Mfl33 apr 2014 accorpato

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MFL Supplemento al numero odierno di MF/Mercati Finanziari. Estero: BE 6,00 €. Spedizione in abbonamento postale L. 46/2004 art. 1 C. 1 DCB Milano

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Magazine For Living n. 33. APRILE 2014. Solo in abbinamento con MF/Mercati Finanziari - IT Euro 4,50 (3,00 + 1,50) BIMESTRALE

DESIGN/OTTO TENDENZE E 61 PROGETTI CULT DAL SALONE DEL MOBILE 2014 FASHION/LE IT-GIRLS DI LOUIS VUITTON NELLA FACTORY DI CASSINA HOUSE/ABITARE HAUTE COUTURE TRA SAIGON, AMSTERDAM E LA SCOZIA

ÜBERLUXURY ORO OPULENTO E LUSSO KITSCH: ALLA SCOPERTA DI UNA PREZIOSA WUNDERKAMMER POPOLATA DA PEZZI IMMAGINIFICI



WWW.VALENTINO.COM








Openview

ÜberLuxury

Lusso nella sua accezione più ampia, dalla ricchezza primordiale di una pepita d’oro alla magnificenza sfacciata di un’architettura aurea. Passando per il lusso del tempo, slow e di qualità, o per i riti dell’artigianalità più sofisticata, tramandata di generazione in generazione. E ancora il lusso kitsch & tacky di una certa subcultura hip-hop figlia della modernità urbana. Sfogliare il nuovo numero di MFL-Magazine For Living, progetto editoriale studiato per raccontare un lifestyle della contemporaneità, è come entrare in una wunderkammer popolata da oggetti immaginifici, abitata da personaggi speciali. I primi sono i cult chiamati ad animare il Salone del Mobile 2014 e l’intera Design week, pronta ad accendere Milano in vista dell’Expo 2015. Le seconde sono le itgirls italiane ritratte nel laboratorio-atelier di Cassina, grazie al gemellaggio tra lo storico marchio italiano e la maison Louis Vuitton. Ma speciali sono anche le case che punteggiano il racconto del numero, tra il romanticismo di Amsterdam, il purismo radical-couture della Scozia e l’arredo regale di Saigon. Per definire un vocabolario luxury sempre più globale. Stefano Roncato


Collage Studio - Photo Tommaso Sartori

DESIGN PORTRAIT.

Sophie ama Ray e l’arte contemporanea. Ray è disegnato da Antonio Citterio. www.bebitalia.com Milan Design Week: April 8th-13th 2014 - B&B Italia Store Milano, via Durini 14, Tel. 02 76 44 41 - store.milano@bebitalia.it


Sommario 14 16 e 17 18 a 21 22 24 27 e 28 30 32

in Cover 01

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01. FoSCARiNi. Spokes, lanterna in tondino metallico. Design Vincente Garcia Jimenez & Cinzia Cumini 02. BoCA Do LoBo. Sole, applique in ottone con raggi

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03. DRiADe. Sereno, tavolino con piano in acciaio e sostegni finiti in oro. Design Fredrikson Stallard

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04. KARTeLL. Masters, sedia nella nuova finitura oro. Design Philippe Starck

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04. VALeNTiNo. il setting della sfilata haute couture fall-winter 2013/14

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Artwork Giorgio Tentolini

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Evergreen/Leggerezza in cucina di Milena Bello Follie/Nuovi animali domestici di Cristina Morozzi Atmosfere/Golden project di Matteo Zampollo Installation/Opulenza d'artista di Francesca Manuzzi Store/Coffret dorato di Matteo Zampollo Collectibles/Neo-origami di Sasha Carnevali Art/Il tappeto magico 2.0 di Francesca Manuzzi Automotive/Car(toon) massimalista di Francesca Manuzzi People/L'architetto del jet-set di Sasha Carnevali Book/Madame Leibovitz XXL di Matteo Zampollo Music/Exclusive hip-hop art di Matteo Zampollo Fashion/Nell'atelier di Tsinghua di Michele Bagi Neo romantic in Amsterdam di Matteo Zampollo, foto Daniel Nicolas Factory it-girls servizio Stefano Roncato, foto Alan Gelati Minimal scozzese di Milena Bello, foto Andrew Lee Wunderkammer di Cristina Morozzi, artwork Giorgio Tentolini Eastern luxury di Milena Bello ĂœberLuxury di Cristina Morozzi, artwork Giorgio Tentolini Product/White, United colors of design, Comfort, Purism, Excentric, Effetto legno, Metallica, Futurismo di Cristina Morozzi Museum/Nuovo design democratico di Fabio Gibellino Story teller/Abitare di lusso di Alice Merli


poltronafrau.com Grantorino, designed by Jean-Marie Massaud

L’intelligenza delle mani. La bellezza, quella vera, ha anche un’anima. Noi di Poltrona Frau la pensiamo così. Ecco perché, da sempre, ci affidiamo alle mani esperte dei nostri artigiani, che seguono le principali fasi di lavorazione e scelgono i materiali più pregiati. Solo così possiamo offrirvi ogni volta la migliore qualità italiana.


2014

Evergreen

Leggerezza in cucina Dalla televisione ai libri, dal sushi al cake design, tutto ciò che ruota attorno al food continua ad allungare la lista di proseliti a tutte le latitudini. Così anche l’ambiente stesso della cucina, da spazio destinato alla preparazione dei cibi, diventa luogo di convivialità e relax. E soprattutto si trasforma in una piattaforma di sperimentazione per il design contemporaneo per unire comfort e alte prestazioni tecniche alla necessità di rileggere un ambiente secondo i canoni estetici improntati all’eleganza del minimalismo. Ne è un esempio il modello Phoenix di Varenna, il marchio che dal 1996 rappresenta nell’ambito del kitchen l’alter ego della qualità e dell’eccellenza nell’arredamento di Poliform, gruppo brianzolo al quale fa capo. Affidato alla matita dello studio di design CR&S, Phoenix si distingue per la volontà di integrare completamente l’ampia isola centrale con lo schienale attrezzato bifrontale. Il nuovo

modello firmato Varenna presenta basi e piani di lavoro in acciaio scotch brite, un piano cottura saldato e personalizzato Varenna by Barazza mentre la penisola è realizzata in rovere spessart, stesso materiale usato per lo schienale Shaker laccato goffrato nero. Da segnalare lo spessore del top, alto solo 6 millimetri, che conferisce a Phoenix il primato di sottigliezza e leggerezza visiva tra i modelli dell’azienda. Le linee sottili seguono l’intero perimetro della cucina e trovano la loro espressione nel gioco geometrico di maniglie, dove il particolare disegno scavato, che dona un design moderno e un’estetica esclusiva, scaturisce dall’unione tra le ante centrali con maniglia passante e a quelle laterali con maniglia parziale. A dominare sulla cucina la cappa box a isola, in acciaio, che cala dall’alto. Evanescente come un fascio di luce. Milena Bello

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Follie

Nuovi animali domestici Un bestiario surreale, onirico. Per vincere la crisi e raccontare i re della casa contemporanea. Tra pezzi unici, opere d’arte e suppellettili sognanti

Se, come sostiene Giulio Cappellini, il design deve vendere sogni per diventare popolare, niente di meglio che arredi e complementi in forma d’animale. Gli animali domestici sono i veri padroni delle nuove case; per loro non si lesinano denari, anche in tempi di crisi. Risulta che siano anche terapeutici, soprattutto per i bambini. Nella concitazione odierna, gli animali sono una compagnia muta e fedele che regala l’illusione d’essere ascoltati, quando gli si parla per riempire momenti di solitudine. Non mancano mai nelle novelle popolari in qualsiasi parte del mondo e sempre sono dotati di poteri magici. Tweetie, le poetiche, giocose lampade a sospensione disegnata da Jake Phipps per Casamania (nella foto a sinistra) rappresentano una pertinente metafora della nostra società. Sono la materializzazione di quei brevi pensieri poetici che navigano nella rete. Luminosi, in gabbie dorate, gli uccellini di Casamania confermano la vocazione di questo giovane marchio, guidato con entusiasmo da Elis Doimo, che ogni stagione riesce a toccare le corde più sensibili del nostro animo. E proponendo nella collezione 2014 il progetto Tweetie, Casamania dimostra d’aver compreso che oggi, per uscire dalla depressione della crisi, è necessario abbandonare la prudenza che spinge al pragmatismo, per ricordarsi di far sognare.

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Omaggio a Dalí

Giochi di carte

Nicola Bolla ama giocare con le carte: non si tratta di partite, ma piuttosto di castelli, quelli che si divertono a fare i bambini mettendo in equilibrio una carta sull’altra. I suoi castelli sono, però, di un genere molto speciale. Sovrappone meticolosamente una carta sull’altra, alternando i semi e le figure, per costruire vari generi di animali (nella foto a sinistra) ma anche grandi inquietanti teschi. Di professione oculista, ordinario alla clinica oculistica di Torino, divide il suo tempo tra l’ospedale e il suo laboratorio, dove personalmente costruisce le sue sculture. Assemblare le carte in figure complesse non è un hobby, ma un impegno da artista militante, con tanto di mostre in prestigiose gallerie in Italia e all’estero e partecipazioni a blasonate Biennali. Recente la sua personale in due note gallerie della capitale sabauda, per le quali ha realizzato inedite installazioni: uno spettacolare fungo atomico e alcuni grandi animali che hanno invaso le sale espositive con ampie ali. La sua lettura dissacratoria e ludica della realtà sottolinea, grazie al forte accento surrealista, la trasfigurazione dell’oggetto in icona contemporanea.

Le pecorella-consolle Xai, con il candido riccioluto manto e le zampette in bronzo scolpito, è una recente riedizione di Salvador Dalí per il marchio BD Barcelona design. Voluta da Oscar Tusquet, art director di BD Barcelona design e che di Salvator Dalì fu allievo, rende omaggio alla passione di Dalí per gli animali impagliati. Pare che il maestro catalano fosse un assiduo frequentatore dei prestigiosi impagliatori catalani Soler e Pujol che avevano il proprio laboratorio a Barcellona, dietro plaza Real, e che amasse circondarsi di animali impagliati. All’origine di Xai (nella foto sotto) c’è un dipinto del 1942 nel quale compare una consolle pecora. Lo scorso anno Oscar Tusquet e Pehio Rahola, direttore del famoso laboratorio d’impagliatura parigino Deyrolle, incontratisi per caso a Parigi, hanno deciso di ridare vita alla consolle. Con Xai, prodotta in edizione limitata per collezionisti, il corpo delle riedizioni di Dalí, sagacemente gestito da Tousquet, si colora di una inedita sfumatura, meno sexy e beffarda e più delicatamente poetica.

