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L’EDITORIALE ‹‹

I “NOSTRI” PARLAMENTARI E LA SFIDA DA VINCERE PER RIDARE SENSO ALLA FESTA DEL 1 MAGGIO Tra pochi giorni sarà il Primo maggio, giorno in cui, dal 1882, si ricordano le battaglie per la conquista dei diritti dei lavoratori tra cui quella per le otto ore lavorative, conquistate al grido di “Otto ore per lavorare, otto ore per dormire e otto ore per vivere”. Ma ha ancora senso celebrare questa giornata, considerando la particolare situazione che sta vivendo il mercato del lavoro? Ha ancora senso celebrare conquiste che ora, invece, si stanno perdendo? La domanda acquisisce un valore ancor maggiore se fatta nell’area a Nord di Napoli dove il lavoro, soprattutto quello corredato di tutti i diritti dei lavoratori, è ormai un miraggio. Le speranze di trovare un lavoro nella provincia settentrionale di Napoli sono davvero poche e poche sono anche le speranze che qualcosa cambi a breve. Anche perché sembra che non ci siano la voglia o forse la capacità di sfruttare quelle rare opportunità che vengono offerte. Nonostante le promesse e le premesse, per esempio, la stazione dell’alta velocità continua a non essere ancora al centro delle discussioni e delle programmazioni per i prossimi anni. Eppure quella stazione potrebbe e dovrebbe essere il centro intorno al quale costruire una nuova speranza per l’area a Nord di Napoli. Area a Nord di Napoli che, come abbiamo ricordato, nell’ultimo numero potrà contare nei prossimi anni su una grandissima opportunità perché le aree industriali di Caivano e Frattamaggiore rientrano in quelle che la Regione ha inserito nell’elenco delle zone economiche speciali. Come abbiamo spiegato nel numero scorso, rientrare in quell’elenco significa avere a disposizione enormi vantaggi per avviare un’impresa o potenziare quelle esistenti. E allora perché non rilanciare l’area a Nord di Napoli puntando su questa grande opportunità, approfittando della stazione dell’alta velocità? Al fianco di queste due grandi opportunità, poi, si potrebbe pensare a tanti piccoli circoli virtuosi sfruttando alcune potenzialità inespresse da anni, come quella del turismo religioso che, seppur in calo, rappresenta sempre uno dei principali motivi di viaggio in Italia e nel Mondo. Possibile che l’area a Nord di Napoli che ha dato i natali a decine di uomini e donne ricordati come Santi o Beati dalla Chiesa cattolica non possa “sfruttare” tutto questo per creare un’economia sana? Ulteriori

possibilità potrebbero arrivare dalla vicinanza con Napoli che potrebbe favorire la nascita di bed&breakfast e case vacanza visto che ormai l’offerta nel capoluogo non riesce a soddisfare le richieste. All’estero, a Parigi, Londra e in altre capitali europee, non è impensabile prendere un alloggio a distanza di una ventina di minuti dal centro e allora perché città servite dal treno come Casoria e, soprattutto, Frattamaggiore non potrebbero offrire alloggi a turisti che non riescono a trovare ospitalità a Napoli? Senza dimenticare che la vocazione by might che da qualche anno sta riscoprendo Frattamaggiore potrebbe essere una valida alleata per far crescere questo business su cui qualche coraggioso ha già investito ottenendo anche risultati soddisfacenti. Per poter sfruttare al meglio le tante potenzialità che ancora ci sono nell’area a Nord di Napoli, però, è necessario che si cambi davvero registro e che si cominci a fare sul serio avviando una collaborazione che veda insieme Amministrazioni comunali, Città metropolitana, Regione e Governo perché solo in questo modo si riuscirà a pensare a qualcosa che punti allo sviluppo coordinato e si riusciranno a superare quegli ostacoli derivanti dalla burocrazia e dalle competenze che tante volte hanno rallentato o bloccato iniziative che avrebbero potuto o hanno portato cambiamenti positivi nelle nostre città. Le condizioni che ci sono in questi anni sono irripetibili perché abbiamo una stazione dell’alta velocità che, per ora porta passeggeri, ma potrebbe portare anche merci. E abbiamo la possibilità di attrarre investitori grazie alla zona economica speciale riconosciuta alle aree industriali di Caivano e Frattamaggiore. Su questi due capisaldi bisognerebbe cominciare a costruire un nuovo futuro per l’area a Nord di Napoli, approfittando magari di un altra coincidenza storica per questi territori: la presenza di ben quattro parlamentari: Pina Castiello, Iolanda Di Stasio, Vincenzo Spadafora e Connie Giordano. A loro si possono aggiungere poi il casoriano Gennaro Migliore e il pomiglianese Luigi Di Maio. Tocca a loro il compito di prendere in mano le redini e avviare un confronto proficuo tra tutti gli attori istituzionali e le associazioni di categoria. E’ una sfida importante per loro e per noi, sapranno coglierla e vincerla?

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Direttore Antonio Iazzetta Vice direttore Antonio Trillicoso

QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

Redazione: Via S.Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it

Collaboratori Angelica Argentiere, Antonio Boccellino, Antonio Cerbone, Valerio Cerbone, Angela Finestra, Pasquale Porzio, Antonio Fioretto, Carmela Garofalo, Simona Granato, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Floriana Stile, Teresa Turino, Linda Scuotto, Giuseppe Eboli.

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Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357 Cogito • 3


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›› PRIMO PIANO

Arriva l’ennesima prescrizione

NESSUN CONDANNATO I processi sono durati troppo e i protagonisti dell’abuso edilizio casalnuovese sono salvi. Nessun colpevole per i 74 palazzi abusivi costruiti nel 2007 e poi abbattuti dallo Stato di Angelica Argentiere

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distanza di pochi giorni dalla scarcerazione dei fratelli Pellini, condannati per aver avvelenato i terreni dell’area acerrana e liberati dopo pochi mesi di carcere per essere avviati a percorsi di recupero, arriva un’altra mazzata alla fiducia nella Giustizia e nella legalità.

Questa volta, ad approfittare delle maglie larghe della Giustizia italiana, sono stati i costruttori del quartiere abusivo che, nel 2007, portarono Casalnuovo all’attenzione nazionale e internazionale e indusse il Ministero degli interni a proporre lo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamento

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PRIMO PIANO‹ della camorra. In quei mesi, furono costruiri 74 palazzi su suoli agricoli delle frazioni di Casarea e Tavernanova nell’indifferenza generale. A quell’abuso senza precedenti seguì poi un’inchiesta e furono avviati i processi, ma ora, come ha ricordato Pino Neri de Il Mattino, i reati addebitati ai colpevoli sono stati tutti prescritti: non andranno in prigione. Il processo è stato troppo lungo ed è sopraggiunta la cancellazione della pena come si legge nella sentenza della Corte d’Appello di Napoli emessa lo scorso 25 gennaio. Una sentenza passata in sordina, ma confermata dagli avvocati dei condannati in primo grado e da quelli che assistevano coloro che si sono costituiti parte civile. Il tribunale di secondo grado ha deciso la prescrizione di tutti i reati individuati nell’ambito dello scandalo edilizio. Reati che, nel 2010, avevano portato a condanne pesanti per Domenico Pelliccia, costruttore, fratello di Mario, indagato per la recente morte sul lavoro di un operaio, e cognato dell’ex boss di Casalnuovo, Pasquale Iorio Raccioppoli, trucidato a colpi di mitra nel 2009; per lui i giudici avevano emesso una condanna a nove anni. Tra i condannati, a cinque anni, anche Giovanni Raduazzo, ingegnere e tecnico di fiducia di Pelliccia; Vincenzo Perdono, costruttore e figlio dell’ex consigliere comunale, Ciro, di Forza Italia, protagonista della costruzione di diversi parchi. Le condanne sono state confermate il 25 gennaio dalla Corte d’Appello di Napoli, ma la stessa Corte ha stabilito che i condannati non andranno in carcere per sopraggiunta prescrizione. “Non sappiamo nemmeno se potremo ottenere i risarcimenti visto che i condannati i cui reati sono stati prescritti risultano nullatenenti” ha detto a Il Mattino, Cristina Riccardi, uno dei legali di parte civile. Resta ancora in piedi il processo a carico di Vincenzo Marra, dirigente del Comune di Casalnuovo e all’epoca dei fatti accusato di aver fatto sparire dai cassetti del Comune 300 pratiche di condono edilizio che, per gli inquirenti, erano la prova dell’abuso edilizio commesso. Ma anche per lui, condannato in primo grado, la prescrizione è dietro l’angolo visto che la data in cui discutere del processo d’appello non è stata neanche fissata al momento di andare in stampa. “Il colpo di spugna della prescrizione sulle condanne dei responsabili della costruzione di un intero quartiere abusivo a Casalnuo-

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vo è un'offesa per uno Stato di diritto e anche un invito agli speculatori e agli abusivisti a non fermarsi. Nessuno pagherà per questo disastro e anzi i colpevoli potrebbero pure chiedere di essere risarciti. Il mondo al contrario”. Lo ha detto il consigliere regionale della Campania dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “gli unici a perdere, in questa vicenda, sono i cittadini per bene che, ancora una volta, vedono persone che hanno devastato un territorio e violato le leggi, scampare alla giusta condanna che gli era stata inflitta”. Borrelli ha chiesto al nuovo Parlamento “di approvare leggi che allunghino i tempi di prescrizione per reati particolarmente sentiti dall'opinione pubblica, in attesa di una riforma della Giustizia che permetta di ridurre i tempi per avere un giudizio”. “Con queste prescrizioni abbiamo l'ennesima prova che la Magistratura italiana non funziona” ha aggiunto l'ex dirigente della Regione Campania, Bartolomeo Sciannimanica, ricordando che “quando la Regione propose le demolizioni, la Magistratura si opponeva dicendo che non c'erano soldi, ma noi riuscimmo a trovare 50 milioni di euro inutilizzati presso la Cassa depositi e prestiti”. “La mancata condanna dei responsabili è grave anche perché stiamo vivendo una stagione in cui c'è poca attenzione verso l'abusivismo edilizio che, solo la crisi economica di questi anni, ha rallentato”, ha continuato Sciannimanica, sottolineando che “appena cominceranno a circolare più soldi, l'abusivismo riprenderà”.

