Benvenuti nella natura

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Benvenuti nella natura


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Klagenfurt

Bolzano 4

SI

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Ljubljana

IT Brescia

3 1 2

Verona

Zagreb

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6 7

Bologna

N0

50

8

100 km

L’area del Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013

Cartografia: Parco Nazionale del Triglav, 2013.

SAN MARINO


Benvenuti nella natura

L

Parco nazionale del Triglav

1

arco naturale P Strugnano

2

Soline Produzione sale s.r.l.

3

Parco Škocjanske jame

4

Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie

5

Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane

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Parco regionale Veneto Delta del Po

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nte di Gestione per i Parchi e la E Biodiversità - Delta del Po

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Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola

Cari visitatori dei parchi, benvenuti. Negli anni 2010-2013, nove parchi (quattro sloveni e cinque italiani) hanno creato e realizzato le attività del progetto Climaparks. Vi presentiamo alcuni dei risultati delle ricerche e delle soluzioni che abbiamo sperimentato con i progetti pilota. Oltre al lavoro tecnico, abbiamo creato anche una serie di presentazioni e contenuti interessanti per i visitatori. Siete gentilmente invitati a visitare tutti i partner del progetto per scoprirne di più sulle nostre attività. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web www.climaparks.eu. Vi auguriamo una piacevole passeggiata nei parchi naturali. Climaparks – Cambiamenti climatici e gestione delle aree protette


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Parco nazionale del Triglav (TNP)

Dan Briski

Monitoraggio

Il monitoraggio telemetrico GPS dei camosci fornisce preziose informazioni sullo stile di vita degli animali, ma può anche rivelare come cambiano le loro abitudini a causa dei cambiamenti nell'ambiente.

Monitoraggio telemetrico dei camosci Il camoscio fa parte degli ungulati selvatici più a rischio in Slovenia. È minacciato soprattutto dalla scabbia e dal rumore provocato dalle varie attività dell’uomo come il trekking, il parapendio, lo sci alpinistico, la mountain bike ecc. A causa di questi fattori, in alcune zone i camosci cambiano le loro abitudini: si ritirano nelle aree più remote, cercando rifugio nelle zone più cespugliose e adattano il loro ritmo giornalieronotturno di attività. Nel futuro si prevede che anche i cambiamenti

climatici avranno un impatto sull’alterazione delle abitudini dei camosci. Nell’ambito del progetto Climaparks abbiamo quindi iniziato per la prima volta in Slovenia con il monitoraggio telemetrico dei camosci, uno dei migliori metodi per studiare lo stile di vita degli animali selvatici. Nel Parco nazionale del Triglav abbiamo catturato e fornito di collari telemetrici quattro camosci. I collari telemetrici GPS registrano ogni due ore la posizione precisa dell’animale e inviano le informazioni attraverso il segnale telefonico al computer. Dopo un anno

di funzionamento continuo, i collari cadono automaticamente dall’animale. I primi dati provenienti dai collari ci offrono delle preziose informazioni sulla vita dei camosci. Data la crescente inquietudine e i cambiamenti climatici previsti, sarebbe opportuno continuare con il monitoraggio telemetrico dei camosci anche in futuro. Con l’aiuto di queste informazioni potremo pianificare un uso dello spazio che non abbia troppi effetti negativi sulla vita di questa specie alpina d’alta montagna così importante dal punto di vista ecologico.

Spostamenti estivi (colore rosso) e invernali (blu) del camoscio monitorato.


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Parco nazionale del Triglav (TNP) è l'unico parco nazionale esistente in Slovenia. Prende il nome dal Triglav, o Tricorno, vetta alpina più alta nel cuore del parco nazionale (2864 m), ed al contempo massima cima della Slovenia. Il Parco nazionale si estende nella regione nord orientale della Slovenia, delimitato dal confine di stato con l'Italia ed in prossimità di quello con l'Austria, nel settore sud orientale del massiccio alpino, e corrisponde nella quasi totalità alle Alpi Giulie orientali. Il parco si annovera tra i parchi europei di più antica data: il primo regime di tutela fu instaurato nel 1924, quando venne istituito l'allora Parco di tutela delle Alpi (Alpski varstveni park). La missione principale dell'Ente pubblico Parco nazionale del Triglav - TNP comprende la tutela della natura e compiti di ricerca e professionali.

Progetti Pilota

Dan Briski

Parco nazionale del Triglav (TNP) Ljubljanska cesta 27 4260 Bled, Slovenia tel.: +386(0)4 / 578 02 00 triglavski-narodni-park@tnp.gov.si www.tnp.si

Nel cuore del parco, nell'idilliaca valle di Trenta, si trova il più grande centro di informazione del Parco nazionale del Triglav, Dom Trenta. Nel centro vengono allestite delle mostre oppure vengono realizzate delle presentazioni multimediali e interattive sulle particolarità naturali e sul patrimonio etnologico del parco. Nell'ambito del progetto Climaparks, abbiamo allestito nell'edificio adiacente un centro didattico polifunzionale. È stato organizzato in una caserma abbandonata e la ricostruzione è stata effettuata in conformità con gli standard moderni sul risparmio energetico. L'isolamento

termico è stato effettuato in modo da impedire perdite di calore e da raggiungere dei coefficienti termici favorevoli, usando il sistema della ventilazione con recupero di calore. Sono stati utilizzati i materiali naturali nella misura più grande possibile: soprattutto il legno massello, la ceramica, i rivestimenti in gesso. L'edificio sarà riscaldato da una caldaia a biomassa, che consentirà il massimo rendimento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili. La sala polifunzionale è dotata di attrezzature audio-visive e didattiche moderne Marko Pretner

Centro didattico polifunzionale

L'ex caserma italiana è stata trasformata in una struttura polifunzionale a risparmio energetico, costruita principalmente con materiali naturali. Sarà dedicata alla realizzazione di attività didattiche di uno o più giorni, nel cuore del parco nazionale.


