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A f r Ag o l A - C A i vA n o - C A r d i t o - C A sA l n u ovo - C r i s pA n o - f r At tA m Ag g i o r e - f r A t t A m i n o r e

La testata più antica dell’area a Nord di Napoli QUINDICINALE DI ATTUALITà POLITIC A, ECONOMIA, COSTUME

Anno XXII - n. 367 - Sabato 4 aprile 2015

Fondato da Natale Cerbone


›› Lettere al direttore

Un ricordo personale della visita di Papa Francesco a Napoli Ore 14 del giorno 21 Marzo. Mi trovo fuori la Cattedrale di San Gennaro, nel settore dedicato ai giornalisti della carta stampata, degli operatori di varie televisioni nazionali, internazionali e locali. Al di là delle transenne, man mano comincia ad affluire e a sostare la gente in spasmodica attesa dell’arrivo di Papa Francesco, che secondo il programma dovrebbe giungere alle 15 dalla Casa Circondariale di Poggioreale, dove ha incontrato e pranzato con i detenuti. Con accuratezza vengono collocati in posizioni strategiche i sofisticati aggeggi tecnologici per le riprese, mentre sul lato opposto viene posto un maxischermo per consentire agli operatori dei social media e alla folla di persone che comincia ad accalcarsi di assistere ai vari momenti dell’incontro del Santo Padre con il clero. Di lì a poco, cominciano ad arrivare alla spicciolata frotte di suore e frati di varie Congregazioni religiose, distinguibili dal diverso saio che indossano. Gli uomini addetti alla sicurezza, compresi quelli dello Stato del Vaticano, sono severissimi: senza pass non si entra nel Duomo. Si forma, nello spiazzo antistante il sagrato della Cattedrale, una lunga fila di presbiteri, monaci e suore che attendono il loro turno per entrare nel tempio. Ad un tratto, espressioni verbali di protesta: qualche “confratello”, furbetto, giungendo dopo, tenta di avvicinarsi all’entrata non mettendosi in coda. Spontaneo commentare: “Tutto il mondo è paese!” Il tempo è clemente: mite il primo giorno di primavera, un clima fortunatamente favorevole alla visita di Francesco. Intanto, sul maxischermo si proiettano immagini della sosta mattutina del Pontefice a Pompei e a Scampia alternate ad altre di repertorio, tra le quali scene delle quattro visite di Giovanni Paolo II a Napoli. Poliziotti in borghese, dopo un’accurata perlustrazione nei dintorni per accertarsi della mancanza di ordigni, conversano tranquillamente tra di loro in attesa dell’arrivo della papamobile. Il brusio della folla, all’inizio appena percettibile, aumenta man mano che passa il tempo fino a trasformarsi in un vocìo insistente: qualcuno comincia a sbuffare, manca poco alle 15 e ancora niente che faccia presagire l’arrivo di Sua Santità. Giunge, di corsa, qualche sacerdote ritardatario accompagnato dal diacono. E’ stato superato l’orario previsto dal programma di una decina di minuti quando si sentono dal fondo della strada applausi e acclamazioni di gioia: è arrivata la papamobile in piazza Nicola Amore; man mano che essa si avvicina al sacro tempio aumentano le grida di giubilo e si intensificano i battiti delle mani; tutti sono pronti con macchine fotografiche e cellulari per immortalare l’agognato momento. Ecco, finalmente, preceduta da alcune moto delle forze dell’ordine, giungere la papamobile sulla quale il Santo Padre benedice la folla acclamante. Il veicolo si ferma nell’area antistante la Chiesa, vedo il Pontefice a pochi metri di fronte a me: il volto rivela i segni della stanchezza, ma ha un bel colorito. Scende lentamente mentre i fedeli, esultanti, lo chiamano: “Francesco Francesco!” Egli risponde sollevando le braccia e mostrando uno smagliante sorriso. Lo si vorrebbe vicino quell’Uomo vestito di bianco, per dirgli semplicemente grazie per aver restituito 2 • Cogito

speranza ai delusi dalla vita e dignità a quelli deprivati di spazi vitali e di affetto; alcune mamme di ragazzi disabili che hanno avuto il permesso di entrare nel settore riservato ai professionisti della comunicazione, hanno le lacrime agli occhi: gli esprimono, così, piangendo per la forte emozione, la loro immensa gratitudine per i gesti di condivisione e per le parole di consolazione che da due anni offre a chi giace sotto le piccole e grandi croci della solitudine, della sofferenza e dell’emarginazione. “Francesco Francesco!” Si continua ad invocare il suo nome fin quando non entra nella Cattedrale. Qui, consegnando i fogli del discorso al Cardinale Sepe, parla a braccio ribadendo i contenuti della Sua pastorale. Sprona il clero napoletano a praticare la “povertà di spirito”, a bandire la mondanità e le comodità, a porre Cristo al centro della vita, a portare a tutti la misericordia, la tenerezza , l’amicizia di Dio, testimoniando una Chiesa missionaria, in uscita verso le periferie esistenziali, a non diventare vittime del “terrorismo delle chiacchiere”, a evangelizzare con le opere di carità, con gesti di pace e di concordia Qualche giornalista, ascoltando il discorso, commenta compiaciuto: “Li sta bacchettando di santa ragione!” Dopo la mezza liquefazione del sangue di San Gennaro, esce sul sagrato e, di nuovo, insistente e implorante la folla lo chiama: “Francesco Francesco”. E’ a pochi metri da me quando sale sulla papamobile; nota dei disabili che mi sono vicini, li osserva, poi si piega verso l’autista per parlargli, indicando con lo sguardo quei figli prediletti di Dio. Allora, la papamobile non parte e, così, le mamme conducono i figli presso il veicolo. Egli li attende con un largo sorriso e li saluta, anche io, con altre persone, mi avvicino seguendo le carrozzelle, spero che rivolga lo sguardo anche verso di me, sto a pochissimi metri da Lui, ma il Santo Padre è tutto intento a porgere la mano ai ragazzi diversamente abili: giusto così, qualcuno di loro piange dall’emozione, qualche altro si dispera per aver solo sfiorato la sua mano. Interviene il personale della sicurezza, allontana tutti e la papamobile parte verso il Gesù nuovo, dove lo attendono tanti altri infermi che hanno bisogno, tramite la Sua presenza, di avvertire il calore dell’amore dello Spirito, di percepire la misericordia del Padre e la solidarietà del Figlio, sceso sulla terra per condividere le difficoltà e le miserie degli uomini, per dare un senso al dolore. E’ per questo che il Vicario di Cristo va ad accogliere “le pietre scartate dai costruttori”, per donare, in particolar modo a loro, aneliti di una vita nuova, pervasa di infinito e di eternità. Vai, Francesco, corri verso di loro per rendere meno gravoso il loro “giogo”, per infondere coraggio, per aiutarli a vincere la desolazione del cuore, per dire loro, come sempre hai rimarcato nelle tue catechesi, che davanti agli occhio di Dio sono grandi, che il Signore della Storia ha accettato la più ignobile delle morti per essere solidale con chi porta sui sentieri accidentati e tortuosi della vita, spesso senza neanche il sostegno di un Cireneo, le croci delle ingiustizie subìte, del male fisico, delle amarezze e dell’angoscia di vivere. Ti ho visto da vicino, molto vicino, e questo mi basta: mi è sembrato di percepire le tue attese di libertà, di cogliere i tuoi tripudi di vita, di aprire il mio cuore alle tue speranze di cieli nuovi e di terre nuove. Antonio Botta Anno XXII - numero 367 - Sabato 4 Aprile 2015


L’EDITORIALE ‹‹

Legalità e trasparenza...Solo chiacchiere Non è ancora cominciata, ma la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale e dei Consigli comunali di Caivano, Cardito, Casalnuovo, Crispano e Frattamaggiore già sta dando il peggio di sé. Nei giorni scorsi, dopo che si erano rincorse alcune voci in merito a un ulteriore rinvio della tornata elettorale al 7 giugno, è arrivata la conferma ufficiale: si voterà domenica 31 maggio e gli eventuali turni di ballottaggio per le elezioni dei Sindaci di Caivano, Cardito, Casalnuovo e Frattamaggiore si terranno dopo due settimane, domenica 14 giugno. Le liste quindi si presenteranno negli ultimi giorni di aprile, ma il teatrino della politica è già cominciato, dando il peggio di sé.

dare risposte concrete a chi, come i lavoratori del supermercato de La Masseria, sta vivendo situazioni drammatiche quale è la perdita del lavoro? Come si può aver fiducia in questa politica e pensare che possa aiutarti a risolvere i tanti, troppi, problemi con cui le nostre città hanno a che fare? Non bisogna abbandonare, però, la speranza e continuare a lottare per la difesa dei propri diritti, a cominciare dal diritto a un posto di lavoro che garantisca una vita dignitosa. Noi continueremo a lottare insieme a loro, ai dipendenti che hanno deciso di vivere nel supermercato in cui lavoravano, con l’unica arma che abbiamo a disposizione: l’arma della denuncia giornalistica che ci spinge a tenere alta l’attenzione su quella batta-

Come può questa politica affrontare temi come la lotta dei dipendenti del supermercato de La Masseria? Tanto per cominciare, manca, come al solito qualsiasi riferimento ai programmi che si hanno in mente, così come mancano i resoconti degli anni passati ad amministrare città e regione. Non mancano invece le prime promesse di posti di lavoro, più o meno velate. E che dire poi delle “trattative” per le alleanze e la scelta dei candidati? Quello che si pensa di mattina cambia, di colpo, la sera, senza alcuna motivazione valida. E così ci si ritrova con nemici giurati che vanno a braccetto, dimenticando le accuse, anche gravi, che si sono scambiati fino a qualche ora prima. A farne le spese, la credibilità, ma anche temi importanti, come quelli della legalità e della trasparenza. Temi che sono importanti e sbandierati ai quattro venti quando servono per contestare l’avversario di turno ma di cui ci si dimentica quando quell’avversario diventa un tuo alleato. A quel punto, tutte le critiche si dimenticano e quella stessa persona che, fino a poco fa, era poco meno di un avanzo di galera diventa un paladino della legalità, sostenuto con forza e convinzione. Noi continuiamo sulla strada intrapresa: non dare spazio al teatrino della politica. Aspettiamo che si chiariscano i ruoli di questo “brutto gioco” della politica locale e, quando ci sarà maggiore chiarezza, cominceremo a incontrare i protagonisti e dovranno spiegare ai lettori, non a noi, il perché di certe scelte, il perché di certi silenzi su accuse gravi relative a quel che si è fatto e a quel che non si è fatto. E, in un quadro politico così desolante, come si pensa di poter

glia. Anche, in questo caso, noi continuiamo a seguire le vicende dei dipendenti del supermercato de La Masseria perché, per noi, non sono “fantasmi”, e men che mai solo l’oggetto di un servizio giornalistico più o meno riuscito. Per noi di Cogito, chi porta avanti una battaglia giusta, va sostenuto sempre e non solo quando comincia o si è nel pieno della “bolla mediatica” perché Cogito è sì un media, ma è soprattutto un megafono che dà voce a chi non ce l’ha. Anche in questo numero seguiamo la battaglia dei dipendenti del supermercato de La Masseria perché è proprio in questi giorni che non bisogna abbassare la guardia perché chi non ha fatto niente neanche nei giorni in cui i riflettori dei media erano accesi sulla vicenda, di certo non lo farà se cala il silenzio completo sulla vicenda.

