Cogito 428

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Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019


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Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

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Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

EDITORIALE

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Il mostro ce l’abbiamo, ma ora troviamo e puniamo tutti i colpevoli

l mostro da dare in pasto ai social e su cui scatenare gli istinti omicidi, particolarmente vivi in questo periodo storico, ce l’abbiamo. La Polizia ce l’ha consegnato subito, nelle prime ore dopo il ritrovamento del corpo di Giuseppe, adagiato su un divano in una casa del centro storico di Cardito, come una cosa vecchia in attesa di essere buttata nella spazzatura. Ora, però, ci vuole Giustizia, vera e completa, per quel bambino ucciso di botte per aver danneggiato il letto su cui stava giocando insieme alla sorellina. Prima di tutto è necessario che all’assassino venga inflitta la pena massima prevista dalla legge italiana e non la ‘vendetta’ dei carcerati che non lo fanno certo per ‘amore verso i bambini’, ma solo per sfogare i loro istinti criminali. Una volta accertato questo elementare principio alla base di ogni Paese civile, vogliamo guardare anche oltre la voglia di vendetta e cercare di capire se e cosa poteva essere fatto e non è stato fatto per

giorni, mesi o anni, ci ritroveremo a piangere altri Giuseppe, altre vittime innocenti. Le indagini, le testimonianze, quelle ufficiali e quelle ufficiose, stanno facendo emergere una situazione di degrado sociale e culturale che non poteva passare inosservato eppure nessuno ha fatto qualcosa per evitare una tragedia come quella che ha sconvolto le coscienze di tutti domenica scorsa. Il sindaco di Cardito, Cirillo, è sembrato, nelle interviste che ha rilasciato, visibilmente scosso e commosso per la vicenda e pronto a fare di tutto per aiutare le sorelline di Giuseppe, ma se davvero vuole aiutarli deve fare un’indagine approfondita sui servizi sociali del suo Comune e capire se davvero erano stati avvertiti di una situazione preoccupante, come appare da alcune ricostruzioni giornalistiche. Il silenzio dei vicini e di quanti solo ora, dopo la morte di Giuseppe, si sono ricordati e stanno denunciando che il bambino

Non sarebbe giusto chiudere la tragedia solo con la condanna per l’assassino evitare che un bambino finisse una breve vita che di certo non era stata facile in un modo così atroce? O vogliamo limitarci a punire il ‘mostro’, meglio ancora se evidenziamo che è marocchino o tunisino, dimenticando che sia nato in Italia da madre italiana e che l’Africa l’ha vista solo in televisione, mentre conosce fin troppo bene il degrado sociale e culturale di certe zone dell’area a Nord di Napoli? Pensare solo all’assassino e non a chi non gli ha impedito di uccidere Giuseppe significherebbe uccidere un’altra volta quel bambino e, soprattutto, rendere vana la sua morte perché se non si individua chi poteva e doveva fare qualcosa e non lo ha fatto e non lo si punisce severamente, nei prossimi

era stato picchiato anche in altre occasioni, purtroppo, non può essere punito se non dal rimorso di non aver fatto nulla per salvare una vita umana, ma chi è pagato per intervenire in caso di situazioni familiari a rischio non può passarla liscia. E questo vale per chi si occupa dei servizi sociali, ma anche per chi lavora nelle scuole che ha frequentato Giuseppe e anche per il pediatra… Tutti dovrebbero essere sentiti dagli inquirenti per capire se c’erano stati segnali preoccupanti che sono stati colpevolmente taciuti. E, qualora, dagli accertamenti emergessero omissioni, sarebbe giusto prevedere quanto meno il licenziamento per chi poteva fare qualcosa e non l’ha fatto. Solo in questo modo sarà fatta piena giustizia per Giuseppe.

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

Editrice Cogito srl QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

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Direttore Antonio Iazzetta Vicedirettore Antonio Trillicoso Collaboratori Angelica Argentiere, Antonio Boccellino, Antonio Cerbone, Valerio Cerbone, Pietro Cerbone, Angela Finestra, Antonio Fioretto, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Pasquale Porzio, Teresa Turino

Fotoreporter Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S. Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357


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PRIMO PIANO

La pioggia torrenziale non ha fermato la manifestazione

In strada contro la camorra di Antonio Trillicoso

IN BREVE

Al corteo erano presenti studenti, associazioni, sindacati e giornalisti anticamorra. A rappresentare la Chiesa afragolese c’era solo il parroco della Basilica di Sant’Antonio

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n ‘No alla camorra ad Afragola’, deciso, diretto, coraggioso e a viso aperto è stato quello gridato sabato scorso da centinaia di persone che hanno preso parte al corteo per le strade della cittadina a Nord di Napoli nonostante la pioggia incessante delle prime ore del mattino che aveva fatto temere per l’annullamento della manifestazione. Da piazza Gianturco alla piazza antistate la sede del Municipio, ad attraversare le strade visibilmente degradate del centro storico afragolese, sono stati soprattutto giovani, studenti e rappresentanti di diverse associazioni, tra cui Libera, LegAmbiente, Sottoterra Movimento Antimafia e quella forense, e dei sindacati. Tutti hanno chiesto a gran voce che la camorra non si insinui nelle Istituzioni, che soprattutto venga messa nell’angolo per rendere tranquilla la vita dei cittadini, a cominciare dai commercianti presi di mira dai clan emergenti che vogliono imporre la loro presenza in città. La manifestazione era stata promossa dai gestori della Masseria Ferraioli e da Libera, insieme ad altre associazioni, dopo l’ennesima bomba intimidatoria, l’ottava in poche settimane, che aveva colpito un negozio della zona. Una situazione drammatica che è salita agli ‘onori’ della cronaca nazionale anche dopo

Sandro Ruotolo, giornalista da sempre impegnato nel denunciare la camorra e i suoi traffici, ha percorso parte della manifestazione insieme ai volontari del Movimento antimafia Sottoterra, presieduto da Angelica Argentiere, al direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, al vice direttore Antonio Trillicoso, al medico di base Luigi Costanzo e a Vincenzo Tosti, leader dei movimenti della Terra dei fuochi. Per Ruotolo “bisogna convincersi che l’unica strada da percorrere è la denuncia. Solo così potremo ridare un nuovo volto a questi paesi. Servono le denunce da parte dei commercianti e da parte di chi lavora nelle Istituzioni. Non ci sono sudditi, non ci sono capitani ma cittadini che vogliono risposte concrete”.


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PRIMO PIANO “Ho voluto essere al fianco dei cittadini che sono scesi in piazza mostrando volti, bandiere, cartelli e tanta indignazione per dare forza ad un grido di dolore” ha detto Andrea Caso, componente della Commissione bicamerale antimafia, aggiungendo che “le bombe hanno ferito commercianti e cittadini. Non si può vivere con la paura. Afragola è una città forte, i suoi cittadini, ci hanno messo la faccia, ieri. Qui non c’è omertà. Lo dice la loro presenza in piazza. Sta a noi Istituzioni ora, dopo avere marciato per strada, lavorare nelle aule di Roma per dare supporto alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria. Anche loro, non vanno lasciati soli. La lotta alla violenza armata va condotta fin dalle radici della società, lo stesso reddito di cittadinanza, oramai definitivamente al via, contribuirà ad un tessuto sociale migliore, offrendo un supporto economico e la possibilità di lavorare. La nostra parte la faremo così, lavorando per la serenità della gente”.

“Era importante essere ad Afragola alla marcia contro la camorra e la criminalità organizzata per essere vicini ai commercianti, oggetto di atti intimidatori e soprattutto vicini alla Città di Afragola” ha detto Carmine Mocerino, presidente della Commissione beni confiscati del Consiglio regionale, esprimendo poi “vicinanza e solidarietà ai gestori della Masseria Ferraioli, tra le migliori esperienze di riutilizzo e valorizzazione di beni confiscati in Campania”. “Sono certo che le questioni burocratiche che, in negativo, hanno interessato la Masseria, presto si risolveranno perché è anche così che lo Stato, attraverso le sue diramazioni periferiche, dimostra che la lotta alla criminalità organizzata e alla camorra è vera, è concreta e va condotta fino in fondo senza equivoci e, soprattutto, senza tentennamenti” ha poi aggiunto Mocerino.

l’esplosione che ha colpito la pizzeria Sorbillo di via dei Tribunali a Napoli. Un atto di intimidazione verso un pizzaiolo ormai simbolo di Napoli nel Mondo che ha scosso ancor di più le coscienze. Lo stesso Gino Sorbillo era ad Afragola, insieme al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e allo speaker radiofonico Gianni Simioli. Quest’ultimo, poi, ha trovato anche in quest’occasione il modo di evidenziare con ironia quel che era successo il giorno prima, in occasione della visita del ministro Salvini ad Afragola. Per farlo, ha cominciato a baciare le mani dei presenti per sottolineare e ricordare il baciamani al Ministro in piazza Municipio. Un gesto che non è piaciuto al sindaco di Afragola, Claudio Grillo, che ha polemizzato sulla ‘trovata’ di Simioli. “Otto bombe in poche settimane sono davvero tante – ha detto uno dei manifestanti – sono otto bombe che colpiscono la gente che invece vuole la legalità e non accetta i soprusi di chi fa della violenza la sua legge di vita”. “Speriamo solo che questa presenza delle forze dell’ordine per il paese – ha detto un altro partecipante alla manifestazione anticamorra – non sia un’operazione di facciata, per poco tempo e che soprattutto colpisca chi ha creato questo clima di terrore”. Difficile elencare tutti coloro che erano presenti alla manifestazione. Nutrita la rappresentanza del Consiglio regionale. Oltre a Borrelli, erano presenti il segretario e il presidente della Commissione beni confiscati del Consiglio regionale, Vincenzo Viglione e Carmine Mocerino e il consigliere regionale Tommaso Malerba. Assenti invece il vice presidente del Consiglio regionale, Tommaso Casillo, e Nicola Marrazzo, presidente della Commissione attività produttive. Presenti anche alcuni Con-


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PRIMO PIANO siglieri comunali, tra cui l’ex sindaco di Afragola e presidente regionale dell’Anci, Domenico Tuccillo, e una rappresentanza della Giunta guidata dal sindaco, Claudio Grillo. Tra i primi cittadini dell’area a Nord di Napoli, l’unico presente era il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo. Non mancavano i Parlamentari. Tra la folla si sono visti Andrea Caso, componente della Commissione bicamerale antimafia, Connie Giordano e Iolanda Di Stasio. Assenti invece i sottosegretari Pina Castiello e Vincenzo Spadafora che erano invece presenti all’incontro con Salvini del giorno precedente. Non hanno fatto mancare la loro partecipazione alcuni giornalisti da sempre impegnati sui temi della camorra, a cominciare da Sandro Ruotolo. Dal mondo della chiesa, una sola presenza, quella di Fra Luigi Campoli, parroco della Basilica di Sant’Antonio.

