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Anno XXIII - n. 394 - Sabato 15 Ottobre 2016

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É solo forza della natura?

- Città metropolitana Ecco i vincitori e gli sconfitti del voto

- Casalnuovo Proteste dei cittadini contro la Gori

- Università Quattro afragolesi nella scuola Apple


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›› Lettere al direttore

Sossio Farina: Ecco perché ho rinunciato all’Assessorato Egregio direttore, le chiedo ospitalità per spiegare i motivi per cui non ho accettato l’incarico di Assessore a Frattamaggiore. Sembra che, nella mia città, rinunciare alla carica di Assessore sia uno scandalo. Il mio impegno politico, prima nella Margherita e poi nel partito democratico, nel corso degli ultimi dieci anni, è stato caratterizzato da assoluto disinteresse. Non ho mai beneficiato di incarichi e prebende, lavorando da militante politico, a fianco dell’Amministrazione Russo. Ringrazierò sempre il sindaco Marco Antonio Del Prete per l’opportunità che mi ha offerto, proponendo il sottoscritto nell’estate del 2015, all’Assemblea dei Sindaci del Consorzio cimiteriale tra i Comuni di Frattamaggiore, Grumo Nevano e Frattaminore, alla Presidenza del Consiglio d’Amministrazione dello stesso Consorzio cimiteriale. Ritengo di aver svolto tale ruolo con dedizione e correttezza amministrativa, cercando sempre di lavorare nell’interesse dell’Ente e dei cittadini. Invece si è voluto, strumentalmente, allo scopo di minare il mio rapporto con il Sindaco, accreditare l’idea di una Presidenza di parte, al servizio dei cosiddetti consiglieri

“russiani”. Il sindaco, Marco Antonio Del Prete, sa bene, che il sottoscritto lo ha sostenuto apertamente e lealmente in campagna elettorale, e tale è stato anche il comportamento dei cosiddetti consiglieri “russiani”. A me interessa esclusivamente che il partito democratico e il centrosinistra continuino a governare Frattamaggiore attraverso, ovviamente, personalità diverse. Non nascondo che, durante il mio mandato di Presidente del Consorzio cimiteriale, si è prodotta tra me e il Sindaco una divergenza, circa l’assetto di direzione amministrativa dell’Ente. Una divergenza dolorosa che ha causato una lacerazione del rapporto fiduciario tra me e il capo dell’Amministrazione comunale, nonostante che la soluzione che ho preferito soddisfacesse tutte le esigenze di competenza ed economicità. Ritengo che tale frattura non sia ad oggi sanata. La reciproca fiducia è, a maggior ragione, indispensabile, per poter coadiuvare il Sindaco nell’attività della Giunta comunale. Pertanto è il vulnus creatosi che mi ha impedito di accettare l’assessorato offertomi dal Sindaco. Si è invece blaterato, in modo anche ingiurioso, di un volgare mercanteggiamento, che avrei inscenato, sulla consistenza e sul peso delle deleghe. Non avrebbe alcun senso misconoscere l’importanza della delega all’urbanistica, di cui sono ben conscio, né ho alcun interesse personale o familiare da tutelare con la delega ai lavori pubblici. Ricostituito un autentico rapporto fiduciario con il Sindaco, accetterei anche la delega “ai tempi della città”. Ho ritenuto quindi, alla luce del sopraggiungere anche di impegni personali, che serietà e lealtà mi imponevano di rinunciare alla proposta del Sindaco. Ing. Sossio Farina

Per le tue lettere al direttore, invia una mail a redazione.cogito@libero.it

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L’EDITORIALE ‹‹

L’importanza della prevenzione Nello scorso numero, il primo dopo la tradizionale pausa estiva, abbiamo provato a capire quanto sono sicure le scuole dove vanno i nostri figli e non abbiamo trovato le risposte che chiedevamo. O meglio, abbiamo avuto la conferma che ci aspettavamo: non ci sono stati controlli e lavori per mettere in sicurezza gran parte delle scuole e, al tempo stesso, in molti casi, non abbiamo trovato la necessaria attenzione da parte delle Amministrazioni comunali che sembrano poco interessate a temi come questi, nonostante le drammatiche immagini del terremoto che ha colpito alcuni comuni dell’Italia centrale abbiano dimostrato quanto sia importante il controllo e la prevenzione in zone a rischio sismico come quelle in cui viviamo. Purtroppo, sembra che non ci sia voglia di preoccuparsi della sicurezza delle nostre città e si tende a sottovalutare i rischi che si corrono quando non c’è la necessaria attenzione verso la prevenzione. Il problema della sicurezza è tornato d’attualità anche nei giorni scorsi quando una tromba d’aria ha provocato centinaia di migliaia di euro di danni in alcuni dei comuni dell’area a Nord di Napoli. Solo un miracolo, per chi crede, o il destino, per chi è ateo, ha evitato una tragedia perché i tanti oggetti volanti non hanno colpito persone, ma solo auto e altri oggetti. E le case che hanno perso pareti e tetti non hanno ferito gli occupanti, né chi si trovava nelle vicinanze. Ma, una volta passata la paura e messo in sicurezza tutti i luoghi e le persone coinvolti, è lecito chiedersi se i danni registrati sono frutto della forza della natura o se, invece, ha influito in qualche modo il comportamento dell’uomo. Tutti gli alberi sradicati erano stabili o erano comunque pericolanti e danneggiati? Erano stati controllati? Le tettoie, i tetti, le mura, i cancelli e tutto quel che è volato via erano stati realizzati nel pieno rispetto delle norme create per garantire sicurezza? Ci sono stati i controlli previsti da parte delle Istituzioni? L’emergenza nell’emergenza, con cumuli di amianto volati nelle strade, poteva essere evitata se si fosse avviato un programma di smaltimento di massa? Sono domande a cui bisogna dare una risposta. E, soprattutto, quel che è successo, le immagini di Frattaminore sconvolta dalla tromba d’aria dovrebbero spingere a cominciare a guardare con maggiore attenzione ai programmi di controllo e

prevenzione sul territorio cittadino perché, a piangere i morti e contare i danni siamo bravi tutti, mentre la qualità delle Istituzioni si vede nella prevenzione e nell’attenzione che si presta a questi temi. L’augurio è che la lezione della natura sia servita a qualcosa e che le Amministrazioni locali comincino a pensare sul serio alla prevenzione.

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

L’abitudine rende sopportabili anche (Esopo) Editrice Cogito srl le cose spaventose Fotoreporter: di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta

QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Vice direttore Antonio Trillicoso

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

Collaboratori Angelica Argentiere, Antonio Boccellino, Antonio Cerbone, Lina Cristofaro, Marina Esposito, Antonio Fioretto, Carmela Garofalo, Simona Granato, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Floriana Stile, Teresa Turino, Linda Scuotto, Vittorio Santoro.

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Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S.Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357 Cogito • 3


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›› PRIMO PIANO

I risultati alle elezioni per la Città metropolitana

Tre eletti a Nord di Napoli Entrano nel Consiglio metropolitano Caiazzo e Iorio per Forza Italia e Cirillo per il Pd. Il sindaco metropolitano, Luigi de Magistris, dovrà trovare la maggioranza nell’aula consiliare i sono concluse alle 20 di domenica 9 ottobre le operazioni di voto nelle due sottosezioni elettorali costituite nella sede della Città Metropolitana di piazza Matteotti a Napoli. In quella stessa sede che ha ospitato, per due secoli, la Provincia di Napoli. Si è votato per l’intera giornata nella sala “Mariella Cirillo” e nella sala “Paolo Borsellino”per il rinnovo del Consiglio metropolitano. Grandissima l'affluenza, pari al 94% con la presenza di 1450 voti a fronte dei 1537 grandi elettori aventi diritto perché siamo di fronte a un’elezione di secondo livello. Per risparmiare, infatti, sono stati cancellati i Consigli provinciali elettivi, affidando il compito di scegliere i Consiglieri metropolitani alle assemblee elettive e ai Sindaci dei Comuni che fanno parte di quell’area metropolitana. I candidati erano 87 dvisi in 6 le liste e, alla fine delle operazioni di spoglio, sono stati eletti 24 Consiglieri che entreranno nell’aula consiliare di Santa Maria La Nova, ma se esistono programmi nessuno li ha visti, esaminati, discussi. Grande vittoria della lista Con De Magistris, la lista annessa al Sindaco della Città metropolitana con 9 seggi attribuiti, a seguire il Pd con 7 Consiglieri, Forza Italia con 5, mentre gli altri 3 seggi disponibili sono andati a Movimento 5 stelle, Napoli Popolare e Noi Sud. Dal voto non è emersa una maggioranza e de Magistris dovrà necessariamente cercare e creare alleanze con altri gruppi o con singoli Consiglieri. E’ andata bene ai candidati dell’area a Nord di Napoli. Sono rimasti fuori Raffaele Falco, consigliere comunale di Afragola, Salvatore Sassone, consigliere comunale di Casalnuovo, e Angelo Marzano, consigliere comunale di Caivano. Tutti eletti gli altri can-

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di Angelica Argentiere didati della zona: il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, con il Pd, e i consiglieri comunali di Afragola, Antonio Caiazzo, e di Casalnuovo, Katia Iorio con Forza Italia. Per il segretario provinciale del partito democratico, Venanzio Carpentieri “si tratta per il Pd di un risultato straordinario, in considerazione del fatto che, rispetto al 2014, dovevamo colmare un gap di partenza di circa 3300 voti. Grazie all’ottimo lavoro compiuto nei Comuni della provincia, confermiamo una presenza consistente del Pd all’interno del Consiglio metropolitano. Il tutto con buona pace di quanti avevano pronosticato per il Partito democratico un esito infausto in questa competizione, operando perché l’ipotesi si realizzasse. E’ un risultato che ci soddisfa e dal quale ripartiremo per creare le condizioni per la piena attuazione della riforma Delrio e per il definitivo decollo della Città metropolitana. Un ringraziamento a tutti i candidati per avere contribuito al risultato complessivo della lista, ai neoeletti consiglieri del Pd e all’intero Consiglio metropolitano l’augurio di un proficuo lavoro”. Il coordinatore di Forza Italia della provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, invece, ha detto: “Siamo soddisfatti per risultato ottenuto alla Città metropolitana di Napoli, ora ci prepariamo a riprendere un lavoro che sappiamo essere difficile, partendo dall’emergenza Ctp, azienda che avevamo risollevato quando abbiamo amministrato la Provincia e che oggi versa in crisi profonda con gravissimi disagi per lavoratori e cittadini. Anche lo sblocco dei 35 milioni di euro che in Provincia avevamo stanziato per la viabilità, risorse rimaste inspiegabilmente ferme nonostante l’emergenza buche e allagamenti, sarà un'altra delle nostre priorità assolute”. Soddisfatto per il risultato della sua lista il sindaco metropolitano, Luigi de Magistris: “Confido in un Consiglio forte che vivrà una sfida importante nei prossimi mesi: se puntare

Antonio Caiazzo

Giuseppe Cirillo

Katia Iorio

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Il sindaco della Città metropolitana, Luigi de Magistris, dovrà trovare accordi e intese nel Consiglio metropolitano sulla Città metropolitana oppure continuare come finora è accaduto da parte di governi nazionale e regionale di fare riforme e poi non considerarle”. La vera sfida che aspetta de Magistris e i Consiglieri, infatti, è quella di conquistare quei poteri che, al momento, sono negati alla Città metropolitana per evitare che continui a essere un Ente dalla poca praticità. Anche il sindaco di Afragola, Mimmo Tuccillo, presidente dell’Anci Campania e consigliere uscente del Consiglio metropolitano dove ha presieduto la Commissione statuto, alla vigilia del voto, in un’intervista a Cogito, per spiegare i motivi che lo vedevano lontano dagli accordi e dalla contesa per conquistare i voti necessari all’elezione, aveva detto che “la Città metropolitana, così come è, serve a ben poco”.