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›› POLITICA

Continuano le trattative tra i partiti ad Afragola

IL CENTRODESTRA CERCA DI UNIRSI Si cerca un accordo per presentarsi insieme alle prossime elezioni comunali, ma Nespoli divide. Nel centrosinistra il sindaco uscente, Mimmo Tuccillo, cerca di allargare l’alleanza intorno al Pd di Antonio Ciaramella

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ancano ancora poche settimane alla presentazione delle liste per le elezioni comunali del prossimo giugno e ancora non c’è certezza sui nomi e sulle alleanze che si ritroveranno gli afragolesi sulle schede elettorali. L’unica certezza resta, al momento, la candidatura del sindaco uscente, Mimmo Tuccillo, che ha annunciato la sua scelta nel corso di uno dei Consigli comunali più difficili del suo mandato, quello in cui è stato eletto presidente del Consiglio comunale un rappresentante dell’opposizione, Antonio Pannone; un’elezione che, nei fatti, ha certificato la fine dell’accordo in maggioranza. A sostenere Tuccillo dovrebbe essere una coalizione di centrosinistra costruita intorno al Pd. Con i democratici prevista la presenza di diverse liste civiche, tra cui una messa in piedi da Gennaro Giustino che sembra aver abbandonato le velleità di candidatura a Sindaco. Anche se non si può escludere del tutto una sua discesa in campo da candidato a primo cittadino. Sempre nell’alveo del centrosinistra, continuano anche le

trattative nella coalizione che ruota intorno ai fuoriusciti del Pd: Concas, Affinito, Montefusco e Iavarone. Una coalizione a cui si stanno avvicinando anche alcune liste civiche. Sulla scelta del candidato Sindaco non ci sono ancora nomi certi, anche se quello più accreditato continua a essere quello di Salvatore Iavarone, assessore all’ambiente nella prima parte della consiliatura di Tuccillo. Le trattative più “calde” sono quelle nell’ambito del centrodestra dove, al momento, non si riesce ancora a trovare un’intesa che faccia superare le divisioni che potrebbero portare alla presentazione di due coalizioni, una che ha nell’ex sindaco e senatore Nespoli il deus ex machina e un’altra che, invece, tenta di costruire un centrodestra alternativo. I nomi che circolano nei due centrodestra sono sempre gli stessi e, a volte, si scambiano, motivo per cui non è esclusa, alla fine, un’alleanza che riunisca l’intero centrodestra; un’ipotesi quella di un centrodestra unito che viene vista con molti timori dalle altre coalizioni in campo perché potrebbe puntare a vin-

AZZERATA LA GIUNTA A FRATTAMAGGIORE

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opo 4 mesi è tornato a riunirsi il Consiglio comunale di Frattamaggiore per l’approvazione del bilancio preventivo, ma è stata anche l’occasione per salutare la squadra degli Assessori che hanno protocollato le dimissioni all’indomani del civico consesso. Particolarmente apprezzato l’assessore Pedersoli che ha avuto i complimenti sia dai banchi di maggioranza che da quelli della minoranza. Così come ha detto il sindaco, Marco Antonio Del Prete, non è un cambio dettato da una crisi di maggioranza, ma una sorta di tagliando di metà mandato, anche se è evidente che,

con la nuova Giunta, si tenterà di dare forma ai nuovi equilibri formatisi in Consiglio comunale. Non è escluso che qualcuno resterà al suo posto e tra quelli più certi di mantenere la poltrona di Assessore ci sono Pedersoli e la vice sindaco, Pina Maisto. Tra qualche giorno la situazione dovrebbe essere più chiara e, intanto, vanno avanti i confronti tra Consiglieri e rappresentanti dei vari partiti, sia nella casa comunale che nel Bar Italia diventato una sorta di succursale del Comune. Angelica Argentiere

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POLITICA ‹‹

Mimmo Tuccillo

Vincenzo Nespoli

cere al primo turno, approfittando delle divisioni nel centrosinistra. Al momento, però, appare difficile che si riesca a trovare un’intesa perché sono in tanti quelli che non vogliono riconoscere ruoli a Nespoli e comunque, in ogni caso, non vogliono assolutamente che l’ex Senatore torni ad avere un ruolo di primo piano nella politica afragolese e nell’Amministrazione cittadina. Anche perché Nespoli non è certo il tipo da fare il padre nobile vista la sua storia personale e politica. I nomi che circolano sono quelli del presidente del Consiglio comunale, Antonio Pannone, del consigliere comunale Antonio Caiazzo, dell’avvocato Michele Dulvi Corcione, figlio del

docente e giudice di pace Marco Dulvi Corcione, e dell’imprenditore Claudio Grillo. A questi nomi, negli ultimi giorni, s’è aggiunto un altro che torna periodicamente quando ci si avvicina a scadenze elettorali ad Afragola, quello di Luigi Caputo, commercialista afragolese. Per il Movimento Cinque Stelle si fa con insistenza il nome del professor Michele Bencivenga, anche se non ci sono ancora certezze, soprattutto per l’apertura verso l’esterno che contraddistingue le ultime scelte del movimento fondato da Grillo.

UN INCONTRO SULLA RESPONSABILITÀ DEL VOTO

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nche quest'anno si è svolta, con successo, la tradizionale conferenza di primavera dell'Ordine Francescano Secolare e della sua Commissione "Evangelizzazione e presenza nel mondo" cui è delegata Marianna Salierno, della Basilica antoniana di Afragola. Di grande attualità e interesse il tema scelto: "Responsabili del nostro futuro. Il voto come partecipazione democratica". Una conferenza con la quale i laici francescani hanno voluto richiamare l'attenzione dei cittadini sulla necessità di un voto serio e orientato al bene comune da parte di tutti. “Solo in questo modo” ha commentato Rita Lucido, ministro dell'Ordine francescano secolare “potremmo far corrispondere con la realtà, una diffusa aspirazione verso una politica più giusta e più dignitosa". La conferenza, aperta dai saluti del parroco della Basilica, frate Luigi Campoli, ha visto la partecipazione di relatori particolarmente illustri: don Gennaro Matino, docente di teologia pastorale presso la Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale e il professor Vincenzo Rapone, docente di filosofia del diritto presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'università Federico II di Napoli. A moderare è stato chiamato il professor Gennaro salzano. Don Gennaro Matino ha richiamato con forza il dovere della partecipazione dei laici cattolici alla vita politica del paese: “La politica è la più alta forma di carità, come ci ha insegnato Paolo VI il più grande papà del '900, poiché è con la politica che si affrontano la radice i mali della società. Se i cattolici si impegnano nel sociale senza però affrontare i problemi alla radice, con la politica, ha continuato Don Gennaro, questi non saranno mai risolti”. Dal canto suo, invece, il professore Rapone ha evidenziato quali siano i processi di formazione della volontà collettiva, sottolineando come “le Istituzioni, al di là della qualità politica e morale degli eletti, sono depositarie di una propria dignità e au-

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torevolezza e in questo senso, sono per definizione, l'espressione della democrazia e della volontà popolare”. Particolarmente pungente è stato poi anche l'intervento del professore Gennaro Salzano che ha osservato come “i cattolici italiani, negli ultimi 20 anni, siano stati rinchiusi in cattività mentre il Paese ha vissuto un nuovo patto Gentiloni tra i Governi succedutisi dopo il crollo della Dc e la Gerarchia”. L'effetto di questa stagione, secondo Salzano, “è la distruzione del patrimonio politico e culturale del cattolicesimo democratico e l'emergere invece di un laicato con una mentalità sostanzialmente teocratica”. Insomma, interventi di altissimo spessore culturale, che hanno riscosso il plauso del numeroso pubblico presente in sala e stimolato un dibattito vivace e anche piuttosto intenso. Una conferenza molto interessante e con un tema azzeccatissimo, specie se tenuta in una città come Afragola, che si appresta, dopo 5 anni, al rinnovo dell'Amministrazione comunale. Cogito • 7


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›› CRONACA

Brutto episodio nel comprensivo Capasso Mazzini di Frattamaggiore

A SCUOLA CON UNA PISTOLA “SCENICA” Un tredicenne l’aveva messa nello zaino, insieme a libri e quaderni, e portata con sè in aula. E’ la stessa scuola delle maestre d’asilo accusate di violenze e maltrattamenti verso i bambini

Solo pochi giorni fa, tanti di noi hanno partecipato ad una lodevole iniziativa per ricordare la figura di Giancarlo Siani. In quella sede sono stata invitata a discutere del ruolo della scuola nella nostra società e, soprattutto, nella crescita e nell'espansione di una cultura della legalità, e contro ogni forma di prevaricazione. Ed oggi, purtroppo, proprio nella scuola che ho l'onore di dirigere, abbiamo trovato nello zaino di un alunno un'arma, seppure scarica...una pistola ! Naturalmente abbiamo allertato subito le Forze dell'Ordine, che sono prontamente intervenute, requisendo l'arma e ponendo in essere tutte le procedure del caso. E' inaudito, inconcepibile che ciò possa avvenire: vi terremo informati sugli sviluppi di questa incredibile vicenda, ma adesso è il momento di stare vicini a questa nostra comunità scolastica, tutti insieme, contro questo orrendo tipo di cultura e di degrado sociale, etico e morale”. Queste le parole con cui la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Mazzini di Frattamaggiore, Fernanda Manganelli, ha annunciato su facebook, che, nella sua scuola, un tredicenne

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s’era presentato a scuola con un’arma scenica, una via di mezzo tra una pistola vera e una pistola giocattolo, nello zaino. Tra i libri e i quaderni aveva messo una pistola scenica, scarica. La notizia ha fatto il giro dei media che le hanno dato molto spazio anche perché, in questo periodo, sono tanti i segnali preoccupanti che arrivano dal mondo della scuola. Il ragazzo è stato segnalato alla Procura dei minori che ora dovrà decidere quali provvedimenti adottare. Una situazione non facile ora anche perché, anche sul profilo facebook della dirigente scolastica, alcuni genitori hanno chiesto di impedire al ragazzino di continuare a frequentare la scuola dopo quel che è successo. Tra loro, una mamma ha scritto: “Adesso, in qualità di genitore di due degli alunni che frequentano questa classe, ed a nome degli altri genitori perbene, mi aspetto che il percorso scolastico di questo ragazzo per quest'anno finisca qui e che non gli sia più consentito il rientro in classe . È palese che, quest'ultimo, insieme ai suoi genitori abbia altri percorsi (di recupero ) da fare.... Di certo non siamo noi che dobbiamo "rischiare" i nostri figli in un luogo come la scuola . I nostri ragazzi hanno tutto il diritto di vivere una realtà scolastica serena e tutt'altro che rischiosa”. La scuola Mazzini Capasso, tra l’altro, con questa storia è tornata nelle pagine di cronaca a distanza di qualche mese da un’altra brutta vicenda, quella raccontata da Il Mattino che vede coinvolte due maestre dell’asilo finite in un’inchiesta della Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore Francesco Greco. Per il pm gli episodi denunciati e accertati, grazie alla presenza di telecamere nelle aule, delineano reati molto seri: violenze fisiche e maltrattamento di minori, anche se le due maestre, di 67 e 53 anni, si sono difese definendo gli schiaffi “metodo educativo alla vecchia maniera”.