“Siamo vicini ai cittadini e ai commercianti di Afragola per quel che sta succedendo e stiamo facendo tutto quel che è nelle nostre possibilità per contrastare queste attività criminali, ma è importante che ci sia anche una presa di coscienza di chi subisce queste intimidazioni” ha detto il sindaco di Afragola, Claudio Grillo, per il quale “è necessario denunciare per aiutare le forze dell’ordine e la Magistratura ad assicurare alla giustizia questi criminali”. “Da parte nostra, continueremo a tenere alta l’attenzione e il collegamento con il Questore e il Prefetto oltre che con il Ministro degli interni per avere sempre più uomini e donne delle forze dell’ordine sul nostro territorio” ha concluso Grillo.

Revocata la gestione della Masseria Ferrajoli

Nessuna novità concreta dopo la decisione dell’Amministrazione comunale

“Afragola è finita su tutti i media nazionali per le immagini penose di qualche cittadino che bacia la mano al ministro Salvini, secondo una pratica feudale e arcaica che pensavamo ormai dimenticata. In un batter d’occhio si è ripiombati nel passato più buio. Il lavoro fatto per ridare prestigio alle Istituzioni e alla città, culminato nella stazione Alta velocità simbolo di modernità e futuro, si è sbriciolato in un attimo” ha detto l’ex sindaco, Domenico Tuccillo, ma “la giornata di oggi, con le associazioni e gli studenti in piazza contro le bombe della criminalità organizzata, è un riscatto rispetto alla giornata amara di venerdì e mi fa sperare che il percorso positivo della nostra Afragola verso il futuro non si sia interrotto”.

“Chiediamo al Ministro dell’Interno più azioni concrete e meno baciamano perché a Napoli ha un brutto significato e noi invece vogliamo che ci siano più uomini delle forze dell’ordine per contrastare frontalmente la camorra” ha detto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli per il quale “la lotta alla camorra si fa anche con la coscienza civica, attraverso atteggiamenti costruttivi. Manifestare e metterci la faccia è un segno tangibile di vicinanza nei confronti di coloro che nelle ultime settimane hanno subito degli attacchi intollerabili da parte di criminali senza scrupoli. Gino Sorbillo (venuto alla manifestazione insieme a Borrelli e allo speaker Gianni Simioli n.d.r.) e tutti gli imprenditori vittime della prepotenza della malavita non meritano di essere lasciati soli”.

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l 18 Gennaio la comunità afragolese è stata scossa da un ‘terribile boato’, non quello delle 8 (ormai 9) bombe esplose in soli 20 giorni tra il mese di dicembre e quello corrente, ma dalla notizia della revoca immediata della gestione della Masseria Antonio Esposito Ferraioli, da due anni affidata a un gruppo di associazioni e cooperative con capofila il Consorzio Terzo Settore, CGIL di Napoli, l’associazione L’Uomo e il Legno, la cooperativa Radio Siani e l’associazione Sott’e’ncoppa. “Sembra infatti che nel 2014, dopo quindici anni dalla confisca, il bene confiscato che allora versava in stato di abbandono venne occupato illegalmente da un agricoltore. A causa di questa occupazione, una parte del bene confiscato venne posta sotto sequestro, ma dopo pochi mesi tutto era tornato alla normalità e così, nel 2017, la Masseria fu finalmente assegnata e restituita ai cittadini, mettendo fine all’abbandono durato vent’anni”, questo quanto scritto dai gestori del bene sulla pagina ufficiale Facebook per spiegare il cavillo burocratico che solo oggi, a distanza di due anni, l’Amministrazione comunale ha rilevato e reso pubblico: alcune di quelle particelle non sono mai state dissequestrate, circa l’80% della Masseria, non potendo di fatto essere date in gestione. Un errore dell’Ufficio tecnico che rischia di mettere fine a una delle esperienze di maggior rilievo, sui beni confiscati, non solo di Afragola ma di tutto il territorio campano. A seguito dell’annuncio, la manifestazione del 19 Gennaio contro la camorra ha visto la partecipazione di centinaia di persone che da piazza Gianturco hanno attraversato Afragola fino a piazza Municipio, richiamando l’attenzione dei media locali e nazionali sull’inquietante tempismo che ha visto la città da un lato, al centro di una nuova faida di camorra e dall’altro la stroncatura di un presidio di legalità e giustizia. Si attende ora l’operato della Procura per la risoluzione del problema, nel frattempo i gestori della Masseria hanno lanciato una petizione online per chiedere al sindaco Claudio Grillo di assicurare, a seguito del dissequestro, la continuità dell’attuale gestione salvando più di 100 famiglie impegnate nella cura degli orti urbani, quasi 2.000 alberi da frutto piantati nell’ultimo anno, eventi che hanno fatto conoscere Afragola al territorio nazionale. “Per dare un segnale concreto e forte contro la camorra, per il bene e per il futuro della nostra terra” dichiarano i gestori della Masseria. Dal canto suo, il sindaco di Afragola, Claudio Grillo, ha più volte ribadito che non era a conoscenza della procedura di revoca che sarebbe stata portata avanti dagli uffici. Lo stesso primo cittadino ha anche garantito che si sta facendo di tutto per trovare una soluzione e che, una volta dissequestrati i terreni, ci si siederà intorno a un tavolo per capire quale strada intraprendere per la gestione della Masseria.


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PRIMO PIANO

Una marcia non per tutti

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o scorso 19 gennaio studenti, associazioni, sindacati si sono riversati nelle piazze di Afragola per la mobilitazione anticamorra organizzata dalla Cgil con le associazioni del territorio che gestiscono il bene confiscato della Masseria Antonio Esposito Ferrajoli per dire no alla camorra e “Afragola non ha paura” dopo gli episodi intimidatori con l’esplosione di otto bombe alle attività commerciali e all’indomani della manifestazione la revoca dell’affido di una gran

parte del bene confiscato della Masseria è stato un ulteriore colpo per l’Afragola che chiede riscatto per il proprio territorio. Ma proprio i primi protagonisti sopracitati della manifestazione hanno riscontrato grandi difficoltà nel vedere legittimata la loro partecipazione alla manifestazione: ci riferiamo, in particolare, agli studenti dell’istituto superiore Carlo Alberto Dalla Chiesa che hanno ricevuto un no secco dal loro dirigente scolastico quando hanno chiesto l’adesione uffi-

ciale del loro istituto. Alla fine, insieme agli studenti del liceo Filippo Brunelleschi e del Sandro Pertini, accompagnati dai docenti, c’era anche una rappe del Carlo Alberto Dalla Chiesa che ha dovuto giustificare l’assenza del sabato per “motivi personali”. Abbiamo intervistato un gruppo di studenti che ci ha spiegato la situazione: “Quando venimmo

a conoscenza della manifestazione ci siamo subito attivati per garantire una folta partecipazione dell’istituto. Come comitato studentesco

di Angelica Argentiere

IN BREVE

Gli studenti del Carlo Alberto Dalla Chiesa costretti a giustificare l’assenza per ‘motivi personali’ abbiamo il diritto a un’assemblea di istituto mensile e tre assemblee straordinarie durante l’anno scolastico. Dati i tempi stretti abbiamo richiesto per l’assemblea straordinaria ma il Preside l’ha respinto. Dopo svariati tentativi, dando anche tutti i riferimenti degli organizzatori della manifestazione il dirigente ha dato il suo no secco e categorico: “se le altre scuole partecipano, a noi non deve interessare, non siamo come le altre. Non voglio che gli studenti di questo istituto escano in tv per partecipazioni a questo tipo di manifestazioni”. Il sabato mattina, apponemmo lo striscione fuori scuola, ricevemmo i complimenti dal dirigente ma fino alla fine abbiamo dovuto giustificare l’assenza ma lo rifaremmo ancora perché proprio noi dell’istituto che vanta il nome di un generale ucciso per mano mafiosa non potevamo mancare”.


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PRIMO PIANO

Polemiche intorno alla visita di Salvini ad Afragola

“Non avevamo bisogno di un comizio” IN BREVE

Troppo spesso il Ministro degli interni s’è soffermato sulle polemiche con il sindaco di Napoli, de Magistris, e su misure che non sarebbero sufficienti a contrastare l’escalation criminale. Durissima presa di posizione del consigliere Giustino: Hanno cacciato perfino i dipendenti comunali per far spazio ai leghisti

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a visita del ministro degli interni, Matteo Salvini, non è di certo passata inosservata, anche se chi si aspettava risultati concreti o impegni precisi è rimasto deluso. Anzi non si può non notare che, nell’aprire una conferenza stampa in cui ha spesso spostato l’attenzione su altri temi, primi tra tutti gli attacchi al sindaco di Napoli, de Magistris, e a Roberto Saviano, Salvini abbia parlato di ‘balordi’ per definire i responsabili delle intimidazioni ai commercianti afragolesi, evitando di parlare di camorristi. Un’anomalia che s’è ripetuta anche nel corso del resto della conferenza stampa quando non ha mai citato il clan che ha dettato legge negli ultimi quarant’anni, il clan Moccia. Quando è entrato nel vivo delle misure per combattere l’escalation della camorra, ha ribadito l’impegno a portare più uomini e donne delle forze dell’ordine, ma poi ha elencato una serie di misure che poco o nulla hanno a che fare con la lotta ai clan, come le misure contro l’accattonaggio, contro chi chiede la carità insomma, o quelle contro i parcheggiatori abusivi. Non sono mancati i toni polemici poi

quando un giornalista di Fanpage gli ha fatto notare che gli sgomberi annunciati nelle Salicelle non risolvono il problema della camorra. A lui il Ministro, con tono nervoso, ha ricordato che “se in quelle case ci sono i camorristi, anche in questo modo si combatte la camorra”. Il problema, però, è proprio questo. Tra le persone che dovranno essere sfollate non ci sono solo camorristi, anzi, la maggior parte sembra estranea alla criminalità organizzata. Poche anche le risposte concrete sul come evitare che la camorra condizioni l’attività amministrativa. Una mancanza grave in un Comune che ha vissuto per due volte lo scioglimento del Consiglio comunale per il condizionamento dei clan. Se non sono arrivate molte risposte concrete alla richiesta di aiuto dopo le bombe, di certo non sono mancate nella visita di Salvini le polemiche. Le prime sono arrivate quando, dopo l’annuncio della visita lanciato sui social dalla sottosegretaria Pina Castiello, l’Amministrazione comunale ha fatto affiggere un manifesto per ‘salutare e ringraziare’ il Ministro degli interni per la sua venuta ad Afragola e per comunicare ai cittadini che