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Sono stati proclamati i 24 eletti al Consiglio metropolitano di Napoli. Nove gli eletti della lista Con de Magistris: David Lebro, Salvatore Pace, Francesco Iovino, Elena Coccia, Paolo Tozzi, Carmine Sgambati, Elpidio Capasso, Marco Ponticiello e Domenico Marrazzo. Il Partito democratico ha eletto 7 consiglieri: Giuseppe Jossa, Nicola Pirozzi, Giuseppe Tito, Michele Maddaloni, Giuseppe Cirillo, Alessia Quaglietta e Agostino Pentoriero. Sono 5 gli eletti per Forza Italia: Felice Di Maiolo, Antonio Caiazzo, Francesco Cascone, Katia Iorio e Rosario Ragosta. Un consigliere per Napoli Popolare (Raffaele Lettieri), così come per Noi Sud (Vincenzo Carbone) e per il Movimento 5 Stelle (Danilo Roberto Cascone) che fa il suo ingresso per la prima volta in Città metropolitana.

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›› CRONACA

Una tromba d’aria ha provocato centinaia di migliaia di euro di danni

Pochi minuti di terrore La città più colpita è stata Frattaminore, ma anche Crispano e Caivano hanno avuto problemi. Case sventrate e senza tetti e tanto amianto nelle strade. E altro aggiunto dai soliti sciacalli di Angela Finestra na manciata di minuti di puro terrore hanno vissuto gli abitanti di Frattaminore, Crispano, Caivano e in misura minore anche quelli di Frattamaggiore, quando, lo scorso venerdì 7 ottobre, intorno alle 12 del mattino, sono stati investiti da una vera e propria tromba d’aria che ha spazzato via tetti, alberi e pali della luce colpendo in alcuni casi auto in sosta. La tromba d’aria ha viaggiato per svariati kilometri sulla terra ferma, proveniente dalla costa di Baia Domizia, prima di manifestarsi in tutta la propria violenza devastante. Nel comune più colpito, quello di Frattaminore, le frazioni più interessate dall’evento sono state quelle di via Alveo del Rosario, nei pressi del distributore di carburanti Vesuvio Gas che ha subito ingenti danni, quella di via dei Cavalieri di Vittorio Veneto dove al civico 46 si è addirittura sfiorata la strage, infatti, dalla palazzina attigua al civico in questione, dall’altezza di circa 10 metri si è distaccata una tettoia di 50 mq che ha terminato il proprio volo ancora intatta nel cortile. In piazza San Maurizio e via Giovanni XXIII invece si sono registrati importanti danni alle persone e alle cose, vetture danneggiate dal distacco di tettoie e coperture di edifici, oltre che alberi sradicati e cartelloni pubblicitari divelti. Solo nel Comune di Frattaminore per portare i primi soccorsi sono dovute intervenire cinque squadre dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Napoli che hanno assistito la popolazione e i tecnici comunali nel gestire principalmente i condomini di una palazzina totalmente sventrata dalla furia del vento. Il bilancio finale a Frattaminore è stato di 3 feriti e, viste le immagini, poteva andare molto peggio. I sindaci e alcuni esponenti politici del comprensorio interessato dall’infausto evento meteorologico hanno cercato nell’immediato di rassicurare i propri concittadini; il sindaco di Frattaminore, Giuseppe Bencivenga, poche ore dopo l’evento ha voluto, attraverso facebook, fare un punto della situazione sottolineando come tutta la comunità fosse scossa, ma già al lavoro per ripristinare una condizione di normalità, ri-

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CRONACA ‹‹ loro intervento a Frattaminore e nei comuni vicini”. Problemi anche a Crispano dove alcune squadre del servizio manutenzione del Comune sono dovute intervenire per ripristinare la viabilità e ridurre i rischi dovuti alla caduta di alberi nei pressi della scuola media Quasimodo. Anche in via Cancello e nei pressi dello stadio comunale, personale in servizio presso il Comune è dovuto intervenire per la messa in sicurezza del territorio. Una grande collaborazione da parte di tutti afferma il Sindaco che ha permesso di garantire le attività scolastiche del giorno seguente. Sempre a Crispano nei pressi del parco “Il pino” in via Limitone, si sono vissuti interminabili secondi di paura con 6 alberi caduti, tra i quali anche un pino di circa 15 metri di oltre 40 anni di età, alcune vetture seriamente danneggiate dalla caduta di davanzali in marmo e guaine di copertura isolante dei terrazzi condominiali, rottura di vetri, tende da sole e veneziane volate

marcando, tra l’altro, un imminente incontro col prefetto Gerarda Pantalone per chiedere lo stato di calamità naturale. Purtroppo ogni tragedia piccola o grande che sia, porta dietro di se lo spettro degli sciacalli, persone senza scrupoli, che cercano di avvantaggiarsi dalle situazioni già di per sé critiche. A confermarlo l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Frattaminore, Alfonso Guida: “Nella notte successiva alla tromba d’aria, nelle strade del Comune atellano, alcuni gruppi di malfattori hanno volontariamente smaltito manufatti d’amianto cercando di confonderli tra i detriti non ancora prelevati dalle ditte incaricate dal Comune e dai volontari. È per questo ha continuato l’Assessore che l’Amministrazione frattaminorese è dovuta intervenire disponendo l’utilizzo di un drone per il controllo del territorio”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco Bencivenga che ha dichiarato “di aver disposto l’incapsulamento e la messa in sicurezza dell’amianto ritrovato in strada in opportuni sacconi, cosi come previsto dalle normative vigenti”. Per tutelare la pubblica e privata incolumità, inoltre, il Sindaco ha dovuto firmare 3 ordinanze sindacali che hanno disposto lo sgombero di tutti i residenti (circa 30 persone) degli appartamenti di via Alveo del Rosario 16 e 18 e la disposizione di una Unità di crisi per la gestione delle prime e più importanti urgenze. Nelle stesse ore anche il sindaco di Caivano, Simone Monopoli, ha affidato ai social un messaggio che ha avuto l’intento di rassicurare la cittadinanza: “Dopo i danni causati dal maltempo, sin da subito abbiamo effettuato dei sopralluoghi nei punti più sensibili. Stiamo predisponendo il ritorno alla normalità”. La tromba d’aria ha richiamato anche l’attenzione del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che, nei minuti che hanno succeduto i fatti, ha inviato una nota ufficiale alla Protezione civile regionale “per chiedere il Anno XXIII - numero 394 - Sabato 15 ottobre 2016

nei terreni circostanti, impianto di illuminazione e impianto di ricezione del segnale Tv parzialmente messo fuori uso. Un bilancio dei danni molto severo, tanto che i condomini affermano che vi siano stati nel solo condominio in questione circa 30.000 euro di danni. Anche a Crispano il sindaco, Antonio Barra, ha predisposto la richiesta dello stato di calamità naturale. Su tutto il territorio interessato dall’evento meteorologico non sono mancate le iniziative di solidarietà da parte di alcuni commercianti, soprattutto di Frattaminore e Frattamaggiore, che già dal pomeriggio del venerdì hanno dato ristoro agli sfortunati proprietari delle abitazioni danneggiate. È il caso del Mami Caffè e del locale Vamos Se Magna che rhanno offerto bevande e pasti caldi a coloro che avevano subito gli effetti devastanti della tromba d’aria, una prima e ideale spinta questa, dopo le tante “cadute” delle ore precedenti, che hanno dotato di forza tutta la comunità al grido “Frattaminore si rialza”. Cogito • 7


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›› POLITICA

Ancora problemi nella maggioranza ad Afragola

Si naviga “a vista” Il sindaco Tuccillo non riesce a dare l’accelerata che voleva alla sua Amministrazione. Restano i “mal di pancia” tra i Consiglieri comunali, ma nessuno vuole davvero dare le dimissioni di Antonio Cerbone d Afragola, Tuccillo continua a navigare a vista, diviso tra l’esigenza di dare un’accelerata all’attività amministrativa e la ricerca di un equilibrio nella maggioranza con il timore che possa realizzarsi il progetto ancora in essere di arrivare allo scioglimento del Consiglio comunale con le firme della maggioranza dei Consiglieri. A dire il vero, così come ha scritto nel suo editoriale il direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, nel numero scorso, “i mal di pancia si dimenticano quando ci si trova di fronte ad azioni concrete, quando c’è il rischio concreto di perdere la poltrona” e Tuccillo lo sa bene. Ecco perché, in fin dei conti, non si preoccupa più di tanto del rischio di arrivare allo scioglimento anticipato, anche perché nel centrodestra non c’è tanta voglia di andare al voto visto che ancora non c’è una guida certa e ci si sente ancora divisi tra la voglia di cambiare pagina e la nostalgia di un passato rappresentato da Nespoli e Castiello che, tra l’altro, tra loro non avrebbero più quel rapporto di fiducia che avevano costruito negli anni. E intanto l’attività amministrativa risente di queste difficoltà e anche la visita del ministro delle infrastrutture, Graziano Del Rio, che, annunciando l’apertura della stazione dell’alta velocità di Afragola per il prossimo 1 giugno 2017, doveva dare un po’ d’ossigeno all’Amministrazione comunale, s’è rivelata una sorta di boomerang visto che dall’opposizione sono cominciate le polemiche perché, di fronte all’avanzare dei lavori per la stazione, non c’è la stessa velocità nei lavori relativi alle opere che dovranno sorgere intorno alla stazione. E Tuccillo è dovuto correre ai ripari, ga-

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rantendo che non ci sono ritardi e che tutto procederà nei tempi previsti e che qualche rallentamento è legato alla nuova normativa nell’indizione e nella gestione delle gare di appalto. Ora c’è l’obbligo di accelerare i tempi anche perché pare che lo stesso Del Rio e i suoi collaboratori abbiano evidenziato i rischi che la stazione diventi una Cattedrale nel deserto se non ci saranno le opere compensative previste nei dintorni.

