CNRT - Informa N. 09/2018

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TV E POLITICA CADE MEDIASET, “DERIVATO” DELLA SPECULAZIONE, E RITORNA VIVENDI Il vero spread dell’Italia? Inutile guardare ai titoli di Stato, sono ormai poco significativi. Mediaset, piuttosto, il colosso tv di Silvio Berlusconi crolla a Piazza Affari (-5,5%) il giorno dopo le elezioni che fanno del Movimento Cinque Stelle il primo partito d’Italia e vedono Forza Italia superata dalla Lega. L’Italia non ha un Governo? Mediaset è la cosa più vicina a un derivato sul paese. Per chi segue il mercato non è una novità: è da almeno 5 anni che il titolo dell’emittente commerciale italiana è trattato come una sorta di “proxy”: si punta su una ripresa del Paese e sulla stabilità politica? Comprare Mediaset. Si scommette contro l’Italia? Vendere Mediaset. – Questo è quanto scrive il più autorevole quotidiano economico italiano, il Sole24Ore. Già nelle settimane prima del voto, Mediaset aveva perso quota. La spiegazione era che il mercato scontava l’ingovernabilità dell’Italia, e dunque il dileggiato e criticato Jean-Claude Juncker, in fondo, aveva ragione: gli investitori stranieri vendevano Italia e dunque Mediaset: dai 3,38 euro di inizio anno, il titolo era sceso ai 3,11 euro di venerdì sera. Un calo dell’8% che si attribuiva appunto all’”Italy Discount” in vista delle elezioni più incerte della storia repubblicana. Ma allo stesso tempo gli investitori scommettevano anche sulle “Larghe Intese”, e cioè che dalle urne sarebbe uscito un Governo sull’asse Fi-Pd, con Berlusconi di nuovo sulla scena politica e ago della bilancia. Svanito lo scenario di Grosse Koalition, ogni appeal speculativo-politico è scemato: il giorno dopo il terremoto elettorale, il titolo, già a buon mercato, è così caduto ulteriormente. C’è poi anche una motivazione “interna”: un Berlusconi in qualche modo coinvolto nel Governo sarebbe garanzia che Mediaset non verrebbe penalizzata o non avrebbe la politica contro, ragionano alcuni analisti. Così, invece, l’azienda è più esposta al rischio di qualche sgambetto.

LA PACE VIVENDI-MEDIASET SI ALLONTANA La sconfitta elettorale, tuttavia, potrebbe rafforzare il finanziere bretone Vincent Bolloré, che prima ha promesso di prendere in sposa la tracollante Mediaset Premium e poi ha provato a spaccare la stessa famiglia italiana, calando l’asso della scalata a Mediaset. La settimana prima delle elezioni, si era svolto un primo “scontro” in Tribunale sul maxi-risarcimento da 3 miliardi di euro, interlocutorio. Tutti davano “Re Silvio” in procinto di essere nuovamente incoronato sovrano d’Italia e dunque non ci sarebbe stata partita per i francesi, dati palesemente per sconfitti: nei nei mesi scorsi, peraltro, Vivendi medesima aveva avallato negli osservatori l’idea di una ritirata con i suoi atteggiamenti da “distensione” come l’assenza nelle assemblee di Mediaset.

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Ora che Berlusconi esce politicamente indebolito dal voto a vantaggio della Lega, i francesi potrebbero riprendere forza. Entro un mese Vivendi dovrebbe costituire un Trust dove mettere un 20% circa del pacchetto di Mediaset. Fa parte degli accordi presi con l’AGCom un anno fa. Ma a questo punto, Bolloré rispetterà i patti oppure sarà tentato di tornare all’attacco, approfittando di un nemico più fragile?


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