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ECONOMIA ‹‹

Arrivano rassicurazioni per I Pini e La Masseria

“AUCHAN NON SMOBILITA” Il responsabile delle risorse umane ha smentito che la società francese vuole lasciare la Campania. Tranquillizzati i dipendenti dei centri Simply di Casoria e Cardito che temevano per il lavoro di Antonio Cerbone ’era tensione nei centri commerciali dov’è impegnata la stampa dichiarazioni che non abbiamo mai fatto, siamo col’Auchan dopo che la società francese ha annunciato la scienti di aver fatto una scelta difficile e impopolare, ma gli attacsmobilitazione nel centro di via Argine che, per molti, chi subiti sono inspiegabili anche tenuto conto che la nostra azienpoteva essere l’inizio di un abbandono della Campania. A te- da è da tempo presente in Campania con cinque punti di vendita mere per il posto di lavoro anche i dipendenti del Simply de I ed è impegnata per il territorio, ha stipulato per tutti i dipendenti Pini e La Masseria visto che è comunque una società del gruppo contratti a tempo indeterminato, ha 1400 prodotti campani nei Auchan. Ma, nel corso di un’audizione nella Commissione bi- propri ipermercati, 40 prodotti campani vengono esportati attralanco del Consiglio regionale, presieduta da Nicola Marrazzo, è verso Auchan nell’est Europa, e si è spesa per attività sociali, attraverso la propria fondazione ed altre associazioni, anche a beneficio arrivata la rassicurazione che si aspettava. “Auchan non ha mai dichiarato di abbandonare la Campania della cosiddetta Terra dei Fuochi”. “Il problema - ha chiarito - riguarda solo l'ipermercato di via e il Sud e non sono coinvolti nella problematica gli altri iper mercati della Campania” ha detto Eustachio Tarquinio, direttore Argine che, aperto nel 2010, ha sempre fatto registrare perdite per risorse umane dell’Auchan, che ha aggiunto: “Abbiamo letto sul- un totale di quindici milioni. Da qui la scelta di uscire dal ramo d’azienda e di sottoscrivere un contratto preliminare per l’affitto del ramo d’azienda ad un player che si farà carico di assumere 70 collaboratori, più della metà dell’attuale personale, che lavorano in questo ramo, con il medesimo contratto terziario, distribuzione e servizi, mentre per i restanti 68 lavoratori si aprirà il confronto sindacale e si entrerà nel merito delle possibili soluzioni, che vanno dal trasferimento in altri punti vendita campani non interessati da ammortizzatori sociali, ai trasferimenti su base volontaria in altri ipermercati in Italia, all’assorbimento in servizi che potranno essere internalizzati, all’inserimento in altre aziende campane esterne ad Auchan, agli incentivi all'esodo su base volontaria. Nei prossimi giorni ci aspettiamo la convocazione da parte dei sindacati per entrare nel merito delle questioni, come previsto dalla norme vigenti. Fino a quando questo confronto non avverrà, sarà difficile giungere alla soluzione”.

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LICENZIATI I LAVORATORI DELLA MECFOND DI CAIVANO

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uello che era un timore s’è rivelato realtà concreta. Nei giorni scorsi è arrivata la lettera di licenziamento per i 35 lavoratori della sede caivanese della Mecfond Aerospace, azienda specializzata nella realizzazione di parti aeronautiche complesse, di grandi dimensioni, in lega leggera o in metallo duro quali acciaio e titani. L’azienda ha deciso di chiudere lo stabilimento caivanese e i capannoni che la ospitano sembrano destinati a diventare un deposito per i supermercati della zona. Immediata la protesta dei lavoratori che hanno avviato un presidio permanente a ridosso dell’azienda e una protesta nei pressi della sede della Regione, in via Santa Lucia, per chiedere al presidente De Luca e agli Assessori competenti un impegno a sostegno della loro vertenza, anche se, al momento, non ci sono state novità sostanziali, come hanno sottolineato i rappresentanti sindacali. L’Ugl metalmeccanici Campania e quella di Napoli hanno ribadito la loro proposta di “soluzioni alternative” per salvaguardare i livelli occupazionali, consistenti anche alla “ricollocazione degli addetti in altre aziende del gruppo e persino ai cambiamenti delle mansioni”. Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018

A rischiare il posto sono operai qualificati, fresatori, meccanici, tornitori manutentori e aggiustatori, per la maggior parte maschi. Si sono organizzati in turni per non lasciare mai scoperto il presidio fuori l’azienda anche per evitare la smobilitazione concreta con il trasloco di mezzi e arredi. “Continuiamo ad aspettare che la Regione ascolti la nostra protesta, ma, intanto, non ci muoviamo da qui” ha detto uno dei lavoratori aggiungendo: “Vogliamo certezze sul nostro futuro e se non le avremo non faremo spostare nulla da qua”.

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›› CRONACA

Il Consiglio comunale di Afragola approva una mozione sul tema

GUERRA ALLA LUDOPATIA Sindaco e Giunta dovranno agire per limitare la possibilità di finire vittima del gioco d’azzardo. Previste variazioni negli orari d’apertura e agevolazioni per gli esercenti che rinunceranno alle slot

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di Valerio Cerbone

fragola dichiara guerra alla ludopatia e lo fa approvando, in Consiglio comunale, all’unanimità una mozione, proposta dal consigliere Giuseppe Cerbone, in cui indica alcuni principi che la Giunta dovrà approvare per regolamentare l’apertura di nuove sale gioco e il funzionamento di quelle esistenti. La mozione parte con l’analisi della situazione, riportando che “anche nella città di Afragola come nel resto del Paese si sono moltiplicate le sale da gioco, i centri per le scommesse e i bingo ed è sempre più frequente imbattersi in locali aperti al pubblico (bar, tabaccherie, circoli privati) che, tra i vari servizi riservati alla propria clientela, offrono la possibilità di giocare alle slot machine e altre forme di gioco d’azzardo; dalle recenti statistiche si stima che almeno il 30% della popolazione è interessata a tale tipo di gioco e che vi è un alto rischio di dipendenze dal gioco problematico, con ripercussioni non solo sul giocatore, bensì su tutto il nucleo familiare che, nella maggior parte dei casi, vede la propria solidità familiare ed economica dissolversi in breve tempo; lo Stato spende circa 6 milioni di euro all’anno per la cura delle dipendenze da gioco patologico; secondo i dati forniti dal Codacons, almeno il 50 per cento dei disoccupati presenterebbe forme più o meno gravi di ludopatia. Ad esserne affetto ci sarebbe un minorenne su cinque. Ben l'85% dei puntatori subirebbe una perdita media di 40 euro giornalieri”. La mozione passa poi all’esame dei compiti dell’Amministrazione Comunale, tra cui quello di “assicurare una serena e civile convivenza anche attraverso azioni tese a contenere le cause e i fenomeni legati al ‘vizio del gioco’ o gioco compulsivo dal momento che stanno divenendo sempre più preoccupanti e diffusi, fino a tradursi in vera e propria patologia (ludopatie)”. E, a tal fine, “occorre disciplinare la dislocazione sul territorio delle sale da gioco prevedendo espressamente un meccanismo di controllo dell’attività; la limitazione degli orari di funzionamento e di apertura delle sale può contrastare l’elevata frequentazione o fruizione anche da parte dei giovani; numerose Amministrazioni comunali hanno già approvato un

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proprio programma integrato finalizzato ad aumentare la consapevolezza circa i rischi connessi al gioco, ad istituire la Consulta cittadina permanente sulla dipendenza dal gioco nonché ad introdurre strumenti per proteggere i cittadini, con particolare riferimento a coloro che versano in condizione di maggiore fragilità sociale, prevedendo anche la introduzioni di limitazioni circa l’orario di apertura e circa la localizzazione sul territorio anche attraverso la predisposizione di un regolamento”. Si passa poi a riepilogare una serie di indicazioni arrivate da Istituzionali nazionali e internazionali prima di arrivare alle richieste a Sindaco e Giunta: “Mettere in atto politiche di contrasto al fenomeno della ludopatia e della dipendenza dal gioco d’azzardo, seguendo in particolare i seguenti principi: la redistribuzione sul territorio delle sale da gioco, prevedendo distanze minime dai luoghi “sensibili”. - Limitazione degli orari di apertura; limiti alla pubblicità, prevedendo il divieto di “esposizione esterne al locale di cartelli, manoscritti e/o proiezioni che pubblicizzano vincite temporali appena accadute o storiche” e la divulgazione del marchio “slot free”; misure volte a favorire la disinstallazione (o la non installazione) di slot machine all’interno degli esercizi pubblici; campagne si sensibilizzazione, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado e nei “centri anziani”, contro il gioco d’azzardo; adesione al ‘Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo’ che chiede una nuova legge nazionale che disciplini il gioco e metta in evidenza i rischi che corre chi viene afflitto da ludopatia; destinare agli esercizi commerciali e ad altri soggetti deputati all’intrattenimento che scelgono di non installare nel proprio esercizio apparecchiature per il gioco d’azzardo, esponendo il marchio “slot free” (per il quale non è dovuta alcuna imposta o tassa all’amministrazione comunale), riduzioni fiscali compatibili con i vincoli di bilancio; proporre in discussione al Consiglio comunale un regolamento partendo dalla bozza agli atti della prima Commissione consiliare permanente”. Ora tocca al Sindaco e alla Giunta dare un seguito concreto a quanto richiesto dal Consiglio comunale.

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CRONACA ‹‹

Accolta, in parte, la proposta di Cogito

200.000 EURO PER LA VILLA COMUNALE L’Amministrazione comunale frattese ha deciso di affidare ai privati la gestione dell’area verde, dopo averla riqualificata, eliminando la fontana ormai inutilizzata e diventata un pericolo