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PRIMO PIANO

avrebbero potuto salutare Salvini in piazza Municipio. Immediate le reazioni di chi ha letto in quel manifesto un modo per creare la ‘folla festante’ in attesa del leader della Lega che, in fondo, non arrivava in città per una manifestazione politica, ma in veste di responsabile del Viminale per partecipare a un vertice con rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine dove si dovevano decidere le misure da adottare per contrastare l’escalation criminale dei giorni precedenti. E sulla folla presente in piazza Municipio s’è scatenata la solita guerra dei numeri tra chi diceva che era piena e chi, invece, diceva che era mezza vuota. Al di là del numero di persone presenti, però, è rimasta per giorni l’immagine del cittadino afragolese, un venditore ambulante di calzini che vive nelle palazzine grigie delle Salicelle, che bacia la mano a Salvini. Si sono sprecati i commenti su quel baciamano e non sono mancate le polemiche anche per alcune dichiarazioni rilasciate dall’ambulante ai giornalisti che lo hanno cercato e trovato nei giorni successivi. Ha tenuto a precisare che non aveva avuto soldi, alimentando i dubbi su chi aveva ipotizzato che molti dei presenti in piazza Municipio fossero stati pagati. Tornando alla visita di Salvini, una volta saliti nel palazzo comunale, il Ministro, che ha camminato su un tappeto blu messo per l’occasione all’ingresso del Municipio, ha trovato ad attenderlo diversi rappresentanti istituzionali e politici del territorio, non solo afragolesi. Erano in tanti, infatti, i sostenitori del leghista arrivati nel palazzo comunale afragolese per scattarsi un selfie con il Ministro. E, tra scatti di selfie, sorrisi e buffet, quasi ci si dimenticava del motivo per cui Salvini era arrivato ad Afragola: trovare il modo per combattere i clan emergenti che vogliono imporsi a colpi di bombe e intimidazioni. La lista di quelli che non volevano mancare all’evento era talmente lunga e infarcita di ‘esterni’ che qualche Consigliere comunale non ha potuto non lamentarsi, affidando ai social il suo sfogo, come ha fatto Gennaro Giustino: “Certamente non sto con il Salvini uomo e politico ma certamente sto con il Ministro degli interni e certamente sto dalla parte dello Stato. Venerdì ad Afragola è accaduta una cosa importante e significativa. La visita del Ministro è stato un segnale forte e di grande impatto per questa comunità che ha registrato con enorme soddisfazione la presenza dello Stato in un momento delicato della propria vita. Quello che assolutamente non si può condividere è stato il grado di spettacolarizzazione che si voluto dare all’evento relegandolo più ad una kermesse di partito che alla visita di un Ministro in risposta a fatti gravi e inquietanti che hanno riguardato la

Un selfie di troppo Polemica per la foto di Salvini con l’assessore Acri. Molti hanno ricordato l’arresto del marito per ‘ndrangheta, ma hanno dimenticato gli scontri social e in Parlamento con la sottosegretaria Pina Castiello e lo stesso Ministro

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ra i vari selfie con Salvini pubblicati sui social ce n’è uno in particolare che ha attirato le attenzioni dei media creando non poche polemiche, quello che ritraeva il Ministro degli interni con l’assessore afragolese Cristina Acri. La polemica è scoppiata perché il marito di Cristina Acri, nei mesi scorsi, era finito agli arresti per una vicenda di collusioni con la ‘ndrangheta. Gli arresti sono stati poi revocati, ma l’inchiesta va avanti e si aspettano gli sviluppi. Tra l’altro, poi, l’inchiesta aveva coinvolto in qualche modo anche i centri di accoglienza gestiti dalle cooperative messe in piedi proprio dalla consigliera Acri con il marito. E a uno di quei centri aveva dedicato un post sui social lo stesso Salvini e Pina Castiello, fresca di passaggio nella Lega, aveva rincarato la dose, portando addirittura la questione in Parlamento con un’interrogazione parlamentare durissima nella quale si metteva in dubbio anche la capacità di Acri a gestire un centro di accoglienza quando scriveva: “I proprietari della cooperativa ‘Terra Nostra’ sembrano all'interrogante essersi improvvisati operatori nel sociale, avendo alle spalle esperienza di gestione di impresa di pulizia, della manutenzione del verde e della raccolta dei rifiuti…la suddetta cooperativa, tra le province di Benevento e Napoli, su incarico delle locali prefetture, gestisce più di trecento immigrati dislocati in varie strutture, con un fatturato giornaliero molto elevato, che su base annua ammonta a diversi milioni di euro; non è chiaro quali controlli siano svolti da parte degli organi prefettizi, delle asl locali e dei Comuni interessati, circa l'idoneità delle strutture e l'adeguatezza dei servizi prestati, tra cui la fornitura di un vitto rispondente alle tabelle e alle tipologie indicate nei bandi prefettizi e quella di un set igienico-sanitario personale; bisognerebbe verificare altresì attentamente anche il livello quantitativo e professionale degli operatori delle diverse strutture della cooperativa «Terra Nostra» in relazione ai requisiti previsti dai bandi prefettizi”. Castiello poi concludeva la sua interrogazione all’allora ministro degli interni, Minniti, chiedendo “quali iniziative urgenti di

competenza si intendano adottare, anche alla luce del gravissimo episodio verificatosi nello stesso centro di accoglienza, nei confronti degli immigrati responsabili della protesta e dei gestori dello stesso; se non si ritenga opportuno assumere iniziative per procedere alla immediata chiusura del centro di accoglienza; quali verifiche abbia svolto il Governo in relazione alla cooperativa «Terra Nostra», che sembra all'interrogante aver trasformato l'assistenza agli immigrati in un vero e proprio business riservando agli stessi un trattamento che non appare pienamente rispondente a quanto richiesto e codificato dal Ministero; quali iniziative abbia adottato o intenda adottare per chiarire quella che all'interrogante appare una gestione non efficiente in un settore tanto

delicato e particolare”. Sia al post di Salvini che all’interrogazione Cristina Acri rispose in maniera piccata, come si può ancora leggere sui social…In particolare, in risposta al post del leader della Lega, Acri, riferendosi a Pina Castiello scriveva: “Poi le volevo dire... che la sua collega parlamentare...per la sua amata città cosa ha fatto???...fino ad ora solo la serva sciocca del mio ex sindaco (Nespoli n.d.r.)...(uomo politico come pochi)...per il resto a parte comunicati ansa...non ricordo più la sua voce...o qualche struscio alla festa di sant'antonio...!!!”. Insomma non proprio tre persone che si adoravano come potrebbe far intendere il selfie della scorsa settimana…


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PRIMO PIANO nostra comunità. Il Municipio di Afragola, cacciati i dipendenti comunali, è stato preso d’assalto da tanti e tanti “accreditati” legati da un unico filo conduttore: l’appartenenza ad un partito. Finanche il banchetto organizzato per il ministro ha visto partecipare uomini di partito con i lori familiari e non le istituzioni locali che forse erano le uniche deputate. Io ero lì per lo Stato non per la passerella di partito e/o per il banchetto e pure le centinaia di uomini delle forze dell’ordine erano lì per il Ministro, per lo Stato e non per il capo di un partito. Questo non è assolutamente condivisibile, come non è condivisibile il baciamano simbolo della sudditanza di un certo popolo ai propri governanti. Non lo abbiamo condiviso - anni fa - al ministro Gava non lo possiamo condividere ad Afragola, terra di camorra, al Ministro Salvini. Infine, ma non per ultimo, senza voler fare polemica con il senatore Salvini mi chiedo se il Ministro Salvini quanto a collusioni e a condizionamenti camorristici si sia mai interrogato a quale stadio sia l’amministrazione leghista di Afragola”. Giustino le ha rese pubbliche, ma anche molti altri si sono lamentati e in tanti hanno sottolineato che Afragola e gli afragolesi avevano bisogno di concretezza da parte del Ministro degli interni e non di un comizio politico da parte del leader della Lega in vista delle ormai prossime elezioni europee.

Pelliccia regala una cravatta al ministro Salvini

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ra le tante foto apparse sui social dopo la visita di Salvini, c’è anche quella di un raggiante sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia, che, andando al vertice in cui si dovevano decidere le misure da adottare per combattere la criminalità, ha pensato che sarebbe stato giusto portare un regalo al Ministro: una cravatta. Chissà se il regalo è stato gradito visto che le cravatte non sembrano rientrare negli accessori più usati da Salvini che le usa solo nelle grandi occasioni, quando proprio non può fare a meno di un abbigliamento più casual, arricchito magari dai giubbotti delle forze dell’ordine.

Ecco perché c’era chi chiedeva di ‘eliminare’ Roberto Saviano

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a perché molti sostenitori di Salvini ce l’avevano così tanto con Roberto Saviano, tanto che alcuni di quelli presenti in piazza Municipio, invece di chiedere più forze dell’ordine e una maggiore presenza dello Stato in genere, gli hanno chiesto di eliminare lo scrittore e comunque di togliergli la scorta? La risposta, forse, al di là delle polemiche e delle accuse reciproche che si scambiano da mesi ormai, sta nel post sui social con cui Saviano ha salutato l’arrivo di Salvini ad Afragola. Un post in cui prende di mira anche Pina Castiello di cui molti che erano in piazza sono sostenitori, compreso quello che ha baciato la mano al Ministro, come lui stesso ha detto in una delle interviste rilasciate nei giorni successivi al baciamano. “Oggi alle 14:40 è previsto l’arrivo ad Afragola del Ministro della Mala Vita per la sua solita e inutile passerella, magari in divisa” aveva scritto Saviano aggiungendo poi: “Salvini ad Afragola racconterà bugie e chi conosce la storia politica del sud Italia questo lo sa perfettamente. Chi non la conosce, e si fa imbambolare dalla propaganda anti immigrati, sappia che il referente politico di Salvini ad Afragola è oggi Pina Castiello,

incredibilmente Sottosegretario con delega al Sud; questo la dice lunga sulla sudditanza politica del M5S a Salvini e sulla totale inconsapevolezza di Di Maio e Fico che, almeno il loro territorio, dovrebbero conoscerlo...”. Lo scrittore, che vive sotto scorta per le minacce del clan dei casalesi, poi, aveva preso di mira proprio la Sottosegretaria, ricordando il suo curriculum politico: “Pina Castiello ha avuto come padrini politici Nicola Cosentino, poi Roberto Conte (condannato per associazione mafiosa, espulso dal centrosinistra e accolto nel centrodestra) ed è alleata dell’ex senatore Vincenzo Nespoli, più volte indagato dalla Procura napoletana, condannato in primo e secondo grado per bancarotta fraudolenta e per voto di scambio (su cui è intervenuta la prescrizione). Nespoli è uomo di Cosentino e di Cesaro, e Salvini - che vanta una lunga storia di odio e razzismo verso il Sud - ha raccolto le sue clientele politiche. Afragola è la prova lampante di come Salvini sia l’erede e, quel che è peggio, il garante della peggiore politica che ha regnato e spadroneggiato, insieme ai clan di camorra, al Sud negli ultimi decenni”. Saviano poi concludeva il suo post con una domanda: “Sarebbe questo l’impegno anticamorra del Ministro della Mala Vita?”