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POLITICA ‹‹

Continuano i problemi per l’Amministrazione Monopoli

Crisi profonda a Caivano La maggioranza cerca ancora un equilibrio e la dichiarazione di dissesto crea disagi. Problemi soprattutto per la scuola e l’assistenza. E intanto l’opposizione non si fa sentire di Mimmo De Simone n tunnel tunnel buio è quello imboccato dall’Amministrazione comunale di Caivano dopo la dichiarazione di dissesto economico. Problemi su problemi hanno messo in ginocchio la città già vessata da problematiche che da anni sono sul tappeto creando una situazione che non riesce a trovare vie di soluzioni per il blocco di qualsiasi attività, anche se la scuola e il settore dei servizi sociali sembrano essere quelli maggiormente in difficoltà. “Monopoli, che si era proposto nella campagna elettorale dello scorso anno come il ‘rivoluzionario’ per ridare finalmente un nuovo volto a Caivano, di fatto ha fatto sprofondare il paese in una crisi totale” accusano dall’opposizione. La scuola sta vivendo momenti di grandi difficoltà e tensioni e la vicenda della mensa lo dimostra. Così come abbiamo spiegato nel numero precedente, il servizio non rientra tra quelli essenziali e quindi non può essere garantito visto che non ci sono neanche i soldi per indire una gara d’appalto europea come prevede la legge. I dirigenti scolastici hanno provato a organizzarsi con associazioni dei genitori per fare loro una propria gara d’appalto, ma sta risultando particolarmente difficile assicurare un servizio che, specialmente per la scuola dell’infanzia, risulta essere determinante per il buon funzionamento del servizio. Proprio in questi giorni, comunque, sarebbe stata trovata una soluzione, tanto che la Giunta ha approvato una delibera in cui si danno delle indicazioni di massa al dirigente responsabile per avviare una gara e la refezione, il tutto a spese degli stessi genitori. Il condizionale, però, è d’obbligo, vista la situazione, anche se Monopoli pare sicuro di aver trovato la strada giusta: “Nonostante il dissesto finanziario riusciremo a garantire la mensa scolastica. Una notizia positiva che dimostra quanto l'impegno mio, dell'Amministrazione e dei Consiglieri comunali di maggioranza sia sempre al massimo per garantire comunque i servizi all'utenza. E per noi la scuola e il diritto allo studio restano una priorità. Abbiamo approvato in Giunta un atto di indirizzo al responsabile di settore al fine di garantire la refezione scolastica a costo zero per l'Ente. Di necessità virtù. Purtroppo i debiti accumulati dalle passate Amministrazioni stanno producendo oggi i loro effetti negativi. E tocca a noi risanare. Sono comunque soddisfatto perché nei paesi limitrofi, senza dissesto ma solo per alcune difficoltà di bilancio, per anni la refezione scolastica è stata cancellata. Il fatto che a Caivano la si garantisca in una drammatica situazione economica, penso che sia un risultato positivo. Oltre le polemiche, le strumentalizzazioni e la sterile "rincorsa al merito", con questa comunicazione intendo tranquillizzare i genitori degli alunni che in queste settimane hanno collaborato con l'amministrazione affinché si trovasse una soluzione nel rispetto della legalità. E così è stato. Adesso tocca al responsabile di settore mettere in pratica gli indirizzi della Giunta”. Ma la mensa non è l’unico problema. E’ di questi giorni, infatti, la notizia che il Comune non potrà pagare, almeno per adesso, le cedole librarie per gli alunni della primaria. Anche se alcuni librai stanno dando i libri con la promessa che, appena saranno emesse le cedole, verranno recapitate ai librai. Altri invece (la maggior parte e giustamente pensano tutti) si

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fanno pagare i libri garantendo il rimborso quando arriveranno le cedole dal Comune. Molte famiglie non possono permettersi questo esborso e quindi intere classi non hanno ancora i libri, soprattutto quelli delle primarie con conseguente ricaduta sul programma svolto dagli insegnanti che non avendo uno strumento importante sono costretti a rallentare. Anche i bambini disabili non potranno usufruire dell’assistenza materiale e neanche del servizio pulmino, “quindi questi bambini avranno difficoltà sia ad arrivare a scuola – dice una mamma di un ragazzo disabile - sia durante l’orario scolastico poiché il ruolo dell’assistente materiale è fondamentale per questi bambini visto che il loro ruolo è quello di portarli in bagno, farli mangiare, bere o addirittura cambiare loro il pannolino: funzioni indispensabili”. Una situazione paradossale che sta mettendo a dura prova il funzionamento regolare delle scuole che di per sé sono già colpite dai tagli decisi dal Governo nazionale. Nel settore assistenza, invece, si registra la protesta delle ragazze madri che da tempo non ricevono il sussidio che gli spetta. Hanno preso d’assalto la sede del Comune e c’è voluto un bel po’ per calmarle e poterle alla ragionevolezza. Problemi ci sono anche nel settore ambientale, con roghi e sversamenti illeciti, per non parlare della pulizia delle strade che lascia a desiderare da tutti i punti di vista. Gli assessori della nuova giunta non sembra che stiano portando i frutti sperati, mentre i dirigenti comunali gestiscono, come sempre hanno fatto, senza nessun indirizzo politico le risorse comunali. Manca del tutto anche la compattezza della maggioranza che continua a essere divisa su tutto e il Sindaco pare che non abbia il controllo della situazione, come dimostra il suo appello caduto nel vuoto a votare l’unico candidato caivanese al Consiglio della Città metropolitana, Angelo Marzano. E, di fronte a tutto questo, però, l’opposizione fa poco o niente. Ormai non si ritrovano neanche quei manifesti che, in qualche modo, davano un segnale di presenza. Per molti, quest’assenza dell’opposizione potrebbe venir meno quando il pd nominerà i nuovi vertici cittadini. Staremo a vedere. E questo deprime ancora di più cittadini e cittadinanza che non si vede garantito in consiglio comunale e nelle altre sedi istituzionali. Cogito • 9


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›› POLITICA

Ancora malumori nella maggioranza a Frattamaggiore

La Giunta non guarisce i “mal di pancia” Il sindaco Del Prete, come previsto, ha confermato solo gli uscenti Maisto e Pedersoli. Polemiche per il “gran rifiuto” di Sossio Farina e resta vuota la poltrona del settimo Assessore di Angelica Argentiere l sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, ha parchi urbani e giardini, smart city e innovazione tecnologica nominato la nuova Giunta, ma non ha guarito tutti i “mal ed e-governament. Diverse le spiegazioni date per giustificare di pancia” della maggioranza. il “gran rifiuto” e lo stesso Farina ha provato a fare chiarezza Ma, andiamo con ordine, cominciando con i nomi dei nuo- con una lettera aperta al nostro direttore che abbiamo pubblivi Assessori. Conservano il posto Giuseppina Maisto, vice sin- cato a pagina 2. La sua poltrona in Giunta, intanto, è rimasta daco, con deleghe alla pubblica istruzione, cultura, arte, pari vuota in attesa di un nuovo nome e resta il malumore dei due opportunità e cultura della legalità, e Giuseppe Pedersoli, con consiglieri comunali del Pd, Marisa Tecla Auletta e Aniello di deleghe alle politiche strategiche, programmazione economica, Marzio, che hanno precisato che sono in maggioranza, ma vofinanze e tributi, patrimonio, valorizzazione delle risorse del teranno in piena libertà i provvedimenti che saranno presentaterritorio, valorizzazione delle aree dismesse, economato e tra- ti in Consiglio perché non hanno avuto la necessaria visibilità sparenza amministrativa. I nuovi invece sono: Gennaro Albo- in Giunta. rino (sport e tempo libero, associazionismo e volontariato, tuIl passaggio dalla Giunta tecnica a quella politica pone antela dell’ambiente, guardie ambientali, piste ciclabili, proble- che il grande interrogativo sui meriti professionali acquisiti che matica tralicci e sviluppo hanno spinto il Sindaco energie alternative e sostenibia promuovere alcune fili); Francesca Vitale (lavori gure nel governo della pubblici, edilizia scolastica e città (eccezion fatta per i città dei bambini); Giuseppi"tecnici" che hanno supena Del Prete (politiche sociali, rato la prova, nda). politiche giovanili, politiche Quanto hanno influito i del lavoro, assistenza immicurriculum e quanto ingrati e sostegno alla famiglia); vece la volontà di qualLuigi Capasso (polizia muniche partito di avere più cipale e viabilità, commercio e spazio nella Giunta di attività produttive, aree merMarco Antonio Del Precatali, protezione civile, eventi te? fieristici e progettazione euroIl Sindaco, dal suo pea). profilo facebook ufficiaIl sindaco Del Prete con la nuova squadra di Assessori Ma chi si aspettava una le, dichiara: “Insieme maggiore presenza degli Assessori, dopo le polemiche sulle as- continueremo a disegnare la Frattamaggiore del futuro; ci adopesenze degli assessori “tecnici” è rimasto deluso. Al Consiglio reremo costantemente con estrema abnegazione, consapevoli delle comunale dello scorso 3 ottobre, infatti, erano presenti solo responsabilità che derivano dal nostro ruolo. Faccio il mio persodue dei nuovi assessori: Giuseppina Del Prete e Francesca Vi- nale augurio di buon lavoro a tutti gli Assessori ed esprimo un rintale. graziamento sentito ai lori predecessori. Il prezioso lavoro fatto in Già non si presenta molto bene la squadra che avrebbe mes- questo anno sarà un valido punto di partenza ed un ottimo moso d'accordo tutti, quindi, ma il condizionale è d’obligo, so- tivo per lavorare ancor di più al fine di rendere questa Città un prattutto se consideriamo che l'ex presidente del consorzio ci- posto migliore”. miteriale, Sossio Farina, cugino dell'ex sindaco, Francesco Ma cambiare gli Assessori dopo poco più di un anno, ineviRusso, ha rifiutato la nomina, quando il suo nome era stato tabilmente, interrompe il dialogo con la cittadinanza e quei già ufficializzato. Così come le sue deleghe: avrebbe dovuto oc- percorsi iniziati perché è sempre necessario uno studio da parcuparsi di programmazione e assetto urbanistico del territorio, te del neo insediato assessore con un rallentamento della macedilizia economica e popolare, arredo urbano, verde attrezzato, china amministrativa che già di per sé non brilla per velocità.

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La testimonianza di una vittima di internet

Attenti alle truffe hot Una ragazza caivanese ha pagato centinaia di euro per non far diffondere un suo video. La morte di Tiziana Cantone ha acceso l’attenzione sui rischi della navigazione su alcuni siti di Antonio Fioretto opo il suicidio di Tiziana Cantone, la giovane ca- glielo ho dato e abbiamo iniziato a parlareâ€?. salnuovose che si è uccisa perchĂŠ non sopportava Quindi avete semplicemente spostato la conversazione? piĂš la gogna mediatica scatenatasi dopo la diffusio“Esatto. Poi però ha iniziato a fare allusioni, a fare battute ne di un video hard, si sono accesi i riflettori sui rischi del- a sfondo sessuale e a esprimere il desiderio di vederci in video. la rete e del rischio di finire in un giro di vere e proprie Abbiamo acceso entrambi la webcam e mi sono ritrovata lui a estorsioni. torso nudoâ€?. GiĂ qualche mese fa, Cogito s’è occupato della diffusioCom’era fisicamente? ne delle truffe e delle estorsioni via web, in particolare di “Direi perfetto. Un fisico palestrato e un bel visoâ€?. quelle che vedono le vittime ricattate in seguito a video eroQuando è arrivata la proposta vera e propria? tici. E, dopo quell’articlIn seguito ad alcune segnalazioni, “Subito dopo. Lui ha iniziato a spogliarsi e ha chiesto a me abbiamo provato a scovare le pericolose radici del proble- di fare lo stesso. Io presa dalla cosa l’ho fatto. Poi poco dopo lo ma. Navigando in alcune chat room e in alcune app dedi- schermo si è oscurato e lui mi ha mostrato la mia registrazione cate agli incontri di coppia (facciamo i nomi delle piĂš fa- mentre mi spogliavoâ€?. mose: Meetic, Jaumo, Badoo), si notano una marea di proE poi ti ha ricattata... fili falsi: è possibile riconoscerli dall’eccessiva perfezione “Esatto. Ha minacciato di diffondere il video a tutti i miei delle foto e dal fatto che quasi mai inseriscono informazio- contatti a meno che io non avessi pagato la somma di 300 euni personali. ro. Io ho pagato subitoâ€?. Ebbene, diffidate. Creando un account finto abbiamo Come? provato a contattare questi profili, che quasi sempre hanno “Attraverso Money Transferâ€?. cercato di spostare le conversazioni su skype: è proprio lĂŹ Quindi hai avuto bisogno di un indirizzo? che parte il raggiro. “SĂŹ, era marocchinoâ€?. Abbiamo raccolto, a questo proposito, la testimonianza Dalla testimonianza della ragazza, poco piĂš che maggiodi una ragazza di Caivano che è stata vittima di una truffa renne, abbiamo poi scoperto che il truffatore si è rifatto visimile e di una relativa estorsione. Riportiamo di seguito la vo qualche settimana dopo, chiedendo altri soldi. A quel sua intervista. La testimone ha espresso il desiderio di ri- punto, la giovane vittima ha denunciato tutto alla polizia manere anonima. postale. Spiegaci cosa è successo... L’esortazione è quella di evitare siti, chat e app simili. Ma “Navigavo su internet e mi sono imbattuta in soprattutto, di non pagare mai e diffidare una chat room di incontri. Si chiama Dirtrouletda profili sospetti. Denunciate subito te. A un certo punto, vengo contattata da una peralla polizia postale. sona e iniziamo a parlare del piĂš e del meno. La E occhio a non finire dal navicosa mi è sembrata affascinante e gare in rete all’essere presi nella conversazione è durata piĂš di la rete‌ un’oraâ€?. Questa persona ti ha mostrato delle foto? “No maiâ€?. E poi cosa è accaduto? “Questo ragazzo che si definiva italiano mi ha chiesto il contatto Skype. Io, ingenuamente,