Mascheroni antropomorfi

Bosa, l’azienda vicentina di ceramiche dotata di una consumata perizia produttiva, dimostra con le sue collezioni una singolare predilezione figurativa. Jaime Hayon, che ha trovato in Bosa un fedele interprete delle sue sfrenate fantasie, quest’anno ha firmato per il marchio delle singolari maschere, in un'ibridazione tra uomo e animale (nella foto a sinistra). Potrebbero essere dei contemporanei e sorridenti mascheroni da fontana, adatti a far zampillare l’acqua. Ma rivelano immediatamente l’impronta ironica e sorridente del creativo catalano, aggiungendo un nuovo capitolo al suo immaginifico bestiario, che l’ha reso famoso nel mondo. Sebbene il suo segno riveli influenze pop e fumettistiche, Jaime appare un fedele cultore dell’eredità surrealista catalana, che non interpreta in modo beffardo, bensì con il sorriso sulle labbra, proponendone una versione disneyana. a cura di Cristina Morozzi

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Una veduta esterna di Acido dorado, l'abitazione creata da Robert Stone in California. Foto Brad Landsill


Atmosfere

Golden project Si mimetizza con la sabbia del deserto di Joshua tree, in California. Ma a ben guardare, brilla di un'intensità diversa, magica. Robert Stone ha incastonato in una distesa arida un gioiello di immenso valore. Dal gusto eccessivo, ma dal fascino irresistibile. Si chiama Acido dorado, ed è a metà strada tra un'abitazione e un'installazione artistica. Perché Stone, il suo creatore, pensa un po' diversamente dagli altri. Architetto sì, ma che si muove verso territori inaspettati. E ha il coraggio di lanciare una pepita abitabile nel Far West. «Il colore non può essere separato dalle sue associazioni culturali, e il suo significato è instabile perché non viene né dall'oggetto stesso né dall'architetto, né dallo spettatore, né dal contesto culturale, ma da tutto questo, da niente di tutto questo, e da altro ancora», ha raccontato lo stesso Stone. Un'instabilità intrinseca, che si riflette sullo spettatore e non può lasciare impassibili. Tutti gli elementi della casa sono legati al contesto in cui si trovano e, come ha continuato ancora Stone: «Non possono vivere al di fuori di essi. È un lavoro culturale che mescola alto e basso, alla ricerca di una bellezza ideale. Senza entrare in alcuna definizione canonica». E, forse, scrivendone una completamente nuova.

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Un'ondata d'oro accoglie chi lo visita. Chi vuole fare shopping. O anche solo chi ha voglia di restare a bocca aperta contemplando questo tempio del consumismo. Il mall Emporia, sorto nell'area a sud di Malmö, rappresenta un nuovo livello nell'architettura legata allo shopping. Lo studio Wingårdhs è il plasmatore di questo colosso, interamente in vetro dorato. Che si piega e cambia forma lungo la struttura reticolare, per permettere alla luce di entrare e illuminare la conca al centro. Uno shopping center di nuova concezione, che ha al suo interno anche una serie di appartamenti e uffici. Anzi, che proprio appena dietro a questi ultimi nasconde la sua vera natura; perché in alto, sul tetto, stanno crescendo nuove iniziative: oggi un complesso a parte, con padiglioni e terreni artificiali, domani una zona dedicata ai clienti, per offire servizi nuovi e alternativi. Complementari all'esperienza dello shopping. Emporia è una conchiglia d'oro all'interno della nuova architettura. Un contenitore a 24 carati per il futuro dello shopping.

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Il mall Emporia costruito nell'area di Malmö, in Svezia


La Golden toilet del The White temple a Chiang Rai in Thailandia

Atmosfere La celebrazione della purezza di Buddha non si ferma ai tempi che furono. Ma ricrea di continuo atmosfere sognanti, ispirate al passato ma orientate al futuro. Così, nel Nord della Thailandia, l'architetto Chalermchai Kositpipat ha eretto un tempio tutto in bianco, a significare la purezza del Buddha. Si tratta di uno dei più bei templi nel Nord della Thailandia ed è diventato un punto di riferimento nel Paese, che attrae un numero sempre maggiore di visitatori. Proprio in fronte a questo edificio dalle forme sognanti ne sorge uno, leggermente più piccolo, ma di uguale fascino. Una colata d'oro e di decorazioni dal valore inestimabile. Quello che però stupisce di più è che questo palazzo è nato per contenere le toilette pubbliche del monumento. Divise per sessi, come si può intuire dalle illustrazioni sulle due colonne laterali. E il colore dorato non è di certo utilizzato in senso positivo: rappresenta i beni terreni, contrapposti alla purezza del bianco del tempio. Matteo Zampollo

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Installation

L'opera Lilicoptère di Joana Vasconcelos esposta a Versailles

Opulenza d'artista Pimp my art. Opere seduttive e sbrilluccicanti, create per un botta e risposta con lo spazio che le ospita. Questa volta, una tempesta riottosa di colori fa rotta su Manchester, ma subito dopo avere punteggiato di rosa flamingo il castello di Versailles. L'artista portoghese Joana Vasconcelos crea sculture XXL site-specific (celebre la sua sposa, The bride, portata alla Biennale di Venezia nel 2005: un lampadario chandelier di cinque metri assemblato con 25 mila tamponi Ob, ndr). L'arte della Vasconcelos unisce pubblico e privato, cintazionismi popular, industriali e artigianali all'espressione delle distinzioni di classe, le discriminazioni dello status femminile e la ricerca dell'identità nazionale. La mostra Time machine, in scena alla Manchester art gallery fino a giugno, racconta l'Abc della portoghese, tra un resumé della serie Valkyries portata in mostra a Versailles con una mastodontica scultura tentacolare, allora dorata in sinergia con gli spazi Luigi XVI. Ma che ora viene rinominata per l'occasione Britannia, per un patchwork di tessuto,

che intreccia knitting e crochet a seta, velluti, cristalli e perline in una parodia della tradizione sartoriale inglese. Così come i Crochet paintings sono stati prodotti in risposta alle opere pre-raffaelite della galleria, un esempio lampante è il serpente all'incinetto che campeggia di fianco al quadro La tentazione di Eva. In un dialogo tra heritage e una sorta di photo-bombing artistico. Lo stesso era accaduto al Château de Versailles nel 2012, per le opere prodotte in collaborazione con la Fundação Ricardo do Espírito Santo Silva di Lisbona. Per rappresentare l'opulenza e la ricchezza della dimora di Napoleone e dei reali francesi, la Vasconcelos aveva coniato Lilicoptère, un gigantesco elicottero placcato d'oro e cristalli, come fosse stato saccheggiato a Beyoncé. Sinuoso come una figura femminile, vestito di piume di struzzo e fenicottero, rosa e incipriato, con interni di pelle fucsia e tappetini floreali. Perché il tacky è una nuova forma d'arte conclamata. Francesca Manuzzi

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Store

La facciata e l'interno della boutique di Van Cleef & Arpels di New York, realizzata dallo studio Jouin Manku

Coffret dorato

Quanto è complicato portare New York dentro un negozio? Far rivere le sue luci, il suo stile, il suo gusto; mescolare l'Art décò e i fasti del passato con eleganza? La faticosa impresa è toccata allo studio Jouin Manku, importante firma parigina dell'arredo-design. I clienti? Parigini anche loro. Ma nel ruolo di illustri emigranti in terra newyorchese. La gioielleria Van Cleef & Arpels, storica maison di place Vendôme, che dagli anni 40 è un'importante presenza anche nella Grande Mela. 744 Fifth avenue, questo l'indirizzo della storica boutique di alta gioielleria che ha riaperto i battenti soltanto lo scorso dicembre, dopo un lungo periodo di ristrutturazione. Un periodo nel quale il designer Patrick Jouin e l'architetto Sanjit Manku hanno messo mano all'estetica dello store, riscrivendo architetture, forme e dettagli. Partendo dalla facciata, che si caratterizza ora per cinque ampli pannelli in bronzo piegato, che donano luce e creano un motivo geometrico tra entrata e vetrine. Motivi geometrici e linee verticali ascendenti caratterizzano lo spazio, un piccolo coffret aureo, i cui arredi sono stati interamente realizzati su ordinazione, in armonia con l'architettura interna dello store. I materiali raffinati, come il marmo Emperador color Moka, il noce americano e l'ottone contribuiscono all'ambiente raffinato dello spazio. Anche grazie alle decorazioni sapienti, in pieno stile anni 30, ma riadattato alle esigenze di una moderna boutique di alta gioielleria. In tutti i 500 metri quadrati dell'interno, di cui oltre 300 metri quadrati dedicati alla vendita, si ha la sensazione di verticalità e di grandeur, regalata anche dal mezzanino, che taglia a metà il salone e dalla sua grande scala a chiocciola di accesso. Percorrendola, si arriva in questo ampio spazio privato, riservato alla clientela più importante, e arredato come se fosse una biblioteca storica. Al suo interno si trovano anche volumi antichi del 1939, che ripercorrono la affascinante storia della maison. Che con questo store aggiunge un nuovo, importante, capitolo. Matteo Zampollo

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MESA designed by Alfredo H채berli. Photography: Marcus Gaab



Una fenice creata da Yulia Brodskaya con la tecnica del quilling

Collectibles

Neo-origami

Nastri di carta e di raso chiamati a materializzare i sogni, recuperando l'antica tecnica del quilling. Nell'atelier russo di Yulia Brodskaya o seguendo il collettivo nipponico di Ribbonesia

Nel mondo della decorazione hi-end oggi sono i nastri a dettare legge: di seta o di carta, piegati o intrecciati, vanno a creare composizione oniriche, glamourous o minimal che abbelliscono le vetrine dei department stores e gli uffici dei grand brand del lusso. I nomi di riferimento? Yulia Brodskaya, artista russa specializzata in quilling, e Ribbonesia, microcollettivo giapponese che lavora con fettucce di raso. Il quilling è una tecnica che usa la carta come elemento-base; risale all’antico Egitto ma è stata poi sviluppata in epoca rinascimentale, quando nei monasteri russi, francesi e italiani si creavano disegni ornamentali sulle copertine di libri e oggetti sacri arrotolando su se stesse piccole strisce di carta preziosa per simulare l’effetto del ferro battuto, e incollandole su una base. Nel XVII secolo questa disciplina si è diffusa oltre i temi religiosi, rimanendo comunque un passatempo e una decorazione destinata ai ricchi perché la carta era ancora un bene pregiato. Yulia Brodskaya, 31enne moscovita laureata in comunicazione grafica, racconta di aver sempre sentito il fascino della carta: «Nel mio studio, a Londra, ogni tipo di carta trabocca dai miei cassetti. Origami, collage, intrecci hanno sempre fatto parte del mio stile; ho cominciato a usare il quilling solo cinque anni fa pianificando la copertina di un book di mie illustrazioni da mostrare a potenziali clienti: volevo qualcosa che catturasse subito l’attenzione, e così provai a scrivere il mio nome in tre dimensioni… apparentemente ha funzionato perché da allora non faccio altro!». Tra i clienti che si sono affidati alla sua florida immaginazione ci sono il New York Times, The Guardian, Bentley, Neiman Marcus, Starbucks e Godiva. Mentre Oprah Winfrey, Ferrero, il San Francisco museum of modern art ed Hermés hanno comprato dei lavori per le loro collezioni. Il segreto per un quilling di grande effetto? «Cerco di non usare molti colori scuri perché

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A destra, dall'alto, un animale creato da Ribbonesia, un ritratto studiato da Yulia Brodskaya e alcune maschere del collettivo nipponico. In basso, Yulia Brodskaya al lavoro nel suo atelier

hanno una resa minore rispetto a quelli chiari; e amo i motivi floreali e faunistici. Nei progetti più personali mi piace sperimentare nella ritrattistica di persone anziane». Dall’altra parte del globo due uomini giapponesi circondati da quattro assistenti e da: «Una famiglia allargata di fotografi, architetti, artigiani, stilisti e ingegneri» usano lo stesso tipo di fantasia e destrezza manuale per creare qualsiasi cosa: dalle installazioni che occupano decine di metri quadrati a preziose decorazioni-gioiello grandi quanto un orecchino. «Vogliamo che Ribbonesia sia conosciuto universalmente come una nuova forma di arts & crafts: non solo una guarnizione, ma un vero lavoro artistico come gli antichi origami della nostra tradizione», ha raccontato Baku Meda (39 anni), che crea queste sculture sotto la direzione di Toru Yoshikawa (49 anni). Mele, api, uccelli e figure astratte nascono apparentemente in maniera spontanea ripiegando su se stessi fruscianti nastri colorati. In realtà dal progetto iniziale al prodotto finito possono passare quattro settimane. Le richieste arrivano da Nokia, The Giza, Nylon. Anche l’alta moda sembra uno sbocco naturale per questa sorta di ricami; e Toru conferma che le grandi griffe gli hanno chiesto spesso dei lavori per le loro vetrine, ma che Ribbonesia produce ogni singolo pezzo a mano e non può fornirne grandi quantità, anche perché la filosofia che guida il collettivo è di mantenersi sempre nuovi e unici. «In ogni caso realizzare un abito di haute couture interamente con i nastri è uno dei nostri sogni», ha ammesso. Non è solo il raso la materia prima delle loro creazioni: uno dei progetti più difficili di Ribbonesia è stato costruito in metallo, su grande scala, per decorare la Harbor City di Hong Kong durante le feste di Natale. E al momento è in studio una lampada da terra in nastri di legno: «Siamo interessati a tutto e va tutto bene, basta che sia possibile farlo a strisce!». Sasha Carnevali