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PRIMO PIANO

L’ira di Salvini su Pina Castiello Il ministro non avrebbe gradito gli scivoloni mediatici nel corso della visita ad Afragola

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rima le parole di Saviano, poi le polemiche per la foto con Cristina Acri. A Salvini la visita ad Afragola non sarebbe piaciuta e l’avrebbe detto chiaro e tondo a Pina Castiello, colpevole di non avergli impedito ‘scivoloni’ mediatici nella sua città d’origine. Non ci sono reazioni ufficiali, ma di certo i cambiamenti nei vertici provinciali e regionali della Lega decisi dopo pochi giorni potrebbero essere un segnale di cambiamenti in atto. In particolare, spicca la nomina del nuovo responsabile regionale degli Enti locali, Biagio Sequino, già consigliere comunale di Calvizzato e segretario provinciale di Napoli del

carroccio. Sarà lui quindi a gestire le alleanze e le candidature nei 173 comuni campani al voto nella prossima primavera. A reggere, a interim, la segreteria provinciale sarà invece Gianluca Cantalamessa, deputato leghista. Vedremo se queste due nomine sono un ridimensionamento del peso di Castiello e Nespoli o se l’ex Senatore continuerà a mantenere ben saldo il controllo delle liste della Lega, come evidenziato da Report nelle scorse settimane e come anticipato anche da Cogito quando si preparavano le liste per le comunali ad Afragola.

L’ex senatore Nespoli, Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa a cena insieme prima delle politiche del 2018


12 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

CRONACA

Assemblea pubblica contro il racket

“Denunciare è anche conveniente”

Lo scorso 24 gennaio nei locali dell’Arancia blu di Afragola si è tenuta un’assemblea pubblica promossa da Libera e da Rete per la legalità: un inIN BREVE contro aperto alla cittadinanza per la condivisione di esperienze per arginare racket e usura, sviluppo del territorio e assegnazione dei beni confiscati. Una naturale prosecuzione della manifestazione promossa sabato 19 gennaio per le strade di Afragola. L’incontro, moderato dal referente Nco Giuliano Ciano, che ha condiviso con i partecipanti la nascita della Nuova Cooperativa Organizzata, richiamando l’acronimo della nuova camorra organizzata, ha portato a conoscenza del Festival dell’impegno civile attraverso la riproducibilità delle esperienze positive sui territori. Il presidente di Sos Impresa, Luigi Cuomo, ha spiegato che denunciare il racket e il pizzo - oltre a essere una liberazione- conviene per una serie di agevolazioni di cui potrà godere l’esercizio commerciale, ma anche il libero cittadino vittima di usura. Un’interessante disamina inoltre è stata presentata dal volontario di Libera, Peppe Delle Cave, sui beni confiscati di Afragola e i bandi del 2015 che dovevano provvedere alla loro assegnazione. Di questi per cavilli burocratici solo uno fu assegnato ed è proprio la Masseria Antonio Esposito Ferraioli, altri sono ancora indebitamente occupati dagli ex proprietari nell’incuria generale e con le difficoltà a mandarli via. Hanno preso poi la parola i referenti di Legambiente Afragola: Salvatore Iavarone ha dichiarato che si potrebbero attivare, senza nessuna difficoltà per la politica, qualora ce ne fosse la volontà, nuovi bandi per i beni non ancora assegnati e per altri nuovi beni confiscati aggiungendo che dissequestrare la Masseria potrebbe essere un’ operazione assolutamente risolvibile spiegando la situazione al Magistrato. L’argomento ha sortito agitazione della platea, alcuni a gran voce chiedevano “Ma l’Amministrazione dov’è?” “Da che parte sta?” “Le forze dell’ordine dove sono?” “E se intanto ci rubano i frutti dei nostri orti sociali con chi ce la dobbiamo prendere?” Ha poi continuato la presidente di Legambiente Afragola, Giusiana

di Angelica Argentiere

Chi denuncia gli estorsori ha a disposizione una serie di importanti agevolazioni. E in molti hanno chiesto di salvare la Masseria Ferraioli, esempio di vittoria della legalità

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Russo, con un intervento teso a sottolineare l’importanza dell’operato delle associazioni del territorio impegnate nelle Salicelle palesando la necessità di non considerare quel quartiere come un ghetto da evitare. Da lí il piano della discussione si è concentrata sulla Masseria: perdere questo bene vuol dire interrompere un grande riscatto partecipato del territorio, un simbolo di rinascita, crescita e liberazione. I presidenti delle associazioni, in riferimento all’articolo 34 dello Statuto comunale, si impegneranno in consiglio comunale affinchè Afragola non perda, in questa fase cosi delicata della sua storia, un grande baluardo di una città che vuole dire no alla camorra e ripartire per lo sviluppo del territorio dai beni confiscati

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13 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

CRONACA POLITICA

La Prefettura avrebbe chiesto l’invio di una Commissione d’accesso

Cardito a rischio scioglimento?

L

a Prefettura di Napoli avrebbe chiesto al Ministro degli interni di inviare una Commisione d’accesso al Comune di Cardito per verificare se ci sono stati o ci sono condizionamenti della camorra nelle attività dell’Amministrazione comunale. La notizia è arrivata a sorpresa nella politica carditese alle prese con i soliti scontri interni che accompagnano la consiliatura del sindaco Cirillo. E, anche tra le fila dell’opposizione, c’è chi pensa che sia forse esagerata la richiesta arrivata dalla Prefettura di Napoli anche se di certo non sono mancati gli esposti inviati a piazza del Plebiscito in questi ultimi anni. La notizia della richiesta dell’invio della Commissione d’accesso, anticipata dal quotidiano Cronache di Napoli, non è stata confermata, né smentita, come accade sempre in casi del genere, e ora si aspetta con ansia la decisione del Ministero degli interni, con la consapevolezza che l’arrivo della Commissione

didiAntonio Antonio Cerbone Trillicoso IN BREVE

Il comune carditese è l’unico dell’area a Nord di Napoli che non ha ancora conosciuto l’onta del commissariamento per condizionamento della camorra

d’accesso nella quasi totalità dei casi porta diritti alla richiesta

di scioglimento del Consiglio comunale e al conseguente com-

missariamento del Comune, come la storia degli ultimi venti anni ha dimostrato. L’area a Nord di Napoli, infatti, ha conosciuto diversi scioglimenti del Consiglio comunale per condizionamento della camorra e, tra i comuni seguiti da Cogito, solo Cardito non ha conosciuto quest’onta che ha già colpito Afragola, Casalnuovo, Frattamaggiore e Frattaminore, ma anche Caivano e Crispano che sono tuttora commissariate.


14 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

CRONACA

Giuseppe e i suoi fratelli ora sono figli di tutti, ma è troppo tardi C di Rocco Pezzullo

IN BREVE

La tragedia di Cardito è il finale di una storia fatta di disagio sociale e culturale

’è chi lascia dei fiori all’esterno dell’abitazione e chi invece corre a tentare la fortuna con i numeri del lotto sperando di interpretare nel modo giusto i fatti alla luce della cabala. A Cardito la comunità reagisce in diversi modi tentando di esorcizzare, forse anche attraverso questi gesti, tutta la rabbia e il profondo dispiacere che ha interrotto la serena monotonia di domenica

scorsa. Il sentore è che siano davvero tanti coloro che, ormai troppo tardi, cominciano ad avvertire la fastidiosa consapevolezza che si sarebbe potuto fare di più, che forse Giuseppe poteva essere sottratto alla follia del patrigno e allo stranissimo silenzio complice della madre. Tony Essobti è diventato, a buon ragione, l’indiscusso mostro in questa vicenda. Definito, nelle ultime ore e da molti, come “il diavolo di Cardito” siederà tra i banchi degli imputati, ovviamente da colpevole. Mentre il popolo dei social lo vorrebbe morto, in carcere dovrà probabilmente resistere a quegli atti di una “giustizia fai-da-te” che da sempre governa la vita dietro le sbarre, al peso di un morto innocente sulla coscienza e la consapevolezza di aver distrutto la vita di molte persone. Si fa fatica ad immaginare qualcosa di peggiore per lui, in questo momento. Per quanto riguarda la comunità che pure soffre con le vittime, sarà necessario ancora qualche giorno prima che sia in grado di ritornare alla normalità e si getti alle spalle anche questi tragici momenti. Tony Essobti sarà anche un mostro, dunque. Allo stesso modo potrebbe essere considerata la compagna, Valentina Caso, madre dei tre bambini coinvolti in questa tragedia, ma è giunto il momento che la comunità inizi ad interrogare se stessa, perché, come bene insegnano gli slogan condivisi durate la giornata della Memoria, vissuta proprio in quella maledetta domenica dell’omicidio del piccolo Giuseppe, “non accada mai più“. La famiglia da cui proviene Tony non ha certo vissuto un’esistenza serena. Cinque figli cresciuti senza padre (un marocchino, non “tunisino”, come molti riportano, di cui, negli ultimi anni, si sono perse le tracce) e una madre che ha dovuto lottare contro disagi e molteplici personali povertà. I servizi sociali hanno accompagnato la crescita, in particolare, dei figli più piccoli che, solo da qualche anno, sono tornati a vivere con la madre. La donna, originaria di Cardito si è trasferita nella vicina Crispano e solo qui ha trovato nell’accompagnamento dei servizi sociali e nella parrocchia, soprattutto nella persona del sacerdote Adriano Police, la più significativa occasione di riscatto. Chi l’ha conosciuta racconta di un importante percorso di crescita personale che le ha consentito di tornare a vivere con i suoi tre figli minori e cominciare a riscrivere una storia di vita, segnata a lungo da molteplici sofferenze. Tony è il figlio maggiore, sempre un po’ distante dalle dinamiche della sua famiglia che, nonostante tutto, riconosceva come un punto di riferimento a cui approdare in caso di necessità. Da circa un anno, tuttavia, da quando cioè ha iniziato la relazione con Valentina e ha scelto di convivere con lei, aveva lentamente tagliato i rapporti con i suoi familiari, a eccezione di qualche raro e breve incontro. Non è certo un caso se, in seguito all’omicidio, dopo aver vagato senza meta


15 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

CRONACA per qualche ora, si sia rivolto al fratello Rafael per chiedere aiuto e sia stato proprio quest’ultimo a contattare il 118 e a chiedere al fratello di costituirsi. Nessuno avrebbe potuto immaginare un epilogo del genere, eppure piccoli segni di allarme sembrano aver destato l’attenzione di coloro che vivevano a stretto contatto con il piccolo Giuseppe e i suoi due fratellini. Sembrerebbe, ma la notizia non è ancora confermata, che una tra le maestre del bambino abbia allertato, mesi fa, i servizi sociali del Comune di Cardito: aveva notato alcuni lividi sulle braccia e sul volto di Giuseppe. Sarebbe iniziato così, dopo questa presunta dichiarazione, il ping-pong delle responsabilità. Ma mancano ancora troppi elementi per ricostruire i fatti ed esprimere giudizi sulla vicenda. Certo, resta il sospetto che la madre del bambino abbia scelto più volte di coprire le barbarie del compagno e ancora inevasi sono gli interrogativi legati alle scelte recenti di Valentina. La donna, originaria di Massa Lubrense, in seguito al divorzio con il marito e padre dei suoi tre figli, era tornata a vivere

a casa dei suoi. Lì ha un lavoro che continuerà a svolgere anche quando, dopo aver conosciuto Tony, andrà a vivere a Cardito. Una scelta che, in realtà, si fa fatica a comprendere fino in fondo: perché Valentina ha scelto di trasferirsi con i suoi bambini, vincolandosi, tutte le mattine, ad affrontare un viaggio di almeno due ore per raggiungere il lavoro. Perché non ha scelto di restare nel suo paese d’origine, dal momento che era la sola nella coppia ad avere un lavoro e uno stipendio? Bisognerà attendere lo sviluppo delle indagini perché si possa lentamente ricostruire la verità del caso e dare forma alla giustizia. Ad oggi, ci resta tra le mani e nel cuore solo l’incolmabile vuoto lasciato dalla folle violenza di un uomo, dalla probabile connivenza della madre e, bisogna dirselo con onestà, dalla radicata indifferenza che serpeggia anche nei nostri territori, nei quali è semplice ipotizzare che fossero in tanti ad avere intuito che, in quella famiglia, qualcosa non andava per il verso giusto e altrettanti coloro che hanno deciso, comunque, di girarsi dall’altra parte. Giuseppe e i suoi fratelli ora sono diventati figli di tutti. Ma adesso è troppo tardi.