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Preoccupazione tra gli anziani del centro sociale Pezzullo

“Vogliono mandarci via” Dovrebbero convivere con gli uffici della direzione dell’Asl, ma hanno paura di dover andare via. Si tenta una mediazione con l’Amministrazione comunale di Frattamaggiore per avere certezze di Angelica Argentiere lieta memoria: Con un sì all’unanimità dei 21 Consiglieri presenti di quel Consiglio comunale dell'ottobre di due anni fa, si deliberò che gli uffici legali e amministrativi dell’Asl si sarebbero trasferiti in via Lupoli e che gli anziani del centro Pezzullo potevano scegliere tra i locali dell’ex pretura in via padre Mario Vergara o Villa Laura in via Russo. L'ex sindaco, Francesco Russo, durante il Consiglio disse: “Abbiamo ragionato sull’opportunità o meno di volere gli uffici Asl a Frattamaggiore, come zona di baricentro nell’asse Pozzuoli- Acerra. In realtà il perfetto punto medio potrebbe essere Giugliano, ma avendo l’Amministrazione commissariata e nemmeno i locali da poter mettere a disposizione, Frattamaggiore potrebbe diventare un punto di servizi”. Facciamo un po’ di chiarezza storica, inizialmente fu deliberato che gli uffici della direzione dell’Asl si insediassero nel centro sociale anziani e che avrebbero occupato il pian terreno e la sede legale nei piani superiori. Non si parlava più di convivenza perché alla direzione generale serviva anche il pianterreno. Si è preso tempo proponendo le sedi di via padre Mario Vergara ma non hanno “superato la prova”. Quel Consiglio comunale si trascinò polemiche su polemiche: un'Amministrazione che pensava alla città dei servizi non mettendo sul piatto della bilancia il prezzo alto da pagare: togliere il centro sociale Pezzullo ai nostri anziani (anche dei comuni limitrofi a dire il vero n.d.a.), e non si tratta solo di uno spazio fisico, ma del luogo d'incontro, di aggregazione che permette ai nostri anziani di trascorrere le giornate in compagnia e in piena attività tanto da far fare un passo indietro e, nelle varie delibere, si decise che l'Asl avrebbe impegnato solo i piani superiori della struttura lasciando il pianterreno per le attività del centro, fino a

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quando i vertici dell'Asl hanno chiesto una sala al piano terra per l'ufficio protocollo, in coincidenza con la segreteria del centro e gli anziani si sono rifiutati. La preoccupazione dei soci del centro è che non si mantengano le promesse fatte e che, da una sala al pianterreno, possano essere trasferiti da lì, considerando che anche parte degli uffici verranno trasferiti nell'ex pretura di via padre Mario Vergara, quella stessa struttura che due anni fa non veniva considerata consona. Li abbiamo incontrati e ci hanno spiegato: “Già ci siamo ristretti, perchè al primo piano avevamo delle sale adibite alle nostra attività canore, di lettura e di gioco con i servizi annessi e ora non abbiamo lo spazio sufficiente per le nostre attività. La richiesta da parte dei vertici dell'Asl di avere anche un locale a piano terra ci restringe ancora di più e ci sentiamo delusi perchè quasi non possiamo rifiutarci”. Dal comitato di gestione arrivano altre parole che creano preoccupazione: “E’ vero che noi gestiamo solo le attività e che la proprietà resta del Comune ma abbiamo il timore che questa convivenza ci porterà sempre più a un restringimento dei nostri spazi, considerando che il dialogo con l'Amministrazione ultimamente non è dei migliori e non ci sentiamo tutelati nei nostri spazi”. Facciamo nostro l'appello degli anziani, così come abbiamo fatto in questi anni, sottolineando come si trovino a subire certe scelte piuttosto che partecipare a un tavolo di condivisione degli spazi. Seguiremo la vicenda, tanto che, nelle ore in cui andiamo in stampa, parteciperemo insieme con i soci del centro anziani alla riunione con il vicesindaco, Pina Maisto, per seguire gli sviluppi della vicenda.

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C’è un pezzo dell’area a Nord di Napoli nell’Academy

Anche Afragola alla scuola Apple Quattro giovani afragolesi hanno superato le selezioni e sono entrati nei primi cento. Hanno già cominciato le lezioni e ci hanno raccontato le loro prime impressioni e le loro speranze ei giorni scorsi, nel nuovo campus della Federico II, situato nell’ex area della Cirio a San Giovanni a Teduccio, c’è stata l’inaugurazione dei corsi per sviluppatori di applicazioni per il sistema operativo di casa Apple, iOS. All’evento erano presenti diversi rappresentati istituzionali tra cui il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il ministro dell’istruzione Stefania Giannini, e la vice presidente di Apple, Lisa Jackson. I 200 ragazzi selezionati affronteranno un percorso di 9 mesi in cui dovranno programmare, curare il design delle interfacce utente e fare gli imprenditori di loro stessi, quindi imparando anche a lanciare e gestire una eventuale startup. Per i primi 100 classificati i corsi sono iniziati lunedì e, tra loro, ci sono anche 4 giovani afragolesi che ce l’hanno fatta a superare le selezioni e cogliere quest’opportunità offerta dalla sinergia di Apple, Governo, Regione e Università. Gennaro Caccavale, studente di Informatica alla Parthenope, non voleva neanche partecipare alla prova: “Dopo aver saputo che al test erano iscritte a partecipare circa 4200 persone, provenienti da mezza Europa, avevo quasi perso le speranze di riuscire a pasGennaro Caccavale sare anche solo la prima fase di selezione, tant’è che avevo deciso di non presentarmi più alla valutazione cambiando poi idea il mattino stesso della selezione. Il test, composto da 30 domande in inglese da rispondere in 50 minuti, ci sottoponeva quesiti di linguaggi di programmazione, di ingegneria del software e di logica, sia numerica che grammaticale. Entrare a far parte dell’Academy è di sicuro un privilegio, non solo perché è stata istituita in collaborazione con Apple, l’azienda più ricca nonché una delle più importanti al Mondo, ma anche perché potrebbe rappresentare l’occasione che Napoli stava aspettando da tempo, quella dove la vede ripartire dalla tecnologia, dall’innovaDavide Sibilio zione e dal proprio capitale umano”. Per Davide Sibilio, studente di Ingegneria Informatica presso la Federico II, entrare a far parte dell’Academy è sta-

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ta invece un’emozione indescrivibile: “Quasi non ci credevo. All'inaugurazione ho conosciuto gli altri partecipanti, mi sono subito sentito come in una famiglia, avevamo tutti le stesse passioni ed è stato incredibile. Le lezioni sono qualcosa di stupendo, al centro delle lezioni ci sei tu e non il professore come in una classica lezione frontale. Mi sento fortunato a essere tra i primi 100 che partecipano a questo immenso progetto”. Zo Angelo Rakotoarivony, anche lui studente di Ingegneria informatica, è di origini madagascariane e ivoriane e si dichiara molto emozionato: “Opportunità come queste non arrivano tutti i giorni. Non avrei mai pensato che un giorno avrei avuto la possibilità di far parte di un progetto di tale importanza, ma soprattutto mai avrei pensato che la prima iOS Developer Academy europea venisse fondata qui a Napoli. Tutto ciò cambia totalmente le mie aspettative future: se prima ero sicuro che per avere successo avrei dovuto lasciarmi alle spalle l'Italia, ora invece sento che Zo Angelo potrebbe valere la pena rimanere e Rakotoarivony investire il mio futuro in questo territorio, tra le persone che mi hanno accolto e cresciuto. Tramite l'Academy spero di imparare come offrire servizi innovativi in grado di rendere la tecnologia uno strumento utile al semplificare la vita delle persone e non un ostacolo tra di noi e il Mondo che ci circonda”. “Quando ho saputo che avrebbero aperto la prima iOS Developer Academy europea a Napoli, in primo luogo non mi sono sentito adatto a qualcosa del genere anche se mi piaceva l’idea, temevo di non farcela” ci ha raccontato Antonio Stasio, altro studente di Ingegneria informatica alla Federico II, prima di aggiungere: “Questa convinzione mi ha accompagnato per molto tempo ma quando ne parlai con i miei Antonio Stasio amici, uno di questi, anche lui ha passato la selezione, mi convinse che valeva la pena almeno provarci perché sarebbe stato bello se entrambi fossimo passati o comunque un’esperienza formativa in caso d’esito negativo. I test si sono rivelati più complicati del previsto, ero convinto di non avercela fatta, ma mi sbagliavo: sono riuscito non solo a essere selezionato, ma ho raggiunto il 6° posto in classifica e le prospettive che vedo adesso davanti a me sono innumerevoli. Non smetterò mai di ringraziarlo”. Cogito • 13


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Focus sui nomadi e sulla loro gestione

Campi rom. Siamo all’anno zero Non mancano esempi positivi di integrazione all’estero e in Italia, ma c’è ancora tanto da fare. In provincia di Napoli la situazione è drammatica e la camorra ne approfitta creando tensioni di Rosa Pascarella luglio, un incendio di vaste proporzioni ha distrutto il “campo rom Capodichino” nel comune di Afragola, anche se l’area è, nei fatti, nel territorio di Casalnuovo; un incendio doloso, l’ennesimo. Il campo era abitato da oltre un centinaio di persone di cui almeno una cinquantina bambini. Nessuna vittima per fortuna, ma l’aria in tutti i paesi limitrofi è diventata irrespirabile per ore, con il cielo coperto da un fumo nero e mefitico. Si sono innescate diverse esplosioni per la presenza di bombole gpl, rendendo ad altissimo rischio l’intervento dei vigili del fuoco che hanno evitato alle fiamme di propagarsi verso la linea ferroviaria, le strade adiacenti e i centri commerciali della zona. L’incendio, con tutte le polemiche ancora in corso, ha riacceso l’attenzione sulla condizione dell’abitare delle popolazioni rom in Italia che è “spaventosa”: secondo un’indagine del Ministero dell’Interno condotta su Roma, Milano e Napoli, nel 2008 esistevano 167 accampamenti dei quali 124 irregolari (74% del totale), privi dei servizi di base come fornitura idrica ed elettrica, acqua, allacci fognari e ritiro dei rifiuti. Tra il 2005 e il 2011 solo per le città di Napoli, Roma e Milano sono stati stanziati oltre 100 milioni di euro per la realizzazione dei campi rom, un fiume incontrollato e difficilmente rintracciabile di denaro pubblico, di cui quasi nulla viene davvero destinato alle popolazioni interessate, come dimostrano le inchieste di “Mafia Capitale” a Roma. La Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta per fare chiarezza anche sui fondi stanziati per gli interventi a favore della comunità rom nella città metropolitana di Napoli visto che non sono stati realizzati i campi promessi e previsti. L’Italia è una delle eccezioni europee più negative nella gestione delle popolazioni rom, le quali – quando organizzate – vengono ammassate in spazi che negli anni hanno cambiato nome da “campo nomadi” o “villaggio attrezzato” a “villaggio di solidarietà”. La Comunità europea chiede a gran voce all’Italia di superare definitivamente i campi come soluzione abitativa, a favore di soluzioni alloggiative stabili. Ma se nel nostro Paese tutti a parole si spendono per la chiusura dei campi, non esistono in realtà politiche di accompagnamento all’affitto, né progetti di edilizia pubblica di qualunque tipo, manca cioè totalmente un progetto esecutivo, come sottolineato in tutta risposta dalla stessa Comunità europea; tante buone intenzioni a parole, ma nessun risultato attendibile.