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Parco naturale Strugnano Monitoraggio

Borut Mavrič

Negli ultimi decenni la parte slovena del mare Adriatico si è trovata ad affrontare vari processi che in diversi modi sono collegabili al riscaldamento globale. Nel 2011 e nel 2012, nello specchio d’acqua del Parco naturale Strugnano sono stati osservati fenomeni assolutamente nuovi per tale ambiente, come ad esempio lo sbiancamento dei coralli. Durante tale fenomeno, strettamente collegato al riscaldamento globale, si verifica la perdita delle alghe endosimbiotiche zooxantelle a causa della temperatura troppo elevata dell’ambiente circostante. Nelle colonie della madrepora a cuscino sono stati osservati numerosi esempi di sbiancamento, sia minore, che intenso e completo dei coralli. Tale fenomeno ha raggiunto estensioni ancora mag-

A causa delle temperature più alte rilevate in mare è stato constatato uno sbiancamento del corallo mediterraneo e una sua maggiore crescita. Sono state trovate alcune specie di pesci che non si trovavano prima in quell’ambiente.

Come conseguenza dell’innalzamento delle temperature del mare sloveno sono state trovate anche alcune specie ittiche che prima non erano presenti in questo ambiente. Tra queste, alcune sono specie alloctone, altre sono associate al processo di tropicalizzazione.

giori all’inizio di ottobre, quando è stato registrato contemporaneamente in un numero maggiore di località. Sia gli incrementi invernali, che quelli estivi e annuali di lunghezza dei coralliti della madrepora a cuscino sono un riflesso dell’innalzamento della temperatura.

Specie ittiche termofile associate al processo di tropicalizzazione e ritrovate nell’area slovena dell’Adriatico. Nome della specie

Nome latino

Pesce balestra Alaccia Donzella Ricciola di fondale Leccia fasciata Pesce sciabola Pesce nastro Lampuga Pesce serra Ghiozzo leopardo Murena mediterranea Tordo

Balistes carolinensis Sardinella aurita Coris julis Centrolophus niger Campogramma glaycos Lepidopus caudatus Trachipterus trachypterus Coryphaena hippurus Pomatomus saltator Thorogobius ephippiatus Muraena helena Labrus viridis Plectorchinchus mediterraneus Sphoeroides pachygaster Mola mola Pteroplatytrigon violacea

Pesce burro Pesce palla liscio Pesce luna Trigone viola

Presenza Condizione Fonte mare RN sloveno Strugnano 3 3 Lipej et al. (2005) 5 + 5 Dati propri 4 + 4 Dati propri 3 + 2 Dati propri 2 1 Dulčić et al. (2002) 4 2 Dati propri 3 2 Dati propri 5 3 Dulčić in Lipej (1997) 5 2 Lipej et al. (2005) 1 1 Lipej et al. (2005) 1 1 Lipej in Moškon (2011) 1 1 Lipej et al. (2005) 2

-

1

Lipej et al. (1996)

1 1 5

+ +

1 2 2

Dati propri Lipej et al. (2007) Lipej et al. (2005)

Abbreviazioni: Presenza: 1 – singola, 2 – 2-3 esemplari, 3 – alcuni esemplari (> 3), 4 – > 10 esemplari, 5 – numerosi esemplari (> 100); Condizione: 1 – molto rara, 2 – rara, 3 – presente, 4 – frequente, e 5 – molto frequente.


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Parco naturale di Strugnano è l’unica area protetta naturale che in Slovenia si estende anche al mare. Comprende la penisola di Strugnano e del resto è un luogo pieno di superlativi. Qui si trova la più alta falesia in flysch dell’intero Adriatico che raggiunge ben 80 m di altezza, il tratto più lungo di costa naturale dell’intero golfo di Trieste, le saline più a Nord e le più piccole ancora attive in cui viene mantenuta la tradizionale estrazione e produzione del sale e accanto ad esse l’unica laguna marina in Slovenia. Il Parco è di importanza straordinaria perché consente di conservare la varietà della flora e della fauna, nonché le bellezze naturali del mare sloveno e del litorale. Una perla del parco è costituita dal golfo di s. Croce, conosciuto anche con il nome di Baia della Luna che è considerato uno degli angoli più belli del mare sloveno, del resto, a pochi passi dal golfo, la chiesa di Santa Maria della Visione rappresenta il centro spirituale istriano e un luogo di pellegrinaggio. Parco naturale Strugnano Strunjan 152, Senčna pot 10, 6320 Portorož, Slovenia tel.: +386 (o)8 205 18 80 e.mail: info@parkstrunjan.si www.parkstrunjan.si

Per accertare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle visite al Parco naturale di Strugnano abbiamo monitorato anche la situazione del tempo, oltre al flusso dei visitatori. Confrontando la quantità di precipitazioni, la temperatura e il numero dei visitatori nel 2011 e nel 2012, dal mese di maggio a quello di dicembre, abbiamo accertato che la quantità di precipitazioni influisce sulla riduzione del numero dei visitatori del parco, mentre il livello della temperatura non ha un tale impatto. L’analisi storica dei dati meteorologici degli ultimi 37 anni ha dimostrato una tendenza ad una progressiva riduzione della quantità media di precipitazioni annuali e ad un rialzo della temperatura media annuale dell’aria. Nel 2012 ci sono stati 133.277 visitatori in 136 giorni. Gli operatori turistici hanno registrato 164.291 pernottamenti. Meno visitatori sono stati notati nel mese di dicembre, la maggior parte è arrivata invece ad agosto. Tra le particolarità meteorologiche si può mettere in rilievo l’insolito freddo che si è protratto nel mese di febbraio e che è stato accompagnato da una bora ciclonica. L’inverno del 2013 è stato uno dei più nevosi negli ultimi 50 anni. Alla fine di marzo del 2013 molti sono stati sorpresi dal gelo che parimenti non è consueto in questa stagione dell’anno. Brina Knez

Luka Kastelic

Progetti Pilota Nel 2012 ci sono stati 133.277 visitatori in 136 giorni. Gli operatori turistici hanno registrato 164.291 pernottamenti. Abbiamo accertato che la quantità di precipitazioni influisce sulla riduzione del numero dei visitatori del parco, mentre il livello della temperatura non ha un tale impatto.