Una tragedia terribile per un letto rotto

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omenica 27 gennaio una tragedia familiare ha portato Cardito sui media nazionali. La storia è ormai nota. Un ventiquattrenne, domiciliato in via Marconi, nel centro storico della cittadina, ha ucciso, picchiandolo con pugni, calci e forse una mazza, il figlio della compagna, un bambino di 7 anni, e ha ferito gravemente la sorellina di 8 anni per ‘punirli’ perché avevano danneggiato il letto che aveva comprato da poco. Stavano saltando su quel letto come fanno tutti i bambini e lo avevano danneggiato. E questo ha scatenato la rabbia del giovane che aveva deciso di convivere con una donna di 30 anni che aveva 3 figli e un matrimonio difficile e fallito alle spalle. Le indagini sono ancora in corso per accertare eventuali responsabilità oltre a quelle del ventiquattrenne che è stato arrestato con l’accusa di omicidio e tentato omicidio. In particolare si sta valutando la posizione della madre del bambino perché, seppure gli inquirenti tendono a credere alla versione che non era presente al momento del pestaggio, si vuole accertare cosa abbia fatto quando s’è resa conto che il figlio era ormai privo di sensi sul divano di casa.


16 - Cogito

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POLITICA

La richiesta della Corte dei Conti a ex Sindaci e funzionari

“Restituite un milione e mezzo di euro” di Mimmo De Simone IN BREVE

Coinvolti gli ex primi cittadini di Caivano, Falco e Monopoli. Sono accusati di non aver fatto tutto quel che potevano per riscuotere gli affitti nel Parco Verde

U

n milione e mezzo di euro. Questa la somma che la Corte dei Conti ha intenzione di chiedere a ex amministratori e funzionari del Comune di Caivano per la mancata riscossione dei fitti degli appartamenti del quartiere Parco Verde. Una decisione che ha creato uno scossone non da poco e che per certi versi ha ridato vitalità all’addormentata politica caivanese che, dopo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione camorristica, aveva accusato un brutto colpo e quasi tutti leader e addetti ai

lavori avevo lasciato il campo. Dopo una lunga serie di indagini, la Corte dei Conti ha notificato una serie di “inviti a dedurre” a ex Sindaci, Segretari comunali e funzionari del Comune, in relazione alla mancata riscossione degli affitti nel Parco Verde. E il danno erariale derivante dalla mancata gestione per diversi anni dei canoni di locazione e delle indennità di 750 abitazioni popolari (anno 2009) e 34 locali commerciali (anni 2009-2013 presenti nel parco) ammonta a 1.500.000 euro. E tutto questo nonostante le numerose istanze di regolarizzazione delle posizioni inerenti alle occupazioni abusive degli appartamenti del Parco Verde. Indagati gli ex sindaci Antonio Falco (2010-2014) per 273.944,20 euro e Simone Monopoli (2015-2017) per 142.453,81 euro e 6 dirigenti, alcuni ancora in servizio: Raffaele Esposito, Stefano Lizzi, Raffaele Celiento, Giovanni Zampella, Gennaro Sirico e il segretario comunale Vittorio Ferrante. Le indagini sono state condotte dalla Tenenza dei carabinieri di Caivano su delega della Procura contabile. Per la Magistratura i destinatari dei provvedimenti sono responsabili a vario titolo di una cattiva gestione amministrativa e tecnica del patrimonio immobiliare, di non avere svolto un’adeguata azione di controllo e gestionale per contrastare il crescente fenomeno delle occupazioni abusive. Erano numerose le istanze di regolarizzazione delle posizioni

inerenti alle occupazioni abusive degli appartamenti del Parco Verde di Caivano che attendevano risposta ormai da tempo. Solo una richiesta è stata portata a termine, quella della sorella di un boss locale, Pasquale Fucito, la cui definizione è stata portata avanti con “estrema perizia e sollecitudine” si legge nel rapporto delle indagini dei magistrati contabili. Uno dei fatti eclatanti evidenziati per esempio che i responsabili comunali non si siano mai accorti che l’ente comune pagava 4.000 euro ogni due mesi per far funzionare gli ascensori e la luce delle scale degli stabili e senza accorgersi che c’erano allacciamenti alla corrente elettrica come pure quelli della rete idrica. Secondo i Giudici che hanno condotto le indagini tutte le occupazioni abusivi degli appartamenti presenti negli stabili del parco verde e gli allacciamenti erano gestiti direttamente dai clan senza che nessuno sia mai intervenuto. Solo il 20% dei residenti è in regola con le spettanze mensili. Unica azione concreta per risolvere il problema, per la verità annoso, fu la decisione di svendere le case a prezzi irrisori con muti ventennali. Ma fu un buco nell’acqua perché quasi nessuno aderì. La situazione del Parco verde continua a essere molto ingarbugliata anche per la presenza dei residenti ‘invisibili’, quelli che non pagano i tributi comunali perché pur essendo occupanti delle case non risultano da nessuna parte. È successo che molti degli originari assegnatari degli immobili, che avevano il diritto a un alloggio comunale, hanno ceduto ad altre persone la casa senza comunicarlo agli uffici comunali. Per questo, il più delle volte, gli elenchi dei morosi non corrispondono agli occupanti attuali degli immobili. In tutto questo ci sono gli interessi della criminalità organizzata. Il parco Verde di Caivano è una delle piazze per lo spaccio di droga più grande della provincia di Napoli, dove ‘confondere’ le acque serve a favorire i clan che hanno interessi economici sulla zona. L’indagine della Corte dei Conti e del magistrato Ferruccio Capalbo, coordinato dal procuratore Tommaso Cottone, è partita dopo il fallimento della società Igica, cui inizialmente era stato affidato il compito della riscossione dei crediti poi passato di nuovo al Comune. Degli otto indagati, solo l’ex sindaco Simone Monopoli ha parlato della questione sottolineando che porterà quello che è diventato ormai un ‘caso Caivano’ all’attenzione delle più alte cariche dello Stato.


17 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

Continua la vertenza Ottimax ad Afragola

ECONOMIA

Nessuna novità per i lavoratori

A

l di là di qualche dichiarazione e di qualche incontro ufficiale, non ci sono novità sostanziali nella vicenda Ottimax e irestano a rischio i lavoratori della sede di Afragola, costretti a scegliere tra il licenziamento e il trasferimento a Catania. Nei giorni scorsi la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan, è tornata a incontrare i lavoratori in agitazione e ha lanciato un appello al Ministro del lavoro: “Di Maio intervenga subito e fermi l’emorragia occupazionale in Campania”. “Ho incontrato i lavoratori della Ottimax di Afragola per manifestare la mia vicinanza e la mia solidarietà in questo momento di estrema difficoltà. Costretti a scegliere tra rinuncia al posto di lavoro e trasferimento a 500 KM di distan-

occupazionale nella nostra regione. Se poi il ministro Di Maio pensa che tutto possa risolversi con i sussidi di povertà, lo dica apertamente. Noi continueremo a batterci per il lavoro vero, quello a tempo indeterminato, e contro le scelte opportunistiche di aziende che sfruttano le opportunità che i territori offrono loro, per poi lasciare macerie e disperazione”. Al momento non si registrano novità dalla proprietà che ha anche partecipato a un incontro tenutosi in Consiglio regionale, come ha ricordato l’assessore regionale al lavoro, Sonia Palmeri: “È passata circa una settimana dall’incontro in Consiglio regionale. Noi c’eravamo e abbiamo chiesto a viva voce che l’azienda facesse marcia indietro sulla decisione di chiudere il sito. È inconcepibile trasferire i dipendenti a Catania! Chiediamo nuovamente all’amministratore delegato di vagliare ogni possibile strada al-

za, lasciando le proprie famiglie e la propria casa, stanno lottando per difendere il diritto al lavoro. Ritengo inaccettabile questa forma di ricatto occupazionale e per questo ho chiesto e continuerò a chiedere a tutte le Istituzioni di fare quadrato intorno a questi lavoratori” ha aggiunto precisando poi: “Attendo ancora la risposta alla mia interrogazione parlamentare rivolta al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, su quali iniziative intenda mettere in campo per scongiurare l’ennesimo scempio

ternativa. Come per Comdata di Pozzuoli e per altre vertenze aperte sui territori, le aziende, pur nel rispetto della loro libertà di iniziativa economica, debbono collaborare con le Istituzioni nell’affrontare le congiunture negative dei mercati”. “La Regione ha offerto la sua piena disponibilità a trovare una soluzione che sostenga l’occupazione del punto vendita Ottimax di Afragola mediando tra le due posizioni presenti al tavolo, quella dei rappresentati sindacali dei lavoratori

