derivanti dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, il servizio è attivato dal Comune di Caivano e realizzato da Gesco attraverso la Centrale Operativa Sociale, ed è completamente gratuito. Articolato in una linea amica, in uno sportello di ascolto itinerante e nel servizio di teleassistenza, ChiAMACaivano si rivolge in particolare ai cittadini situazione di fragilità, come anziani

soli, persone con disabilità, persone in isolamento per motivi sanitari ascritti all’emergenza pandemia. Si può richiedere telefonando al numero verde 800 904835 dalle ore 8 alle 20: tutti i giorni operatori telefonici specializzati - tecnici dell’accoglienza sociale e dell’ascolto - accolgono la richiesta, rilevano i bisogni dell’utente, forniscono le opportune informazioni e fissano eventuali appuntamenti da vicino con uno degli psicologi del servizio. ChiAMACaivano prevede anche uno sportello di ascolto itinerante attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e il lunedì e il giovedì dalle 15 alle 17 pres-

so la Biblioteca Comunale di Caivano o a domicilio, previa prenotazione al numero verde. Il servizio si avvale di due psicologi esperti, che sono in grado di supportare l’utente a gestire e superare momenti critici e a sostenere situazioni emergenziali che lo vedono confuso e stressato a causa dell’emergenza Coronavirus. Attraverso il numero verde è infine possibile richiedere la Teleassistenza per anziani soli, persone malate e persone con disabilità, che consente di attivare un primo soccorso urgente in caso di necessità.

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SOCIETÀ

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Un’esperienza al fianco dei minori in difficoltà A cura di Livio Graziano*

a comunità educativa AMA di Castel Volturno, attualmente chiusa per difficoltà finanziarie, è stata la mia seconda casa per ben 16 anni. Ho accolto tanti ragazzi e ragazze e ho sempre cercato, non è detto che ci sia riuscito, di ascoltare ognuno di loro, di giorno e a volte anche di notte, di fargli compagnia durante i loro pranzi al rientro da scuola seppur molto scaglionati. Ho sempre cercato di farlo ricordando quei momenti di quando ero ragazzo e mia mamma interrompeva quello che stava facendo e si sedeva accanto a me. Era un modo per dire: ci sono, ti penso, ti ascolto e mi fa piacere stare con te. Mi sono affezionato molto ai ragazzi che ho conosciuto e ho sempre pensato che loro avessero diritto ad avere qualcuno che pensasse e si interessasse a loro, non con l’idea di sostituirsi ai loro genitori con i quali ho cercato di collaborare il più possibile per far sì che fossero presenti nelle vite dei loro figli o per essere abbinati a nuove coppie per l’adozione. A volte questa cosa è stata possibile ed è stato davvero emozionante poter vedere dei ricongiungimenti, a volte non è stato possibile invece ed è stato più faticoso: quanti momenti difficili affrontati stando a fianco ai ragazzi che non ricevevano la telefonata tanto aspettata o vederli delusi perché le coppie inviate dal Tribunale non si presentavano più. Adesso sono molto gratificato quando ricevo una telefonata di un ragazzo emozionato che ha appena preso la patente e mi chiama per condividere questa sua gioia, di un ragazzo che rientra dall’estero dove lavora e gli fa piacere rivedersi, di un minore disperato che è in un momento di difficoltà e mi chiama perché sa che ci sono. E pensare che in comunità non ero tanto amato, ero il classico direttore/educatore un po’ rompiscatole con cui molti speravano di non doversi imbattere: mi sono scontrato a lungo ma mi scontravo perché ci tenevo, perché se un minore non andava a scuola non mi arrendevo alla prima sveglia o se avevo qualcosa da dirgli piuttosto allungavo il turno ma tro-