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Soline Produzione sale s.r.l. Monitoraggio

Il 1.11.2010 è stato introdotto all’ingresso del parco a Lera il conteggio di tutti i visitatori del parco. Dagli archivi sono stati acquisiti i dati quanto più precisi possibili sul numero dei visitatori nel Parco (PNSS) dal 2006 in avanti.

Sui complessivi 127.440 visitatori del Parco il 77,9 % si è recato nell’area di Lera, che ospita anche il centro visite, mentre solo un terzo ha deciso di fruire del Museo delle saline. Dalla terraferma è entrato nel parco il 91 % dei visitatori, mentre il 9 % è arrivato via mare con un’imbarcazione. Un buon terzo (33,7 %) dei visitatori ha deciso di effettuare una visita guidata. Il 76 % era costituito da visitatori locali, un quarto scarso (23,74 %) delle visite guidate era composto da stranieri, dei quali la maggior parte era anglofona (13,9 %), seguita da visitatori provenienti dall’Italia (4,7 %), mentre i visitatori di lingua tedesca sono ammontanti al 3,1%; il rimanente 2% circa era costruito da

persone parlanti altre lingue (russo, serbo-croato, …). Per quanto riguarda la condizione professionale al primo posto ci sono gli alunni delle scuole elementari, gli studenti delle scuole medie e superiori (46,3 %), a seguire i visitatori adulti (28,1 %), i giornalisti e i partner commerciali (6,5 %) e i pensionati (5,8 %). Un buon due per cento (2,4 %) è rappresentato da persone con esigenze particolari. Dai risultati dell’analisi statistica si evince che il numero dei visitatori è in aumento, e che nel periodo 2010-2012

la “stagione” principale si è registrata nei mesi di aprile e agosto, quando il numero dei visitatori ha superato di molto la media mensile. Nonostante si prevedesse che la pioggia e la temperatura influissero in modo significativo sul trend delle visite dalle analisi mensili più accurate effettuate per il periodo 2011-2012 (aprile-ottobre) non si rilevano correlazioni significative tra il numero dei visitatori e la quantità di precipitazioni, e neanche tra il numero dei visitatori e la temperatura dell’aria.

Il trend dell’aumento lineare (Trend) e il numero dei visitatori (N) nel Parco regionale (KPSS) nel periodo 2006 - 2012 indica una crescita moderata (p<0.01). 1,6

N

Trend

50000 45000

1,4

40000

1,2

35000

1

30000

0,8

25000

0,6

20000 15000

0,4

10000

0,2

5000

0 2006

0 2007

2008

2009

2010

2011

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La società SOLINE Produzione sale s.r.l. si interessa di proteggere e preservare permanentemente il patrimonio naturale e culturale della zona del Parco naturale delle saline di Sicciole e di continuare con la produzione del sale con i metodi tradizionali. Per garantire uno sviluppo ecocompatibile a questo settore teniamo conto della sostenibilità dei processi anche attraverso la diffusione della consapevolezza dell’importanza di proteggere i valori naturali ed il patrimonio culturale e di preservare il Parco Naturale delle saline di Sicciole. Il parco è situato nella parte più sud occidentale della Slovenia, nelle immediate vicinanze del confine con la Repubblica di Croazia, e si sviluppa su una superficie di circa 750 ettari. La parte settentrionale del Parco, dove si produce il sale, detta Lera, è divisa dal Canal grande dalla parte meridionale, chiamata Fontanigge. Area Ramsar, Natura 2000.

Progetti Pilota

SOLINE Produzione sale s.r.l. KPSS, Seča 115, 6320 Portorož, Slovenia www.kpss.si, www.soline.si

Nel PNSS abbiamo elaborato durante il progetto uno studio sulla mobilità sostenibile per l’ambiente. Abbiamo inteso verificare presso i visitatori l’opportunità e le capacità di utilizzo delle vetture elettriche adibite al trasporto nell’ambito del parco. Abbiamo acquistato due biciclette elettriche Elefteria che i visitatori hanno avuto modo di utilizzare gratuitamente nell’area di Lera. Gli impiegati del PNSS hanno avuto modo di sperimentare lo scooter elettrico di dimensioni minori Alpha. Nel luglio del 2012 nell’area di Lera è stato avviato l’utilizzo del veicolo elettrico Villager 8, che ha trasportato per due settimane a titolo sperimentale i visitatori dall’ingresso di Lera al Centro per i visitatori (MMC). L’introduzione

di biciclette, scooter ed altri veicoli elettrici nell’area protetta appare sensata ed opportuna, poiché garantisce costi di trasporto minori, nonostante imponga determinate adempienze all’amministratore (la sistemazione di un garage, di prese elettriche per la ricarica, la manutenzione dei veicoli), che comunque garantiscono un servizio continuo di qualità. L’autonomia dei veicoli elettrici è condizionata dall’aggravio della propulsione elettrica (salite, carico), che è comunque minimo nel nostro caso, vista l’assenza di salite lungo i sentieri di percorrenza.

Durante il progetto abbiamo elaborato uno studio sulla mobilità sostenibile per l’ambiente. Abbiamo inteso verificare presso i visitatori l’opportunità e le capacità di utilizzo delle vetture elettriche adibite al trasporto nell’ambito del parco.