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Nel mese di maggio 2008, il Governo italiano emanò alcuni decreti in cui dichiarava lo stato di “emergenza nomadi” che conferivano ai prefetti dei capoluoghi delle regioni interessate il potere di agire in deroga alla “normale” legislazione. Il 16 novembre 2010, il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo lo “stato di emergenza nomadi” dichiarato nel 2008 dal Governo italiano, che aveva portato sistematicamente a violazioni dei diritti umani e incrementato la discriminazione contro le popolazioni romanì. A livello europeo, l’unico modello di integrazione che aveva prodotto dei risultati concreti era quello francese, prima delle strette politiche avvenute negli ultimi 10 anni. La legge Besson del 1990 prevedeva che ogni comune con più di cinquemila abitanti fosse dotato di un'area di accoglienza; immaginava i campi solo come una soluzione di passaggio e prevedeva, contestualmente, un programma immobiliare di case da dare in affitto alle popolazioni stanziali, oltre a terreni familiari su cui poter costruire piccole case per alcune famiglie semi-stanziali e in condizioni molto precarie. Un modello che si muoveva tra l'integrazione e la tolleranza zero per chi non rispetta le regole dei campi e dell'accoglienza. Ma chi sono i rom nel nostro Paese e da dove vengono? Non esistono dati ufficiali sulla presenza di Rom, Sinti e Camminanti in Italia; nonostante il continuo allarmismo, si tratta comunque di una presenza esigua e molto diversificata: costituiscono circa lo 0,25% della popolazione. Fino alla metà degli anni novanta erano circa 90-120 mila (dati Liegeois, Opera Nomadi, Caritas), a cui si sono aggiunti negli anni quelli provenienti dalle diverse Repubbliche dell'ex Jugoslavia; i Rom giunti dai Balcani a seguito delle guerre tra il 1991 e il 2000 e, ultimi cronologicamente, i Rom provenienti dalla Romania (dal 2007 cittadini europei). Ci sono poi gruppi minori come gli Zingari polacchi e i Kaulia di origine irakeno-francese (in particolare nelle città metropolitane di Roma e Napoli). Il numero stimato oggi è di circa 160-180 mila in tutt’Italia. Di questi circa la metà sono cittadini italiani (Sinti, Rom Abruzzesi, Camminanti Siciliani, Calderasa) e solo un quarto di essi vive nei campi, mentre tre quarti vivono in case all’interno dei centri abitati. A differenza di ciò che comunemente si pensa, e cioè che siano comunità “nomadi”, in Italia si tratta di popoli quasi totalmente sedentarizzati. In comune queste popolazioni quindi non hanno né la proAnno XXIII - numero 394 - Sabato 15 ottobre 2016


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CRONACA ‹‹ venienza, né la lingua, né il colore della pelle, né la cultura e non è difficile trovare all’interno dei campi, recinti o fossati con cui le diverse comunità “dividono” il proprio fazzoletto di terra. Sono popolazioni molto “giovani”, in cui circa il 40% ha meno di 14 anni: mentre la vita media di un italiano è di oltre 80 anni, per un rom abitante dei campi è meno di 50 anni. In uno stesso paese convivono due mondi completamente diversi. Eppure piccoli esempi positivi di inclusione ci sono stati anche in Italia, addirittura a Roma (le cui Amministrazioni tanto malaffare ha generato intorno alla gestione dei campi), nel quartiere San Paolo, è stato attuato uno dei pochi esperimenti di “auto-costruzione” e “auto-recupero” urbano, nel quale sono stati concessi piccoli appezzamenti di terra o strutture prefabbricate ai rom con famiglie monoreddito (che, seppur numerose e indigenti, erano certamente pronte a lasciare “il campo”). A queste famiglie per i primi mesi non è stato richiesto l’af-

scritta “Auschwitz 20 met” e una freccia che indica esattamente il cancello di ingresso al ghetto moderno (che di moderno ha solo l’anno domini nel quale lo si guarda, 2016, e nient’altro). Dal resoconto dei diversi controlli susseguitisi negli anni, si evince che l’insediamento sia abitato, oltre che dalla popolazione censita - a cui è stato assegnato l’alloggio - da molte più persone di quelle previste. Nel recente rapporto del CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati), nel campo di Caivano la popolazione risulta per la maggior parte di origine montenegrina; chi è nato in Italia, e ha provato prima o poi a richiedere un riconoscimento di cittadinanza montenegrina, ha trovato ostacoli burocratici e formali da parte delle autorità consolari tali da non riuscire a superarli. Pertanto, pur essendo nato e vissuto qui non può essere né italiano né montenegrino, ma se possiede il tesserino del campo ed è quindi passato attraverso i censimenti previsti dalle autorità di

L’ingresso del campo rom di Caivano fitto poiché era previsto appunto l’auto-recupero o l’auto-co- fatto non è un “clandestino”: è semplicemente un apolide. struzione dell’immobile. E così è avvenuto: i piccoli immobili Condizione ormai condivisa dalla maggior parte delle nuove sono oggi dignitosi, le condizioni di vita sono pian piano mi- generazioni adulte di rom “non italiani”, che in questi territori gliorate per le famiglie residenti, le quali avevano accesso ai hanno già figli; seconde o terze generazioni di apolidi. mezzi pubblici ed erano meglio collegate col resto della città, Anche i matrimoni avvengono all’interno delle mura del senza recinti o videosorveglianza e lontani da rifiuti e degrado; campo, nessuna cittadinanza quindi nessun valore legale del leil costo pubblico notevolmente ridotto e finalizzato ai soli per- game, né alcun riconoscimento dei figli generati. corsi di accompagnamento e inclusione sociale. Dalle stesse interviste riportate nel rapporto del CIR appare Nell’area metropolitana di Napoli, trai i pochi campi auto- ben leggibile il messaggio che i lavori da fare per poter sopravrizzati, oltre a quelli presenti all’interno della città di Napoli, vivere possano essere anche semilegali o illegali; nelle condiziosono stati negli anni realizzati quello di Caivano, Casoria e ni di vita date e nell’impossibilità di qualunque tipo di conGiugliano (con uno stanziamento iniziale di oltre 2 milioni di tratto di lavoro a causa dei documenti, con i figli da sfamare, euro). Al momento nessuna programmazione esiste per il supe- ognuno fa ciò che capita. ramento dei campi come soluzione abitativa. La verità ormai nota, ma davanti alla quale c’è ancora una Quello di Caivano, un insediamento in cui vivono circa 200 totale assenza istituzionale, è che esiste un mercato illecito (lofamiglie, nelle campagne tra Caivano e Afragola, si trova a con- cale e non) che specula fortemente sulla condizione di indigenfine con il rudere dell’ex “Villa Moccia”, confiscata alla camor- za e segregazione territoriale dei rom, i quali sono solo l’ultimo ra. La villa è stata oggetto di sequestro nel 2012, dopo decine anello della catena e spesso capro espiatorio di un sistema midi denunce di cittadini e associazioni, a causa delle altissime co- cro-economico ben più complesso. lonne di fumo nero e denso che provenivano da quell’area, traNe è un esempio lo smaltimento degli elettrodomestici; sformata in un inceneritore a cielo aperto con tanto di altofor- aziende che dopo il ritiro degli stessi li conferiscono ai rom (inno artigianale che produceva esalazioni tossiche giorno e notte. disturbati e ben lontani dal centro abitato), i quali una volta seL’assessore all’ambiente e all’ecologia del Comune di Caiva- parate le parti in rame e ferro dal resto, lasciano appena all’eno, Antonio Baldi, dichiara che “quello di Caivano è uno dei po- sterno del campo tutte le carcasse, per poi dargli fuoco. chi esempi di campo autorizzato, in cui sono garantiti i servizi priStesso destino per scarti industriali, pellami, vernici, tavole mari, come acqua, gas, luce, allacci fognari e dove avviene la rac- di amianto, scarti vari delle fabbriche di abbigliamento e calzacolta dei rifiuti, nonostante le difficoltà dovute al continuo sversa- ture “clandestine” – ma 100% “Made in Napoli” – che insistomento di ingombranti all’esterno da parte delle comunità rom”. no sul territorio. Rifiuti che, una volta dati alle fiamme, si disRecandosi nei pressi dell’insediamento, però, la sensazione perdono ovunque nell’aria. che si ha è da brividi; un ghetto “autorizzato” della civiltà moNon è difficile comprendere quanto condizioni di vita prederna, che forse avrà anche allacci in fogna e acqua, ma in cui carie, disprezzo e marginalizzazione costituiscano terreno fertiil degrado e l’affollamento tolgono l’aria, dove su un muro an- le per la criminalità organizzata, di cui queste popolazioni dinerito dai continui roghi di rifiuti campeggia l’emblematica ventano complici in quanto, in primo luogo, vittime. Anno XXIII - numero 394 - Sabato 15 ottobre 2016

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Le “stranezze” dell’area di via don Minzoni a Frattamaggiore

“Ma quel parcheggio è aperto o chiuso?” Non è accessibile per ristrutturazione, ma riapre nei fine settimana per i clienti dei locali. Polemiche per le strisce blu: Non sono legali. Dove si paga, devono esserci anche strisce bianche di Angelica Argentiere Si porta a conoscenza della cittadinanza che fino alla conclusione dei lavori di ristrutturazione del parcheggio di via Don Minzoni, le strisce "Blu" sono da considerarsi NON A PAGAMENTO. Il Dirigente del III Settore Ing. Domenico Raimo”. Questo l'annuncio visibile sul portale del Comune di Frattamaggiore dopo la chiusura, per ristrutturazione, del parcheggio di via don Minzoni che, intanto, vede le strisce bianche della carreggiata colorarsi di blu. Ma, nonostante le rassicurazioni, la polemica è scoppiata e riguarda la possibilità che ci siano strisce blu a ridosso di un parcheggio a pagamento, visto che pare ormai certo che il parcheggio di via don Minzoni sarà a pagamento, anche per i residenti che, a meno di agevolazioni future, dovranno pagare 90 euro mensili (corrispondenti alla tariffa giornaliera di 3 euro) per sostare l'auto sotto casa. Prevista solo la possibilità di parcheggiare gratuitamente negli orari di ingresso e uscita delle scuole, così come accade per il parcheggio di via Vittoria.