vavo sempre un modo per parlare con lui/ lei. Ecco, questo tipo di legame penso che non paghi molto nel tempo della comunità ma mi sembra di aver capito che alla lunga ha i suoi frutti, che i ragazzi percepiscono questo legame e che poi, soprattutto nel momento del bisogno, ma anche nei momenti di gioia, sono contenti di avere qualcuno a cui potersi riferire e su cui contare. Per i ragazzi questo è fondamentale per cui credo che la cosa migliore sia creare un legame autentico e far sì che anche quando il ragazzo termina il suo percorso in comunità sappia di poter ritornare per ritrovare quel luogo sicuro e le persone che si sono occupate di lui o sappia che quegli educatori che sono stati presenti ogni giorno, non smettono di pensare a lui o lei solo perché è terminato un percorso e il rapporto professionale che li legava a loro. Credo di poter dire che fare il direttore e l’educatore di comunità voglia dire avere confini flessibili nello spazio e nel tempo per poter vivere le relazioni che si costruiscono anche oltre quelle mura e quel periodo. Quando un ragazzo si avvicina al momento della sua uscita spesso vive sentimenti contrastanti, voglia di cambiare, di crescere, ma paura di farlo e di salutare un ambiente conosciuto. Sono sentimenti legittimi, il compito dell’educatore è quello di accogliere questi sentimenti e di sostenere i ragazzi nell’affrontare questo cambiamento, non di sparire proprio sul più bello. Ho sempre pensato che io a 18 anni avevo una famiglia che si occupava di me, vivevo ancora con loro ed ero ancora nel mezzo dei miei studi. Certo, sono consapevole che questi ragazzi devono crescere prima del tempo, ma perché farglielo fare in modo brusco e non cercando di alleggerire queste fatiche per rendere più graduale possibile questo passaggio? Credo che sia un loro diritto ed un nostro dovere! Questo Natale ho ricevuto tante lettere da parte dei ragazzi e ragazzi che sono stati in comunità oggi uomini e donne ed è stato un regalo speciale che mi hanno aiutato a rico-

*Livio Graziano, sacerdote, originario di Afragola, è stato Direttore della Comunità Educativa a dimensione familiare AMA. Al momento è impegnato con la Cooperativa Sociale Onlus Effatá Apriti in aiuto a persone con disturbi di Ansia, Depressione e del Comportamento Alimentare di cui è cofondatore. Ha anche fondato l’Ente di Formazione “Sua Eccellenza Lorenzo Chiarinelli” accreditato alla Regione Campania. struire i ricordi di un pezzo di vita importante mia e di loro. Sono uscito da poco più di tre mesi dalla comunità in cui lavoravo e di cui mi sentivo molto parte e, mi sono reso conto, di aver avuto la fortuna di aver contribuito a costruire la mia vita è la vita dei minori. Usciti dalle comunità e accolti, mi ha permesso di non interrompere i legami con loro sperando di vederli inseriti in quelle coppie tanto cariche d’amore e iniziare nuove storie di vita. Sono molto contento di aver iniziato ad impegnarmi per far sì che chi lavora nel sistema di accoglienza possa avere uno sguardo che parta prima di tutto dal punto di vista dei ragazzi. Mi manca la quotidianità della comunità, ad essere sincero, e collaborare con altre Comunità non sempre è facile: c’è educazione e cordialità ma anche un essere sospettosi o l’idea che il prolungamento del rapporto possa essere di ostacolo alle “new entry” delle coppie svalutando i sentimenti puri e gettando l’intelligenza di tutti gli attori in questioni d’interesse e di nascondimenti. Un grande merito e applauso vanno a quelle comunità che, invece si aprano alla collaborazione e accolgono un dialogo per poter conoscere e aiutare il minore a crescere e a vivere più serenamente. Vivete e fate vivere le emozioni perché questa è la vita.


RELIGIONE

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L’organo restaurato per celebrare l’anniversario delle Reliquie di Sant’Antonio

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na “quattro giorni” di celebrazioni per ricordare il XXV anniversario dell’arrivo delle Reliquie di Sant’Antonio nella Basilica pontifica di Afragola. Organizzati dalla parrocchia Sant’Antonio da Padova, con la comunità francescana guidata da padre Domenico Silvestro, i festeggiamenti hanno avuto inizio venerdì 12 febbraio con la recita del Santo Rosario meditato con i sermoni di Sant’Antonio. Sabato 13 si sono avvicendati alcuni momenti di preghiera, culminati con la solenne celebrazione presieduta dal neo eletto presidente della Conferenza Episcopale Campana, monsignor Antonio di Donna. A seguire, domenica 14 febbraio, alle liturgie eucaristiche, si è affiancata una Santa Messa officiata da Fra Francesco Piccolo, maestro dei professi temporanei dei Frati minori della provincia napoletana. Momenti clou della festa religiosa sono stati l’inaugurazione del restaurato organo a canne e la solenne concelebrazione eucaristica del pomeriggio di lunedì 15 Febbraio. Due eventi particolarmente intensi che hanno suggellato l’intensa e costante devozione che la comunità dei fedeli rivolge al Santo dei Miracoli. È stato il maestro monsignor Vincenzo De Gregorio, preside del Pontificio Istituto di Musica sacra e Abate prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro, a presentare il restauro di questo poderoso strumento che è stato inaugurato per la prima volta il 13 gennaio 1929, con una breve ma intensa lezione sulla storia dell’organo: “Organon viene dal verbo organizzare – così il maestro De Gregorio - È uno strumento simile al PC. La tastiera è la più grande invenzione musicale della storia. Perché permette ad una persona, con due mani e dieci dita, di gestire una complessità di suoni”. Monsignor De Gregorio ha, poi, messo in luce la centralità della Chiesa cattolica occidentale in tutte le esperienze di valore culturale, compresa la musica e il canto, e