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di Angelica Argentiere

na villa comunale svolge una funzione importante come centro di aggregazione per una città perché un po’ tutti, dai più piccoli ai più anziani, accorrono nelle ville comunali per trascorrere qualche ora di relax all’aria aperta senza la necessità di doversi allontanare o “chiudersi in qualche centro commerciale”. E se dovesse, o meglio è, un biglietto da visita della città, Frattamaggiore non ci fa una bella figura, anzi molti dei frattesi si recano nelle ville dei comuni vicini, a cominciare da quella di Cardito, quel Parco Taglia che meriterebbe un’attenzione diversa viste le enormi potenzialità inespresse. Proprio nei giorni in cui stiamo andando in stampa, dal 23 al 25 aprile, tra l’altro, la villa comunale di Frattamaggiore è stata chiusa perché s’è deciso di avviare un’azione di pulizia e sistemazione straordinaria in attesa di una soluzione definitiva all’area verde pubblica nata dopo l’esproprio dei giardini Colella. Le condizioni della villa comunale, l’unica di una certa dimensione, a disposizione dei frattesi sono state spesso protagoniste su Cogito e non sono mancate proposte concrete fatte all’Amministrazione comunale e allo stesso sindaco che, ora, come aveva annunciato qualche settimana fa nel corso di un’intervista, ha deciso di portare avanti proprio la nostra proposta: riqualificare la villa comunale affidandone la manutenzione a un’associazione o a un privato in cambio della possibilità di gestire un’attività ricettiva all’interno della villa stessa, traendone chiaramente un profitto. A differenza della nostra proposta, che prevedeva un impegno di chi voleva gestire la villa comunale a coprire le spese per la riqualificazione, la scelta dell’Amministrazione è quella di riqualificare la villa con fondi pubblici e poi affidarne la gestione a un privato o a un’associazione in cambio della possibilità di gestire un’attività ricettiva da realizzare al posto della fontana ormai spenta e diventata un pericolo. In particolare, la Giunta ha deciso di usare parte dei fondi di un finanziamento accordato per un impianto fotovoltaico nel parcheggio di via don Minzoni. La delibera recita: “Venute meno le motivazioni che hanno determinato la necessità di realizzare il richiamato intervento, quest’Amministrazione esprime la volontà di utilizzare il medesimo finanziamento per la realizzazione di una struttura pubblica all’interno della villa comunale di via Biancardi”, destinando una parte del prestito pari a 200.000 euro”. E’ stata ripresa, quindi, la nostra idea di un chiosco all’interno della villa comunale e ci auguriamo che sia presa in considerazione anche l’idea di destinarla ad associazioni che lavorano per l’inclusione e l’integrazione nel mondo del laAnno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018

voro di soggetti in difficoltà. Non sappiamo ancora i tempi del bando di assegnazione, ma intanto si stanno ponendo le basi per poter rendere la villa comunale uno spazio più fruibile e meglio gestito per tutti i cittadini che accorreranno. Abbiamo chiesto anche al consigliere di opposizione Dario Chiariello la sua posizione: “Da tempo si parlava dello stato pietoso in cui versava la villa comunale, più volte ho interrogato il Sindaco sulla questione e, a dire il vero, si è sempre mostrato favorevole a realizzare qualcosa che potesse dare la possibilità ai cittadini frattesi di usufruire realmente di questa villa comunale. Nella mia nota inoltre avevo richiesto anche l’abbattimento della recinzione perché ritengo che integrare la villa comunale all’intera città sia sicuramente un modo per inibire ai malintenzionati e a quelli che pensano di nascondersi l’ingresso in villa, con la possibilità di un viale da via Biancardi a via Trieste percorribile da volanti delle forze dell’ordine per una maggiore sorveglianza ma credo che, ahimè, questa richiesta non venga presa in considerazione. Con la delibera di Giunta si riteneva finanziare i lavori per una struttura pubblica per la realizzazione di un chiosco o un polo attrattivo a cura di un privato, cooperativa e associazione che possa prendere in gestione la villa comunale occupandosi anche della manutenzione del verde e della sorveglianza della villa comunale”.

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›› CRONACA

Pubblicato il rapporto annuale di Avviso pubblico

ISTITUZIONI SOTTO ASSEDIO In Campania ci sono state più minacce e aggressioni verso Sindaci e Amministratori. La camorra napoletana è riuscita a restistere agli arresti e alle inchieste della Magistratura

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di Antonio Cerbone

Roma, nella sala Walter Tobagi della Federazione nazionale della stampa italiana, è stata presentata la settima edizione del Rapporto “Amministratori sotto tiro”, redatto da Avviso pubblico che, da anni, raccoglie le denunce sulle intimidazioni agli Amministratori, a cominciare dai Sindaci. Per la prima volta la Campania è la regione maggiormente “sotto tiro” dell’intero panorama nazionale, con 86 atti di intimidazione e minaccia censiti nel corso del 2017, facendo registrare un aumento del 34% rispetto all’anno precedente. A influire in maniera determinante al raggiungimento di questo spiacevole record sono le province di Napoli (34 casi) e Avellino (22), che assieme raccolgono i due terzi delle intimidazioni regionali. Ma le due situazioni appaiono diverse. Napo-

li è costantemente tra le prime posizioni delle province più colpite negli annuali report di Avviso Pubblico, anche per la presenza certificata e radicata sul territorio di diverse forma di criminalità, più o meno organizzata. Avellino invece è una provincia che nel 2017 si affaccia per la prima volta nel novero dei territori più bersagliati dell’intero panorama nazionale. A Napoli si segnalano reiterate minacce nei confronti del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, destinatario di una lettera minatoria che coinvolge anche il sindaco Luigi De Magistris e il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e di un’intimidazione rivendicata da Forza nuova, mediante uno striscione apparso nel quartiere di Fuorigrotta in cui si invita il consigliere a “farsi gli affari suoi”. Ramificate le intimidazioni censite sul territorio della provincia, con ben 18 Comuni coinvolti. Tra questi si segnalano le minacce verbali indirizzate al candidato Sindaco di Pompei e testimone di giustizia, Luigi Coppola. A Somma Vesuviana, a 12 • C o g i t o

seguito di due atti intimidatori rivolti al candidato Sindaco Peppe Bianco, vengono ritirate due liste candidate alle Elezioni amministrative di maggio. A novembre aggressione con un coltello a Casoria nei confronti del Sindaco Pasquale Fuccio, in cui l’intervento della Polizia municipale e dei Carabinieri ha scongiurato il peggio. La provincia partenopea è al secondo posto, dietro Reggio Calabria, per numero di enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose (56) dal 1991 a oggi. Sono 180 i clan giudicati attivi dagli investigatori fra Napoli e provincia. Sul territorio si sono registrati 45 omicidi di stampo camorristico nel 2015 e 65 nel 2016, detenendo il triste primato per omicidi ogni 100.000 abitanti. L’orizzontalità della camorra, priva di una struttura verticistica, fa emergere una serie di realtà molto diverse l’una dall’altra. Accanto a clan con strategie di breve respiro e che si limitano ad esercitare la violenza per il controllo del territorio, vi sono organizzazioni di livello superiore, che mirano ad inserirsi in profondità nel tessuto economico – produttivo. “I principali cartelli camorristici coincidono ormai con sofisticate costellazioni d’impresa, con reti in cui si stabiliscono relazioni invisibili ma solidissime – ha spiegato il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, in audizione alla Commissione parlamentare antimafia - Basta che un’impresa fiduciaria d’interessi mafiosi si collochi in una posizione dominante perché espanda le sue capacità di controllo su una più ampia filiera affaristica, commerciale e imprenditoriale. La dissoluzione dei corpi intermedi, a sua volta, finisce per assegnare alle organizzazioni camorristiche il riconoscimento tacito di una sorta di pretesa ad assumere direttamente le funzioni di rappresentanza politica e sociale”. “Le due camorre, quella napoletana e quella casertana, hanno reagito in modo totalmente differente all’incisiva azione repressiva che ha riguardato negli ultimi anni le due province criminali – si legge nella Relazione conclusiva della Commissione parlamentare Antimafia - Il clan dei casalesi non esiste più nelle forme e nei modi conosciuti. Il comando dei vecchi capi è passato ai figli che continuano a operare ma in settori diversi rispetto a quelli tradizionali…Vi è la certezza che buona parte dei patrimoni accumulati nel tempo dai casalesi siano ancora nelle mani di imprenditori che per anni sono stati la sponda economica dei clan, attraverso i meccanismi delle intestazioni fittizie e della schermatura societaria. Patrimoni che si sono riversati in numerosi mercati legali, in particolare nel campo dell’edilizia, nei grandi centri commerciali e turistici e nelle forniture agli enti pubblici. Si suppone che molti dei politici che si sono fatti strada grazie all’appoggio dei capi clan siano ancora operativi e presenti nelle amministrazioni, e non solo locali”. Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018


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POLITICA‹‹

Brutte notizie per la politica caivanese

IN ARRIVO IL COMMISSARIO La Commissione d’accesso avrebbe trovato diversi motivi per chiedere il commissariamento. Si fermano, nei fatti, le trattative avviate per cercare alleanze e candidature a Sindaco per Giugno di Mimmo De Simone

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rmai sembra che siano rimasti pochi dubbi sull’esito del lavoro della Commissione d’accesso che ha passato al setaccio l’attività dell’Amministrazione comunale di Caivano degli ultimi anni, a partire da quella presieduta da Simone Monopoli, ma spingendosi anche a quelle precedenti perché alcuni comportamenti irregolari avrebbero una storia che parte da lontano. Le indiscrezioni non sono per nulla incoraggianti perché riferiscono di una relazione piena di motivi che potrebbero por-

uscente, Antonio Barra, e altri protagonisti delle ultime consiliature. Quel che è certo è che, se arriverà il commissariamento anche a Caivano, la cittadina del Castello andrebbe ad aggiungersi al lungo elenco dei comuni dell’area a Nord di Napoli che hanno avuto l’onta dello scioglimento del Consiglio comunale per il condizionamento della camorra che, per ora, vede in lista Afragola, per ben due volte, anche se una volta è stato poi revocato, Crispano, per due volte, Casalnuovo e Frattamaggiore.

INTERROGATO DON SALVATORE BARRICELLI, FINITO NELL’INCHIESTA SUL CLAN MOCCIA

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tare all’arrivo del Commissario prefettizio e quindi al rinvio delle elezioni per un paio di anni, fermando le trattative in corso per costruire alleanze in vista delle amministrative di giugno. Trattative che, nei fatti, si sono fermate proprio perché la spada di Damocle che, da mesi, pendeva sulla politica caivanese condizionandola, sembra che stia per calare definitivamente condannando la politica caivanese a una sosta forzata e a non prepararsi all’ennesima campagna elettorale per eleggere un nuovo Sindaco. Da verificare poi se al commissariamento seguiranno anche provvedimenti che andranno a limitare la possibilità di candidarsi per chi ha avuto ruoli determinanti nelle Amministrazioni prese in esame dalla Commissione d’accesso, così come è capitato a Crispano dove, dopo il secondo scioglimento del Consiglio comunale nel giro di pochi anni, la Magistratura ha escluso la possibilità di candidatura per il sindaco Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018

elle cronache che raccontarono l’operazione che, qualche settimana fa, ha decimato e decapitato il clan Moccia di Afragola era finito anche un prete, il parroco di Casolla, frazione di Pascarola anche se il religioso non risultava neanche tra gli indagati. Nei giorni scorsi, però, don Salvatore

che, di certo, farebbero volentieri a meno di fare i conti con il caso di un prete accusato di avere rapporti con la camorra. Il nome di don Salvatore è emerso perché è stato fatto nel corso di una delle intercettazioni telefoniche che hanno contrassegnato l’inchiesta contro il clan

Barricelli, è stato ascoltato per tre ore dai magistrati nel corso di un interrogatorio fatto nella Procura della Repubblica di Napoli. Salvatore Barricelli, al cospetto dei Magistrati della Direzione distrettuale antimafia, ha respinto ogni accusa chiedendo ai suoi avvocati di chiedere l’archiviazione della sua posizione, allontanando la possibilità di essere indagato dalla Dda di Napoli per concorso esterno in associazione camorristica. A vigilare sul caso anche i vertici della Curia

Moccia. Intercettazione nel corso della quale uno dei due interlocutori fa riferimento al prete come a quello che “si è messo 200.000 euro sotto l’abito talare, soldi da portare all’estero, in particolare a San Marino”. Un’accusa gravissima alla quale don Salvatore ha risposto negando tutto e dicendo di non essere mai stato a San Marino e, chiaramente, di non aver mai avuto a che fare con i camorristi e men che mai s’è mai prestato a offrire un aiuto per azioni criminali. C o g i t o • 13


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›› CRONACA

La Giunta ha approvato il bando e il regolamento

ARRIVANO I TAXI AD AFRAGOLA Previste 48 licenze per tassisti e 5 per altrettante autovetture per noleggio con conducente. Previsti stazionamenti a ridosso della stazione dell’alta velocità e in tre aree del centro urbano

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di Antonio Cerbone

rriva una buona notizia per chi usa la stazione dell’alta velocità di Afragola e per gli afragolesi che, a breve, potrebbero avere a disposizione un nuovo mezzo per spostarsi in città. Nei giorni scorsi la Giunta comunale ha approvato una delibera che dà il via libera a 48 licenze di taxi e a 5 licenze per autovetture NCC (Noleggi con conducente). “In questo modo viene data una risposta risolutiva, in termini di trasporto pubblico, fornendo ai cittadini di Afragola e ai viaggiatori un servizio che possa garantire la dovuta accessibilità alla Stazione alta velocità Porta della Campania” si legge nel comunicato diffuso dall’Amministrazione comunale in cui si ricorda che “è un altro importante tassello per migliorare la funzionalità dell'opera ferroviaria”.