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Parco Škocjanske jame Monitoraggio Nell’ambito del progetto sono state eseguite diverse ricerche con N le quali si rilevava lo stato di flora e fauna m sulla superficie e nella grotta. Si è svolto il campionamento ed il monitoraggio della fauna nella parte turistica delle Grotte. Questo incarico faceva parte delle attività di monitoraggio della fauna terrestre ed esclusivamente ipogea nella parte turistica delle Grotte. Le Grotte di Škocjan sono un ricco ecosistema carsico ipogeo dove si possono ancora aspettare interessanti scoperte. Nello strato chiamato epicarso si trova un habitat favorevole per numerosi animali ipogei, una parte dei quali sono portati dalla gravitazione e dall’acqua nelle grotte, dove abbiamo svolto il monitoraggio. Con il monitoraggio dei parametri

Legenda Confine di parco 1. 4. 2011 (ASIOTU) 1. 4. 2011 (STRALU) 17. 4. 2015 (ATHNOC) 24. 5. 2012 (OTUSCO) 0 500 1.000

L’eccezionale patrimonio del Parco esige un responsabile atteggiamento e gestione dell’area protetta. Nell’ambito del progetto abbiamo cominciato numerose ricerche della superficie e del sottosuolo.

Figura: punti del censimento notturno degli uccelli nidificanti nel Parco Škocjanske jame; è segnata anche la posizione del gufo reale e dell’assiolo; la sigla della specie accanto alla data nella leggenda significa che in quel punto abbiamo usato il richiamo acustico per la relativa specie; quadrati rosa indicano punti d’ascolto (senza successo) del gufo reale il 2. 3. 2012 (carta GURS, 1:25.000). Autore: DOPPS.

chimici solitamente rileviamo soltanto lo stato attuale, mentre il monitoraggio degli organismi viventi offre una valutazione della vitalità della popolazione, della sua stabilità o dei rischi. Nelle zone carsiche ogni intervento sulla superficie si riflette nelle condizioni cambiate nel sottosuolo che vengono rilevate con il monitoraggio dei parametri ambientali nelle acque ipogee. Si è concluso anche il monitoraggio degli uccelli nella zona protetta, eseguito da DOPPS. L’area di ricerca era perlopiù l’area designata del Parco, ma parzialmente la ricerca si svolgeva anche nell’area estesa del Parco, che è prevalentemente coperta da boschi, mentre prati e superfici coltivate con molte siepi, alberi e cespugli si trovano nelle vicinanze di agglomerati. La composizione delle specie ed il numero degli uccelli che vi nidificano sono conformi a questo. Le specie più frequenti sono la capinera, il pettirosso, il merlo, il fringuello e la cincia bigia.


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Il Parco si trova nel Carso classico ed è un vero e proprio museo all’aperto. Nel suo ambito potete osservare carsismi di superficie e di profondità, tra i quali spicca l’intreccio delle Grotte di Škocjan con la sua naturale primordialità. L’area è nota per eccezionali reperti archeologici, esplorazioni pionieristiche del sottosuolo ed un ricco patrimonio naturale e culturale. Le Grotte di Škocjan sono incluse nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1986. Nel 1999 sono state inserite nella lista delle zone umide di importanza mondiale della Convenzione di Ramsar come zona umida ipogea. Nel 2004, l’intera area del Parco fu accettata nel programma dell’UNESCO MAB – L’uomo e la biosfera come Riserva della biosfera Kras. Parco Škocjanske jame Škocjan 2, SI-6215 Divača, Slovenia www.park-skocjanske-jame.si • Centro informativo del Parco Matavun 12, SI-6215 Divača, Slovenia

In conformità agli obiettivi gestionali del Parco, nell’ambito del progetto è stata eseguita la misurazione ed elaborata la proposta dell’ottimizzazione del consumo di energia elettrica nel Parco. Lo studio ha mostrato che con l’uso di lampade efficienti il consumo di energia elettrica per l’illuminazione nella grotta diminuirebbe del 73 %. La maggior parte dell’energia elettrica viene consumata dall’illuminazione e dai caloriferi elettrici (l’illuminazione consuma il 99 % dell’energia). Considerato che il costo mensile per l’energia elettrica per la grotta è in media di 800 € il risparmio annuale ammonterebbe a 7.000 €. Il valore dell’investimento per un’illuminazione efficiente della grotta sarebbe di circa 40.000 € e l’investimento si recupererebbe in 6 anni. Grazie alla durata maggiore delle lampade installate diminuirebbero anche i costi della manutenzione. Con questo progetto seguiremmo la visione del Parco e delle aree naturali protette in generale, che favoriscono soluzioni sostenibili e minimizzano il consumo di risorse e energia.

Borut Lozej

Borut Lozej

Progetti Pilota

Le aree protette dovrebbero essere esempi di buone prassi nel campo di gestione sostenibile e consumo di energia. Per questo abbiamo cercato di trovare una soluzione per l’ottimizzazione dell’attuale efficienza energetica del Parco nell’attività di visite all’ecosistema cavernicolo.


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Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie Monitoraggio Monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici su habitat e specie del monte Canin

Leggenda Tipologie vegetali Aree rocciose, macereti, ghiaioni colonizzati da vegetazione pionera discontinua Mosaico Slicetum retuso-reticulatae/Caricon ferruginae Slicetum retuso-reticulatae Thalaspion Ghiacciaio

Il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici su habitat e specie nel Parco naturale delle Prealpi Giulie è stato condotto nell’area del ghiacciaio del Monte Canin. E’ stato effettuato seguendo le indicazioni del protocollo elaborato durante la prima fase del progetto Climaparks. In attuazione del suddetto protocollo sono stati effettuati: - l’individuazione delle principali comunità vegetali presenti nel sito di studio e l’installazione e descrizione di plot permanenti per attività di monitoraggio a lungo termine; - il rilevamento e l’elaborazione della cartografia

fitosociologica della vegetazione dell’area del ghiacciaio del Canin. Nell’area di studio sono state osservate in totale 51 specie di angiosperme, di cui 3 arbustive e 48 erbacee, per un totale di 37 generi. La flora crittogamica è composta da muschi e rari licheni. Tutte le comunità vegetali osservate nell’area di studio sono di rilevante importanza naturalistica, oltre che estremamente sensibili e vulnerabili ai potenziali impatti del cambiamento climatico. Il lavoro ha permesso di analizzare in dettaglio la situazione in un’area in rapida evoluzione a causa dei cambiamenti climatici e di porre una base essenziale a qualsiasi futura valutazione sulle evoluzioni in corso e sulle eventuali strategie di conservazione da adottare.