I lavori per la stazione Porta Campania sono fermi da 1145 giorni

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

Segreteria di redazione: L’abitudine rende sopportabili anche (Esopo) Editrice Cogito srl le cose spaventoseTina Malafronte QUINDICINALE DI ATTUALITà, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994

di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta

Vice direttore Antonio Trillicoso

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

grafica & stampa

Anno XXII - numero 367 - Sabato 4 Aprile 2015

Collaboratori Angelica Argentiere, Francesco Celardo, Antonio Cerbone, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Floriana Stile, Teresa Turino, Marina Esposito, Lina Cristofaro, Linda Scuotto, Antonio Fioretto Vittorio Santoro, Stefano Andreone, Antonio Boccellino.

Fotoreporter: Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S.Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357

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›› PRIMO PIANO

Si ferma un’altra volta la raccolta dei rifiuti ad Afragola

Ci risiamo... Una protesta dei dipendenti del consorzio ha creato disagi in città, sia in centro che in periferia. Sul tavlo i soliti problemi: stabilizzazione degli interinali, gli stipendi e le condizioni di lavoro

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na città stracolma di rifiuti. E’ quello che si sono ritrovati gli afragolesi nel corso della scorsa settimana e il problema è durato qualche giorno. Le strade maggiormente colpite dalla mancata raccolta sono state quelle di corso Garibaldi, via Guerra, via Ciaramella, corso Vittorio Emanuele, via San Felice e zo-

na piazza Municipio, oltre, naturalmente, alle periferie che si sono trasformate in vere e proprie discariche a cielo aperto dove chiunque poteva affiancare ai rifiuti solidi urbani, di tutto. Ma cos’era successo? Perché i rifiuti non sono stati raccolti? Motivo della mancata raccolta, è stata l’assemblea dei lavoratori appartenenti al consorzio Sieco-Gema, incaricati della raccolta dei rifiuti, e indetta dalle sigle sindacali Fesica-Confsal,

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di Francesco Celardo diretta dal segretario nazionale Andrea de Stasio, e dal sindacato Ugl. Alla base delle proteste, ci sono state le tante problematiche da sempre sostenute e “mai affrontate seriamente dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Tuccillo”. Infatti, i sindacati ricordano come già in passato avevano chiesto che le cose cambiassero, ma nulla è stato fatto. I sindacati evidenziano quasi sempre le stesse cose: che la ditta non paga lo stipendio nei tempi prefissati, (al momento non percepiscono lo stipendio di gennaio n.d.r.), le precarie condizioni igienico sanitarie del capannone dove sono stoccati gli automezzi, la questione delle assunzioni degli interinali maturata in questi anni, il vestiario e il cambio dei metodi di raccolta. “Ci siamo scocciati di ripetere sempre le stesse cose - racconta il segretario nazionale De Stasio - Tuccillo e la sua Amministrazione ci avevano promesso prima di Natale che tutto sarebbe cambiato. Invece non è cambiato nulla. Stiamo peggio di prima. Se nelle prossime ore qualcosa non cambia, continueremo con la protesta”. L’assessore all’ambiente, Salvatore Iavarone, intanto ha detto: “Multeremo

nuovamente la ditta per la mancata raccolta. Ma in queste ore stiamo cercando di trovare una soluzione adeguata ai problemi che ci sono”. Uno dei nodi più difficili da sciogliere è quello delle assunzioni dei dipendenti interinali. Siccome la pianta organica del cantiere parla di 104 unità lavorative, comprese quelle interinali, la sigla sindacale si domanda come mai quei contratti non vengono ancora stabilizzati. Stando a voci di corridoio, le stabilizzazioni non arriverebbero perché quelle assunzioni a tempo determinato erano state fatte dall’Amministrazione Nespoli. Ma il sindacato alza le barricate. “Il posto di lavoro e sacro e nessuno lo deve toccare” dice De Stasio. E, intanto, a pagarne le conseguenze sono soprattutto gli afragolesi: “Noi paghiamo una tassa sui rifiuti molto salata e questo ci meritiamo? Camminare tra la monnezza non raccolta? Tutto questo è assurdo” ci ha detto una signora che abita in un palazzo di corso Garibaldi. Mentre una cittadina del centro storico ha polemizzato: “qui la differenziata non la fa nessuno. Sono l’unica a farla. Ma nessuno controlla. Tutto questo è inaccettabile”.

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PRIMO PIANO ‹‹

E, intanto, un’altra discarica abusiva prende forma Forse qualche carrozziere, per giunta pure abusivo, non sapeva dove mettere i suoi rifiuti, e quindi ha pensato di lasciarli per strada. A pochi metri da una scuola e dal rione Salicelle di Afragola. Ci troviamo davanti all’ennesimo abbandono di rifiuti definiti speciali da parte di chi, in modo incontrastato, smaltisce i propri problemi sui marciapiedi stradali. Rifiuti di ogni genere, tra cui paraurti in plastica di autovetture, pneumatici e monnezza di casa, hanno generato l’ennesimo cumulo che, se non viene tolto in tempo, genererà di fatto una nuova discarica. I cittadini residenti nella zona, per l’ennesima volta sbigottiti davanti a un nuovo abbandono di rifiuti, si domandavano chi potesse essere stato a scaricare tutti quei paraurti per strada occupando anche una parte della carreggiata. “Ma a che ora li hanno abbandonati?” “Chi sarà stato?” Queste le domande destinate a restare senza risposta perché, anche se l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Tuccillo aveva previsto un impianto di video sorveglianza nei punti critici di Afragola, proprio in quella zona, che, in passato era stata usata come sversatoio di rifiuti, non è stata montata nessuna telecamera. Immediata la polemica del leader dell’opposizione, Antonio Pannone, che chiede le dimissioni dell’assessore all’ambiente Salvatore Iavarone. Per Pannone “basta girare per Afragola

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per rendersi conto che la politica ambientale dell’Amministrazione è fallimentare. Nei giorni scorsi il centro antico della città era sommerso dai rifiuti, le periferie, a cominciare dal quartiere Salicelle, sono prive di controllo e gli sversamenti abusivi sono quotidiani. L’assessore all’ambiente Salvatore Iavarone avrebbe dovuto prendere atto di essere il capro espiatorio di una situazione insostenibile visti i problemi che ci sono con il dirigente competente e con l’ufficio ecologia. Purtroppo a pagare sono ancora una volta gli afragolesi che non ne possono più di Tuccillo”. La polemica si è infiammata anche perché alcuni cittadini del rione Salicelle si domandavano che fine avessero fatto i controlli sugli sversamenti illegali. Infatti, i rifiuti abbandonati a pochi passi dal rione, e da una scuola, cioè l’Europa Unita, appartengono quasi sicuramente a qualche carrozzeria della zona che, al posto di contrarre un contratto di smaltimento dei rifiuti, ha pensato di disfarsene abbandonandoli per strada. “Tanto c’è chi pulisce, a spese nostre” racconta un cittadino oramai stufo di nota-

re come le persone ad Afragola possano fare quello che vogliono ma senza che

nessuno faccia nulla per contrastarli. Da parte dell’Amministrazione comunale, fanno sapere che c’è tutta la buona volontà per debellare il fenomeno, come dimostra l’adeguamento del nuovo impianto di telecamere che è già andato in funzione, così come, proprio in questi giorni, sta continuando la pulizia delle periferie dalle discariche abbandonate. Senza dimenticare che, finalmente, è cominciato il lavoro di bonifica per la discarica del Cantariello. Tutte buone intenzioni, ma, intanto, le discariche aumentano anche e soprattutto, bisogna ammetterlo, per gli incivili e delinquenti che continuano a non capire i danni che creano con i loro comportamenti irresponsabili.

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›› CRONACA

Prime anticipazioni sullo studio che ha coinvolto gli alunni afragolesi

Una buona notizia Nelle scuole medie ci sono stati aumenti considerevoli di patologie tiroidee legate all’inquinamento. La situazione è decisamente migliore rispetto a quella negli altri comuni della Terra dei fuochi di Carmen Celardo

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ei giorni scorsi, nell’auditorium dell’istituto “Rita Levi Montalcini” di Afragola, in via De Rosa, è stato presentato un progetto promosso dal Comitato Coordinamento Comitati Fuochi, di cui fanno parte circa 70 associazioni ambientaliste, in collaborazione con l’associazione Atta-Campania Onlus, ammalati di tumore della tiroide ed associati; il progetto li ha visti protagonisti di una campagna di prevenzione secondaria contro le malattie legate alla tiroide: l’indagine è stata svolta nelle scuole medie inferiori di tutto il territorio afragolese, dove per ogni classe venivano scelti dei “campioni” a cui sottoporre gli esami. I dati dello screening tiroideo, eseguiti dalla equipe di medici dell’ISDE coordinati dal professor Raffaele Volpe, responsabile dell’unità operativa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera “Cardarelli” di Napoli, risultano essere migliori rispetto ai dati registrati in altre zone della Campania, interessate, come Afragola, da episodi legati a roghi tossici e scarichi industriali; rispetto ad alcune cittadine limitrofe, nei bambini afragolesi non si sono riscontrate patologie di rilevante importanza, se non qualche lieve mal funzionamento della ghiandola, facilmente curabile. I “numeri” che emergono dall’ultima relazione dell’Istituto Superiore di Sanità sui tumori infantili nelle province di Napoli e Caserta sono estremamente preoccupanti in quanto sottolineano l’aumento delle malattie oncologiche e i casi di leucemia proprio in fasce di età giovanili. Vista la totale indifferenza da parte delle Istituzioni locali e nazionali e la conseguente mancanza di interventi sanitari preventivi di rischio delle patologie corre-

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Il convegno di presentazione dei dati dello studio del Cccf late in queste fasce di età, l’Atta e il CCFcon il programma preventivo messo in atto si pongono l’obiettivo di segnalare e arginare l’incremento di patologie tiroidee, anche neoplastiche, rilevatosi negli ultimi anni nel territorio napoletano casertano. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare tutti gli organi politici, amministrativi, sanitari locali e nazionali e i mass media, al fine di spingerli in questa direzione, nel fare seriamente prevenzione secondaria ma soprattutto quella primaria. Il professor Volpe dichiara che “i dati generali e di tutta la regione sono di un incremento di alcune patologie tiroidee anche quelle comuni benigne e maligne che interessano la tiroide, noi ci stiamo interessando da qualche anno, attraverso questo progetto, da me proposto e che sta andando avanti da cir-

ca due anni, di fare uno screening ecografico sui ragazzi delle scuole medie perché abbiamo visto che è un età importante, di crescita e di sviluppo dove risulta esserci un incidenza di patologie in questa fascia di età, pensai di poter andare direttamente nelle scuole e accompagnato con bravi specialisti ed ecografisti del territorio campano e visitarli”. Sul finire della conferenza, alla quale non solo erano presenti i bambini della scuola media Montalcini, ma anche genitori e docenti, il professore Volpe ha risposto ad alcune domande, fatte dai ragazzi stessi dando alcuni consigli su quale dieta preventiva seguire per chi è affetto da patologie tiroidee, come riconoscere i sintomi legati a questa malattia ma soprattutto “alleggerire” l’inquinamento atmosferico che contribuisce allo scompenso della tiroide: una sfida alquanto difficile!