Insieme al bando di selezione, che contiene i requisiti per il rilascio delle licenze, la Giunta ha approvato anche le modalità di svolgimento del servizio, l'ambito territoriale e i criteri per fissare le tariffe. “Il dimensionamento dei servizi pubblici non di linea - spiega il sindaco Domenico Tuccillo - è stato condotto immaginando un bacino sovracomunale di 230 mila abitanti. A cui va aggiunto l'utenza della stazione Alta velocità che Trenitalia stima in 1.500 transiti al giorno, 2.500 nei weekend e festività”. Lo stazionamento dei nuovi 48 taxi avverrà, oltre che nelle apposite aree disponibili presso la stazione AV, anche in altri quattro siti: Zona centrale: piazza Gianturco e piazza Castello; Zona Nord: via De Gasperi, all’altezza della sede dell’Asl; Zona Sud: Area Ikea. “Continuiamo a lavorare per dotare Afragola di nuovi servizi e per offrire ai nostri cittadini nuove opportunità di lavoro” ha detto il sindaco, Mimmo Tuccillo, per il quale “con l'istituzione della nuova 'flotta' di taxi miglioreremo la mobilità degli afragolesi e dei viaggiatori diretti all'alta velocità e, nel contempo, diminuiremo il traffico veicolare con benefici per l'ambiente e la vivibilità”. 14 • C o g i t o

AFRAGOLA /ANCORA POLEMICHE PER IL DEGRADO NEL CIMITERO

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ncora polemiche per il cimitero di Afragola. E ancora una volta le proteste arrivano via social, attraverso la pagina facebook “Sei di Afragola se...Official page”. Alle solite lamentele per i furti continui, si sono ag-

Quel che è certo è che serve una profonda azione di riqualificazione che comunque è difficile anche perché molto spesso gli interventi da fare spettano ai concessionari dei loculi o delle cappelle gentilizie e di certo le

giunte quelle relative alle condizioni di degrado che hanno portato anche al sequestro di diverse aree del cimitero.

spese necessarie non possono essere addossate alla collettività, soprattutto in un periodo di difficoltà economiche come quello che stan-

Particolarmente choccanti le foto che riportano l’immagine di tombe aperte con i corpi dei defunti che, nei fatti, si vedono.

no vivendo i Comuni in questi anni in cui i trasferimenti nazionali sono in continua e progressiva diminuzione.

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CRONACA ‹‹

Avviata una raccolta fondi su internet

100 ORTI CONTRO LE CAMORRE La Masseria Antonio Esposito Ferraioli ha bisogno di un aiuto concreto per irrigare i campi. Intanto si prepara ad accogliere altre migliaia di persone per i pic nic della festa dei lavoratori

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di Antonio Cerbone

n vista del 1 maggio quando la Masseria sarà riaperta nuovamente e messa a disposizione di quanti vorranno trascorrere qualche ora all’aria aperta facendo pic nic, le associazioni che hanno in gestione la Masseria Antonio Esposito Ferraioli hanno lanciato l’iniziativa “100 orti contro la camorra”, una raccolta fondi sui social attraverso la p i a t t a f o r m a planbee.bz su cui si trovano tutte le notizie utili per partecipare e per saperne di più.

In pratica “100 orti contro le camorre” vuole raccogliere fondi per continuare il progetto degli orti sociali avviato da qualche settimana. I gestori hanno ricordato che “una superficie pari a circa il 10% dell’intero bene confiscato è stata divisa in cento appezzamenti di terreno, affidati ad altrettanti cittadini che, con passione e coraggio, stanno facendo rivivere una terra che in passato era un fortino dei clan, simbolo del potere malavitoso”. Ma adesso l’estate si avvicina e gli orti della Masseria Ferraioli hanno bisogno di acqua: da qui la decisione di ricorrere a una raccolta fondi per finanziare la realizzazione dell’impianto di irrigazione. Grazie al tuo contributo, 100 tra cittadini, scuole e associazioni del territorio potranno continuare a coltivare la speranza di una terra libera dalle mafie e dal malaffare. “Gli orti urbani sono l’emblema di questo impegno: un modo Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018

per testimoniare nel concreto, quotidianamente, il coraggio dei cittadini che si rimboccano le maniche e fanno rivivere un bene confiscato alla camorra” aggiungono i responsabili delle associazioni che gestiscono la Masseria. Adesso è necessario realizzare l’impianto di irrigazione, con l’installazione di una pompa, di una grande vasca di raccolta e del sistema di tubi che consentirà di irrigare tutti gli orti. Senza questo intervento, la fatica e l’entusiasmo di questi mesi rischiano di essere vanificati. “Grazie all’impianto di irrigazione, questa storia potrà andare avanti e rappresentare per tanti un simbolo di speranza e di riscatto” aggiungono i promotori della raccolta che, al momento di andare in stampa, ha raggiunto i primi 5.000 euro mentre bisogna raggiungere i 24.000 euro che saranno spesi per l’impianto di irrigazione (17.000 euro), per l’area pic nic e relax (4.000 euro) e per il capanno per gli att r e z z i (3.000 euro). Per chi farà donazioni sono pronti riconoscimenti diversi in base all’importo della donazione. Si va dal ringraziamento sociale e all’atto di ringraziamento digitale per chi offre 15 euro; a questi riconoscimenti s’aggiunge l’onore di vedere il proprio nome sul murales all’ingresso per chi offre 30 euro; chi vuole la possibilità di piantare anche un albero invece deve offrire 50 euro. Per chi dona 150 euro infine c’è l’adozione di un orto, con tanto di cartello, e una maglietta personalizzata da artisti che hanno deciso di sostenere la causa della Masseria Esposito Ferrajoli. C o g i t o • 15


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›› CRONACA

Quarta edizione del Non tacerò social fest

L’IMPORTANZA DI NON TACERE Nel CaivanoArte, sono stati premiati i testimoni di legalità, nel ricordo di don Peppe Diana. Riconoscimenti per le mamme di Arturo, picchiato da una baby gang, e Ciro, il tifoso ucciso a Roma di Antonio Cerbone

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i è conclusa la quarta edizione della rassegna Non tacerò Social Fest, la rassegna dedicata alla legalità organizzata dall’associazione Canapa che vede protagonisti i ragazzi delle scuole non solo della Campania (circa 1.000 ogni anno) con video, scritti, loghi, canzoni per mostrare l'attività della propria scuola sulla legalità. Quella legalità che è stata sempre il faro dell’azione di don Peppe Diana, il parroco di Casal di Principe, ucciso dalla camorra per il suo impegno contro i clan, a cui la rassegna è interamente dedicata, a partire dal titolo che richiama una lettera simbolo di quell’impegno che cominciava proprio con “Non tacerò”. Decine i lavori giunti dalle scuole di Toscana, Lazio, Sicilia e Marche a parte la Campania che, come sempre, ha offerto il contributo maggiore di testimonianze di legalità. Come previsto dal format della rassegna, durante la due giorni della manifestazione si sono alternati sul palco del Teatro CaivanoArte personalità del mondo della cultura, del giornalismo, della musica, delle associazioni, della Chiesa e delle Istituzioni. Tutti accomunati dall’impegno concreto e quotidiano in difesa della legalità. Nelle passate edizioni sono interventi, tra gli altri, gli scrittori Pino Imperatore e Maurizio De Giovanni, i giornalisti Sandro Ruotolo e Paolo Chiariello, i musicisti ‘Nto (autore della sigla finale di Gomorra - la serie), Jovine e Daniele Sanzone (A67), il magistrato Catello Maresca e i sacerdoti don Aniello Manganiello e don Maurizio Patriciello, Ciro Corona dell’associazione Resistenze di Scampia, il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, amico di don Peppe Diana, le associazioni Gridas e Dream team che operano nelle palazzine di Scampia. Quest’anno sono stati presenti al Teatro CaivanoArte (coorganizzatore della kermesse socio-culturale) Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso a Roma il 3 maggio 2014, prima della partita di finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, MariaLuisa Iavarone, mamma di Arturo, il ragazzo vittima di una baby gang, Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Regione Campania, Giovanni Corona, magistrato autore di inchieste difficili e pericolose sulla criminalità e su reati ambientali, Gioacchino Di Capua, presidente dell’Associazione Genitori della sezione di Acerra, Tueff, rapper 16 • C o g i t o

napoletano che, oltre a scrivere una canzone sul Giancarlo Siani, il giornalista de Il Mattino ucciso della camorra per le sue inchieste, è conosciuto per essersi tatuato sulla gamba la targa della Mehari la macchina del giornalista napoletano su cui venne ucciso, diventato un’icona esposta permanentemente al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, Crescenzo Muto, direttore del Centro Oncologico del Mediterraneo, Josi Gerardo Della Ragione, già sindaco di Bacoli che, con il suo operato, ha cercato di scardinare prassi politiche corrotte e devianti all’interno del sistema politico-istituzionale, Claudio Iodice, regista e attore dello spettacolo Io non voglio dimenticare, sulla vita di Giancarlo Siani, e Salvatore Iavarone del Circo degli Universitari di Afragola. Una manifestazione che, dopo quattro edizioni, ha preso i connotati delle grandi kermesse di spessore e di valore di livello nazionale. Un successo dovuto soprattutto a tutto lo staff organizzativo

MariaLuisa Iavarone, Antonio Trillicoso e Antonella Leardi che, da mesi, programma e tiene i contatti con scuole e ‘testimoni’ a cominciare dalla responsabile organizzativa Anna Maria Autieri, il direttore del Teatro CaivanoArte, Nicola Castaldo, i tecnici del teatro e ai volontari dell’Associazione Vigili del Fuoco. “La partecipazione di centinaia di ragazzi, insegnanti e dirigenti scolastici – dice Antonio Trillicoso, direttore artistico della rassegna sulla legalità – testimonia che c’è tanta voglia di parlare e di discutere di legalità e che non è mai abbastanza parlarne. E la due giorni al Teatro CaivanoArte offre l’opportunità di confronto con diverse realtà scolastiche oltre che diverse province campane, ma con altre realtà regionali che pur essendo lontane almeno apparentemente dal fenomeno criminale affrontandola tematica in modo molto approfondito. Ogni scuole presenta all’organizzazione della Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018


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CRONACA‹‹ manifestazione decine di lavori esprimendosi nei modi più diversi per far emergere tutte le potenzialità di ogni ragazzo. Due giorni quindi dove i ragazzi vanno a scuola di legalità incontrando e seguendo dal vivo i testimoni e i protagonisti”. Il Non tacerò Social Fest ha anche un’anteprima nel mese di novembre per le edizione successiva durante il Cortisonanti, festival internazionale dei cortometraggi premiando due pellicole di grande interesse sociale. Quest’anno si è svolto nell’Antisala dei Baroni al Maschio Angioino a Napoli dove è stata assegnata la ‘targa rossa’ come premio speciale del festival sulla legalità al film Primativamente di Giuseppe Alessio Nuzzo e a Veiled Wings della regista africana Nadia Kibout, premiati entrambi avendo come madrina l’attrice Cristina Donadio (Chanel di Gomorra – la serie).