Art

Il tappeto magico 2.0 le grazie alle mani esperte di Ahmed. L'artista con i suoi progetti ha conquistato la nomina al terzo Jameel prize, il premio che per la prima volta coinvolge tutto il mondo, come ha spiegato Martin Roth, direttore del V&A-Victoria and Albert museum di Londra, dove i lavori dei nominati rimarranno esposti fino a fine aprile: «Siamo felici che per il primo anno siano stati nominati Arabia Saudita, Azerbaijan e India». Quindi, non è necessario dare un refresh al promt del browser internet o stropicciarsi gli occhi se la realtà è distorta: è tutto nella norma. Dal XVI secolo al 2014, l'heritage persiano approda anche a Dubai alla Cuadro gallery dove questo moderno tessitore di tappeti dell'Azerbaijan conia, oltre a superfici piane fintamente graffittate o che s'intrecciano in decori pop, una serie di stalagmiti di lana rossa e verde, come ferro fluido che si polarizza in presenza di un campo magnetico. In un'unione materica, e di grande effetto, tra passato e futuro. Francesca Manuzzi

L'installazione di Faig Ahmed al Victoria and Albert museum di Londra

Pushing the boundaries. Tradizione in pixel. Texturizzazione ristrutturata. I tipici decori che ricoprono i pavementi dei salotti di tutto il mondo, ma anche moschee e chiese, e che sono stati elemento cardine delle camere di Palazzo Grassi tappezzate da Rudolf Stingel, diventano l'opera magna di Faig Ahmed. Lo scultore-tessitore di Baku ristabilisce le regole dei tappeti azeri, tra i più ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. «Il tappeto è un'icona medio-orientale, che ha canoni ben precisi, anche visivi», ha spiegato Ahmed. «La mia arte si ripromette di trasformare questi parametri secolari in un battito di ciglia, in un momento istantaneo, intrecciato a mano con le lane originali». Dall'espressione fulminea di questo poco più che 30enne azero nasce l'idea di smembrare la tradizione dell'hand woven vecchia di secoli e riassemblarla in una nuova prospettiva. Normali tappeti Shirvan e Karabakh si trasformano grazie alla texture liquida, si dissolvono in maxi pixel e sinusoidi. Ciò che per natura artificiale nasce 2D diventa tridimensiona-

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Automotive

A destra, Job Smeets e Nynke Tynagel di Studio Job, in abiti Viktor & Rolf, con il Defender creato per Land Rover

Car(toon) massimalista Automobile. Si chiama così la macchina, anzi, il Defender, che fa la linguaccia ai suoi 65 anni appena compiuti. Studio Job e Land Rover hanno da pochi mesi ripensato il layout della jeep per eccellenza, quella che s'inerpica su qualsiasi pendio, affronta ogni tipo d'intemperia. Job Smeets e Nynke Tynagel hanno infatti coniato un gigantesco corno di rinoceronte dorato piazzato sul naso-cofano dell'auto, palloncini colorati che sostituiscono i fari, un catenone d'oro al collo del paraurti, snorkel che fa le bolle di sapone zincate, copriruota chioschetto e cerchi cake multipiano in fondant da Boss delle torte e fiammate che escono dal tubo di scappamento. Una scultura cartoon a grandezza natuale che fa diventare questo robusto veicolo ormai d'epoca, ma ancora in produzione, un 4x4 delle meraviglie. Una grande macchina richiede una grande visione e qui si parla di un concentrato di citazioni e simboli di viaggio, un'escapade da Looney Tunes travasata nella realtà di Studio job. «Progettare una macchina per

un designer è come eseguire il refurbishment di un hotel. È un goal pazzesco», ha spiegato il duo. «Non è una commissione che si riceve tutti i giorni. Il Defender è un'icona, che porta con sé una serie di emozioni, ricordi e differenti destinazioni d'uso. Da una parte, l'Africa, dove è ambulanza, taxi e macchina agricola; dall'altra è il Chelsea tractor che utilizzano le signore per bene per portar i figli al Club di hockey o per le gite nella campagna inglese. È il furgone dei pompieri e un pluripremiato al rally di Dakar». Ma per questa nuova versione le ruote sono da kart, per rimpiazzare l'idea di massimo comfort e status che questa auto si è conquistata negli anni. L'idea? Prendere in giro un'icona e trasformarla in una: «Papamobile da capo africano, personalizzata in maniera bizzarra». Che per assemblarla hanno impiegato tutte le loro doti di progettisti materici, ricorrendo a bronzo, legno, cristallo, tessuti, ceramica e vetro temperato. E chi più ne ha più ne metta. Francesca Manuzzi

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People

L'architetto del jet-set Non solo gli armadi, ma anche le case fanno il cambio di stagione. Con l’arrivo della primavera gli arredi sentono il bisogno di tessuti dalle trame più rade: proprio come gli abiti che si indossano sotto il sole. «È il momento di alleggerire, di usare cuscini di lino e, perché no, togliere del tutto le tende dalle finestre»: questo il consiglio du jour della interior designer Kelly Hoppen. «Guardo sempre alle cose di casa come se fossero vestiti: una sola parete tinta con una pittura materica o rivestita con una carta da parati speciale rende unica una stanza, così come un paio di scarpe dà un nuovo senso a un outfit», ha raccontato la 54enne di origini sudafricane ma londinese di adozione. «L’arredamento e la moda si influenzano a vicenda». Con la sua cascata di riccioli biondi, un MBE meritato per i servizi resi alla gloria della corona e dell’interior design, nel Regno Unito è una figura televisiva molto conosciuta grazie ai programmi Superior interiors e Dragon’s Den, dove elargisce democraticamente gli stessi suggerimenti applicati alle residenze dei Beckham, di Gwyneth Paltrow, di Anthony Hopkins e alle figliastre Sienna e Savannah Miller. Colori neutri, giochi di texture, ombre e luci, atmosfere east-meets-west e uno spiccato gusto per la simmetria contraddistinguono il suo stile nato negli anni 90 e imitato in ogni angolo del globo in case private, hotel, spa, yacht e aerei. Per ottenerlo non è più necessario ingaggiarla direttamente perché tra lo shop online appena nato e i nove libri che ha scritto (l’ultimo, Design masterclass, è un vero manuale con tanto di schede professionali ma si sfoglia come un catalogo d’arte), si fa presto a ottenere il Kelly Hoppen look. «Sono lusingata che il mio stile sia diventato così riconosciuto e usato dalla gente quando progetta la propria casa», ha poi aggiunto. «Ho sempre voluto che le persone sentissero il calore e il conforto del mio design, circondate dagli elementi che ho scovato proprio per aumentare il loro benessere. Descriverei il mio stile come un'eleganza senza tempo, perché non diventerà mai obsoleto e sarà sempre chic». Il lusso infatti: «Non è più, come si pensava una volta, qualcosa di costoso; è inserire un elemento che comunica una sensazione». La sfida più grande, il progetto da sogno della interior designer del jet-set potrà sorprendere ma è perfettamente coerente con il suo ethos: «Amerei progettare la casa del Dalai Lama. Quello che immagino per lui è uno spazio dove vivere nel momento, una competenza che ho perfezionato per i miei clienti. Non si tratta del look, ma dell’atmosfera che crei». Sasha Carnevali Nelle immagini, dall'alto, un ritratto di Kelly Hoppen nel suo studio a Londra e alcuni interni dal libro Design masterclass

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Book

In basso, le quattro cover della Collector's edition del Sumo sized book di Annie Leibovitz, edito da Taschen

Madame Leibovitz XXL «Mentre pensavo a quello che Benedikt Taschen mi aveva proposto, ho realizzato che non solo non sarebbe stato come nessun altro mio libro ma... non sarebbe stato nemmeno un libro. Era un'installazione. Un'opera scultorea». E per crearla, l'autrice ha dovuto sfogliare il suo lavoro di oltre 40 anni. Perché la protagonista del nuovo Sumo, il formato gigante di Taschen, è una delle fotografe più importanti al mondo. Annie Leibovitz ha percorso dagli anni Settanta a oggi la storia del mondo, fotografando i personaggi chiave in tutti i campi. Si parte dai primi reportage realizzati per la rivista Rolling Stones fino ad arrivare alle foto di moda create per i più importanti magazine del settore. Oltre 250 fotografie, alcune mai viste, altre entrate nella storia: come il ritratto di John Lennon e Yoko Ono abbracciati o quello della regina Elisabetta II, scattato a Buckingham palace. E poi attori di Hollywood, star della musica, politici in momenti importanti, performer, scrittori, giornalisti. Con uno stile unico, che fonde intimità e iconi-

cità. E che è immediatamente riconoscibile. Uno standard qualitativamente altissimo che madame Leibovitz ha saputo portare avanti in ogni campo che ha operato. E che è riassunto in questa opera scultorea, come la definisce lei stessa. Che lo è davvero, perché venduta in abbinamento al piedistallo a tre piedi, creato ad hoc da Marc Newson. A quattro zeri le copie create, 10 mila in totale. A tre zeri, invece, il prezzo, fissato a 2 mila e 4 mila euro. Tutti i volumi creati sono numerati e firmati dall'autrice, in due differenti versioni. Quattro diverse copertine (con soggetti come Whoopi Goldberg, Keith Haring, David Byrne e Patti Smith) per la Collector's edition, disponibile in 9 mila copie. E poi un'Art edition, con tutte e quattro le cover, oltre a una stampa firmata degli scatti della Leibovitz che ritraggono Keith Haring al lavoro a New York City. Un manuale dall'immenso valore artistico. Da lasciare aperto, sfogliandolo ogni giorno, vivendo una favola differente. Matteo Zampollo

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Music

Nella foto sotto, il cofanetto creato dall'artista Yahya per l'album The Wu-Once upon a time in Shaolin

Exclusive hip-hop art Se si era alla ricerca dell'improbabile anello di congiunzione tra la filosofia di Walter Benjamin e l'hardcore rap, ecco, l'avete trovato. Che il Wu-Tang clan fosse una mosca bianca nel mondo dell'hip-hop era chiaro da subito: a dimostrarlo una carriera infinita, che parte dal 1991 e non ha intenzione di concludersi, affermando la band come uno dei collettivi più sfuggenti e sperimentali mai visti dietro a dei microfoni. Ma arrivare a scomodare la questione della riproducibilità artistica e del valore delle opere d'arte è stato un colpo inatteso. «La storia dimostra che i grandi musicisti come Beethoven, Mozart e Bach godono della stessa alta stima di Picasso, Michelangelo e Van Gogh. Nonostante questo, gli output creativi degli artisti di oggi, come The Rza, Kanye West o Dr. Dre, non valgono come quelli di altri artisti, come Andy Warhol, Damien Hirst o Jean-Michel Basquiat», hanno spiegato Cilvaringz e The Rza, membri del clan. E per dimostrarlo ecco pronto un colpo a sorpresa. The Wu - Once upon a time in Shaolin