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CRONACA ‹‹

Il pediatra Vincenzo Castaldo: “La tiroide è influenzata dall’ambiente” Per capire qualcosa in più sulla tiroide, abbiamo sentito il dottor Vincenzo Castaldo, pediatra reponsabile della struttura di endocrinologia e diabetologia pediatrica dell’ospedale di Caserta. Quali possono essere i sintomi, in età infantile e neonatale delle malattie della tiroide? Quali sono i rischi che comportano? Come curarle? “La tiroide produce ormoni che svolgono importanti funzioni legate al metabolismo energetico, alla temperatura corporea, alla crescita, allo sviluppo delle ossa e della maturità del sistema nervoso centrale. La patologia tiroidea comprende condizioni di ipotiroidismo, ipertiroidismo, le tiroiditi, specialmente di tipo autoimmune e i noduli benigni e maligni. In età pediatrica la patologia tiroidea più frequente comprende gli ipotiroidismi conseguenti a una ipofunzione della ghiandola. Meno frequenti sono le patologie dovute ad una iperfunzione della ghiandola. Altre patologie della tiroide comprendono il gozzo in genere da carenza di iodio, le tiroiditi, in particolare la tiroidite di Hashimoto e infine i noduli e il carcinoma. L’ipotiroidismo è dovuto alla carenza della produzione di ormone tiroideo ed è la principale malattia che colpisce la tiroide in età pediatrica. Sulla base dell’età di insorgenza l’ipotirodismo può essere congenito, presente già alla nascita o acquisito in insorgenza postnatale. L’ipotiroidismo congenito è

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la patologia endocrina più frequente ed è la più comune causa prevenibile di ritardo mentale. L’associazione tra ritardo mentale e ipotiroidismo congenito è nota da lungo tempo per cui da circa trent’anni si effettua uno screening di massa su tutti i neonati per una diagnosi e un trattamento sostitutivo precoci, prima ancora che si evidenziano i segni clinici. Le cause più frequenti di ipotiroidismo congenito comprendono un anomalo sviluppo della ghiandola tiroidea quali l’assenza, l’ipoplasia o una localizzazione anomala della tiroide. Cause meno frequenti comprendono le alterazioni genetiche della sintesi degli ormoni tiroidei ed infine cause iatrogene ad esempio la somministrazione di iodio radioattivo alle gestanti. I bambini con ipotiroidismo acquisito sono diagnosticati per comparsa di gozzo o per rallentamento della crescita, calo di vivacità, ridotto rendimento scolastico, stipsi e cute secca. La pubertà è di regola ritardata ma talvolta si riscontra una pubertà precoce parziale. Le cause dell’ipotiroidismo acquisito comprendono la tiroidite autoimmune, la carenza di iodio, cause iatrogene per la somministrazione di alcuni medicamenti”. Quanto incide l’inquinamento atmosferico sulle malattie e le disfunzioni della tiroide? “La tiroide è fortemente influenzata dall’ambiente esterno, rappresenta il bersaglio di numerose sostanze di deno-

minate” interferenti endocrini”. Sono molecole di sintesi come i policlorofenili, le diossine, gli ftalati, compostiagrozootecnici (anabolizzanti, diversi tipi di fungicidi, erbicidi ed antiparassitari), sostanze ad uso industriale (composti metallici, additivi di plastiche e resine, composti ignifughi ecc.), cosmetici (ftalati, paraben), farmaci, fitoestrogeni (isoflavoni, lignani) presenti in alcuni alimenti. Queste sostanze persistono a

Vincenzo Castaldo lungo nell’ambiente (acqua potabile, acque reflue, suolo, aria, ambiente di lavoro), si concentrano negli organismi viventi e negli alimenti. Alcune sono prodotte da processi di combustione come le diossine, altre dall’impiego improprio e smaltimento inadeguato ed illegale”. Carmen Celardo

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›› POLITICA

I lavori alla sede del Comune di Caivano sono fermi da un anno

Un restauro infinito Il castello è “prigioniero” delle impalcature dal 2009 e non si sa quando sarà “liberato”. Intanto c’è chi teme che i lavori abbiano cambiato il volto al monumento simbolo della città di Stefano Andreone

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l Palazzo Baronale, o Castello, è la sede principale del Comune di Caivano, è la “casa” del primo cittadino, da sempre simbolo principale, se non unico, della città. La costruzione di origine medievale, da molti anni è in fase di restauro, precisamente i lavori sono cominciati nel 2009, e, a oggi sono ancora in esecuzione, nonostante siano passati ormai sei anni. Da circa un anno, però, il cantiere è addirittura fermo, per delle incongruenze tecniche sorte in corso d’opera; siamo andati al Castello per avere notizie aggiornate sull’attuale situazione e informare i

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nostri lettori preoccupati nel lontana la data di conclusione dei lavori. A spiegarci, in maniera dettagliatta, e fornirci le dovute informazioni, ci ha pensato Vito Coppola, dirigente del Comune, che ci ha confermato i problemi che l’Amministrazione è stata, ed è tuttora, costretta ad affrontare: una situazione non proprio piacevole con l’impresa che si stava occupando dei lavori fino allo scorso anno. L’Impresa Consorzio Restauri del Sud S.c.a.r.l. è la ditta con la quale il Comune sta cozzando, in merito a delle discrepanze; riportiamo quanto scritto, nel protocollo inviato dal Comune a tutti gli organi competenti: “…In quella circostanza il collaudatore in corso d’opera aveva rilevato le prime palesi incongruenze tra lavori eseguiti e contabilizzati ed era stato perciò assegnato all’impresa il termine perentorio di trenta giorni per l’esecuzione delle lavorazioni necessarie ad eliminare le discrepanze in quella sede rilevata”. Abbiamo estrapolato il fulcro del problema, palesemente chiaro, e il motivo per il quale i lavori di restyling del Castello si sono arenati, inoltre, citiamo sempre il protocollo: “…dove figurano lavorazioni

contabilizzate e liquidate ma mai eseguite” (molte delle quali anche ammesse dalla ditta). L’augurio è che il tutto si concluda nel migliore dei modi e in tempi brevi, anche per verificare la qualità del restauro che, per molti, avrebbe danneggiato il Castello. Staremo a vedere e continueremo a seguire la vicenda perché è giusto tutelare un bene quale è la sede del Comune, una testimonianza storica importante, tra le più importanti che hanno resistito al tempo nei comuni della provincia di Napoli.

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CRONACA ‹‹

Una storia lunga e oscura Il principale simbolo della città di Caivano è sicuramente il suo Castello, o Palazzo Baronale, da molti anni sede principale dell’Amministrazione comunale caivanese. L’origine di questa magnifica costru-

precisare chi sia stato il primo Feudatario; l’erudito Lorenzo Giustiniani registra il primo nome nel 1417, nella persona di Marino di Sant’Angelo, avendo ragione di credere che già tre secoli prima questa terra avesse avuto il suo Baro-

ni frammenti stampati, però, farebbero risalire la costruzione del Palazzo Baronale di Caivano al VII secolo, ai tempi di Teodorico. Inoltre, sotto il Castello vi era il fossato, che contornava la costruzione tutta, questa voluta da Alfonso

zione risale al medioevo, ma non possiamo collocarvi una data certa, bisogna quindi scavare nei meandri della storia e ripercorrere con attenzione i tempi che furono perché ricordiamo ai nostri lettori che parliamo di secoli e secoli addietro, e per molto tempo le pagine storiche di Caivano sono rimaste bianche. Grazie anche all’aiuto di Renato Russo, appassionato di storia locale, partiamo da quando Caivano era un feudo, siamo intorno al X secolo, non possiamo

ne, che rispondeva al nome di Rainaldo di Caivano. Tantissimi i feudatari che possedettero il Castello e che periodicamente si susseguivano. Un tempo il villaggio di Caivano, era cinto da mura, che fungevano da frangiflutti, con torri che si ergevano per salvaguardare il villaggio da attacchi esterni, così vi rimase per molti secoli; le fortificazioni, (quindi il Castello), furono aggiunte nel IX secolo, quando i Longobardi fortificarono Atella e Acerra. Alcu-

d’Aragona nel XV secolo, quando entrato in Caivano non riuscì ad impossessarsi del Castello con la forza, pensò di farlo cadere per fame, e cinse il Palazzo d’una perpetua fossa. Del feudo di Caivano, oggi non rimane che il titolo, essendo abolito il feudalesimo, la maggior parte dei feudatari vendettero terre e Castelli, anche il Castello in questione, fu venduto da Eleonora Caracciolo a Paolo Lanna. Stefano Andreone

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›› CRONACA

Un convegno ha permesso di ricostruire la storia del Palazzo Lancellotti

Il palazzo del Principe rinascerà L’edificio più importante di Casalnuovo al centro di un importante lavoro di riqualificazione. Dovrebbe diventare un punto di riferimento per i comuni della provincia a Nord di Napoli

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di Carmen Celardo

resentato, nell’auditorium Aldo Moro di Casalnuovo il progetto di riqualificazione del Palazzo del Principe di Casalnuovo, più comunemente ricordato come il Castello Lancellotti, dal nome dei suoi ultimi nobili proprietari. Il Palazzo, che si trova nella frazione di Licignano, costituiva anticamente il perno di sviluppo del tessuto urbano e

Successivamente, il frazionamento della proprietà del Palazzo e la sua lottizzazione in distinte unità abitative dettero inizio a tristi vicende per l’ex dimora ducale di Licignano, già gloria e vanto dei Salerno. Il palazzo del Principe fu allora condannato a una cadente vecchiaia e all’oblio della sua storia e delle sue vestigia. Oggi il Palazzo a causa della ruderizzazione, dei saccheggi e gli asporti, ha

trimonio esistente nel quadro di una prestigiosa rifunzionalizzazione del complesso monumentale. Le scelte progettuali attuate nel recupero del Palazzo mirano a integrare funzione e forma degli ambienti nel rispetto dell’impianto originario. Il ripristino del Palazzo costituisce una preziosa possibilità per recuperare l’identità perduta della città e per meglio comprenderne, intellettualmente e politica-

fulcro delle proprietà baronali; alla morte di tutti gli eredi della famiglia Salerno, dominatori del feudo di Licignano dal 1669, il Palazzo venne comprato nel 1820 da Carmine Lancellotti, famiglia che, per ultima, legò le sue sorti a quella che era stata la residenza baronale di Licignano. I Lancellotti furono artefici e testimoni, intorno alla metà del XIX secolo, degli ultimi anni di splendore del Palazzo: nel 1869 essi assunsero la titolatura di marchesi del Sacro Romano Impero e di principi di San Giorgio alla montagna. Nacque da qui la denominazione di Palazzo del Principe.

perso la magnificenza di un tempo ma con il provvedimento del Ministero per i Beni Culturali e ambientali del 9 agosto 1989, il Palazzo del Principe, con annessi cortili, giardino, accessori e dipendenze è stato dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi della legge n 1089 del 1 giugno 1939; l’analisi storica delle vicissitudini del Palazzo e l’indagine sui materiali originari e sul degrado materico dell’edificio hanno supportato il progetto di restauro, realizzato dai tecnici del Comune di Casalnuovo. L’intervento in atto è volto al recupero, alla tutela e alla valorizzazione del pa-

mente, le trasformazioni patite. La riflessione sulle radici storiche della comunità ha indotto il Comune di Casalnuovo a dare nuovo impulso alle professionalità che hanno reso la cittadina famosa nel mondo: l’arte dei sartori. Infatti, all’interno del Palazzo verrà costituita una scuola di formazione professionale di cultura e tecniche della moda Napoletana per i giovani che vorranno avvicinarsi a questo mestiere. L’auspicio che l’amministrazione si propone è che il meraviglioso Palazzo diventi in primis punto di aggregazione, dibattito e confronto per i cittadini di Casalnuovo e popolazioni limitrofe.