Il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici su habitat e specie nel Parco delle Prealpi Giulie è stato condotto sul Monte Canin analizzando la flora e la sua possibile evoluzione.


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Progetti Pilota

Marco Di Lenardo

I progetti pilota nel parco delle Prealpi Giulie

Il Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie, nato nel 1996, si estende su poco meno di 100 km2 compresi nel territorio dei comuni di Resia, Resiutta, Chiusaforte, Lusevera, Venzone e Moggio Udinese (Friuli Venezia Giulia). Include le parti più elevate delle catene del Monte Plauris, dei Monti Musi e del massiccio del Monte Canin. Queste zone sono state scelte per il loro grande interesse geologico, naturalistico, paesaggistico e storico – culturale e spesso assumono caratteri peculiari difficilmente rinvenibili altrove. Nel Parco infatti si incontrano e si incrociano tre aree biogeografiche: alpina, mediterranea e illirica. Queste caratteristiche, associate ad un’elevata piovosità, spiegano l’alto numero di specie faunistiche e floristiche, oltre 1.200 di cui oltre 60 endemismi, presenti. Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie www.parcoprealpigiulie.it • Centro visite del Parco Piazza del Tiglio, 3; Loc. Prato; 33010 Resia (UD); Italia

Il progetto Climaparks ha rappresentato per il Parco un'occasione per realizzare una serie di progetti pilota finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni al fine di contrastare gli effetti più negativi dei cambiamenti climatici. Per questo è stato redatto il »Piano dell'energia« che ha raccolto le informazioni sui consumi attuali e formulato proposte di interventi concreti da attuare anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione dei visitatori. Il Parco ha inoltre installato un “impianto fotovoltaico” da 20 kW sul tetto della propria sede e, nello stesso edificio, ha realizzato diversi interventi per contenere i consumi. Si è anche agito potenziando il trasporto pubblico locale per consentire a più persone di raggiungere in “bus” le zone più significative dell’area protetta lasciando la propria auto a casa. Per favorire l’uso della bicicletta è stata infine pubblicata la “Guida ai percorsi ciclabili del Parco”.

I progetti pilota del Parco sono stati: la redazione del »Piano dell’Energia«, l’installazione del fotovoltaico sulla sede, il potenziamento del trasporto pubblico e la pubblicazione della “Guida ai percorsi ciclabili”.


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Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane

Michele Cassol

Monitoraggio

Una nuova metodologia di monitoraggio e di analisi degli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità applicata agli habitat e alla flora del Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane.

L’attività di monitoraggio condotta dal Parco grazie ai finanziamenti del progetto Climaparks si è sviluppata in tre step principali: 1. Creazione di un metodologia uniformata che si adatta alla valutazioni di vegetazioni del piano nivale, pioniere e poco stratificate, svolta dal Museo friulano di Storia Naturale 2010. 2. Monitoraggio vero e proprio delle comunità vegetali di alta quota

finalizzato a studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione. Questa attività si è svolta tra il 2012 e il 2013. L’area di studio è localizzata in Val Settimana, nel comune di Claut (PN). Lo studio svolto rappresenta lo “stato zero” di una serie di monitoraggi che, con i successivi rilevamenti previsti dal Progetto Climaparks, fornirà interessanti risultati sul dinamismo delle cenosi (comunità biologiche) di alta quota in funzione della variazioni climatiche. Lo studio ha inoltre permesso di portare a termine un’accurata analisi dei suoli delle stazioni monitorate fornendo interessanti dati relativi al substrato sul quale le cenosi indagate si sviluppano. E’ stato infine installato una stazione meteo che potrà fornire importanti dati per il controllo incrociato tra le dinamiche della vegetazione e quelle climatiche.

3. Analisi dei dati raccolti. Le relazioni dettagliate del monitoraggio sono scaricabili dal sito www.climaparks.eu o dal sito www.parcodolomitifriulane.it. Unità vegetazionali rilevate e superfici occupate (mq)

rbusteti acidofili (classe Loiseleurio-Vaccinietea) A Praterie basifile (classe Elynoses-Lerietea) Bmughete lariceti e arbusteti basifili (classe Erico-Pinetea) Vegetazione delle falde detritiche (classe Thlaspietea Rotundifolii) Vegetazione rupicola (classe Asplenietea Trichomanis)


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L’emozione vi coglie al primo contatto con il Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane, bastano pochi passi e vi troverete subito in un paradiso naturale incontaminato! Le Dolomiti, montagne bellissime e speciali, sono state nominate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2009. Il nostro Parco è situato proprio nel comprensorio montuoso delle Dolomiti Friulane, che si caratterizzano per essere un gruppo unitario e compatto, con una suggestiva successione di picchi e cime che regalano panorami mozzafiato e scenari inaspettati. Il Parco pullula di vita, è facile incontrare gruppi di caprioli, camosci, cervi e stambecchi, osservare le marmotte ed assistere nel silenzio al maestoso volo dell’aquila reale, unica vera regina di ogni valle. Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane Via Roma, 4 33080 Cimolais (PN), Italia tel.: +39.0427.87333, e.mail: info@parcodolomitifriulane.it www.parcodolomitifriulane.it Centro visite • di Andreis: Via Acquedotto 1 - 33080 Andreis (PN) • di Cimolais: Via Roma 6 - 33080 Cimolais (PN)