è un disco unico. Unico nel senso letterale del termine. Una sola copia stampata, preziosissima, a disposizione di un solo (ricchissimo) futuro proprietario, dopo che l'opera avrà fatto un tour per musei ed esposizioni in giro per il mondo. 31 brani in tutto, in puro stile Wu-Tang, un doppio album contenuto in un cofanetto realizzato a mano dall'artista Yahya, in nickel e argento. Una vera opera d'arte che avrà una vendita privata, la prima di una piattaforma fondata appositamente con questo scopo, denominata Ezclziv. Il valore? Nessun dubbio, svariati milioni di dollari. Nel manifesto di questa nuova iniziativa si legge quello che potrebbe essere l'inizio di un nuovo business, o meglio, di un business esistente portato alla sua massimizzazione. Scordatevi le edizioni limitate, i cofanetti deluxe e tutto quello che la musica finora ha messo a disposizione di «speciale». Il lusso finale è l'esclusività assoluta. E suona così strano farselo ricordare da un produttore hip-hop. Matteo Zampollo

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Fashion

Nell'atelier di Tsinghua

Nei laboratori segreti dell'universitĂ piĂš creativa di Pechino, dove nasce l'arte cinese del futuro. Complice l'haute couture di Giambattista Valli


In questa pagina, un abito couture di Giambattista Valli dalla collezione spring-summer 2012 ritratto nel laboratorio di scultura. In apertura, un abito couture di Giambattista Valli dalla collezione autunno-inverno 2013/14 ritratto nell'atelier di pittura Photo, Yang Di. Photo assistant, Yue Xin Model, Chen Xiying @ StageOne

Un viaggio nei segreti della Tsinghua university, in quella che è considerata la fucina della creatività cinese post moderna. Un viaggio nell'ateneo che sta scrivendo i codici della nuova arte dell'Ex Celeste impero, figlia di una storia importante e proiettata verso un futuro di modernità estrema. La causa scatenante è stata la mostra «Discovering Italian fashion. Made in Roma» che ha animato gli spazi dell'università portando in scena il meglio dell'alta moda, in un percorso immaginifico tra passato e presente. Voluta da MF Fashion e Class editori, con il supporto di AltaRoma, l'exhibition ha portato sotto i riflettori la storia della couture italiana, partendo dai nomi cult della Dolce Vita come le Sorelle Fontana o Galitzine, passando per le sculture di Roberto Capucci, il rosso Valentino e le creazioni sognati di Sarli, Gattinoni, Renato Balestra o Raffaella Curiel. Senza dimenticare il paladino dell'alta moda italiana proiettata nel mondo: Giambattista Valli. Romano di nascita ma parigino d'adozione, con un passato proprio nell'atelier di Capucci, ha distillato la sua eleganza fiabesca, e decisamente cool, in sei collezioni magistrali. E proprio due delle sue creazioni sono entrate negli atelier segreti dell'università pechinese, una piccola città da 30 mila studenti, considerata uno dei più prestigiosi atenei cinesi (è stata fondata nel 1911 come scuola preparatoria per chi voleva proseguire gli studi nelle università americane, ndr). Con una vocazione spiccata per le arti, alla Tsinghua university vengono messe le basi per scrivere la creatività che animerà la Cina di domani, tra moda, pittura, scultura e ingegneria creativa. In un recupero delle discipline tradizionali, dalla ceramica alla scrittura, proiettate in un domani popolato di surrealismo. Rispecchiando quello che è il paradosso della Cina contemporanea: legata a doppio filo a un passato ancora troppo vicino per essere dimenticato e proiettata in un futuro da scrivere nella sua interezza. Michele Bagi

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neo

Testo Matteo Zampollo - Foto Daniel Nicolas

Una dimora del ’600 eretta su uno dei canali fluviali più vita dallo Studio Ruim. Che l’ha trasformata senza intaccare

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romantic in Amsterdam importanti della città olandese, l’Herengracht. Riportata a nuova tutti gli affascinanti dettagli di una fascinosa storia secolare


Sopra, il lungo tavolo della cucina, illuminato da maxi lampade industriali disegnate dallo studio Ruim. Nelle immagini a destra, dall’alto: una scala dell’abitazione e una veduta d’insieme del salotto principale. In apertura di servizio, il grande salone con divano in pelle e volute romantiche di ferro

Bisogna agire con mano fermissima e sicura quando si ha a che fare con una casa del ’600. Il peso dei secoli, dell’eredità del tempo si sente tutto e le atmosfere sono dense di ricordi e di dettagli delicatissimi. Mettere mano a qualcosa del genere è un lavoro straordinario. Un lavoro che Sigrid van Kleef e René van der Leest, le due anime dello Studio Ruim, hanno dimostrato di saper fare con grande maestria e abilità. Soprattutto perché lo studio è stato chiamato non a un semplice restauro, ma a un rinnovamento totale. A trasformare una semplice casa costruita su un canale di Amsterdam in un’abitazione attuale per una famiglia numerosa. Innovazione, ma con rispetto totale del

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passato. Il lavoro del duo non è stato facile: la priorità è stata dall’inizio quella di conservare l’atmosfera che questa dimora, costruita nel 1666, era capace di emanare. Di proprietà di un ricco mercante dell’epoca, Abraham Muyssart, non a caso è stata costruita sull’Herengracht, uno dei più importanti canali della città olandese, considerando il ruolo centrale che i corsi d’acqua avevano all’epoca nel commercio cittadino. Ma il rischio per lo studio era alto: finire in una delle più classiche celebrazioni del tempo che fu, trasformando la casa in una sorta di museo storico, senza incontrare le richieste, precise, dei nuovi proprietari: una famiglia di quattro persone, amante dell’arte e


della fotografia, che, invece, ha trovato nella dimora sul canale il suo spazio naturale. Così tutto è stato studiato nei dettagli, 400 metri quadrati rivisti e ridisegnati, assieme a 200 metri quadrati di giardino esterno. Seguendo la pianta originale della casa, sono stati creati tre soggiorni, due cucine, cinque camere da letto e un bagno: tutti caratterizzati dall’uso intensivo del legno, vero elemento principe della casa, che regala allo stesso tempo un sapore moderno ma rispettoso dell’heritage dell’abitazione. Impressionante il lavoro handmade realizzato dallo Studio Ruim, impegnatosi anche nella realizzazione del mobilio e degli elementi decorativi più importanti. Vero hi-light della


In questa pagina, alcuni scorci della casa, caratterizzata dall’uso continuo del legno. A decorare le pareti, le fotografie artistiche scelte dai nuovi proprietari, grandi collezionisti, illuminate naturalmente delle ampie vetrate

casa è una piattaforma sopraelevata, fatta di ferro battuto, ed eretta al centro della living room principale. Un décor del tutto originale che si ispira ai soffitti decorati delle case del millenio scorso e che svela il background del duo di architetti, che vanta esperienza nella scenografia teatrale. «Le nostre creazioni hanno sempre qualcosa di inaspettato, un twist innovativo», ha spiegato Sigrid van Kleef. E il passato nel teatro è evidente anche nel design della cucina. Qui i dipinti a muro tradizionali, che riprendono angoli del fiume Vecht e fanno parte dell’arredo originale della casa, sono stati restaurati con cura e incorniciati, occupando gran parte delle mura della stanza. E il contorno dal sapore antico lascia spazio a una cucina dal gusto moderno, decorata da maxi lampade di stampo industriale, anche queste disegnate dallo studio, che illuminano il lungo tavolo in legno. «Abbiamo voluto dare ampio spazio a queste grandi lampade», ha aggiunto René van der Leest. «Dovevamo fare una scelta importante, forte, per contrastare con lo spazio circostante, senza far entrare in competizione i diversi stili». Un contrasto continuo tra moderno e antico, unico modo di far convivere in pace epoche così lontane. Creando un’atmosfera drammatica ma senza appesantirla inutilmente. Disegnando una casa da vivere appieno, senza pensare di trovarsi all’interno di uno spazio storico dal valore praticamente inestimabile.

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Factory

it-girls Il lusso cool di Louis Vuitton e l’atelier artigiano di Cassina insieme nel nome di Charlotte Perriand, provocatoria designer francese d’inizio 900, celebrata dalle due maison nel 110° anniversario della sua nascita. Con una chaise-longue evocativa e un progetto autentico di design globale. Una liaison raccontata da quattro moderne fashion muse amate dal web, chiamate a interpretare una storia in bilico tra passato e presente

Servizio Stefano Roncato Foto Alan Gelati



Candela Novembre e sullo sfondo le sedie Hill House 1 di Charles Rennie Mackintosh, Collezione Cassina I Maestri. Candela Novembre. Milanese d’adozione, ma con sangue argentino. Dopo anni di viaggi per il mondo come modella decide di dedicarsi alla famiglia come moglie (dell’architetto e designer Fabio Novembre) e mamma (di Celeste e Verde) e di stabilirisi a Milano. Senza mai mettere freno alla sua passione per la moda e il vintage: da ogni luogo che visita, cerca sempre di portare a casa un souvenir dai mercatini o dai thrift shop che incontra. È stata una delle It girls di Grazia.it e attualmente collabora con Redmilk magazine. In apertura di servizio, la LC4 CP di Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, un omaggio di Cassina a Charlotte Perriand in occasione della Collezione Icônes 2014 di Louis Vuitton

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Ilaria Norsa di fronte alle basi del tavolo La Rotonda di Mario Bellini, Collezione Cassina I Contemporanei. Ilaria Norsa. Inizia la sua carriera a Pig magazine nel 2006, rivista indipendente nata e cresciuta a Milano, proprio come lei, dove ricopre il ruolo di senior fashion editor e si occupa di tutto ciò che ha a che fare con la moda. Entra tra le fila di Rodeo, dove incontra Marcelo Burlon, con cui inizia una lunga collaborazione. Si afferma come stylist in diversi campi e incomincia a collaborare con testate italiane e internazionali. Da Tar a i-D, passando per Hunter, Stern, Intersection e Gioia. Ăˆ una delle It girls di Grazia.it

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Micol Sabbadini e la sedia Barrel di Frank Lloyd Wright, Collezione Cassina I Maestri. Micol Sabbadini. Fotografa a tempo pieno. Passione iniziata da giovanissima, complice il corso estivo alla Philips academy di Boston a 16 anni, seguito dalla laurea in Arti visive a Philadelphia. La sua prima personale nel 2007, alla Montecarlo art gallery di Milano. Da allora, i suoi lavori sono andati in scena da Sankt Moritz a Venezia, fino all’approdo da Christie’s a New York. Attualmente sta lavorando su una nuova personale a Milano, prevista per maggio, presso la galleria Glauco Cavaciuti. Ma il mondo della moda l’ha sempre attratta. Accanto alla ricerca stilistica collabora con testate fashion e maison del calibro di Roger Vivier, Louis Vuitton e Giorgio Armani

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Tamu McPherson con la sedia Barrel di Frank Lloyd Wright, Collezione Cassina I Maestri. Tamu McPherson. Nasce in Giamaica e si sposta a New York giovanissima, dove studia con l’intento di intraprendere una carriera in campo «law and business». Mentre studia capisce che il suo mondo è quello della moda. Si trasferisce con il marito a Milano e inizia a lavorare come fotografa di street style nel 2006 per Glamour.it. Poi arriva la parte di scrittura che la porta a essere contributor per diverse testate e ad aprire il suo blog All the pretty birds nel 2008. Da febbraio 2011 fino a settembre 2013, è stata editor in chief di Grazia.it. Ha collaborato con magazine e siti web in tutto il mondo. Oggi è style director di Out there, agenzia creativa internazionale

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Dal fondo del nastro trasportatore bianco, in senso antiorario: tavolino Cicognino di Franco Albini, Collezione Cassina I Maestri; sedia Zig zag di Gerrit T. Rietveld, Collezione Cassina I Maestri; sedia 699 Superleggera di Gio Ponti, Collezione Cassina I Contemporanei; tavolo Note di Piero Lissoni, Collezione Cassina I Contemporanei; sedia Ombra Tokyo di Charlotte Perriand, Collezione Cassina I Maestri e LC4 CP di Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, un omaggio di Cassina a Charlotte Perriand in occasione della Collezione Ic么nes 2014 di Louis Vuitton.