stabilire, previa deliberazione della Giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta, anche senza custodia del veicolo, fissando le relative condizioni e tariffe in conformità alle direttive del Ministero dei lavori pubblici, di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le aree urbane”. La lettura congiunta dei due commi porta ad affermare che: con delibera di Giunta i Comuni stabiliscono le aree in cui i veicoli possono parcheggiare pagando una somma tramite appositi dispositivi tra quelli in commercio e che le condizioni e tariffe devono seguire le direttive ministeriali. Su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve essere riservata un’adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza dispositivi di controllo di durata della sosta a conferma di quanto dichiarato nel primo punto. Quindi far pagare lungo via don Minzoni e nel parcheggio della stessa strada appari-

Le polemiche dei residenti e di quanti utilizzavano quel parcheggio, però, appaiono fondate e basate su quanto dispone il codice della strada. Leggendo l’articolo 7 comma 8 del Codice della strada infatti c’è scritto: “Qualora il Comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f ), su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta. Tale obbligo non sussiste per le zone definite a norma dell'articolo 3 "area pedonale" e "zona a traffico limitato", nonché per quelle definite "A" dall'articolo 2 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968, e in altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico” . Inoltre, il comma 1, lettera f ), richiamato, dello stesso articolo recita: “Nei centri abitati i comuni possono, con ordinanza del Sindaco: f )

rebbe in contrasto con la legge. Ma, nel frattempo, c’è anche un’altra denuncia, partita sui social, che fa discutere. Sono tante le segnalazioni, e le foto lo dimostrano, in base alle quali il parcheggio, chiuso per lavori, venga aperto nelle serate del fine settimana per far parcheggiare le auto di coloro che frequentano i locali della zona. Incredibile, ma vero, quindi: nelle serate di venerdì, sabato e domenica il parcheggio (al cui interno, già nei numeri precedenti abbiamo sempre denunciato la presenza di parcheggiatori abusivi) resta aperto per le macchine di coloro che si recano nei locali, mentre rimane chiuso negli altri giorni e nelle ore diurne per i genitori che accompagnano i figli al mattino a scuola o per quanti vanno agli uffici o agli ambulatori dell'Asl di via padre Mario Vergara. Resteremo vigili sulla vicenda, perché è inammissibile che un luogo pubblico venga chiuso alla collettività e aperto in favore di singoli e chiediamo al Sindaco di intervenire per chiarire questa vicenda assurda, anche per capire chi autorizza l’apertura di quel parcheggio che dovrebbe restare chiuso.

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CRONACA‹‹

“A Casalnuovo Protesta della Rete civica Ato3 contro la Gori e il costo dell’acqua”

“Sindaci, fate applicare la legge” La nuova legge regionale dà poteri alle Amministrazioni, ma resta ancora nel cassetto. E, intanto, l’ennesimo Commissario continua a decidere aumenti ai danni dei cittadini di Enza Gargiulo omenica scorsa, anche a Casalnuovo, è scesa in piazza Municipio la Rete Civica ATO3 che unisce i comitati per l’acqua pubblica del territorio (cittadini) e la Rete dei sindaci per l’Acqua Pubblica (Istituzioni) contro la Gori. L’obiettivo dei manifestanti, riunitisi anche in altre piazze dei comuni appartenenti al distretto ATO 3, era informare i cittadini sulla situazione attuale della gori e sui prossimi aumenti delle bollette dei consumatori. “Puntuale come un orologio svizzero arriva l’aumento delle tariffe dell’acqua della Gori S.p.A.” sono queste le prime righe della nota pubblicata sul blog ufficiale della Rete Civica Ato3 (retecivica-ato3.blogspot.it), ma perché si temono aumenti? Dopo i numerosi debiti accumulati da Gori e Acea, circa 200 milioni di euro, dovuti alla cattiva gestione delle risorse da parte dei vari Amministratori e Commissari susseguitisi, nel 2012 si spalmarono i debiti sulle bollette dei cittadini con votazione favorevole da parte di molti Sindaci appartenenti all’ATO 3. Ma come abbiamo già scritto su questo giornale, FederConsumatori e la Rete Civica ATO 3 fecero ricorso al Tar e il 15 ottobre 2015 la sentenza annullò le bollette precedenti al 2012 e rimborsò i cittadini costretti altrimenti a pagare debiti non propri. Ma l’enorme debito pubblico accumulato nel corso degli anni da Gori rimane e con esso anche il problema di come risolvere la situazione. La Gori viene nuovamente commissariata. Quindi è chiaro che in qualche modo la si voglia salvare invece di farla fallire. Nel frattempo arriva la nuova legge regionale che si propone il riordino del servizio idrico campano nel rispetto del referendum del 2011 dove i cittadini votarono la completa pubblicizzazione dell’acqua pubblica. Tra gli organi del nuovo ATO che prevede la legge ci sono: il presidente, il direttore generale, il consiglio di distretto (eletto dai Sindaci dell’ATO) e il comitato esecutivo comprensivo dei Sindaci dei paesi con più di 300.000 abitanti. Il punto però è che questa legge ancora non è stata attuata. Attualmente è presente solo il Commissario che, ad agosto 2016, effettua una delibera che prevede aumenti tariffari nei prossimi 4 anni. La Rete civica per l’acqua pubblica scrive sul proprio blog: “Come nella peggiore tradizione, il provvedimento tariffario è stato deliberato da un commissario (ingegner Belgiorno) nominato dal presidente De Luca, i cui poteri sono scaduti a giugno e che dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione, senza consultare né i Sindaci né (figuriamoci) i cittadini attivi, e nel mese di agosto, ossia quando la cittadinanza si gode quei pochi giorni di tranquillità nel meritato periodo di ferie. Inutile girarci intorno, mentre i nostri territori sono soffocati dalla morsa di una crisi economica che sembra non avere fine, e la maggioranza delle famiglie vive un grave periodo di difficoltà, i continui aumenti del costo dell’acqua potabile stanno assumendo i contorni di una vera e propria emergenza sociale. Basti pensare che mentre i redditi scendono o (quando va bene) sono fermi ormai da anni, la tariffa dell’acqua Gori è

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aumentata del 67% dal 2011 al 2016, e continuerà a salire. Con le tariffe 2016 una famiglia residente che consuma 200 metri cubi all’anno pagherà 440 euro, nelle seconde case 670 euro e le attività commerciali con un consumo annuo di 500 mc (consumo comune per bar, ristoranti, pub, etc.) dovrà pagare circa 1.570 euro, con ulteriori aumenti in previsione per i prossimi anni. Ma gli aumenti non basteranno a mettere in equilibrio i conti del carrozzone privato che, per andare avanti, ha anche bisogno di un anticipazione di ben 244 milioni di euro, richiesti alla CSEA (Cassa Servizi Energetici e Ambientali) soldi che, se concessi, i cittadini dovranno comunque restituire con le bollette degli anni successivi, nel periodo dal 2020 in poi. E’ ormai chiaro che il cambio di governo in Regione Campania avvenuto un anno fa non ha determinato alcun cambiamento di politica nei confronti della Gori. Anzi, il governo regionale, succube e obbediente alla lobby idrica renziana nazionale, vuole salvare la Gori a tutti i costi, anche se questo salvataggio lo stanno pagando e lo pagheranno i cittadini. In questo quadro appaiono stucchevoli gli incontri che in questi giorni il nuovo presidente di Gori S.p.a. sta tenendo con le Amministrazioni comunali, incontri in cui si blatera di accordi, investimenti e sportelli amici senza dire una parola sui nuovi aumenti delle tariffe dell’acqua e sulla drammatica situazione finanziaria della società. E’ ora che le Amministrazioni comunali prendano coscienza piena della situazione e facciano scelte chiare, senza infingimenti, nell’interesse dei cittadini utenti e degli stessi lavoratori del settore. Nel silenzio assordante delle Istituzioni e dei partiti politici, la Rete civica ATO 3, che unisce i comitati per l’acqua pubblica del territorio, d’intesa con il coordinamento regionale dei comitati, lancia una campagna nelle piazze dell’ATO 3 per informare nuovamente cittadini e amministrazioni di quanto sta avvenendo, chiedendo di bloccare l’ennesimo colpo di coda a danno degli utenti. E’ sempre più urgente procedere alla liquidazione della GORI S.p.a. e passare ad una azienda consortile trasparente, democratica e partecipata”. L’avvocato Mario Perna referente del Comitato per l’Acqua Pubblica di Casalnuovo ci ha detto: “Sembrerebbe quasi che si voglia scientificamente temporeggiare l’attivazione della legge 15 del dicembre 2015, perché è meglio che le scelte scomode (aumento delle tariffe) le prenda una sola persona detta Commissario che non ha rapporti con l’elettorato perché, nel momento in cui verrà istituito l’ente, i Sindaci potrebbero trovarsi imbarazzati di fronte al proprio elettorato. Ci chiediamo, noi tutti dei comitati, cosa fanno questi Sindaci che si vedono continuamente bypassati per riprendersi la propria autorità nei confronti della regione Campania sulla gestione del servizio idrico? Perchè stanno in silenzio? Perché non fanno qualcosa di forte affinché si attui la legge della Regione in modo più spedito? La legge ha cose buone e cose meno buone ma rispetto al comando di un solo uomo garantisce la partecipazione dei Sindaci e quindi la rappresentanza dei cittadini”. Cogito • 17


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SPORT‹‹

Arresti domiciliari, poi revocati, per il presidente della Frattese

Bufera giudiziaria per Nuzzo E’ finito in un’inchiesta dei Carabinieri di Maddaloni insieme a politici e imprenditori casertani. Solidarietà dall’ambiente nerostellato, ma la squadra non sta avendo i risultati che ci si aspettava di Antonio Fioretto n fulmine a ciel sereno si è abbattuto nelle settimane scorse sulla Frattese che aveva cominciato la stagione in maniea non proprio brillante, dopo l’ottimo campionato precedente: il presidente dei nerostellati, Antonio Nuzzo, è finito in un’inchiesta che lo ha portato agli arresti domiciliari. Il patròn dei nerostellati è rientrato nell’indagine dei Carabinieri di Maddaloni che ha coinvolto numerosi imprenditori e politici, tra cui il Sindaco di San Felice a Cancello. Immediata la solidarietà dell’altro Presidente, Raffaele Niutta che ha parlato “di notizia accolta con stupore dall’intera dirigenza” e ha subito garantito sulla totale estraneità ai fatti di Nuzzo. Un comunicato stampa diramato dall’ufficio stampa nerostellato, inoltre, ha ribadito la piena fiducia nel presidente precisando che “Antonio Nuzzo è un uomo passionale, un imprenditore sano e portatore dei valori di lealtà sportiva e di correttezza che sta facendo tantissimo per la Frattese calcio”. Nei giorni successivi, comunque, dopo l’interrogatorio, gli arresti domicilia-

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ri sono stati revocati e sostituiti con un più semplice obbligo di non dimorare a San Felice a Cancello. Puntuale è arrivata la solidarietà dei tifosi e di tutti gli altri dirigenti manifestata soprattutto attraverso i social. E grande entusiasmo è stato registrato quando, lo scorso 7 ottobre, il presidente è tornato nel Pasquale Ianniello ed è stato accolto con grande entusiasmo dallo staff e dai giocatori tutti. Ora i riflettori tornano a concentrarsi sul campo dove il campionato della Frattese è partito con il piede sbagliato visto che ha solo 6 punti dopo 6 giornate di campionato, un ruolino di marcia ben diverso da quello dello scorso campionato quando il sogno della promozione in Lega Pro sfumò solo nelle ultime giornate e nelle sfide dei play off. La situazione è molto critica e lo stesso presidente Nuzzo aveva annunciato cambiamenti proprio nelle ore precedenti l’arresto, cambiamenti che potrebbero arrivare ora per dare una scossa alla squadra che non era certo partita per disputare un campionato di bassa classifica.