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CRONACA ‹‹

Nessuna novità in vista per i dipendenti del supermercato de La Masseria

Tanto rumore per nulla Neanche i tanti servizi giornalistici hanno smosso la situazione dei “fantasmi” di Cardito. La Chiesa è scesa di nuovo in campo, con un comunicato stampa della Diocesi di Aversa di Cinzia Lanzano na fumata bianca che stenta ad ar- esito: “In verità, negli ultimi mesi, anche rivare, un accordo che è tuttora con la partecipazione delle Istituzioni, seminesistente, neppure una proposta brava che si fosse concretizzata una possibiè ancora giunta per riaccendere la speran- lità di soluzione della vertenza, ma poi tutza dei dipendenti dell’ex GVC del centro to è sfumato nel nulla. E i lavoratori sono La Masseria. ancora, ormai da otto mesi, giorno e notte, “La situazione è desolante! Nessuno si è ad occupare i locali in cui, per anni, hanno fatto vivo” spiega Marcelo Amendola, il svolto il loro lavoro”. rappresentante sindacale dei dipendenti. Nel comunicato giungeva, inoltre, Intanto i mesi sembrano volare, solo ieri si un’altra notizia che avrebbe reso ancora parlava di questi lavoratori costretti a pas- più tragica la situazione già vissuta dagli sare le feste di Natale e Capodanno lonta- occupanti: si parlava, infatti, di una proni dalle proprie famiglie, in un supermer- babile cessazione dell’erogazione di enercato semivuoto e freddo, per difendere il gia elettrica in seguito alle bollette non paloro diritto al lavoro. La legge, il codice ci- gate nei mesi precedenti. Fortunatamente vile, vieta che un ramo d’azienda possa es- tale ipotesi, a detta dei lavoratori, al mosere ceduto o fittato senza tener contro dei mento non trova riscontri, perché come suoi dipendenti, senza garantire loro o un affermato dalla stessa diocesi: “Senza enerriassorbimento da parte della società sub- gia elettrica sarebbe quasi impossibile contientrante o la possibilità di accedere ad am- nuare a rimanere in quei locali situati in mortizzatori sociali, siano essi la mobilità ambienti sotterranei dell’intera costruzione. o la cassa integrazione, in attesa di una A quel punto cosa potrebbe accadere? I dinuova occupazione. Questi ultimi conce- pendenti e le loro famiglie potrebbero cercaderebbero un’ ulteriore chance per i lavo- re di organizzarsi ancora per rimanere in ratori, che diventerebbero più appetibili quegli ambienti? O sarebbero costretti a lasul mercato del lavoro. Avrebbero diritto, sciare il campo, dopo tanti inutili sacrifici, in tal modo, a determinate agevolazioni, a sconfitti dalle circostanze e dalla prepotenza sgravi fiscali per la ditta del nuovo assun- dei calcoli economici?”. to. Certamente per chi vive sulla sua pelle Intanto, la Diocesi di Aversa è l’unica questa situazione sono stati mesi intermivoce a farsi sentire e a mostrare piena soli- nabili; mesi di sacrifici, di false speranze, darietà nei confronti dei fantasmi de La di illusioni ed attese disattese, in cui non Masseria. Il 22 marzo è stato inviato un si considera il valore di queste persone, comunicato per sottolineare quanto sia che non sono tutedeplorevole che questa vicenda non abbia late. ancora trovato una soluzione: “Sono passa“Il problema che ti altri mesi e, purtroppo, siamo ancora co- rimane aperto, ed a stretti a parlare della situazione difficile di cui nessuno risponun gruppo di lavoratori e delle loro 54 fa- de, riguarda la vita miglie, siamo costretti a doverci fare voce di di queste persone e coloro che non trovano attenzione e ascolto, delle loro 54 famia denunciare la situazione dei dipendenti glie. Da quanto ci è del Centro Commerciale “La Masseria” in dato di capire: nesCardito, che non ha avuto ancora alcuna suno si oppone al forma di sviluppo”. Come dice una dipen- cambio di propriedente “niente di niente, non è cambiato tà o di gestione del niente di niente! È passato più di un mese centro commerciada quando tutti sembravano interessarsi a le, nessuno contesta noi, ma per adesso siamo sempre lì, soli, in le scelte dei nuovi stallo, a due piani sotto terra...ed è arrivata responsabili, ma, se anche Pasqua!”. La stessa diocesi, si soffer- non c’è accordo sulma sugli svariati tentavi di approdare a la possibilità di una conclusione, mai giunti a un buon mantenere le stesse

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presenze lavorative, perché non si procede al loro licenziamento? A questo punto sarebbe l’unica soluzione dignitosa per tutti: libererebbe definitivamente i lavoratori consentendo loro, con l’accesso agli aiuti sociali, di organizzarsi diversamente per la loro vita, libererebbe la proprietà consentendole di gestire l’attività nella forma che riterrà più utile.” aggiungono dalla Diocesi, e concludono con un augurio: “come Chiesa ci auguriamo che, nel dialogo e nel rispetto, con l’assunzione delle rispettive responsabilità, si possa arrivare al più presto ad una soluzione che possa essere la più positiva per tutti”. Un auspicio che giunge alle porte di Pasqua, con lo spettro di un Natale ormai lontano, ma la rinascita, la luce della primavera sembra non rifiorire sotto terra!

Cogito • 11


›› POLITICA

A Frattamaggiore si preannuncia una campagna elettorale calda

Giorni infuocati L’ex presidente del Consiglio comunale, Luigi Grimaldi, su facebook, attacca tutti. Le repliche di Granata e Russo alle accuse della scorsa settimana sui loro problemi giudiziari

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l clima per le nuove amministrative è caldo e i cittadini stanno assistendo a colpi bassi con smentite e dichiarazioni pubbliche al limite del rispetto umano. Dopo dieci anni di mandato le alleanze che hanno continuato nell'indisturbata convivenza sembrano sfaldarsi incessantemente a suon di “non sei meglio di me”. Le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale dimissionario Luigi Grimaldi nel nostro scorso numero hanno scatenato non poche polemiche per il peso delle sue parole. Lo stesso Grimaldi, inoltre, ha riscoperto facebook e lo sta usando per attaccare chi poneva, di fronte alla sua candidatura a Sindaco, questioni morali per il rinvio a giudizio sulla vicenda Mec Dab. Tra l’altro, ha scritto: “Al di là delle offese che continuano a lanciare sulla mia persona per coprire le loro malefatte, i loro affari e i rapporti equivoci, preferisco restare nei contenuti e chiedo agli addetti ai lavori ma soprattutto ai cittadini una riflessione. Chi oggi mi offende e vuole spiegare alla vigilia delle elezioni che la mia posizione non è in linea con la questione morale sono gli stessi che nel 2010 mi hanno votato e scelto, incluso i Consiglieri del Pd, per farsi rappresentare e soprattutto per guidare e rappresentare il consiglio comunale. La più alta istituzione cittadina elettiva. Possibile che le stesse persone ritengono che io sia degno, scegliendomi tra una rosa di nomi, di guidare un'Istituzione e poi, solo alla vigilia delle elezioni, si accorgono del mio rinvio a giudizio, come scusa, per tentare di farmi fuori dalla competizione elettorale? E poi chi parla? Chi compra i voti della camorra?” Accuse gravi e dure che ancora non hanno avuto una risposta. La risposta alle parole di Grimaldi che, nell’intervista a Cogito, parlò di problemi giudiziari del consigliere d’opposizione, Michele Granata, e del sindaco uscente, Francesco Russo, invece, le abbiamo raccolte noi. Michele Granata, che è stato uno dei pochi esponenti dell'opposizione "vera", denunciando per primo attraverso il nostro quindicinale l'asse tra Grimaldi e Russo, già

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di Angelica Argentiere nel primo anno di consiliatura di questo secondo mandato, ha detto: “Nel vortice degli schizzi di fango, ognuno penalmente deve pensare a se stesso - dichiara Granata- al solo fine di inquinare il preludio della campagna elettorale. Il "tutti uguali" è un giudizio che va affidato agli elettori che valuterà insieme con i programmi e le alleanze e io punterò, se riuscirò a essere candidato Sindaco dell'area moderata del centrodestra, su persone che vorrebbero creare un punto di discontinuità vera con gli ultimi dieci anni. C'è chi l'ha enfatizzato e adesso lo rinnega, e chi come il sottoscritto l'ha aspramente criticato in perfetta solitudine. Registro nell'opinione pubblica un grande consenso perchè la gente è stanca non ce la fa più” Poi, entrando nel dettaglio dei suoi problemi giudiziari, precisa: “Credo bisogna per un attimo distinguere gli aspetti politici dagli aspetti penali, anche con il codice di procedura penale alla mano i reati non sono tutti uguali, fino a prova contraria non ho mai subito provvedimenti limitativi della libertà personale. Tecnicamente non ho un avviso di garanzia, sono un rinviato a giudizio in un procedimento penale di primo grado per una querela per diffamazione e spero nella mia vita politica di averne altri cinquemila. Ho sostenuto un qualcosa che nel regime democratico dovrebbe essere un'ovvietà, ho sottolineato che nella legittimità di alcuni incarichi, per un giudizio etico è il caso di astenersi dal prendere incarichi pubblici per chi fa politica o familiari. Su questo filone politico sono pronto ad averne altri di questo tipo e mai per concussione e corruzione. Mi auguro comunque che Grimaldi possa dimostrare fino in fondo la sua estraneità ai fatti che gli sono contestati”. Granata poi analizza l’attuale momento politico del Pd dicendo che “il sindaco Russo non ha la forza di imporre Grimaldi come candidato Sindaco. A sua volta Grimaldi risulta il migliore candidato Sindaco possibile per Russo per continuare gli accordi di questi anni, qualunque altro candidato Sindaco rappresenterebbe la sconfitta dell'asse RussoGrimaldi. Sostengo inoltre, che le guerre baltaniche del Pd porteranno all'implosione del

partito. Credo che ci saranno tre candidati per il centrosinistra in un clima di guerra che si aggraverà nella previsione di uno scenario da ballottaggio”. Abbiamo sentito anche il primo cittadino Francesco Russo: “Ho avuto un avviso di garanzia per l’emergenza rifiuti nel 2007 insieme ad altri Sindaci della provincia. Avviso risolto, non per prescrizione, ma per assoluzione. La dichiarazione dell’ex Presidente mi ha lasciato un po’ perplesso, purtroppo sono rischi del mestiere di chi fa pubblica amministrazione, talvolta è possibile incorrere nelle maglie della Magistratura, ma nel pieno di una coscienza pulita viene risolto secondo tutti i crismi della legalità. Il fatto che ce l’abbiano tutti non allevia né tantomeno la sminuisce” Abbiamo chiesto al Sindaco anche un commento sul quadro della situazione all’interno del Partito democratico che, dopo le tempeste passate sembrano avviarsi verso l’accordo. Dal ‘confusi e distratti’ dei manifesti cittadini di qualche tempo fa al dialogo politico: “Siamo in ricompattazione del gruppo. Si discute dell’identikit del futuro candidato a Sindaco. Non solo tra i Consiglieri, ma anche all’esterno. Certo è che il candidato dovrà avere necessariamente doti e piglio forte per aggregare e coagulare le forze politiche del centrosinistra. La conditio sine qua non sarà proprio il suo essere collante per l’intera coalizione. In un clima disteso e sereno c’è la ricerca e la condivisione della scelta che possa attirare e trascinare le forze in campo. Siamo in pieno lavoro come coordinamento cittadino, subito dopo Pasqua avremo il nome del candidato sindaco per il Pd”.