Claudio Iodice, autore di un docufilm su Giancarlo Siani

PER AMORE DEL MIO POPOLO, NON TACERÒ... L’APPELLO DI DON PEPPE DIANA

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l Non tacerò social fest prende spunto dalle parole usate da don Peppe Diana in un appello scritto insieme ad altri parroci dell’agro aversano. Un appello che, in qualche modo, contribuì alla sua condanna a morte da parte del clan dei casalesi. Ecco il testo integrale di quell’appello: Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”. La Camorra La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato. Precise responsabilità politiche E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio. Forse le nostre comu-

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nità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili. Impegno dei cristiani Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti. – Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18); – Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43); – Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23); – Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5) Coscienti che “il nostro aiuto é nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte della nostra Speranza. NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO Appello Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”. Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa. Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26). Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso, dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”. Forania di Casal di Principe (Parrocchie: San Nicola di Bari, S.S. Salvatore, Spirito Santo – Casal di Principe; Santa Croce e M.S.S. Annunziata – San Cipriano d’Aversa; Santa Croce – Casapesenna; M. S.S. Assunta – Villa Literno; M.S.S. Assunta – Villa di Briano; Santuario di Maria Santissima di Briano). C o g i t o • 17


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›› Cultura

Incontro con Dacia Maraini a Frattamaggiore

“NON DIVENTIAMO SCHIAVI DEI SOCIAL” L’ottantunenne scrittrice ha conquistato i giovani con il suo ultimo romanzo, “Tre donne”. “Usiamo internet e i nuovi mezzi di comunicazione, ma non riduciamo i rapporti umani reali” di Pasquale Porzio

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Frattamaggiore, nel teatro De Rosa, lo scorso 17 Aprile la scrittrice Dacia Maraini ha incontrato gli studenti del liceo Durante nell’ambito del progetto “Incontro con l’autore”. La conferenza dibattito aveva l’obiettivo di promuovere uno scambio sul nuovo romanzo scritto da Maraini, “Tre donne”, che sta spopolando tra i ragazzi per il forte realismo e il contenuto vicino agli interessi giovanili. Da sempre, la scrittrice è stata legata al mondo dei giovani, come testimoniano anche i molteplici racconti per bambini di cui è autrice. Tra i tanti titoli che vanta la Maraini spicca su

Dacia Maraini tutti il Premio Strega del 1999, vinto con la raccolta di racconti “Buio”. Ampia è stata la partecipazione dei ragazzi alla kermesse culturale, coinvolti in un dibattito con una personalità di spicco della cultura contemporanea. Allestito un ricco buffet e occupati tutti i posti a disposizione, l’evento ha avuto inizio alle 11. Dopo la presentazione, a cura di un’alunna del liceo, ha fatto il suo ingresso sul palco la scrittrice Dacia Maraini. Successivamente hanno preso la parola la professoressa Chirollo e la vicaria, la professoressa Guardasole, che in brevissime battute hanno espresso la loro gioia nell’avere di fronte un’autrice del genere e l’ansia nel sentire cosa avesse da dire a un pubblico così folto di docenti e alunni. L’ospite, abituato a ogni genere di palcoscenico, ha preferito da subito indirizzare l’incontro sul dibattito, dicendosi aperta a rispondere a tutte le possibili domande del giovane pubblico. È stata una decisione davvero particolare e testimonia la grandezza di una donna “che non ama i monologhi”. Dall’altra parte la scrittrice ha trovato ragazzi che non hanno deluso le aspettative, proponendo una serie di domande interessantissime non solo inerenti al nuovo libro ma anche a retroscena biografici. Ciò che più sorprende in positivo è il legame che l’autrice fiesolana ha creato con ciascun alunno che le ha posto una domanda. Incredibile come sia riuscita a interagire, ponendo con18 • C o g i t o

tro-domande ai giovani per capire le loro posizioni sui temi proposti. Dopo aver risposto in maniera esaustiva a tutte le domande poste, verso le 12.30 la scrittrice si è dedicata al consueto firmalibro, lasciando un ricordo indelebile nel cuore dei ragazzi. Si tratta di un evento che ha dato tanto ai giovani studenti che sui banchi di scuola si preparano ad affrontare la vita, sviluppando quel sano senso critico necessario per decodificare i fatti del mondo e affinare le proprie competenze. Infine ha rilasciato seppur brevemente anche due interviste, tra cui una esclusiva per Cogito. Data la sua straordinaria carriera letteraria non sorprende la fortuna di cui sta godendo "Tre donne", suo ultimo libro. Come è nata l'idea di questo romanzo? È frutto di pura fantasia oppure è il risultato della rielaborazione di esperienze biografiche simili? “Il romanzo è frutto dell’osservazione della realtà, in quanto ho cercato di dare l’idea di quella che può essere una famiglia italiana”. Tra le protagoniste del romanzo, la nonna Gesuina dimostra di essere quella più all'avanguardia,utilizzando un registratore per riportare gli eventi. La nipote Lori, invece, preferisce il tradizionale "diario personale" in cui annota le sue emozioni. Ha scelto di raccontare questo paradosso per dare un segnale ai giovani? Cosa bisognerebbe fare per arginare la mancanza di comunicazione nell'era dei social? “Per quanto riguarda il personaggio, la donna è molto spregiudicata, libera e autonoma, anche se non si direbbe per l’età. Lei utilizza gli strumenti della tecnologia un po’ come succede per tutti oggi. Tuttavia molto spesso dall’uso si sfocia all’abuso. Bisogna avvalersi della tecnologia, dato che anche io la uso, ma non diventarne schiavi. Non ridurre tutti i rapporti umani al rapporto del social: è questa la chiave di svolta, ma soprattutto avere in considerazione un criterio ed un equilibrio a cui tener conto”. L’episodio in cui la giovane Lori picchia la nuova fidanzata del suo ex ragazzo riporta alla mente gli atti vandalici perpetrati dalle "baby-gang" in giro per l'Italia. La violenza per gli adolescenti sembra ormai l'unica via percorribile e ciò provoca molti problemi all'ordine civile. Come è possibile porre freno a questo fenomeno sempre più radicato tra i giovani? “Bisogna dare attraverso la scuola e la cultura il senso della responsabilità, che non è una cosa campata in aria, ma nasce da una lenta pratica di riconoscere l’altro. Quando tu riconosci l’altro non vai a fare una cosa offensiva nei suoi confronti, perché l’altro esiste ed importa. Il rispetto altrui è il prodotto di una cultura, che deve essere trasmessa da scuole e famiglia. Quest’ultima deve permettere ed alimentare la realizzazione di una cosa: l’immaginazione, che ti fa capire gli altri e se capisci gli altri pensi che la violenza sia una cosa, non tanto contro legge, ma contro l’idea dell’altro. Poi naturalmente a volte non ci si riesce, ma se si lavora sull’immaginazione si sviluppa la comprensione delle ragioni altrui e la tolleranza. Non né faccio un discorso religioso, ma improntato solo sull’immaginazione, la quale non ti permette di fare azioni gratuite ed inutili”. Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018


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SOCIETA’ ‹‹

L’IMPEGNO DEI CATTOLICI IN POLITICA Dibattito nella Chiesa di San Marco all’Olmo ad Afragola

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di Antonio Boccellino

mpegno politico dei laici, necessità della formazione, visione delle difficoltà come sfide e non come ostacoli, e, soprattutto, sinodalità e popolarità, è il vademecum del cristiano per la politica, che è emerso in occasione del convegno “E’ tempo di impegnarsi”,: un meeting che si è tenuto, nella serata di venerdì 13 aprile, nella seicentesca Chiesa di San Marco all’Olmo. Già nel sottotitolo del programma - che riportava una delle massime di Paolo VI, “La politica è una delle forme più alte della carità perché cerca il bene comune”- il seminario annunciava la chiave di lettura che vede nell’impegno dei cattolici nella vita sociale una delle leve fondamentali per il progresso: invito, peraltro, che già Papa Francesco, in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Azione cattolica, ha ricordato, rivolgendosi ai giovani ed esortandoli a “mettersi in politica”, puntualizzando “nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!” Organizzata dall’Azione cattolica parrocchiale “San Domenico Savio”, la manifestazione ha visto come relatori Maria Rosaria Soldi, presidente diocesano dell’Azione cattolica di Napoli, Nicola Campanile, della Segreteria regionale MLAC, e Francesco Laudiero, catechista del Cammino neocatecumenale. Introduzione a cura di Angelo Boemio, presidente del gruppo dell’Azione cattolica di Afragola, che ha spiegato come “il tema scelto raccoglie un invito che il Papa ha dato all’Azione cattolica, a non stare nelle poltrone. a noi di uscire fuori, di impegnarsi, di aprirci al bene sociale” sottolineando come “attraverso queste iniziative si è scelto di dare il contributo alla vita sociale e alla vita comune.” A seguire il saluto del parroco, don Giuseppe Delle Cave, che ha ringraziato tutti i relatori per il loro impegno e la loro testimonianza nella vita quotidiana. Il reverendo si è, poi, soffermato sugli aspetti pastorali della politica: “Voglio introdurre con due pensieri: uno del compianto arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, e uno di Papa Francesco. Il cardinale Martini, in un suo famoso testo che è “Viaggio nel vocabolario dell’etica”, afferma che i laici, soprattutto in questo tempo, devono avere un grande spirito di discernimento e devono saper scendere in campo. Sarebbe disastroso se oggi molte persone oneste e volenterose si ritirassero. Noi come cattolici vogliamo incarnare la presenza di Cristo Risorto nella vita sociale perché fa parte del magistero sociale della Chiesa, invito che ha formulato anche Papa Francesco, in occasione dei 150 anni, dice che la politica tanto denigrata è una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune. Preghiamo il Signore che ci regali più politici che alzino lo sguardo e facciano gli interessi di tutti i cittadini.” L’evento è poi entrato nel vivo con il contributo dei relatori. Per Soldi “l’iniziativa di stasera rappresenta un po’ l’immagine concreta di ciò che l’Azione cattolica è stata ed è nellabvita di ciascuno di noi, nella vita del nostro Paese. E’ tempo di impegnarsi vuole dire che come laici, giovani, adulti, ci siamo e vogliamo servire il bene delle nostre città e del nostro Paese. In quest’ottica, diventa necessario non trascurare nei nostri i cammini formativi parrocchiali ordinari, i temi della Dottrina Sociale della Chiesa, perché non risultino appannaggio di pochi o “esperti”, ma diventino linguaggio comune di ogni battezzato, chiamato a rispondere alla vita politica come partecipazione attiva alle sorti della propria città.” La presidente ha, poi, citato Papa Francesco: “Voglio un’Azione Cattolica tra la gente”, ricordando i cinque verbi che il Pontefice ha tracciato nell’Evangeli Gaudium nel delineare la Chiesa in uscita: 1. Prendere l’iniziativa; 2. Coinvolgersi; 3. Accompagnare; 4. Fruttificare 5. Festeggiare- suggerendo due orientamenti - la sinodalità e la popolarità - per avviare processi virtuosi che vedono i cattolici discepolimissionari, protagonisti dell’oggi”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il discorso di Campanile che ha testimoniato il suo impegno politico e delineato una sintesi del cammino politico dell’Azione cattolica nel secondo Novecento: “Dopo Anno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018