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›› SCUOLA

Successo per un gruppo di alunni dell’Europa Unita di Afragola

“Per la cultura non ci sono mai soldi” Hanno vinto il primo premio in un concorso dedicato alla storia e all’importanza dei monumenti. Hanno provato a riaccendere i riflettori sul villaggio dei Micenei trovato durante gli scavi per il tav di Cinzia Lanzano ov’è finito il villaggio di origine micenea risalente al presto stroncato dall’irreperibilità dell’area che rende vane le 1800 a.C. di Afragola? Su questo quesito si basa il vi- loro indagini e desta una profonda delusione. Al ritorno nel deo realizzato dagli alunni della classe 4A (attualmen- loro quartiere, il rione Salicelle, incontrano gli altri compate 5A), dell’istituto comprensivo “Europa Unita” di Afrago- gni; questi restano straniti da quelle cinque faccine sconforla. La scuola ha, infatti, ha meritato il primo gradino del po- tate che raccontano che il sito è stato completamente coperdio: vincendo la medaglia d’oro al concorso “Adotta un mo- to e, ora, al suo posto, c’è solo un’enorme distesa verde. Così numento 2015-2016 - Le scuole adottano un monumento i bambini si uniscono in uno slogan di denuncia e protesta della nostra Italia”, bandito dal Ministero dei beni e delle at- che utilizza parole troppe spesso sentite da chi ci governa: tività culturali e del turismo, in collaborazione con il Mini- “Eh! Non c’erano soldi! Per la cultura non ci sono mai soldi!”. Il stero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che vede la paradosso più grande, messo ben in risalto dal video, è il fatpartecipazione delle scuole di tutta Italia. Il filmato è stato to che investire nella cultura viene sempre considerato superpremiato per la sua originalità e la sua chiave di lettura provocatoria nei confronti di chi abbandona quella enorme ricchezza che è il patrimonio culturale! Molti ricorderanno che, una decina di anni fa, durante i lavori per la costruzione della stazione dei treni ad alta velocità, nella località “Cinquevie” in direzione località “Marziasepe”, nei cantieri TAV, è venuto fuori un intero villaggio del Bronzo Antico. Tra i reperti più importanti e suggestivi furono ritrovati: orme umane, capanne, utensili, resti carbonizzati di un bosco e, perfino, l’impronta di un cappello di paglia. Lo scavo compiuto dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Caserta, “evidenziava le immagini dell’esodo di un popolo preistorico che abbandonò il proprio villaggio per sfuggire a una devastante eruzione del Vesuvio. Un fenomeno del tutto simile a quello, ampiamente documentato, che provocò la scomparsa di Ercolano e Pompei nel 79 d.C.” illustra l’archeologa Elena La Forgia che prose- fluo, non si comprende né il valore identitario di un territogue: “la sequenza di orme di piedi, riportate alla luce attraver- rio che riscopre il proprio passato, né l’importanza di tutelaso rilievi tridimensionali, è la traccia più evidente della fuga e re la memoria, né quella di gestire e rivalutare il patrimonio della stessa esistenza di un insediamento dell’età del Bronzo An- culturale affinché possa creare anche un indotto economico tico abitato da pastori e contadini. Mentre i depositi eruttivi, re- per il territorio. Così ogni scoperta, dal villaggio dell’età del sponsabili della distruzione del villaggio, ne hanno consentito la Bronzo, alle tombe sannite, ritrovate nei pressi della strada conservazione. Salvando dall’oblio la storia drammatica di un statale 87, vengono lasciati a un destino di incuria e dimenintero popolo di 3800 anni fa”. ticanza, invece di essere messi in rete, valorizzati e divulgati. La scoperta sembrò sensazionale...eppure, fu solo una me- Il merito per quest’iniziativa che riaccende i riflettori sulla teora: dopo lo scavo e la documentazione non si è fatto più cultura sepolta e non valorizzata nei nostri paesi va, oltre che nulla per rivalutare la zona, né per sviluppare attività cultura- ai bambini, a chi li ha guidati in questo progetto: l’architetto li e didattiche d’interesse per la comunità; attualmente, l’area Adele Sibilio, docente referente, e la dottoressa Fabiola Del non è nemmeno visibile...come risucchiata da un buco nero! Deo, dirigente scolastico. Grazie all’impegno comune, la Fattore determinante per la sfortuna del sito, è stato il fatto scuola afragolese è risultata l’unica scuola primaria vincitrice che esso insiste su un’area privata. Pertanto, è stato ricoperto di tutta la Campania. La referente Adele Sibilio spiega che “la dopo i rilievi, dei quali resta una documentazione fotografi- scelta è ricaduta su questo sito per focalizzare l’attenzione alla ca; mentre i reperti dovrebbero essere in possesso della so- possibilità di creare un parco archeologico, o magari creare perprintendenza presso il Museo dell’agro atellano di Succivo. corsi didattici virtuali, il cui successo è già stato sperimentato in Evidenzia bene l’assurdità di questa situazione, il filmato pro- altre realtà della provincia napoletana, come al MAV di Ercolaposto dagli allievi dell’Europa Unita: cinque bambini, con no. E, inoltre, per avere la consapevolezza che scoperte fatte per delle mappe alla mano, vanno alla ricerca dell’interessante si- caso possano cambiare la storia, magari partecipando al suo racto archeologico che hanno studiato. Sono stati loro, insieme conto”. La classe 5A della scuola “ Europa Unita” sarà preai compagni di classe, a proporre di adottarlo, perché lo rite- miata il 28 ottobre, in Campidoglio, e riceveranno la medanevano rappresentativo di un’identità culturale e territoriale glia d’oro direttamente dal ministro dei beni e delle attività per gli afragolesi. L’entusiasmo della ricerca, però, viene ben culturali e del turismo, Dario Franceschini.

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SCUOLA ‹‹

L’afragolese Travaglino tra i vincitori del Napoli Film Festival

“Una scuola fondata sulla passione” Premiato il cortometraggio “Maledetta Genoveffa” fatto con gli alunni del Puccini di Casoria. Ha vinto nella sezione Schermo Napoli Scuola “per il soggetto originale e le interpretazioni” di Carmen Celardo rande successo per il registra afragolese Tommaso Travaglino alla 18° edizione del Napoli Film Festival: con il corto “Maledetta Genoveffa”, realizzato con i suoi ragazzi dell’istituto comprensivo Puccini di Casoria, si è aggiudicato il primo premio nella sezione Schermo Napoli Scuola, sbaragliando tutte le altre produzioni cinematografiche presentate alla finale del concorso. Un percorso durato un anno intero, durante il quale sessanta alunni di tre classi quinte della primaria hanno vissuto la scuola in maniera singolare. Attraverso proiezioni di film, discussioni, analisi delle sceneggiature di numerosissime produzioni cinematografiche internazionali, studi degli intrecci narrativi e azioni didattiche che spaziavano dalla scrittura creativa allo studio delle dinamiche della fotografia, i ragazzi coinvolti hanno tenuto lezione entusiasmandosi quotidianamente. Un modo di fare scuola “sperimentale”, possiamo dire, dove le discipline sono divenute realmente strumenti per poter realizzare un sogno, un progetto ambizioso: costruire e poi girare un vero e proprio film. Il film è stato scritto e realizzato dai ragazzi, sotto la guida attenta di Tommaso Travaglino, Gea Greco, Patrizia Crisci e Maria Rita Esposito, docenti dell’istituto comprensivo “Puccini” di Casoria. Il soggetto e la sceneggiatura sono nati da un’at-

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tenta analisi dei bisogni e delle sofferenze dei ragazzi alle quali si è tentato di rispondere attraverso un film che racconta della maestra Genoveffa, incubo dei suoi alunni. Inizialmente, dato il carattere bizzarro della protagonista, il corto assume dei connotati comici. La maestra viene vista come effettivamente la vedono i suoi studenti e come gli studenti immaginano che lei sia al di fuori della classe, scaturendo in situazioni ridicole e paradossali. Un evento, però, ci porta al realismo del film, con un tuffo nel passato alla ricerca delle ragioni che hanno portato Genoveffa a diventare ciò che è adesso. “Abbiamo premiato una storia – ha affermato Giovanni Petrone, produttore teatrale e membro della giuria – una storia complessa, profonda, frutto di un lavoro che traspare nell’interpretazione dei protagonisti”. “La direzione del Napoli Film Festival – recita la motivazione della giuria – assegna il premio come miglior film a “Maledetta Genoveffa” perché il lavoro si distingue per il soggetto originale e il coinvolgimento dei piccoli attori, che bucano lo schermo, visibilmente coinvolti nelle interpretazioni”. Il lavoro di Tommaso Travaglino testimonia ancora una volta, dopo la pubblicazione del libro “La scuola bocciata”, che è possibile una scuola diversa fondata sull’entusiasmo e la passione che possa accompagnare i giovani nel loro cammino di crescita donando speranze e sogni.

Tommaso Travaglino è nato nel 1968 a Napoli. Ha studiato teologia e filosofia. Giornalista dal 1995, ha diretto l’ufficio stampa di alcuni enti locali e diverse testate giornalistiche. Sindacalista, in esonero ministeriale per alcuni anni, ha collaborato alla redazione di alcune opere di pedagogia e alla formazione degli insegnanti. Docente dal 1990, ha progettato e realizzato con diverse scuole numerosi interventi di recupero per alunni svantaggiati, anche nell’ambito di Progetti Operativi Nazionali e del progetto Chance - Maestri di Strada. Il suo ultimo libro, “La scuola bocciata”, pubblicato nel 2015, ha venduto in tutta Italia migliaia di copie. Sempre alla ricerca di strategie didattiche efficaci, con i suoi alunni, ha realizzato musical, film e cortometraggi. Un suo film è risultato vincitore del Giffoni Film Festival – Piccola Bottega dei Filmaker. Oggi insegna all’Istituto comprensivo “G. Puccini” di Casoria. Anno XXIII - numero 394 - Sabato 15 ottobre 2016