terminato la sua presentazione citando il salmo 150, quale sintesi perfetta per lodare Dio attraverso “le voci, le corde vocali, la musica, tutto diventa gloria di Dio”. A seguire una Solenne Eucaristica presieduta da monsignor Arturo Aiello, vescovo della diocesi di Avellino, e concelebrata dal Ministro provinciale dei Frati minori, Padre Carlo d’Amodio, dal Guardiano di Piedimonte Matese, Padre Gennaro Russo, dai frati del noviziato e dello studentato, Fra Salvatore Vilardi e tanti altri religiosi e sacerdoti. “Oggi qui mi sento a casa – così il Vescovo - perché con molti di voi abbiamo percorso dei tratti di strada. Siamo qui per dire grazie al Signore per il dono della vita, per accordare le nostre canne. Gli organi vanno continuamente accordati perché si scordano. L’atto penitenziale, all’inizio della celebrazione, serve ad accordare i nostri cuori. Chiediamo perdono delle nostre dissonanze, e domandiamo al Signore di rimetterci in piena tonalità.” Il presule, poi, partendo dal Vangelo del giorno (Luca 4, 16-21), ha lasciato la sua impronta pastorale e rivolgendosi alla comunità dei frati ne ha apprezzato l’iniziativa: “Vedo con piacere che passate da un anniversario ad un altro all’ombra del grande sant’Antonio. Da quello delle reliquie, a quello dell’ottavo centenario del Suo passaggio in Italia. I santi dove passano cambiano la storia e la geografia. Tutti possiamo lasciare un merito del nostro passaggio in questo mondo, attraverso la guida della pa-

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A cura di Antonio Boccellino Lo strumento suonò per la prima volta nel 1929. Ora è di nuovo a disposizione dei fedeli

rola di Dio. Oggi abbiamo visto che Gesù torna a Nazaret. È un giorno speciale, legge il testo e dice “Oggi si è adempiuta questa scrittura”. Come sarebbe bello se ogni qualvolta noi potessimo dire “oggi” e cambiare vita all’insegna del Vangelo”. Per finire, il Vescovo ha tracciato le lodi del canto e della musica come modalità privilegiata di preghiera e di esercizio delle virtù cristiane, invitando tutti “a fare in modo che la propria vita diventi un canto” e come ognuno è chiamato ad “essere un grande organista della propria esistenza”, concludendo l’omelia osservando come anche “la Chiesa è un organo a canne che mette insieme tutte le voci, quella del celebrante, dei bambini, degli anziani, della comunità (…) voci a volte dissonanti e che necessitano di una continua accordatura”. Post missam il saluto di Fra Nicola Gildi, Superiore della Comunità dei frati minori della “Padova del Sud”: “A conclusione di questa liturgia mi permetto di dare il mio grazie. Sarebbe bello, e non è utopia, quando in una Chiesa tutti siamo tutti accordati. Potrebbe essere la nota più bella da poter incentivare ciascuno di noi con la catechesi, la preghiera. Ringraziamo Sua Eccellenza, il Pastore di lezioni, gli altri confratelli e tutti quanti hanno accolto il nostro invito. Grazie perché questo pensiero di oggi sarebbe stato molto bello, perché è stato in grado di creare una bella armonizzazione di questo brano musica tra Antonio da Padova, tra la nostra vita, tra ciò che dovremmo fare e quello che a volte sono i nostri lamenti.” Il canto del “Si quaeris miracula” - la più nota preghiera per ricordare il glorioso Sant’Antonio - e l’annunciato concerto inaugurale dell’organo hanno concluso un’altra bella pagina di storia cittadina. Ha fatto da cornice una folta comunità di fedeli, nel rispetto delle restrizioni per il Covid-19, e alcuni rappresentanti della precedente Amministrazione cittadina, guidata dall’ormai ex sindaco Claudio Grillo e alcuni Consiglieri uscenti.

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“Se non hai un cane, almeno uno, non c’è necessariamente qualcosa di sbagliato in te, ma ci può essere qualcosa di sbagliato nella tua vita”.

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