In tutto il servizio, abiti, accessori, borse, occhiali da sole, scarpe e valigie Louis Vuitton Make up: Letizia Carnevale @ Greenappleitalia.com e Laura Rinaldi @ HM Battaglia using Laura Geller beauty Hair: Cristina Crosara e Luce Tasca @ Greenappleitalia.com Hanno collaborato: Francesca Manuzzi, Matteo Zampollo, Simonetta De Pasca e Alice Merli (moda), Chiara Giannoni (digital assistant), Mirco Cheli e Karim Abou Eh Dahab (light assistant) Thanks to Cassina

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Una veduta della casa progettata dallo studio Dualchas nell’isola di Skye, in Scozia, in un gioco che mixa la tradizione agricola dell’isola e una visione minimalista dell’abitare contemporaneo


MINIMAL scozzese Un avamposto design nelle Ebridi, progettato dallo studio Dualchas, in bilico tra la tradizione agricola dell’isola di Skye e un certo modernismo purista. Con un tocco di made in Italy, grazie alle Ceramiche Keope scelte dall’architetto Mary Arnold-Forster per vestire gli ambienti della casa

Testo Milena Bello - Foto Andrew Lee



A lato, una veduta della casa nell’isola di Skye, immersa nella brughiera rigogliosa. Nelle immagini in basso, tre ambienti dell’abitazione, vestiti con ceramiche rigorosamente italiane

P

aesaggi selvaggi e distese di brughiere fanno della Scozia l’angolo incontaminato dove ancora riecheggia lo spirito romantico di fusione tra uomo e natura. L’isola di Skye è la maggiore dell’arcipelago delle Ebridi, luogo di suggestione e fucina creativa dello studio scozzese Dualchas, uno dei nomi più gettonati della nuova scena architettonica del Paese. Ed è proporio a Skye che ha trovato casa un inedito trait d’union, un matrimonio sui generis tra la tradizionale cultura agricola del luogo e i nuovi codici dell’architettura moderna. Il tutto in un paesaggio onirico, sauvage. Costellato di piccole macchie nere che altro non sono se non le tradizionali casette contraddistinte dal colore della pece, che spuntano lungo le tortuose strade dell’isola. La storia unita al nuovo ha fatto il resto. Grazie all’intervento hi-tech, e made in Italy, di Ceramiche Keope, licenziataria del marchio Ceramics of Italy, brand collettivo dell’eccellenza dell’industria ceramica tricolore. Dietro al progetto c’è l’architetto Mary Arnold-Forster, una vita a Londra prima di decidere di traslocare armi e bagagli per unirsi ai fratelli Neil e Alasdair Stephen e immergersi negli stimoli creativi dei paesaggi ancora vergini delle Ebridi. A Colbost, sull’isola di Skye, l’architetto ha firmato un’abitazione residenziale: uno spazio di 250 metri

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Sopra, la grande zona living, illuminata dalle grandi vetrate a 360 gradi sulle coste dell’isola di Skye. A destra, uno scorcio della zona pranzo

quadrati davanti alla scogliera con vista panoramica sulla baia di Dunvegan. Il continuo dialogo tra interno ed esterno è la base su cui ha lavorato Arnold-Forster. Perfettamente integrata nell’ambiente e nascosta dalla collina alle sue spalle, il building si ispira nella struttura ai classici edifici agricoli della zona con un rivestimento esterno totalmente in legno mentre accanto allo spazio abitativo principale, composto da due strutture adiacenti e separate da uno stretto corridoio, sorge un capannone separato, con locale caldaia e uno spazio per lo stoccaggio della legna. I volumi sono quanto di più puro ed essenziale si possa immaginare. Minimalista anche nel colore, con un esterno come da consuetudine rigorosamente total black, la casa trova però il suo contraltare all’interno dove la luce inonda le stanze attraverso le ampie vetrate e i lucernari che si aprono lungo tutte le pareti. Lo spazio interno della casa è stato pianificato come un open space con living, sala da pranzo e quattro camere da letto separate. Calda e accogliente la pavimentazione in ceramica, armonizzata nei volumi puri ed essenziali dell’edificio, per la quale è stata scelta la variante Lava della collezione

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Life di Ceramiche Keope nella finitura 60x60 centimetri che percorre tutto lo spazio dell’abitazione e si contraddistingue per una elevata resistenza all’urto, all’abrasione, agli agenti chimici, alle macchie e alla flessione. E assicura una semplice posa e una facile manutenzione, grazie al fatto di essere inassorbente e ingeliva. Due le diverse finiture della collezione Life: in primis naturale dall’effetto opaco e poi strutturata, per esterni e rivestimenti unici, a partire dalle tonalità calde e naturali (sugar e caramel), fino a quelle più fredde (lava, arky e hydra) in otto differenti formati disponibili. I colori molto luminosi, mixati a particelle riflettenti, conferiscono un effetto di tridimensionalità alla ceramica e, nell’abitazione di Colbost, creano continuità con il terrazzo esterno. In particolare il colore Lava rispetto ad altri prodotti Keope ma anche ad altri colori della gamma Life rispecchia maggiormente i canoni della certificazione Leed grazie a una maggior percentuale di parte riciclata. In un gioco di attenzione all’ambiente e fascino informale, che si sposano con il sapore agreste della casa. Per un avamposto modernista eretto di fronte al panorama placido della baia scozzese.




Wunderkammer Eccessi ed estremismi. Fascino barocco, al confine con il kitsch. Il nuovo design si incammina verso i suoi estremi, per poter vestire una lussuosa stanza delle meraviglie a cura di Cristina Morozzi artwork Giorgio Tentolini


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Baxter

Chassis, poltrona in ferro e cuscino in mongolia. Design, Paola Navone


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Boca do Lobo

Fairytale, mobile bar con struttura in ottone e rivestimento in piastrelle dal caratteristico disegno portoghese bianco e blu


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De Castelli

Oxymore, libreria in alluminio rivettata. Design, Xavier Lust


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Armani/Casa

Hyades, lampada con base e paralume in vetro di Murano grigio con sfumature azzurro polvere


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Arper

Ursula, collezione di poltrone dalle forme fluide e accoglienti. Design, Lievore Altherr Molina


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Galerie Kreo

Poltrona in vetro, in edizione limitata, della serie Man machine. Design, Konstantin Grcic


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Fendi casa

New York, mobile geometrico in legno, con preziose finiture in ottone lucido


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Luce immacolata, detagli lussuosamente made in Italy e rispetto per la tradizione estetica dell’Oriente. Visionnaire progetta tre giganti spazi abitativi a Ho Chi Min, nella torre Times square. Tra scalinate auree di design e rilettura dei classici pezzi dell’arredamento

EastErn luxury Testo Milena Bello

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Incastonato come un gioiello nel moderno grattacielo Times square nella via più prestigiosa di Ho Chi Minh, l’ex Saigon, c’è The Reverie saigon. Oriente e Occidente si fondono negli interni di questa perla del Vietnam. Partendo dagli intrecci tra le due culture, Visionnaire ha immaginato un arredamento di grande impatto scenico per tre ambienti, la Vip suite, la Suite I e la Sky Suite, il cui design d’interni è stato affidato tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 all’azienda bolognese. Un palcoscenico dove è andata in scena l’esclusività del design made in Italy sotto la regia di Eleonore Cavalli, art director di Visionnaire. «Nei tre ambienti abbiamo cercato di raccontare stili differenti. La Vip Suite, che si sviluppa su una superficie di circa 350 metri quadrati disposti su due piani, gioca tra tradizione e classicità, con la chaise-longue Avalon dal piedino gotico in metallo taglio laser, lo stesso che ritroviamo nel tavolo Camelot dell’area dining. Le pareti sono impreziosite da boiserie neoclassiche laccate. Ma è la scala elicoidale in metallo lucido il grande protagonista di questo progetto»,


Sopra, uno spazio living. A sinistra, alcune vedute delle suite progettate da Visionnaire. In apertura di servizio, la grande scalinata che domina l’ingresso

ha spiegato la designer. «La Suite I è leggermente più piccola, 120 metri quadrati. Per l’ambiente living-dining abbiamo scelto due lampadari Esmeralda, oggetti scintillanti in cui la seta nera opaca del paralume dialoga con la lucentezza dell’oro. Nella camera da letto la grande alcova Artù ridefinisce gli spazi come una quinta scenica. La Sky Lounge, infine, è un grande spazio di circa 340 metri quadrati su due livelli, l’uno affacciato sull’altro», ha continuato Eleonore Cavalli. «Il piano inferiore è arredato con tavoli in acciaio inox lucidato contornati dalle sedie Zelda dal retro preziosamente lavorato a Capitonnè. Al piano sovrastante si trova l’area riservata con una lunga fila di poltrone Evelake. Tutt’attorno, salottini privati e il grande tavolo Scarlet, impreziosito nella gamba tornita e laccata raffigurante lo stemma Visionnaire». In realtà, nonostante la differenza dei tre spazi, un fil rouge comune annoda gli ambienti. «La grande scala centrale dorata che caratterizza tutto lo spazio. Abbiamo scelto questo elemento come sigillo creativo», ha aggiunto l’art director, «senza dimenticare le colonne che danno

un senso di tradizione nella contemporaneità degli arredi». A fare da sottofondo, un forte rispetto per la tradizione orientale. «La percezione degli spazi, attraverso l’utilizzo dei colori puri e le grandi altezze, è molto vicina alla tradizione visiva tipicamente asiatica, ma abbiamo voluto integrare questa dimensione ridisegnando il tutto attraverso gli arredi di lusso. Uno su tutti è la seduta Oberon disegnata da Roberto Lazzeroni, una reinterpretazione di un grande classico made in italy, il chesterfield». Con progetti in Francia, Russia, India, Australia, Marocco, Ungheria, Cina, Qatar, avete ancora un sogno nel cassetto? «Non ci sono limiti nel pensiero progettuale e negli spazi da progettare. Senz’altro una bella sfida potrebbe essere un hotel firmato dalla A alla Z da Visionnaire in varie parti del mondo. Ma, certo, anche il contributo che possiamo dare agli architetti nel realizzare un semplice loft o appartamento a Milano», ha concluso, «rappresenta un progetto che seguiamo sempre con entusiasmo per creare una proposta unica, completamente customizzata e di grande emozione».