e quella dei vertici dell’azienda. La nostra priorità, come regione Campania, è impedire i licenziamenti e i trasferimenti a Catania. Per questo, assieme all’assessore al Lavoro Sonia Palmeri abbiamo chiesto ad azienda e sindacati di trovare, nel più rapido tempo possibile, una soluzione che salvaguardi l’occupazione, anche ricorrendo alle politiche attive del lavoro per scongiurare che 67 persone si ritrovino senza occupazione, o che venga loro offerta, come unica possibilità, quella di un trasferimento lontano da casa” ha detto invece Nicola Marrazzo, presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale della Campania, che ha convocato una seduta monotematica della Commissione da lui presieduta per discutere del caso Ottimax di Afragola. “La cosa sorprendente di questa vicenda è che l’azienda ha aperto solo tre anni fa e oggi ha deciso di chiudere i battenti. Ci sarà stato un errore di valutazione da parte dell’azienda, ma il nostro compito, adesso, è quello di chiarire la situazione e lavorare affinché il punto vendita resti aperto, garantendo un futuro più sereno ai lavoratori. Mi auguro che arrivino segnali positivi, come le assunzioni fatte due mesi fa. Ogni posto perso in regione Campania è una tragedia. Per questo abbiamo chiesto ai vertici aziendali di mettere in campo tutte le soluzioni possibili previste dal contratto collettivo nazionale prima di procedere con i licenziamenti. In questo modo si renderà meno dolorosa la situazione per 70 dipendenti” ha poi aggiunto Marrazzo. Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario cittadino del Pd di Afragola, Francesco Zanfardino, ricordando che “finora si sono attivati solo la

di Valerio Cerbone IN BREVE

La proprietà sembra ferma sulla decisione di offrire solo il trasferimento a Catania per i lavoratori in agitazione. Appello al ministro del lavoro, Di Maio: Salvi i posti di lavoro a rischio deputata Michela Rostan e la Commissione regionale guidata da Nicola Marrazzo. Ignorati gli appelli al ministro del lavoro, Luigi Di Maio, che pure è di questo territorio: forse i Parlamentari e governanti locali dovrebbero attivarsi per ricordarglielo (Pina Castiello, Iolanda Di Stasio e Vincenzo Spadafora), unitamente al Sindaco di Afragola, che tra l’altro è del settore? “Molti sono gli interrogativi da chiarire: che piano di investimento c’è stato se si chiude in appena tre anni? Perché appena 3 mesi fa si è proceduto a nuove assunzioni, se la situazione era critica? Ma, soprattutto, non è tollerabile un licenziamento mascherato, che lascia i lavoratori a piedi, senza ammortizzatori. La crisi è forte, impedire certe chiusure è quasi un miracolo e c’è da ragionare sul futuro di un’area commerciale enorme. Ma, se le Istituzioni non si muovono proprio, saremo sempre di più terra di nessuno, dove si può commettere qualsiasi sopruso. Persino mandare a casa lavoratori senza alcun peso” ha concluso Zanfardino.


18 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

CRONACA

A Frattamaggiore, la lettera pastorale di Monsignor Spinillo

“Per amore Sentinelle e Profeti”

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9 marzo 1994. Quattro colpi di arma da fuoco rompono il sacro silenzio nella casa di Dio, poco prima della messa del mattino. Casal di Principe e la parrocchia di San Nicola non hanno certo dimenticato quei tragici attimi di sconforto e paura. La camorra era potente, si era permessa finanche di “toccare” un prete. Nella lotta alle mafie don Peppe Diana era diventato un riferimento scomodo in quella comunità, nell’intera forania casalese, in tutta la diocesi di Aversa. Venticinque anni dopo la società civile e la Chiesa scelgono di amplificare l’unica eco capace di

tonio Del Prete, il giornalista di Avvenire, Antonio Maria Mira, e il parroco di San Sossio, monsignor Sossio Rossi. “La memoria di don Peppino Diana e del suo sacrificio” - afferma il vescovo nel suo intervento – “deve essere per noi tutti una rinnovata chiamata a superare le logiche di un vivere ancora rassegnato alla prepotenza e all’illegalità, e un più efficace incoraggiamento a sviluppare una vitale unità di azioni orientate al bene comune”. Rivolgendosi, in particolare, ai rappresentanti delle istituzioni civili il vescovo ricorda l’importanza, per la politica, di riscoprirsi profetica: “Sentinella è chi guarda la realtà e mette in guardia dai pericoli. Profeta è colui che, invece, diventa capace di annuncio. La politica ha bisogno di profezia, una profezia che dica qual è lo sviluppo vero del nostro essere cittadini e che sappia condurre ad una meta, verso la realizzazione di progetti concreti”. Non manca, in questa occasione, il ricordo di un altro martire innocente del nostro territorio, il cittadino carditese Lino Romano. Il vescovo ripercorre qualche momento vissuto nel giorno dei funerali del giovane - ucciso il 15 ottobre del 2012 a Marianella - e sottolinea la terribile rassegnazione al male che talvolta si manifesta anche in alcune affermazioni: “Una persona non viene uccisa perché era nel momento

coprire lo squallore di una violenza vigliacca e criminale: il suono di quei passi, che il giorno successivo al tragico evento hanno scelto di occupare le strade di Casal di Principe, e il grido di denuncia che da quel momento si è levato ancora più forte, sono diventati occasione di riscatto e risurrezione per i territori della provincia di Caserta e Napoli. Come in una staffetta la diocesi di Aversa sceglie di raccogliere il testimone raccolto dalle mani del suo sacerdote martire e di continuare a correre nella direzione in cui don Diana ha sempre tenuto fisso lo sguardo. È altamente significativo, dunque, che il vescovo Angelo Spinillo, venticinque anni dopo, abbia deciso di firmare una lettera pastorale dal titolo “Per amore Sentinelle e Profeti”, scaturita proprio dalla storia del sacerdote di Casale, dal suo assassinio e dalla ricchezza delle esperienze di bene e legalità fiorite grazie a “quel seme caduto in terra”. Spinillo ha presentato la lettera, sabato 26 gennaio, nell’aula consiliare del Comune di Frattamaggiore, in occasione dell’evento organizzato dalla Consulta della Pastorale Universitaria Diocesana al quale hanno preso parte molti cittadini, alcuni alunni del liceo scientifico “Miranda” e una folta rappresentanza delle istituzioni civili ed ecclesiali. Tra i relatori, oltre al vescovo, anche il sindaco frattese, Marco An-

sbagliato al posto sbagliato” – afferma mons. Spinillo - “Dobbiamo smettere di utilizzare certe espressioni, perché diffondono la credenza che queste cose accadono e non ci possiamo fare nulla, se non sperare di evitarle”. E il riferimento alla rassegnazione diffusa diventa motivo anche per ribadire con forza che “bisogna sconfiggere la cultura dell’illecito! Non possiamo permetterci di tollerare forme di bullismo e femminicidio, le pretese estorsive della malavita, il lavoro in nero e quella drammatica, sempre più ampia, diffusione di forme di piccola usura da marciapiede. Non possiamo rassegnarci, dobbiamo continuare a dire che così non va bene!”

di Rocco Pezzullo IN BREVE

Il Vescovo di Aversa ha scritto una lettera ai fedeli della Diocesi nel ricordo del 25° anniversario della morte di don Peppino Diana, avvenuta il 19 marzo 1994


19 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

CRONACA

E’ stato aperto lo spazio adiacente la ferrovia di Frattamaggiore

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Inaugurato il parcheggio, ma per ora resta vuoto

naugurato il parcheggio a ridosso della stazione ferroviaria di Frattamaggiore che si candida a diventare un punto di riferimento per i trasporti intermodali visto che, a breve, nello stesso parcheggio dovrebbe essere allocato anche un capolinea dei bus della Ctp. Il parcheggio, realizzato e gestito dalla Metropark, società di proprietà del Gruppo delle Ferrovie dello Stato, che si occupa dei parcheggi nelle aree di proprietà delle Ferrovie dello Stato, mette a disposizione degli utenti 138 posti auto, di cui 3 dedicati alle persone a ridotta mobilità e 4 alle auto elettriche con tanto di colonnina installata in collaborazione con Enel. L’ingresso è da piazza Crispino e tutta l’area è videosorvegliata. Sarà aperto tutti i giorni, dalle 6 del mattino all’una di notte, con tariffa oraria di 0,5 euro e giornaliera di 4 euro. L’abbonamento mensile sarà di 35 euro al mese, ridotto a 30 euro per i possessori di abbonamento ferroviario. Il piano tariffario è stato definito per favorire la sosta di scambio, soprattutto per i pendolari, e l’accesso alla stazione. Prevista anche la funzione di kiss&ride, con i primi 15 minuti di sosta gratuiti per chi accompagna o accoglie i viaggiatori in partenza e in arrivo. Per migliorare l’accesso al servizio è in corso lo sviluppo di soluzioni tecnologiche per la verifica in tempo reale della disponibilità del posto auto, tramite l’APP Metropark, e per la prenotazione e l’acquisto di biglietti integrati (treno + posto auto), attraverso la piattaforma NUGO. “La realizzazione del nuovo parcheggio della stazione di Frattamaggiore si inserisce fra gli obiettivi del Gruppo FS Italiane di miglioramento dell’accessibilità delle stazioni ferroviarie, anche attraverso infrastrutture e servizi per il potenziamento dello scambio modale. L’iniziativa, in coerenza con le attuali politiche di mobilità urbana sostenibile, contribuisce al trasferimento di quote di traffico dall’auto privata al trasporto collettivo e allo sviluppo di nuove forme di spostamento, tra cui quella condivisa ed elettrica. Metropark è la società del Gruppo FS Italiane specializzata nello sviluppo e nella gestione dei servizi di sosta e mobilità nelle aree ferroviarie, orienta-

di Pasquale Porzio IN BREVE

ta allo sviluppo e al miglioramento dell’accessibilità alle stazioni ferroviarie della rete nazionale” si legge nel comunicato diffuso dalle Ferrovie dello Stato dopo l’inaugurazione a cui ha preso parte anche il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, per il quale “il parcheggio offre un servizio essenziale ai cittadini, soprattutto a chi, quotidianamente, utilizza il treno

Il Sindaco ha ottenuto tariffe ridotte per i pendolari e costi comunque bassi, ma il servizio al momento resta inutilizzato e si creano i soliti ingorghi in piazza Crispino e via Vittorio Emanuele

come mezzo di trasporto e, oltre a contribuire alla riqualificazione di Piazza Crispino, rappresenta l’ennesimo tassello verso la realizzazione di quella Città che, insieme, ci siamo promessi di realizzare”. “Da frattese, ringrazio Metropark per averci consegnato quest’opera e per la sensibilità dimostrata nel modificare al ribasso le tariffe venendo incontro alle esigenze dei cittadini” ha aggiunto Del Prete, sottolineando poi: “Da Sindaco, invece, ringrazio tutti coloro che, quotidianamente, offrono il proprio contributo per rendere Frattamaggiore sempre più vivibile”. Sull’inaugurazione è intervenuto anche Pasquale Del Prete, capogruppo de I Democratici: “L’apertura di questo nuovo parcheggio è un’opera importante attuata dal Gruppo Ferrovie dello Stato, in collaborazione con i Comuni di Frattamaggiore e Grumo Nevano. Tuttavia sarà nostra iniziativa sollecitare l’RFI che purtroppo, nelle giornate di Domenica, ha ridotto inspiegabilmente i treni in partenza per Caserta e Napoli. Ciò non agevola la riduzione del traffico, poiché, se le corse tornassero ad essere le stesse previste per tutti i giorni, la gente potrebbe recarsi a Caserta o Napoli anche utilizzando il treno ed allo stesso tempo il comodo parcheggio. Noi democratici attueremo una comunicazione per sollecitare la Regione e la ferrovia affinché queste corse vengano ripristinate”. Nei primi giorni di apertura, però, il parcheggio è rimasto pressoché vuoto e a ridosso dell’arrivo e della partenza dei treni si continuano a creare ingorghi perché la gente preferisce fermarsi in piazza Crispino invece che approfittare della possibilità di parcheggiare, gratuitamente, per 15’. Speriamo che, in futuro, le cose vadano meglio e il parcheggio sia usato maggiormente.


