Cogito360

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Padre Marcello, Superiore della Basilica di S.Antonio: “Un’emozione unica. In piazza San Pietro, sentivo vicino Padre Ludovico” Domenica 23 novembre il Signore ha permesso al serafico Papa Francesco di innalzare agli onori degli altari il Beato Padre Ludovico da Casoria, dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, sacerdote della Chiesa di Napoli e fondatore delle suore Francescane Elisabettiane Bigie. Nasce da una famiglia modesta e in un paesino agricolo, Casoria, che proprio grazie, al carisma e la forza spirituale del povero e umile fraticello, diventa patria di santi e luminose figure della Chiesa cattolica. Per le deboli condizioni economiche della sua famiglia, Padre Ludovico vive anni difficili facendo anche l’apprendista artigiano ma, nonostante ciò, riesce ugualmente a studiare, alimentando la sua vocazione alla vita religiosa e il suo impegno sacerdotale, con la mente rivolta al grande Francesco d’Assisi. Per Padre Ludovico evangelizzare è un atto di amore e di fede che realizza portando la Parola di conversione non disgiunta dall’attenzione e dalla cura per il fratello povero o malato. La sua è un’opera di salvezza integrata dell’uomo, che guarda all’anima e al corpo. Questo suo essere e agire lo ha reso un gigante della carità predicata e vissuta in maniera sfrenata senza risparmiarsi e soprattutto senza mai tradire la sua umiltà. Padre Ludovico ha svolto il suo mistero sacerdotale sempre con spirito missionario, catechizzando con la carità, la strada maestra che porta a Cristo; è stato l’uomo del fare, agendo con determinazione e concretezza per aiutare gli altri, per soddisfare le esigenze dei miseri e per salvare spiritualmente e materialmente i più esposti ai pericoli e ai mali della vita. Ha fatto in modo che tanti avessero un tetto dove trovare cura e assistenza e fossero formati cristianamente diventando missionari di Cristo come fece con i “moretti” e le “morette”, che accolse nelle Case della Santità e di Capodimonte. Padre Ludovico ha operato anche sul territorio afragolese fondando nei locali dell’attuale Basilica di S. Antonio una casa di accoglienza per la cura degli ammalati e per il sostegno ai sacerdoti più anziani. Negli anni in cui Padre Ludovico sostò ad Afragola intensificò la devozione a Sant’Antonio, ideando nuove pratiche devozionali, occupandosi personalmente della festa del Santo e volle che fosse insegnato ai bambini della banda musicale degli “accattoncelli”, l'inno Antoniano. La sua presenza nel convento di Afragola negli anni bui della soppressione permise che si potesse salvare l'intero patrimonio librario della proAnno XXI - numero 360 - Sabato 6 dicembre 2014

vincia napoletana inglobandoli nella biblioteca antoniana; ha lasciato in ogni convento in cui è passato il suo segno distintivo quello di una fiorente Fraternità francescana, vestigia di Ospedali curati da terziari e attenzione si poveri e ai bisognosi. Egli amava dire che non si può convertire una persona in evidente stato di degrado morale e fisico ma bisogna prima accudirlo e rifocillarlo e solo allora quell'anima sarà disposta a benedire Dio. Per la comunità dei Frati Minori di Afragola la sua canonizzazione è stata motivo di grande orgoglio ed emozione e proprio al superiore della Basilica di Sant’Antonio, Padre Marcello Pronesti, è stato affidato il compito di portare all’altare le reliquie del Santo, durante la celebrazione eucaristica avvenuta in piazza San Pietro domenica 23 novembre. Quali sensazioni ha provato quando le è stato comunicato questo compito? “Ero molto scettico e incredulo ma è stato per me un momento di immensa gioia, la seconda dopo la mia ordinazione sacerdotale. Arrivato a Piazza San Pietro, alla vigilia della canonizzazione del Santo ho preso parte alle prove della celebrazione e conosciuto la famiglia della miracolata da Padre Ludovico, Ida Iadevania di Durazzano, provincia di Benevento; ho accompagnato, portando il cero, la zia della miracolata, una suora, e la giovane miracolata stessa. Non riesco davvero a esprimere le emozioni e le sensazioni che ho provato in quel momento, così emozionante e di alta spiritualità. Questa emozione vissuta è stata più emozionante dell’incontro ravvicinato che ho avuto con Papa Giovanni Paolo II perché accompagnavo San Ludovico all’altare, ero in contatto diretto con lui”. Quale grazia ha ricevuto la giovane Ida da Padre Ludovico? “Ida è stata colei che ha dato la spinta alla canonizzazione. I miracoli che ha compiuto Padre Ludovico sono veramente tanti, ma quello che ha interessato la ragazza è stato scientificamente provato: da bambina aveva una grave malformazione e solo dopo una novenaria di preghiera la piccola ha recuperato a pieno l’utilizzo delle gambe. Durante il percorso verso l’altare, rimembravo gli attimi salienti della vita di Padre Ludovico e rapportavo il suo percorso di conversione, che il Santo definisce “lavacro”, alla mia vita sacerdotale e quante volte ho dovuto purificare, nel mio cammino, il mio animo, e questo pensiero mi ha

Padre Marcello, con la ragazza miracolata e la zia suora portato ancora di più a compiere discernimento e vivere quel momento ancora più intensamente”. Ha avuto anche l’opportunità e l’onore di incontrare Papa Francesco... “È stata un’altra grande emozione, gli ho stretto la mano ma non ho potuto parlargli, però mi hanno promesso che a breve potrò avere un udienza con il Papa. Con me, hanno preso parte alla celebrazione circa quaranta frati della provincia di Napoli, più i frati della curia generalizia; ci siamo rapportati con frati proveniente da ogni parte d’Italia vivendo, tutti insieme come una grande famiglia questa emozione. Per tutti è stata una forte esperienza che mi auguro possa essere rivissuta più spesso perché oggi più che mai c’è bisogno dell’intercessione dei Santi e della loro protezione affinché in Italia le cose possano andare sempre meglio e non peggio. Seguendo l’esempio di questi santi, il Papa ha invitato tutti i sacerdoti a essere pastori di anime generosi donando con amore la nostra vita per gli altri”. Una speranza e un augurio, in merito a quello che ha vissuto, che vuole trasmettere? “Spero che possiamo vivere, anche nelle nostre comunità questo momento di fraternità e forte spiritualità. Mi auguro che la stessa atmosfera di famiglia, dove il fratello va incontro al fratello, che regnava in piazza San Pietro in quel momento si possa attuare anche nel nostro Paese”. Ancora una volta, con la canonizzazione di Padre Ludovico, abbiamo la conferma che la santità è possibile e non è soltanto di uomini eletti, ma anche e soprattutto di persone semplici di quelle che sanno mettere da parte il proprio io facendo esclusivamente la volontà di Dio, amando il prossimo come se stesso. Carmen Celardo Cogito • 7


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