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boca do lobo Sole, applique in ottone

horm

Numero 3, lampada da terra in legno, base d’acciaio e paralume vintage. Design, Patrizia Bertolini

fendi casa

nilufar

Cocoon, poltrona dall’alto schienale con rivestimento in velluto

Ringo, credenza in legno, rivestita in cristallo con anelli in cristallo ottico. Design, Roberto Giulio Rida

ÜberLuxury

Nonostante i timori della vigilia, la settimana milanese del design si conferma una rassegna pirotecnica di novità e di eventi. Il Salone del Mobile 2014 in Fiera fa il tutto esaurito e numerosi sono gli eventi in città. Alle classiche zone del Fuori

Salone, ovvero Tortona, Brera e Ventura Lambrate, si aggiungono due nuove aree come Le 5 Vie e il Navigli design district, il quartiere più antico e ricco di storia di Milano tra le fermate metropolitane di Sant’Ambrogio e Cordusio.


slamp

Etoile, lampada in Lentiflex. Design, Adriano Rachele

poltrona frau

Gran Torino, divano con schienali e braccioli in cuoio e seduta imbottita. Design, Jean Marie Massaud

fiam

Butterfly, tavolino basso in vetro, cemento e acciaio spazzolato. Design, Nicola De Ponti

Ospiterà ben 35 eventi in gallerie d’arte, showroom, negozi e botteghe artigiane. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Cologni Mestieri d’arte, durante la settimana del Salone del Mobile, nella zona 5 Vie, un itinerario dedicato al saper fare

minotti

Andersen, dormeuse con seduta e cuscini imbottiti, rivestimento in velluto. Design, Rodolfo Dordoni

purho

Kastele, centrotavola in vetro soffiato. Design, Karim Rashid

meneghino d’eccellenza guiderà i visitatori alla scoperta di circa 80 atelier artigiani della zona. Navigli design district, patrocinato dall’Expo, debutterà nelle giornate del Salone 2014 con allestimenti sulle chiatte galleggianti che propongo-

Popit, pouf rivestito in pelliccia sintetica e cintura borchiata. Design, Analogia project

no «Prestige&Nature», un’ambientazione sul tema della convivialità e del cibo, realizzata dallo studio VG Crea, che vede tra i protagonisti il visionario designer inglese Ross Lovegrove con l’opera Mumm Sabree. E poi «Design for the future»,

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frag

una rassegna di prodotti innovativi, a cura dell’architetto Massimo Malacrida. In sintesi, una settimana nutrita di eventi attorno all’abitare e al vivere la città e un’occasione speciale per scoprire bellezze nascoste e antichi saperi metropolitani.


bitossi ceramiche

Candelieri in ceramica. Design, Cedric Ragot

lolli e memoli

Viet, lampada a sospensione in cristallo colorato

de la espada

Trunk, buffet in legno e metallo. Design, Neri and Hu

heritage

calligaris

Lampada da tavolo in legno e diffusore in pergamena

Web, sedia in metallo e rete. Design, Pocci e Donodoli

fratelli boffi

Four Thetrarchs, tavolo in legno, con gambe a colonna. Design, Archer Humphryes

gallotti&radice

Fifites, tavolini in rovere e piano in cristallo. Design, Studio G&R

cappellini

seletti

Pipe, carrello in acciaio. Design, Shiro Kuramata

La kermesse milanese del design, che si conferma la più variopinta a livello internazionale, suggerisce le nuove tendenze dell’abitare che, come accade già da qualche anno, sono varie e contraddittorie. C’è chi la casa del futuro la immagina mo-

Hybrid, servizio di porcellana da tavola, con patchwork di decori. Design, Ctrlzak

nastica, come Konstantin Grcic che, nella sua personale «Panorama» al Vitra design museum di Weil am Rhein, ha allestito, con alcuni dei suoi pezzi emblematici, uno spazio d’abitazione e di lavoro di estrema essenzialità, con affaccio sugli han-

gar di un aeroporto, quasi a indicare che l’abitare oggi non è altro che una sosta nel continuo nostro viaggiare. E, all’opposto, c’è chi la pensa decorata, come Bisazza, che per i suoi nuovi mosaici si è ispirata alle stampe d’archivio della storica

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maison Emilio Pucci. La vera regola appare l’assenza delle regole. Nuovi materiali e progressi tecnologici, come le stampanti 3D che consentono di materializzare i propri disegni, offrono ai designer la possibilità di dare libero corso alla fantasia. Dif-


HOME COLLECTION www.oasisgroup.it

MUSA sedia / chair, MURAT tavolo / table, REGENT paravento / folder screen, MORITZ madia / cabinet


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Multilamp, lampada a sospensione

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Vertigo, cantina refrigerante dotata del comparto Preserve & age red wine

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Cloe, cucina componibile

kartell

Sparkle, sgabello effetto plissé. Design, Tokujin Yoshioka

casamania

Compass, scala in legno. Design, Gam Fratesi

casamania

Chariot, carrello con maxi ruote. Design, Gam Fratesi

ficile stabilire precisi canoni estetici; arduo stilare classifiche. In un panorama dalle mille sfaccettature, bello e brutto, affascinante e orrido non sono più categorie contrapposte, ma complementari. La prudenza, consigliata dal periodo economicamente

instabile, suggerisce di volgere lo sguardo al passato per rivisitare modelli e tipologie trascurate. Ricompaiono i mobili dimenticati, come gli scrittoi, le toilette e i vis à vis. O i rivestimenti ricchi, come il velluto e la pelliccia di mongolia. Cresce

il numero delle aziende che inseriscono nel proprio catalogo riedizioni di pezzi storici. Tra queste merita di essere citata la consolle/pecorella XAI di Salvator Dali, rieditata da BD Barcelona design. Fa da contrappunto alla tendenza ascetica, che

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sceglie la rarefazione e l’essenzialità, il ritorno delle finiture preziose. L’oro è protagonista, non solo nei prodotti di reminiscenza classica, ma anche in pezzi di decisa modernità, come Myto, una sedia industriale in BASF Ultradur® high speed, creata da



porro

Loop, specchio ovale. Design, Front

boca do lobo

Lampada a sospensione in ottone con effetto canneto

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Cassettone in legno con profili dei cassetti in ottone

valsecchi

Fairy tales, tavolini in legno. Design, Laudani e Romanelli

lema

poliform

Orfeo, letto con struttura in metallo. Design, Ferruccio Laviani

Konstatin Grcic nel 2008 per Plank e riproposta in oro nel 2014. Kartell rinnova con una luccicante finitura dorata gli storici contenitori componibili e la sedia best seller Masters di Philippe Starck e inaugura il tema Precious Kartell, arricchendo il pro-

Mad, poltrona imbottita rivestita in velluto e gambe in legno. Design, Marcel Wanders

prio catalogo di finiture metalliche tra oro, argento e bronzo. Hanno finitura dorata anche i sostegni, simili a pietre acuminate, del tavolino basso Sereno di Fredrikson Stallard, presentato da Driade. Come nella moda, ritornano le fantasie, nei

tessuti da rivestimento e persino nei sanitari. Portabandiera di questo trend la Teuco con la singolare vasca Accademia proposta in versione rigata con dominante turchese. Per rendere originali le proprie creazioni i designer ne alterano volutamente

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le proporzioni, come Gam Fratesi nel carrello Chariot di Casamania, caratterizzato da una grande ruota che diventa corpo dell’accessorio. Non mancano neppure gli oggetti giocosi: le nuove lampade a sospensione di Casamania sono uccellini



teuco

boca do lobo

Specchio da parete con cornice in bronzo, effetto bambù

Accademia Pop limited edition, vasca hi-tech con decoro

artemide

Empatia, lampada a sospensione con diffusore in vetro di Murano. Design, Carlotta De Bevilacqua insieme con Patrizia di Arianello

flaminia

Bonola, lavabo. Design, Jasper Morrison

living divani

Anin, sgabello in alluminio a X con seduta imbottita. Design, David Lopez Quincoces

baxter

Sedia in legno con schienale e seduta rivestita in pelle

in gabbia che nascondono i led sotto le piume della coda. Mentre l’irriverente designer spagnolo Jaime Hayon ha creato una sorridente versione dei mascheroni da fontana in ceramica bianca e oro per Bosa. È un ricamo in policarbonato la

sedia Gina di Jacopo Foggini per Edra, esempio di un ardire di tipo barocco che fa da contrappunto al design barbarico del divano Bastardo di Fernando e Humberto Campana, sempre per Edra. Non manca neppure qualche tocco

d’ironia rappresentato dal tavolino basso Fair di Valsecchi, pensato da Laudani e Romanelli come riproduzione stilizzata di libri sovrapposti. Dai primi assaggi emerge, a dispetto degli scettici, un panorama ricco e variegato, che testimonia il perdu-

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rare, nel mondo del design, di una inventiva sempre fervida. Che dà conto di un diffuso coraggio imprenditoriale, nell’accettare le sfide estetiche dei designer più visionari. Cristina Morozzi Artwork Giorgio Tentolini



www.saie.bolognafiere.it Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna Tel. 051 282111 - Fax 051 6374013 - saie@bolognafiere.it - bolognafiere@pec.bolognafiere.it


Le calze create da Gallo per la Milano design week 2014

Product

93 Il salone delle meraviglie

Otto macro tendenze e 61 oggetti cult scelti per raccontare la Design week milanese del 2014. Per un linguaggio capace di ripensare la casa del futuro Una prima occhiata alle novità del Salone del Mobile 2014 di Milano, che conferma con il tutto esaurito in Fiera e con numerosi eventi in città la sua leadership mondiale, rivelando pezzi modulati su tutte le note del pentagramma, quasi che la crisi abbia sciolto le briglie alla fantasia dei progettisti. Dagli oggetti dissacratori, come il carillon in gesso di Seletti che è una riproduzione della discussa opera di Maurizio Cattelan installata in Piazza della Borsa a Milano, al cuore rosso luminoso di Nigel Coats per Slamp, fino alla lampada a sospensione costruita con le casseruole di Minacciolo, tutto predica un nuovo concetto di abitare, dove trova posto anche il buffet Stone del marchio portoghese Boca do Lobo, simile a un assemblaggio di grandi pietre dorate. Ci sono i pezzi basici, come il divano fatto di cuscini di Andrea Anastasio, proposto dalla raffinata galleria Luisa delle Piane, le riedizioni dei classici in nuovi colori, come la famosa sedia Lierna di Achille Castiglioni presentata da Meritalia. Ritornano sotto i riflettori le tipologie dimenticate, come lo scrittoio Oscar di Valsecchi, disegnato da Laudani e Romanelli che si sono dimostrati abili nel riattualizzare i pezzi della memoria. Non mancano creazioni di bravura, come il tavolo Confluence di Xavier Lust per Pianca, caratterizzato dal disegno fluido delle gambe. E se il comfort la fa da padrone con ampi e profondi imbottiti capitonné, a rendere lussuoso il living ci pensano flash di metallo dorato. In un gioco tra kitsch e futurismo space. ricerca di Cristina Morozzi


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White

01-HERITAGE. Letto con testiera capitonné. 02-BETEL. Napoleon, divano capitonné con struttura in legno. Design Carlo Colombo. 03-BAXTER. Divano con rivestimento capitonné. Design Paola Navone.

04-LIVING DIVANI. Filo, divano imbottito con struttura in metallo, concepito per outdoor. 05-DORELAN. Origami, letto nato dall’idea di dare una forma tridimensionale partendo da un piano. Design Odoardo Fioravanti.

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United colors of design 06-VERY WOOD. Anders, sedia in faggio, con schienale e seduta imbottiti. Design Marcel Wanders. 07-ARPER. Collezione modulare di sedute. Design Lievore Altherr Molina. 08-GALLERIA LUISA DELLE PIANE. Check point, divano costituito da una serie di cuscini sovrapposti. Design Andrea Anastasio. 09-CALLIGARIS. Web, sedia con struttura in metallo verniciato e seduta in rete. Design Dondoli e Pocci. 10-BUSNELLI. Manda, poltroncina con base in pelle. Design Patrick Jouin. 11-LIGNE ROSET. Cosse, divano con seduta imbottita e gambe in legno. Design Philippe Nigro 12-SEGIS. Derby, collezione di poltroncine. Design Archirivolto. 13-LUCEPLAN. Costanzina, luce a sospensione in versione cromatica. Design Paolo Rizzatto 14-COLÉ. Sedia. Design Lorenz Kaz. 15-DE LA ESPADA. Elysia, poltroncina imbottita. Design Luca Nichetto. 16-MERITALIA. Lierna, riedizione della classica sedia in legno. Design Achille Castiglioni.

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Comfort

17-CASSINA. L5, riedizione del classico divano. Design Le Corbusier e Charlotte Perriand. 18-MINOTTI. Le Parc, divano con struttura in metallo, morbidi cuscini di seduta e schienale. Design Rodolfo Dordoni. 19-ASTON MARTIN COLLECTION. Divano dalla silhouette futuribile creato da Formitalia.

20-SABAL. Divano componibile, con struttura in metallo. Design Matteo Nunziati. 21-MANUTTI. Air, poltrona imbottita. 22-FENDI CASA. Cocoon, divano rivestito in pelle. 23-PAOLA LENTI. Divano imbottito componibile. Design Francesco Rota.