20 - Cogito

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SOCIETA’

Primo bilancio per la Cassa di comunità

Un anno di solidarietà D

allo studio medico Humanitas di Frattamaggiore, gestito dai medici Luigi Costanzo, Luigi IN BREVE Del Prete e Franco Del Prete è nata l’esperienza del “ticket sospeso” che ha avuto grande risalto anche sui media nazionali. L’esperienza nasce con una lettera aperta dei tre medici ai loro assistiti: “Essere medici tra voi ci ha aiutati a crescere in umanità. Insieme abbiamo scoperto quanto la salute di ciascuno dipenda da comportamenti collettivi. L’egoismo folle di pochi, nell’indifferenza di molti ha disseminato mille insidie per la nostra vita quotidiana […] nella nostra esperienza ci siamo resi conto che spesso ai problemi di salute si aggiungono situazioni di disagio sociale ed economico: incontriamo persone che non acquistano farmaci o non fanno esami perché non hanno soldi e questo è inaccettabile per un medico e per una società civile.” Nella lettera poi si legge: “Come possiamo concretizzare il nostro essere comunità? Abbiamo pensato a costruire un fondo di Comunione. Come ben sapete non abbiamo mai voluto riscuotere nulla di ciò che ci è dovuto per legge per determinate prestazioni. Ora le raccoglieremo nella misura in cui voi lo riteniate opportuno. Dopo tale prestazione, chi vorrà, potrà dare un libero contributo che insieme sarà annotato in un registro per tenerne la contabilità e corrisponderemo ai bisogni più pressanti individuati, in forma anonima così da non ledere la dignità di nessuno”. Nel primo anno l’esperienza della cassa di comunità/ticket sospeso sono stati raccolti 3.898 euro e abbiamo utilizzato, per i nostri amici in difficoltà, 1.391 euro concretizzando “attraverso la cura e l’attenzione dell’uno per l’altro, il nostro essere comunità!” così come si legge dalla pagina ufficiale dello Studio Humanitas, i cui medici hanno ricevuto lo scorso dicembre anche il Premio Neola 2018 dalla Federazione Italiana di Medici di Medicina Generale di Napoli. “Un premio che condividiamo con tutti voi, nostri amici assistiti e sostenitori, che state concretizzando attraverso piccoli e grandi gesti di solidarietà e condivisione, il “prendersi cura l’uno dell’altro”, il nostro essere comunità! I 1500 euro ricevuti verranno interamente versati nella Cassa di Comunità. Sincera gratitudine ai

di Angelica Argentiere

La federazione dei medici di famiglia ha premiato l’esperienza dei medici di base frattesi che hanno costituito un fondo per aiutare le persone che non hanno i soldi per esami e medicine

colleghi della FIMMG per l’inaspettato riconoscimento e per le bellissime parole di apprezzamento che hanno avuto nei nostri confronti” hanno detto i medici dello Studio Humanitas, commentando il premio ricevuto. Ma come mai altri medici non prendono a esempio questo modello? La riproducibilità dei modelli virtuosi permetterebbe una crescita della società civile in questi tempi storici davvero bui per le comunità italiane. Una risposta abbiamo provato a chiederla a uno dei medici dello studio Humanitas, Luigi Costanzo: “Siamo fiduciosi che il premio Neola della FIMMG sia un atto di riconoscimento importante dato dai colleghi che vogliono sottolineare queste esperienze per portarle alla conoscenza della federazione. È stato per noi motivo di soddisfazione perché quando i tuoi colleghi riconoscono un’iniziativa degna di essere raccontata e ci fa ben sperare che possa essere riprodotta presso altri studi, anche perché teniamo a ribadire che non è un gesto di elemosina ma è rendere partecipe la comunità, una piccola comunità di 5.000 persone con 3 medici massimalisti. Attraverso questi piccoli gesti rendiamo libere le persone attraverso un atto di solidarietà, partecipano attraverso la condivisione di quello che possono dare per la cassa di comunità e non si sentono poi obbligati a rendicontare al proprio medico curante una prestazione data gratuitamente”. Costanzo ha poi aggiunto: “La raccolta avviene in due modi: una attraverso prestazione per cui non riscuotiamo nulla e chi vuole, nella misura in cui vuole, può contribuire alla cassa di comunità o attraverso libere donazioni. Infatti qualcuno ha contestato: “non potevate comunque riscuotere le prestazione e nel silenzio agire in questo modo? In realtà no, perché l’obiettivo è un altro: non è la mera assistenza della corrispondenza a un bisogno ma rendere partecipe la comunità alla cura l’uno dell’altro attraverso gesti di solidarietà, tanto da creare un meccanismo di non abusare e approfittare della situazione riportando resti. E anche nella scelta dei “beneficiari” di questa cassa di comunità, il medico di base entra nelle case delle persone ed è a piena conoscenza non solo della salute dei propri assistiti ma anche del loro eventuale disagio sociale”.


21 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

RELIGIONE

C

Casalnuovo e Cardito in festa per San Biagio

hi a Casalnuovo non ricorda i festeggiamenti che ogni anno avvengono in onore del tanto amato Santo patrono del paese? San Giacomo, protettore della gola, tanto amato a Casalnuovo è celebrato e onorato in paese con una serie di appuntamenti liturgici in suo onore che si sono svolti per l’intero weekend. Come da tradizione la statua del Santo è stata portata in processione per le vie del paese la domenica precedente al 3 febbraio, infatti domenica 27 gennaio, le campane hanno annunciato a tutti l’inizio della festa insieme allo sparo dei fuochi d’artificio. La Santa messa, celebrata dal parroco don Giuseppe Ravo è stata allietata dal coro di madre Clelia e la processione è partita dalla chiesa di San Giacomo alle 10.30 per percorrere le varie vie del paese. L’affluenza numerosa e gioiosa del popolo casalnuovese ha confermato la grande devozione che si nutre per il Santo che, immancabilmente, non ha fatto mancare il suo “segno”... “San Bias, o sol pe case”....infatti il cielo era terso e sereno! Gli appuntamenti sono continuati anche questo fine settimana. A partire da venerdì 1 febbraio alle 18:30 con la Santa Messa celebrata da don Pasquale Incoronato, direttore della Pastorale giovanile della Diocesi di Napoli. per proseguire poi sabato 2 febbraio, sempre alle 18.30, con la Santa Messa celebrata da don Luigi Terracciano e domenica 3 con una serie di messe celebrate a partire dalle 7.30 (da don Giacomo Equestre), per poi proseguire durante la mattinata alle 10.15 (celebrata da da don Marco Liardo) e alle 12.00 (celebrata da don Giuseppe Ravo). Nel pomeriggio sarà celebrata la Santa Messa alle 18:30 da monsignor Giovanni Rinaldi, vescovo emerito della Diocesi di Acerra. Il culto di San Giacomo vive fervente a Casalnuovo già dal 1400, grazie al barone Angelo Como, fondatore del paese e devoto al Santo. Medico e vescovo di Sebaste in Armenia, San Biagio fu vittima del martirio durante le persecuzioni cristiane e non rinnegò mai la sua fede fino alla morte, cruenta e dolorosa. Si narra che San Biagio salvò la vita a un bambino che aveva una lisca conficcata in gola, infatti è ricordato come protettore della gola. Anche Cardito celebra il Santo con una serie di celebrazioni liturgiche. Anche se, al momento, il tutto è in forse dopo la morte di Giusppe, il bimbo ucciso dal compagno della mamma. Il programma prevede l’inizio a partire dal 31 gennaio con lo sparo dei fuochi d’artificio e il Triduo in onore del Santo per proseguire con una santa messa alle ore 18.30 con la benedizione dei pani e il 3 febbraio con i fuochi mattutini alle 7.00 e diverse messe alle 7, 13.00, 16.00,​ 17.00 e 20.30. Alle 19.00 è prevista la solenne celebrazione eucaristica in onore del Santo. Tra devozione, tradizione e storia questi appuntamenti sono immancabili e rinnovano ogni anno una fede salda e forte e una tradizione antica ma sempre attuale. Un filo sottile lega Casalnuovo e Cardito in questi appuntamenti che coinvolgono anziani e giovani in un perpetuarsi e al contempo rinnovarsi delle tradizioni, degli usi e delle devozioni del luogo.

di Marina Greco* IN BREVE

Si rinnova la tradizionale celebrazione del Santo della gola, ma ci sono dubbi a Cardito dopo la morte di Giuseppe, ucciso dal compagno della madre

Ultim’ora - Afragola -

E’ morto don Raffaele Tuccillo

M

entre andiamo in stampa, arriva la notizia della morte, a 96 anni, di don Raffaele Tuccillo, decano dei preti afragolesi e responsabile della Chiesa del cimitero e della Chiesetta di via Milano. I funerali del religioso, in forma solenne, si sono tenuti ieri, venerdì 1 febbraio, nella Chiesa di Santa Maria d’Ajello.