un periodo critico della politica, negli anni ‘90 la Chiesa torna a collaborare con l’Azione cattolica affinché si impegni nel servizio al cittadino e il primo Presidente nazionale che operò in tal senso fu l’onorevole Cananzi. Da segnalare anche il contributo dell’Associazione Argomenti 2000, fondata da Ernesto Preziosi, e al Laboratorio diocesano Filippo Luciani, che forma socialmente e politicamente i soci di ac e tutti i laici Cattolici che vi abbiano interesse”. A seguire le parole di Francesco Laudiero che ha sottolineato come “l’impegno politico dei Cattolici deve fare riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, nella quale si parla di servizio nei confronti dell’uomo. I politici dovrebbero tutti conoscerla perché contiene le linee guida di questo importante compito. Affinché la politica sia davvero capace di rendere questo servizio, è necessaria una Fede adulta, cioè una coscienza illuminata da Dio. Paolo VI ha parlato di politica come una delle più alte forme di carità probabilmente perché sapeva bene che la carità è mite, è paziente, non cerca il proprio interesse e queste dovrebbe essere pure le qualità del buon politico”. Per finire l’intervento del sindaco di Afragola, onorevole Domenico Tuccillo: “Rispetto agli interventi dei relatori c’è veramente poco da aggiungere. Questo è un tempo in cui c’è bisogno di testimonianze. Il tema della relazione con l’altro è il centro della politica. L’accoglienza dell’altro. Quanto più oggi viviamo in una società di intense trasformazioni tecnologiche, una società liquida, per dirla con un noto sociologo. Ci deve essere un’osmosi più intensa e più forte tra la politica è la passione le soluzione razionalmente possibili e la sofferenza per quelle impossibili. Nel nostro lavoro spesso la nostra azione non riesce a rispondere in pieno alla domanda sociale dei cittadini, alle loro aspettative. Ma dobbiamo sforzarci di farlo altrimenti prevale la rassegnazione o il qualunquismo”. Il primo cittadino ha ricordato poi alcuni illustri appartenenti all’Azione cattolica, come Giuseppe Toniolo, Piergiorgio Frassati e Vittorio Bachelet che, per il loro impegno e la loro determinazione alla vita civile, rappresentano ancora degli insuperati modelli per il nostro Paese. All’incontro ha preso parte una larga maggioranza della classe politica cittadina, ad iniziare da Antonio Pannone, presidente del Consiglio comunale, e una larga rappresentanza di giovani delegati dell’Azione cattolica, tra cui la giovane Teresa Grano, educatrice parrocchiale e membro dell’equipe ACR a livello diocesano, che ha sottolineato come “l’iniziativa di stasera sia stata un’esperienza arricchente e formativa, in particolare per i giovani, per il servizio che possono dare sul territorio e alla cittadinanza.” Nel corso del meeting sono stata proiettate alcune slide con i momenti più significativi dei festeggiamenti del 150 anniversario della fondazione dell’Azione cattolica: ed in particolare, il discorso pronunciato da Papa Francesco in piazza San Pietro, nell’udienza tenutasi lo scorso aprile 2017, compresa qualche battuta di incoraggiamento per fare politica “E non mettersi comodi in poltrona, questo ingrassa e fa male al colesterolo!” C o g i t o • 19


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›› RELIGIONE

In corso le celebrazioni per l’Evangelista

AFRAGOLA IN FESTA PER S. MARCO La tradizione vuole che sia passato per queste terre nel primo secolo dopo Cristo. Si rinnova anche l’appuntamento con la Sagra storica delle polpette con la “cappoccia”

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di Luca Boccellino

’ in corso una delle feste patronali più importanti del- delle campane” alle 6 a cui sono seguite la traslazione della stal’area a Nord di Napoli: la festa di San Marco ad Afra- tua di San Marco in piazza e poi la solenne celebrazione con gola. Uno degli avvenimenti cittadini, che si tramanda monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, e la benedida secoli, e che vede accorrere sempre migliaia di fedeli anche zione dei vessilli di San Marco, animata dalla corale San Marco. da altri comuni; tutti a omaggiare l’Evangelista che, secondo la Successivamente la statua del Santo e il busto reliquiario ha attradizione popolare, passò per Afragola, nel I secolo dopo Cri- traversato il quartiere accompagnato dalla Banda musicale ‘Disto, per annunciare il Vangelo; e si sedette sulla “Pietra dei Mi- visione Musicale Afragolese’’. Per tutti i giorni a seguire ci sono state celebrazioni speciali racoli” ancora presente nella alle spalle del medioevale complesnelle due Chiese afragolesi dedicate a San Marco. Oggi, sabato so monumentale di San Marco in Sylvis risalente al 1179. 5 maggio, nel pomeriggio, avrà inizio la Il parroco, don Peppino Delle Cave, processione con le statue dei Santi Marco anche quest’anno ha predisposto un ricco ed Espedito per il Rione Saggese fino al programma che prevede non solo moconfine con Casalnuovo. In serata spazio menti religiosi, ma anche una kermesse alla trentunesima Sagra storica delle polcon concerti, luminarie e attrazioni varie. pette con la cappoccia (e palle’ Santu Si è iniziato martedì 24 aprile con la Marc) in piazza San Marco all’olmo e Messa delle 9 e la recita della Coronella spettacolo del corso di ballo parrocchiale. del Santo. A seguire, nel pomeriggio è Celebrazioni liturgiche e processione delstata officiata una Santa Messa pontificale le statue dei Santi per le vie cittadine anpresieduta da monsignor Gennaro che nella giornata di domenica che si Acampa, vescovo ausiliare di Napoli, con concluderà con la Sagra e con la celebraconferimento del Sacramento della Cresizione di una Messa presieduta dal vescoma. Mercoledì 25 aprile, nel giorno della Don Peppino Delle Cave vo emerito di Acerra, Giovanni Rinaldi, solennità del Santo, c’è stato il “Risveglio al termine della quale si procederà alla ritirata in parrocchia dei Santi patroni accompagnati dal popolo di Dio e dalla Banda Musicale “DMA”. “Ringrazio il diacono Antonio Barisciano; la Pia Unione San Marco; l’U.C.O. Santi Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II; l’Azione cattolica ed il Cammino neocatecumenale; le attività Piante e fiori di Giovanni Di Maso per l’impegno che hanno messo anche quest’anno per la riuscita della festa” ci ha detto don Peppino delle Cave, da oltre trent’anni alla guida della comunità.

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CULTURA ‹‹

Un’altra dimenticanza dopo quella di Caivano con Peppino De Filippo

CAVALCANTI...CHI ERA COSTUI? Ippolito Cavalcanti, nobile afragolese, è considerato il padre della cucina napoletana. Gli hanno dedicato strade e scuole in giro per l’Italia e il Mondo, ma non ad Afragola

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el numero scorso abbiamo ricordato il fortissimo legame di Peppino De Filippo con Caivano, un legame che non è ricordato adeguatamente visto che non c’è neanche una strada dedicata all’attore e autore che ha conquistato intere generazioni con il suo talento, da solo e insieme ai fratelli, Eduardo e Titina, o a Totò. Ma il caso di Peppino non è isolato. Sono tanti i personaggi che meriterebbero di essere ricordati per il loro legame con i comuni dell’area a Nord di Napoli, ma non lo sono. Questa volta abbiamo deciso di ricordare la figura di un afragolese conosciuto nel Mondo, ma non nella sua città d’origine: Ippolito Cavalcanti. A lui sono dedicate strade e scuole in giro per l’Italia e nel Mondo, ma non ad Afragola. Lo facciamo con le parole di Franco Pezzella dell’Istituto di studi atellani. Ippolito Cavalcanti è una singolare figura di nobile afragolese poco o quasi sconosciuto ai conterranei. Il solo Luigi Piccirilli e Gaetano Capasso lo citano in brevi scritti apparsi su periodici o pubblicazioni a carattere locale. Al profilo dettato dai due studiosi di storia locale, aggiungo ora il mio apportando qualche notiziola in più con la speranza di appagare la curiosità del lettore. Futuro duca di Buonvicino, titolo nobiliare concesso nel 1795 alla sua famiglia per «Reale Benevolenza», come lui stesso avrebbe più tardi scritto, Ippolito Cavalcanti era nato ad Afragola il 2 settembre del l787. Il padre, Guido Cavalcanti, omonimo e discendente di quel Cavalcanti, amico di Dante e poeta anche lui del dolce «stil novo», era stato inviato ad Afragola da Napoli - dove “era nato da un ramo cadetto della famiglia trasferitosi prima dalla Toscana in Calabria, e poi da qui nella città partenopea – in qualità di Governatore Regio di cappa e spada, importante incarico giudiziario dell’epoca. Il duchino, dopo lungo periodo passato a Napoli a educarsi, si dedicò, quasi fino ai cinquant’anni, ad amministrare il proprio patrimonio e a svolgere «i suoi doveri di NobilAnno XXV - numero 419 - Sabato 28 Aprile 2018