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Product

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Purism 27

24-LEMA. Shade, tavolo in metallo bronzato. Design Francesco Rota. 25-LALIQUE. Vasi in cristallo dall’estetica futuribile. Design Zaha Hadid. 26-LIGNE ROSET. Parachute, lampada a sospensione in filo di ferro. Design Nathan Yong. 27-PIANCA. Confluence, tavolo ovale in metallo. Design Xavier Lust. 28-FLEXFORM. Tavolo con piano in marmo e gambe in metallo. 29-ARTEMIDE. Empatia, lampada da tavolo con diffusore in vetro sfumato. Design Carlotta De Bevilacqua e Paola Di Arianello.

Excentric 30-MADE-KADAK. Pinsofa 1, seduta imbottita nata da un progetto volutamente ludico. Design Demeter Fogarasi. 31-DRIADE. Verlaine, divano. Design Lievore Altherr Molina. 32-SLAMP. Cuore, lampada da parete, in Plainflex. Design Nigel Coates. 33-UROS MIHIC. Oggetti decorativi in carta di giornale colorata e plissettata. 34-MINACCIOLO. Lampada a sospensione con diffusori realizzati con pentole. 35-MERITALIA. Freud, divano componibile con struttura in legno massello e schienale dotato di movimento meccanico. Design Mario Bellini. 36-HORM. Infinity, buffet in legno verniciato con sostegno in metallo. 37-SELETTI. Carillon in gesso. Design Maurizio Cattelan. 38-CTRLZAK. Quartz, poltrona costituita da blocchi di poliuretano uniti da un cerchio in metallo. 39-EDRA. Gina, sedia in policarbonato estruso, con gambe in legno verniciate. Design Jacopo Foggini. 40-STUDIO NUCLEO. Vaso in vetro di Murano della serie Presenze. 41-DE VECCHI. Vaso in argento. Design Andrea Branzi.

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Effetto legno 40 41

42-CORO. Jubae, poltrona in midollino. 43-DIALMA BROWN. Tavolo con piano in doghe di legno e struttura in metallo. 44. VALSECCHI. Oscar, scrittoio in legno con portarotoli in cuoio. 45-CAPPELLINI. Peg, tavolo basso in legno. Design Nendo 46-OASIS. Zoe, sedia bassa con struttura in legno e seduta imbottita. 47-DOMITALIA. Tree, tavolo con gam-

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be in legno simili a tronchi d’albero e piano in vetro. Design Marcello Ziliani. 48-ETHIMO. Costes, divano in teak decapato con cuscini di seduta e schienale. 49-SWAN. Chelsea, poltroncina con struttura in legno e seduta imbottita. 50-POLTRONA FRAU. Nivola, divano e poltrona con scocca in cuoio e seduta imbottita.


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Metallica

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51-GALLERIA NILUFAR. Cherry bomb, lampada da parete. Design Lindsey Adelman. 52-BOCA DO LOBO. Stone, buffet con struttura a forma di massi dorati. 53-DIESEL LIVING. I nuovi suppellettili in collaborazione con Seletti. 54-FENDI CASA. Bryant, madia in legno pregiato, ottone e acciaio. 55-PEUGEOT DESIGN LAB. Bicicletta futuribile dai dettagli metal. 56-ARCLINEA. Artusi, cucina in metallo di ultima generazione dall’attitude industriale.

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Futurismo 57-B&B ITALIA. Tobi-Ishi, tavolo in versione rettangolare. 58-CALEIDO. TriArc, radiatore da bagno. Design Paul Priestman. 59-DESALTO. Nestingtable, serie di tavolini. Design Nendo. 60-ALIAS. TabĂš, sedia laccata. Design Eugeni Quittlet. 61-SCHIFFINI. The drawer kitchen, isola da cucina monolitica. Design Gitta Gschwendtner.

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CELEBRATES

OLIVER PEOPLES ANNUNCIA LA NASCITA DI OLIVER PEOPLES WEST, IL NUOVO SEGMENTO CHE RACCONTA IL LIFESTYLE PIÙ ESCLUSIVO DELLA COSTA PACIFICA. TRAENDO ISPIRAZIONE DALLE ATMOSFERE CALDE DELLA CALIFORNIA PIÙ AUTENTICA, OLIVER PEOPLES WEST NASCE DAL DESIDERIO DI OFFRIRE AGLI AMANTI DEL MARCHIO UNA VERSIONE WEEKEND ANIMATA DALLO SLOGAN EMBRACE THE HORIZON. GO WEST COME HA SPIEGATO DAVID SCHULTE, CEO DI OLIVER PEOPLES, “TUTTE LE NOSTRE CREAZIONI PRENDONO SPUNTO DAI CLIENTI OLIVER PEOPLES, DA CIÒ CHE FANNO, DA DOVE VIVONO, DALLE LORO ESIGENZE, DAI POSSIBILI ABBINAMENTI CON GLI ALTRI MARCHI CHE INDOSSANO. PARTENDO DA QUESTO PRESUPPOSTO, ABBIAMO SVILUPPATO IL LORO CONCETTO DI ‘WEEKEND’, OFFRENDO UNA SOLUZIONE PERFETTA IN OGNI SITUAZIONE. QUESTO LOOK RIFLETTE AL MEGLIO L’ATMOSFERA DELLA CALIFORNIA DEL SUD, MA SAPRÀ CERTAMENTE CONQUISTARE ANCHE IL RESTO DEL MONDO. WEST SIGNIFICA ANNULLARE LE DISTANZE”. GLI OCCHIALI DA SOLE OLIVER PEOPLES WEST SARANNO DISPONIBILI DALLA PRIMAVERA 2014 NELLE BOUTIQUE OLIVER PEOPLES, IN PUNTI VENDITA SELEZIONATI IN TUTTO IL MONDO E SU WWW.OLIVERPEOPLES.COM. Special advertorial. Tutti i dati e le informazioni contenuti in queste pagine sono stati forniti dall’Azienda che ne garantisce correttezza e veridicità, a soli fini informativi.


La ricetta perfetta di KitchenAid

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ateriali autentici, cura del dettaglio, professionalità e performance eccellenti. Sono questi gli ingredienti della nuova estetica firmata KitchenAid. La maison americana degli elettrodomestici di alta gamma festeggia i suoi primi 95 anni regalandosi un nuovo look. Presentato in anteprima mondiale al Salone del Mobile 2014 all’interno del padiglione FTK (Eurocucina 2014 Padiglione 11 / Stand A14 - A20) e nell’ambito del circuito Fuorisalone Milano Design Week (Opificio 31 - Via Tortona, 31), il nuovo design di KitchenAid è pronto a sedurre grazie a un cocktail di eccellenze funzionali e creative. La cucina diventa il palcoscenico dove si incontrano artigianalità, design, tecnologia e passione per il cooking in tutte le sue sfaccettature. I grandi elettrodomestici come i frigoriferi della gamma Vertigo, il forno Twelix Artisan, l’esclusivo sistema

per la cottura e la conservazione sotto vuoto Chef Touch e il nuovo piano cottura a gas da 90 centimetri, si distinguono grazie a dettagli di stile couture come il medaglione rosso ai lati delle maniglie con logo e anno di nascita del marchio, le superfici texturizzate, le grandi finestre incorniciate, l’alchimia di materiali preziosi, il badge a rilievo e la nuova interfaccia White Navigator.

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Museum

Nella foto, una vista dall'alto del Temporary museum for new design al Superstudio più di Milano

Nuovo design democratico Torna il Temporary museum for new design, che animerà il Salone del Mobile con un progetto doc in vista di Expo2015. In un oasi creativa dove orti e giardini incontrano Internet, il futuro della stampa 3D e i progetti dell'avanguardia cool

Se la zona di via Tortona è diventata il fulcro della Milano creativa, soprattutto durante il Salone del Mobile, i meriti vanno anche a Gisella Borioli che, grazie alle sue intuizioni, l'apertura del primo Superstudio nel 1983 e del Superstudio Più nel 2000, è riuscita a catalizzare, attraverso un concept espositivo, il movimento del design indipendente e non. Il suo format, museale con indirizzo emozionale, si è poi evoluto in quello che ora è Temporary museum for new design, oggi alla sua sesta edizione. Appuntamento che per il 2014 guarda oltre e pensa a preparare con grande meticolosità Expo 2015. «Quest'anno, pur mantenendo l’impostazione meno fiera e più museo, ci sarà un grande salto verso il design democratico aprendo a tutte quelle energie nuove che puntano a oggetti estetici a minor costo». ha spiegato. «Ma ancor di più guarderemo già in direzione Expo con i progetti Green village al Superstudio 13 e con l’orto sul tetto di Superstudio Più». Che in sintesi è un vero e proprio giardino che produrrà

frutta e ortaggi (coltivati dagli anziani della zona), che sarà aperto fino a giugno e che tornerà proprio in occasione dell'esposizione internazionale dell'anno prossimo con lo splendore del Terzo paradiso, installazione creata ad hoc da Michelangelo Pistoletto. Un progetto ambizioso e forse più nelle corde dei visitatori stranieri che: «Pur non generalizzando, mi sembrano più curiosi, entusiasti e aperti rispetto agli italiani, anche se tra i giovani trovo un atteggiamento diverso, più disponibile». In sostanza, per l'edizione 2014 del Salone del Mobile di Milano, Borioli ha voluto dare spazio a: «Giovani, a start-up, a Internet, al fenomeno della stampa 3D e al design democratico, per rappresentare la via parallela al design dei grandi brand e degli archi-star», tanto che, «a un certo momento mi era venuta l’idea di chiamare il mio evento Luna park design». Un percorso già iniziato tre anni fa con la collaborazione con Dalani.it, dedicata ai giovani artisti senza un'adeguata distribuzione, e che ha portato: «Al tutto esaurito,

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e in breve tempo, alla vendita dei loro oggetti». D'altronde oggi non è più possibile guardare al futuro senza fare i conti con la rete. È per questo che: «Quando ho saputo di Ebay ho fatto di tutto perché esponesse qui da noi. Ebay per me non è solo un cliente, ma un segno di contemporaneità, la mia mission di sempre». Ma non è solo questo. «In futuro ci sarà sempre più una maggiore integrazione fra linguaggio digitale e reale. Anche per la moda si era pensata la stessa cosa, ma le sfilate reali continuano a dare linfa a quelle virtuali e viceversa». Mentre sulla scia dell'iniziativa Dubai è cosa vicina, Gisella Borioli sottolinea

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come «abbiamo creato un luogo che, prima che prodotti, ospita idee, organizzate secondo un nuovo concept espositivo, quello del Temporary Museum. Con Dubai c'è una collaborazione ma ci sono contatti anche con altri paesi. Ma esportare un concept è più difficile che esportare prodotti». Il tutto partendo dal presupposto che la creatività made in Italy sia ancora al vertice: «Ma non bisogna cullarsi sugli allori. Vedo molta creatività e qualità in paesi fino a ieri insospettabili. Il bel design non ha più confine, è un fenomeno globale con cui occorre misurarsi». Fabio Gibellino

Progetti esposti al Temporary museum for new design: 01. Metrocuadro design: Shiro, lampada. Design Act studio. 02. Prostoria: Polygon, poltrona. Design Numen/For Use. 03. Vezzini & Cheen: Close up, lampada. 04. Map studio: Plug-in, toletta. 05. Porcelanosa: Tavolo per Double room. 06. Crjos design: Duetto, divano. Design Rita Rijillo. 07. France design: Balka, console. Design Grégoire de Lafforest. 08. Beau&Bien: Wesailles, sospensione. 09. Korakot: Sospensione. 10. Francesco Raimondi: Poltrona dalla Frames collection

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Progetti segna il tempo dello stile d’avanguardia

Bird Watchind design Studio Kuadra

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24K design Alberto Sala

esign italiano, creatività internazionale e tecnologia tedesca. Sono queste le caratteristiche vincenti di Progetti. L’azienda di Carate Brianza da 30 anni è leader nella produzione di orologi e cucù e continua a crescere conquistando l’interesse di

CùCùRùKù design by Riccardo Paolino e Matteo Fusi

mercati strategici come Corea, Russia e India ma anche di vetrine importanti come quelle del MoMA di New York e San Francisco. Dinamica ed innovativa, Progetti da sempre collabora con i principali nomi del design contemporaneo come Gian Franco Frattini, Joe Colombo e Karim Rashid per citarne solo alcuni. Tra le novità dell’ultimo periodo una serie di proposte d’eccezione creative e di qualità come Bird Watching design Studio Kuadra, che ha debuttato all’Homi di gennaio a Milano nonchè a Maison&Objet a Parigi e ad Ambiente a Francoforte, e 24K firmato da Alberto Sala presentato al Macef di settembre. Durante iSaloni 2014 l’azienda ha presentato orologi e cucù dal design innovativo, raffinato e ricercato ideali per usi differenti e un appendiabiti multiuso e non convenzionale. Inoltre non sono mancati i best seller come Cùcùrùkù di Riccardo Paolino e Matteo Fusi che hanno trovato casa sotto il tetto di Progetti.

www.iProgetti.eu

Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente Focus sono stati forniti dall’Azienda che ne garantisce correttezza e veridicità, a soli fini informativi.