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CRONACA ‹‹

Intervento di Raffaele Cantone nella sede dell’Asl

“La legalità conviene a tutti” Il presidente dell’aiutorità anticorruzione è tornato a Frattamaggiore, ma ci sono state polemiche. A molti non è andata giù la scelta del numero chiuso. Ed è polemica con i referenti di Libera

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egalità e responsabilità. Sono queste le parole evidenziate da Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) protagonista di un incontro dibattito intitolato “Cultura, Legalità e Sviluppo” organizzato dall’Associazione ex alunni del liceo Durante e dall’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica) nella sede dell’Asl di Frattamaggiore. Il messaggio di Cantone, originario di Giugliano ed ex magistrato della Direzione distrettuale antimafia, è stato ampio ma allo stesso tempo molto chiaro: “Bisogna richiamare i principi della morale e della giustizia, bisogna rispettare le regole. Ma da questo punto di vista, c’è da fare un’inversione di tendenza. E cioè: bisogna rispettare le regole non perché è giusto, ma perché è conveniente. Il sistema dell’illegalità è fautore di molte note dolenti delle nostre terre, come ad esempio la fuga dei cervelli. Alcuni potrebbero pensare che tutto sommato anche le attività illegali muovono l’economia, immettendo ricchezza nel tessuto sociale, del resto anche chi produce droga o commette reati compra e fa girare i soldi. Tuttavia, questo modo di muovere l’economia finisce per fare del male alle persone normali”. Motivare le persone al cambiamento è sempre un’impresa difficile. E così Cantone prova a farlo sottolineando come il passaggio alla legalità possa essere non solo qualcosa di necessario, ma soprattutto qualcosa di utile per tutti: “Per fare un esempio, prova a vincere un appalto utilizzando non il sistema delle regole e dei contratti, ma utilizzando uno strumento di corruzione e comprando la gara, a chi hai fatto danno? Senz’altro alla pubblica amministrazione, agli altri concorrenti. Ma i danni maggiori sono altri e riguardano tutti: le imprese sane, in particolare quelle estere, non arrivano sul territorio e se ne tengono lontane; le imprese non sentono il bisogno di rinnovarsi, in quanto riescono a ottenere i successi avendo le mani in pasta; chi paga la corruzione non lo fa di tasca propria, ma la scarica sulla società e sui costi; soprattutto, i ribassi fanno drasticamente calare il livello di qualità dei lavori pubblici”. Insomma, il malaffare e la corruzione non fanno bene a nessuno tranne che a coloro che le praticano. La battaglia culturale che Cantone, insieme all’autorità che presiede, esorta tutti a condurre è la Anno XXII - numero 367 - Sabato 4 Aprile 2015

di Antonio Fioretto più importante, non solo perché è giusto, ma semplicemente perché serve: “La corruzione è la ragione per la quale lo sviluppo si allontana sempre più, la ragione per la quale le aziende estere investono pochissimo in Italia e quasi per niente al sud. Ecco perché la scelta della legalità conviene a tutti, anche a chi non ha nulla a che vedere con il malaffare, anche a chi stando a fare pensa la fatidica frase: a me cosa importa. Non è affatto così: l’illegalità non è un problema di altri, non è un problema che i singoli possono ignorare”

Raffaele Cantone E riguardo alla parola “legalità” Cantone lancia una frecciata: “E’ una parola molto abusata e violentata, soprattutto da persone che non avrebbero il diritto di pronunciarla. Chiunque può dire qualunque cosa, senza assumersene la responsabilità. Proprio così, la parola più importante è responsabilità. Non possiamo pensare che ci sia qualcuno che venga a risolvere i problemi. Ognuno di noi può fare qualcosa e ognuno di noi è responsabile delle cose che non fa. E non fare non significa semplice-

mente omettere, ma significa essere veri e propri complici. I delinquenti sono la minoranza e allora la questione è convincere chi delinquente non è a fare la sua parte, attraverso la parola responsabilità”. L’intervento di Cantone ha riscosso grande entusiasmo, soprattutto perché proveniente da un uomo del Sud, della provincia di Napoli, che conosce e che ha vissuto in prima persona i problemi della nostra terra. Tuttavia, non sono mancate le note dolenti. Innanzitutto, molte sono state le polemiche per il numero chiuso: solo 99 fortunati hanno potuto assistere al dibattito, nonostante l’ASL sia una struttura pubblica e nonostante i dibattiti stessi di Cantone siano di solito aperti a tutti, come quello organizzato e moderato nel 2009 dal nostro direttore, Antonio Iazzetta, nell’auditorium del liceo scientifico Miranda di Frattamaggiore. Da sottolineare, poi, quanto successo verso la fine del dibattito. Giunto il momento delle domande, anche queste riservate a pochi privilegiati, si è accesa una discussione in sala tra gli emissari di Libera Frattamaggiore, ai quali è stata interrotta la lettura di un comunicato, forse eccessivamente prolisso, e gli organizzatori dell’evento. Francesco Vitale, referente frattese dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti, ha alzato la voce e accusato alcuni presenti in sala di avere un passato non proprio cristallino. Davvero una spiacevole conclusione, finalizzata nelle parole del protagonista di giornata, Cantone, che ha detto: “Questo è il motivo per cui non andremo mai da nessuna parte: coloro che stanno dalla stessa parte piuttosto che individuare il nemico comune si concentrano nell’attaccarsi”. A parte la parentesi sgradita delle contestazioni, il dibattito di Cantone è stato assolutamente utile ed istruttivo. Ed è indicativo che sia stato organizzato nel centro dell’hinterland napoletano, spesso vittima ma anche carnefice di una situazione surreale, laddove la criminalità organizzata e la corruzione la fanno da padrona. Soprattutto, Cantone ha aiutato tutti i presenti (ed è per questo che tutti avrebbero avuto il diritto di ascoltarlo) a capire come le mafie e la corruzione tocchino tutti gli ambiti, fino a che punto vi siano immischiate e perché spesso ci si confronta con Amministrazioni e strutture poco trasparenti. Cogito • 13


›› CRONACA

I ladri sono tornati nella Chiesa madre del cimitero di Afragola

Ventidue furti in trent’anni Don Raffaele, il prete che la custodisce dagli anni ‘80, è stanco di vedere sempre le stesse scene. Si aspetta un sistema di videosorveglianza che custodisca il luogo dove riposano gli afragolesi

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n due settimane quattro furti. Dopo i computer e i documenti rubati nei giorni scorsi, stavolta è toccato alla chiesa di San Francesco di Paola costruita alla fine dell’ottocento nel cimitero di Afragola. Lì dove, per tanti anni, sono state custodite le spoglie dei genitori del cardinale Alessio Ascalesi di Napoli, i ladri hanno fatto man bassa di tutto. Pure dei pochi spiccioli contenuti nelle cassette delle offerte. Ad accorgersi del quarto furto in due settimane è stato don Raffaele Tuccillo, parroco e memoria storica della chiesa madre del cimitero. Il sacerdote, giunto come tutte le mattine al cimitero per organizzarsi per la celebrazione della messa, ha trovato l’ufficio della sacrestia a soqquadro. Gli abiti monacali tutti a terra, mobili rovistati, ostensori aperti e le cassette delle offerte svuotate di pochi spiccioli. Secondo quando è stato ricostruito dalla pattuglia della polizia municipale di Afragola giunta sul posto, i ladri, hanno avuto tutto il tempo di tagliare, con un flex, il cancello situato al lato della Chiesa per infilarci dentro una scala e raggiungere la finestra del bagno. Una volta rotta

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di Francesco Celardo la finestra, i ladri ci hanno messo poco ad aprire una seconda porta per arrivare direttamente nella Chiesa e mettere le mani dappertutto. “Hanno profanato per l’ennesima volta la casa di Dio” racconta don Raffaele oramai stremato dai questi continui furti. Il prete ricorda che, nei trent’anni in cui si occupa della Chiesa, i ladri l’hanno “visitata” per ben ventidue volte. “Tutto questo è assurdo. Non ho più parole” ci dice sconsolato. E sulla questione è montata subito una riflessione. Da molto tempo, i cittadini avevano chiesto all’Amministrazione comunale l’istituzione di un impianto di video sorveglianza per cercare di monitorare tutta l’area del cimitero. Ma nulla è stato fatto. Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale del partito democratico, Giovanni Boccellino, per il quale “sarebbe opportuno verificare l’opportunità di installare un sistema di video sorveglianza nel cimitero. Non è possibile che in due settimane i ladri hanno preso possesso totale del cimitero generando danni e rimanere spettatori senza fare nulla. Proporrò subito la questione agli organi competenti”.

La scala utilizzata dai ladri

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CRONACA ‹‹

La Corte dei Conti è intervenuta su una ristrutturazione del 2009

Condannato Boccia Il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Afragola aveva deciso i lavori nell’ufficio anagrafe, senza invitare almeno cinque ditte e avviare poi il recupero delle somme spese per l’intervento

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rutto colpo per l’ufficio tecnico comunale di Afragola. La Procura Regionale della Corte dei Conti per la Regione Campania ha condannato il capo ufficio tecnico del Comune di Afragola, Nunzio Boccia, per alcuni lavori di riqualificazione in un immobile adibito a ufficio anagrafe, di proprietà di un privato. I lavori all’immobile che rischiava di essere chiuso dall’Asl sono stati assegnati con una procedura d’urgenza senza però chiedere la restituzione dei soldi spesi al privato, né una ricontrattazione del canone di fitto. Il danno, ammonterebbe a circa sessantamila euro che il tecnico dovrà versare al Comune di Afragola qualora la sentenza fosse confermata anche nei successivi gradi di giudizio a cui il tecnico ha intenzione di ricorrere per dimostrare la correttezza del suo operato. Ma andiamo ai fatti. Era l’anno 2009, quando a capo dell’Amministrazione c’era Nespoli. I locali dell’ufficio anagrafe, ubicati nel palazzo appartenente alla Curia, erano stati oggetto di alcuni prescrizioni dall’Asl. E quindi, bisogna-

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di Francesco Celardo va mettere mano ai lavori. Lavori che furono contestati da due Consiglieri di minoranza. Boccia, si è difeso dicendo che la procedura, fatta senza gara di appalto, era stata eseguita per evitare l’interruzione di un pubblico servizio in accordo con altri dirigenti e con l’allora vice sindaco, Antonio Pannone. “La procedura è chiarissima. - racconta Boccia - L’ho fatta per evitare che venisse interrotto un pubblico servizio. Comunque esiste un contratto del fitto in essere, e per evitare che l’Asl mi chiudesse i locali, in due conferenze dei servizi, si è deliberato che andavano fatti i lavori. Ma la Corte ha condannato solo me. Io ho cercato di fare una cosa per risolvere il problema dell’ente. Mi difenderò in appello”. Ma per la Corte dei Conti non sarebbe andata proprio così. Si parte dal fatto che l’ufficio condotto da Boccia, per regola, doveva contattare almeno cinque ditte, e che il non averlo fatto va in difformità “del rispetto dei principi di trasparenza, rotazione e parità di trattamento”. Poi sui lavori, la Corte dei Conti rac-

conta come “i relativi oneri non dovevano essere sostenuti dal Comune di Afragola, in sostituzione e con diretto vantaggio patrimoniale del soggetto proprietario, bensì avrebbero dovuto essere sì effettuati in tempi rapidi, ma poi posti a carico del proprietario dello stabile”. Insomma, doveva essere il titolare dell’immobile a pagare, non il Comune. Quindi è sussistente una colpa grave nei confronti di Boccia poiché di quei soldi non è stato recuperato un solo centesimo. La Corte dei conti, inoltre, nella sua sentenza evidenza come “il disinteresse dimostrato dal Boccia in ordine alle conseguenze economicamente pregiudizievoli per l'Ente determinate dal suo operato, emerge, altresì, dal fatto che, come da egli stesso rappresentato, i rapporti con il proprietario dell'immobile erano avvenuti in modo verbale, ossia del tutto irritualmente”. Ora, di quegli uffici, il Comune ha pure previsto il passaggio in altra sede, cioè nella ex scuola Settembrini. In pratica, oltre al danno pure la beffa.