* Marina Greco è anche l’autrice dell’articolo dedicato alla Biblioteca Giacomo Leopardi pubblicato nel numero scorso. La firma era saltata per un mero errore


22 - Cogito

Anno XXVI - numero 428 - sabato 2 Febbraio 2019

RELIGIONE

Cambio a Sant’Eufemia U

na comunità in piazza per il saluto a don Vincenzo Marfisa, prete della Parrocchia di San Giuseppe e IN BREVE Sant’Eufemia di Carditello che ha consolidato una comunità territoriale attraverso le attività del centro parrocchiale. Quattro ore di emozioni che hanno riversato in piazza Giovanni XXIII l’intera comunità nel ripercorrere l’esperienza ventennale di don Vincenzo e del suo operato per la comunità intera e di come ha avvicinato e coinvolto nelle attività pastorali i ragazzi che avevano come unico punto di aggregazione la strada e ricevere dalla comunità un grande in bocca al lupo per il suo nuovo cammino presso la Parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Giugliano lasciando il testimone al nuovo parroco, don Fabio Ruggiero. Riportiamo le emozioni di Dionisio Margherita, in foto con don Vincenzo:“Il nostro primo incontro fu nel 2000, durante la veglia notturna che la famiglia organizzò per la nonna. Mi ritrovai davanti un giovane ragazzo con le schiocche rosse che mi trasmise oltre che a tanta sicurezza, una serenità ed una tranquillità, che, in una notte del genere, erano quasi impensabili. Ricordo ancora le parole: Dionisio, la nonna è in un posto migliore, e se vuoi davvero onorarla, devi continuare la tua vita onorando la sua memoria e le sue azioni. Ma tu ci vai in chiesa Dionisio? La mia risposta fu: no Don Vincenzo, non ho mai tempo, tra scuola compiti, calcetto e amicizie non riesco mai ad andarci.(lui capì che mentivo e che non avevo alcun interesse s motivo per andarci) . Ecco la sua risposta, che con modi garbati e delicatezza, ha cambiato per sempre la mia vita. Girandosi intorno infatti buttò l’occhio su un vaso con dei fiori che aveva delle grandi pietre al suo interno: “Dionisio, immagina la tua vita come questo vaso, riempilo con delle grosse pietre, le cose più importanti della tua vita: la famiglia, gli amici, la fidanzata, pietre belle grandi che riempiono la tua vita e che non lasciano spazio per entrare a nient’ altro giusto!Credi possa entrarci altro nella tua vita? Io risposi di no. Lui con dolcezza mi disse: “e perché non mettere pietre più piccole che vadano a colmare i vuoti? La scuola, il calcetto lo studio? Adesso sì che la tua vita è completa vero?” Io risposi di si, e subito lui: “Dionisio, e se ti dicessi che prendendo un po’ di sabbia puoi ancora colmare piccoli spazi? Le uscite, le serate, il cinema il teatro, insomma adesso è davvero tutto non trovi?” Certo don Vincenzo, che altro? tanto alla fine pure nel vaso non c’ entra niente più. Ecco Dionisio, qua ti volevo: “se tu prendessi un bicchiere d’acqua e lo riversassi in quel vaso,vedresti che L acqua riuscirebbe ad infiltrarsi dove le rocce, le pietre e la sabbia non sono arrivate: ecco, fa’ che Dio diventi la tua acqua, ma poi, nel tempo e con la consapevolezza ,fa’ che Dio diventi la tua roccia, così come la tua famiglia, i tuoi amici e la tua fidanzata [..]Tu per me e per un intera comunità hai rappresentato proprio la luce in fondo ad un tunnel da cui tutti finalmente siamo usciti”

di Angelica Argentiere

Don Vincenzo Marfisa ha lasciato la guida della Parrocchia a don Fabio Ruggiero


23 - Cogito

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CALCIO

La Frattese tiene lontano il Giugliano

N

el Girone A di Eccellenza la Frattese pareggia il big match contro il Giugliano, mantenendo invariati i sei punti di distacco dai gialloblù. I nerostellati, protagonisti indiscussi del campionato, guidano la classifica a quota 49 punti, tenendo a debita distanza la squadra di De Stefano, l’inseguitrice più temuta. Infatti il Giugliano, seconda forza del girone, avrà a disposizione altre dieci gare, in cui dovrà dare il tutto per tutto e sperare in qualche passo falso dei ragazzi di Ciaramella che, però, hanno dimostrato di meritare la testa della classifica e di essere concentrati sulla vittoria finale. Oltre a far valere la “legge dello Ianniello”, secondo cui la Frattese non perde mai in casa, quest’anno la compagine del presidente Rocco D’Errico è inarrestabile anche lontana dalle mura amiche. Nell’ultimo match esterno, infatti, i nerostellati avevano affrontato l’Aversa Normanna, sconfitta in scioltezza per 0-4. La gara, valevole per la diciannovesima partita di campionato, aveva dato un’ulteriore prova di quanto sia solida e prolifica la squadra di mister Ciaramella che, in virtù dell’imminente scontro al vertice con il Giugliano, aveva dato minutaggio a chi, fino a quel momento, aveva giocato poco. La profondità della rosa non ha fatto rimpiangere gli assenti “di lusso” come Costanzo, Catavere, Leone e Sparano. Tuttavia era presente il bomber Orazio Grezio, capocannoniere del girone con 15 reti, che ha sbloccato la partita dagli undici metri al 17’, portando i nerostellati in vantaggio al “Comunale” di Lusciano, invaso dai tifosi ospiti. Reduce dal poker rifilato in trasferta nella gara precedente, la Frattese è arrivata carica e con lo spirito giusto alla partita di cartello del girone. La 20° giornata di Eccellenza è stata soprattutto Frattese - Giugliano e le due squadre non hanno deluso le aspettative, in campo e sugli spalti. Difatti il “Pasquale Ianniello”, in occasione di questa partita, ha registrato il tutto esaurito, sfondando il tetto dei mille spettatori, tra tifosi ospiti e locali. Tornando al campo le

due squadre si sono date battaglia sin dal fischio d’inizio, anche se, essendo la posta in palio troppo alta, la partita è stata tesa, maschia e giocata sul filo dell’equilibrio. Una vera e propria partita “a scacchi” quella tra Ciaramella e De Stefano, due mister esperti che hanno preparato meticolosamente la gara. Le squadre non si sono sbilanciate molto e solo nel secondo tempo si sono allungate, lasciando spazio a ripartenze e azioni pericolose, come la traversa colpita da Manzo, subentrato, nelle ultime battute di gioco, che stava regalando al Giugliano tre punti preziosissimi per riaprire il campionato e renderlo ancora più avvincente. Con questo pareggio a reti bianche i gialloblù non sono riusciti ad espugnare lo “Ianniello” e ridurre il gap con la Frattese capolista. Nello stesso girone, l’Afragolese di mister Masecchia vince e convince, scalando settimana dopo settimana la classifica a suon di vittorie. Negli ultimi due match, infatti, i rossoblù hanno ottenuto sei punti sui sei disponibili contro l’Albanova in casa e contro il Gladiator al “Piccirillo”, stadio ostico. Nell’incontro casalingo la squadra di Masecchia va inaspettatamente sotto al 21’ quando Signorelli sblocca la partita e porta gli ospiti in vantaggio. A cinque minuti dalla fine del primo tempo Domenico Maggio, bomber rossoblù, rimette in partita i padroni di casa con un pallonetto dagli undici metri che spiazza Di Mauro. Il secondo tempo, firmato Afragolese, vede il predominio territoriale dei padroni di casa che, dopo diversi tentativi, trovano il vantaggio con Maggio, ancora in goal di testa al 63’. Servito splendidamente da Panico, il numero 9 rossoblù sigla una doppietta risolutrice, che permette ai locali di ottenere i tre punti ed al centroavanti di salire a quota 9 goal stagionali. Nell’ultima gara di campionato contro il Gladiator Follera, pescato da un ottimo cross di Marzullo, sblocca, di testa, al 60’ un match equilibratissimo e regala tre punti fondamentali all’Afragolese, che sbanca il “Piccirillo” e si porta al terzo posto a 40 punti. Ora il Giugliano secondo dista solo tre

lunghezze e la squadra di Masecchia, reduce da due vittorie consecutive, non ha intenzione di fermarsi. La zona play-off è ampiamente raggiunta, ma bisogna vincere più partite possibili per continuare a credere nella vittoria del campionato, finché l’aritmetica non condannerà i rossoblù all’estenuante percorso dei play-off. In Promozione il Casalnuovo Calcio è in piena zona play-off con 36 punti ed è consapevole di dover continuare su questa strada per ottenere altri risultati positivi e sperare nella promozione. L’inarrestabile ruolino del Marcianise (50 punti in 20 partite) non lascia speranze di promozione diretta a nessuna squadra, ma la lotta per gli spareggi è serrata e il Casalnuovo dovrà difendere questa privilegiata posizione di classifica. Dopo la pesante sconfitta esterna per 2-0 contro il Teano Calcio 1939, con i goal di Moronese al 37’ e Pitocchi all’85’, i ragazzi di Marotta hanno reagito benissimo nell’ultimo match interno contro il Villa Literno, diretta concorrente, ottenendo una vittoria rocambolesca per 3-2. Ad aprire le danze per i locali ci pensa il solito Giovanni Romano al 32’, che sigla il suo tredicesimo goal stagionale, ma risponde per gli ospite Insigne dopo soli quattro minuti. Nel secondo tempo succede tutto nell’ultimo quarto d’ora: Liccardi per il Casalnuovo segna il nuovo vantaggio al 77’, ma Guadagno all’80’ riporta il match in parità. Sarà ancora Liccardi cinque minuti dopo a timbrare il cartellino, chiudere la partita sul definitivo 3-2 e regalare una vittoria sofferta ai padroni di casa, che staccano in classifica proprio il Villa Literno. In Prima Categoria il Cardito Calcio è scivolato in sesta posizione a quota 27 punti, tenendosi fuori dalla zona play-off. La sconfitta in trasferta contro la Boys Pianurese, anch’essa coinvolta nella lotta per la partecipazione ai play-off, ha chiuso il girone d’andata nel peggiore dei modi, interrompendo anche la striscia di 7 risultati utili consecutivi conseguita dai gialloblù. Infatti lo squillo di Malasomma al 28’ non basta: dopo essere andati in vantaggio, gli ospiti si fanno

di di Antonio Cerbone Pasquale Porzio

IN BREVE

I nerostellati pareggiano con l’avversaria più forte per la vittoria del campionato. Risale l’Afragolese. E, in Promozione, il Casalnuovo tiene ben salda l’area play off rimontare dalla Pianurese. Petillo su punizione al 64’ e Polverino subito dopo ribaltano il match, che termina 2-1 nell’indignazione più totale degli ospiti per l’arbitraggio. Contro il Quarto Calcio, altro scontro al vertice, i ragazzi di Dello Margio non sono andati oltre il pareggio al “Papa”, perdendo l’occasione di balzare in classifica. In due gare decisive, dove il Cardito Calcio era chiamato ad ottenere più punti possibili, ha raccolto solo un punto sui sei disponibili, arrestando rovinosamente la cavalcata verso la promozione. La Real Frattaminore sembra esser rinata grazie all’avvento in panchina di mister Alfonso Valente. Infatti la compagine dei Miscino è a quota 23 punti, score rassicurante che la proietta in piena zona salvezza, poiché i play-out distano ben 5 punti. Infatti nel match esterno contro la Virtus Afragola Soccer la Real Frattaminore ha calato il poker, aggiudicandosi uno scontro diretto delicato. Pezzella e Ciocia nel primo tempo, Arena e Gollino nel secondo chiudono la pratica contro la Virtus, che trova il goal della bandiera grazie ad un autogoal dello stesso Arena. Nell’ultima gara, invece, la Real Frattaminore si è dovuta inginocchiare in casa dinanzi alla grande prestazione dell’Interpianurese, che si è imposta per 2-4. Le doppiette di Guarino e Zaccaro piegano i padroni di casa, che tentano più volte la rimonta con Ciocia, autore della doppietta. La Virtus Afragola Soccer è a 15 punti ed a -3 dalla Loggetta, ultima squadra non inclusa nella zona play-off. Nell’ultima gara ha riposato.


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