• di Claut: Via Antonio Giordani 14 33080 Claut (PN) • di Erto e Casso: Piazzale del Ritorno 3 - 33080 Erto e Casso (PN) • di Forni di Sopra: Via Vittorio Veneto 1 - 33024 Forni di Sopra (UD) • di Forni di Sotto: Via Baselia 29 33020 Forni di Sotto (UD) • di Frisanco: Piazza XX Settembre 1 33080 Frisanco (PN) • di Tramonti di Sopra: Via Villaggio 6 maggio 16 - 33090 Tramonti di Sopra

Grazie al Progetto Climaparks abbiamo recuperato una vecchia stazione degli autobus del paese di Claut e l’abbiamo trasformata in un nuovo Centro visite del Parco. Il lavori di ristrutturazione sono stati realizzati utilizzando dei materiali con alto potere isolante, naturali ed ecologici, perché prodotti partendo da materie prime rinnovabili, con processi di produzione e installazione non dannosi per l'ambiente e per l'uomo, che sono riciclabili e biodegradabili e richiedono un basso contenuto di energia per il loro ciclo di vita. Sul tetto del centro visite è stato installato un impianto a pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, che ci farà evitare l’emissione in atmosfera di circa 6.325.000 gr di CO2 l’anno! Ad opere completate la struttura ospiterà il punto informazioni del Parco, un punto vendita di prodotti locali e il Museo della Casa Clautana, che raccoglierà testimonianze della cultura tradizionale e dei costumi locali del passato.

Eugenio Granziera

Romeo Pignat

Progetti Pilota

Utilizzo di materiale ecoefficiente, riduzione dell’impatto ambientale, risparmio energetico, innovazione, tradizione e cultura locale sono le caratteristiche del nuovo centro visite di Claut.


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Parco regionale Veneto Delta del Po Monitoraggio

Nell’ambito del Progetto Climaparks, è stato svolto uno studio sui Passeriformi presso la Golena di Ca’ Pisani all’interno del Parco regionale Veneto Delta del Po.

La presente ricerca, svolta dall’Ass. Sagittaria di Rovigo, su incarico dell’Ente Parco regionale Veneto Delta del Po, ha riguardato lo studio dei Passeriformi nell’area del Delta veneto (provincia di Rovigo). Il progetto è stato suddiviso in due parti: attivazione di una stazione di inanellamento con metodica PRISCO, mediante la cattura a scopo scientifico dell’Avifauna con mist

nets, e studio della popolazione nidificante di Silvidi e specie affini. Il sito utilizzato è stato la Golena di Ca’ Pisani (Porto Viro), golena del Po di Maistra dotata di vasti canneti e fasce di bosco igrofilo a prevalenza di salici. Le catture, effettuate da marzo 2012 ad aprile 2013, hanno riguardato 1321 individui, appartenenti a 39 specie. Il massimo delle catture è stato registrato nei mesi di aprile, settembre e ottobre, in concomitanza con il passaggio dei migratori. Oltre il 50% dei soggetti catturati apparteneva alle specie Capinera, Cannaiola comune e Pettirosso, grazie alla presenza di zone umide e fasce boscate. Analizzando la fenologia delle catture, è stata osservata per molte specie una buona corrispondenza con i dati nazionali; per alcune è invece stato osservato un ritardo nel passo. L’analisi dei nidificanti ha mostrato in alcuni casi differenze con il trend nazionale o europeo. Da questa analisi è risultato

abbastanza evidente come diverse specie stiano mostrando repentini cambiamenti di densità e areale, non ricollegabili direttamente con cambiamenti dell’uso del suolo dell’area del Delta. Tali cambiamenti potrebbero essere messi in diretta relazione con i mutamenti climatici. Per Usignolo di fiume e Beccamoschino, difatti, è noto come grandi fluttuazioni siano provocate da inverni particolarmente rigidi.


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Monitoraggio

Il Parco regionale Veneto Delta del Po è un delicato equilibrio tra terra e mare il grande fiume, il Po sfocia, creando un a delle zone umide più importanti d’Europa. Una terra unica, da percorrere lentamente scoprendo i vasti orizzonti, il fascino della fitta rete d’acqua formata dai rami del fiume e dai canali i folti canneti, le lunghe spiagge. Il paesaggio è un dolce alternarsi di ambienti diversi che si susseguono dalla terra al mare: la campagna argini, golene, valli da pesca, lagune e scanni. Un paesaggio che, come in un quadro impressionista, cambia colori ed esprime emozioni diverse al mutare della luce, dal bianco perlaceo della nebbia che avvolge tutto in un atmosfera quasi sospesa, ai colori vibranti della primavera. Parco regionale Veneto Delta del Po Via G. Marconi 6 – Ariano nel Polesine 45012, Italia www.parcodeltapo.org • Giardino Botanico litoraneo di Porto: Caleri località Porto Caleri Rosolina mare, tel.: +39 426 372202

• Museo Regionale della bonifica di Ca’ Vendramin: s.p. 38 Taglio di Po, tel.: +39 426 81219 • Centro turistico culturale di San Basilio località San Basilio Ariano nel Polesine • Centro Visitatori di Porto Viro Piazza Matteotti 3 Porto Viro • Golena di Ca’ Pisani Località Ca’ Pisani di Porto Viro

Nell’ambito del Progetto Climaparks, è stata attivata una centralina di rilevamento dei dati meteo presso il Centro Visitatori di Porto Viro, che consente di visionare i dati in tempo reale relativi a precipitazioni, temperatura, umidità, vento e irraggiamento solare. Sempre nell’abito del progetto Climaparks si sono effettuati numerosi incontri con gli stakeholders del territorio, affrontando varie tematiche. Questo ciclo di incontri si è chiuso con la candidatura del Parco a Riserva della Biosfera MAB (Man and Biosphere Reserve), dove l’accento è posto su forme di gestione integrata, partecipata e decentralizzata dello sviluppo.