Story teller

Abitare di lusso

Una mission racchiusa nel nome: Luxury living group. Un pacchetto di licenze blasonate e una presenza worldwide. E ora un headquarter d'arte, a Forlì, per continuare a crescere nei nuovi mercati Una produzione 100% made in Italy, che unisce la tradizione alla creatività del domani. È la firma distintiva di Luxury living group, realtà attiva nel settore del lifestyle di lusso che fa a capo a Club House Italia spa, specializzato da oltre 30 anni nella produzione e nella distribuzione di arredi per i più prestigiosi brand internazionali. Il gruppo, forte di un 2013 chiuso con un fatturato consolidato di 73 milioni di euro, in linea con le previsioni, è approdato al Salone del Mobile di Milano con un pacchetto licenze più ricco, grazie alla partnership con Trussardi per la collezione Trussardi casa e con Bentley motors per la collezione Bentley home. Senza dimenticare gli investimenti sui nuovi mercati e sulle sedi operative, in cui rientra il nuovo headquarter di Forlì a Palazzo Orsi Mangelli e le prima sede commerciale a Pechino. Come ha raccontato in questa intervista Alberto Vignatelli, ceo e presidente della società. D. Qual è la formula del vostro successo? R. Venti ore al giorno di lavoro assieme a un team favoloso, grazie al quale ogni tre mesi riusciamo a realizzare tre collezioni diverse, interpretando le diverse tendenze del mercato. Il nostro punto di forza è la diversificazione: diamo vita a collezioni che non si sovrappongono nello stile. Dalla nostra linea Heritage collection che unisce eleganza e gusto classico a quella deluxe di Fendi Casa fino alla nuova contemporaneità di Trussardi Casa. D. Quali saranno le novità principali che presentate al Salone del Mobile di Milano? R. Abbiamo ampliato il pacchetto licenze con nuove collaborazioni. A Milano porteremo la Bentley home collection, già presentata a gennaio al Salone internazionale Maison et Objet di Parigi e che abbiamo sistemato con nuove luci, tappeti e colori. Secondo progetto sarà la nuova partnership con Trussardi. La linea home del marchio del Levriero è studiata dal direttore creativo Gaia Trussardi in collaborazione con l'architetto Carlo Colombo. Dopo due anni di gestazione, abbiamo puntato su una collezione semplice, vendibile, dall’appeal milanese. D. Avete altri progetti in cantiere?

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Nella foto grande, un ritratto di Alberto Vignatelli. Nelle altre immagini, dall'alto in senso orario, gli ambienti di Bentley home, Fendi casa, Heritage collection e Vladiming Kagan NY collection all'interno del nuovo headquarter di Forlì

R. Stiamo lavorando insieme all’interior designer francese Jacques Grange che coordinerà gli arredi dello Yatch club di Monaco, che saranno in parte firmati da Fendi casa. La maison svelerà al Salone anche gli ultimi progetti a firma di Thierry Lemaire, come gli arredi Star, le sedie Stardust e le sedute Artù. Infine realizzeremo tutti gli interni di una nuova imbarcazione in Germania, con Lürssen, nel 2015. D. Come è nata la nuova sede di Forlì? Puntate ad altri investimenti per ampliare il vostro headquarter? R. Abbiamo avuto l’opportunità di restaurare il Palazzo Orsi Mangelli di Forlì, grazie al lavoro di Jacques Grange, e trovare la nostra nuova location per la sede direzionale. Abbiamo riportato allo splendore la costruzione barocca del 1600, che si sviluppa su tre livelli, per un totale di 3 mila metri quadrati. Oggi le 20 sale storiche si coniugano con i nostri mobili più iconici. Oltre all’headquarter, abbiamo aperto la prima sede commerciale a Pechino, un ufficio di rappresentanza che amplierà la nostra presenza nell’area Asia-Pacific. E stiamo pensando a una nuova sede a Londra. D. A oggi come siete distribuiti nel mondo? R. Oltre allo sviluppo delle attività dei brand haute gamme, tra cui rientrano le collezioni Fendi casa, Kenzo maison, Kagan NY collection, Bentley home e Trussardi casa, siamo presenti nei segmenti residenziali e contract attraverso una rete di oltre 300 rivenditori e partner nel mondo. Affiancati da dieci store e showroom a gestione diretta, situati nelle maggiori città tra cui Parigi, Miami, New York e Milano. D. Quali sono i Paesi che hanno pesato sulla crescita? R. Il Paese in cui siamo più forti è sicuramente l’America, che sta vivendo un momento di ripresa e di sviluppo immobiliare. Lo scorso anno abbiamo aperto uno showroom di 1200 metri quadrati a New York su Madison avenue, mentre a Miami stiamo raddoppiando la nostra presenza. Al secondo posto troviamo la Cina, dove siamo presenti attraverso 13 punti vendita e infine i Paesi del Golfo, in primis Dubai. Per il futuro si stanno affacciando sul mercato dell’arredamento anche l’Africa e il Sudamerica. D. Come è andato il 2013 in termini di turnover? R. Abbiamo archiviato l’anno con un fatturato consolidato di circa 73 milioni di euro, in linea con le attese previste. Ma per il 2014 abbiamo gli ordinativi e i presupposti per puntare a una crescita a due cifre. D. Come è cambiato il mondo dell’arredo negli ultimi anni? R. Abbiamo moltissime richieste nel segmento contract, dedicato all'arredamento di hotel, bar, uffici o ristoranti. I clienti ricercano la qualità e l’eleganza, ma soprattutto l’attenzione per il decoro. D. Quale è il vostro obiettivo futuro? R. Ogni anno presentiamo in fiera delle collezioni studiate e fondate su uno spirito nuovo. Questa continuerà ad essere la nostra mission in futuro. Alice Merli

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Indirizzi

MF

il quotidiano dei mercati finanziari

alias

aliasdesign.it

jouin manku

patrickjouin.com

armani/casa

armanicasa.com

kartell

kartell.com

arclinea

arclinea.it

kelly hoppen

kellyhoppen.com

arper

arper.com

kitchenaid

kitchenaid.it

artemide

artemide.com

korakot

korakot.net

lalique

lalique.com

aston martin collection

astonmartin.com

land rover

landrover.com

b&b italia

bebitalia.com

lema

lemamobili.com

baxter

baxter.it

ligne roset

ligne-roset.it

bd barcelona

bdbarcelona.com

living divani

livingdivani.it

beau&bien

beauetbien.fr

louis vuitton

louisvuitton.it

bitossi ceramiche

bitossiceramiche.it

luceplan

luceplan.com

boca do lobo

bocadolobo.com

luxury living

clubhouseitalia.com

bosa ceramiche

bosatrade.com

manutti

manutti.com

busnelli

busnelli.it

map studio

map-studio.it

caleido

caleido.it

meritalia

meritalia.it

calligaris

calligaris.it

metrocuadro

cappellini

cappellini.it

design

metrocuadro-design.com

casamania

casamania.it

minacciolo

minacciolo.it

cassina

cassina.com

minotti

minotti.com

ceramiche keope

keope.com

nicola bolla

nicolabolla.com

cesar

cesar.it

nilufar

nilufar.com

colè

coleitalia.it

oasis

oasisdesign.net

coro

coroitalia.it

paola lenti

paolalenti.it

crjos design

crjosdesign.com

peugeot design lab

peugeotdesignlab.com

ctrlzak

ctrlzak.com

poliform

poliform.it

de castelli

decastelli.it

poltrona frau

poltronafrau.com

de la espada

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porcelanosa

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de vecchi

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porro

porro.com

desalto

desalto.it

prostoria

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dialma brown

dialmabrown.it

ribbonesia

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diesel living

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robert stone

robertstonedesign.com

domitalia

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sabal

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dorelan

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schiffini

schiffini.it

driade

driade.com

segis

segis.it

edra

edra.com

seletti

seletti.it

emporia

emporia.se

slamp

slamp.it

ethimo

ethimo.it

studio dualchas

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studio job

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f.lli boffi

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faig ahmed

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flaminia

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france design

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teuco

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galerie kreo

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valsecchi

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francesco

galleria luisa delle piane

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van cleef & arpels

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gallo

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varenna

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gallotti & radice

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giambattista

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valli

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design

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viktor&rolf

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visionnaire

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wat rong khun

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yulia brodskaya

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joana vasconcelos

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Direttore eD eDitore Paolo Panerai Direttore eD eDitore AssociAto Gabriele Capolino Direttore Pierluigi Magnaschi

MFL

Magazine For Living

Direttore Giampietro Baudo (gbaudo@class.it)

responsabile MoDa e Design Stefano Roncato (sroncato@class.it) grafica Valentina Gigante (vgigante@class.it) Hanno collaborato Cristina Morozzi (special design consultant) testi

Francesca Manuzzi, Matteo Zampollo, Michele Bagi, Milena Bello, Sasha Carnevali, Fabio Gibellino, Alice Merli foto

Genevieve Garruppo, Alan Gelati, Brad Landsill, Andrew Lee, Daniel Nicolas grafica & special effect Giorgio Tentolini è uN pRoGeTTo

Direttore Generale Andrea Mattei

consigliere per le strategie e lo sviluppo Angelo Sajeva concessionaria pubblicità class pubblicità spa Direzione Generale: Milano - via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522 Sede legale e amministrativa: Milano - via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1 Sede di Roma: via Cristoforo Colombo 456 - tel. 06 69760887 - fax 06 59465500 presidente, Angelo Sajeva Vp sales, Gianalberto Zapponini chief Marketing officer, Domenico Ioppolo direttore coMMerciale, Stefano Maggini per inforMazioni coMMerciali: mprestileo@class.it Class editori spa Direzione e Redazione 20122 Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02.58219.1 - fax 02.58317429 Amministrazione e abbonamenti: 20122 Milano, via Burigozzo 5 tel. 02.58219285 - 02.5821929 - fax 02.58317622 Registrazione al Tribunale di Milano n. 210 del 19/4/86 Distribuzione Italia: erinne srl - via Burigozzo 5 - 20122 - Milano - tel. 02.58219.1 responsabile dati personali Class editori spa, via Burigozzo 5 - 20122 Milano Composizione e fotolito: Adda officine Grafiche spa via delle Industrie 18 - 24030 Filago (Bg) - tel. 035.4938958 Stampa: G. Canale & C. S.p.A. viale Liguria, 24 -10071 Borgaro (To) Supplemento a MF - Spedizione in a.p. 45%, articolo 2, comma 20/b, legge 662/96 - Filiale di Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/89 Direttore responsabile paolo panerai



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