Cogito • 15


›› CRONACA

Risolto, in parte, il contenzioso tra Comune e Città metropolitana

Riapre il liceo Braucci L’amministrazione comunale caivanese aveva staccato la corrente alla scuola dopo diversi solleciti. Le spese per le utenze dovevano essere pagate dall’ente provinciale che non se ne è mai interessata

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iprende l’attività didattica al liceo Niccolò Braucci di Caivano dopo il periodo di chiusura dei giorni scorsi. La disputa tra Comune e Provincia (oggi città Metropolitana di Napoli) pare infatti essersi risolta. Ma procediamo con ordine per ricostruire la vicenda che ha portato alla chiusura della scuola per qualche giorno lasciando studenti, insegnanti e personale non docente a casa, in ferie forzate. Venerdì 20 marzo viene staccato, così come predisposto dal comune di Caivano, il primo dei due contatori dell’edificio di via Diaz, quello esterno, che alimenta i riscaldamenti di aule e laboratori, nonché una parte dell’illuminazione della scuola. L’attività didattica viene immediatamente sospesa, tenuto conto anche del fatto che il contatore in questione garantiva il funzionamento dell’impianto antincendio. Il Commissario prefettizio, Antonio Contarino, e il dirigente del V settore Istruzione e cultura, Vito Coppola, hanno infatti reso noto che il pagamento dei consumi delle utenze elettriche

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di Linda Scuotto del plesso non è di competenza del Comune di Caivano, bensì della Provincia di Napoli. Nel 2000, infatti, il Comune di Caivano ha concesso in comodato d’uso alla Provincia l’edificio di piazza Plebiscito, lasciando però l’onere delle spese per i consumi delle utenze idriche, elettriche e di riscaldamento all’ente provinciale. Nonostante l’accordo, per quindici anni, la Provincia di Napoli non ha mai adempiuto agli obblighi previsti, lasciando che fosse il comune di Caivano a provvedere indebitamente al pagamento dei consumi elettrici. L’ente provinciale ha inoltre ignorato i due solleciti, inviatinei mesi di settembre e dicembre 2014, che invitavano non solo al saldo immediato dell’intera cifra già precedentemente anticipata dal Comune ma anche a prendersi carico delle successive spese, così come deciso. Le notifiche sopracitate informavano altresì l’ente provinciale che se non avesse provveduto al più presto a intestarsi le utenze elettriche e di riscaldamento, uno dei contatori sarebbe stato staccato in data 31 marzo, il secondo in

data 1 luglio 2015. L’ente provinciale è intervenuto solo quando il dirigente scolastico Giovanni la Montagna ha denunciato al Prefetto di Napoli l’interruzione del pubblico servizio. Dopo sette giorni di forzata sospensione delle attività didattiche, e a seguito dei lavori di impiantistica necessari al ripristino delle linee elettriche, sabato 28 marzo, gli studenti del liceo Braucci sono rientrati in classe. Il 30 marzo, inoltre, la Provincia di Napoli ha versato al Comune di Caivano 19.075,25 euro, un acconto, visto che la somma totale che l’attuale città metropolitana dovrebbe invece versare alle casse comunali supera i 200.000 euro. In attesa che sia versata tutta la somma dovuta, comunque, al momento le attività scolastiche sono riprese e questa è la cosa più importante soprattutto perché la “pausa” è arrivata in un momento importante dell’anno scolastico, quando ci sono le ultime interrogazioni e lo sprint verso gli esami di maturità.

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CRONACA ‹‹

Nemea Energy Village presenta il suo Chef: Pietro Parisi

Il cuoco contadino Pietro Parisi, di origini vesuviane, ha studiato con i più grandi chef, da Ducasse a Marchesi, dopo varie esperienze internazionali è un altro fiore all’occhiello che si aggiunge al Nemea Village

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emea Energy Village oltre ad essere un “mondo” di benessere e salute, è anche una scommessa imprenditoriale, atta a rilanciare il nostro territorio. Sorta sulle ceneri dell’ex azienda Caruso s.p.a., in poco più di un anno si è imposta nel settore, raggiungendo traguardi a dir poco eccezionali. Fiore all’occhiello dei comuni a nord di Napoli, questa struttura paradisiaca è la giusta scelta per coloro che danno importanza al fisico, ma soprattutto allo stare bene, fuori e dentro. Ma Nemea, non è solo il villaggio del corpo,

dietro questa imponente struttura, dove “sembra” non mancar niente, i proprietari, ovvero la famiglia Castaldo, sono sempre alla ricerca della perfezione, del particolare che fa la differenza, della novità e soprattutto delle prime scelte. La bravura e la fortuna di un imprenditore, sta nel saper essere tempestivo, ma la prerogativa principale, il caposaldo assoluto è la lungimiranza, ovvero, proiettarsi con occhi sognanti verso nuove albe mentre gli altri si cullano nel vespro. Allora pronti via, quale migliore alchimia, se non quella di fondere il benessere fisico con quello del palato, Nemea è anche questo, e quando si parla di scelte, si “vacilla” sempre tra l’ottimo e l’eccezionale; infatti, pochi giorni fa, è sta-

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di Stefano Andreone to presentato il nuovo Chef del ristorante, Pietro Parisi, il cuoco contadino, quest’ultimo non ha bisogno di presentazioni, di origini vesuviane, si forma professionalmente sotto la guida di Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi, dopo alcune esperienze all’estero, rientra in patria e fonda il suo Ristorante “Era Ora”, queste le sue dichiarazioni: “ Il cuoco contadino, non perché faccio il contadino, ma perché provengo da una terra denominata Campania felix, i miei discendenti erano tutti contadini, io quindi, sono nato tra i campi di pomo-

doro e ortaggi. Oggi cerco di mantenere viva la tradizione, mettendo in atto quello che ho assorbito dai miei nonni, il mio modo di fare impresa è quello di rifornirci direttamente dai piccoli imprenditori, attingere dai piccoli fazzoletti di terra. Al Nemea, stiamo proponendo una cucina sana, di territtorio, una cucina di un certo livello, che non perda di vista ovviamente la qualità dei prodotti, offrendo un servizio culinario, a chi cura il benessere del fisico, non sottraendosi però ai piaceri del mangiar bene e della buona tavola”. Miriam Castaldo, delegata per l’evento, in rappresentanza dei titolari di Nemea, entusiasta per l’andamento e la riuscita della serata, così ha commentato: “ Stasera Pie-

tro Parisi è entrato a far parte della famiglia di Nemea, presenterà i suoi piatti a chilometro zero, la sua cucina è definita così, perché utilizza tutti i prodotti delle nostre zone; Pietro sfrutta al massimo le potenzialità delle nostre terre, non ha voluto allontanarsi, anzi, le ha esaltate, le ha rese uniche, proprio perché utilizza i prodotti nostrani, noi quindi abbiamo voluto sposare il suo pensiero, proprio perché viene definito cuoco contadino”. Nemea, quindi, è la testimonianza reale, di come, il coraggio e la passione di imprenditori seri, ma allo stesso tempo capaci, possa contribuire alla rinascita di aree come le nostre.

Cogito • 17


›› NOTIzIA fLAsh

Ragionando al caffè, una nuova Una Domenica delle Palme di associazione ad Afragola solidarietà Da una brillante idea possono nascere grandi cose e soprattutto si possono ottenere ottimi risultati: #Ragionando al caffè, associazione culturale, è appunto la realizzazione di un’idea, nata da un gruppo di giovani sul territorio afragolese pochi mesi fa; hanno pensato di far sentire il loro pensiero testimoniando che esistono ancora ragazzi stimolati da nuove sfide e che vanno alla ricerca di attività innovative. Pioniere dell’iniziativa e presidente dell’associazione, Carlo Russo, insieme a un gruppo di

L'Associazione Culturale "Gerardo Sirico", in occasione della domenica delle Palme, per il secondo anno, ha donato uova di Pasqua ai bimbi delle case famiglie Ismael e Alia, regalandogli una giornata di cabaret, in compagnia di tanti altri bimbi. Con un piccolo gesto di solidarietà l'associazione ha fatto sorridere anche i ragazzi meno fortunati.

collaboratori: Corrado Stufato, Andrea Cavucci, Antonio Maiello, Vincenzo Salzano, Armando Romano e Antimo Pascarella; hanno l’obiettivo di promuovere la cultura in tutti i suoi aspetti e impegnarsi nel sociale attraverso eventi culturali. Va sottolineato che l’associazione culturale è senza scopo di lucro e ha in sé una moltitudine di idee, obiettivi ed intese. Il nome stesso rappresenta il messaggio che questi giovani vogliono diffondere: il loro interesse mira a fare qualcosa in un momento storico in cui tutti disfano e sono in preda al panico. Vogliono crescere, migliorare, imparare, insegnare, cercare di aiutare chi ne ha bisogno e per fare tutto questo è fondamentale riunirsi, condividere “ragionando”. Hanno come modello uomini e donne che hanno fatto la storia, coloro che con un’idea banale sono diventati unici sorvolando inconsapevoli i loro limiti fisici. Cercano di presentare un prodotto aperto a tutti, dai professionisti agli studenti, dai meno bisognosi a coloro che necessitano di continua assistenza, per fare ciò è però fondamentale la partecipazione del popolo e per questo i ragazzi si sono proposti quanto più “social” possibile con una pagina facebook, un profilo twitter e un blog in cui far confluire le loro discussioni. La loro avventura è partita a dicembre con un primo evento culturale che ha riscosso notevole approvazione dal popolo afragolese: “Ricicla un libro, rinnova un pensiero”. Dal titolo dell’evento si capisce bene che l’intento era quello di scambiarsi libri usati per ridare un nuovo senso al libro, definito da chi lo possiede ormai vecchio ma sicuramene ancora in possesso di cultura e capace di far sognare chi lo avrà tra le mani. Altro appuntamento, tenutosi il 30 gennaio presso Contropiano Food and Coffee, ha visto come protagonista il libro di Oriana Fallaci “La rabbia e l’orgoglio” dove gli spettatori sono stati chiamati a riflettere, condividere, ragionare su un tema di attualità molto forte quale il rapporto, visto da vari punti di vista, sociale, religioso, culturale che vi è tra Oriente ed Occidente. #Ragionando vuole in pochve parole salvaguardare la nostra cultura e leggendo ma soprattutto #ragionando danno al piccolo pezzo di mondo in cui viviamo la possibilità reale di migliorare. Carmen Celardo 18 • Cogito

Tanti auguri a...Tanti auguri a... 2° Compleanno Tanti Auguri al piccolo Rosario Padricelli che il 04/04/2015 compie due anni. Da mamma papà e il fratellino Marco

LAUREA Un'altra pagina che si riempie nel prezioso libro della tua vita. Oggi hai esaudito il tuo desiderio, hai raggiunto il tuo obiettivo e ti sei fatto valere! A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore, faccio i miei più sinceri auguri per lo splendido risultato conseguito! Questa è solo la prima delle grandi gioie che la vita ti regalerà! Congratulazioni dottore, ti amo! Da Anna Rullo al suo fidanzato Mario Manzo.