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›› CULTURA

Battesimo per il 28° numero dell’Archivio afragolese, nato nel 2001 di Antonio Boccellino ’ stato presentato nella Chiesa di San Giorgio di Afragola ti a Nisida nel 1944. Conclude il volume una riscoperta di l’ultimo numero di Archivio Afragolese, la rivista seme- luoghi cittadini, Arrèt a Torre” di Antonio Silvesto, e la constrale di studi storici edita dal Centro studi Santa Maria d’A- sueta rassegna stampa. jello. A discutere dei vari contributi, c’erano don Giuseppe Patrocinato dalla Pro loco, insieme alla Parrocchia di S. Esposito, parroco della Chiesa del Santissimo Salvatore di Giorgio e al Caffè letterario Momentocittà, l’incontro è stato Pompei, che ha fatto un excursus sui monumenti e le opere presieduto da don Raffaele Tuccillo, cappellano della Chiesa presenti nelle chiese di Afragola e un bilanci sui quindici anmadre del cimitero di Afragola. Dopo il saluto del parroco, ni di attività editoriale della rivista (vedi box a lato), l’archidon Massimo Vellutino e del presidente della Pro loco, Clau- tetto Catello Pasinetti, che ha illustrato alcuni aspetti legati dio Grillo, la serata è entrata nel vivo con l’intervento dei re- alla fondazione della chiesa di S. Giorgio, e, citando anche le latori, a cominciare da quello del professor Marco Dulvi Cor- fonti consultate (un documento che ne menziona già il titocione, docente di Storia della giurisprudenza e direttore edi- lo nel 1146, ndr), ha espresso la tesi che, molto probabiltoriale della rivista. mente, è quella dedicata al Santo Cavaliere la prima chiesa Confermato lo stile miscellaneo che vede il consueto alter- cittadina, addirittura antecedente a quella di S. Marco in narsi delle varie rubriche (saggi, studi e ricerche, profili bio- Sylvis e S. Maria d’Ajello. Presente all’incontro anche il prografici, ecc.): un format che consente alla rivista di essere ap- fessor Francesco Giacco che ha relazionato sul saggio pubbliprezzata da varie fasce di lettori, in un giusto mix di rigore cato nel numero sull’afragolese Alfonso Guadagno (1925scientifico e carattere divulgativo, mantenendo sempre eleva- 1944): Giacco, dopo aver tratteggiato la figura di questo gioti standard di indagine. Da segnalare, nel fascicolo sponsoriz- vane, ne ha evidenziato la coerenza e nell’accettare incarichi zato dalla società Grillo Sport, tra le altre, la pubblicazione di rischiosi; coerenza pagata con la vita perché venne fucilato, riun saggio su “Il tema dell’emigrazione nella canzone napole- cevendo per questo atto di eroismo la medaglia d’oro tana”, a cura di Raffaele Cossentino; un’accurata ricerca svolPositivo il bilancio per il fondatore della rivista, Marco ta dall’architetto Catello Pasinetti su “La chiesa di San Gior- Dulvi Corcione: “Continuiamo nel nostro impegno con i lettogio Martire ad Afragola”; uno studio su “Gli interventi di An- ri da quasi quindici di anni di attività, indagando la storia dei gelo Mozzillo per gli eremi camaldolesi di Napoli e Visciano” monumenti religiosi ed ecclesiastici, gli aspetti della vita cittadifatto da Franco Pezzella; un contributo su “Afragola nor- na, oltre che di altri argomenti di interesse storico sociale. Ricormanna” di Antonio Silvestro”. Degna di menzione è altresì la do, inoltre, che la collaborazione è aperta a tutti”. presenza della rubrica “profili biografici” su “L’afragolese Per ricevere copie e informazioni è possibile contattare la ignoto” di Francesco Giacco nella quale è descritta la storia di redazione del “Centro Studi Archivio Afragolese”, telefonanAlfonso Guadagno, un giovane afragolese fucilato dagli allea- do, o inviando un fax, al numero 0818524731.

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I 15 anni di Archivio Afragolese uindici anni di “Archivio afragoleQ se”. Una rivista che, partita dall’occuparsi di storia locale, è passata a ospitare anche interventi di più ampio respiro storiografico, memore dell’idea per la quale non esistono una storia “bassa” e una storia “alta”, una storia del populus e una storia dei ceti alti, ma che tutta la Storia è una, solo cambia la prospettiva dalla quale la si legge, e la sia interpreta. Quando, a inizio secolo, ci proponemmo l’idea di fondare un Centro studi di storia locale, dovemmo prendere atto dell’assoluta novità di questa nell’ambito del panorama pubblicistico afragolese. Una realtà importantissima, dalla quale prendemmo ispirazione, è la Rassegna storica dei Comuni dell’Istituto di Studi Atellani, fondato dal compianto prof. Sosio Capasso, che ospita interventi provenienti da tutta l’area atellana e non solo. Ma una pubblicazione periodica di storia locale che fosse originaria proprio di Afragola non c’era, e noi fummo i portatori di 22 • Cogito

un esperimento che, a distanza di tanti anni, possiamo dire sia riuscito appieno. Durante questi 3 lustri, il Centro studi ha organizzato numerose iniziative culturali come convegni, concerti, incontri, dibattiti per sollecitare l’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni sulla riscoperta delle proprie radici storiche. Contributi importantissimi sono stati pubblicati su “Archivio”, la rivista del Centro studi: dai rendiconti economici delle tre parrocchie storiche alle descrizioni architettoniche delle stesse, dallo spoglio delle Sante Visite del 1698 e del 1875 alla descrizione di antiche usanze contadine dei secoli passati, dall’excursus sulla storia del giornalismo afragolese al dibattito sull’origine, l’andamento e la fine del feudalesimo medievale in Afragola. “Archivio afragolese” ha costituito in passato, e costituisce ancora oggi, un punto d’incontro di tanti studiosi, anche di generazioni diverse, che vogliono confrontarsi sulla storia locale non solo di

Afragola, come dimostrano i recenti interventi sulla contea normanna di Aversa, pubblicati negli ultimi 4 numeri della rivista. Non tutto è stato facile, ovviamente: tutti gli inizi sono segnati da ampie possibilità e da ampi margini di miglioramento, ma possiamo dire che l’accoglienza del pubblico in questi 15 anni ci ha fatto continuare con determinazione e sempre più nuova energia. E’ vero, non partivamo da zero: prima di noi c’erano stati i contributi di don Gaetano Capasso, di Luigi Catalano, di Carla Russo, e il lavoro di “archivio” è stato quello di implementare quello di questi studiosi. Soprattutto, ci siamo dedicati alla riscoperta del patrimonio monumentale e archivistico delle parrocchie storiche di Afragola, Santa Maria d’Ajello, San Giorgio martire e San Marco. Questi tre templi, fondati con lo sforzo comune dei nostri avi indipendentemente dal loro ceto sociale, sono scrigni di arAnno XXIII - numero 394 - Sabato 15 ottobre 2016


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Padre Sosio Del Prete è venerabile adre Sosio Del Prete, al secolo Vincenzo, nacque a P Frattamaggiore nel 1885. Entrato tra i Frati minori nel 1901, fu ordinato sacerdote nel 1910. Dopo essersi dedicato alla musica sacra, nei primi anni Trenta, diede vita, con suor Antonietta Giugliano, all’Istituto religioso delle Piccole Ancelle di Cristo Re il cui apostolato fu rivolto soprattutto ai vecchi e ai ‘figli del popolo’. Le opere realizzate ne rivelano la capacità di leggere i ‘segni dei tempi’ sulla base della sua straordinaria carità. La sua spiritualità si espresse in un vivissimo amore per la passione di Gesù e in una tenera devozione alla Vergine. Morì a Napoli nel gennaio del 1952. Il suo corpo riposa nella cappella della casa madre dell’Istituto ad Afragola. E’ in corso la causa di beatificazione e il 26 Aprile 2016 è stato dichiarato Venerabile. Le Piccole Ancelle di Cristo Re hanno organizzato alcune tappe celebrative per ricordare l’evento. Si inizia, sabato 15 ottobre alle 17, con un convegno sulla figura del Venerabile che si terrà presso l’aula magna della Casa del Volto Santo a Capodimonte. Il meeting sarà coordinato dal professor Antonio Nazzaro e prevede gli interventi del professor Gennaro Luongo, direttore Asdn; del professor Ulderico Parente, biografo del venerabile e di padre Salvatore Vilardi. Madre Cristina di Gesù Crocifisso leggerà l’inno ai fondatori delle Piccole ancelle di Cristo Re da lei composto. Alle 16.30, poi, sarà proiettato un breve video sulla vita di padre Sosio. Giovedì 20 ottobre, alle 20, nel Tempio del Volto Santo, è in programma una Veglia di Preghiera sul tema “Tutto mi parla di Te”. Sabato 22 ottobre, alle 17, nel Tempo del Volto Santo, sua eminenza Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, officerà una solenne concelebrazione eucaristica con la lettura del decreto di venerabilità. Sabato 12 no-

te e di cultura non indifferente nell’area a nord di Napoli. Solo per citare alcuni degli innumerevoli esempi che potrei farvi, in Santa Maria d’Ajello conserviamo una stupenda pala d’altare della Madonna assunta in cielo, realizzata nel Cinquecento da Leonardo Castellano, che suscita meraviglia in quanti visitano la chiesa. In San Giorgio conserviamo il sepolcro di Matteo Arcane, dignitario trecentesco della corte angioina, e numerosi lavori di epoca barocca; in San Marco, ancora oggi costituita da linee semplici ed essenziali nella propria architettura, possiamo trovare affreschi cinquecenteschi di notevole caratura artistica. Ma non solo arte troviamo nelle storiche sedi parrocchiali di Afragola: anche una mole immensa di documentazione archivistica, costituita dai registri parrocchiali delle tre chiese, tutti iniziati pressoché nello stesso periodo, all’indomani della fine del Concilio di Trento, nella seconda metà del XVI secolo. I registri parrocchiali costituiscono quelle che, in Archivistica, sono chiamate fonti primarie, cioè le basi di ogni speAnno XXIII - numero 394 - Sabato 15 ottobre 2016

vembre, alle 20, ad Afragola, nella Basilica pontificia di Sant’Antonio, si svolgerà una veglia di preghiera sul tema “Le opere di misericordia nel venerabile Padre Sosio Del Prete”. Seguirà, in conclusione, una visita alla Cappella delle tombe dei fondatori nella casa madre delle Piccole

ancelle di Cristo Re. Sabato 14 gennaio 2017, alle 18, a Frattamaggiore, nella Basilica pontificia di San Sossio, solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa. Al termine sarà scoperta una lapide sulle mura della casa nativa del venerabile. Sabato 29 aprile 2017, alle 19, nella stessa Basilica, si svolgerà una rassegna di Corali della città di Frattamaggiore. Antonio Boccellino

culazione storica e storiografica. Una fonte primaria è una fonte, scritta, orale o monumentale, di prima mano, e che può essere ricondotta a una specifica genesi storica, cioè chi l’ha scritta, detta o realizzata. Nel caso dei registri parrocchiali, noi possiamo venire a sapere molto di una data comunità grazie alla loro lettura (…). Cosa è cambiato dacché iniziammo a inizio secolo quest’avventura editoriale, inedita nel panorama afragolese? Molto: “Archivio” ha avuto il merito incontestabile di aprire una strada per quanti sono interessati alla ricerca storica e storiografica e la sua influenza ha fatto sì che nascessero esperimenti storici locali simili ad esso. Anche questo è un merito del Centro studi e di “Archivio”, carissimi: aver fatto in modo che tanti giovani scoprissero in sé la passione per la Storia, e che contribuissero al lavoro certosino e non facile della ricerca. Perché anche suscitare nelle nuove leve del futuro l’interesse per la Storia, è un modo per preservare la memoria comune di una comunità. Don Giuseppe Esposito

Tanti auguri a...

Auguri di una grande vita e tanta felicità alle due bellissime ragazze dei miei nipoti Benny e Domenico, Raffaella e Tatiana. Cogito • 23

... Cogito torna Sabato 29 Ottobre ...


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