Il Parco regionale Veneto Delta del Po, con il progetto Climaparks, ha avuto la possibilità di studiare i cambiamenti ambientali in atto e di predisporre e sperimentare interventi volti a promuovere una maggiore sensibilizzazione sui cambiamenti climatici stessi.


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Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po Monitoraggio

Il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici sulle biocenosi del Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po.

La valutazione degli effetti climatici sulle biocenosi richiede l’individuazione di specie, tassocenosi e comunità distinte che costituiscono indicatori sensibili delle modificazioni meteo-climatiche locali. Si tratta pertanto di individuare gruppi chiave costituiti da specie ombrello che assumono ruoli di indicatori basati sulle modificazioni di ritmi vitali o della composizione di comunità presenti in un determinato comparto ecologico. I criteri di scelta dei taxa sono sintetizzabili nei seguenti due punti: 1) Analizzare strutture di comunità o tassocenosi mediante l’analisi della

composizione qualitativa e delle frequenze quantitative delle specie che le compongono correlate ad aree circoscritte. 2) Identificare tassocenosi che costituiscono indicatori bioclimatici sensibili delle modificazioni meteo-climatiche nel Delta del Po: a) rana agile (Rana dalmatina); b) carabidocenosi (Coleoptera, Carabidae); c) microteriocenosi (Mammalia, Rodentia, Soricomorpha). L’analisi delle carabidocenosi ha mostrato un aumento relativo di

corotipi centro asiatici turanici e il contemporaneo forte regresso di quelli asiatico settentrionale evidenziando una sostituzione di faune in atto con un processo di avvicendamento di specie igrofile con specie termofile. Anche per le microteriocenosi si osserva l’aumento di specie termofile e la diminuzione di quelle mesofile. I cambiamenti climatici potrebbero interessare anche la fenologia di rana agile con effetti sulle attività riproduttive.

Frequenze del Soerx sp. e del Suncus etrusus nei tre periodi 1975-80 (T1), 2006-09 (T2) e monitoraggio Climaparks 2011-12 (T3). Percentuali % 7 Suncus etruscus

6

Sorex sp.

5 4 3 2 1 0 T1

T2

T3

Raccolte


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Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po racchiude al suo interno straordinarie testimonianze ambientali, che si intrecciano a storia, tradizione, cultura e arte, offrendo un paesaggio inedito, sorprendete ed unico. La ricchezza del Parco è dovuta alla grande diversità di ambienti, dove numerose specie di piante e di animali trovano rifugio. Un ambiente ricco ma allo stesso tempo estremamente fragile e delicato, nel quale i sottili equilibri tra mare, terra e acqua, tipici delle aree deltizie, rischiano di entrare i crisi a causa dei mutamenti climatici, qui particolarmente evidenti. Un luogo, infine, fatto di tradizioni e di antichi mestieri, caratterizzato da manufatti ed esempi di come nel corso degli anni gli uomini abbiamo saputo gestire l’equilibrio tra natura e cultura, tra terra e acqua.

Progetti Pilota Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po Via Mazzini, 200 44022 Comacchio (Ferrara), Italia www.parcodeltapo.it •C entro Visite Saline di Cervia Via Bova, 61 48015 Cervia (RA) - Italia e.mail: salinadicervia@atlantide.net • Ecomuseo delle Valli di Argenta Via Cardinala, 1/c - 44010 Campotto di Argenta (FE) - Italia e.mail: info@vallidiargenta.org • Manifattura dei Marinati di Comacchio Via Mazzini, 200 44022 Comacchio (FE) - Italia e.mail:

manifatturadeimarinati@parcodeltapo.it

Gli interventi pilota sono stati concentrati in due Stazioni del Parco. La Stazione Campotto di Argenta è stata attrezzata con 2 vetture elettriche a disposizione dell’Ecomuseo delle Valli di Argenta utilizzabili su specifici percorsi eco-sostenibili e fruibili da una ampia categoria di visitatori, offrendo una valida alternativa anche a coloro che hanno una mobilità ridotta o limitata. Gli interventi presso la Stazione Volano-Mesola-Goro sono stati pensati prevalentemente per gruppi o scolaresche. Il centro visita è stato dotato di una aula didattica e di un laboratorio dove le guide possono presentare le caratteristiche del territorio per svelarne anche i più piccoli segreti. È inoltre disponibile un parco bici

composto da 25 bici tradizionali, 5 biciclette a pedalata assistita euna bici elettrica per soggetti con mobilità limitata. Questo rende la Stazione un posto perfetto per gruppi che vogliono partire per scoprire il Delta e i suoi siti di interesse ambientale e storico come il Castello di Mesola, il Bosco della Mesola, la Torre dell’Abate, la Torre della Finanza, l’Oasi di Canneviè-Porticino, le Foci del Po di Volano, l’Abbazia di Pomposa, Goro e Gorino con i caratteristici porti e pescherecci.

I progetti pilota dell’Ente Parco Delta del Po hanno mirato a promuovere percorsi turistici sostenibili, compatibili con il fragile ambiente delle zone umide e in grado di sensibilizzare i visitatori sugli effetti dei cambiamenti climatici.


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Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola

Pierro Lucci

Monitoraggio

Due attività: una su uccelli migratori, per controllare tempi (arrivo, partenza, nidificazione, svernamento) e successo riproduttivo; una sui pipistrelli, per calendario biologico e dieta.