Per i tuoi auguri, invia una foto e una dedica a redazione.cogito@libero.it Anno XXII - numero 367 - Sabato 4 Aprile 2015


CRONACA ‹‹

Via Liguori, a Frattaminore, è ancora chiusa al traffico

“Viviamo con la paura” Le famiglie che abitano nei pressi del palazzo crollato nel 2011 convivono con i timori e i disagi. Sarebbe necessario uno studio delle cavità sotterranee per escludere il pericolo di altri crolli simili

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l 21 Febbraio 2011 i cittadini di Frattaminore seguivano con apprensione la situazione legata al crollo di un palazzo in via Liguori. La struttura venne letteralmente inghiottita dal suolo, mettendo a serio rischio la vita delle famiglie che la abitavano. Per fortuna, i condomini avevano già abbandonato la costruzione dopo che nelle mura erano apparse alcune crepe preoccupanti. Alle 15.10 il palazzo venne giù su sé stesso. Solo dopo si sarebbe venuto a sapere che la causa erano quelle cavità create nel sottosuolo per l’estrazione di tufo. Come accertato da uno studio del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio consultabile sul web, “attualmente rimane il pericolo di sprofondamenti delle cavità artificiali che si evidenzierà ancora in futuro. Il drammatico evento di Frattaminore dovrebbe spingere i responsabili istituzionali a elaborare un quadro delle conoscenze relative alle cavità partendo dai Comuni interessati”. A quattro anni di distanza, siamo tornati a occuparci della vicenda che seguimmo già all’epoca da vicino. Ebbene, via Liguori è tutt’oggi chiusa al traffico, il che crea innumerevoli disagi alla circola-

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di Antonio Fioretto zione delle auto e a chi in quella strada ci abita. Già, perché a parte il palazzo crollato e i due subito adiacenti (questi ov-

viamente sono stati sgomberati), le altre case sono abitate. Proprio così, in via Liguori le persone convivono con la paura che il proprio tetto possa venire giù. Questo il commento di uno dei rise-

denti: “Sono passati quattro anni e non se ne può più. La strada chiusa e i divieti che ci sono tutt’intorno ci obbligano a giri infiniti per raggiungere casa o per passare da una parte all’altra del rione. Noi non vogliamo abbandonare le nostre case e nessuno ci ha detto di farlo. Ma abbiamo una paura e un pensiero costante per quello che potrebbe accadere”. La zona tra Napoli e Caserta è quasi totalmente costruita su cavità simili a quelle che hanno provocato il fatto di Frattaminore e questo denota quanto il pericolo sia davvero dietro l’angolo. Il geologo che ha condotto lo studio dà tre indicazioni importanti, rivolte alle Istituzioni: studio del territorio da parte dei Comuni, prevenzione da parte della Protezione civile, azione istantanea da parte dei Comuni e delle imprese. La speranza comune è che si prendano al più presto provvedimenti. O forse bisogna aspettare la tragedia prima di intervenire?

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›› sOCIETA’

La storia della nascita di un impegno per gli altri

Dal dolore alla speranza Dall’esempio di Nicola, un giovane malato di fibrosi cistica, è nata la voglia di solidarietà. Nel suo nome sono sorti “il rifugio” dell’associazione cattolica e della sede dell’Aido di Crispano

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’AIDO, Associazione Italiana Donazione Organi, nasce circa 40 anni fa e si occupa, con i medici, i volontari, gli iscritti e gli ammalati, di informare e sensibilizzare la società, il popolo che quella società la crea e la vive, solidarietà affinché un numero sempre maggiore di persone possa, volontariamente e coscientemente, affermarsi come futuri donatori di organi. “Acconsentire al prelievo dei nostri organi e tessuti dopo la morte diventa manifestazione della nostra consapevolezza - cita la stessa associazione - che le malattie degli “altri”, le loro difficoltà, devono coinvolgere anche noi”. La donazione di cui si parla non ha tratti economici né temporali, è un gesto di amore, un amore che dà voce e vita a un altruismo incondizionato e che non riceve ringraziamenti. È il momento in cui si decide che in punto di morte, se si può e si vuole, si può scegliere di aiutare qualcuno che spesso nemmeno si conosce, con la consapevolezza di dare a quella persona una vita, il tempo necessario per vivere lontano da una malattia che ha vissuto e contro cui ha combattuto per molto tempo. È l’atto estremo di una gentilezza che rende il proprio gesto importanza assoluta, una scelta che dona la possibilità a bambini, ragazzi e adulti di vivere contro ogni pronostico. Al di là delle diagnosi. È già dagli anni ’50 che si eseguono trapianti di rene, stando alle ultime statistiche mondiali sono 585 mila le persone che vivono grazie a questa pratica; e dalla fine dei ’60 che la scienza ha sviluppato le tecniche necessarie per il trapianto di fegato, ad oggi sono 121 mila i pazienti in vita; 28 mila per il pancreas; e per il cuore 66 mila. È per incentivare, informare e sensibilizzare le persone, per fare in modo che la

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di Marina Esposito donazione di organi possa essere considerata non una scelta strana ma la scelta giusta, l’unica, quella spontanea e incondizionata, che l’azione cattolica, della Chiesa di San Greogorio Magno di Crispano, ha organizzato la passeggiata-staffetta “Passa la Vita”. Domenica 19 aprile, dalle 11 alle 13.30, dalla parrocchia partiranno tre gruppi

Nicola Turco composti ognuno da 20 persone, che percorreranno il percorso di 850mt per le strade via Provinciale, via Parco Venere, via Provinciale Cardito, fino ad arrivare in piazza Falcone Borsellino. Il testimone portato dagli staffettisti, con t-shirt intestate, sarà un palloncino gonfiato ad elio dell’associazione AIDO e, a ogni traguardo, a ogni momento di passaggio, ci sarà uno stand con volontari pronti a dare le giuste informazioni. Nel primo punto, ad attendere 10 bambini e 10 adulti ci sarà la testimonianza di un donatore di organi vivente; nel secondo stand arriveranno, invece, 4 gruppi rappresen-

tanti le 4 compagnie teatrali di Crispano, composti ognuno da 5 persone, questi incontreranno una persona che è in vita per aver ricevuto una donazione; e per ultimo, il terzo gruppo composto da atleti e operatori sanitari che saranno accolti da un medico, dal sacerdote don Adriano Police e dai volontari AIDO. “Abbiamo scelto il titolo della passeggiatastaffetta Passa la Vita perché ci piaceva l’idea di vedere il testimone-palloncino AIDO come la metafora del passaggio della vita da una persona ad un’altra - ci spiega Laida Lisa Di Micco, medico e attivista AIDO - in modo coscienzioso, felice e spontaneo.” L’AC di cui anche la Di micco è parte attiva, è composta da oltre 200 iscritti divisi nei tre gruppi bambini, che imparano i valori della vita giocando; adolescenti, che possono impegnare le loro giornate con attività e laboratori di gruppo; e adulti, che vivono momenti di discussioneconfronto con un educatore. “Siamo molto presenti nel territorio, ci impegniamo nel sociale e crediamo che vivere una giusta quotidianità renda tutti noi persone migliori. Ci occupiamo di chi purtroppo vive realtà disagiate, come bambini orfani o in difficoltà. Il nostro spirito comune ci dà la possibilità di viverci e vederci come una grande famiglia allargata che non può non aiutare gli altri” ci spiegano. Il loro progetto AIDO è iniziato quando, durante le festività pasquali dello scorso anno, hanno affrontato il discorso della donazione organi con il segretario dell’associazione cattolica, Nicola Turino, un ragazzo trentenne, malato di fibrosi cistica. Proprio lui, in una fase ormai terminale della sua malattia, si era avvicinato alla realtà dell’associazione cattolica di Crispano con la voglia di affrontare la vita, e i

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CULTURA ‹‹ suoi ultimi momenti, nel migliore dei modi. Dall’amicizia nata, dalle evidenti difficoltà di Nicola, sempre presente nonostante l’ossigeno, la stanchezza e i dolori, inizia il percorso parallelo dell’AC e di AIDO. In poco tempo oltre 100 persone hanno scelto di firmare la carta per la donazione degli organi. Contemporaneamente, una parte in disuso dell’oratorio viene adibita a luogo di relax, chiamata proprio da Nicola “Il Rifugio”, perché come lui stesso spiegava “è come quando si sta scalando una montagna. A un certo punto della salita c’è sempre un rifugio dove ti puoi fermare e vedere volti amici che sono pronti a darti conforto, aiuto. Che sono lì e sembrano aspettarti da una vita ma nonostante questo si siedono con te e condividono il tuo momento di relax e ristoro. Prima che ricominci la salita.” Purtroppo, prima che i ragazzi potessero riuscire a terminare i lavori e l’organizzazione per l’evento che si terrà il 19 aprile, Nicola è venuto a mancare ma sia Il Rifugio che Passa la Vita sono in suo onore e chi partecipa a questo evento, Gli Amici di Nicola, hanno continuato a combattere la sua battaglia per fare in modo che quelle liste di attese non siano più così lunghe e che tutti gli ammalati possano avere la possibilità di poter sperare in un dono grande quanto la quintessenza della vita stessa. Possano avere in regalo, da qualcuno che non hanno mai conosciuto, la possibilità di esserci ancora. Forse in modo diverso. Forse senza più bombolette di ossigeno da portare nello zaino. Forse senza più la certezza che un domani non potrà esistere. “I momenti tristi della vita - scriveva Nicola - fanno parte del nostro percorso. Viverli è d’obbligo. Anche nel più totale buio assoluto, ci sarà sempre la luce. Non c’è augurio migliore, più bello, che quello di augurare una felice alba a tutti! #happysunrise”.

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Applausi per E’asciut pazz o parrucchian

Un successo annunciato Confermata ancora una volta la bravura degli attori delle compagnie teatrali “Mettimmece d’accord” e “Cammenann”

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di Giovanni Russo

o scorso fine settimana, sabato 28 e domenica 29 marzo, nel Teatro De Rosa di Frattamaggiore, le compagnie teatrali “Mettimmece d’accordo” e “Cammenamm” hanno portato in scena lo spettacolo “E’ asciut pazz o parrucchian”, brillante commedia in due atti scritta da Gaetano di Maio per la regia di Antonio Toraldo. La commedia è stata presentata in onore del 25° anno di sacerdozio del parroco della parrocchia dei SS Giuseppe e Eufemia di Carditello, don Vincenzo

Marfisa. Siamo in un paese dal nome Pietrascura. È il tipico sito contadino, tra equivoci e falsi miracoli in una commedia tutta da ridere. Tutto si svolge nella casa del parroco don Sandro (Giuseppe Barbato), della sua perpetua donna Rosa (Angelica Argentiere) e dell'esilarante sacrestano Modestino (Antonio Toraldo). La perpetua che non manca di dire la sua su ogni problema verificatosi e il sacrestano, tutto fare comico e brillante, ruotano intorno al parroco del paesino che vuole a ogni costo che ogni scaramuccia si possa risolvere, ai fini del consolidamento della fede popolare. È per questo che opera in sotterfugi ingenui e ricorre a inventare i

miracoli. Il sindaco Vittorio Scardacchione (Giovanni Sorriso), l'assessore Renato (Pasquale Barra) con sua moglie Elvira (Carmela Barra) e un avvocato mangione, Roberto (Gianluigi Pezone), sono piccoli esempi di politica che spesso si pone dalla parte del più prestigioso. Una baronessa, Donna Bianca (Anna Marino), con sua sorella Matilde a seguito (Teresa Pellino), ha il cuore in pena per il mutismo della sorella e soprattutto perché suo figlio Andrea (Nino Giordano) è alle prese con un corteggiamento alla maestrina del paese Ninetta (Anastasia Toraldo), con cui dà alla luce un bambino illegittimo, grande ostacolo per il matrimonio promesso con Celeste Sellitti (Nunzia Abbate), ragion per cui si richiede l’autorità superiore del vescovo (Antonio Barra). Tutto coordinato da rapporti contrastanti e mezze verità spesso risolte dall'abilità a occhio lungo della perpetua donna Rosa. La verità viene a galla attraverso una finta pazzia del sacerdote, architettata dalla perpetua e ogni cosa torna al suo posto, tirando le sorti nel finale. Successo di pubblico, applausi scroscianti, per la grande soddisfazione del presidente della compagnia “Cammenamm”, Luigi Giordano, e dei tecnici audio e luci, Andrea Iavarone e Sossio Garofalo, e con scenografie realizzate da Antonio Toraldo, Nino Giordano e Pasquale Barra.