tà”, doveri che non cessò, a detta del suo biografo Pietro Martorana (Notizie biografiche, Napoli, l874), nel prosieguo della sua vita dedicata a scrivere un opuscoletto sul Ruolo dei Cavalieri conventuali e serventi d’Armii del Sovrano Ordine Gerosolimitano, ect. (introvabile); e un libretto tascabile intitolato Esercizio di cristiana virtù, con vari salmi, canti ed inni dedicati alla Vergine, tradotti in versi edito a Napoli per i tipi di Bore e Bompard nel 1811, con dedica a Isabella di Borbone, madre del sovrano; ma soprattutto a scrivere e a riscrivere ben otto edizioni di cucina: La Cucina teorica pratica con Corrispondente Riporto. Un trattato che non si limita, come sembrerebbe suggerire il titolo, solo a un’arida elencazione di ricette e consigli pratici; e che, invece, attraverso il racconto di feste e banchetti, la codificazione sul modo di disporre e presentare le portate, le disquisizioni sulla quantità e la qualità dei cibi. In elogio al padrone di casa e ai suoi commensali, ci tramanda anche uno spaccato della vita sociale dell’epoca, sia pure quasi del tutto attinente alla Corte e all’ambiente a essa circostante. Apparso per la prima volta nel 1837, il Trattato è, infatti, riservato prevalentemente alla cucina nobile e soprattutto a tutto quanto ruota attorno al banchetto; quantunque nella seconda edizione, quella del 1839, nella sesta parte del libro, scritta in napoletano, l’autore non manchi di discorrere circa i pranzi «de li santi juorni», dalla Domenica delle Palme a Natale. A ogni buon conto, anche in questo caso, non si discorre, come si potrebbe pensare, di cucina popolare; semmai di cucina «possibile» ai meno abbienti in occasione delle grandi ricorrenze. Quanto alle ragioni per cui il duca, che aveva mostrato, come abbiamo visto, altre e più ambiziose velleità letterarie - senza peraltro mietere grandi consensi - si fosse così vivamente dedicato a scrivere di un argomento «minore», qual era, allora come adesso, la gastronomia, si può ipotizzare che egli, appassionato d`arte culinaria, fosse stato oltremodo sollecitato in questa impresa dal desiderio di emulare i vari Platina e Scappi, Cristoforo da Melisburgo, Stefani e soprattutto il Corrado, che, prima e meglio di lui, avevano prodotto per le rispettive corti molti esempi di libri di cucina, anche se con intenti più chiaramente e squisitamente umanistici rispetto al nostro esperto culinario di due secoli fa. C o g i t o • 21


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›› SPORT

Conclusa l’ottantaquattresima edizione della Coppa Caivano

UNA STORIA SEMPRE VIVA La storica gara ciclistica è diventata la tappa conclusiva del Giro della Campania femminile. In passato ha tenuto a battesimo i ‘mostri sacri’ del ciclismo italiano, tra cui Learco Guerra

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di Antonio Trillicoso

’ Martina Alzini la vincitrice della terza e ultima prova del Giro della Campania in Rosa e quindi dell’83° edizione della Coppa Caivano. Ma è Elena Pirrone, campionessa del mondo su strada e contro il tempo junior 2017, la vincitrice della quarta edizione del “Giro della Campania in Rosa”. La forte portacolori dell’Astana Women’s Team, vincitrice della prova caivanese, si è lasciata alle spalle la veneta Nadia Quagliotto (G.S. Top Girls – Fassa Bortolo) ed Elena Franchi (Conceria Zabri – Fanini), prima nella spettacolare cronoscalata tra Amalfi e Ravello. Questa ultima prova della corsa organizzata da Salvatore Belardo, quindi, è stata vinta dalla milanese di Parabiago Martina Alzini (Astana Women’s Team) che, nello sprint finale sul corso Umberto di Caivano, ha battuto la figlia d’arte Martina Fidanza (Eurotarget – Bianchi – Vitasana) e la francese Laura Asenico (Comite Auvergne – Rhone Alpes). La Coppa Caivano, organizzata dall’Unione sportiva Boys Caivanese, è una prestigiosa gara ciclistica, antica quanto il Giro d’Italia che inizierà tra qualche settimana e attraverserà la penisola. Learco Guerra Una gara sempre molto ambita dai campioni dello sport a due ruote e del panorama ciclistico che ha visto gareggiare grandi campioni di livello mondiale come Learco Guerra, Alfredo Binda, Maurizio Fondriest, Giuliano Figueras, Pasquale Muto, Bernardo Riccio ed Eros Poli.

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Più volte il circuito della Coppa Caivano è stato usato per qualificazioni ai mondiali e alle olimpiadi. Tappa del Campionato italiano Militare e da qualche anno tappa del Giro della Campania in Rosa. Elena Pirrone, quindi, si è portata a casa la Maglia Azzurra (Bce Gruppo Silvestre srl) di leader della classifica generale elite, a Elena Franchi è stata consegnata la Maglia verde (FEAN) come miglior scalatrice, a Francesca Baroni (Vallerbike) è stata fatta indossare la Maglia ciclamino (SELLE SMP) riservata alla leader della graduatoria dei traguardi volanti, mentre Vittoria Guazzini si è aggiudicata la Maglia bianca (Banca Campania Centro) di miglior junior, precedendo in classifica generale la campionessa italiana allieve 2017 Camilla Alessio (Team Lady Zuliani) e la transalpina Dilyxine Miermont (Comite Auvergne – Rhone Alpes). Come sempre se la ‘corsa’ riesce a organizzarsi è solo grazie all’impegno profuso da tanti appassionati del ciclismo ma in particolar modo al signor Giuseppe Celardo, più volte presidente della corsa. A Mimmo Costanzo, infaticabile anima della ‘Coppa’. Ricordiamo che quest’anno il presidente della gara ciclistica di Caivano è stato Pio Brianese che è riuscito a far entrare nel circuito della Giro della Campani in Rosa la ‘Coppa Ciavano, assicurandogli un risvolto e una vetrina nazionale.

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SPORT ‹‹

Chiusa la stagione per le squadre di calcio dell’area a Nord di Napoli

BILANCIO POSITIVO L’Afragolese evita un turno di play off e si proietta verso la semifinale con il Pozzuoli. Buono il campionato della Frattese, mentre le squadre di Casalnuovo si salvano tranquillamente

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di Pasquale Porzio

o scorso weekend si è conclusa la regular season nel Girone a del Campionato campano di Eccellenza. Oltre all’aritmetica promozione in serie D raggiunta dal Savoia diverse settimane fa, l’ultimo turno di campionato ha emesso verdetti importanti in vista dei play-off. La classifica finale testimonia la forza dell’Afragolese, squadra esperta e attrezzata, seconda in solitaria, e molto distaccate la Puteolana e il Casoria Calcio, anch’esse però in orbita playoff, poiché occupano rispettivamente la terza e la quarta posizione.

“linea verde” convocando giovani promettenti classe 2000, nulla hanno potuto al 20’ del secondo tempo, quando Aliyev ha approfittato di un errore difensivo e ha trafitto Fusco. Questa sconfitta non altera la voglia di migliorarsi nel prossimo anno calcistico da parte della società di Rocco D’Errico che ha intenzione di allestire una rosa ancor più competitiva per puntare a traguardi più prestigiosi nel prossimo campionato. Un nome da cui ripartire è sicuramente quello di Giuseppe Allegretta, capace di realizzare 16 gol e tantissime ottime prestazioni, suggellate da assists e giocate da capogiro.

Tuttavia, secondo il regolamento valido per la stagione 2017/2018, dato che l’Afragolese ha più di dieci punti di distacco dalla quinta in classifica, la Frattese, i play-off non verranno disputati. Saranno considerate vincenti le squadre meglio classificate al termine del campionato e il secondo turno si giocherà in ogni caso, vedendo contrapposte l’Afragolese e la Puteolana. Una delle due squadre, dunque, rappresenterà la Campania negli spareggi nazionali, scontrandosi con la vincente dei play-off in Eccellenza siciliana. Le date della semifinale sono: il 20 maggio per l’andata ed il 27 maggio per la gara di ritorno. Ritornando alla trentesima ed ultima giornata di Eccellenza, l’Afragolese ha dato continuità di risultato, vincendo per 0-3 in casa della Maddalonese, ottava forza del campionato. Allo stadio “Cappuccini” di Maddaloni, hanno deciso il match i soliti giocatori fulcro di mister Coppola: prima Incoronato, bomber di razza, poi il fantasista Manzo, autore di ben 21 reti, ed infine Del Sorbo, anche lui molto prolifico quest’anno visti i 18 sussulti stagionali. Il presidente, Massimo Esposito, può dirsi soddisfatto per il risultato play-off raggiunto, evitando per giunta il primo turno visto l’ampio divario con la Frattese. Quest’ultima ha terminato la sua stagione con una sconfitta che non rispecchia la qualità di gioco proposta durante l’anno, anche se il quinto posto è la giusta riconoscenza per una neo-società, composta da giovani imprenditori locali, nata nel giro di qualche giorno a poca distanza dall’avvio dei campionati. Al “Borsellino” di Volla è andato in scena l’ultimo atto del campionato nerostellato, non fortunato vista la sconfitta di misura rimediata contro il Virtus Volla. I ragazzi di mister Ciaramella, che ha adottato in queste ultime partite un’interessante

Passando alla Promozione, il Comprensorio Casalnuovese ha agguantato una salvezza preziosissima grazie alla vittoria per 21 contro il Virtus Liburia. Decisiva la doppietta di Di Tuccio, che ha annullato la rete della Liburia ad opera di Angelino. Si tratta di un vero e proprio miracolo sportivo, se si pensa che è arrivato in virtù della sconfitta del San Vitaliano per 3-1 contro il Marcianise. L’altra squadra di Casalnuovo, ovvero l’Olimpia, sicura di una buon piazzamento in classifica, ha vinto 0-5 l’ultima parte di campionato contro il Puglianello, squadra ai play-out. Nel pirotecnico risultato Iorio ha contribuito con una splendida tripletta, mentre si sono iscritti al tabellino della gara anche Caccavale e Romano. I tifosi di Casalnuovo, quindi, possono stare tranquilli: l’anno prossimo entrambe le squadre militeranno in Promozione. Infine il Cardito Calcio ha consolidato il suo nono posto in Prima categoria, vincendo l’ultima gara al “Papa” per 5-1 contro il Gescal Boys Marano. Una stagione tranquilla per una squadra che aveva questo obiettivo: la salvezza. Bilancio positivo per le società a Nord di Napoli, quindi. Hanno dato spettacolo durante l’anno e hanno dimostrato ancora una volta il loro immenso valore! Va fatto un “in bocca al lupo” all’Afragolese e una “buona fortuna” per l’anno che verrà a Frattese, Cardito Calcio e alle due squadre di Casalnuovo. Finisce definitivamente invece l’esperienza della Frattese che ha disputato il campionato nazionale dilettanti. Sembra ormai certo che il divorzio da Frattamaggiore sarà ufficializzato e la squadra, che già quest’anno, non ha giocato al Pasquale Ianniello, si trasferirà a Ponticelli.

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