Intervista a Alessandro Logli

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Lo gli, lei è in carica dal

2009 in consiglio comunale a Cantagallo come capo gruppo dell'opposizione. Che cosa proprio non le è piaciuto nella gestione della Riserva Naturale? Gli interventi di valorizzazione nell'area protetta e nei territori adiacenti sono stati numerosi, grazie soprattutto all'impiego di finanziamenti pubblici sostanziosi, ma il Centro Visite alla Cascina di Spedaletto, ad esempio, ancora ad oggi non è gestito, e la struttura sta deteriorando. Al suo interno c'è addirittura un ascensore mai adoperato perché il motore richiede un voltaggio di 380V ma la predisposizone interna è solo di il 220V. Non ci siamo! I Centri Visita devono essere attivi e funzionali 365 giorni l'anno, divenendo il punto di riferimento per il turismo locale, nonché sede di convegni e seminari riguardanti la flora e la fauna all'interno della Riserva Naturale. Vorrei infatti ricordare a riguardo che vantiamo la presenza di rare e pregiate specie di anfibi come l'Ululone, la Salamndra Pezzata e la Salamandrina dagli occhiali. E poi ancora l'Ippovia, le aree attrezzate, e il sentiero botanico: tante opere inaugurate, a loro tempo certamente ottime vetrine per i nostri amministratori, ma poi abbandonate a se stesse. Le strade di accesso alla Riserva inoltre, fatta eccezione di quella che giunge da Pistoia, per gran parte sono impercorribili. La strada che da Cantgallo porta al Pian della Rasa, caso eclatante, ad oggi è ridotta ad una mulattiera: la mancanza di una manutenzione ordinaria ha vanificato gli investimenti fatti nel 2007 per la sua asfaltatura. Il nostro territorio insomma è il polmone verde di tutta l'area pratese, ed è molto frequentato dai turisti nei fine settimana estivi. Ecco perché la sua accessbilità meriterebbe molta più attenzione e cura.


Turismo: la Riserva e l'Alto Carigiola ci stanno dando molto in questo senso, se non tutto. Ma c' è bisogno di un salto di qualit à. Secondo lei la prospettiva di un passaggio da Area Protetta Provinciale a Parco Regionale pu ò essere una soluzione fattibile? Intanto si deve cercare di recuperare quanto si è investito per renderlo funzionale, non si può gettare tutto al vento! La risposta credo stia nella vostra domanda, occorre fare un salto di qualità, coinvolgendo magari anche la vicina Regione Emilia Romagna nella realizzazione di un grande Parco dell'Appennino. Arrivare a questo obiettivo si può, coinvolgendo tutti, ma occorre in primis la volontà politica, e sopratutto occorre che le "poltrone" si trasferiscano sul “pezzo”. Non si possono realizzare progetti da chiometri di distanza senza conoscere i territori e chi ci vive. La politica locale inoltre deve essere di stimolo per le iniziative private, prendiamo come esempio il parco avventura "Bosco Tondo".

Il suo movimento si è fatto promotore in passato di un convegno sulla fauna selvatica in Val di Bisenzio. A distanza di tempo lei pensa che la presenza del lupo sia una minaccia o una risorsa per il nostro territorio? Il Lupo, come tutta la fauna presente nella Riserva Naturale, è una risorsa, ma l'uomo deve intervenire quando questa fauna crea danni collaterali a chi vive e opera in questi territori. A tal proposito si possono attuare le dovute soluzioni ma anche in questo caso la politica è l'unica attrice risolutrice. Occorre seguire l'esempio di altre realtà che hanno messo in pratica una serie di presidi territoriali, coinvolgendo ed informando cittadini e aziende locali. Noi avevamo fatto una proposta sapendo che sarebbe stato difficile attuarla, ma speravamo che qualcuno la recepisse, e che ci fosse la volontà per cercare di attivare un percorso di cambiamento.


Con il vicesindaco abbiamo parlato dei sentieri delle Sorgenti del Bisenzio, con lei invece parliamo del percorso permanente del "Da Piazza a Piazza": un'ottima idea che tempo fa abbiamo visto lei appoggiarla. Esistono le possibilit à concrete di una sua realizzazione a breve termine? Questo tipo di eventi sportivi in genere, dilettantistici o professionali che siano, sono oggetto di ampia partecipazione e attraggono turismo su scala nazionale e internazionale. Ecco perché l'idea di creare percorsi permanenti, calcando gli itinerari di manifestazioni come la "da Piazza a Piazza", hanno secondo me un' importanza fondamentale per la valorizzazione del territorio.

Anche lei come Ferri è nativo di Cantagallo: qual' è un luogo delle Riserva a cui si sente particolarmente legato? Non c'è un singolo posto, ma un territorio intero a cui mi sento veramente legato. Ricordo che i miei nonni dicevano che gran parte del' area divenuta oggi protetta, era dedicata a coltivazioni di patate, ai pascoli, alla raccolta di legname, alla cacciagione e alla castanicoltura; l'intera economia locale gravitava intorno la montagna e il bosco. Tanto per capirci da un territorio ben curato si riusciva a sfamere le famiglie. Erano altri tempi vero, ma questo equilibrio fra flora fauna e attività umane, dovrebbe essere il filo conduttore della nostra politica locale. Salutandovi, vorrei ringraziare e complimentarmi con gli autori di questa pagina per il lavoro di valorizzazione e promozione territoriale che svolge quotidianamente.


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