Cogito • 21


›› RUBRIChE

Le nuove indennità di disoccupazione Dopo appena 2 anni, la Aspi e MiniAspi vanno già in “pensione”. A dire il vero, le due indennità hanno avuto un effetto limitato rispetto ai risultati sperati, soprattutto per l’elevato numero dei nuovi disoccupati, in continuo aumento nell’ultimo periodo. Con il discusso Jobs Act recentemente approvato, a partire dal 1 maggio 2015, proprio nella giornata della Festa del lavoro, saranno introdotti la NASpI e i nuovi ammortizzatori sociali; aumenteranno la tutela e la platea dei beneficiari. Per i lavoratori che, anche al termine dei benefici NASpI permarranno in condizione di disoccupazione, in arrivo l’AsDi (Assegno di Disoccupazione). Con la Disoccupazione Collaboratori 2015, novità anche per i co.co.co. e co.co.pro. La nuova NASpI 2015 (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’ indennità di

disoccupazione che sostituirà le attuali Aspi e Mini-Aspi; cambieranno requisiti e durata. Saranno beneficiari tutti i lavoratori dipendenti che, senza loro colpa, sono stati licenziati o si sono dimessi per giusta causa o avranno risolto consensualmente il rapporto di lavoro. Saranno, tuttavia, esclusi dall’indennità i dipendenti pubblici a tempo indeterminato e gli operai agricoli. Possono accedere al nuovo sussidio i lavoratori che hanno versato contributi per almeno 13 settimane negli ultimi quattro anni di lavoro e abbiano 30 giornate effettive di lavoro nei 12 mesi che precedono l’inizio del

periodo di disoccupazione. La durata del sussidio sarà pari alla metà delle settimane di contributi corrisposti negli ultimi quattro anni e, di conseguenza, potrà estendersi fino ad un massimo di due anni, con importi massimi di € 1.300 al mese. In caso di nuova occupazione inferiore ai sei mesi, il lavoratore non decade dalla prestazione e può interrompere il sussidio per un massimo di sei mesi. Continuerà a ricevere una quota della NASpI solo se, nonostante il nuovo rapporto di lavoro subordinato, verrà percepito un reddito annuale inferiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale. Se, infine, intraprende un’attività autonoma percepirà un’indennità ridotta di un importo pari all’80% del reddito previsto. Inoltre, sarà ammessa la liquidazione anticipata della NASpI 2015, ovvero l'erogazione dell'intero importo del beneficio in un’ unica soluzione, nel caso di lavoratori che intendono avviare una qualsiasi attività di lavoro autonomo o imprenditoriale, oppure sottoscrivere quote di capitale sociale all'interno di una cooperativa. Tuttavia, se il lavoratore beneficiario della liquidazione anticipata della Naspi 2015 dovesse avviare un rapporto di lavoro, subordinato o autonomo, prima della scadenza del sussidio di disoccupazione, sarà obbligato a restituire l’intero l'importo ottenuto. Esaurita la NASpI, si potrà accedere al sussidio AsDi (Assegno di Disoccupazione) in vigore in via sperimentale. È destinato ai lavoratori disoccupati che contemporaneamente 1) abbiano fruito della NASpI per la sua intera durata entro il 31.12.2015 senza trovare occupazione; 2) si trovino in condizioni economiche

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disagiate; 3) aderiscano a un progetto personalizzato del Centro per l’Impiego. Potranno accedere all’AsDi solo i soggetti senza occupazione e in condizione economica di bisogno, ovvero i lavoratori appartenenti a nuclei familiari con minori e, in subordine, i lavoratori in età prossima alla pensione. Su tali aspetti i Ministeri del lavoro e dell’economia forniranno chiarimenti a breve. Inoltre, il diritto all'AsDi sarà subordinato, pena la perdita del beneficio, all’adesione a un progetto personalizzato redatto dai competenti Centri per l’Impiego e contenente impegni specifici per la ricerca attiva di lavoro, disponibilità alle iniziative di formazione e accettazione di proposte di lavoro adeguate. L’importo AsDi, per una durata di sei mesi, sarà pari al 75% dell’ultima NASpI percepita purché questa non superi l’importo minimo dell’ assegno sociale. Sono previsti incrementi in base ai carichi familiari. Aspetto importante: l’AsDi sarà garantito da un Fondo limitato di 200 milioni di euro e verrà concesso in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande. Infine, la Dis. Coll. (Disoccupazione Collaboratori) 2015, altro nuovo sussidio di disoccupazione a sostegno dei co.co.co e co.co.pro, senza occupazione nell’anno solare 2015, iscritti alla gestione separata Inps, non pensionati e privi di partita Iva. Per la Dis Coll, sono congiuntamente richiesti: 1) almeno tre mesi di contributi versati a partire dal 1° gennaio dell’anno solare precedente allo stato di disoccupazione; 2) un mese di contributi nell'anno solare in cui si verifica l'evento di cessazione dal lavoro, ovvero un rapporto di collaborazione di almeno un mese e con un reddito almeno pari alla metà dell'importo che dà diritto all'accredito di un mese di contribuzione.

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RUBRICA ‹‹

Check-up, quali fare e quando In medicina si definisce come check-up il controllo periodico che un soggetto in buone condizioni di salute effettua sistematicamente allo scopo di individuare l’eventuale insorgere di una malattia in fase ancora preclinica. Le indagini devono essere mirate e personalizzate in base alla storia clinica dell’individuo, alle sue abitudini di vita, all’eventuale familiarità con patologie croniche. Non sempre il nostro organismo infatti ci dà segnali di allarme precoci dell’insorgere di una malattia o di un disordine metabolico, per cui diviene sempre più importante l’esecuzione di esami preventivi che permettano di evidenziare fattori di rischio nella fase pre-clinica di una malattia in modo da permettere un intervento terapeutico o un comportamento correttivo delle abitudini di vita efficaci e repentini. Esami del sangue per tenere sotto controllo glicemia e colesterolo, analisi delle urine e delle feci e misurazione puntuale della pressione arteriosa. Questi sono controlli non specialistici che, se ripetuti periodicamente, consentono la prevenzione di alcune malattie e aiutano a migliorare il proprio stile di vita. Il check-up, con gli esami di routine, non previene infarti o forme tumorali, ma aiuta i pazienti a prendersi cura di sè stessi, e a fare il punto della situazione con il medico di fiducia. I checkup periodici sono consigliati a tutti per valutare il benessere e lo stato di salute e per prevenire patologie a carico di organi e apparati, spesso derivate da abitudini alimentari inappropriate e stili di vita frenetici. L'esame del sangue Con l’esame del sangue, si può capire qual è la quantità di glucosio presente nel nostro corpo, in modo da individuare subito il rischio di ammalarsi di diabete. Il glucosio dipende soprattutto dall’alimentazione, per-

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ciò insieme al medico, è possibile rimodellare anche la dieta, stabilendo la quantità di calorie necessaria al proprio fisico. L’esame del sangue serve anche a individuare il colesterolo in eccesso. Questo lipide prodotto dall’organismo, se troppo presente, si deposita sulle pareti delle arterie formando delle placche che impediscono il passaggio del sangue e aumentano il rischio di infarto. Anche qui andrà poi valutata un'eventuale dieta, ma è l'attività fisica, il parametro che agisce più sul colesterolo. Alle comuni analisi, per gli anziani, è bene aggiungere anche le transaminasi e gli esami T3, T4 e TSH. Il primo, ripetuto ciclicamente, consente di tenere sotto controllo il fegato, gli altri, aiutano a riconoscere le disfunzioni della tiroide. Altre analisi Le analisi delle urine aiutano a diagnosticare il mal funzionamento dei reni. L’analisi delle feci è importante per individuare le infezioni e le malattie che riguardano l’intestino, il fegato e il pancreas. È consigliato controllare spesso anche la pressione sanguigna, per tenere alla larga le malattie cardiovascolari, dall’ipertensione all’infarto, fino all’ictus. È buona norma aggiungere anche un controllo della pressione degli occhi e la visita audiometrica. Vista e udito perfettamente funzionanti infatti, riducono il rischio di incidenti anche tra le pareti domestiche. Checkup per le donne L’associazione americana per la ricerca sul cancro ha recentemente proposto un programma di base per la diagnosi precoce dei tumori. Secondo questo programma, le donne fra i 20 e i 65 anni (e quelle più giovani

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sessualmente attive) devono sottoporsi ad un Pap-test, l’esame che permette di identificare la presenza di cellule anomale sul collo dell’utero, ogni tre anni. Se l’esame ha dimostrato la presenza di qualche anomalia delle cellule bisogna curarsi e ripetere l’esame dopo un anno. Per la diagnosi precoce del cancro del seno, l’esame più utile è la mammografia, una radiografia particolare. Questo esame deve essere eseguito una volta fra i 35 e i 40, tre o quattro volte, su consiglio del medico, fra i 40 e i 50 anni, e ogni anno dopo i 60 anni. Oltre a questo, è essenziale eseguire da sole, ogni mese, il controllo delle mammelle Checkup per i tumori La diagnosi precoce dei tumori del retto e del colon è basata sull’esame endoscopico: questo esame deve essere eseguito la prima volta a 50 anni, ripetuto dopo un anno e, successivamente, ogni tre o cinque anni. Dopo i 40 anni è anche necessario sottoporsi ogni anno all’esplorazione rettale, che permette anche, negli uomini, di controllare le condizioni della prostata. Dopo i 50 anni è consigliabile ripetere annualmente anche un esame delle feci, l’Hemoccult, che permette di scoprire la presenza di piccole tracce di sangue: infatti, molte neoplasie dell’apparato digerente provocano la comparsa di lesioni ulcerative sanguinanti. Fra i 20 e i 40 anni è utile sottoporsi, ogni tre-cinque anni, a un controllo generale, che comprenda la palpazione dei linfonodi, un esame della pelle, un controllo della bocca e della tiroide, una visita ginecologica per le donne, con un esame degli permettono di riscontrare la presenza di cellule neoplastiche nel catarro, sembra invece non molto utile, perché il cancro dei polmoni è molto resistente alle terapie attualmente esistenti.

...Cogito torna sabato 19 aprile...



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