L’inanellamento a sforzo costante, che prevede 32 uscite a intervalli costanti nel corso dell’anno, è stato applicato al programma di monitoraggio delle popolazioni ornitiche. Gli uccelli sono stati catturati utilizzando un impianto fisso fatto di 22 reti mist-net, presso Ca’ Carnè. Sono stati marcati quasi 1.000 uccelli, appartenenti a 39 specie, 200 dei quali hanno fatto registrare almeno una ricattura. Anche lavorando con una

quantità di dati non particolarmente elevata e su un periodo relativamente breve, è stato possibile trarre informazioni piuttosto indicative sulla possibile risposta da parte della comunità ornitica a fattori di pressione di origine meteoclimatica. Per l’attività di ricerca sulle popolazioni di chirotteri sono state utilizzate varie metodologie di indagine per acquisire informazioni più esaustive sullo status della chirotterofauna. Tramite l’utilizzo del bat detector sono stati registrati oltre 1.000 contatti ascrivibili a 9 specie certe. Dal controllo degli ambienti ipogei è stato possibile individuare e monitorare colonie riproduttive e colonie svernanti con elevati numeri di esemplari. Le specie censite sono state in totale 15. Le informazioni di presenza ed ecologia delle specie si sono dimostrate fondamentali nell’identificazione dei siti e degli ambienti di maggior importanza per la conservazione dei pipistrelli nel territorio.


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Provincia di Ravenna è co-gestore del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. Il Parco della Vena del Gesso Romagnola (6.000 ha) tutela il più imponente affioramento di cristalli di gesso al mondo, con spettacolari rupi; la roccia è carsica e vi sono oltre 200 grotte, doline, inghiottitoi e risorgenti. Nei versanti sud vegetano specie della macchia mediterranea e la rara felce persiana; a nord folti boschi, con specie montane nelle forre. Vi sono grandi colonie di pipistrelli, poi lupo, gatto selvatico, gufo reale, falco pellegrino. L’uomo frequenta la Vena dalla preistoria, quando le grotte erano luoghi di culto; i Romani per primi estrassero il gesso per le finestre, nel Medioevo sorsero pievi e castelli sulle creste di gesso. L’agricoltura caratterizza il paesaggio circostante e dà eccezionali prodotti.

Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola www.parcovenadelgesso.it • Centro Visite Rifugio Ca' Carnè. Via Rontana, 42 48013 Brisighella (RA), Italia • Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità della Romagna Via Saffi, 2 48013 Brisighella (RA), Italia

Piero Lucci

Pierro Lucci

Progetti Pilota

L’ampliamento del centro visite è destinato al piano terra a “stanza del clima”, con allestimento di un’esposizione multimediale interattiva dedicata al rapporto tra i mutamenti climatici e la conservazione delle peculiarità ambientali della Vena del Gesso. La Vena, infatti, essendo estesa da NordEst a Sud-Ovest per 25 Km, presenta due versanti con microclima assai

differente e con flora e fauna strettamente legate al clima circostante. L’allestimento illustra i problemi legati alla conservazione della natura dovuti ai mutamenti climatici e intende diffondere le buone pratiche. Al primo piano è allestita una saletta conferenze con aula didattica, arricchita dall’esposizione ornitologica, in collegamento con quella faunistica del primo piano dell’adiacente edificio già esistente. L’edificio è arricchito da alcuni accorgimenti per ridurre il consumo energetico, quali un pannello solare termico per i servizi del centro visite esistente e una botte per il recupero delle acque piovane.

Il progetto pilota consiste nella costruzione di un ampliamento del centro visite Rifugio Ca’ Carnè, con realizzazione di un edificio, destinato a “stanza del clima” multimediale e a aula didattica e per conferenze.


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quiz Oltre ai pipistrelli, quali animali vivono nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola? A lupi B giraffe C orsi La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. Come si chiama l'area nel Parco naturale delle saline di Sicciole, dove si produce ancora attivamente il sale in modo tradizionale? A saline B Lera C parco La risposta corretta si trova nella presentazione di SOLINE Produzione sale s.r.l. A causa di temperature marine elevate è stato registrato nel mare del Parco naturale Strugnano: A un maggior numero di orate B l’avvistamento dello squalo C l’impallidimento del corallo La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco naturale Strugnano.

I camosci sono stati dotati di collari telemetrici che indicano la loro posizione tramite il segnale telefonico: A ogni due ore B una volta alla settimana C una volta al giorno La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco nazionale del Triglav. Quante specie endemiche di animali e piante vivono nel Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie? A 5 B 1 C 60 La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie. In quale anno sono state classificate le grotte Škocjanske jame nell’elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO? A 1980 B 2009 C 1986 La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco Škocjanske jame.

Quante biciclette possono noleggiare i visitatori del Parco regionale Veneto Delta del Po? A 31 B 2 C 9 La risposta corretta si trova nella presentazione dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po. Nell’ambito del progetto Climaparks, il nuovo centro per i visitatori è stato allestito con la ristrutturazione di: A una caserma B una vecchia stazione di autobus C un mulino La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane. Tra gli uccelli più comuni che sono stati registrati nel parco nella delta del Po ci sono anche: A la capinera, la cannaiola e il pettirosso B la ghiandaia, la civetta, il picchio C l’aquila, il gallo selvatico La risposta corretta si trova nella presentazione del Parco regionale Veneto Delta del Po.


Appunti

Editore: Parco Nazionale del Triglav A cura di: Matej Vranješ, Špela Polak Grafica e prestampa: Samo Jarc Photografia: Dan Briški, Parco nazionale del Triglav, Sergio Gobbo, Luka Kastelic, Brina Knez, Soline Produzione sale s.r.l., Borut Lozej, Marco di Lenardo, Elena Mattiussi, Romeo Pignat, Parco regionale Veneto Delta del Po, Entte di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, Piero Lucci Stampa: Eurograf d.o.o. Bled 2013 Del contenuto della presente pubblicazione sono responsabili esclusivamente i partner del progetto. Il contenuto della pubblicazione non riflette necessariamente la posizione ufficiale dell’Unione europea.


Projekt Climaparks je sofinanciran v okviru Programa čezmejnega sodelovanja Slovenija-Italija 2007-2013 iz sredstev Evropskega sklada za regionalni razvoj in nacionalnih sredstev. / Il Progetto Climaparks è finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia- Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.

REPUBLIKA SLOVENIJA MINISTRSTVO ZA GOSPODARSKI RAZVOJ IN TEHNOLOGIJO

Ministero dell΄Economia e della Finanze


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